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81 “Un caduto giovinetto” “Anche tu Cleonoride sei morto per amore della patria, tu che sempre affrontavi le tempeste ai venti invernali. Nell’età che ancora è senza dolcezze di donna, morivi; chiusero le onde del mare la tua adolescenza.” (Anacreonte VI a.C) In questa sezione abbiamo ritenuto opportuno pubblicare al- cune lettere inviate dai soldati al fronte ai loro cari, poiché rap- presentano una testimonianza profonda e vera dalla quale emer- gono emozioni sempre numerose e via via più intense. Le emozioni diventano ancora più forti al pensiero che le pa- role che le fanno nascere non sono di un poeta, ma di gente sem- plice e modesta, spesso poco istruita che, ogni giorno, doveva lot- tare con la morte e, forse ancor di più, con la solitudine e la no- stalgia. In queste lettere, cariche sempre di parole affettuose per i propri cari, emerge in primo luogo la viva convinzione in quel- lo che fanno, nella loro missione, nel loro “scopo di Patria”, come lo definisce Panetta Donato. Essi, infatti, sono animati da un fortissimo spirito patriotti- co e da una ferma sicurezza nella vittoria finale (“Vincere e Vinceremo”, Albano Rocco). Ma il filo conduttore di ogni lettera sono ovviamente i sen- timenti dei soldati: nostalgia, tristezza, preoccupazione, delusione, tenerezza… Ciò che colpisce ancora di più è la comune volontà CAPITOLO V LETTERE DAL FRONTE

“Un caduto giovinetto” “Anche tu Cleonoride sei morto per ... · possibile a (per) non recarti mai più disturbo. Se il signore mi castiga (punisce) a non fare più ritor-no

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“Un caduto giovinetto”

“Anche tu Cleonoridesei morto per amore della patria,

tu che sempre affrontavi le tempesteai venti invernali. Nell’età che ancora

è senza dolcezze di donna, morivi; chiusero le onde del mare la tua adolescenza.”

(Anacreonte VI a.C)

In questa sezione abbiamo ritenuto opportuno pubblicare al-cune lettere inviate dai soldati al fronte ai loro cari, poiché rap-presentano una testimonianza profonda e vera dalla quale emer-gono emozioni sempre numerose e via via più intense.

Le emozioni diventano ancora più forti al pensiero che le pa-role che le fanno nascere non sono di un poeta, ma di gente sem-plice e modesta, spesso poco istruita che, ogni giorno, doveva lot-tare con la morte e, forse ancor di più, con la solitudine e la no-stalgia. In queste lettere, cariche sempre di parole affettuose peri propri cari, emerge in primo luogo la viva convinzione in quel-lo che fanno, nella loro missione, nel loro “scopo di Patria”, comelo definisce Panetta Donato.

Essi, infatti, sono animati da un fortissimo spirito patriotti-co e da una ferma sicurezza nella vittoria finale (“Vincere eVinceremo”, Albano Rocco).

Ma il filo conduttore di ogni lettera sono ovviamente i sen-timenti dei soldati: nostalgia, tristezza, preoccupazione, delusione,tenerezza… Ciò che colpisce ancora di più è la comune volontà

CAPITOLO VLETTERE DAL FRONTE

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di non fare mai un esplicito accenno alle atrocità della guerra pernon infondere ansia nell’animo dei propri cari, per i quali anzi sipreoccupano, poiché li immaginano soli ad occuparsi del lavorodei campi, della vendemmia (“…e la quantità dei lavori che da solivanno avanti, come pure mi dite per la vendemia che avete finito, e pec-cato che non mi sono trovato io a potervi aiutare…”, Michele Rubilotta)e di tutte le fatiche giornaliere. Il dolore ovviamente è incom-mensurabile, ma non diventa mai disperazione…

Essi, infatti, per dar forza a loro stessi e alle proprie famiglie,si affidano alla speranza, confidano nel Signore (“…prego tanto quelGesù Bambino…”; ”Diamoci coraggio ambedue, non fa niente, cara, pas-seranno tutti i dolori e le lagrime se il grande Dio ci farà stare bene…”,Albano Rocco) e nel ricordo sempre vivo dei bei momenti trascorsicon gli affetti lontani (“…rammento quel giorno che andammo in cam-pagna assieme con Angiolina e la zia Lucia, che tu, o cara, mi incorag-giavi a mangiarmi l’uva e i fichi…”, Albano Rocco).

Le lettere sono riprodotte e trascritte integralmente senza cor-rezioni neppure ortografiche. Là dove il senso ci sembrava par-ticolarmente oscuro per via di qualche termine dialettale abbia-mo dato la nostra interpretazione riportata tra parentesi.

Lettere del soldato Albano Rocco alla moglie ed alla madre

Chieti 3/10/38Mia cara Rocchina

Ritornando mio fratello ti o scritto pochissimi righi incui ti parlai che in giorni mi dovevano congedare, invecetutto a sfumato per me. Coraggio cara che il mioCapitano ci fece un piccolo discorso parlandoci che ci trat-tengono per una ventina di giorni e poi sarò da te, spe-riamo che passano al più presto. Penso sempre a quel gior-no in cui mi distaccai da te e dalla tua famiglia, che tan-

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to restai mortificato, rammento quel giorno che an-dammo in campagna assieme con Angiolina e zia Lucia,che tu o cara mi incoraggiavi a mangiami luva e i fichi,forse che la tua mente che era in viaggio presso di me chemi doveva arrivare la cartolina alle ore 12 di notte (è daintendere: tu mi incoraggiavi a mangiare forseperché sentivi in cuor tuo l’arrivo della cartolina chemi avrebbe allontanato da te), o! povero me quantopianto che mi ho fatto e mi farò fino al quanto non ve-drò quel santo giorno di vedermi te vicino al mio se-no(piangerò fino a quando non avrò la possibilitàdi rivederti). Diamoci coraggio ambedue non fa nien-te cara passeranno tutti i dolori e lagrime se il grandeDio ci farà stare bene, quanto ero felice della … compagnia… ora….solo il tuo santo e delizioso nome Rocchina, an-che qui cara ogni momento sto con la tua fotografia al-le mani che mi illuminano i miei piccoli occhi, ma in quelmomento s’ingrandiscono di un modo tale che escono fuo-ri delle caldissime lagrime a pensare sempre quel distaccofatto i nostri due cuori. Chi mai poteva immaginare que-sto? Di chiamarmi in un attimo, o Dio quando e gran-de, piango tutti i giorni cara per vedermi solo senza dite, dimmi tu cara Rocchina come debbo fare, dammi tuqualche consiglio mia dolce Rocchina, che sono privo ditutti i sensi umani. Ricorderai bene quante volte dice-vo che la vita del soldato non mi andava per nessun mo-tivo? e ora ci sono ricapitato cara. Voglio solo raccomandarticara di pensarmi che sono tanto lontano da te, nonsento più quelle dolci parole che mi dicevi con tanta cal-ma e amorevolezza che tanto nutriva per noi due.Rocchina quel saluto che ti diedi quando passai col po-stale (con l’autobus) e vidi te alla porta, fu per me unarivoltellata al petto e non sapevo….qual volt iche vole-vo chiudere un po’gli occhi non potevo perché mi venivano

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dei pensieri passati con te e con la tua famiglia e la miamamma sempre con allegria e piangevo piangevo epiango tutti i santi giorni, che me ne faccio più di me quan-do sarà quel santo giorno che starò di nuovo vicino a tecara. Il Signore ci penserà cara Rocchina.Salutami tanto tanto il tuo caro papà, la tua mamma,Angiolina, Lucia, Giuseppina, Adelina, Michelina,Minuccia, il zio Giuseppe, la zia Lucia, la zia Lucia colsuo caro Peppino sta bene? Salutamela tanto tanto caraRocchina. A te ti do tanti bacioni sono il tuo caro sposo.

Albano Rocco

Scritta a bordo della nave, in rotta per il destino Albanese. Non impressionarti

A bordo della Città di Genova 6-6-1940

Mia dolce RocchinaGiunta la mia ora che la cara Patria mi a chiamato a com-piere il mio proprio dovere ho partito lasciando te ed i ca-ri genitori, ma non sapendo mai più al mio ritorno in tee in voi tutti miei cari (ma non sapendo più quandotornerò da te e da tutti voi cari). Nel senso che il no-stro Duce mi a chiamato a compiere il mio dovere ove chiosa a interrompere (nei confronti di chi osa com-battere contro) la nostra bella Italia tutta fiorente di fe-deltà e amore. Per (nel) caso il mio destino mi fosse con-trario; mia cara Rocchina non piangermi, e non piangetemitanto per me.Te lo giuro cara che se dovessi morire, morirei conten-to della speranza di veneri (che verrà) un bel giorno unapace giusta e vera per chi resta a godere questo mondoalla fine di questa guerra così strepitosa (drammatica)e piena d’angoscia per i propri cari.

Rocchina ti chiedo un grande favore; non rendermi in-felice e non abbandonarmi dopo morto se il destino michiama a questo: sono in guerra; amami lo stesso vogliamibene e sappi conservare il tuo amore verso di me, pen-sa il nostro passato, passato di bene e di felicità.Ma non fosse così che il nostro destino arriverebbe a que-sto cara (ma spero che il nostro destino non ci ser-berà questo), credo bene mia dolce Rocchina, alla miapresa nell’imbarcarmi sul piroscafo ove (il quale) mi con-duceva verso il lontano destino che altrove dovevo aver(a) che fare con gente crude (spietata) e malvage, pian-si, piansi ma non riuscivo a scacciare via quei tristi pen-sieri così malinconici; a che (…) andavano? Verso di temia cara Rocchina rammentavo tutto il nostro passato,quanto divertimento quanta gioia, tutto e sfumato; tut-to e passato. Non oso altro cara (che chiederti) di per-donarmi; avendoti recato dei disturbi non sapendo cheil mio destino, fosse (sarebbe) stato stravolto nell’abissopiù profondo del globo terrestre. Se tornassi farei ilpossibile a (per) non recarti mai più disturbo.Se il signore mi castiga (punisce) a non fare più ritor-no nel tuo seno, avrai la mia cara mamma che ti reca be-ne, per tutta la sua vita, cercate di collaborare sempre as-sieme, solo promettimi di non oltraggiare il mio nomese non torno.Termino con caro saluto a tutta la famiglia a te persempre il tuo caro marito Albano Rocco.Scritta a bordo in via per l’Albania.

Cara moglie, 2/1/41Scrivendoti questa mia lettera la sera dell’anno nuovoti fo sapere che sto bene, spero in te e in tutti voi. Il gior-no del nuovo anno me lo passato molto bene, spero an-che te, cara mia Rocchina, assieme alla cara famiglia.

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Vorrei essere vicino a te per descriverti il giorno del nuo-vo anno come me lo passato, ma prego tanto quel GesùBambino di farmi fare ritorno da te che ho tanto tantodesiderio di te, cara, specie ora stare tanto lontano lon-tano. Quanta agonia, quanta angosiatura (angoscia) franoi, mia dolce Rocchina.Credimi cara, questo affare di Risolia e Mandella non cicredevo affatto che doveva essere così duro, Risolia so-no lori, Mandella siamo noi, ma senti, Mandella lavo-ra molto bene sino a oggi e spero di essere presto la fine;pregheremo sempre Gesù Bambino a salvarci da qualsiasiostacolo, di tenerci sempre in una buona e retta strada.Mi scusera gli dirai alle commare Pina e Nunziatina chenon gli o potuto mandare ne che sia una cartolina, per-ché capirai, qui non si trova niente niente, basterà un sa-luto per ringraziare tutto quello che fanno per me, le rin-grazierò diverso (in altro modo) se il Gesù Bambino midarà la fortuna di farmi ritornare in mezzo a voi; pen-serò io anche per disobligarmi verso di loro, mia caraRocchina. Da parte mia le ringrazie del gentile pensie-ro che anno verso di me, e me li saluterai tanto tanto, fa-cendomi sapere anche se sono incontinuativo con i lo-ro fidanzati (se sono ancora fidanzate) come Totaro,Nuzzariello e quello di Tursi.Gli dirai alla moglie di Arleo Rocco che suo marito stabene, io non lo visto con i miei occhi, ma mi sono inte-ressato di domandare il Sergente Furiere della sua com-pagnia e mi a detto che sta bene; non pensasse al maletanto tanto Dio ci aiuterà.Salutami tanto papà, la mamma, le cognate, le ringra-zio tanto delle cartoline mandatomi, contraccambio a lo-ro, continuo con la zia Lucia, Peppino, nonno, nonna,zia Teresina, sorella ecc.A te un caro bacio, tuo marito

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Questa è la festa che ho passato 18/08/41

Mia cara RocchinaTi scrivo questa mia cartolina ove ti cito tutta la festa cheio ho trascorso:la mattina mi alzai per andare a prendere il caffè, attraversaila campagna e sopra di essa vi era una piccola chieset-ta ove rintoccò i primi colpi della campana mi avvicinaie pensavo,piansi come un bambino, credimi cara pensavotutto il passato, oh quanto dispiacere, poi a mezzogior-no mangiai dello spezzatino, il ……….che ci tocca micapisci, la sera certamente dovevo …………..con i mieicompagni, e mangiammo un pollo che lo pagai 25lecchialbanesi, che fanno italiano (che in lira italiana valgono)50 lire, ma io certamente non ci pensai affatto perché erafesta mia quindi dovevo comparire (dovevo fare bel-la figura) come loro hanno fatto a me, ……………pa-gai in tutto 75 lecchi che fanno in lire (che in lire ita-liana valgono) 80 lire italiani. Sei contenta?Ti bacio tuo marito Albano.

Cara mammaMi raccomando di non arrabbiarti con i bambini, pazienza,pensa ad altre cose che il gran Dio penserà per te. Per oranon ti posso mandare l’indirizzo perché ben sai chedebbo andar via di qui, andiamo in Albania. Spero cheil Signore ci aiuti. Un bacio a te e ai bambini.

Tuo figlio Albano Rocco

Signora Maria Quirina a cui mando queste due riga dilettera.Ciao, ciao, ciao, addio. A tutti voi, Giuseppina, Lucia,Adelina, Michelina, Linuccia, Angelina, a te mia caramoglie, il Padre, la mamma, gli zii Lucia e Peppino, lanonna Lucia ed il nonno e la nonna grande.

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Cara moglieAppena giunto nella caserma ti ho voluto scrivere que-sta lettera (per informarti) sul viaggio per ora un po’pesantoccio, (sono) stanco e malinconico, pazienza ca-ra. Quanto dolore (sento) nel vedermi lontano da te eda tutta la famiglia ma (soprattutto) da te cara, che tan-to bene e tanto amore provo verso di te Rocchina mia.Quando sarà il giorno di riabbracciarti, (al mio ritor-no) mi dovrai scusare, tanto tanto delle mie mancanze“prese da me”, perdonami, perdonami, ti penso sempree piango a dirotto con lacrimoni tanto grossi, specie orache debbo partire per l’Albania a giorni e non sai caraRocchina quanto dolore e che angoscia pesante ho.Questo ti raccomando, di volermi bene cara e pensami(ora) che debbo andare lontano da te. (Ti prego di in-formare) la zia che non ho potuto andare a (trovare) ilcugino D’Ambrosio perché appena arrivati a Potenza c’e-rano degli ufficiali che ci hanno (indrappellati) e nonho potuto scappare, (avrei avuto piacere) a rivederlo,ma cosa fare? Per il cognato Antonio mi hanno detto cheè partito per le Colonie. Mi saluti tanto tutta la famiglia.Un bacio da tuo marito Albano Rocco, attendi il mio in-dirizzo. Pensa anche per mamma che è sola, mi racco-mando cara.Parto per l’Albania tra(pochi) giorni. Un bacio, non pian-gere cara, coraggio, il Signore penserà per noi.

Sera ore 21:00 seduto sulla branda 07-05-1942

Fatti dare la tessera del Fascio che mi tocca gratis.Ministero della Guerra.

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Mia carissima moglieRicevuta la tua lettera in data del 22 scorso, sono mol-to lieto che stai bene assieme alla cara famiglia ti assi-curo in me, ringraziando il buon Gesù e S. Rocco che ciaiutino a tutti i pericoli più pericolosi. In quanto mi par-li cara mia Rocchina che sei molto contenta della mia do-manda fatta, non vedo l’ora che mi chiamano così ci po-tremmo vedere sempre se Dio e S. Rocco mi aiutino, quan-to sono contento mia cara Rocchina. O Dio mio, scrivendotiquesta mia lettera solo nel mio laboratorio, seduto sul-la branda, penso te ed i giorni passati, quanta gioia, quan-ta allegria, ma spero che presto verranno quei felici co-me eravamo allora è vero mia cara Rocchina, quanto tivoglio bene cara mia, chi mai può distogliere il nostro be-ne; la morte cara Rocchina a Dio mio, quanta pazienzaal mondo, tutto passerà, se tutto va bene in salute. Horicevuto una cartolina dal caro cognato Nicolino, quan-to tempo che non ci vediamo, lo vorrei vedere, sempre ciscriviamo, quanto bene fra noi. Sono tanto desideroso deicomparucci della commara Giorcia (Giorgia), Toninoecc…come tu mi parli , ti chiamano sempre , e quel bir-bantuccio di Ciccio che fa, è fatto grandetto è vero. Lo saisono contento anche delle cognate Lucia , Pina, Adelina,Michelina, Lina. Sergente Lucia, cap. Maggiore Pina, caporale Adelina,fanti Michelina e Lina, e quel mese di Novembre comepassò presto, ma spero che al più presto ci rivedremo.Mi saluterai tutta la mia cara famiglia, a te un mondodi bacioni dal tuo caro marito che tanto ti vuole bene esempre ti pensa, tuo Albano Rocco

Chissà se mio fratello verrà qui dove sono io? Ci potremmovedere.

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24/5/ 42Vi mando questa mia fotografia del mio laboratorio di cal-zolai con i miei dipendenti. (foto pag. 80) Ciao cara.

Mia cara moglieOggi 24 Maggio glorificando i nostri morti 1915 / 18 enello stesso tempo ricordare l’esercito Italiano dopoaspri combattimenti vinse un aspra battaglia dopo tan-ti sacrifici sopportati dai nostri cari padri, ma la nostrabella Italia fiorente come oggi e come allora portò ilvessillo tricolore sino alla meta assegnata, come oggi at-tualmente faremo come il passato; conquistare, combatteree vincere, e saremo ben sicuri di vincere, così il nostrogran duce ci ha ordinato: vincere e vinceremo con le no-stre armi potenti e di nuovo organico. Oggi 24 Maggio dobbiamo pregare e sempre pregareper i nostri cari combattenti caduti in guerra (affinchési abbia) una pace giusta della nostra cara Patria che tan-to ne soffriva con quegli affamatori superstiti in qualsiasipunto di vista, ma oggi, e nei giorni passati, la nostra ca-ra Italia ha dimostrato e dimostrerà il suo avvenire conil nostro sangue e con il nostro valor di soldati Italianila pace Europea, e per tutto il mondo intero.Appunto oggi 24 Maggio (essendoci) riuniti noi e voia rammentare i nostri cari defunti genitori dopo tanti sa-crifici e dolori hanno ottenuto il loro sacrificio verso l’ItaliaFascista, e come oggi noi giovani d’Italia faremo, (si-curamente conquisteremo) la netta Vittoria Dellasse

VINCERE - E - VINCEREMO Oggi giorno 24 Maggio ricordando……… ho avuto unpremio dal Signor Colonnello il mio Comandante delReggimento, (poiché) ho prestato molto lavoro, e pre-

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sterò lavoro di cuore verso il mio caro Reggimento 2-Fanteria-Arezzo non al laboratorio calzolai del Reggimento,lavorano con piena sincerità e con piacere verso deimiei propri cari, compagni: oggi è sempre, sono lieto d’a-ver ricevuto una tua lettera in data 12, sono contento chestai molto bene, ...ringraziando Gesù, San Rocco e la S.Vergine della Castellana che festeggiate in questi gior-ni , che per me sono giorni tristi distaccandomi dal tuocaro seno; quanto bene, quanta felicità tra noi Rocchinamia, spero (di ritornare) al più presto da te dolce e caraRocchina mia. Milioni di baci dal tuo caro marito Rocco.

Lettera di Michele Robilotta al padre

P.M. 70 07- 11-1942Carissimo padreCon un po’ di ritardo vengo a rispondere alla vostra let-tera dove mi compiace del vostro buon stare insieme atutti di famiglia, anche da parte mia tutto bene.Rispondo con ritardo come già vi ho detto, avendo do-vuto aspettare sia la delega per l’autorizzazione della fir-ma e sia il certificato medico, che oltre ad essere firma-to dal dottore, lo ha dovuto firmare il maggiore per au-tenticare la firma, mentre la delega l’ho dovuta mandarealla firma del colonnello, e perciò è stato trattenutoqualche giorno. Ed appena mi hanno ritornato (ridato),vi spedisco tutto, il certificato è nella busta chiusa do-ve sotto c’è la firma del dottore, la ricevuta la rimandoindietro, essendo medico militare non ha voluto nessuncompenso in merito, non credo che possano fare oppo-sizioni, anzi a loro interessa.

Circa a come mi dite che mi rispondete con ritardo,

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non vi date pensiero, perché considero le vostre occupazioni,e la quantità dei lavori che da sola vanno avanti, comepure mi dite per la vendemmia che avete finito, benchéun po’ stanco per la vendemmia e così, è peccato che nonmi sono trovato io a potervi aiutare, ma benché da solocon un po’ di stanchezza che certo non è mancata ma nesiete lasciato soddisfatto avendo avuto una buona quan-tità di uva, accionchè (dal momendo che) i lavorifatti vi sono venuti ricompensati; vi ringrazio del vostropensiero nel dirmi che fosse presto il mio ritorno, che c’èda bere anche per me, fosse il cielo e fosse presto, che ognicosa andasse bene e che tutto finisse presto, ma purtropponiente si vede ancora,e dato che il compare inverno è giàvicino quindi siamo sicuri che dovrà venire la buona sta-gione di nuovo,per il momento questa è la nostra opi-nione,sperando che il nostro pensiero fosse sbagliato,maoramai ne siamo convinti di tutto,e non ci facciamo piùoccasione (caso), ma passano i giorni più volentieri. Quelloche mi ha fatto piacere è che Nicola è lasciato in paese afar servizio, anche Ginuzza, me lo aveva già detto, comeanche lui, adesso credo di essere lieto che vi sta sempre inmezzo a voi specio … del suo lavoro, credo che anche luiè più contento di stare in famiglia che a stare fuori pae-se, benché non era di suo piacere e era obbligato,questo sì,ma beato chi sta in casa sua,specie oggi, non so se mi spie-go; anche a lui gli ho scritto in questi giorni come pure aPeppino,ed aspetto qualche sua cartolina, informandomicome sta quest’anno che Nicola non c’è.Sono ansioso di avere ogni tanto qualche vostra letteraessendo che mi portate a conoscenza di tante cosette. Specienel descrivermi il ben stare dei miei bimbi. Ho del mioNatuccio che dite, fa qualche servizietto, lo immagino,lasua intelligenza che sta facendo grandetto e farà piace-re a tutti a sentirlo,augurandomi che il Signore li guar-

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di da ogni male e farli crescere sotto la sua volontà.Quello che mi ha dispiaciuto a sentire la disgrazia di queipoveri studenti che hanno lasciato feriti mentre studiavano,ciò si vede che le disgrazie succedono ovunque,ed il de-stino dove sei ti viene a trovare.Come mi dite per quella poca mia uva che l’avete ven-duta avete fatto bene altrimenti era perduta,come quel-la dell’anno scorso, che essa non... mentre gli altri se nehanno servito, sono lasciato meravigliati che avendo sta-ta una buona stagione, la mia vigna si ha limitata cosìpoco, ma quando c’è la salute quello si cerca e che tut-to finisse presto, che altre sono tutte fesserie, non ho al-tro,saluti a tutta la mia famiglia,saluta Nicola,Peppinoe Minguccio, saluta Ginuzza, un bacio ai miei bimbi ea voi con la madre ti saluto e ti abbraccio

Vostro Figlio Michele Rubilotta

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Lettera di Panetta Donato ai genitori in occasione della festa diNatale del 1941 dal fronte Egeo

Z. d. o., lì 12.12.941 A. XX

Miei cari genitore vi in vio questa mia letterina col J.Bammino (Gesù bambino) che lui ci vuoli diri il suobraccio della nostra difessà che ci ocore per ragiungge-re il nostro scoppò di Patria (che ci aiuti nella difesadella patria) e di vincere il nostro nemico che lui cre-de di essere il più potende del monte:,Dunque miei cari Genitore scriventivo questa lettera, ri-cordantomi il nostro distacco che mi trove londano davoi. E’ pensanto alla festa del S.Natale che questanno mitrove di nuovi londano da voi tutte. Io credevo che que-sto S.Natale mi dovevva trovare travoi, in bece (inve-ce) il mio destino è volute che ancora questa volta devostare londano da voi ma su tutte queste ci vuoli pacienza(pazienza) è coraggio come mello do io, quinte vi pregodi non fatice caso del mio a sento (assenza) che non miposso trovare travoi di confortarvi, e consolarvi a voi ge-nitore e fratello è sorella e tutte di famiglia, io mi rivol-go al S.Bammino a pregarlo di darvi a voi il mio confortoe di non farvi pensare, perme; io la santa festa gia mi sia-mo preparando per il paesano Graziano (GrazianoVincenzo, il quale morirà insieme a Panetta Donatoe Simeone Nicola e Cerabona Lorenzo nell’affon-damento della nave che li trasportava in prigionia.vedi pp. 53, 58, 38) il pranzo che dobiame fare il gior-no di Natale quinte cosi a voi vi augurio a pasarvello,meglio di me, è dive fare (di farvi) tutte le cose che ci acarono (occorrono) per la s.giornata, io non vorei chevoi vi farestivi la festa particolare per lo scoppo che noinon siamo presento noi io è il; fratello Nicola, anzi ap-

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punto per questi io vorei che voi la farestivo più contentodi altre volte, perche io non ci penso a niente perche nonmi trove fravoi, Si lo vorrebbo à vuto tanto (lo avrei avu-to tanto a cuore) a cari si mi potevo esere posibile à tro-varmi fravoi, ma come vi ripeto non mi è statto possi-bile è quinte à bisogno a rasegnarci per questo, che noiio è il fratello Nicola non siamo potutti di esere à sento(assenti a causa) del nostro dovere; speriamo che la fa-remo à sieme à voi là S.Pasqua se ddio vuoli è ci dai for-tuno di à bracciarvi contanto gioia come il nostro cuo-re disiderò di vere a fezzionato figlio: io spero che que-sto nostra soddisfazione di vedermi non sara tanto lon-dano, è vello posiate fare dire dal colleo ciccio Piricuochi(soprannome di un altro commilitone Palsano diPanetta) il geniro della cchiaradina. Sole come mi à ve-te parlato e io sono più di tre anni che non mi sone man-ciato, è da vrebo (ed avrei) à piacere si voi lotenette percomodita di casa perche io lo voglio trovare; vabene è perla venire si penso diverso come si deve fare.Non altre vi do le miei più felicita augurio e buoni festia voi cari padre e madre fratello e la sorella, e tutte di fa-miglia, sia augurio a tutte di famiglia, auranto da par-te (auguri a parte) alla zia Rosa e famiglia al cuginoPasquale e famiglia.A voi di nuovi saluti e bracciandovi di vero cuore fir-mandomi vostro aff.mo figlio Panetta Donato rispondetemisubito.

96Parte della lettera originale di Panetta Donato riprodotta a pag. 94

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Parte della lettera originale di Albano Rocco riprodotta a pag. 90

98 Parte della lettera originale di Albano Rocco riprodotta a pag. 87

99Parte della lettera originale di Albano Rocco riprodotta a pag. 88

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Parte della lettera originale di Albano Rocco riprodotta a pag. 82

101Cartolina inviata da Panetta Pasquale (vedi pag. 56) al fratello Vito il01/07/1942

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Retro della cartolina postale di Panetta Pasquale di pag. 102

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Onoreficenza militare conferita Sansanelli Giovanni (vedi pag. 21)