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Un percorso tra fede e scienza a Firenze l’Osservatorio Ximeniano e il contesto storico MARIO CALAMIA Presidente Fondazione Osservatorio Ximeniano onlus Firenze, Museo Galileo 12 novembre 2015 Convegno organizzato nell’ambito della Quinta Conferenza Ecclesiale Nazionale, Firenze 2015, e della visita di Papa Francesco

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Un percorso tra fedee scienza a Firenzel’Osservatorio Ximeniano

e il contesto storico

MARIO CALAMIAPresidente Fondazione Osservatorio Ximeniano onlus

Firenze, Museo Galileo12 novembre 2015

Convegno organizzato nell’ambitodella Quinta Conferenza Ecclesiale Nazionale,Firenze 2015, e della visita di Papa Francesco

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Un percorso tra fede e scienza a Firenze*

L’Osservatorio Ximeniano e il contesto storico

MARIO CALAMIA,Presidente Fondazione Osservatorio Ximeniano onlus

Firenze è a giusto titolo riconosciuta “Città d’arte”, e questoaspetto prevale sull’altra Firenze, quella tecnologica e scien -tifica, di grande rilievo anch’essa, a me particolarmente a cuoreper la mia formazione professionale, ma alla quale non si dà ilrilievo che meriterebbe.

Firenze è sede di Istituzioni scientifiche di grande spes-sore: e mi riferisco non solo a quello che è, ma anche a quelloche è stato. Di questo vorrei dire qualcosa, perché, in qualitàdi Presidente della Fondazione Osservatorio Ximeniano, vivol’atmosfera magica di quello che ha prodotto la Scienza a Firenzenei secoli scorsi in un intreccio unico con la Fede.

Prima di parlare dell’Osservatorio Ximeniano vorrei fare unpasso indietro per evidenziare quei segnali che si avvertironoanche nei secoli precedenti, ma che ebbero nel 1600 una forteevidenza. E il pensiero corre spontaneo al Fondatore della Scienzamoderna, Galileo Galilei, il quale proprio a Firenze fece sentiremaggiormente l’opera sua.

E ricordando Galileo non posso non pensare a quel quadrodi Cesare Cantagalli che rappresenta un Galileo vecchio, ormaicolpito da completa cecità che detta le sue memorie a uno Scolopio,Padre Clemente Settimi.

Questo quadro è conservato nel Museo di Asciano (Siena)ed è il risultato di un concorso svoltosi a Siena, alla fine del 1800,sul tema Galileo e gli Scolopi. Presso gli Scolopi, a Firenze, èconservata una bellissima copia del dipinto come nell’ar-

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*Convegno organizzato nell’ambito della Quinta Conferenza Ecclesiale Nazio-nale, Firenze 2015, e della visita di Papa Francesco.

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chivio degli Scolopi è conservata la lettera che San GiuseppeCalasanzio indirizzò al Rettore degli Scolopi di Firenze il 16aprile 1639, in un inciso della quale si dice fra l’altro:

Et se per caso il Sig. Galileo dimandasse che qualchenotte restasse là il P. Clemente, (Settimi), vostra riv-erenza glielo permetta e Dio voglia che ne sappiacavare il profìtto che doveria.

Notare che per San Giuseppe Calasanzio, il P. Settimi, dovevaimparare dal grande scienziato.

Questa lettera merita una profonda riflessione. La Chiesa dauna parte condannava Galileo ma da un’altra parte, sempre nel-l’ambito della stessa Chiesa, una intelligenza illuminata, indicedi Santità, consigliava strade diverse.

Già nel 1600, gli Scolopi si manifestarono attori importantisulla scena scientifica fiorentina anche raccogliendo, come nelcaso citato, le riflessioni scientifiche di personaggi illustri.

E restando nel 1600, a Firenze, altro grande esempio di

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Galileo Galilei detta le Osservazioni al segretario, Vincenzo Cesare Cantagalli, 1870.

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percorso incrociato tra Fede e Scienza è certamente quello diNiccolò Stenone. Il suo vero nome era Nils Stensen, danese dinascita, viaggiatore di Europa, ma fiorentino di adozione.Considerò Firenze la “sua seconda patria”.

È difficile condensare in pochi minuti l’opera di NiccolòStenone, anche perché altri potrebbero farlo meglio di me.

Nato a Copenaghen nel 1638, studiò e si laureò in medicinanel 1664. In campo medico ha lasciato il segno: la scoperta deldotto principale della ghiandola parotide, “dotto di Stenone”.

Nel 1666 si trasferì a Firenze presso la Corte del Granducadi Toscana, Ferdinando II dei Medici, allora punto di incontrodi alcuni dei più importanti scienziati del tempo.

Qui, a Firenze, Stenone trovò l’ambiente più idoneo sia aisuoi studi scientifici che alle riflessioni sulla Fede.

Per i primi, oltre a proseguire gli studi anatomici, rivolse ilsuo interesse anche alla geologia e mineralogia, lasciando anchequi il segno come fondatore della geologia moderna.

Per le seconde (le riflessioni sulla Fede), Stenone, di fedeluterana, si convertì al cattolicesimo il 2 novembre del 1667.

Firenze lo sollecita particolarmente: si dedica agli studi deitesti biblici e patristici in lingua ebraica e greca in quella BibliotecaLaurenziana adiacente alla Basilica dove poi sarebbero stateaccolte le sue spoglie.

Nel 1675 venne ordinato Sacerdote e celebrò la prima Messanel Santuario della SS. Annunziata il 14 aprile dello stesso anno.Nel 1677 fu nominato ‘Vescovo titolare’ di Tiziopoli, nell’at-tuale Turchia, e ‘Vicario apostolico’ della Germania setten-trionale, con sede ad Hannover. Non devono meravigliare i dueincarichi in sedi così lontane perché i vescovi titolari “presie-dono” su aree in mano ai pagani, nelle quali non possono perciòfissare la loro residenza ( Gould S.Y., 1983).

Ma non è che la conversione e gli impegni religiosi rallen-tino i suoi interessi scientifici.

E, infatti, già nel 1668 intraprende il grande viaggio di naturascientifico-geologica, in Austria, Ungheria, Germania e Olanda,con contatti con i diversi ambienti di studio e la diretta visione

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del lavoro nelle miniere,la raccolta di campionidi minerali che avreb-bero arricchito le duegrandi collezioni me -dicee, quella di Pisa equella fiorentina Pa la -tina.Ho voluto isolare, dallaricca vita di NiccolòStenone, questi anni chetestimoniano come laScienza non gli fa tra-scurare la Fede tanto daportarlo alla sua con-versione al cattolicesimoe come la Fede non inter-rompe il suo percorsoscientifico, anzi lorafforza.

Il 23 ottobre 1988, Papa Giovanni Paolo II lo ha proclama -to Beato.

Ma io sono qui come Presidente della Fondazione OsservatorioXimeniano ed è di questa Istituzione che voglio parlare per dareconferme al tema del Convegno.

L’Osservatorio Ximeniano fu fondato nel 1756, a Firenze,dal gesuita Padre Leonardo Ximenes come OsservatorioAstronomico ed affidato nel 1773 agli Scolopi, i quali, comeabbiamo visto col caso Galileo, coltivavano in maniera parti-colare gli interessi scientifici. Questi interessi li spinsero a sti-molare nei giovani l’amore per la Matematica e la Fisica e miseroa punto il primo testo di matematica, adottato dapprima nelleloro Scuole e successivamente nelle altre. Nel testo venivanoordinati gli argomenti seguendo un metodo che derivava dallaloro esperienza didattica, improntata al metodo sperimentalegalileiano.

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Niccolò Stenone

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L’Osservatorio Xime -niano diventò subito unaIstituzione scientifica dirilievo nel panorama nonsolo nazionale. Il nomedi Osservatorio Xime -niano fu dato dagliScolopi, alla morte delsuo fondatore LeonardoXimenes (1786), il qualelasciò agli Scolopi, contestamento, tutti i suoibeni, in particolare laBiblioteca che ancoraoggi si può ammirare conla ricca dotazione di testidel Seicento e del Set -tecento.

Da allora alla Dire -zione dell’Osser vatoriosi sono succeduti i Padri Scolopi, fino alla trasformazione in“Fondazione Osservatorio Ximeniano” nel 2004. Da tale datail Presidente della Fondazione è stato per Statuto il Padre Provincialedella Provincia Toscana degli Scolopi fino alla modifica statu-taria del 2014 che ha cancellato tale clausola.

Alla Direzione dell’Osservatorio Ximeniano si sono succe-duti Scolopi illustri che ne hanno fortemente caratterizzato leattività scientifiche.

Infatti gli Scolopi sono, come detto, un Ordine religioso par-ticolarmente dedito alle Scienze in senso lato e l’OsservatorioXimeniano ne è la testimonianza più viva. Ma la ricerca scien-tifica è stata sempre sorretta da un profondo spirito religioso.Basterebbe scorrere le note biografiche di tutti quei Padri, Direttorio meno, che si sono aggirati nello Osservatorio Ximeniano, pertrovare conferme sempre più valide.

Ma diciamo qualcosa sulle attività scientifiche-

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La Biblioteca Antica dell’Osservatorio

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Le rilevazioni meteorologiche iniziarono formalmente nel1812 grazie a Padre Giovanni Inghirami, mentre gli studi sismo-logici si svilupparono nella seconda metà dell’ottocento graziea Padre Filippo Cecchi e continuati poi da Padre Guido Alfani.

Di non minore importanza gli studi matematici e cartogra-fici iniziati da Padre Giovanni Inghirami e continuati dagli altriPadri.

E non dimentichiamo padre Eugenio Barsanti, l’inventoredel motore a scoppio, al quale l’Osservatorio Ximeniano ha dedi-cato una sala e del quale conserva i disegni originali e un modellodel primo motore da lui realizzato.

Vorrei però soffermarmi su un personaggio di assoluto rilievoscientifico, che mi è diventato particolarmente caro quando hopotuto accedere ai suoi lavori, Padre Guido Alfani. Grande sismo-logo, ha dato contributi importanti in tale settore. L’OsservatorioXimeniano conserva importantissime testimonianze, che susci-tano ancora oggi ammirazione per le soluzioni proposte nellarilevazione dei fenomeni sismici.

Ma l’aspetto più sorprendente è che intuì che la modernasismologia aveva bisogno di un riferimento temporale certo percorrelare in maniera precisa gli eventi sismici che si manifesta-vano in una certa zona e in un certo momento. E….diventò unradiotecnico!

La conoscenza dell’ora esatta era fondamentale negli studidi sismologia.

Lo aveva capito bene e allora vediamo cosa Padre GuidoAlfani scrive in una sua pubblicazione “Servizio dell’Ora”, del1928:

– “Nelle stazioni sismologiche moderne la precisionedell’ora costituisce uno degli elementi più impor-tanti, se non addirittura il più importante fra tutti, enon saranno perciò mai troppe le precauzioni perottenerla e conservarla inalterata ed esatta”.

– “Fino al 1912, (anno nel quale feci il primissimoimpianto di una Stazione R.T. ricevente oraria), ladeterminazione dell’ora venne sempre e regolar-

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mente eseguita quasi ogni sera, ma almeno ogni duegiorni, mediante le culminazioni di stelle al can-nocchiale meridiano”.

– “Poiché questo Osservatorio, come è noto, da moltianni si occupa in prevalenza di sismologia, hoavuto somma cura affinché la precisione dell’orafosse inappuntabile ed ho, per questo scopo, dispostoun impianto specialissimo che ne garantisce i risul-tati.”

Cosa era successo?Padre Alfani aveva cercato di determinare l’ora esatta con gli

strumenti disponibili al momento, ma quando la Stazione radio-telegrafica di Parigi, situata presso la Tour Eiffel, cominciò atrasmettere, nel 1910, regolarmente il segnale orario, non ebbeesitazioni, bisognava ricevere quel segnale e si costruì un appa-rato idoneo.

E nel 1912 quell’apparato fu pronto. Aveva acquisito un“detector elettrolitico Ducretet & Rogers” dalla Casa francesee così nella notte tra il 16 e il 17 marzo 1912 registrò il primosegnale proveniente da Parigi.

Cominciò, in quel momento, una nuova era per la sismologia.Quell’apparato, insieme con quello del 1923 e tanta altra stru-

mentazione è stata recuperata all’Osservatorio Ximeniano inanni recentissimi, a cominciare dal 2007. L’operazione storica-mente e scientificamente di importanza straordinaria è dovutaall’impegno di varie persone, e a quello economico dato dallaDitta CEIA SpA di Arezzo. Oggi la Fondazione OsservatorioXimeniano ha recuperato il 90 % del Laboratorio di Padre Alfani,esposto nelle sue sale con strumentazione perfettamente fun-zionante.

Voglio solo sottolineare che era la prima volta che i colle-gamenti a distanza venivano utilizzati per uno scopo applica-tivo al di là di quello di trasmettere e ricevere notizie di variotipo a distanza.

Guglielmo Marconi si rese conto dell’importanza dell’eventoe venne a trovare all’Osservatorio Ximeniano il Padre Alfani,

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incoraggiandolo e affi-dandogli compiti spe-cifici. Ma la Fede? Che ruoloha avuto?E qui mi avventuro inun terreno che non èproprio il mio, sof-fermandomi su alcuniaspetti della sua vita.Guido Alfani nacquea Firenze nel 1876,

studiò a Livorno presso il seminario Gavi con brillanti risultati.Il padre, illustre Ac cademico della Crusca, lo desiderava let-

terato. Il giovane Guido, alla fine di un secolo di grandi scoperte,come tanti suoi coetanei, affascinato dalla scienza, fervidocredente, con ferrea volontà, raccogliendo il plauso dei supe-riori e dei familiari dapprima reticenti, divenne sacerdote nel1898 e Padre Scolopio nel 1900. La presenza, a Firenze, dell’Osser -vatorio Ximeniano diretto da illustri Scolopi che ormai si eranoimposti all’attenzione mondiale in campo sismologico, ha forseanche favorito le scelte del giovane Scolopio.

Le qualità teologiche e scientifiche del giovane non sfuggi-rono a Padre Giovannozzi, che, come Direttore dello Ximenianolo convinse a seguirlo in qualità di assistente, per poi diventarneDirettore nel 1905 a soli 29 anni!

Basta leggere le cronache dell’epoca che ci dicono dei suoispostamenti, malgrado le sue cagionevoli condizioni di salute,per accorrere e portare parole di conforto e di speranza alle popo-lazioni colpite dalle calamità: non solo scienziato, ma uomo diprofonda fede, nell’esercizio delle sue funzioni!

Quando, nell’autunno del 1940, offeso da una malattia ingua-ribile percepì la sua fine, attese (ci dicono le cronache) con sere-nità la fine, lasciandoci l’immagine di un uomo di grandeinsegnamento e generosità che, alla precaria salute fisica di unavita, aveva opposto la volontà della scoperta dei fenomeni della

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Padre Guido Alfani con Guglielmo Marconi

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natura attraverso la Scienza, conciliandola fin dalla giovi-nezza con una profonda spiritualità.

Ma prima di chiudere questo breve intervento, non posso nondire poche parole sul presente.

La Fondazione Osservatorio Ximeniano custodisce un patri-monio importante e questo basterebbe per farne un Museo diprestigio. Ma la Fondazione non vuole essere solo un Museo eha messo a disposizione degli studiosi le collezioni di dati accu-mulati in due secoli e mezzo. Non potendo d’altra parte crearee mantenere un gruppo di ricercatori autonomi, che nellarealtà scientifica moderna non avrebbe senso, ha stipulato rap-porti convenzionali con importanti Centri di ricerca,ospitati nellesue strutture: l’Istituto di Biometeorologia (IBIMET) delCNR per il settore meteorologico, l’Istituto Nazionale di Geofisicae Vulcanologia (INGV) per il settore sismologico, con l’IstitutoGeografico Militare (IGM) per il settore cartografico e con ungruppo di elettromagnetismo della Scuola di Ingegneria di Firenzeper il settore elettromagnetico. Varie sono le attività in essere etutte volte a garantire che il lavoro di tanti illustri predecessorinon venga dimenticato e abbandonato.

Il presente e il futuro acquistano valore e significato se pro-tetti dal passato.

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