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Un cielo di poesia Antologia di poesia contemporanea 2012 Autori Vari

Un cielo di poesia 2012

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Antologia di poesia contemporanea 2012 Autori Vari a cura di Matteo Cotugno

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Page 1: Un cielo di poesia 2012

Un cielo di poesia

Antologia di poesia contemporanea

2012

Autori Vari

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© “Un cielo di poesia” è tutelato da diritti di autore a norma di legge ogni Autore si riserva i diritti delle proprie opere presenti ne è vietata la riproduzione e la vendita Realizzato nel novembre 2012 da Matteo Cotugno

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Presentazione

Un cielo di poesia è un’antologia di poesia contemporanea realizzata grazie alla partecipazione di numerosi poeti che hanno messo a disposizione le proprie poesie, due per ogni autore, a tema libero e senza limiti di spazio coerentemente con il titolo… il cielo è sempre libero e illimitato. La poesia non va spiegata, va letta, recitata, vissuta, più si tenta di spiegarla e più la poesia fugge via annoiata, ecco perché mi è venuta l’idea di creare questa antologia di poesia in formato eBook, un libro elettronico facilmente e gratuitamente fruibile da tutti coloro che amano leggere la poesia. Ringrazio di cuore tutti gli Autori per l’entusiasmo con cui hanno aderito a questo progetto augurandomi diventi un appuntamento periodico in cui ritrovarsi in nome e per amore della poesia. Matteo Cotugno

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di Sara Acireale

Un liocorno bianco con le ali d'oro

Sere vuote giorni grigi, senz'amore, senza dolore... In questa stanza è già buio ormai, sento che sono stanchi gli occhi miei. Se la vita più niente mi darà, se chi tanto aspetto è lontano ormai, voglio partire... mai più ritornare nuove emozioni voglio provare. Luna, sole, vento e mare io vorrei dimenticare, caldo il vento sulla pelle, voglio andare oltre le stelle... Un cavallo bianco con le ali d'oro guiderà il mio viaggio e con lui partirò... L'universo sarà la mia casa fra le stelle mi riposerò Non conosco la strada che farò ma il liocorno alato mi guiderà nel paese azzurro della fantasia dove non esiste l'odio e si vive in pace e armonia...

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di Sara Acireale

Per lavoro si muore

Un tonfo... un urlo disumano. Il sangue bagna la terra, ancora lacrime, ancora dolore. Un'altra bara... una mamma piange. Famiglie in lutto, tanta disperazione. Vite spezzate dal lavoro nero. Chi perisce... lascia affanni e pene. Fuori c'è pioggia e gelo. Il cielo è in lacrime per un uomo che muore. Coprilo tu, mio Dio col tuo pietoso velo. Consola sua madre e dalle tanto amore. Se ammirate la nascita di un fiore, pensate che... ancora oggi si muore per lavoro.

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di Daniela Agrosì

Quel sorriso

Quel sorriso che si libera dalla tua bocca di te si fa cornice da incatenar lo sguardo, tanto da non poter volgerlo altrove, da rimirare quando oscura il giorno, s'accendono le lucciole e tu sei spento in me. Quel sorriso che m'imprigiona alla tua bocca, dolcissimo aguzzino, da non poter fuggire, da maledire quando s'alza il giorno, si smorzano le lucciole e tu non sei con me. Quel sorriso che ammorbidisce il viso e veste a festa il cuore, che dona un senso al nulla da conservare come un portafortuna, che io mi porto dentro, sigillo incancellabile immagine di te. Quel sorriso solo di te vestito col bagliore del sole ha vestito anche me.

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di Daniela Agrosì

Tracce

Sul mio corpo percorro, riflessa e inchiodata nel baglior di uno specchio, l'impronta lasciata da te. Viaggia l'emozione a ritroso sui binari del tempo, brucia la pelle là dove come un filo di matita affiora traccia di quell'essenza dimenticata. Il silenzio non lava quella voglia riposta, nello specchio i miei occhi riflettono te.

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di Marinella Albora

Anima mia

sento parlare il tuo cuore

anche se taci.

E il mio cuore frana sgretolandosi

verso di te.

E l’anima mia scivola fuori

come acqua

e come acqua nella terra penetra in te.

E io stessa vorrei farmi cibo

e sangue e pelle e cuore.

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di Marinella Albora

Rotolano via i giorni

e corrono veloci verso l’oblio.

Rotolano via

in un percorso imperfetto e continuo

masticando ingoiando cose e persone

ma c’è un tempo solo mio

una strada tranquilla e silenziosa

dove tengo solo le cose più belle

dove possiamo rimanere quanto vogliamo

ed è lì che ti incontro ogni giorno.

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di Lilly Arcudi

Tu oltre il tramonto

Tu oltre il tramonto

sospeso

tra il cielo e il mare

divenuto

sostanza dei miei sogni

mi nutri d'immenso

m'illumini i giorni d'ogni.

Ti ho catturato

nell'attimo stesso

che ti ho incontrato

mi hai catturata

nell'attimo stesso che

mi hai respirata.

Sei il mio fato

sei l'incanto

sei il dolce canto

la mia essenza

sei l'amore

da amare

tra l'infinito e l'interminabile

tu

in questa vita e

oltre il tramonto.

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di Lilly Arcudi

Donna ovunque

Ti ho cercata

lungo il viaggio dell'esistenza

e ti ho trovata nell'Amore,

nel profumo e nella bellezza

di un fiore.

Ho ascoltato il tuo concerto

di note melodiche,

ho visto i tuoi colori

nei dipinti

di ogni stagione.

Con te ho sudato sul lavoro

con le mani e con la mente

con grinta e sacrificio

costantemente.

Con te ho pregato

ed ho sofferto

grembo fecondo d'Amore

dare luce alla luce.

Donna nel tempo

senza fine

come poesia

ti ho trovata ovunque.

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di Mariapina Belfiore

Mi vesto di bianco

Mi vesto di bianco e vengo da te nella tua rossa bocca turgide labbra di ciliegie, nel tuo profumo acre di montagna acini distillati d'uva... Ritorno al mio posto! tracce di polvere d'oro tracce di profumi aranciati dolcezza assoluta tra le tue mani anima degli occhi miei! E risento il profumo dei tuoi abbracci e l'odore pungente del tuo cuore immenso è il tuo mare dentro questa mia vita mare trasparente di acque vestite a festa tenere, molli, abbandonate su un fianco in attesa del mio bacio frizzante gorgoglio di spuma d'onda mare che mi accoglie e rigenera mare che lambisce le mie coste i miei contorni le mie insenature, che mi penetra fin nell'impensabile più sconosciuto mare mare mare...

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di Mariapina Belfiore

Mi beo di te

Ti ho qui stretto nel palmo della mano mi stavi sfuggendo avrei perso la mia vita... Adesso sei qui, dentro me pulsi come alba del cielo scrigno prezioso di meravigliosamente immenso come perla germogliata nel mio mare nero. Ritrovo il tuo viso e il tuo tocco il tuo abbraccio e quanto mi hai amata quegli occhi senza fondo nero pece e il sorriso leggero di rosa ambrata... Profumi come seno possente bianco, inesauribile. Mi beo di te e del tuo respiro della tua carne e del tuo sangue ti incunei dentro me come caldo raggio di sole al mattino come gemma di perla nelle viscere... E pace ritrovo nell'alcova rosa del tuo cuore pulsante bacio d'amore...

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di Nunzio Buono

Spoglia questa voce

Entrami dove si sente il mio silenzio e spogliami di questa voce ormai matura che nel parlarmi con la luce mi guarda di un viso mai incontrato. In queste brezze di vento distanti dalle tue mani volano discorsi sottovoce che dagli scuri verdi m’arrivano come il franare di stagioni. Non sarà il tuo nome né l’istante bacio mai caduto sulle labbra né il rimorso che mi ronza in gola questo pianto sarà il tremore di una foglia che ha perso l’ombra, questo sole che lento del suo giorno si spegne in una mano.

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di Nunzio Buono

Pagine La notte ha acceso il passo al fiume e s’odono le voci che spogliano sulle fratte il vento. Il tempo con te è un giorno raccontato di una valigia e un viaggio che ad ogni borgo mi sovviene. Avessi avuto il tempo tra le mani sarei tornato pioggia nell’attimo d’occhi in quell’incrocio svelto di pensiero dove il mare resta mare e noi voci lontane avessimo avuto il tempo e tu di me pagine sarei rimasto scritto per dirmi di te.

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di Antonella Cacace (Sirena Megaride)

Utilizzami

Utilizzami,

quando i sogni

più non ti bastano,

e cerchi tra le lenzuola un ricordo…

Adoperami,

per placare la tua sete

e saziare la tua fame…

Serviti di me,

quando ti occorre colmare

le tue tormentate ore,

straripanti di infinite amarezze…

Impiegami come dolce cura

che sana ogni tua ferita…

Usami come rimedio

ai mali del tuo cuore…

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di Antonella Cacace (Sirena Megaride)

Solitaria notte

Tramontato è il sole

mentre spazio si fa, l’argentea luna…

Anche la veglia già dilegua,

e ora nel mio letto mi piglia il sonno…

Scuote l’anima mia Eros

che, come onda sul mare,

violenta, s’infrange su scogli,

e sommerge le membra e le agita…

Tutto m’ansima in corpo,

e il petto mio, prima quieto,

si colma d’un fremito ed un calore,

giù per le armoniose vibrazioni sottostanti…

Mentre di passione si gonfia la mia mente

e all’istante ribelle si ridesta,

di bramosia avviluppata…

Le braccia mie stringono

le immaginarie tue,

e tutta vibro, sussulto e ancora tremo,

finché l’astruso influsso

che il corpo m’agitava

non svanisce,

mentre l’ininterrotto fluire della vita,

riemerge dall’incanto solitario del mio corpo

esausto e inquieto…

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di Gastone Cappelloni

Ho svenduto la coscienza

ai venditori

dei contorni chiassosi,

per risalire

fin dove i compromessi

si travestivano

di canzoni inutili,

e i diversi

s’appisolavano

tra le barbe

in rifacimento.

Scarabocchiando

l’inutilità,

per un calendario

che giorni

più non libererà,

m’appagherò col sapore

della noce moscata…

perché,

tracce senza interiorità

saranno sol fuoco

per nostalgici misteri.

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di Gastone Cappelloni Sguardi struggenti

di emotiva complicità,

assenti e partecipi

nel voler definir

indefinibile sensibilità.

Sguardi amati,

immortalati

nel tempo futuro,

dall’occhio

discreto della grazia.

Di gentile cuor,

ringrazierà

l’emotività dello sguardo,

perché vita

senza più orizzonti,

continuerà a pulsare

nelle dita,

che plasmare,

hanno voluto

l’indissolubilità

dell’Amore!

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di Alessio Carlini

Echi eterni

Strategie della follia;

l'inchiostro fa la schiuma bianca e brillante,

sulle scie di una sera lunare a metà,

mentre l'angelo e il diavolo si spengono nella carne e

nell'amore.

Che ariosa musica è,

chiara-mente follia,

vestita dell'abito più elegante, smaniosa e vera,

prevedibile e sovrana tra gli echi eterni;

innocente follia.

Punto un dito e disegno le voci nel quadro,

lo stesso gesto che fa l'azzurro o l'oscuro cielo alla mente

e ti riprendono, tra gli echi eterni,

strategie della follia... inchiostro...

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di Alessio Carlini

Il suono delle persone

Il fumo negli occhi non ha un prezzo,

eppure costa pugnali all'anima... eppure,

il sorriso è davvero per tutti...

Riconobbi ogni sguardo e presi al volo il tempo,

senza tempo,

per ascoltare ogni tuono delle labbra,

ogni suono della natura.

Sì! Ogni suono che proviene dal grembo degli oceani,

dalle profondità più vitali agli impulsi del cuore...

"e il battito si sentiva dentro ogni cosa,

dentro ogni persona... dentro ad ogni persona..."

Ci furono giorni in cui rimanemmo a guardarci,

mentre gli autunni ci ricoprivano con l'abito disegnato dalle

stagioni dei soli

e riposammo sotto le coperte cadute a terra,

sotto il freddo del rame e dell'oro...

"e il battito si sentiva dentro ogni cosa,

dentro ogni persona... dentro ad ogni persona..."

Tutto passava sotto il riparo delle coltre;

nulla forse era visibile,

ma il suono ci tenne svegli e sensibili all'essere,

al sé e all'altrui

e alle persone tese all'eterno.

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di Emanuela Carniti

Solo vento

Ti piango da sempre rincorrendo ricordi vecchie nenie e sorrisi. Ti vidi passare come vento selvaggio tra le maglie di una piccola rete per farfalle. Non eri farfalla tu.. Né lieve sospiro sul viso o frescura nel sole… Il tuo cammino lasciava attoniti e sconvolti sollevava i perché chiamava a raccolta le genti. Dove andavi violenta donna del tuo destino amazzone senza destriero lungo le vie del tormento? Lo so, almeno credo che sotto la pelle esiliata nascondevi il tumulto di fuochi mai spenti che dietro le ciglia apparivano oceani di luce vibravano note mai accordate a tempo. Nessuno poteva fermarti Né trattenere un solo istante la tua forsennata malia!

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di Emanuela Carniti

Il passare del tempo

Sto invecchiando

in modo derelitto, fantasioso.

Punte di spillo

movimenti tra le ossa

improvvise ubbie...

Non ho la tua grazia

il famelico istinto

che ti portava a ridere

delle tristezze del tempo

e lamentare insieme

degli atroci destini!

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di Daniela Cattani Rusich

E andremo

E andremo, senza muoverci sfidando il sogno e l’abitudine, solcando controvento le trame dell’incerto, ruvidi di carezze ad ali chiuse. Raccoglieremo il grano ai bordi di un’assenza, spettinati come raggi di sole in pieno autunno, perdendoci senza un perché dietro a un respiro... La mano del silenzio scucirà i nostri vestiti e ci ameremo - sabbia fra le dune - Nessun dio a riscriverci il destino. Soffierà il vento ci strapperà i pochi capelli, ma noi saremo come il tuono, come spighe piene di luce e piaghe da far male... E andremo sempre, il buio stretto in fondo al pugno

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piegato in due sotto un giaciglio di speranze; l’alba ci scoprirà - senza più sguardi - e i nostri cuori avranno vele alla deriva. [Cosa sarò quel giorno nei tuoi occhi? Cosa sarai tu, neve fra le dita...] Ma adesso danza sulla mia lingua - danzami senza pensare - che tutto il bene e il male scorrono via come un tormento; e noi restiamo immobili in quest’eterno pianto per non averci mai se non di sale.

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di Daniela Cattani Rusich

Respirando la notte

Luna a rovescio dentro lo specchio del mio sogno tengo stretta tra le mani nelle notti silenziose; mi disegna riflessi in controluce sul cuore, mentre bevo il mistero, che pian piano mi invade. Muta carezza accoccolata in fondo al buio - in un angolo tiepido - devastante poesia che travolge e innamora; dolce quiete apparente, preludio a tempeste in migrazione di cielo. Liquida aurora d’inconscio che la realtà svanisce - luce e lama tagliente affondata nel fianco - sinfonia d’assenza a delineare il senso, arreso in fondo alle certezze del giorno. Istante sospeso che libera il segreto in me, ricucendo gli strappi convergenti sull’anima, come stelle cadenti in traiettorie confuse... - E io sento la notte che mi riempie e mi placa –

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di Adriana Caviglia

Agonia di un morto per non lavoro

Bruciati i giorni della mia primavera beneficamente sui libri, entusiasta, divisi il tempo tra lavoro e “le sudate carte”: l’animo colmo di speranza. Figlio d’operai, divenni “dottore”. Colmai d’orgoglio i miei vecchi sfiniti e sorridenti: una vita spesa per l’obiettivo. Ho percorso l’Italia calpestando aule severe e superaffollate: concorsi, colloqui, sacrifici e spese e il sale che uccideva la grande speranza. Mai il successo non m’arrise: non avevo grandi ombre a proteggermi, nessuna mano mi accompagnava. Affannato sentivo che il sale corrodeva. Dovetti accontentarmi e rimandare a tempi migliori la realizzazione dei sogni più volte sognati. Abbiamo congiunto i nostri sogni: io sudato nella fabbrica, lei sconvolta al call center, destini comuni e voglia di futuro un figlio? Sìì forse, ma dopo. Fummo costretti a riporre ambizioni e sogni, anche i più leciti negli antri reconditi. La vita ci percosse: partivamo da zero e salire era difficile. Il tempo inesorabile: ci assalirono i quaranta.

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Eravamo lontani ancora, molto lontani: eravamo precari, ma insieme ancora arditi e fiduciosi . Sacrifici offerti sull’ara della sicurezza che non c’era, poi il crollo, l’alienazione della vita che distrugge gli affetti, il lavoro, la persona. Inadeguato, mi sentivo, incapace frustrato, fallito, avevo deluso lei deluso i miei, così orgogliosi vecchi che continuavano a sostenermi. Solitudine e poi morte sociale ed un “bisogno autentico reale”, mai provato, nemmeno nei tempi del lutto del passato più buio. La casa, l’affetto più caro gli amici voltati dall’altra parte. Ricerchi ovunque disperato la causa. Diritti negati e poi la vergogna, la voglia di nulla di uscire anche perché il tuo passato vissuto che osservi nulla ha di radioso, è pece nera, il passato non è riscattato, cicatrici profonde e dolenti. Il presente orribilmente vuoto e il futuro un abisso senza fondo allora che resta? Umiliato, mi guardo allo specchio e vedo nell’immagine riflessa il mio fallimento. Non sono vigliacco, non fuggo, io ho fatto tutto il possibile… non incolpo nessuno nemmeno me stesso, dentro me, è stata uccisa la speranza addio.

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di Adriana Caviglia

La primavera del mio autunno

Tu sei la primavera del mio autunno

il sole improvviso in una giornata uggiosa

l’acqua sulla terra secca, arsa, spaccata

la luce spavalda nel mio buio

quella che rischiara l’anima

alimenta il corpo

mi hai stregato e non so come hai fatto

hai trasformato forse l’aggressiva belva

pronta a difendersi

in un remissivo agnello

l’indocile sparviero

in un pallido usignolo

in un’allodola

quella che destò Giulietta

mentre giaceva felice accanto al suo Romeo

sei apparso all’improvviso

come in un miracolo meraviglioso

una splendida vertigine.

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di Lorena Centofanti

Mentre fuori piove

Aveva passi zingari al tramonto

Baudelaire nel cuore vagabondo,

ricordi appesi lì ad asciugare

tra le vesti stese sotto al sole.

E sì, andò lontano oltre il deserto

traversando fiumi di parole

sabbia in volo, sparsa sulle ali

e passioni relegate in altri cieli.

E sì, aveva sete d'imparare

rimirando quelle nuvole in fiore

che s'ostinano imperterrite a narrare

gioiose fiabe, mentre fuori piove.

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di Lorena Centofanti

Per un attimo ancora

Per un attimo ancora, resto

seduta sulle pendici del mondo.

Dove piccole stelle diventano grandi sorrisi

e la vita si colora di misteri in fiore

dei ricordi rimasti appesi al sole.

Dove il dolore non è caos

e costeggia i bordi dell'anima

nuda e attonita alle porte del cuore.

Dove la prigione interiore da cui evadere

annienta le barriere del pregiudizio

tra gherigli di noci e favole da sgusciare.

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di Lucia Cervone

E quindi

Mi sconvolgono le tue concavità così morbide che mi accolgono e mi perderei nei tuoi cicciarotoli di baci sì, io ci starei lì dentro benissimo ci starei come l'impronta dell'angelo sulla neve vernina e i maccheroni nel ragù e giacché non avrei nulla da fare se non guardarti scema, io ti inseguirei le vene fino ai retroginocchi lunghissime, io ti farei l'amore sui malleoli e un giaciglio nero sul pizzetto spalmata sotto la bocca come una macchia di sugo. da "Metafisica Banale", 2012

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di Lucia Cervone

Prodromi di una gastroenterite mentale coi fiocchi (sciolti)

Se passi o non passi è uguale

non ti perdo

come il quattroenovanta

che quando non passa impreco

e quando passa e lo perdo

impreco più forte

è uguale se passi o non passi

sotto casa

o nel letto

o nella lavatrice

con l'ACE

sulle macchie iperboliche

della notte animale

di ieri o domani.

Non stramazzo a terra

non sono la mosca

che crepa nella crepe

per sbaglio del pasticcere

che pensava alla sua bella

e ha chiuso la crepe senza

guardarla in faccia,

la mosca,

con la tomba di crepe intorno.

Con le mani sporche di urina.

Che tanto nel bagno era solo.

Chi se ne accorge?

Se passi e non passi insieme

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allora non passare.

Se non passi ma passi lo stesso

allora va bene

tanto alla fine è uguale.

Come quello che si mangerà la crepe

con la mosca, che se la mosca c'è o non c'è

ma lui non lo sa

che differenza fa?

Per la mosca però

sì che la farà

se ci penso pochissimo.

Alla prima colica, la sua felicità.

da "Metafisica Banale", 2012

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di Eleuterio Cimini

Sogno d'amore Frattali di nuvole nell'azzurro infinito a scolpire abissi di cielo nell’anima lastre d’infinito plasmano echi d’emozioni attimi pastellano lo spirito a tingere riverberi di luce nel canto del tempo è l’immenso che in me, sprofonda... Note di primavera scontornano l’aria sagome con il Tuo volto il Tuo sguardo muliebre e le Tue labbra incarnate pestate di luce e infinito piangono le stelle nel velo del Tuo sorriso a versare poesia alla notte è l’amore che in me, dilaga...

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di Eleuterio Cimini

Amor testardo

Amore, amor testardo che trapassi nel sogno i confini dove alita il tempo quel tempo atroce che appassisce fiori i più belli e rattrista sorrisi eppure, il tempo neppure col suo baluardo potrà scalfire mai quel sentimento dolce che limiti e confini non conosce importa poco se sarà urlato o a fil di fiato bisbigliato nell’amore il metro non è dato dalla voce che dalla gola scaturisce ma da quella stessa voce che nel petto batte e a volte muore nel fiore d’un ricordo Amore, dolce amor testardo…

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di Loretta Citarei Rosa Blu

Di me innamorati!

Innamorati di me! Vieni ed insieme esploreremo le segrete vie dell'amore nel percorrere la strada dei sogni giungeremo oltre i confini di radiose carezze. Sentirai il tuo petto dilatarsi in vive emozioni come quando s'apre il sipario della sera e lenti crepuscoli infiammano i cuori o al mattino d'istantanea aurora che arrossa timidi volti. Vieni a me e tutto ciò che al cielo appartiene sia sole, o luna, o stelle, tutto ciò che è nel respiro del vento, quello che in terra germoglia e fiorisce saprò donartelo in sincerità di cuore. Innamorati di me e vieni, sì, vieni! Non esitar ancora più a lungo... amor che fuggi e ti nascondi!

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di Loretta Citarei Rosa Blu

Come Araba Fenice

Grandina la stanchezza mentale sull'albero dell'ispirazione... Confusi i pensieri non formulano più versi, si disperdono come le brume al sole del mattino. Le magiche idee d'un tempo foglie verdi e rigogliose or flagellate perdono consistenza e forza, rovinosamente cadono ai piedi dell'albero a formar mesto tappeto e il mio passo stanco calpestandole le cassa, in sottile polvere le rende. Per nulla turbata da questo mio inverno l'anima quieto... La poesia che è in me, nel mio cuore non può esser morta. Presto risorgerà, Araba Fenice.

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di Bibiana Costarella

Chi ti amerà domani

Quando avrai finito con questo oggi... Quando i tuoi sogni, le tue speranze ed i tuoi desideri andranno a dormire... Quando il mondo non avrà più tempo ed i giorni saranno pieni di nuvole... Quando il tuo cuore piangerà solitario... Quando non ci sarà più nessuno a scrivere una canzone... Quando il sole non avrà più luce ed i fiori non sbocceranno più... Quando le farfalle si fermeranno per non volare più e quando non ci sarà nemmeno più poesia dimmi... Chi ti amerà domani.

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di Bibiana Costarella

Ti cerco dolce solitudine

Ti cerco dolce solitudine!

In tranquille foreste

sotto l'ombra segreta degli alberi

vicino ai verdi laghetti

dietro lo scorrere dei lenti fiumi

illuminati dalla luce cadente delle stelle

che mormorano calme nella notte

attraverso le deserte colline

accanto alle nuvole

che vanno insieme alla terra

e al buio del cielo

Ti cerco...

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di Matteo Cotugno

La vita

L’annuvolare d’un tempo che stranisce

gli occhi e i cuori nel peregrinare

tra giorni rimasti in soffitta e lune nuove,

fino al compiersi del miracolo

- atteso come resurrezione -

dello schiudersi di cori insperati

e il profumo che t’inonda e colora

ogni sensazione, ogni emozione,

come la prima carezza dona

agli occhi ancora chiusi

di un bambino appena nato,

così, così dolce e pura d’incanto

azzurra tutto il cielo… la vita.

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di Matteo Cotugno

Tener botta

Una crepa che spacca dentro

trapassando l’anima,

scende dai muri come un ragno

e s’inabissa a terra,

la terra… sicurezza persa,

ora è paura che riemerga

a rompere ciò che a fatica

resta in piedi

rubando ancora vite,

a infrangere le speranze

illuminate dai caschi gialli

di chi aiuta e basta

senza averlo chiesto,

di chi tiene botta

e non è solo un motto.

dedicato a tutti i volontari e in particolare a coloro che si sono prodigati nel dopo sisma in Emilia Romagna

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di Aurora Cubicciotti

C’era…

C’era la luce c’era il silenzio c’era il sogno c’era la luna la mia dimora sul mare la tua sulla terra il sole ha lasciato il posto alla notte la notte ha divorato la luna il vento agonizzante gridava il tuo nome il tramonto colorava il mio l’inchiostro sposava il bianco del foglio la poesia si ubriacava dal piacere rimpianti infantili di boccioli acerbi svegliano un breve sonno un bellissimo sonno gondole di abbracci penetranti dormivano in lenzuola bagnate arcobaleni innamorati della follia disegnavano buchi nel cielo tutto giunge alla fine in un cerchio di un tramonto slegato e dimenticato dagli angeli c’era la luce c’era il silenzio c’era il sogno c’era la luna c’ero anch’io….

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di Aurora Cubicciotti I sogni I sogni… che sono i sogni luoghi lontani, indefiniti memorie vissute di amare illusioni gradi attimi di amori eternamente vissuti specchi abbandonati e valzer di parole non svegliarmi dici ma possono gli uccelli morire nelle profondità della notte? Io sono sveglia e singhiozzo tra le rovine. Un fiume spezzato di respiri erano le nuvole dei tuoi suoni. Non svegliarmi dici ma come lamenti di pesci impazziti su per il torrente giacciono i miei sogni ormai sgualciti. I sogni… cosa sono i sogni è acqua di mare nascosta nei miei occhi e il deserto della realtà ha bruciato tutti i fiori. Non svegliarmi mi dici… … ma io non sogno più amore mio.

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di Antonella Dadone

Flauto dolce di preghiera

Nel cielo tinto di magia si specchiano occhi stanchi di parole insonni. Mane protese verso la fiamma della dolcezza che illumina di arcobaleno il viso di vortici colorati. Improvviso tremore di corpo che assorbe e dona energia nel paradiso della quiete che ci circonda di fiori sfavillanti e di profumi armoniosi di cedri ed aranci maturi. Cuore che scarabocchia frasi improvvisate, parole mai osate, dirompenti emozioni tradotte in poesie. Muri da dipingere dei tuoi occhi che si impreziosiscono di lampi al calar della sera, strade da colorare di luce e d'argento. Flauto dolce di preghiera all'anima che assapora la serenità di ogni tuo gesto in calore di mani intrecciate in un unico respiro.

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di Antonella Dadone

La quiete del cielo

L'infinito dei giorni sospesi nel vento salgono in cielo come un girotondo di mani e di visi imbronciati. Passeri festanti di canzoni d'amore si rincorrono e si stringono in voli sempre più ardui, spingendo il loro ardire verso lidi assolati. Finestre accese in case riscaldate dal calore del desco si palesano agli occhi del passante che dritto ritorna al suo nido di pace. Aprire la porta e ritrovare un sorriso che accoglie con gioia e desiderio la persona amata in abbraccio che sa far dimenticare le tristezze del giorno. Condividere il pane e il sale della vita in attimi di calma, colorando di vermigli colori il tramonto che avvolge di quiete il cielo che sorride alla notte.

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di Liviana Daolio

Madre,

mi sono portata addosso

tutto il danno e lo splendore del tuo sogno.

Le parole…

Unità precarie

a comporre prismi

di verità fugaci,

semi di coscienza

sotto il calice della lingua.

Riscrivere ancora il nostro giardino!

Agli steli attaccare nuovi nomi!

Lascio il mio corpo in ostaggio alla parola.

Questo io lascio, e la tua voce.

da Giardino di carta

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di Liviana Daolio

- Salivo e scendevo

scale senza rumore.

Evitavo gli uomini,

le loro porte,

le loro parole d’altro alfabeto.

Nella lingua di mia madre

trovai dimora,

m’insegnò quello che so.

Senza l’aiuto di nessuno

tesi l’arco ricurvo

a infilare due vocabolari in uno:

fragile erede di un potere presunto,

la freccia s’intrecciò all’anello

che inatteso è giunto -

da Giardino di carta

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di Rosalba De Iudicibus

Destino

Avvolgerò la mia nuda pelle con questo manto di strada: mi scalderà per sempre a non sentire la mancanza! Chiaroscuro di verde dei campi inesorabile avanza, a marcare senza pietà la distanza! Ritornerò sola in questa stanza, felice un pò stanca, e questi sorsi non saranno mai abbastanza! Riprenderò questa mia danza, al ritmo del cuore e resterò come ogni sera senza fiato ad ogni piccolo dolore, per fermarti nel tempo e conservare il ricordo... Ferma, decisa di rimanerti accanto! E continuerò a camminare su questo filo spinato che sì fa ma male, e il Destino che ha segnato... ma è l' Amore che ha insegnato!

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di Rosalba De Iudicibus

Calice amaro

Un calice amaro a volte senza fondo. Pezzi di vetro riflettono il buio! Sapore di solitudine nostalgia e ricordo! Piccole gocce di pioggia solcano l'anima persa, assente, vuota! Volgo lo sguardo, più in là... li fuori c'è un mondo, il mio è lontano, precipizio profondo! E ritorno a bere il mio calice amaro!

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di Momo Della Porta

Esistono amori

Esistono amori che vivono sott'acqua, appagati negli sguardi dei pesci in fuga. Esistono amori bagnati dalle lacrime di chi dimentica un sorriso. Esistono amori che la sofferenza confonde, amori decorati con gli allori della nobiltà passata. Esistono amori nati umili, che cercano forza nella fragilità. Esistono amori di sabbia, spazzati via dal primo vento. Esistono amori degni d'esser solo respirati.

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di Momo Della Porta

Elemosina ricordi

Il tempo mi si aggrappa alla schiena. Sento le sue unghie disperate che mi lacerano la carne. E' un timido compagno di viaggio, vorrei conoscere i suoi occhi per capire se si lava con il sangue o con le lacrime. Si nasconde nel presente, fra le pieghe del passato che cammina. Parla di polvere vivente, di fotografie, di ruggine. Mi costringe alla nostalgia, mentre elemosina ricordi. E ancora mi ferisce, prega di non esser lasciato indietro.

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di Valentina Di Caro

Essere stile

Esistere è... essere il tuo stile diverso da un portaombrelli più simile ad un disco in vinile di quelli che non se ne fanno più. Sei il tuo paesaggio surreale da cui schiodare la cornice mani che con le punte aprono un varco e senza scarpe si tirano dietro tutto il corpo seminandolo nudo sull'erba azzurra degli agapanthus e lì... tu sei il tuo cane quando gli permetti di scorrazzare senza guinzaglio.

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di Valentina Di Caro

Cascate in frantumi

Non ricordo il tuo nome eppure ti chiamavo... amore tracima adesso la notte e fra le cosce chiuse l'impudenza si spegne ricordo ancora le esondazioni contenute adesso da argini di desideri vergini grido il tuo nome... amore sento il tuo fiume... andare cascate di gocce in frantumi.

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di Rosalba Di Vona

Quando senti quel fruscio di ali

Quando senti quel fruscio di ali e il tocco lieve fresco di rugiada che appiana il sentiero prima erto di spine sai chi ha compiuto il miracolo il tempo è suo nemico ti ruba quel pensiero l’unico che anela e che vorrebbe suo ma non ti serba rancore è li che aspetta solo per proteggere ciò che tu senti di amare.

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di Rosalba Di Vona

Vivo le emozioni

Vivo le emozioni le frasi che colorano la vita vivo il sole quando bacia i colori dei campi bagnati vivo per dare al bimbo la mano se si sente smarrito e al nonno il sorriso che il tempo gli ha rubato vivo per donare agli altri ciò che ho paura di perdere vivo…

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di Franca Donà

Briciole

Svuoto le tasche dei miei tramonti mentre già colora di rosso il Tempo. Si mangiano i giorni e briciole di ore restano ad aspettare il volo di un passero - sul davanzale - ho messo dei fiori per far primavera forse qualcuno li vedrà.

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di Franca Donà

Non è ancora l’alba

Come un incontro - fugace - spezzato frammento uno spicchio di luna nel limbo sparuto del tempo. Senza senso le ore si sgretola piano la notte tra lattine vuote rotola la noia assurda follia questo rincorrer di passi. Sotto lampioni assonnati guardo le strade deserte ma non è il momento ancora - l'alba dorme i miei sogni -

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di Patrizia Ensoli

Io Sono l'Attimo

Bacio d'amore di un primo vagito nidificando il domani una distesa di mare onde la vita la scoperta l'amore paesaggio immenso dove anche il dolore fu conchiglia ideale - condensa raccolta – di acqua filtrata. Clessidra impazzita nell'ore defunte mareggiate contese un po' bimba, un po' donna in quella rincorsa di zoccoli al vento criniera selvaggia lontana nel tempo. Brusio naufrago di rose perenni tra cuore e volto si nascondono i sogni e morirò d'ali

nel tramonto di ieri.

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di Patrizia Ensoli

Il canto del fuoco

L'attimo inganna il morire e risorgere dei giorni nel fragore dell'onda quando dolcemente disegni i contorni del mio corpo nel silenzio soffice della neve che placa l'innocenza del peccato nella ruggine di un cielo sorseggiando vele e mi sei fiamma immortale pensiero amato mentre mi navighi e mi sleghi.

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di Rosario Faraci

Il pendolo

Oscillano forti le mie emozioni. Che bello, che brutto. Felice, triste. Voglio parlare. Amo il silenzio. E’ il Pendolo naturale delle emozioni! Si muove all’unisono con la Passione. Scandisce il tempo, le stagioni della vita. Non ne temo il movimento; io sento la Ragione. Non mi perdo mai, se ho la Bussola d‘Amore. Mi sento come a casa. Io abito le emozioni.

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di Rosario Faraci

La bussola d’amore

Di fronte a quel che è Cambiamento la Paura s’accoppia allo Sgomento la loro unione genera Tormento un frutto acerbo nato sul momento che non arriva mai a maturazione perché lo ferma in tempo la Passione (cosa diversa da ciò ch’è Pulsione) la sintesi fra il Cuore e la Ragione. Tempi moderni son di Cambiamento soffian più forti di ogni vento. Immersi in questa grande turbolenza perdiamo ogni tanto la Pazienza. Le linee dei distinguo son sfumate tutte le cose son autorizzate? Cos’è la libertà, mi sono chiesto se schiavi siam di tutto quanto il resto? Cosa vuol dire esser cittadino se nulla m’interessa del vicino? Sono mischiati pubblico e privato e tutto ciò che fanno viene urlato. Bisogni e desideri non fan male li si soddisfa al centro commerciale. Tempo con spazio e pure il lavoro oscillano di prezzo come l’oro. Una volta c’era la comunità adesso è Facebook nella virtualità. Tempi moderni son di Cambiamento ed ecco perché spunta il tormento. Ad esso io mi oppongo o l’assecondo? Calma e sangue freddo, per un secondo. Di fronte a quel che è Cambiamento ci penso su, ragiono un momento.

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Non sono affatto un pezzo del motore che quando non funziona fa rumore sostituito va senza riguardo per arrivare prima a quel traguardo meta da raggiunger ad ogni costo per non lasciar a nessuno il posto. Di fronte a quel che è Cambiamento nervi saldi, nessuno smarrimento. Non si può stare dietro a questo e quello e risponder sempre al campanello. Cambiamento è, ma moda non sarà poco sappiamo di quello che verrà. Cambiamento attraversa la Storia ma non lo fa per cercare gloria. E’ nel divenir di eventi e fatti che avanti si va tutti, pure i matti. Ma di fronte a quel che è Cambiamento per orientarsi serve lo strumento ricevuto in dono appena nati ancor prima di esser battezzati. Un aggeggio piccolo e perfetto posizionato bene in mezzo al petto. Hai immaginato forse che sia Cuore guarda che commetti un grave errore. Il Cuor vuol comandar sulla Ragione sol per dar al problema soluzione? Un muscolo al cervello opposto per prendere potere e pure il posto? Di fronte al quel che è Cambiamento ci si orienta con altro strumento. Il nome suo è “Bussola d’Amore” funziona sempre e non fa rumore. Non individua i punti cardinali le sue funzioni sono più speciali. Ognuno la possiede e la può usare in vari modi la si può orientare. Bussola d’Amore non conosce età straordinaria nella semplicità

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se Fede c’è la si può usare meglio proiettandosi fino al gran Risveglio. Amore nella sua valenza grande che va oltre i fiori e le ghirlande. Amore che è Potere e sesto senso che porta pace e genera consenso. Amore che si unisce alla Passione: Amore grande, amico di Ragione! Amore vero che vale Libertà quando perviene alla maturità. Amore che vuol dire progettare anche nel mutamento d’alto mare. Amore che vuol dire Sacrificio: prima dare, e poi c’è il beneficio. Amor ch’a nullo amato amar perdona? ancor più su! Amor che tutto dona. La Bussola d’Amore mai si guasta. Usala bene e vedi che ti basta. Il suo congegno interno forte resta anche se fuori c’è una tempesta. Libero di girare al suo interno l’ago della Bussola su d’un perno alla fine si allinea alla Speranza ed alla direzione dà costanza. Funziona la Fiducia da sestante è un oggetto a parte, ma importante con la Bussola aiuta il navigante ad affrontare quello che è cangiante! Bussola d’Amore, sei gran strumento! Supporto per ogni discernimento e se si infuria pure il Cambiamento lasciati usare come Sentimento.

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di Pietro Erasmo Fasani

Albatros

Vortici di tempesta i tuoi occhi incontrollabili furie lampi d'inferno mi avvolgono nei miei timori vissuti nell'ansia di perderti abbasso lo sguardo osservo i tuoi esili armoniosi piedi plinti di tanto ardore. Sollevato dal vento del tuo ardore albatros eterno volo veleggio immerso in un turbinio di sensi in balia del tuo eros la tua pelle calda e dorata rapisce il mio cuore

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frammenti di paradiso sguardi i tuoi sguardi mi avvincono svolazzi di passioni sei l'inferno sei il paradiso sei la vita sei l'amore.

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di Pietro Erasmo Fasani

Sciarpa

Ho acquisito il valore del tempo... amor mio in una ruga... nelle rughe che solcano il volto nel fiore della gioventù ormai sfiorita... nello scorrere delle ore grigie e lente... dove niente rimane inalterato dove tutto viene nella vita e niente rimane garantito. il tempo mi avvolge nei ricordi... nei sorrisi e nei nostri baci... come una comoda calda soffice sciarpa. Amore mio essere traghettato nella dolcezza soave di un sogno senza frontiere e confini... tenendoti per mano e risvegliarmi con l'amore dei tuoi occhi. Amore mio rimpianto...sì... rimpianto... per il tempo malvagio che si pone... ... squallore... solitudine...

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rimane solo di te il profumo inebriante di una vita... ho acquisito il valore del tempo... amore mio.

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di Francesca Ghiribelli

Amore Ottobrino

Balla sul mosto dal profumo selvatico, sente il nostalgico grido del prato, macchia di scarlatto rossore le ciglia di un fiore, crea un mitico strascico di foglie al vento che assopito le raccoglie; ricama di delizia mattutina quel soporifero fresco che il cielo lascia sulla brina e ti sveglio sull’elegante sogno che il sole crea a mezzogiorno: l’ora più calda di questo mese birichino che si nasconde dietro il lento passeggiare di un lombrico o dentro l’imbrunirsi delle castagne disperse sulla strada da un bambino. Rubate emozioni dai toni scuriti di corolle ormai dai petali ingialliti, perché adesso tutto tinge di goliardica stagione anche le maniglie dell’amore; fra i vivi ricci biondi e mori dell’uva matura la scia nascosta del sole che picchia e scintilla di meraviglia. Ripenso a quando ti trovai tra la marea delle lacrime accartocciate di un albero

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e ti dedicai la malinconica ombra della sera, ma senza darmi una risposta percepii scivolare fra le dita la storia più antica: il brivido sfumato di divino che lasci, amore ottobrino.

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di Francesca Ghiribelli

Sulla riva dei sogni

Lasciando che il tempo passasse ho contato le onde fra gli occhi dei nostri giorni di sole: dove l’alba ancora sa d’aurora, e il bacio è un altrove tra i sensi eterni di un miraggio. Colorando del grigio degli anni le ciglia della luna, ho aspettato di rapire il tuo respiro per conservarlo in eterno nel ritorno della primavera. Volteggiando tra i fiocchi di una neve mai scesa, ho inventato le carezze per colorare di vita le tue guance. Non posso far altro che pregare per dire al cielo quanta nebbia ancora esiste fra la realtà e la fantasia. Ecco, è proprio lì che una farfalla bianca spesso viene a trovarmi… … per posarsi sulla riva dei sogni.

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E’ lì che ti ho conosciuto, e nessuno potrà rubare le conchiglie che vi ho lasciato. Lo potrà fare solo il mare, quando saprà che le avrai raccolte una ad una: in quel momento allora potrò finalmente smettere di sognare. Tu, sarai la mia riva ed io il tuo mare.

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di Luca Gilioli

Tangueros

La mia vita è di

atassica orbita

osservo tangueros

riscrivere le leggi

del moto universale.

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di Luca Gilioli

Falla

Champagne dall’alto su

una piramide umana:

un astemio fa crollare

il delicato equilibrio.

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di Maria Pia Giovinazzo (Lostris Hawass)

La Croce

Mio Signore sanguinante, dolorante abbracci la Croce la corona sul Calvario hai benedetto addossandoti le colpe di noi tutti. Come un malato insonne sono qui… mentre ti cerco Signore. Tu riempi la natura di bellezza ed io t'attendo per cantarti una preghiera. Raccontami l'amore, Gesù sulla croce raccontami i pensieri raccolti lungo il Calvario fammi raccogliere il sangue delle tue ferite. Tu che sei solo Amore...

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di Maria Pia Giovinazzo (Lostris Hawass)

Alzheimer

Respiro un alito di vento in questa mesta sera distese di scenari lontanissimi e tu madre viva che soffre di fremiti e dolori raccontami ancora di quei tempi passati dimmi che la luce brilla ancora che mi ascolti senza parola una lacrima dolce accarezzo chi ti ha tolto tutto non ha cuore sorte crudele unico destino madre di dolore scende il sipario mesto sorriso, interminabile tramonto morto il tuo passato con esso i ricordi per questo taccio, e mi nascondo stai guardando senza vedere un sadico morbo ha maledetto la tua esistenza un unico amore ci unisce senza morire ora che sono tua madre e tu mia figlia.

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di Lina Intruglio

Denuderò la mia anima

Per te amore mio, denuderò la mia anima!

Per te amore mio denuderò il mio corpo!

Da te amore mio mi farò possedere!

Come il vento scuote gli alberi.

Come lava eruttata dal vulcano.

Come il mare s’infrange agli scogli.

Come pioggia che inonda la terra.

Come forze in natura selvagge.

Per te amore mio, denuderò la mia anima.

Per te POESIA, in me da sempre.

Io, finalmente anima nuda.

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di Lina Intruglio

E perderti ...

Non è possibile amarti,

perché dovrò poi perderti.

Non è possibile inseguirti,

troverei alte spine.

Ma ovunque tu sarai,

come aquiloni in ciel c’incontreremo!

Sfideremo i venti della vita,

finché uno più dolce,

ci trasporterà nel bosco dell’amore,

e li ci adagerà, foglietti leggeri e colorati.

Raccoglieremo dolci frutti.

Ci inebrieremo di more selvatiche.

Nettare in coppe di champagne verseremo,

immemori del tempo.

E quando, stanchi, riprenderemo il volo,

felici dei colori dell’amore,

noi aquiloni ebbri controvento!

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di Ada Jacono

Ascolta

Ascolta i silenzi

è li che troverai

le parole di chi non osa

le grida di chi soffre

i lamenti di chi piange

le paure nascoste.

Guarda nel buio

è lì che vedrai

le violenze subite

il terrore negli occhi

le mani tese degli innocenti

i corpi straziati dalla follia.

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di Ada Jacono

Stupro

Sperma vagante

in utero straziato.

Idioma di cellule

sparute.

Isocrona del tempo

irruente all'amplesso.

Finito.

Incalza una vita

placebo di colpe.

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di Tony Kospan

Appuntamento tra le stelle

Sì... l'appuntamento voglio darti... non per domani ma per un domani senza tempo... or che persi siamo nei meandri dei quotidiani affanni... Segnati l'indirizzo terza stella a destra... della galassia dell'Amore... prosegui poi verso il pianetino del Sogno... e lì entra nella calda nuvola Rosa... dove quali segnali troverai musiche amate ed artistiche forme... Ti prego... non perderlo... con lettere incidilo d'eterno fuoco... nel punto più nascosto del tuo cuore... Lì sarò presente immagine senza immagine... corpo senza corpo ma qual luce d'amore... fioca e quasi spenta... che al tuo arrivo brillerà... Dal nostro incontro... dal nostro abbraccio ed infin dal nostro bacio una scintilla scoccherà... ed una nuova stella nascerà... non mancare...

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di Tony Kospan

La grande famiglia

Ogni volta che un uomo ad un altr'uomo reca danno senz'onesto motivo... Ogni volta che un uomo al fratello animale reca danno senz'onesto motivo... Ogni volta che un uomo a mamma natura reca danno senz'onesto motivo... io sto male... perché il danno anche a me egli ha arrecato. Non siamo fatti della stessa materia? Non siamo creati dalla stessa mano? Non siamo forse elementi della stessa realtà? Non sentiamo d'esser molecole d'un unico cosmico corpo? Non recitiamo un'unica commedia seppur con diverse parti sullo stesso palcoscenico? Non suoniamo tutti insieme la musica delle stelle?

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Perché dunque esser nemici infine anche a se stessi? Non è meglio godere dell'unanime abbraccio d'ogni membro comunque composto della grande famiglia dell'assoluto Universo? Ogni volta che un uomo...

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di Adele Libero

Piccola fiamma

Come piccola fiamma di camino, che spicca il suo volo verso l’alto, consumata nell’ore del meriggio, resto, in penombra, sempre a te vicino. Il fumo, poi, sorprende le narici, ridestando ricordi di castagne, serena la sera si incammina verso la notte, dietro alle montagne. C’è un bimbo forse ch’ora s’addormenta ascoltando una favola inventata, chiedendo alla vita una carezza assaporando la fiamma dorata. Così la nostra esistenza trascorre, nel sogno, negli affetti, nel calore. E’ freddo, pur col caminetto acceso, soltanto chi non comprende l’amore. Ti guardo e sono qui ardente e viva, sei nell’anima e vinci l’emozione il fuoco è caldo, il bacio ci ravviva, io scrivo al mondo la nostra passione.

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di Adele Libero

Sfuma l’orizzonte

Sfuma l’orizzonte di Capri, confusa nei colori del tramonto, dorme, fanciulla abbandonata, come in un triste racconto. Le luci dei traghetti in arrivo si tendono nel piccolo porto, s’apre anche la luna sul mare creando la luce per amare. Sì, forse lei arriva stasera, improvvisa ha aperto la vita, ha deciso di urlare al destino che nulla può tenerli lontano. E lui, pescatore ammalato di passione, la guarda sorpreso, anche il vento adesso è calato e l’amore non è più sospeso.

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di Melina Licata

Vivere in libertà

Schiave nel nome di un'ideologia. Dolore e sofferenza soffocano anime e battiti di cuori apparentemente deboli. Scuri destini in pareti di oro velate senza che sole riscaldi giorni tutti uguali senza che luna incanti irraggiungibili sogni. Immagini spettrali prigioniere della misoginia patologica di uomini intenti a soffocare le speranze, la bellezza dell'essere donna. Aneliti di vita in case senza luce aneliti di libertà, dietro file di persiane chiuse

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d'umanità d'anime desiderose solo di vivere in libertà il proprio destino. Alle donne afgane per la loro condizione di vita disumana ed inaccettabile agli occhi

di tutti. NO alla violenza sulle donne!

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di Melina Licata

Scusa se ti amo

Dipanare ogni logica, dubbiosa, tra il tuo modo di essere e la certezza di ciò che il tuo cuore realmente sente e vuole, è veramente difficile. Mentre occhi docili cercano la perduta luce in fondo alla via del sole e cuore si veste di catene per sentirsi legato a braccia di avvolgente desiderio. L'anima tace silenziosa aspettando, cercando di capire. Scusa se ti amo anche se di nera rabbia la coscienza si ammanta. E' il tuo essere lunatico che mi confonde è il tuo essere

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adorabile e sensuale che mi disarma. Scusa se ti amo ma la mia aria profuma ancora di te.

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di Emanuele Lo Presti

Da Caprioli a Palinuro

Da e per i verdi colli di Caprioli, fra le fronde d’antiche querce, in lontananza scrutavo, argentee scaglie di mare, sfumate d’azzurro. In un religioso silenzio scendevo sino a valle, giù per quella ripida e sconnessa via, contemplavo le bellezze della natura, ove ben s’integravano le opere costruite da sapiente mani umane. Tornante dopo tornante, giungevo al mare, là dove trascorrevo gran parte delle mie oziose vacanze, sdraiato sulle cuocenti dorate spiagge di Palinuro, di tanto in tanto, il mio sguardo catturava le bronzee e formose figure di sirene che uscite dal mare, si sdraiavano su dei ruvidi scogli a ristorarsi al sole, da lì a poco, con un tuffo felino scomparivano fra le fluttuanti onde. Al calar del sole a ritroso ripercorrevo la via, mentre con lo sguardo rapivo dall’orizzonte l’intenso rosso del dolce tramonto.

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di Emanuele Lo Presti

Africa

Africa distaccata, bistrattata, umiliata, colonizzata, derubata dai tuoi tesori. Africa che hai visto i tuoi figli in catene, deportati in terre lontane ove furono resi schiavi solo perché neri. Africa straniera, africa sincera, piena di miniere da sfruttare da chi non vuole che cammini da sola. Africa colorata mai cambiata, alza la testa sii fiera e vinci l’arroganza. Africa ferita ma non uccisa, non lasciar andare via i tuoi figli, da te ricomincia la vita.

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di Emanuela Magi

Ma le poesie d’amore sono belle

Mi sono regalata il silenzio, sprazzo d'azzurro tra il nero del mio mondo, pece consistente che avvolge e crea le ombre della sera ed è lì, in mezzo al sordo brusio del mio cervello che estrapolo melodia, nascosta erba voglio d'un prato sconfinato. Graffianti fili verdi solleticano l'orecchio e voglio sentirci il sole dentro quando l'ultimo baluardo di solitudine cede al frastuono che d'intorno si fa parola. Come sono patetiche, a volte, le poesie d'amore! Nuvole che assomigliano a tante cose per poi cambiare come il vento vuole. Scompaiono i cuori nell'azzurrato cielo, un tenero profilo e le ali d'un angelo in volo. Tutto si fa orizzonte se lo sguardo penetra la bruma adesso che l'Autunno matura caligine che pesa sui capelli e sugli occhi appena svegli. Ma le poesie d'amore sono belle.

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di Emanuela Magi

Non t’amo

Non t'amo d'ingannato cuore e di sublimazione eterea ma t'amo come corposo dedalo senza uscita quando dall'alchimia che ci pervade s'accendono fiamme, di desiderio che fa morire. Non t'amo di pianto singhiozzato contro l'accogliente spalla ma t'amo avvilimento dell'insonnia che giace tra le coltri inumidite, da nebbie rarefatte sopra ai tetti. Io non t'amo se l'abbandono piega le ginocchia e le viscere legano la gola ma t'amo

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nelle mani che vestale riempie a coppa di dolce sidro disciolto nel sudore e quando t'amo t'arresto sul mio petto dove lo sguardo m'accarezza tutta e t'amo dentro all'alba che sguinzaglia luce sulle zolle, viottoli di pietre per ferir l'addio gocce di pioggia su eburnea pietra e non t'amo dell' amor malato che s'ostina sulla pelle come ali ma io t'amo di tramonti accesi e di poesia.

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di Claudia Magnasco

Luna presuntuosa

Ho ballato sulle note di tutti i tuoi canti seducenti. L’ho fatto in punta di pazzia, attraversando l’aria deserta. Finché ho trovato una sola nuvola su cui salire ed entrare nella tua eterna dimora blu. Ho arrotolato il tappeto di stelle per annullare ogni barriera tra noi, sfidando la vertigine e il freddo del Nulla. Volevo guardare dentro i tuoi occhi, ma non ho indovinato la notte e mi hai concesso un occhio solo e solo il tuo mezzo sprezzante sorriso.

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Nella mia più profonda desolazione sono ricaduta quaggiù, in questo mio mondo rumoroso e strambo. E da quaggiù ti svuoto, ora, di ogni splendore. Sono offesa con te. Con te che sei spesso offesa con tutti noi. Adesso è il mio turno e mi dimentico di te, annusando leggeri baci di vaniglia che profumano l’aria avvolgendomi di semplicità.

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di Claudia Magnasco

Estro dispettoso

Fisso la penna, la afferro e tra le mie dita frementi e bramose, la stringo. Ma niente vien fuori da me. Perché? Eppure mi sento battere dentro. E niente vien fuori da lei, che pare arida d’inchiostro, come se io l’avessi dissanguata il giorno prima. E’ colpa tua estro bambino! Non ti sopporto quando giochi a nascondino senza chiedermi se ho voglia di cercarti. Tu! Che ti nascondi e fai capolino da dietro un calzino, mentre io reclamo aria nell’ingorgo tra testa e cuore. Ad un passo dal tepore di quel gelido inchiostro. Lo so! Che devo finirla!

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Lo so che non devo più guastare la penna con le mie nenie arruffate. Ora devo solamente aspettare senza cercarlo, quel giusto attimo che mi farà finalmente sgorgare sulla mia neve di carta.

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di Nicola Manicone

Ecco i silenzi

Il tuo più il mio eccoli ingoiare pensieri desideri amori dolori ecco i silenzi incuranti del passato del futuro eccoli eccoli sopravvivere al bisogno di spiegarsi di comprendersi di dirsi addio ecco i silenzi vincere ansie e paure eccoli consolare le nuove solitudini.

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di Nicola Manicone

Magico oro

Anche stanotte non dormo amo contare i tuoi capelli perdermi nel magico oro amo ricominciare e perdermi di nuovo meravigliosa seta fino all'ultimo giorno della mia vita desidero passare tra essi le mie dita innamorate le mia labbra che ti sussurrano inaudito amore.

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di Antonio Meola

Passione

Scorre come lava fluida e incandescente, alterando la chimica di un corpo innamorato. Il fuoco lo dai tu, i tuoi caldi baci alterano il respiro mentre di te assaporo l'infinito. Resistere non so, a tanto ardore il mio corpo nulla può, può solo arrendersi concedendosi a te. Fine non avrà il magnetico contatto, ancorato per sempre sarà al tuo dolce offrirti.

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di Antonio Meola

Feccia

Essere umano, chi osa chiamarti tale? Le tue meschine gesta verso chi debole è fanno di te solo sporca feccia. Le tue morbose e viscide attenzioni rendono te miserabile essere che di essere più nulla ha. Tu sei estratto di melma fangosa, putrido escremento che la vita altrui riesci a rovinare. Le tue azioni su angeli indifesi ti rendono spregevole in questo già di suo mondo perverso. Lascia stare le donne, non toccare i bambini degno tu non sei di sfiorarli neanche con lo sguardo. Putrida feccia

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destinato a non vivere, seppellito per sempre dai tuoi escrementi.

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di Biagio Merlino

Napule che d'è!

'Pe chesta palomma, quann''a sturio, 'pa bellezza, 'po sole, p'o raggi''e speranza, ca sap''addivintà quanno the 'a vuò sunnà! Quann''o cielo a matina se sceta tutt''e lluce Do mare cunnuliàte scumpareno assunnàte. Comm''a cchiù bella femmena, essa se veste cull'azzurro, ca se fa cchiù blu po mare, e 'o pucurille 'e villa ca luntano se va sperdenne chianu chiano. Nun di ca te piace e po te ne futto, comme se fa 'nu rutto! tanto 'po di! Napule è 'nu suonno c'appicce L'ammore, ma è pure dulore !

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E i ca strunzo me ne faccio chiànto, ma po me passa e canto! Votta'nu vaso ca sap''e Cerasa sta mappina jettata vicin''a 'na saittella ca sapa comm''addivintà 'na stella! S'appoja nu dulore ngopp'' 'o Mare e addiventa nu vaso da Sirena, ca se fa d'oro; mentr''ammarciscie 'a rena ! Napoli cos'è! Per questa Colomba quanto studio, per la bellezza, per il sole; per un raggio di speranza, che sa diventare quando vuoi sognare. Quando il cielo la mattina si sveglia, tutte le luci tenute sveglie dal mare, scompaiono assonnate. Come la Donna più bella. essa si veste con l'azzurro che si fa più blu con il mare, e quel poco di villa che lontano. si va perdendo piano piano. Non dire che ti piace e poi te ne fotti,

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come facessi un rutto tanto per parlare! Napoli è un sogno che accende l'amore ma è anche dolore! ed io che stronzo me ne faccio pianto, ma poi mi passa e canto! Dona un bacio che sa di ciliegia questo straccio puzzolente buttata vicino ad una fogna! che sa come diventare la più bella stella! Un dolore che si stende sul mare e diventa un bacio di Sirena che si fa d'oro mentre marcisce la rena.

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di Biagio Merlino

L'ultima e po moro dint''e suonne.

E' mezanotte sfoglio sti foglie, me fanno male lluocchie. No. ancora chella; ca m'arriva dint'allaneme e m'addorme comme o cchiù bello e tutt''e suonne. Solo chesta e po me cocche e mentre a leggio a sento comm''è ddoce chella vocca. na lacrema ancora quant''è zucosa, nun so pparole, so sciur''e rrose. Scenne ma nunn''è o mmele e manco frischezza da rugiada calma è sincera me sciulia sott''e cciglia sta mmasciata, e se magn''o core. L’ultima e poi muoio nel sonno E' mezzanotte. Sfoglio tutti i fogli, mi fanno male gli occhi. Ancora una, che m'accarezza l'anima

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e mi addormenta con il più bello dei sogni. L'ultima, e mi addormento; e mentre la leggo, sento com'è dolce la sua bocca. Una lacrima ancora quanto è succosa. sono parole? No! Fiori e Rose. Scivola leggera e solitaria ma non è miele e neanche freschezza di rugiada; calma e sincere si lancia dalla ciglia l'ambasciata, e si mangia il cuore!

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di Tiziana Mignosa

Appassionata Come l’acqua che zampillando nello scivolare a valle appassionata dona gioia e nutrimento a tutto ciò che incontra appassionata come il piede nudo che intensamente sente la terra e l’acqua e l’erba o come il vento quando soffia e forte spira intrufolandosi in tutto ciò che vede o il fuoco che divampa e accende l’anima che incrocia. Appassionata e ruota che per andare avanti si distacca perché chi tiene frena e chi il morso slaccia avanza. La vita intera accoglie e abbraccia e al cielo appassionata grida SI’ e a tutto ciò che pensa e trova. Appassionata e vera su altra polvere e altre gemme ancora perché di Gioia d’Amore e di Bellezza il mondo intero ha sete.

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di Tiziana Mignosa

Nell’ultimo febbraio lungo il tempo Anche se distante dal pensiero nell’istante dell’inizio è già segnato il tempo in cui il punto che il cerchio avvia incontrerà la coda. Fu appuntamento e strappo nell’ultimo febbraio lungo il tempo atteso, voluto e anche temuto scindendo ciò che più non era aprì la nuova strada. Valigia dall’ingombro veritiero non visibile una pianta che sarebbe morta e un’altra per dimenticare nelle mani. Nel travaglio vive ogni distacco immutato infatti è il fremito morte che si rinnova e goccia sul sentiero che il cambiamento abbraccia. Destino e giocoliere del rinnovo non palese al frenetico alternarsi per dare il la al bimbo ripone il vecchio al capo ma ogni volta che dall’occhio si divarica ciò che più non torna è strappo anche se intarsio nell’angolo di velluto in fondo al cuore.

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di Ilaria Montali

Invisibile bagliore

Dalla spiaggia solcata sommessa voce somigliante all'aria, è il mio Amore che parla. Compromessi di ferite in quei segni nascosti. Sua compagna di volo mi crede lui Amore lui che i colori del mare sottace. Silenziosa estasi di ciò che non vedo sono occhi al confine tra buio e bagliori. La carezza

divenuta eterna.

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di Ilaria Montali

Amante

Intima suggestione. Inafferrabili da una bocca stanca le tue sillabe se ne vanno. * Verso me quel suono elemosina l'ultimo rischio, un addio senza ritorno dall'amante silenzioso.

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di Genoveffa Genni Morganella

Ritorna l’aurora

Sorge come l'aurora, la verità,

ma non per te

antica come il tempo,

avvinghia la spirale del tuo essere

si desta l'umano dal suo torpore.

Mente sadica che di amor proprio freme,

ascolta i battiti della terra

- O ancor sordo -

con cera colata

hai occultato le grida dei condannati

a non dare macchia

all'acquerello delle ore.

In un sorriso di bambino

hai mascherato l'accidia

di solitudine hai disfatto lembi di cielo

per sempre fragile al vento

hai deposto un fiore

nella cripta dell'amata

addormentata dal sortilegio.

Muta... è la paura

scarafaggi e vermi ai tuoi piedi

- Cinico -

apri il cuore,

entrerà la luce... ancora

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un filo d'erba... la speranza

non chinare il capo,

strappa la benda oscura

c'è sempre il sole

al di là delle nuvole...lo sai!

Prendi per mano la verità

di questo giorno pastello

- E' ciò che ti rimane -

- Dove sorge l'aurora –

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di Genoveffa Genni Morganella

Un bacio vermiglio

Esistono parole che non sanno dove andare folgorate dai lampi di chi non sa. Esistono quelle come me che di grano dorato adornano giorni logori di povertà senza pianto. Esiste il tempo per il ticchettio dell'orologio ma non per te. Di attimi di eternità ho appagato la sete dell'anima che di questa carne si nutre. Il sole si è rifugiato tra i miei capelli. E' tardi ormai. Inutile affilare la falce del vento la pioggia l'ha già sacrificata alla terra bagnata ai tuoi piedi a sfamare la tua bocca di colore vermiglio quando mi baci. Un altro cielo ammanta l'iride di nebbia quando lasci scivolare le dita lungo la schiena. Senza più mistero uccidi l'aria che respiro

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quando non ti appartiene. A mani nude spezzi il dolore freccia nel mio cuore a farmi scudo con il tuo corpo. Guardi verso l'orizzonte del tuo amore. E' da lì che mi vedrai arrivare per perderti nell'aura di un amplesso dove il desiderio confonde. Nel contatto cercato di un bacio vermiglio - Il dopo, solo inganno - Nell'infinito presente ti confonderai - Un bacio vermiglio - Giunto in una notte fredda accesa di luna. E' questo, quello che sei Perché… Sai... esistono parole che, sanno dove andare, sulle tue labbra... la tua donna

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di Silvano Mosca

Mondo bastardo

Lacrime: che tracimano ciglia che stringono e rendono tremulo il mondo che hai intorno. Stille: che corrodono un animo impavido e consegnano occhi smarriti al vuoto terrore. Dolore! Il dolore di un padre che nulla può fare, la straziante realtà che distrugge una vita, che stravolge i confini e detta regole nuove; col sorriso tra i denti… mentre tutto il tuo mondo ti muore. Morte! Che ti ruba l’affetto di chi al mondo hai più caro e ti lascia sconfitto, derelitto, prostrato; e mentre il sole si sveglia e la vita riprende… occhi secchi si sfregano e scrutano il mondo. Mondo bastardo!

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di Silvano Mosca

Il poeta

Cos’è un poeta? È un pittore senza esperienza, senza tela e senza colore; che con la penna e tanta pazienza ti lacera l’anima e ti mostra il dolore. È un passante, che raccoglie da terra un piccolo passero caduto dal nido, e con le mani racchiuse a serra, pian pian lo solleva al suo ramo d’olivo. È qualcuno che nel mal si è accorpato e sente il dolor della tua pelle tra i rovi, che guarda le nuvole e ne resta incantato; vedendo oltre… ovunque si trovi. È qualcuno che soffre per il disagio che trova, che solleva da terra un barbone caduto, che aiuta anche Atlante, od almeno ci prova; a tener alto il cielo di un tempo perduto.

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di Fatima Mutarelli

Erano quei giorni

Erano quei giorni in auto come a casa cieli anche senza stelle ma albe nello sguardo. Erano quei giorni di mani a stringersi baci e sogni sul tuo petto senza curarsi del domani. Erano quei giorni di piedi scalzi e abbracci per fuggir l'inverno mi portavi solo un fiore. Ed il vento odorava di primavera. Agli innamorati

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di Fatima Mutarelli

Mi prese la mano

Mi prese la mano, senza esitare. E senza parlare. Io non strinsi, lui non tirò. Come una carezza. Mi prese la mano. Come per partire senza destinazione, senza accordarci. Ma non ci muovemmo. Eppure ... Mi prese per mano per sentire il calore di un legame dentro un gesto semplice. Le dita ad intrecciarsi lo spazio nel mezzo. Mi prese per mano o fui io? Senza inizio senza fine dentro eravamo noi ed una storia di mani a scrivere insieme.

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di Federico Negro

Osservo timidamente

Osservo timidamente nel tempo passeggero dinamiche di evolutiva percorrenza tra i paesaggi di carezzevole gioiosa armonia assorbendo nell'intima coscienza inesauribili percorsi d'infinito. E nel silenzio delle segrete stanze mi accompagna un ruvido foglio bianco colmo di liberi versi in poesia inciso dalla nuda appartenenza sostanza vibrante delle umane peregrinazioni...

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di Federico Negro

Anima

Anima

cuore

profumati

inenarrabili sentimenti

abbraccio

come fossero fiori

d'inviolabile presenza...

che gaiamente

apprendo...

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di Francesco Occhetto Prematuro oscillo, la morte di Cristo

in un orto d’ulivi, di semi privi, avvenne

come l’oziare fraterno ripromesso ad Adamo,

il peccato ammasso di dolore accolmo

che s’un tubare d’usignoli annerì lo sterpo di sera.

Il Getsemani accudì le urla del prole di pane,

privo di mollezza alcuna s’abbandonò

nel tremore dell’oblio solo

alla sudicia degl’epigoni assonni

ch’anziché vegliar il lume di materna prode

accordarono di tempi, il satanasso rivo.

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di Francesco Occhetto Fonemi d’orpelli inusitati

attracchi di vascelli lesivi

ancore sopite nelle pletore

poeti di guerci attriti privi

angeli serrati dal bieco agnello

mirti mollati dai giardini

io solo nel gorgo d’una parola.

E’ la solitudine, dunque,

che prospera all’albero

i proli dei seni più viziosi.

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di Antonio Pace

Mi ubriacherò

Stasera lo farò... mi ubriacherò... di emozioni forti... di emozioni vive... Scriverò del sogno che appartiene al vento dei desideri inconsci... Scriverò di palpiti che si sciolgono nell'alito fremente... Andrò lucido nel mio vaneggio di te... Voglio in te perdermi ed in te venire... Con la calma dei sensi, rinascere in te.

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di Antonio Pace

Bianca

Eri bianca, vestita di bianco, da lontano avanzavi. Lento, il tuo incedere , stanco, l'un sopra l'altra l'orme lasciavi, con passo di danza, nel primo buio, della sera cadente... sullo sfondo la luna. Gli sguardi silenti, ti ho vista. Lentamente avanzavi, gli sguardi incrociati, mi son fuso con te. E poi sei andata.

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di Antonella Palermo

Tacita speranza

E’ di nuovo notte ed i sogni come aquiloni improvvisamente sfuggiti di mano o come rondinelle che tornano al nido natio lentamente riemergono dal silenzio librandosi grati nel cielo trapuntato di stelle. Prendendosi per mano inseguono ricordi ed olezzanti respiri del vento che accarezzano pelle ed anima dolcemente. Foglie stanche riposano nell’ombra in attesa che il sole torni ad illuminarle ed ali candide sfiorano leggere l’anima soffiando via la malinconia. La notte non nega mai tacita speranza.

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di Antonella Palermo

Alla fermata dei ricordi

Alla fermata dei ricordi il vento d'autunno soffiando forte trascinerà con sé stropicciati ed ingialliti fogli d'anima sbucati all'improvviso dal grande libro dei rimpianti. Cascate di stelle e di sogni giocheranno a scacchi sul lungo viale di lacrime argentate fuoriuscite dagli occhi del tempo che danzeranno come fitte gocce pioggia sui tetti della nostalgia lucidando e rigenerando gli angoli più riposti del cuore. Come un fuscello in balia del dolore più non sarò e ciò che è per sempre sfiorito più non lascerà profondi solchi di sanguinanti ferite e cocenti delusioni: l'anima sa risorgere come araba fenice dalle proprie ceneri

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librandosi agile e pura oltre il quotidiano di umane malinconie ed il grigio languore di un vuoto che è ormai dolore sempre più lontano.

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di Samuel Paterini

Il sonno lieve

L’anziano pastore, fiero e stanco del sacrificio, lo sguardo alzò. I verdi pascoli lo avvolsero in un misto di malinconia e gioia. Vide in quelle distese la sua storia, scorcio di aria pura e solitudine accanto. Alzò gli occhi al cielo e, nel rimembrar dinnanzi ai suoi trascorsi, disse all’astratto infinito: “Primavera… questa stagione vorrei per il mio sonno lieve. Periodo del seme in fiore, fammi addormentar mentre nuova vita nasce! Affacciatomi al mondo nel freddo sole di novembre ti chiedo ora, cielo, accompagnami fiero nel mio desiderio. La luce di domani avrà il mio sorriso.”

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di Samuel Paterini

T’amo

Sarà questo giorno che riflette l’anima mia nel lago, sarà il tuo sorriso che mi accende al risveglio per affrontare la giornata. T’amo per le volte in cui solo, mi rispecchio negli occhi tuoi. T’amo per la passione intrisa di gioia, che sempre mi dai. T’amo perché lo sento, perché ti sogno, perché sei con me. T’amo per la tua mano che seppur piccola, sorregge questo progetto. T’amo senza difetto, senza eccesso, t’amo di tutto.

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di Massimo Paudice

Perla rara

Tu sacrifichi te stessa al tempo che scorre. Guardi riflessa in esso la tua immagine che lentamente si scolora. L'attesa non ti ha ripagata ormai è tardi per continuare a sperare. Ma in cuor tuo sei ancora una bambina conservi quel sogno come una perla rara. I gabbiani sorvolano il mare ed al mare affidi la tua luce ancora viva.

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di Massimo Paudice

Riempimi di te

Riempimi di te quando sono assente nei momenti in cui sono smarrito quando il sole stenta a darmi luce quando il cibo non mi sfama e l'acqua non mi disseta. Quando la gioia non mi sfiora e la speranza non mi sorregge. Riempimi di te quando la strada appare perduta.

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di Tina Piccolo (Ambasciatrice della poesia italiana nel mondo)

Sulo io

M'aggia 'mparà a stà sul'io, sotto a nu cielo 'e stelle, 'ncopp'a nu prato d'evera nuvella... sola cu sti penziere ca me fanno cumpagnia, mò cu 'a tristezza antica e mò cu l'alleria.. A cuntrattà 'a speranza cu pacienza quanno dice dimane n'ata vota... M'aggia 'mparà ca nuie nascimme annure e murimme cu 'o vestito ca 'nce fanno ll'ate, a prià dint''o silenzio 'e na staggione quannos'aspetta 'o sole inutilmente.... Aggia capì ca è tutta na buscia na favula chiena 'e fantasia chella d''a ggioia overo,d'ammore ca nun fernesce maie.... Sola comme sò stata pè na vita intera pure quanno 'nce steva tanta ggente, ma niscuno m'ha vuluto bbene overamente... Accussì m'asciutte 'e lacreme sul'io, e me cummoglio 'quanno fa cchù friddo, cu na cuperta fatta 'e poesia.... Quanno tu siente n'ammuina attuorno, quanno sta 'a folla ca te saglie 'ncielo, nun te fa n'illusione ca sì sulo, comme songh'io e 'nce fa cumpagnia sulo nu suonno e 'na carezza 'e Ddio.... e 'nce fa cumpagnia...

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di Tina Piccolo (Ambasciatrice della poesia italiana nel mondo)

‘O mare è ‘o mare

Chissà quanta tesore tene 'nfunno, 'o mare è 'o mare, è fatto d'onne che stanno cuiete e pò pigliano a 'nziria..... è fatto 'e varche ca vanno luntano, nave ca teneno a buordo ll'emigrante... Acqua salata comme 'o chianto d''o munno, però se veste 'e sole e se fa d'oro, 'a spiaggia è nivo 'e tanta 'nnammurate, è na palestra 'e ninne ,'e scugnezzielle, 'e marucchine ,'e mille 'venneture.. però cu 'a rena 'nce faie nu castiello, nu palazzo,nu core,na pupatella nfosa d'acqua 'e mare.... E quanno pò rimane sulo 'a luna, quanno na chiorme 'e stelle se 'ntuletta e se fa cchiù bella... Allora me piace 'e piglià na vranca d'onna e lavarme 'a faccia cu nu suonno.... Nun saccio si s'avvera o resta suonno, ma 'o mare è 'o mare. me cunzola 'o core, 'nfunno tene tanta tesore e forse 'nce sta pure ammore mio ca affunnaie...tutte chell'ore ca 'o tiempo s'ha purtate... Nun 'e conto cchiù,Napule mia, saccio sultanto ca a tu pe tttu le voglio dì "Lassame tutt''e gioielle mie,

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torname areto tutt''a giuventù..... Si sò rimasta bella è nu miraculo chissà quà santo me pruteggiarrà.... L'onna s'acqueta e stongo a sfrennesià.....

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di Cristina Pinochi

Un uomo solo

Ricordo che mi guardò a lungo. camminò lentamente si volse verso di me. Alcune lacrime gli bagnavano il viso. Poi cominciò nuovamente a camminare. Abbassò il volto mise la mano sul cuore. E quello fu il Grazie più grande del mondo.

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di Cristina Pinochi

Vassilina

Percorre a testa bassa. Il corridoio bianco. E' cosparso si sangue ripulito. Lacrime… ovunque sono impressi i lamenti, le grida. Tutti quelli che vivono senza una vita. Incontra sorrisi, volti bianchi, appassiti, esausti. Nella stanza blu, penzolanti facce senza anima. Cerca aria ma non ricorda cosa sia l'aria osserva i colori ma è tutto solo e soltanto grigio. Vassilina combatte si dimena la sua anima è un mare in tempesta. Un lago sotto la sabbia. Un grido muto. Si volta sotto il letto, tremolante c'è una donna mora, stringe forte una bambola. Sa che è di sua figlia ma non ricorda di essere madre. Vassilina corre ma le gambe non corrono con lei. Cade si accascia si domanda chi sia. Disperazione, panico, lacrime che non cadono. Urla che non hanno suono. Gli altri camminano come automi

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cercano solo pace. La finestra bianca ha strisce di ferro. Fuori è giorno. Vassilina vede solo la notte è in fondo ad un pozzo. Senza tempo, senza emozioni. I ricordi non hanno dimore. Muore ogni giorno sempre di più anche la sua è una morte. È morta e vive. Vive e combatte. Fuori sua figlia l’aspetta. Risalirà la cima del pozzo con sanguinanti mani con cuore nuovo.

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di Luisa Pira

Cosa rimane di noi

Cosa rimane di noi, di silenzi e parole, di dubbiose certezze, d’impalpabili sogni, segreti in fondo al cuore. Cosa rimane di noi, viandanti di brevi giorni, riflessi di luce d’anima, preziosi aliti di vita. Forse un fiorir di gioie in primavere nuove, forse il sorriso dato, lo stupore, l’incanto e l’amore che ci ha generato.

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di Luisa Pira

Camminerò sui tuoi passi

Sulle strade dell’anima, senza stagione e senza tempo, raccoglierò di te il silenzio, e i colori del tramonto. Ascolterò di te la nostalgia e i momenti più scuri. Ritroverò i tuoi sogni e i pensieri più belli. Ricorderò di te i sorrisi, le parole mai dette. Respirerò di te la fantasia e i profumi delle illusioni. Camminerò sui tuoi passi, verso un mondo migliore.

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di Rosy Pozzi

Un pensiero dalla Croce

Lungo è il cammino, irta e faticosa è la via, la strada s’inerpica su su dalla valle … assai lontana è la Croce… Ma la Croce ci attende… fiduciosa… in questo Suo giorno indugia i suoi cittadini protetti, i turisti, i devoti… memori degli sforzi degli avi, tutti insieme per partecipare raccolti alla Solenne Preghiera… Un inno a Dio dalla cima dei monti, un elogio a questo gruppo operoso, un Requiem ai cari perduti antenati che da quassù risentiam più vicini, una preghiera per noi tutti presenti, un pensiero ai nostri diletti assenti, ed un coro, un suono, un applauso che echeggian fin giù nella valle… Eccoci Croce… siam giunti alla cima stanchi, ma ora umilmente prostrati. Eccoci… riuniti nel Tuo Santo Nome Eccoci qui… ad esternarti Amore. E la grande fatica già se n’è andata, il pesante fiatone già non c’è più, or rivive e pulsa felice il nostro cuor, in questo giorno ad emerger sovrano è ancora una volta il grande amor.

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di Rosy Pozzi

Infinito mare

Bianche spumeggianti onde s’infrangono impetuose sulla spiaggia. Al di là un azzurro delimitato mare si agita fino a diventare un’immensa linea blu di calmo e splendido infinito. In questo grandioso, tranquillo e rilassante sfondo ci godiamo, viviamo e respiriamo il nostro mare. Un brillante e cocente sole lo sovrasta, lo illumina, lo fa risplendere e fra cielo e mare tutto si avvolge e si trasforma in uno splendido scenario. E dalla spiaggia ci godiamo l’infinito. E vorremmo sempre rimanere così … nell’infinito, … all’infinito…

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di Michele Prenna

Se l'uscio è chiuso

Vano il tuo battere alla porta

quando l'uscio non gradisce

perché si dica pure il contrario

il bussare continuo è irritante

e il cuore si serra a difesa.

Chiamalo insultante egoismo

carenza d'un io solidale

ma in sostanza è rifiuto

di contagiarsi al tuo male.

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di Michele Prenna

Venti anni

Col senno di poi

che belli i venti anni!

Età d'azione e d'amore

pronta alla rivoluzione

così appare al ricordo

d'indulgenza colmo.

La realtà è piena di studio

d'ansia d'incerto futuro

quando il lavoro scarseggia

e si aspira a farsi la casa.

Che duri i venti anni

col senno di poi!

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di Gianluca Regondi

Una promessa matura

Ora le luci si fanno fioche sin dal mattino brumoso ed il sole sembra nascosto in un cammino allontanato, come partito all’improvviso dal silenzio che non dà pace. Ho dimenticato le radici nel nudo trascorrere di un pettegolezzo gustoso come se i dialoghi dei fiori fossero già appassiti senza fine e senso. Non ha senso l’amore che provo nello sguardo torvo di un corvo che galleggia nell’aria nel suo richiamo alla preda. Non ha senso pensarti qui tra le mani e il filo sottile che vorrebbe unirci nell’attimo, non ha il coraggio necessario d’immaginare. Ora le luci sembrano spente ascolto il respiro delle strade laggiù tra i campi sento il bisbigliare del grano chiedere alla pioggia una promessa matura.

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di Gianluca Regondi

I luoghi appesi alla propria fine

Macchie di buio momentaneo nelle irrisolte e vacue fughe dai luoghi appesi alla propria fine senza una traccia dei fogli sporcati da questi tentativi quasi malati d’assenza. Avrei altri ricordi che bussano per essere scoperti e riconosciuti poi come tali. Sanno solo giocare ancora nel silenzio che nasconde ogni saluto, ogni via che s’imbianca di tempo diventando quasi un vecchio che sa della vita e di quei luoghi appesi alla propria fine. Come macchie buie di tempo che t’appartiene e che è solo buttato tempo nel vano gioco del desiderarti, del volerti con me in questo grido senza ritorno senza echi possibili d’amore o semplici sorrisi disegnati nel cielo mai vuoto di rondini allegre. Mi commuove ancora la vita mi commuovono le tue braccia conserte in attesa come se sapessero già

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di cosa ti racconterò e cosa incontrerò nel colore dei tuoi occhi che ho qui con me. Non so dirti dove finirà il tempo e nemmeno comprendere il disegno tracciato nel suo garrire e del mio cercarti.

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di Giovanna Rispoli

Io e te

Combatto. Combatto affinché tu possa vivere sereno e felice. Felice nell'amore della famiglia che con tanto sacrificio, pazienza e speranza ho cercato di donarti. Combatto i mostri che mi hanno lacerato dentro affinché tu non possa conoscerli mai! E lotto. Lotto perché tu possa comprendere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Affinché il tuo cuore colga chi ti Ama veramente e perdoni chi non l'ha mai fatto col cuore... Lotto perché un giorno tu possa accettare le mie scelte e accogliere i sacrifici per il nostro amore. Tu, germoglio della mia anima: ti donerò tutto il mio sapere affinché tu possa essere uomo migliore umile e semplice, ma grande! Ti amerò sempre come solo una madre sa fare! E ti sarò accanto nelle difficoltà e nelle gioie in silenzio, ma attenta! Io e Te un'unica Grande Squadra Combattente!

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di Giovanna Rispoli

Perfettamente combinati

Immagina: io e te! Immagina il nostro tempio Immagina le nuvole che ci fanno ombra. Immagina le stelle che ci illuminano. Immagina il volo di un uccello. Il suono di un flauto lontano. Immagina: io e te! Immagina l’inchiostro che bagna il foglio. Il pianto di un bambino e lo scroscio delle foglie… La rugiada del mattino e la sabbia bagnata dal dondolare delle onde. L’ululato del vento e il canto del temporale. Due meta perfettamente combinate! Immagina: io e te Angeli donati dal Signore, l’uno all’altro.

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di Carlo Romano Dov’era lei? Dov’era lei? Mentre su dal ponte guardavi l’acqua scorrere e tristemente ti perdevi in un macabro pensiero. Dov’era lei? Quando ubriaco fradicio ti lasciavi andare come un dissennato in un dolore indegno, disperato, in quanto deluso, smantellato, non smettevi mai di piangere. Dov’era lei? Mentre frustrato ti domandavi… cosa fare, dove andare, se imprecare o no questo destino avverso, per un amore sguarnito, andato perso. Dov’era lei? Quando incazzato nero, eri fuori di te, con il cuore in gola… deliravi, sconvolto e fuso ti domandavi, cosa fare di questa grezza vita, se andare avanti o farla finita. Dov’era lei? Quando con le mani squarciavi la tua carne, mentre gridavi… vita della mia vita, perduta mia speranza, perché lo fai? Dov’era lei? Quando ti accasciasti al suolo e vedesti in un solo colpo il mondo crollarti addosso. Dov’era lei? Nel momento in cui la croce rossa ti portava via, mentre eri in fin di vita? Amara crudeltà, lei era tra le sue braccia a sollazzarsi, gridare, per il piacere infame e vai… vai avanti, non ti fermare, sventrami il corpo e l’anima. Dov’era lei? Se non con lui a ridere di te, a ridere di te.

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di Carlo Romano Potere demenziale Che dobbiamo fare? Non sappiamo questa volta, se andare o no a votare la gente è davvero stanca le vecchie carogne sono tante, stranamente il gregge il pensiero lo mette ma ci sta pure il demente che non tiene testa, tanto meno intelletto lui o lei metterà la croce a chi ci ha già messo in croce a quel potere demenziale che spudoratamente ruba e magna ad ogni occasione. In cabina non c’è più passione, nemmeno affezione, nella mente degli elettori, subentra una grande confusione, uno pensa… “questo ha torto quest’altro… non ha ragione” e la gente tiene a mente fa presente… ai presenti, che ha perso tutto, non ha più niente.

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di T. Santurbano Stetari Finitus Infinito

Il nastro dell’amore

A volte mi accade di galleggiare dentro una membrana di sogni... Sono tutti muti e senza mani... Non posso ascoltarli e non riesco mai a toccarli. Avidamente allargo le braccia, dentro quella fetta di cielo rimuovendo la retina di nuvole che s'incollano ai desideri... Questo amore filettato e silenzioso carnale e impazzito attraversa i respiri che girano dentro la mia bocca. Caldi e dilatati, scorrono nella gola fino ai fianchi ... arcuandosi dentro un nido senza piume. Con le guance rosicchiate dall'amore e influenzate dalle stelle, tirato dentro un ballo di pazzia imparo a peccare coscientemente in un frigido destino.

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di T. Santurbano Stetari Finitus Infinito

Poggiato sulla fronte

Coglimi un fiore stordito, senza corona. Appendilo in croce sulle mie spalle e alzami dritto in cielo, poggiandomi sulla fronte diciassette steli in fila senza spine. Incorona il tuo re senza regno, mistico amore ritagliato a metà dai ricordi. Rinfila i tuoi pensieri che sigillati da rampicanti ciglia, si ammucchiano dentro un nido intrecciato di spensierati sguardi che appena nati guaiscono per un rammentato amore. Confina quel tarlo di bacio sulla mia fronte mentre spolveri con le dita impiastrate di miele e respiri il mio ventre vuoto. Ricalca la tua orma dentro una luce avvilita che disordinatamente piange amore. E tu con le zolle negli occhi racconti di favole piccole, senza storie. La terra brulicata di radici gonfie si arcua... infilata da un pianto ricucito in uno sguardo eterno.

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di Valentina Selene Medici

La luce

E Dio creò la luce così è scritto… ma non per te. Il sole sfolgorante mille colori illumina ma un solo colore vedono i tuoi occhi. La luna rischiarò la buia notte e le stelle furono guida. Ma per guida tu hai solo il tuo istinto e un fedele amico. Ma l’animo tuo ha saputo capire ed accettare l’alto, misterioso disegno e più d’altri vivi con sicurezza l’attesa. E Dio creò la luce così è scritto… anche per te.

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di Valentina Selene Medici

Pianto

Ho ascoltato il pianto di una bimba. Era il primo vagito. Sapeva di vita. Ho ascoltato il pianto di una bimba. Per un palloncino volato. Stupita incredulità. Ho ascoltato il pianto di una bimba. Aggrappata a una bandiera. Una bomba non è selettiva. Ho ascoltato da troppo poco tempo il pianto di una bimba. Mormorava "Mamma". Per mano un fratellino ignaro ancora della parola "Cancro" Ho ascoltato il correre di una bimba su foglie cadute. Mi ha sorriso. In quel sorriso ho tuffato il cuore.

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di Nadja-Florence Siene

Si j'étais un soleil

Si j'étais un soleil, Je brûlerais d'Amour et enflammerais les coeurs Je nourrirais l'espoir et bannirais la peur Je pulvériserais tous ces engins de guerre Et sèmerais de fleurs les sillons de la terre. Si j'étais un soleil, J'éterniserais le beau temps en printemps Je réchaufferais de bonheurs tous les matins J'encenserais de mille parfums les jardins J'engrengerais tant de passions en tournesols. Si j'étais un soleil, Je raconterais aux enfants les contes d'antan J'accrocherais à leurs fenêtres des fils d'or Je réaliserais leurs rêves jusqu'à l'aurore Puis, je passerais la main aux étoiles filantes Pour qu'elles scintillent en rond sur les plafonds. Et moi, pour toi, mon doux soleil, Je brillerai de mille feux, Et des myriades de soleils Illumineront tous nos voeux! Se io fossi un sole Se io fossi un sole,/brucerei d'amore infiammando i cuori,/alimenterei la speranza e farei essiccare la paura/polverizzerei ogni congegno bellico/e seminerei fiori in ogni solco della terra. Se io fossi un sole,/fermerei in eterno il bel tempo primaverile/Riscalderei di felicità ogni mattino/incensando i giardini con mille profumi/depositando nei girasoli le mie smisurate passioni. Se io fossi un sole,/racconterei ai bambini antiche fiabe/guarnendo con fili d'oro le loro finestre/per realizzare i loro sogni finché non giunga l'aurora. Poi, cederei il passo alle stelle filanti/affinché ruòtino scintillanti ai soffitti/ed io, per te, mio dolce sole./Vorrei brillare di mille fuochi,/e miriadi di soli/a illuminare ogni nostro desiderio. traduzione di Filippo Nigro

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di Nadja-Florence Siene

Aveuglement

Les braises incandescentes De ma flamme enragée Brûlent sans relâche. Si tu étais de bois, je t’enflammerais! Si tu étais de fer, je te fondrais! Si tu étais de cire, je te liquéfierais! Incantations et sortilèges, Voyantes et sorcières, Défaits de ton inappétence, Crient au désespoir De ton coeur sous les verrous, De tes écailles sur les yeux, De ta superbe De ton insuffisance De ta ... aveuglement! Cecità Le braci incandescenti/della mia fiamma infuriata/bruciano senza sosta. Se tu fossi di legno, io ti brucerei!/Se tu fossi di ferro, io ti fonderei!/Se tu fossi di cera, io ti scioglierei! Incanti e sortilegi,/chiaroveggenti e streghe,/sconfitto dalla tua inappetenza,/piangente per la disperazione/del tuo cuore sotto chiave,/delle tue scaglie sugli occhi. Della tua superbia/della tua insufficienza/della tua ... cecità! traduzione di Emanuela De Marchi

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di Emilia Simonetti

La bellezza del nostro amore!

Il nostro amore è la bellezza... Non c'è un solo neo che lo possa rendere imperfetto! C'è anima, perché lo abbiamo dentro... C’è pensiero, perché non vi è attimo in cui non avverto la sua presenza, ci sono parole a spiegare il sentimento e occhi per guardarci, pelle da sentire... Bocca da desiderare, mani per accogliere e braccia per stringere e scaldare, difendere e proteggere! Il nostro amore non è stato sempre cielo, ma anche asfalto freddo dove io, pettirosso ferito ho planato per curare le ferite... ma poi il volo è tornato... perché non sei mai andato via... ma solo in silenzio... restato!

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Il nostro amore... è la bellezza... la purezza, l'energia immensa che mantiene viva la mia vita... il mio cuore così come farà con te perché sei cosa troppo bella e rara, che il cielo deve proteggere per me!

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di Emilia Simonetti

Il cielo... con un dito!

Ho toccato il cielo con un dito... Camminato sopra una nuvola... E sotto bellissimo... Amata... cullata, nessuno mai come me... Desiderata come poche. Il sole all'improvviso... L'amore... i sensi... Pensare a domani perché oggi non mi bastava mai e aspettare l'attimo dopo perché il precedente era già trascorso... Piangere della mia felicità… Ridere del dolore dimenticato e usare gl'occhi per guardare, le mani per toccare e non più per asciugare il pianto. Avere piena l'anima, il cuore… densa la pelle…

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Ho toccato il cielo con un dito... vivere per vivere e morire saziata di vita e non soffocata dal rimorso di ciò che sarebbe potuto essere! E' stato... è stato un attimo. un tuffo al cuore... Un attimo di vita che non basterà l'eternità a dimenticare... che ho toccato il cielo con un dito... Perché ho potuto avere te...!

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di Marina Sirolla

Il passerotto sul davanzale

Raccontami una storia passerotto ho tanto sonno non riesco a dormire. La mia mente è piena di pensieri strani e non c'è la faccio a chiudere gli occhi. So che provieni da lontano ed hai deciso di essermi amico per rivelarmi un segreto. Ti prego comincia a narrare ti ascolto in silenzio, con tutto il mio cuore. Porta il mio sonno lontano lontano e fammi conoscere gli elfi le fate, i draghi e i folletti, maghi e sirene. Che possano darmi notti tranquille, ti aspetto domani sul davanzale, ed avrò per te pane e semini. Porta il mio sonno volando più in alto portalo leggero con te.

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di Marina Sirolla

Conto il tempo nelle mani

C'è una pace strana e allora conto il tempo nelle mani. Non sanno queste mani che la memoria è custodita nelle vene in superficie, mentre invocano tenerezza. Solo nel silenzio posso trovare me stessa, in un luogo dove starmene sola, dove cessano tutti i rumori e dove trovi la ragione di quel che sei. Ho nascosto me stessa in un luogo solitario, quella sensazione di pace, figlia di una scelta come uno schermo protettivo. Scavarmi nell'anima, volare oltre le gole, pensare tutto e a niente, vedere oltre l'orizzonte, rotolarmi nella polvere e tessere la tela del tempo. Le mie mani riconoscono il tempo che passa e la trama di antichi colori.

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di Vera Somerova

L’ultima pesca

Il mare è verde oggi. Un battello arranca stancamente tra le onde. Vorrebbe fenderle fieramente. Domarle con la forza della gioventù perduta da tempo… Rosseggia la ruggine dello scafo popolato da alghe e molluschi. Il fumo sbuffa lento dipingendo nuvole grigie qua e là. Un marinaio uscito da una vecchia pellicola scruta l’orizzonte. Il sole è alto e neanche un soffio di vento. “Dove andiamo, vecchio mio in questa bonaccia schifosa?

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Neanche un ghiozzo, entrerà nella rete…” La barca scricchiola come le ossa del suo capitano. Sul lato destro riposa una sirena dai lunghi capelli verdastri. Mezza mangiata dalla salsedine. Mollemente adagiata con l’occhio privo di pupilla osserva la stesa d’acqua malinconicamente. “Canta, Sirena! Il tuo vecchio è di nuovo nel mare… E dicevano che non potevo… Non ero in grado… Vecchio… Vecchio! Privo di forze e buono solo per l’ospizio a giocare a scala quaranta con quei rimbambiti… E dicevano che tu eri ormai andata… Un ferro arrugginito da rottamare…

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ed invece scivoli tra le pieghe marine tintinni di conchiglie, profumi di pesca… Canta, Sirena! Ammalia il mio cuore di libertà per l’ultima volta. non è tempo per omelie non è la fine di un vecchio. Mi permettano, signorie vostre, un’ultima pesca, un piatto di paranza e poi… Ve lo prometto vado a letto. Spengo la luna mi copro con il cielo stellato… E domani il carro del sole tra lingue di fuoco nella sua corsa eterna canterà un requiem soavemente.”

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di Vera Somerova

Tormento dell'umanità

Eccomi qua… mi presento: dell’umanità io sono il tormento dell’albero secolare sono il fusto, e sono divino… un cesare augusto Eccomi qua, gioite, piccoli sciocchi! Io sono i vostri sensi e sono i vostri occhi. Io sono il sapore di una nera sconfitta, l’ultimo capitolo della vostra vita… Io sono quello che vi ricorda che cosa fare… Io sono colui che dovreste solo pregare… Sono la luce nel cielo, l’aurora boreale… Io sono il vostro sangue, la linfa vitale… Si tratta di un ruolo che non ho scelto, e mi ci trovo, controvoglia, fino ad adesso… Vi devo confessare che ero poco svelto, ed ogni tanto temo di esser stato fesso… Io non odoravo di zolfo e non avevo i lampi. Io non puzzavo di pesce e non mangiavo gli scampi… Io non mi sentivo un angelo caduto dal cielo, ed a dire il vero… Non ero poi tanto bello… E non urlavo e non dicevo le parolacce, e non amavo per poi dire: “non mi piace”… Oh sì, lui… lui lo faceva… e come un pazzo godeva… E quando in flagrante l’hanno preso: Rideva!

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Sì, quella volta che era andato con una puttana: nessuno lo ha più visto per un’intera settimana! Ma lui era grande, poteva tutto… Lui era… Satana! Lui… ogni atto lo compiva con una speciale foga; e si sentiva nobile, un principe vestito di nera toga… Ma poi lo hanno scoperto e dal paradiso cacciato e lui fece le valigie… . e sbeffeggiandomi: se n’è andato… Io… sono rimasto con un triangolo in testa a contare gli angeli vestiti da festa. Che noia divina, la notte dei tempi, che calamità! Adamo inventai, poi Eva… E dopo tutta l’inutile umanità… Ah, se avessi saputo quello che stavo facendo! Senza pensare al dopo e scherzando e ridendo, piuttosto avrei creato un altro pianeta. Ma ero ignaro e la terra mi sembrò perfetta… E così da allora io vi perseguito: Perseguitato! Pensate soltanto alle volte che mi avete chiamato, pregandomi e gridando il mio nome invano: nel mentre mi riposavo, tranquillo, sul divano… Io vi ho creati a mia immagine e somiglianza, ecco perché ancora non ho perso la speranza e non vi ho eliminati tutti dalla faccia della terra! E fino a quando ci sarà una sola anima sincera,

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non vi manderò i fulmini e le saette. Giocate pure tranquilli a tre sette, bevete il vino e fumate le sigarette… E proliferate e moltiplicatevi contenti… E mentite e picchiatevi sui denti. Uccidetevi e violentate i bambini, voi, poveri stolti, voi vili cretini. Voi, criminali, bastardi e maiali… Voi, pieni di soldi, privi di ideali. Voi che andate in chiesa a supplicarmi e con i vostri cuori pensate di fregarmi? Voi, che immaginate che con un’elemosina i vostri peccati diventino una cosa minima… Oh, voi che scagliaste la prima pietra, su Maddalena… in quella notte tetra… Voi, pieni di voglie e di desideri repressi di montarvi l’un l’altro tra i cipressi… Mi fabbricate le chiese, piene di altari dove mi invocate, voi, emeriti somari! Ma io sto nell’aria, mi trovo nella neve, e voi non lo sapete ma mi respirate lieve come una polvere da strada… Ed io… Volo! Nelle acque del mare poi nuoto: da solo! Mi sdraio nella sabbia ed ammiro il sole e voglio solo gente che con il cuore mi vuole! Io sono un uccello che canta in paradiso, e sono un sorriso sopra il vostro viso… Io sono una rosa, un fiore profumato, Io sono un’ape che vola sopra il prato, io sono una formica, un cane dimenticato,

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io sono la piaga sul petto di un mentecatto… Mi piacciono le canzoni e detesto i vanti ed odio i mea culpa e non sopporto i pianti! Voi, gregge di gentaglia di animo piccino, voi, che credete d’avermi vicino… Ma quanto vi sbagliate, voi altri, sul conto mio Ora basta! TREMATE! Farò il Dio… da “Lo sperone del gallo” il Filo Albatros 2008

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di Rita Stanzione

Ciò che è dato sentire

Intoccabile, il senso di compiuto e scivola il primo verso sul bordo di una felicità contratta come saperti amare meglio stringendo la parola tra le dita. E’ questo cercarti che non si cancella traccia di evocazioni svestite e dietro geometrie visibili echi, tra le costole spingono nuvole imprecise mi piove dentro, la fantasia… non ho riparo. Di me, di te ciò che è dato sentire è quel fiore aggrappato sulla radice.

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di Rita Stanzione

Cospirazione

A sera la distesa di cardi (tutta la casa) cento pungiglioni ronzano sul prato - come prova ti dico “sfiora la pelle” frecce e fiamme senti, la cospirazione… quel tuono in ritardo, fiato che chiude l’estate tracima la schiuma, la luna non s’è vista (mai) tanto incinta resta il gatto sulla stufa, ingrifato. Questo, tutto: noi e le fusa morbida è l’ora, scaviamo lo spazio per la coda.

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di Antonella Stelitano

L’amore è…

L’amore è vortice di passione travolgente. Accogliente mare aperto dov'è ancorata la nave della Felicità. É fitta rete che intrappola... È raggio di sole che s’infiltra nell’anima per strette oscure fessure illuminandone l’esistenza. Fa volare con dorate ali su dimensioni fatate, inattaccabili... - non dolore, né preoccupazioni, né pene... - ma solo Paradiso infinito dalla fiamma dell’amore alimentato. L’amore è pensiero costante dal primo respiro,

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dal primo battito di ciglia e l'alba sbadiglia... fino a quando la luna dal suo angolino cede il posto a neonato mattino. È labirinto tra oscuri angoli e misteriosi vicoli, talvolta illuminati. Ma sempre, amorevolmente abbracciati, è l’unione di due cuori innamorati.

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di Antonella Stelitano

Anime senza patria

Anime senza patria vagano come relitti di porto in porto scappati dalla guerra, dalla miseria più nera in cerca di una sicura dimora. Giorni e giorni ammucchiati come fili di paglia nei covoni, penzoloni tra sospiri e pianti, tra risi, speranze inseguire un sogno. Un focolare rassicurante lontano dall'eco assordante di spari, di atterrite grida che trafiggono come pugnali logorano come tarli... Umana bontà accoglierà l’anime in fuga tirandoli fuori dall'inferno rasserenando il loro inverno, ma sarà solo un arcobaleno nella tempestosa esistenza.

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E intanto anelano patrie senza guerre, senza fame, senza odio... Stringersi tutti in un gaio girotondo un abbraccio col mondo.

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di Grazia Tarascio

Il camaleonte

Io sono fuoco ardente in un braciere antico. Sono vento del deserto che spira sulle dune. Sono anche rugiada del mattino. Acqua fresca di fonte pura e limpida. Sono tutto quello che tu vuoi che io sia per te, solo per te. Nel tuo mondo prenderò le forme che tu mi vorrai dare. Sarai sempre libero di inventarmi ogni giorno. E io sarò lì come un camaleonte a farmi disegnare dalla tua fantasia. da “Ho sognato l'amore aveva i tuoi occhi”

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di Grazia Tarascio

Lei ha gridato il tuo nome alla notte

Lei ha gridato il tuo nome alla notte, le stelle non rispondono, mai... Brillano, ma ascoltano senza fiatare il canto della fanciulla. In mano tiene gambi di rose, senza fiore. Corolle prive di petali, solo spine pungenti, che trafiggono l'anima dissolta, spogliata da quelle mani ruvide, assenti oggi sopra di lei. Si sente nuda, al cospetto delle stelle che sanno ascoltare, ma non fiatare. Aneliti di conforto... Sperduta in infranti patimenti, spenta da malinconici tormenti. Lascia cadere a terra i gambi mentre il suo cuore brucia di spasmodica e smembrante attesa tua… Grida... il suo urlo alla notte, di un fiore reciso da te...

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di Tiziana Tius

Porti la croce

Porti la croce tua alla mia

sulle colline memoria

migliaia di piccole mani

al cielo grigio-verde tendono

veleggiano

asperge un canto, breve.

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di Tiziana Tius

Srotola

Srotola riverso pensiero,

per ogni bomba dove il cielo:

dietro lo squarcio un vagito

sotto la palpebra sghemba

nella feritoia d'un diniego

la fiaba d'inverno gela

sopra il seme ch'è pane

raggio di luce dalla brocca saggia

sottile sibilo la notte

getta il tuo destino al mio

buona sarà la sorte.

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di Karen Tognini

Respirando l’infinito

Toccando con un dito il profilo delle mie labbra umide di mare immergendo il mio sentire poesia nell'ultimo raggio di un sole rosso piedi nudi lambiti dall'onda respirando l'infinito... Ho carpito l'attimo di un battito d'ali! Nella Luce dei miei occhi i tuoi occhi l'Oro di un solitario gabbiano.

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di Karen Tognini

Sempre per sempre

Sempre sei sarai la parte d'oro del mio cuore. Hai indossato ali d'Angelo per volare nelle azzurrità di cielo dove i nostri sogni si sono intrecciati. Baciati da rugiada di sole beviamo ambrosia ogni giorno in calici di calle bianche inebriandoci in esplosioni di stelle. Le nostre labbra bagnate vibrano felici dolci parole d'Amore tuffando i nostri sorrisi di emozioni senza tempo in un letto sfatto di poesia.

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di Massimo Turbi

Come camelie in fiore

Profumi come camelie in fiore leggiadre come raggi del sole inebrianti nell'orizzonte perduto tra le guance rosse d'imbarazzo lieve odo ascoltare il silenzio della luce nei meandri del tempo sussurrando il respiro nelle apprensioni che animano la ricerca dell'assoluto dentro me il brusio lontano accende i variopinti turbamenti nelle inquietudini di giochi lontani rasserenandomi quando sei qui con me abbracciata alla mia anima assetata di te.

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di Massimo Turbi

Siamo respiri

Siamo respiri nelle follie eterne presagi infiniti nelle immense dedizioni che liberano la mente dal passato prossimo rievocando l'amore che germoglia con il sorriso del sentimento nelle mani giunte baciate dalle labbra profumate d'assenzio terra feconda culla tenero virgulto in sottile fusto di luce e sentimento.

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di Lorena Turri

La colpa è dello sguardo

D’inerzia trasudando,

una gonna ingiallita ondeggia lenta

e d’afa veste ancora un altro giorno.

Dentro allo sguardo, resta l’occhio muto,

colpevole di lame dentro al petto

e fermo in mille schegge di dolore.

Ma d’esserne ferito non dà segno

il merlo che zampetta circospetto

con il suo lombrichetto in mezzo al becco

sull’erba del giardino rinsecchita.

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di Lorena Turri

Filù

Filù aveva un filo

sottile di seta

legava il silenzio

a un aquilone

nella grazia del volo

Filù, capiva l’amore.

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di Chiara Vacchieri

Dai Monti ... alla deriva

Ipocrisie costruite su sociodrammi, pagate dalle tasche degli onesti, soppesate verità spacciate in grammi per alterare la coscienza dei dissesti. Titoli di cronaca come decreti d’ingiunzione mascherano una politica corrotta, attirando della decenza l’attenzione per distogliere la giustizia dalla bancarotta. Governati da un bordello di cani rognosi, noi, pecore convinte di essere tali, ci lasciamo sbranare da porcelli vogliosi andando al macello con in tasca le cambiali. Quale sarà l’epitaffio di questa crisi? Rivoluzione o schiavitù? Ma che finisca con musi appesi o bianchi sorrisi spero proprio che a deciderlo sia anche tu.

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di Chiara Vacchieri

Chiara Luce

La voce del sogno si colora tratteggiando il mio nome con l’ombra della luna che si fa chiara come la pelle della Verità. Ammantata di cielo l’anima mia si veste di sole drappeggiando il dolore che si fa rosso come il sangue dell’inferno. Nell’ascolto del cuore la luce del bello fiorisce scolpendo il profumo del buio che si fa intenso nel firmamento dei colori.

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di Maria Grazia Vai

Cosa importa

Di tutto l’andare del vento solo la pioggia sottile di un fiore siede i ritorni d’un tempo imperfetto. Quello che riconosce la mano che ascolta - come fosse degli angeli - il nome d’una carezza di giorni a venire. E passa senza fermate. Ed è già ritorno che dorme i sogni distratti di un bimbo lontano. Quello che piove le foglie di un giorno di sole come fossero nuvole d’aprile. Eppure l’inverno mi tace. Come caduto dentro un amore che non esiste, come lo sguardo di un viaggio perduto che mi chiede ancora sete e bocche da parlare. Cosa importa se nessuno ascolta. L’odore delle piccole cose vaga in cerca di un luogo che non esiste. In quella stazione dove tutto, senza parlare grida la vita e l’altrove. E la neve (cade dal cuore).

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di Maria Grazia Vai

Tornami

Sotto a un pruno la vita sarebbe cresciuta ancora. L’amore avrebbe scostato i rami e tu qui, dentro me a volermi ancora fra le tue gambe come uno sguardo infilzato tra i fili d’erba della tua mano. Ti sfiorai le parole e divenni la bocca che sfama la sete. La notte che illumina l’acqua delle tue attese. M’insegnasti la gioia ed ebbi fame di nostalgia come certi risvegli di notte - improvvisi - come pioggia nei cieli d’Agosto certi odori hanno ancora i colori forti di quell’attimo che cambia le cose. Quello in cui l’aria si fa tormento e voce di qualcosa che accadendo lascia ogni altrove. Lasciandoci appesi - come stranieri in cerca di una bandiera - dove le foglie gemmano anche d’inverno,

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tutto quello che non trovano dentro i cancelli del cuore - o i rami secchi di un mattino d’Estate - dove attendo ogni sera l’alba del tuo ritorno.

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di Roberta Viotti Eowyn

Il percorso

Ho scritto la mia eternità timida come un disgelo

e se ti guardo ho folli i piedi e una terra indolente

- dimmi dove vai quando mi scordi –

Porti il mio nome nella bocca

magnifico amore

e la bellezza della devozione

nel mio grembo di conchiglia.

(Addì, 29 gennaio 2012)

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di Roberta Viotti Eowyn

Le cose mute

Quando lui lascia il bicchiere sfioro l’impronta

e ci sono orizzonti nei cerchi aperti

e richieste nascoste

e lunghi baci silenziosi

- tutte le cose mute –

La sua voce confonde il Paradiso.

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di Anna Maria Virgillito

Ti lascio lì

Ti lascio lì ad ascoltare il silenzio dopo il rumore di un memorabile giorno, dove le luci della prima alba hanno deciso di riscaldare i miei sensi. Ti lascio lì dove ti lasciano i miei ricordi e ciò che rimane di una mente stanca. Ti lascio lì ad aggrovigliare quel filo poco pregiato con il quale hai intessuto la fitta trama di una sconosciuta tela. Ti lascio lì dove il vicolo è cieco e dove la rondine, a dir tuo, è un aeroplano. Ti lascio lì, in quel posto che io non ho scelto per te in un'isola che non è un oasi e dove la menzogna alimenta, ad esalare l'ultimo respiro di colore, i fiori più belli mai esistiti. Ti lascio lì e lascio me in una capanna, dove il calore di una piccola fiamma ancora mi conforta, dove il silenzio non procura più inquietudine e la mano sincera mi riscalda e rassicura, dove le parole non vogliono più essere udite, dove la calma e la serenità fanno a pugni con i segni lasciati di un tempo poco onesto e gentile, per dare inizio a una meravigliosa opera. Mi lascio lì dove i fiori crescono sul cemento, perché figli di un amore così grande. Mi lascio lì,

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dove i fogli bianchi si riempiono e dove gli unici soprammobili si chiamano penne, dove le mura si colorano di sogni, dove la rondine se passa, è solo e nient'altro… che una meravigliosa rondine. Mi lascio lì a guardare oltre le mura di cinta, tra fantasia e realtà e aspetto di veder volare quei fogli non più bianchi colorati finalmente di vita.

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di Anna Maria Virgillito

Dolce sogno

E mentre dormi ti bacio con la mente, per non disturbare le tue ore quiete… Mentre tu sogni il tuo mondo d'amore, i passi sono leggeri e colorano di vita, i tuoi dolci pensieri. Io sto qui in silenzio mi appresto a cullarli, e tra una nuvola e l'altra che cavalca la notte così buia, li affido al cielo perché arrivino in alto, dolce dimora di una luce d'amore, che illuminerà i tuoi passi quando i miei baci saranno un ricordo, quando i tuoi pensieri si faranno pesanti, quando un giorno sognerai che mentre dormivi, la mia mente ti baciava sperava e desiderava, scrivendo per TE con l'inchiostro indelebile dell'anima chiusa in uno scrigno di desideri, sulle minuscole righe di questo libro chiamato ...Vita il più bello tra i sogni, il più forte tra passi,

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il più bello tra i colori di un arcobaleno armonico, chiamato " Felicità ".

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di Mara Zilio

Le parole che non ti ho mai detto

Con le conchiglie bianche

ho scritto sulla sabbia bagnata

le parole che non ti ho mai detto

il vento le custodirà

e le onde del mare

s'inchineranno...

I cuori come nuvole

navigheranno nel cielo

le tue mani mi vestiranno di sole

e le mie ti vestiranno di luna

- sotto le stelle -

le nostre anime

bruceranno di passione,

tutto parlerà di noi.

Il tempo diverrà eterno

e i nostri occhi firmamento.

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di Mara Zilio

Sei planato nella mia Anima

Sei planato nella mia Anima muovendo le ali velocemente, attraversandola, scuotendola con pensieri inattesi, come il mare in burrasca che sbatte le onde sugli scogli. E’ qui, nella sabbia, guardando il tuo cielo che hai deciso di scrivere con un sasso o una conchiglia tutta la rabbia, la disperazione che giorno dopo giorno ti fa morire dentro. Mi domando a chi importa se hai fame, se sei muto o parli, se indossi scarpe bucate, vestiti strappati, o puzzi. Se domani sarai stecchito. Ti fa male vedere l’indifferenza della gente, distratta da altro, finge di non vedere e sentire nulla. Tanto arriverà il vento e le tue parole, non si vedranno più, saranno dissolte.

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Ma ogni granello di sabbia porterà la tua impronta. Nessuno potrà cancellarla, solo l’alta marea avrà la forza di farlo. Gli echi del tuo cuore che batte ma non vive, resteranno sepolti nelle profondità degli abissi segretamente custoditi.

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di Italo Zingoni

Un giorno di carta bruciata

E’ un altro giorno di carta bruciata e i conti non tornano. Se appena una voce uccidesse il silenzio che ho intorno come un raggio di sole trafigge le nubi e se ancora un sussurro o un grido distogliessero il muto mio sguardo da questo infinito orizzonte che sfuma, avrebbe un senso questa vita bugiarda. E’ lei che invece mi guarda da un punto forse troppo lontano. Così mi rimane soltanto come un batter di ciglia una vuota conchiglia, un gabbiano a contare i miei passi nel vuoto che di pensieri è ricolmo e di vento che li porti per sempre lontano.

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di Italo Zingoni

Oggi

E’ una somma di attimi la vita che si staccano come cellule impazzite a inseguirsi senza una comprensibile ragione e in apparenza senza via d’uscita oggi si scompone un fragile universo una sola vita come fosse oggetto di un destino che ti scrive su un muro la rassegnazione al male di vivere che ci trafigge su una croce e a volte la tua voce è un grido soffocato da uno straccio che ti toglie perfino la parola e resti muto di fronte ad una libertà negata e al vuoto che avanza e si riprende spazio. In questo senso comune di crisi disperate ben poco ci è concesso a dire il vero, ché il potere ci uccide e poi ci chiede il conto magari da pagare in non so quante rate. da RACCOLTA DIFFERENZIATA – 2010/2012 –

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Ringrazio tutti gli Autori che hanno aderito a questa antologia poetica… grazie di cuore! Acireale Sara Maria Rosaria Agrosì Daniela Albora Marinella Arcudi Lilly Belfiore Mariapina Buono Nunzio Cacace Antonella Cappelloni Gastone Carlini Alessio Carniti Emanuela Cattani Rusich Daniela Caviglia Adriana Centofanti Lorena Cervone Lucia Cimini Eleuterio Citarei Loretta Rosa Blu Costarella Bibiana Cotugno Matteo Cubicciotti Aurora Dadone Antonella Daolio Liviana De Iudicibus Rosalba Della Porta Momo Di Caro Valentina Di Vona Rosalba Donà Franca Ensoli Patrizia Faraci Rosario Fasani Pietro Erasmo Ghiribelli Francesca Gilioli Luca Giovinazzo Maria Pia Intruglio Lina Jacono Ada Kospan Tony Libero Adele Licata Melina Lo Presti Emanuele Magi Manuela Magnasco Claudia Manicone Nicola

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Meola Antonio Merlino Biagio Mignosa Tiziana Montali Ilaria Morganella Genoveffa Genni Mosca Silvano Mutarelli Fatima Negro Federico Occhetto Francesco Pace Antonio Palermo Antonella Paterini Samuel Paudice Massimo Piccolo Tina Pinochi Cristina Pira Luisa Pozzi Rosy Prenna Michele Regondi Gianluca Rispoli Giovanna Romano Carlo Santurbano T. Stetari Finitus Infinito Selene Medici Valentina Siene Nadja-Florence Simonetti Emilia Sirolla Marina Somerova Vera Stanzione Rita Stelitano Antonella Tarascio Grazia Tius Tiziana Tognini Karen Turbi Massimo Turri Lorena Vacchieri Chiara Vai Maria Grazia Viotti Roberta Virgillito Anna Maria Zilio Mara Zingoni Italo

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Foto di copertina: cielo al Poesia Festival – Matteo Cotugno