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1 UCRAINA 1

UCRAINA 1 - lanternadelviaggiatore.com · Altro luogo perfetto per entrare in contatto con la gente del posto è dato dal passeggiare ... di Sant’Andrea, del ‘700, magnifica interpretazione

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Informazioni generali:

DURATA DEL VIAGGIO: 12-13 giorni

PERIODO DEL VIAGGIO CONSIGLIATO: Maggio – Ottobre

COME ARRIVARE DALL’ITALIA: In aereo. L’opzione più comoda è di atterrare a Kiev e

ripartire verso l’Italia da Lviv.

Collegamenti anche diretti, solo da Kiev al momento però.

FUSO ORARIO: +1 ora rispetto all’Italia.

DOCUMENTI NECESSARI: Passaporto.

PATENTE RICHIESTA: Patente Italiana.

RISCHI SICUREZZA E SANITARI: Nessuno.

MONETA: HRYVNA in Ucraina, LEU in Romania

TASSO DI CAMBIO: 1€ = 28,91 Hryvna ucraine // 1€ = 4,44 Leu rumeni

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Descrizione del viaggio:

1°-2°-3° giorno: KIEV

Nonostante tutti gli stereotipi di ganster liberamente in giro su potenti auto lussuose e burocrati corrotti che la animano Kiev appare al

visitatore appare, soprattutto nei mesi caldi, un città bellissima. Certo i contrasti tra il popolo e le classi abbienti locali stridono, non è

infatti infrequente vedere persone con abiti e monili costosissimi aggirarsi per la città, cosiccome si avvertono sempre più le influenze

consumistiche e capitalistiche che plasmano la realtà locale, ma forse proprio questi ossimori sono il biglietto da visita principale della

capitale ucraina. Una realtà che sta uscendo ad ampie falcate dall’immobilismo sovietico a cui fu abituata per decenni e che anzi si

propone oggi come una delle città più dinamiche, camaleontiche e ricche di persone sorridenti dell’ex URSS.

La visita di Kiev può iniziare dalla sua piazza principale, Maydan Nezalezhnosti (Piazza dell’Indipendenza), dove convergono

tutte le principali strade cittadine e che storicamente è il luogo di raduno principe dei movimenti popolari locali (come lo è stato

nel 2004 per la Rivoluzione Arancione). Venditori ambulanti, ragazzi intenti a divertirsi, jet set che la attraversa: il luogo offre

un buono spaccato della realtà di Kiev. Altro luogo perfetto per entrare in contatto con la gente del posto è dato dal passeggiare

lungo Vulytsia Khreshchatyk, l’enorme strada di 1.5km che si stacca verso sud da Piazza Indipendenza. La strada pullulante di

bar, boutique, intrattenimenti appare così grande e in tipico stile stalinista poiché dovette essere ricostruita dopo che furono

minati e fatti saltare in area tutti i suoi edifici per evitare che fossero utilizzati dai nazisti in avanzamento sul fronte orientale.

Spingendosi invece a nord di Maydan Nezalezhnosti si possono apprezzare due delle più importanti siti culturali locali: la

Cattedrale di Santa Sofia e il Monastero di San Michele. La magnificenza della Cattedrale è indiscutibile: le sue cupole dorate e

l’elaborato campanile alto 76m sono un’icona classica di Kiev, tanto più apprezzabili se si pensa che i lavori per la sua

costruzione iniziarono nel lontano 1037. Il suo interno che ospita mosaici e affreschi originali dell’XI secolo, fu teatro nei secoli

di numerose incoronazioni e cerimonie della corte locale. L’opera di maggior impatto è il mosaico di 6m che adorna l’abside,

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detto Madonna Orante. Già visibile appena usciti dalla Cattedrale per la sua tonalità azzurra e l’essere ornata da una magnifica

cupola dorata il Monastero di San Michele è l’altro capolavoro dell’area, sebbene pesantemente ricostruito nel 2001.

Maydan Nezalezhnosti, Piazza dell’Indipendenza, centro nevralgico di Kiev e la Cattedrale di Santa Sofia.

Posta appena sul retro del complesso vi è quindi la comoda funicolare che può portarvi direttamente nel quartiere mercantile di

Podil, posto sulle rive del Dnipro sottostanti. Alternativamente, e lo consigliamo almeno per la discesa, percorrete Andriyivsky

Uzviz (la Discesa di Andrea), strada acciottolata sempre piena di venditori ambulanti, ristoranti, caffè che con le sue pittoresche

offre uno spaccato molto fedele della realtà ucraina che fu. Lungo tale strada sorge un’altra magnifica chiesa di Kiev, la Chiesa

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di Sant’Andrea, del ‘700, magnifica interpretazione della tipica chiesa ucraina a croce e con cinque cupole. Interessante

deviazione giusto dietro l’edificio ecclesiastico è il vicolo degli artisti (Zhvopysna Aleya), che nei fine settimana si trasforma in

una spontanea galleria d’arte all’aperto. Per concludere la prima giornata di visita poi niente è meglio del quartiere fluviale di

Podil. La zona è ricca di ristoranti, edifici di inizio novecento e spesso si vedono le lanterne per l’illuminazione pubblica

originali, talvolta ancora utilizzate. Podil è una felice eccezione nel panorama di Kiev, essendo stato risparmiato in larga parte

dalla seconda guerra mondiale, e permette di fare una sorta di viaggio a ritroso nel tempo fino quasi al 1811 anno in cui per

l’ultima volta il porto venne ricostruito. Proprio in questo luogo così ameno è stato collocato il Museo di Chernobyl,

immancabile. Fotografie e filmati autentici del disastro e relative conseguenze su uomini e animali meglio di qualsiasi altra cosa

rendono l’idea dell’orrore dell’incidente nucleare avvenuto nel 1986.

Andriyivsky Uzviz, la Discesa di Andrea, dal centro città verso il quartiere di Podil, di cui uno scorcio a sinistra.

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La giornata successiva si può invece dedicare alle zone a sud del centro storico. Su tutti i tesori dell’area svetta il complesso

detto Khivo-Pecherska Lavra (Monastero delle Grotte). Situato su 28 ettari di colline erbose che sovrastano il fiume Dnipro, il

fitto complesso di chiese dalle cupole dorate è una meraviglia per gli occhi. Attenzione però che questo non è solo un capolavoro

artistico ma anche il luogo più sacro dell’Ucraina, pertanto siate rispettosi. Fondato nel 1051 da un gruppo di monaci che

usufruì delle grotte naturali della collina il complesso oggi conta diversi labirinti sotterranei in cui tra l’altro sono state trovate

le spoglie automummificatesi dei monaci padri fondatori. Il Monastero si compone di una parte superiore (Lavra Superiore)dove

sorgono la Chiesa della Trinità sulla Porta, ricca di sontuosi affreschi e con un altare d’oro, la Chiesa di San Nicola con una

cupola azzurra decorata con stelle dorate e la Cattedrale della Dormizione, ricostruzione dell’originale andata distrutta. Da non

perdere è il Museo Storico dei Tesori degli Sciti, giusto dietro la Cattedrale. Il Lavra Inferiore è invece contraddistinto dalle

grotte, visitabili autonomamente e entro le quali sono collocate 123 corpi mummificati e tre chiese scavate nel sottosuolo.

L’esperienza di visita è molto interessante, ma cercate di farla in un giorno feriale per evitare gli assurdi assembramenti del

weekend.

Il complesso del Monastero delle Grotte di Kiev e dettaglio della Cattedrale della Dormizione.

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Dopo aver concluso con calma la visita al Monastero delle Grotte dirigetevi verso sud fino a giungere al Monastero e Giardini di

Vydubytsky. Nel tragitto non potrete mancare di vedere l’enorme (62m) e poco attraente monumento di una guerriera posto sulla

cima del Museo della Guerra Patriottica in assoluto stile sovietico. La statua, detta Rodina Mat, è visibile da moltissime parti di

Kiev. Molto più interessante è invece il curatissimo e grandissimo Giardino Botanico Centrale che sorge su un’altra collina

sopra il Dnipro. In questo parco disseminato di sentieri sorgono diverse chiese, tra cui spicca il Monastero Vydubytsky tuttora

utilizzato da monaci e che sorge immerso nel verde. L’area verde è perfetta per rilassarsi dopo le visite di giornata. In serata

infine fate rientro verso il centro cittadino dove si affollano locali notturni, discoteche e la migliore offerta culinaria della

capitale. Potrete così entrare in contatto con una cucina sconosciuta ai più che propone una diversificazione spesso sconosciuta

in altre culture gastronomiche nazionali. Oltre all’onnipresente pane, pollo, borshch (zuppa calda di barbabietole) a Kiev potrete

provare i varenyky (ravioli ripieni), il kruschenyky (rollé di manzo con prugne, pancetta e spinaci), il banush o mammlyha (una

sorta di polenta), il brynza (formaggio), pesci d’acqua dolce come carpa, luccioperca e salmoni o l’holubtsy (involtini di cavolo

ripieni di riso). Immancabile in pressoché ogni pasto ucraino è poi una dose di alcool, esigenza dettata principalmente dalla

ricerca di una forma di conforto rispetto ai rigori invernali classici della zona, che spazia dalle diffusissime birre (Chernihivske,

Lvivske, Obolon o Slavutych), al kvas (bevanda a base di pane di segale e zucchero fermentati), fino alla notissima vodka

nazionale, la Nemiroff.

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Aiuole fiorite presso il Giardino Botanico di Kiev e vista dal giardino sul Monastero Vydubytsky.

Come ultima giornata di visita a Kiev infine ci si può dedicare alle zone periferiche, in cui spiccano due siti.

Babyn Yar è il luogo dove il 29 settembre 1941 iniziò lo sterminio ebreo di Kiev. Dopo sole 48 ore di esecuzioni i morti accalcati

in fosse comuni erano ormai già 38.000. Oggi nel luogo, collocato da ovest del centro città, sono presenti sia un mausoleo

sovietico sulla Shoah (del 1976) che il monumento commemorativo eretto dalla comunità ebraica locale nel 1991 nell’esatto

punto della carneficina.

Molto meno d’impatto emotivo, anzi bucolico, è il Museo di Architettura Popolare di Pyrohovo: museo all’aperto pieno di

ricostruzioni a grandezza naturale di interi villaggi rurali ucraini del passato. Interessante è la loro suddivisione per regioni

dell’Ucraina e per il fatto che sia sempre pieno di figuranti che rievocano professioni e attività del passato.

Alcuni dettagli del Museo di Architettura Popolare di Pyrohovo.

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A sera riportatevi quindi verso il centro, magari lanciando un’occhiata al famoso Zoloti Vorota, la Porta d’Oro, lascio delle

antiche fortificazioni di Kiev, e vistando brevemente la Cattedrale di San Volodmymyr, con la sua tipica dicromia giallo-azzurra

all’esterno e il ricco interno.

Le grandiose decorazioni dell’interno della Cattedrale di San Volodmymyr e la Porta d’Oro.

4° giorno: CHERNOBYL - PRYPYAT

Visitare la zona della centrale nucleare di Chernobyl (135km, 2 ore da Kiev) e la vicina cittadina di Prypyat è ormai dal 2001 possibile e di

anno in anno crescono le visite guidate al sito. Sta ad ognuno di noi valutare pertinenza della visita (da affrontarsi comunque sempre col

massimo rispetto) e rischi correlati. Si stima che le radiazioni a cui si venga esposti durante le tre ore circa di vista siano paragonabili a

quelle di un volo intercontinentale, sebbene sia più opportuno dotarsi comunque di un dosimetro per sicurezza. Si è comunque monitorati del

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livello radioattivo prima e dopo la visita. Il giro prevede il passaggio dinnanzi al monumento commemorativo per i primi 29 pompieri che

accorsero alla centrale la notte del 25 aprile 1986, quindi ci si dirige verso la centrale e il suo tristemente celebre reattore n°4, oggi sepolto

in un sarcofago di cemento che ricopre l’intera centrale (quello originale fu costruito in fretta e furia da circa 600.000 liquidatori inviati da

Mosca, spesso senza sapere a cosa andavano in contro. Migliaia di essi sono morti o sono stati colpiti da tumori maligni). Il grosso della

visita è però incentrato sulla città fantasma di Prypyat, con le sue abitazioni, i suoi parchi, le sue attrazioni completamente abbandonate da

un giorno di aprile del 1986 e mai toccate. La vista crea desolazione e apprensione ma è uno dei moniti più vividi al mondo su cosa possa

significare la mal gestione di un’energia tanto imponente quanto pericolosa per la biosfera. Le visite quotidiane si concludono sempre con il

rientro a Kiev per la nottata.

L’attuale stato del reattore n°4 di Chernobyl con il nuovo sarcofago in costruzione, quindi un desolato scorcio di Prypyat.

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5° giorno: PERVOMAYSK

La giornata odierna è essenzialmente un lungo trasferimento (circa 700km nel complesso di strade peraltro non sempre a veloce

scorrimento). Questa vastità da colmare rende comunque appieno l’idea degli enormi spazi che si estendono dall’Ucraina prima alla Russia

poi verso l’Asia e fanno ragionare su come invece l’Europa sia un piccolo, denso e ricchissimo continente. Affinché non diventi una mera

giornata di guida questo interessantissimo museo sperso nella campagna ucraina impreziosisce la tappa e merita davvero la deviazione.

L’odierno Museo dei Reparti Missilistici Strategici nelle prossimità di Pervomaysk (325km, 4 ore da Kiev) era in realtà la sede di una delle

basi missilistiche nucleari più importanti dell’URSS. Vi sono missili vettori per le testate che si trovano in superficie, inoltre si può accedere

alla sala di controllo (12 piani sottoterra) da cui veniva gestita la base e da cui si sarebbe potuto lanciare una testata atomica. La capacità

della base era di 10 testate atomiche, principalmente con raggio d’azione opportuno per colpire l’Europa, e costituisce un vero e proprio

pezzo di guerra fredda ancora tangibile.

Nel pomeriggio infine completate il trasferimento fino a raggiungere la località di Kaymanets-Podilsky (455km, 7 ore e mezza).

Alcune testate missilistiche rimaste in loco e uno degli ingressi al bunker sotterraneo di comando.

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6° - 7° giorno: KAMYANETS-PODILSKY, KHOTYN, CERNIVCI

Kamyanets-Podilsky è una cittadina che sorge su uno sperone roccioso che innalza dritto sopra il canyon del fiume Smotrych che scorre 50m

più in profondità e fa praticamente da periplo al centro storico. Si entra nella città vecchia dal Ponte Nuovo che oltrepassa la stretta e

profonda gola del fiume e ci si addentra nei vicoli della Città Vecchia, una volta suddivisa in 4 aree in cui si dividevano i 4 principali gruppi

etnici locali: polacchi, armeni, ebrei e ucraini. La piazza principale è detta Piazza del Mercato Polacco, dove svetta il municipio. Altra piazza

degna di nota è quella successiva detta Piazza del Mercato Armeno. Da qui si stacca Vulytsia Zamkova che si risolve quindi nel Ponte Turco

che conduce alla fiabesca Fortezza locale. Questa costruzione difensiva risale alle sue origini (era fatta in legno) al 900 ma fu poi

riconvertita in pietra nel ‘300. Si può visitare liberamente il sito, ricco di antiche torri e di un pozzo con pescaggio di 40m fino al fiume. Vista

la scenograficità del luogo concedetevi tranquillamente tutta la mattinata per la sua esplorazione.

Veduta area di Kamyanets-Podilsky e la vista della Fortezza e del Ponte Turco dalla Città Vecchia.

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Appena dopo pranzo iniziate quindi a dirigervi alla volta di Cernivci ma lungo la strada vi imbatterete rapidamente ub quella che è

probabilmente la più bella fortezza di tutti i Carpazi orientali: la Fortezza di Khotyn (30km, 30 minuti). Con mura alte 40m e uno spessore di

6m e una scenografica posizione sopra il fiume Dnister non ci si deve sorprendere come spesso sia immortalata in varie pellicole

cinematografiche dell’Est. Costruita nel ‘400 fu inespugnata fino al 1711 quando i Turchi riuscirono nell’impresa.

Si raggiunga quindi Cernivci (60km, 1 ora) , decadente ma storica città dei Carpazi ucraini, ricca di verde e di contraddizioni e di una accesa

vita universitaria. L’edificio sicuramente più importante della città è appunto la sede dell’Università di Cernivci, decorata da piastrelle

colorate e mattoni rossi uniti in un insieme poliedrico di vari stili architettonici, che la rendono unica. Fu ultimata nel 1882. L’altro grande

complesso da vedersi a Cernivci è il Mercato Kalynivsky, talmente grande da avere una stazione di polizia, più banche e un pronto soccorso

dedicato. Perdersi tra i banchetti e le 50.000 persone che ogni giorno lo frequentano è un’esperienza unica per entrare in contatto con la

realtà locale. Cernivci è comunque una realtà da scoprire, ottima base per le esplorazioni in zona, datele tempo e vi saprà conquistare.

La Fortezza di Khotyn e la sede dell’Università di Cernivci.

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8° giorno: MONASTERI DELLA BUCOVINA

La giornata odierna prevede lo sconfinamento nell’estremo nord della Romania per l’esplorazione dei quattro principali monasteri della

Bucovina, autentiche gemme incastonate dei Carpazi ormai da molti anni riconosciuti come siti UNESCO, mentre a sera potrete fare

tranquillamente rientro a Cernivci.

Una volta oltrepassato il confine e passata la località rumena di Suceava dirigetevi verso i monti: qui vi aspettano a pochi chilometri l’uno

dall’altro i Monasteri di Humor e di Voronet.

Il Monastero di Humor (100km, 2 ore), del ‘500, è fortificato con bastioni e ha una torre di guardia da cui si possono scattare magnifiche

fotografie panoramiche. Gli affreschi che lo adornano sono principalmente custoditi nelle 5 stanze interne, mentre purtroppo gli affreschi

esterni sono stati deteriorati dal tempo.

Il Monastero di Voronet (10km, 15 minuti) è invece celebre per gli affreschi esterni, su tutti quello sulla parete occidentale delle chiesa su cui

campeggia un enorme Giudizio Universale. La particolare tonalità blu utilizzata massicciamente nei suoi affreschi è così peculiare da essere

stata ribattezzata Blu di Voronet. Quello che sicuramente colpisce è lo stato di mantenimento di questi affreschi esposti alle intemperie da

secoli se si pensa che il pigmento è spesso solo 2mm.

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Interni del Monastero di Humor e le meravigliose decorazioni esterni del Monastero di Voronet.

A pochi chilometri di distanza sorge poi il Monastero di Moldovita (35km, 35 minuti), nel cuore del villaggio omonimo. Anche questo

fortificato con torri e cancelli massicci presenta un’atmosfera incredibilmente tranquilla e curata, ideale per apprezzare i bellissimi affreschi

interni della chiesa.

Approcciate quindi la strada di montagna che offre bellissime vedute sui Carpazi orientali fino a raggiungere il fortificato Monastero di

Sucevita (30km, 35 minuti), il più grande tra quelli della Bucovina. Anche qui abbondano gli affreschi religiosi, tra cui menzione particolare

merita La Scala delle Virtù sul muro esterno, lato settentrionale, della chiesa. Vi suggeriamo di intrattenervi in preghiera e contemplazione

qui fino al tardo pomeriggio ma rammentando sempre di tenere tempo sufficiente per fare un rientro in orario a Cernivci (80km, 90 minuti)

consono per la serata.

La chiesa del monastero di Moldovita e il complesso del Monastero di Sucevita immerso nel paesaggio montano dei Carpazi.

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9° giorno: KOLOMYYA, POCHAIV

Ultima giornata di trasferimento del viaggio la nona giornata dell’itinerario proposto si investe per spostarsi dai Carpazi fino a Lviv.

Quasi subito dopo essere partiti però appare subito un paese degno di una cospicua sosta: Kolomyya (80km, 90 minuti). Tra le piccole realtà

dei Carpazi Kolomyya ne è un po’ il capoluogo e ha subito importanti ristrutturazioni a cavallo degli anni 2000. Le sue due attrazioni più

interessanti sono due piccoli musei etnografici. Il primo è il Museo delle Pysanky, le tipiche uove pasquali colorate a mano dell’Ucraina,

l’altro invece è il Museo dell’Arte Popolare Hutsul, gruppo etnico locale. Le esposizioni sono inerenti sia a ceramiche, che strumenti

musicali, mobili, abiti tradizionali e arazzi.

Dopo una lunga traversata delle colline e delle pianure ucraine occidentali ci si raggruppa alla grande arteria Leopoli (Lviv) – Kiev e quasi

subito si incrocia la seconda tappa di giornata: Pochaiv (245km, 4 ore). Il sito monastico di Pochaiv è una delle colonne portanti

dell’ortodossia in Ucraina, il secondo per importanza e dimensioni dopo il Monastero delle Grotte di Kiev. Le sue cupole d’oro decorate che

si stagliano nell’immensità della pianura creano un’aura mistica particolare e il luogo risulta molto più adatto alla meditazione dei

monasteri della capitale. Vale la pena di salire i 65m della torre campanaria per godere di immense vedute panoramiche. Le due chiese

principali del sito sono la Cattedrale di Uspensky e la Chiesa nella Grotta. Da qui infine raggiungete nel tardo pomeriggio la metropoli di

Lviv (140km, 2 ore), vostra ultima base del viaggio.

Le Pysanky, le tipiche uova pasquali ucraine e il complesso monasteriale di Pochaiv.

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10° - 11° giorno: LVIV

Considerata spesso, e a ragione, come la meno sovietica delle realtà ucraine Lviv (Leopoli in italiano) ha effettivamente un centro storico

privo dei tipici casermoni sovietici e anzi appare ricca di caffè, ristoranti e un miscuglio particolari di stili neoclassici, barocchi, rococò e

gotico. Anni di dominazione comunista però hanno segnato i modi di vivere e le usanze della popolazione e il tutto ne risulta in una realtà

particolare, quasi di frontiera.

Cuore di Lviv è la Piazza del Mercato (Ploshcha Rynok) con il municipio attorniato da fontane al centro, in tipico stile polacco, e 40

meravigliosi edifici a farne da perimetro. Le facciate di quasi ognuna di queste sono scolpite o comunque molto ricercate. Nel

raccordo tra la Piazza del Mercato e la Piazza della Cattedrale sorge la Cappella Boyim, coperta da magnifici intagli e nel suo

interno da grandiosi rilievi biblici ed effigi della famiglia Boyim. La Cattedrale in sé colpisce per la sua posizione scenica e per gli

interni barocchi con diverse dorature. Sempre all’interno della Città Vecchia, ricchissima di edifici religiosi superbi, sono ubicate la

Chiesa della Dormizione, ortodossa, che si distingue facilmente per la torre campanaria di Kornyakt a tre ordini che svetta a 65m di

altezza,la Chiesa Monastero dei Bernardini che presenta l’interno barocco più pregevole di Lviv con il soffitto completamente coperto

di affreschi, e la Cattedrale Armena invece caratterizzata dal suo cortile interno che è un labirinto di corridoi ad arco ornati da

festoni.

Oltre agli edifici religiosi della Città Vecchia Lviv presenta anche aree più moderne e intraprendenti: l’enorme Prospekt Svobody

(Viale della Libertà che impreziosisce la parte occidentale della Città Vecchia è infatti il luogo di ritrovo per eccellenza dei locali e al

suo centro si erge la famosa Statua di Taras Shevchenko, sommo poeta ucraino. Poco distante da qui sorge inoltre la Galleria d’Arte

di Lviv impreziosita da opere di Rubens, Goya e Caravaggio.

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Dettaglio della Piazza del Mercato di Lviv e Statua di Tas Shevchenko in Prospekt Svobody.

Abbandonando il cuore di Lviv nella giornata successiva si trovano quindi alcune altre attrazioni da non mancare. Innanzitutto il

Castello Alto, rocca in rovina del ‘300 che offre magnifiche vedute sulla città, specialmente al tramonto. Altra tappa fondamentale è il

Cimitero Lychakivske ricco di spazi coperti di vegetazione e numerose tumulazioni in stile gotico. Inoltre merita una visita l’Ospedale

Ebraico, vagamente moresco, uno dei pochi residui della comunità ebraica pre seconda guerra mondiale. Qui gli ebrei erano

particolarmente numerosi (circa 100.000) ma furono trucidati quasi tutti dai nazisti nel piccolo campo di concentramento locale di

Janowska o in quello più esteso di Belzec, in Polonia. Dall’aeroporto locale infine potrete nel tardo pomeriggio fare rientro verso

l’Italia senza particolari problematiche.

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Vista panoramica di Lviv dal Castello Alto e scorcio del Cimiero Lychakivske.