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1 “UN’ESPLOSIONE DI FORZA!” Fondamenti teorico-pratici per l’allenamento della forza veloce, della forza esplosiva, delle capacità reattive e di rapidità dell’apparato motorio, qualità fondamentali per tutti gli atleti. Analisi e riassunto della bibliografia di riferimento. di STEFANO ZAMBELLI, MFS Direttore Tecnico Individual Training Company®

Una e Splosion Ed i Forza

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forza

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Page 1: Una e Splosion Ed i Forza

1

“UN’ESPLOSIONE DI FORZA!”

Fondamenti teorico-pratici per l’allenamento della forza veloce, della forza

esplosiva, delle capacità reattive e di rapidità dell’apparato motorio,

qualità fondamentali per tutti gli atleti.

Analisi e riassunto della bibliografia di riferimento.

di STEFANO ZAMBELLI, MFS – Direttore Tecnico Individual Training Company®

Page 2: Una e Splosion Ed i Forza

2

1^ PARTE

In fisica il concetto di “forza” definisce ciò che causa i movimenti.

In Educazione Fisica e nello sport per capacità di forza si intende “quel presupposto energetico

(condizionale) della prestazione di un atleta che permette di superare opposizioni al movimento

(aspetto dinamico) o di contrastare l’azione di forze esterne (aspetto statico)” (da D. Harre, G.

Schnabel, A. Borde “Scienza dell’allenamento”, Ed. Arcadia).

Nella letteratura sportiva esistono innumerevoli altre definizioni, di autori più o meno famosi,

riconducibili a questa che mi è sembrata una delle più complete (tra gli altri Zaciorskij, Hettinger,

Bührle, Verchosanskij, Kusnesov nonché Hatfield per gli appassionati di body building).

Questo concetto è limitato da molti autori a quelle prestazioni condizionali dove i muscoli sollecitati

impiegano una quota di “forza” superiore al 30% della loro forza massimale. Secondo tali studiosi,

in particolare Zaciorskij, non vi è influenza da parte della forza su prestazioni sportive in cui viene

fatto ricorso a meno del 20-30% della forza massima, e quindi siano possibili prestazioni che durino

anche più ore (settore della resistenza). Secondo altri è una differenziazione puramente teorica che

serve a distinguere il regime di forza da quello di resistenza, e non si può ricavare una limitazione

del concetto di capacità di forza: d’altronde se non si mobilitano le capacità di forza, non si

produce alcun movimento …

L’uomo può solo contrarre i muscoli per manifestare se stesso nell’ambiente, ed ogni seppur

minima contrazione genera forza … (modificato da Sherrington, fisiologo).

La differenziazione più semplice delle capacità di forza è la seguente:

Schema 1

C. DI FORZA MASSIMA nella sua forza pura, la forza muscolare che può essere attivata volontariamente

CAPACITA’ C. DI FORZA RAPIDA dai rapporti esistenti con le altre capacità condizionali derivano le capacità

DI FORZA (o F. VELOCE) “combinate”; a seconda della disciplina ne prevale una , che diventa determinante

C. DI RESISTENZA ALLA FORZA

( o FORZA RESISTENTE)

Nelle opere fondamentali della teoria dell’allenamento vi sono diversità nella classificazione delle

capacità “combinate” rispetto a quelle di base. Tra gli autori c’è sostanzialmente accordo nella

classificazione delle capacità di forza rapida, tra le capacità di forza, perché nella maggior parte

degli sport dove prevalgono le prestazioni di f. rapida e la rapidità di movimento, la forza risulta

determinante per la prestazione. Difficoltosa e problematica invece la classificazione della

resistenza alla forza.

Quindi per tutte quelle discipline dove la prestazione in gara o in allenamento dipende dalla

capacità di forza e di resistenza, a seconda degli autori si va dalla resistenza alla forza (ciclica) alla

forza resistente (aciclica), passando da una differenziazione tra gli sport di resistenza, i movimenti

aciclici e di situazione, gli sforzi statici (Harre, Schnabel; Borde), per arrivare alla trattazione della

Page 3: Una e Splosion Ed i Forza

3

resistenza alla forza, come una forza della resistenza anaerobica locale o generale, …e si potrebbe

continuare.

Fig. 0

CAPACITA’ DI FORZA

RESISTENZA RAPIDITA’

Rapporti tra le capacità condizionali. All’esterno si trovano i concetti d’ordine superiore che definiscono

capacità combinate: All’interno si trovano le denominazioni differenziate secondo la capacità dominante

(da Harre, Leopold 1986)

Un concetto interessante dal punto di vista atletico è quello che lega la capacità di forza massima e

la massa corporea. Nei soggetti allenati, la capacità di sviluppare una forza massima maggiore,

aumenta con l’aumento della massa corporea, ed è per questo che si sono introdotte le “categorie di

peso” negli sport tipicamente di forza (atletica pesante) o dove occorre spostare pesi elevati o

vincere attriti importanti (atletica leggera, canottaggio). Negli sport dove viene impegnata solo la

propria massa corporea, senza spostare nessun peso supplementare, (salti dell’atletica, ginnastica

artistica) ci deve invece essere un rapporto ottimale tra forza massima e peso corporeo.

Occorre dunque raggiungere con l’allenamento quello che si definisce un rapporto peso/potenza

ottimale per la disciplina praticata che viene definito capacità di forza relativa, ricavabile da

prestazione di forza massimale/massa corporea. Questa capacità quindi aumenta se diminuisce la

massa corporea: è quello a cui deve mirare l’allenamento in molti sport. Quando viene raggiunto il

peso ottimale di gara (con una composizione corporea ottimale! n.d.r.) il problema è quello di

aumentare la forza massima senza un risvolto ipertrofico o, comunque, limitando al minimo

l’aumento muscolare (e quindi di peso), perché incrementi eccessivi diminuiscono la suddetta

capacità di forza relativa.

Gli autori specialisti dell’allenamento sportivo hanno proposto, come abbiamo detto, altre

classificazioni per distinguere le varie espressioni di forza, tra cui:

… nell’esecuzione della

prestazione sportiva, la singola

capacità condizionale non agisce

mai isolatamente, ma sempre

combinandosi con tutte le altre

capacità (struttura condizionale

delle prestazioni sportive)…

Page 4: Una e Splosion Ed i Forza

4

Schema 2

ESPLOSIVA accelerazione massimale

DINAMICA VELOCE accelerazione inferiore a quella massimale

secondo velocità

di esecuzione LENTA superamento di resistenze elevate con velocità ridotta e accelerazione

tendente a zero

FORZA secondo

KUSNESOV

STATICA

Oppure:

Schema 3

FORZA TONICA

FORZA FASICA

FORZA FORZA FASICO-TONICA

per VERCHOSANSKIJ FORZA ESPLOSIVA-TONICA

a seconda del tipo di FORZA ESPLOSIVA-BALISTICA

tensione che la FORZA ESPLOSIVA-REATTIVO-BALISTICA

contraddistingue FORZA VELOCE ACICLICA

FORZA VELOCE CICLICA

Page 5: Una e Splosion Ed i Forza

5

Hatfield, famoso powerlifter, distingue:

Schema 4

F. LIMITE massima forza esprimibile dall’organismo utilizzando non solo l’allenamento ma altri sussidi (ipnosi, elettrostim.)

F. MASSIMALE

F. ASSOLUTA massima espressione di forza raggiungibile con il solo allenamento, suddivisa in:

F. CONCENTRATA massimo carico (1RM) con una ripetizione

F. ECCENTRICA massimo carico che può essere “abbassato” mantenendo il controllo; circa il 40% in più rispetto 1 RM

F. STATICA massimo carico che può essere mantenuto in una posizione; circa 20% in più rispetto 1 RM

F. INIZIALE reclutare il n° max di fibre..

FORZA

secondo HATFIELD F. ESPLOSIVA .. e mantenere allenamento

F. AEROBICA endurance muscolare: necessita di un buon grado di resistenza cardiovascolare per sostenere l’impegno muscolare

RESISTENZA ALLA FORZA CICLICA (LINEARE) Protrarre nel tempo e in modo continuativo una prestazione di forza

F. ANAEROBICA

RESISTENZA ALLA FORZA ACICLICA (NON LINEARE) Capacità di ripetere nel tempo espressioni di forza elevate di breve durata senza che vi sia un calo della prestazione

Page 6: Una e Splosion Ed i Forza

6

Ma nel mondo dello sport la velocità regna sovrana (!!), infatti in molte discipline occorre

conferire al proprio corpo, parti di esso, o ad un attrezzo la massima velocità finale possibile.

Non solo: la forza deve essere sviluppata rapidamente lungo la traiettoria di accelerazione

disponibile.Diviene fondamentale quindi la CAPACITA’ DI FORZA RAPIDA, che ha sempre

un’espressione specifica a seconda della disciplina considerata: anche qui vi sono definizioni e

concetti poco univoci tra i vari autori. Verchosanskij e Zaciorskij, (due veri e propri “miti” in questo

campo…), poiché l’impegno dei muscoli nella forza rapida è di tipo esplosivo con velocità massima

di contrazione della muscolatura, utilizzano il sinonimo “CAPACITA’ DI FORZA ESPLOSIVA”,

preferito anche in tutta la letteratura specializzata di lingua tedesca.

La capacità di forza esplosiva può essere determinata con l’Indice di Forza Rapida (da : Zaciorskij)

F max F max = Forza massima

IFr = dov

t max t max = tempo necessario per la realizzazione

Secondo Zaciorskij e Buhrle la capacità di forza esplosiva si può calcolare anche in base al tempo:

“quello necessario perchè la forza aumenti fino alla metà del suo valore massimale”, e quest’ultimo

fa riferimento all’aumento più rapido della forza nel tratto centrale della “curva forza-prestazione”

che tende ad essere rettilineo (fig. 1).

Verchosanskij introduce inoltre il

concetto di CAPACITA’ DI FORZA

INIZIALE per definire la capacità di

produrre un notevole aumento della

forza nella fase iniziale della

contrazione muscolare. Si deve cioè

raggiungere una velocità elevata nel

più breve tempo possibile (come in un

colpo del pugilato…!). E’

determinante per la prestazione degli

sports “rapidi”. Il livello di questa

capacità si valuta con il quoziente F/t

riferito ai primi 30 millisecondi del

processo di contrazione (Fig. 1).

Sotto l’aspetto specifico dei vari sport

la capacità di forza rapida va trattata in

modo differenziato.

In definitiva le capacità di forza rapida

(veloce), iniziale ed esplosiva, e i loro

parametri, sono espressione della

capacità di riuscire a sviluppare-

mobilitare forza il più rapidamente

possibile, cioè una grande forza

nell’unità di tempo.

Page 7: Una e Splosion Ed i Forza

7

Non è altro che la definizione di POTENZA: quindi ogni volta che forza e velocità sono messe in

relazione si andranno a valutare espressioni di potenza che si differenzieranno a seconda se

quest’ultima sarà più orientata verso la forza o verso la velocità.

Il rapporto tra forza e velocità è descritto in campo sportivo dalla “equazione fondamentale della

dinamica muscolare” o “equazione di Hill”, di cui è anche possibile logicamente un’espressione

grafica (Fig. 2).

Fig. 2

Rapporto forza-velocità (curva di Hill)

Secondo questa equazione esiste un rapporto inversamente proporzionale tra i valori possibili della

velocità e il livello della resistenza esterna: maggiore è la resistenza esterna minore è la velocità

realizzabile e più elevato è il valore posizionale che assume la forza. Ciò non vuol dire che il

miglioramento del rapporto tra forza e velocità vieti necessariamente l’utilizzo di carichi esterni: la

scelta periva ponderata, perché ogni sport richiede un suo tipo di forza, definito generalmente forza

speciale. Allenarsi esclusivamente per la forza massimale può essere controproducente per il

miglioramento della performance nella maggior parte delle attività sportive (escluso il

powerlifting).

La formula di Hill è la seguente:

(p+a)x(v+b) = (po+a)xb = cost

P = impulso massimo di forza realizzato

PO = livello della resistenza esterna

V = velocità d’accorciamento o di movimento

a, b = costanti individuali

Nell’ambito della “curva di Hill” si trovano le seguenti “qualità muscolari”:

- Forza massimale isometrica

- Forza dinamica massima

- Ipertrofia muscolare

Page 8: Una e Splosion Ed i Forza

8

- Forza esplosiva

- Forza veloce o rapida

- Resistenza alla forza

- Forza resistente, suddivisa in “endurance” e “resistance” muscolare

- Resistenza alla forza veloce

- Velocità o rapidità

Questa curva viene comunque utilizzata da molti autori per descrivere la potenza (L/t o F/V): si

ottengono i lavori massimi di potenza quando si hanno valori ottimali di forza e velocità, all’incirca

vicini al 30-40% dei valori di Fmax e Vmax (vedi grafico 1).

Page 9: Una e Splosion Ed i Forza

9

Alcuni autori (tra cui Lehnertz, 1985) fanno notare che non sempre esercitare la massima forza

iniziale ed esplosiva garantisce la velocità finale più elevata e quindi la miglior prestazione

possibile, in quanto ciò che conta è una scelta di tempo ottimale.

Molte volte, nel caso di prestazioni di F. iniziale e F. esplosiva eccessive, soprattutto con

contrazioni relativamente lunghe (es. canottaggio), dopo picchi di forza inizialmente elevati si ha

una notevole discesa nella curva Forza/tempo ed una diminuzione dell’efficacia del gesto.

Per la maggior parte degli studiosi le prestazioni di forza veloce-rapida dipendono

fondamentalmente dalla capacità di forza massima, e dal livello della velocità di contrazione-

accorciamento della muscolatura specifica coinvolta nel movimento.

Per la maggior parte degli studiosi le prestazioni di forza veloce-rapida dipendono

fondamentalmente dalla capacità di forza massima, e dal livello della velocità di contrazione-

accorciamento della muscolatura specifica coinvolta nel movimento.

Maggiore è il livello di formazione della F. massima, più ripido sarà l’aumento della forza. In una

serie di movimenti sportivi, come il colpo nel pugilato, ciò che conta non è raggiungere un picco di

forza elevato perché decisiva per la prestazione è invece la velocità di contrazione e di

accorciamento dei muscoli. (Fig. 3).

Figura 3

Grafico forza/tempo nell’impiego “esplosivo” della forza in un soggetto principiante (a), rispetto a un atleta (b).

Ci vuole un’ottima conoscenza dei presupposti prestativi dei vari sport per decidere quale sia

l’ottimale sviluppo della capacità di forza massima, che senza dubbio è una funzione basilare di

tutte le performance di f. veloce. Però nell’ambito della f. rapida, più domina la componente

“rapidità”, più si riduce l’influenza della capacità di forza massima sulla prestazione. In questi casi,

negli allenamenti di forza con carichi elevati per lo sviluppo della f. massima, occorre fare

attenzione a non produrre alterazioni nella coordinazione, che diventa sempre o quasi il fattore

determinante della prestazione.

Nelle azioni sportive “veloci e/o esplosive” recita un ruolo fondamentale la capacità di forza

reattiva, dove una tensione muscolare concentrata è preceduta da una tensione muscolare

eccentrica. L’esempio classico è l’esercizio “pliometrico” per eccellenza: il salto in basso da

posizione elevata con successivo rimbalzo. I muscoli che nel movimento debbono realizzare la

prestazione di forza vengono “stirati” durante il movimento di freno subito dopo la ricaduta a terra,

e successivamente si contraggono.

Questa combinazione tra contrazione eccentrica o cedente e concentrica o superante è stata definita

da Komi (1985) ciclo allungamento-accorciamento ed è molto evidente, per esempio, in tutti i

salti dell’atletica leggera.

Page 10: Una e Splosion Ed i Forza

10

Rispetto alla sola contrazione eccentrica, non preceduta da una tensione muscolare eccentrica, può

essere espressa una maggior forza, sfruttando soprattutto il già allenato principio biomeccanico

della forza iniziale.

I valori più elevati di forza si ottengono però solo se il ciclo allungamento-accorciamento è

brevissimo e il “passaggio da allungamento a contrazione del muscolo” è rapido. Se la fase di

transazione eccentrico-concentrica dura troppo a lungo si perde l’effetto potenziale.

Schema 5

La produzione di forza, sia in condizioni dinamiche che statiche, dipende essenzialmente da

questi 7 fattori, sui quali bisogna agire in allenamento

► Sezione muscolare (da 4 a 10 kg/cm²; iperplasia ?) FTG

► Composizione delle fibre muscolari [Ste FT ] (genetica, parziale modificazione?) FTO

► Coord. Intramuscolare - reclutamento: n° unità motorie coinvolte

frequenza: degli impulsi su ciascuna unità

sincronizzazione: di intervento delle v. m.

► Coord. Intermuscolare

Interazione ottimale di tutti i muscoli, agonisti e antagonisti, fissatori coinvolti nel gesto

► Produzione di energia metabolismo anaer. alattacido e via glicolitica con produzione di

lattato

► Controllo della volontà e motivazione

totale concentrazione sull’azione motoria

► Grado di padronanza della tecnica sportiva

il potenziale di forza esistente può essere impiegato solo con una tecnica ottimale

(da G. Schnabel, D. Harre, A. Borde)

Page 11: Una e Splosion Ed i Forza

11

Inserto n° 1

DIFFERENTI TIPI DI UNITA’ MOTORIE:

FIBRE A SCOSSA RAPIDA FT E A SCOSSA LENTA ST

RIASSUNTO FUNZIONALE E METABOLICO

FIBRE (o unità motorie) che lavorano TIPO I

meglio AEROBICAMENTE rosse, toniche, a scossa lenta (ST) o lente-ossidative (SO)

FIBRE (o unità motorie) meglio TIPO II

equipaggiate per lavorare bianche fasiche a scossa rapida (FT)

ANAEROBICAMENTE o rapide-glicolitiche (FG)

che si possono suddividere in:

OSSIDATIVE – GLICOLITICHE FTa o II A rapide-ossidative-glicolitiche (FOG)

GLICOLITICHE FTb o II B rapide-glicolitiche (FG)

NON CLASSIFICATE FTc o II C indifferenziate, inclassificate, intermedie

Rapporto potenza-velocità del muscolo.

Il valore massimo di potenza erogata da un muscolo

aumenta esponenzialmente con l’aumentare della velocità

del movimento e, per qualunque velocità di movimento, la potenza massima sviluppata è tanto maggiore quanto più

elevata è la percentuale dell’area di distribuzione di fibre a

scossa rapida (FT) nel muscolo. I dati sono stati ottenuti durante movimenti di estensione della gamba.

(Basata su dati di : Coyle et al.)

Curve potenza-velocità del muscolo, in vari gruppi di atleti. Per qualunque velocità di movimento, la potenza

massima è maggiore negli atleti che si dedicano ad

attività cosiddette di potenza e che hanno una relativamente più elevata percentuale di distribuzione

(indicata in parentesi) di fibre a scossa rapida (FT). I dati

sono stati ottenuti durante movimenti di estensione della gamba.

(Basata su dati di: Thorstensson et al.)

Page 12: Una e Splosion Ed i Forza

12

2^ PARTE

“L’aumento dell’impulso di forza nel ciclo allungamento-accorciamento è causato dall’elevata

tensione iniziale della muscolatura all’inizio della contrazione concentrica, in quanto la sua

attivazione a livello del sistema nervoso centrale viene rafforzata per via riflessa, e questo si attiva

già nella fase di freno” (Meinel, Schnabel, 1987).

reattiva, e la definiscono capacità di tensione reattiva.

Con il termine “esercizi pliometrici” si intende definire una vasta categoria di esercizi (vedi schema

seguente) caratterizzati dall’avere una rapida decelerazione durante la fase eccentrica del

movimento seguita da un altrettanto veloce accelerazione nella fase concentrica.

Grafico n° 2

Le espressioni della forza dinamica secondo Kusnesov sarebbero:

esplosiva, veloce, lenta.

Fig. 4: Modello del muscolo (secondo De Marees,

Mester 1991)

“Inoltre, l’energia che si produce

nell’allungamento del muscolo stirato e nella

fase di arresto del corpo può essere

immagazzinata per breve tempo nelle

componenti elastiche dei muscoli e dei tendini,

per poi essere riutilizzata in gran parte, nella

rapida contrazione concentrica che si sta

producendo” (Komi, 1985). Studiosi recenti

(Bührle, 1989) considerando la capacità di

“poter mantenere integra la tensione muscolare

anche nel caso di forti carichi di allungamento

nella fase eccentrica del ciclo allungamento-

accorciamento” come la capacità di forza

specifica, determinante nella prestazione

reattiva, e la

Fig. 4: Modello del muscolo (secondo

De Marees).

La forza esplosiva comporta un’accelerazione massimale. La forma

veloce si realizza nel superamento di resistenze che si trovano al di

sotto di quella massimale, con un’accelerazione che è comunque

inferiore a quella massimale (…)

a (m/s²) I campo della F. esplosiva

II campo della F. veloce

III campo della F. lenta

R (kg)

La loro particolarità , oltre a

sfruttare il riflesso miotatico

del muscolo e l’accumulo di

energia elastica nelle sue

strutture, è proprio nella

rapidità di esecuzione. Cosa

che coinvolge le fibre

muscolari “bianche”

privilegiate negli sforzi di alta

intensità/breve durata. Quindi

sono esercizi specifici per il

miglioramento della “potenza

muscolare”.

Page 13: Una e Splosion Ed i Forza

13

Grafico n° 3

GUIDA ALL’ALLENAMENTO PLIOMETRICO

Inserto n° 2

Es. con significativo intervento dei riflessi di

dei riflessi di stiramento…

Esercizi a componente ESPLOSIVO-ELASTICO-RIFLESSA

Es. esercizi di salto dopo caduta da una certa altezza (rimbalzi

pliometrici)

FORZA PLIOMETRICA

o entrambi sono espressione di

PLIOMETRIA FORZA REATTIVA

o

LAVORO PLIOMETRICO

secondo diversi autori...si possono distinguere: Es. con prevalente impiego dei meccanismi elastici

con riutilizzo di energia elastica…

dalle parole greche:

“PLEION” = MAGGIORE

“METRON”= LUNGHEZZA Esercizi a carattere ESPLOSIVO-ELASTICO

termine che compare la prima vol Es. cambio di direzione dopo arresto improvviso…

a metà degli anni ’60 a cura del

Prof. V. Zaciorskij

Jumps in place

Standing jumps

Multiple hops and jumps

Bounding

Box drills

Depth jumps

ESERCIZI

BASSA

ALTA

I

N

T

E

N

S

I

T

A’

SCALA DI INTENSITA’ PER LA PROGRAMMAZIONE CON I

PRINCIPALI ESERCIZI DI SALTO (JUMP TRAINING) da D. A. Chu “Jumping into plyometrics” Leisure Press

Page 14: Una e Splosion Ed i Forza

14

Secondo C. Vittori, illustre tecnico italiano di atletica leggera, la forza esplosiva è “quella forza che

viene espressa con una contrazione il più velocemente possibile, come un’esplosione, per conferire

al carico da spostare la maggior velocità possibile”.

Questa definizione corrisponde praticamente a quella della forza veloce, infatti per questo ed altri

autori, la forza esplosiva è un’espressione di quella veloce. Per allenare la forza esplosiva, con il

passare del tempo, i carichi devono essere molto più elevati di quelli utilizzati per la forza veloce.

Un’azione di forza esplosiva “pura”

è quella dello sprinter che parte dai

blocchi: da una posizione statica in

contrazione isomerica “esplode” in

avanti. La forza esplosivo-elastica

è “quella forza di tipo reattivo che la

muscolatura accumula ogni qualvolta

subi-sce, prima di accorciarsi,

uno stiramento”.Questa è detta anche

forza esplosivo-balistica, infatti un

movimento è balistico quando,

oltre a verificarsi ad

una velocità, i muscoli vengono

preparati al movimento con

un allungamento (Bogdanov, Ivanov).

Schema 7

LA FORZA ESPLOSIVA SECONDO VITTORI

FORZA → F. ESPLOSIVA “PURA”

è un’espressione di quella veloce → F. ESPLOSIVA-ELASTICA o F. ESPLOSIVO-BALISTICA

ESPLOSIVA → F. ESPLOSIVO-ELASTICA-RIFLESSA

Un esempio classico è l’esecuzione di un mezzo squat con successivo salto ma partendo in piedi a

gambe distese: vi è prima un “contro-movimento” verso il basso e una successiva “esplosione

concentrica” verso l’alto.

La forza esplosivo-elastico-riflessa è “anch’essa una forza reattiva, è identica a quella esplosivo-

elastica, solo che il doppio ciclo di lavoro stiramento-accorciamento si realizza nel più breve tempo

possibile. Il settore gamba-piede è interessato soprattutto a questa forma di forza”. Esempio: mani

in appoggio al muro, corpo teso, gambe leggermente divaricate ,molleggiare sui piedi utilizzando

l’articolazione della caviglia come perno, sollevando solo i talloni da terra. Il tutto molto

velocemente.

Schema 6

VARIAZIONI INDOTTE DAL

LAVORO PLIOMERTRICO (AA. VV.)

Aumenta la rigidità muscolare (“stiffness”)

Sviluppa la forza in generale, ed in particolare la forza

ESPLOSIVO-ELASTICA o ESPLOSIVO-BALISTICA

Eleva la soglia di attivazione degli organi tendinei del golgi

Migliora la sensibilità dei fusi neuromuscolari

Diminuisce le inibizioni sui riflessi piotatici

Diminuisce il tempo”di accoppiamento”, cioè il passaggio

dalla fase eccentrica a quella concentrica nel ciclo

allungamento- accorciamento (the stretch-shortening)

Sollecita l’elasticità

Page 15: Una e Splosion Ed i Forza

15

Schema 8

STRUTTURA DELLA FORZA VELOCE (o RAPIDA) E SUE RELAZIONI CON LA F. MASSIMA (da Bührle)

FREQUENZA FORZA

DI SCARICA ASSOLUTA

SEZIONE

MUSCOLARE

FORZA F

MASSIMA O

R

CAPACITA’ Z

ATTIVAZIONE A

VOLONTARIA

AUMENTO

DELL’ ATTIVITA’

ELETTRICA R

A

FORZA P

ESPLOSIVA I

D

VELOCITA’ DI A

CONTRAZIONE MUSCOLARE

RECLUTAMENTO FORZA

ALL’INIZIO DELLA INIZIALE

CONTRAZIONE

Ricordiamo che in un gesto esplosivo il coinvolgimento delle fibre ST (“lente”) ha un effetto

deleterio sulla prestazione (C. Bosco), è infatti accertato che un movimento che richiede uno elevato

sviluppo di forza nel minor tempo possibile recluti le fibre “veloci” con una sorta di inibizione per

quelle “lente”. (Minigawa).

Inoltre, a livello applicativo, minore è la differenza tra la forza esplosiva e forza assoluta, maggiori

sono le capacità di forza esplosiva di un atleta (Verchosanskij).

I programmi con esercizi pliometrici generalmente sono a carico degli arti inferiori. In letteratura si

trovano riferimenti per valutare se possibile o meno iniziare un programma di “plio” su un atleta, ad

esempio lo “squat-test”, un test di forza massima/forza massima dinamica per poter poi impostare

un allenamento in “regime d’urto”.

La versione anglosassone prevede che con il 60% del peso corporeo si eseguano 5 ripetizioni in 5”

di mezzo squat libero o guidato: in questo caso la potenza muscolare è alta e sufficiente per

impostare un programma senza inconvenienti con la pliometria.

Il test (diciamo così), in voga nei paesi dell’est, prevedeva una ripetizione massimale di squat con

2,5 volte il peso corporeo: la forza massima degli arti inferiori era così sufficiente (!!) per sostenere

senza danni e con efficacia un lavoro pliometrico. Personalmente suggerisco di fare riferimento al

primo tipo di test che vaglia la potenza piuttosto che la forza massima, nella preparazione fisica

moderna.

Page 16: Una e Splosion Ed i Forza

16

Tab. 1

GUIDA ALL’ALLENAMENTO GENERALE CON SOVRACCARICHI SINTESI E “MEDIA” DAI PRINCIPALI AUTORI IN LETTERATURA (S. Zambelli)

POTENZA

F. ESPLOSIVA

F. VELOCE

RESISTENZA.

alla F. VELOCE

Carico di lavoro

(% del massimale)

88/92%

70/80%

30/50%

20/50%

Ripetizioni

3/5

6/10

6/10

12/20-25

Serie

3/4

4/6

6/8

4/6

Velocità di

esecuzione

Concentrica

esplosiva

Eccentrica 1”- 2”

Concentrica max

Eccentrica 1” – 2”

Concentrica max

Eccentrica 1”

Concentrica max

Eccentrica 1” – 2”

Riposo tra le serie*

3’ – 8’

4’ – 6’

4’ – 6’

3’ – 4’

Riposo tra le

ripetizioni

1” – 2”

1” – 2”

1”

1”

Riposo tra diversi

gruppi muscoalri

Minimo ma

soggettivo

Minimo ma

soggettivo

Minimo ma

soggettivo

Minimo ma

soggettivo

* Il tempo di recupero tra le serie è comunque il parametro “più soggettivo” che esista e non si può

standardizzare; va valutato di volta in volta sulle “differenze individuali” (parere personale).

Page 17: Una e Splosion Ed i Forza

17

Schema n° 9

METODO DEL CONTRASTO (o Bulgaro per alcuni) (nella stessa serie o in serie separate);

CLASSICO alternare nella seduta serie con sovraccarichi pesanti e serie con

sovraccarichi leggeri, il tutto ad alta velocità di contrazione

CON E SENZA CARICHI le serie con carichi leggeri sono sostituite da

esercizi senza carico (corpo libero o peso corporeo che dir si voglia… tipici del-

l’allenamento reattivo)

NEL LAVORO PLIOMETRICO

le esercitazioni con carichi leggeri diventano esercizi tipicamente pliometrici…

ESERCITAZIONI STATO-DINAMICHE

(ISOMETRICHE/CONCENTRICHE) Per massa del muscolo con poco volume e ottimo sviluppo della f. esplosiva,

combinazione nello stesso momento di una fase statica (isometrica) e una dinamica

(concentrica o eccentrica) (Tschiene, Tihany)

METODI PER

ALLENAMENTO

F. ESPLOSIVA-VELOCE Esempio: Squat con bilanciere

Discesa-salita-arresto isometrico “specifico” – fine del movimento concentrico

di 3-4 secondi nella posizione che solita- in forma esplosiva, eventualmente

I metodi più diffusi e studiati mente si tiene in gara con jump

(vari autori)

…Raggiunta una determinata tensione muscolare se il muscolo viene improvvisamente liberato dalla sua posizione statica si contrae automaticamente,

con una più elevata capacità di sviluppare veloce…

PLIOMETRIA (o METODO D’URTO) (Zaciorskij, Verchoshanskij, ..Bosco, e AA. VV.)

(da Pleios=maggiore e Metrica=lunghezza)

Secondo molti il miglior metodo d’allenamento per migliorare la forza esplosiva-balistica(elastica), soprattutto degli arti inferiori

METODO COMPLESSO (o DELLA STIMOLAZIONE) (VERCHOSHANSKIJ)

Fondamentale una sorta di “metodo del contrasto”

(vedere pagini finali di questo lavoro)

Page 18: Una e Splosion Ed i Forza

18

Se si affronta il discorso dal punto di vista della rapidità, premesso che è un concetto utilizzato in

tantissimi nomi nello sport, e che c’è il rischio che vengano utilizzati come sinonimi i concetti di

rapidità (presupposto della prestazione) e di velocità massima (risultato della prestazione), la

definizione ad orientamento fisiologico-funzionale più adatta è quella che definisce la rapidità come

“la capacità dell’atleta di eseguire movimenti a intervalli di tempo brevi e in tempi brevissimi,

grazie alla mobilità dei processi del sistema nervoso, delle qualità del sistema muscolare e della loro

interazione ottimale”.

Molte ricerche sui movimenti rapidi si sono basate sui salti in basso con rimbalzo (salti reattivi o

pliometrici) con l’analisi del ciclo allungamento-accorciamento (Baversfeld 1984, Voss 1992), e

hanno definito il cosiddetto “programma di tempo” (cioè la durata della fase di appoggio in questo

tipo di esercitazioni). Questi “programmi di tempo” sono l’espressione quantitativa di programmi

motori elementari e sono relativamente indipendenti dagli altri presupposti della prestazione. La

loro qualità è determinata dalla capacità funzionale dei meccanismi neuromuscolari di controllo e di

regolazione, vengono considerati come la forma di base o elementare della rapidità nei

movimenti aciclici. Sia la rapidità di base che quella complessa (le prestazioni cicliche o acicliche

rapide che si basano sulla prima) debbono essere considerate capacità a determinante coordinativo-

condizionale (Harre, Hauptmann, 1987). La formazione ottimale della rapidità elementare (nelle sue

componenti rapidità di reazione e rapidità di coordinazione) è una premessa essenziale per la

successiva formazione delle capacità di rapidità complessa e per le performance di livello nelle

discipline di forza rapida. La rapidità di base deve essere allenata precocemente.

Per quanto brevemente esposto la rapidità può essere considerata, dal punto di vista della

metodologia dell’allenamento, come una componente della capacità di forza rapida. I carichi che

prevedono una riduzione della resistenza rispetto a quella di gara (“condizioni facilitate”), di norma

sono una variante dell’allenamento della f. rapida per lo sviluppo della componente della rapidità.

Lo scopo dell’allenamento elementare della rapidità è la formazione ottimale del controllo

neuromuscolare, tale da permettere una velocità di contrazione e di accorciamento muscolare più

elevata possibile.

La rapidità di conduzione nervosa

probabilmente è difficilmente allena-

mento. Con l’allenamento è possibile

migliorare la prestazione di reazione

del 10-20% per le reazioni semplici

e fino al 30% per le reazioni di scelta.

Se parliamo specificamente della me-

todologia d’allenamento delle capa-

cità di forza, in particolare quelle di

forza rapida, possiamo sottolineare i

seguenti importanti aspetti. (conoide-

rare sempre Tab. 1 e Schema n° 9).

Gli esercizi specifici (speciali) per la

formazione della capacità di forza

veloce dovrebbero coincidere con la

struttura dinamica (curve forza-tempo

traiettoria-tempo) dell’esercizio di

gara. Ne deriva che i limiti delle op-

posizioni (carichi) al movimento so-

no abbastanza bassi (Verchosanskij

1971, Letzelter e Letzelter 1990).

Schema 10

LA RAPIDITA’

…è’ uan reazione motoria veloce…

Essere rapidi non significa essere veloci…

La rapidità è una capacità fisica pura, che dipende essenzialmente dal

sistema nervoso, quindi geneticamente determinata, che legandosi alla

forza e ad altri fattori da origine a qualità fisiche complesse come la

velocità e la forza veloce…

B. Tabachink

… un gesto motorio è rapido quando viene eseguito con grande

velocità e con resistenza esterna non superiore al 15% della massima

forza muscolare. E’ una proprietà generale del sistema nervoso

centrale.

J. Verchosanskij

Presupposto della prestazione a determinante coordinativo-condizionale che permette di reagire a stimoli o di elaborare informazioni in tempi brevissimi e di eseguire

movimenti o azioni motorie in condizioni facilitate e/o tipiche di una disciplina sportiva

o di uno sport con la massima intensità di movimento, nelle quali grazie alla durata estremamente breve del carico è escluso che la prestazione sia limitata dalla fatica.

G. Schnabel, D. Harre, A. Borde

Page 19: Una e Splosion Ed i Forza

19

Le esigenze fondamentali sono poste dal dosaggio del carico e vengono determinate soprattutto dal

fattore intensità. Secondo Schnabel, Harre, Borde e altri autori, per l’incremento delle capacità di

forza massima e di forza rapida sono necessarie soprattutto tensioni muscolari massime o quasi.

Nell’allenamento della f. massima di utilizzano sovraccarichi da elevati a massimi, e

nell’allenamento della f. rapida con una velocità di movimento più elevata possibile, “esplosiva”,

contro carichi sub-massimali (Fig. 5).

Fig. 5

Settori d’intensità dell’allena

mento della forza e della ra-

pidità (AFM: allenamento

della forza massima; AFR:

allenamento della forza rapi-

da; AR: allenamento della

rapidità)

Fig. 6

L’effetto dell’allenamento della forza

massima. Si incrementano la forza

contrattile e la rapidità di movimento

in tutti i settori di resistenze

permettano che si realizzi il massimo della forza nel minor tempo possibile, e i presupposti

fondamentali perché questo avvenga sono:

un livello di forza massima adeguato alla specificità della disciplina praticata

un elevato tasso dir reclutamento di sincronizzazione della muscolatura a contrazione

veloce (coord. intramuscolare)

un’attivazione “esplosiva” delle “sinergie muscolari” in concomitanza ad un efficace

rilassamento degli antagonisti, quindi un ottimo livello di coord. intermuscolare

uno sviluppo ottimale (area di superficie) delle FT (fibre “veloci”) con elevata attivazione

degli enzimi gli colitici (FTG: fibre veloci a carattere “glicolitico”)

Nel grafico a fianco sono evidenziati i legami da principio

che esistono tra l’entità delle resistenze da vincere e la

rapidità dei movimenti nell’allenamento della f. massima

e della f. rapida, rispetto all’allenamento della rapidità:

Nei movimenti “esplosivi” contro resistenze elevate si

adattano soprattutto le fibre a contrazione rapida, sia a

livello strutturale che biochimico.

Nel dosaggio del carico per la formazione rapida della

capacità di forza massima disponibile volontariamente, il

carico “principale” (dopo alcuni carichi “preparatori” di

riscaldamento, più leggeri e mossi a velocità moderata)

deve essere spostato sempre con una velocità di

contrazione “esplosiva” con una rapidità di accorciamento

dei muscoli il più elevata possibile!! Questi movimenti ad

elevata velocità necessitano di un grande sforzo di volontà

visti i sovraccarichi massimali e quasi massimali.

L’allenamento “esplosivo” della forza con l’impiego di

carichi elevati massimali non migliora solo il livello della

prestazione di forza massima, ma anche la rapidità di

movimento per tutti i livelli di resistenze, da quelle

minime a quelle massime, come si può notare dal grafico

della fig. 6

(G. Schnabel, D. Harre, A. Borde).

Quindi questo tipo di training, definito dagli autori

“metodo del carico esplosivo di forza massima”, crea,

oltre che la f. massima, anche le basi determinanti per le

performance di forza rapida. Visto che i processi di

controllo nervoso per il miglioramento della

coordinazione intramuscolare si attivano solamente in

condizioni di assenza di affaticamento, il numero delle

ripetizioni per ogni serie è limitato, e tra ogni set sono

necessarie pause di recupero lunghe, indicativamente dai

3 ai 5 minuti, ma quest’ultima variabile è molto

soggettiva. Il recupero comunque deve essere completo.

Abbiamo già visto come le capacità di forza rapida

permettano che si realizzi il massimo della forrza nel

minor tempo possibile, e i

Page 20: Una e Splosion Ed i Forza

20

Siccome abbiamo anticipato che l’allenamento della f. massima crea la base condizionale

determinante per la capacità di f. rapida, nel processo classico di allenamento, l’allenamento della f.

massima precede quello della forza rapida, soprattutto per il miglioramento della coord.

intramuscolare.Secondo molti autori l’allenamento della f. massima mobilita le riserve. Altri autori

(per completezza d’informazione…) siccome nel lavoro esplosivo le protagoniste devono essere le

FT, sottolineano che l’allenamento deve privilegiare queste ultime e come già riportato nelle pagine

precedenti, ritengono che la velocità di contrazione elevata-massima negli esercizi sia il parametro

fondamentale. Per loro un atleta, per diventare più potente ed esplosivo, man mano che si allena con

i pesi (allenamento generale o semispecifico) deve compiere il passaggio di specializzazione da f.

veloce e f. esplosiva, incrementando i carichi sino ad un livello sub-massimale (70-80% di 1 RM),

lasciando invariata la velocità di esecuzione (max!) e i recuperi.

Il limite di carico sembra essere l’80% della max forza isometrica (quindi circa l’80% di 1 RM…):

un carico superiore determina un’ipertrofia elevata anche nelle fibre “lente” e questo provocherebbe

poi un effetto decelerante durante una richiesta di contrazione veloce del muscolo, per cui “si

potrebbe annullare il contributo positivo delle fibre veloci in un gesto tecnico di potenza” (Vittori et

al..).L’elemento decisivo sembra essere rappresentato dal “TRASFERIMENTO” degli effetti

“intramuscolari

Fig. 7

.

Effetto dell’allenamento della forza

rapida con intensità da scarsa a

media. Aumenta soprattutto la velo

cità nei movimenti contro resistenze

scarse o medie.

Forza massima!!

Quindi anche l’importantissimo allenamento della f. massima se eseguito in modo unilaterale può

impedire l’espressione ottimale della f. rapida realizzata soprattutto attraverso le fibre “veloci con

caratteristiche glicolitiche”, ma anche l’allenamento speciale/specifico della f. rapida da solo non è

in grado di creare in modo ottimale questa capacità (Bührle, 1985).

Per cui “il problema” è quello “piuttosto di combinare in modo ottimale l’allenamento della f.

massima a quello della f. rapida”(suddivisione in blocchi dell’allenamento o ciclizzazione o

periodizzazione…)

dell’allenamento massimale ai movimenti con carichi

ridotti per il raggiungimento di una maggiore velocità di

contrazione-accorciamento nello specifico della gara.

Anche se fondamentale il solo allenamento della f.

massima non è sufficiente per formare ottimamente le

prestazioni di f. rapida. Quasi tutti gli autori (soprattutto i

due Letzelter) hanno ipotizzato e confermato con ricerche

sul campo che è necessario “un passo metodologico

particolare per trasferire un “guadagno di forza massima”

in una “forza rapida specifico”.

Inoltre, dati di biopsie (Tidow, 1993), mostrano che i

carichi dell’allenamento della f. massima che provocano

ipertrofia causano una marcata trasformazione delle fibre

“rapide-glicolitiche” (IIb) in fibre “rapide-ossidative” (IIa)

e, soprattutto che non è più possibile invertire tale

processo sulle stesse fibre nemmeno impostando inseguito

un allenamento “di attivazione” con forme esplosive sulla

Page 21: Una e Splosion Ed i Forza

21

Schema 11

ESERCIZI GENERALI

ESERCIZI E FORME DI CARICO

PER L’ALLENAMENTO ESERCIZI SPECIALI O SPECIFICI

DELLA F. RAPIDA ( o semispecifici)

(e anche delle altre capacità di forza)

CON IL MOVIMENTO DI GARA

3^ PARTE

Abbiamo visto come in generale si utilizzano sovraccarichi dal 35% al 65% della f. massimale per

l’allenamento generale, con velocità di movimento esplosiva o elevata nella fase finale del

movimento, di ripetizioni ridotte, recuperi lunghi per mantenere inalterato il parametro intensità in

tutte le serie.

Per mezzo degli esercizi speciali si cerca di migliorare invece la capacità di f. rapida di singoli

muscoli nella catena cinetica importante per la prestazione. Come già accennato particolarmente

efficace la variante dell’ALLENAMENTO DELLA FORZA REATTIVA con impegni di forza

dopo allungamento muscolare forzato o salti in basso con rimbalzo con o senza sovraccarico

(pliometria classica) che solitamente preparano il “passaggio” all’allenamento specifico con il

movimento completo di gara.

L’intensità di allenamento della f. rapida con esercitazioni speciali deve essere raccordata alle

esigenze di gara. Da ricordare che carichi “scarsi” migliorano la rapidità di movimento, nelle

richieste di gara dello stesso tipo, mentre l’aumento della rapidità in richieste di gara con eventuali

carichi maggiori, rimane ridotto (vedere grafico fig. 7).

Nell’allenamento di f. rapida con il movimento di gara è possibile:

incremento della resistenza: negli esercizi aciclici di f. veloce la massa corporea viene

aumentata (zavorre) o adoperando attrezzi di gara con peso superiore. La possibilità di

incremento è comunque ridotta perché si devono evitare alterazioni a livello coordinativo

del movimento originale. Si vuole agire sul maggiore reclutamento delle fibre veloci.

Riduzione della resistenza: si cerca un’azione positiva sulla prestazione rapida riducendo le

resistenze (attrezzi leggeri per es.); in primo luogo si cerca di agire sulla componente

velocità, agendo a livello dei processi di controllo e regolazione neuro-muscolari. Secondo

molti autori non ci sono però dati certi sugli effettivi questa procedura.

Nello schema n° 9 abbiamo già anticipato come uno dei metodi migliori per l’allenamento generale

o specifico (generale: bilanciere, specifico: attrezzi di gara…) della f. rapida sia il METODO DEL

CONTRASTO.

Nell’allenamento della forza questo metodo è caratterizzato da un cambiamento programmato dei

carichi nella stessa seduta di allenamento con il bilanciere (o attrezzi di lancio di peso diverso per

es. nelle discipline di lancio) le resistenze variano da una serie all’altra o all’interno della stessa

Page 22: Una e Splosion Ed i Forza

22

serie. Gli effetti di questo tipo di training sono valutati in modo diverso da più autori: generalmente

si suppone che il soggetto impegnato impari a distinguere meglio le forze di diversa grandezza

(“formazione di un senso della forza per il raggiungimento di un ottimale andamento forza-tempo”,

Hochmuth, Gunolach, 1982). Con il metodo del contrasto è possibile accelerare la trasformazione

del livello di forza in prestazione di f. rapida e la formazione ottimale dei processi di coordinazione

inter-ed intramuscolare.

Tab 2 IL METODO DEL CONTRASTO “CLASSICO”

Esempio di variazione del carico da una serie all’altra

1^ serie 5x80% 1 RM 2^ serie 4x40% 1 RM

3^ serie 3x90% 1 RM 4^ serie 3x50% 1 RM

5^ serie 5x80% 1 RM 6^ serie 4x40% 1 RM

Esempio di variazione del carico all’interno della stessa serie

1^ serie 5x80% 1RM + 3x40% 1 RM

2^ serie 2x90% 1 RM + 2x50% 1RM

3^ serie 5x80% 1 RM + 3x40% 1 RM

Porre sempre massima attenzione all’allenamento della forza, alla prevenzione di carichi scorretti

dovuti a posture errate e/o esercizi rischiosi o male eseguiti.

Un cenno all’allenamento della resistenza alla forza.

Questo è rivolto ad incrementare la resistenza locale-regionale alla forza rapida, ad esercitare

un’azione positiva sulle capacità di forza rapida della muscolatura coinvolta nel movimento di gara,

a sviluppare il rendimento medio dei movimenti e soprattutto ridurre le diminuzioni della forza

prodotte dall’affaticamento (fig. 8).

Fig. 8

A: rappresentazione schematica della curva forza – tempo in una fase di contrazione

nei movimenti ciclici in stato di freschezza e in stato di affaticamento. Effetto della

fatica: uno sviluppo più lento della forza (a), minore picco di forza (b), diminuzione

più precoce (c), scarso impulso di forza (d). B: scopo principale dell’allenamento del

la resistenza alla forza.

Page 23: Una e Splosion Ed i Forza

23

L’allenamento della resistenza alla forza viene realizzato sia con esercizi che impegnano i singoli

gruppi muscolari, sia con il movimento completo di gara che impegna la catena muscolare

specifica.

L’allenamento della resistenza alla forza viene classicamente realizzato sotto forma di allenamento

a circuito (“CIRCUIT TRAINING”): nato per l’educazione fisica (Morgan, Adamson)

successivamente è stato perfezionato per lo sport (Jonath 1987, Scholich 1989), può essere

considerato un vero e proprio metodo d’organizzazione dell’allenamento. Nello sport di livello il

circuit training viene realizzato con esercizi specifici (da 8 a 12 stazioni, ma sono possibili anche

“microcircuiti”…) che sollecitino i gruppi muscolari importanti per la gara. Si ordinano in modo

che nella successione rapida (intervalli da 30” a 60”) vengano sollecitati muscoli e articolazioni

diverse. In ogni passaggio del circuito una sola serie di ripetizioni per stazione. Sono possibili più

esecuzioni dell’intero circuito dopo il recupero “adeguato”. E’ quindi un metodo ad “intervalli”…

Approfondiamo l’argomento riportando nelle pagine che seguono un estratto degli ultimi studi del

famoso fisiologo Yuri V. Verchoshansky (Scuola dello sport, Roma 1996), uno dei massimi esperti

mondiali sull’”impegno di forza esplosiva”.

La stragrande maggioranza dei gesti sportivi, siano essi movimenti ciclici (locomozioni) o aciclici,

che comportano il superamento di opposizioni esterne più o meno elevate, richiedono

un’esecuzione “rapida”. Nell’allenamento “moderno” l’orientamento principale è rivolto alla

“preparazione speciale” di questa capacità di forza rapida: non è un compito facile per il

preparatore, che deve innanzitutto comprendere le condizioni biomeccaniche e metaboliche

dell’esercizio di gara e trovare poi i mezzi per realizzare correttamente l’allenamento speciale della

forza.

Dallo schema n° 12 è chiaro come l’impegno esplosivo (rapido) di forza abbia tre componenti

principali (e tutta una serie di componenti e fattori che influiscono in modo più o meno

determinante):

Page 24: Una e Splosion Ed i Forza

24

Schema n° 12

COMPONENTI DEI GESTI DI FORZA RAPIDA

(da Y. Verchoshanskij 1996)

FORZA MASSIMALE (assoluta) (Po)

dell’apparato neuro-muscolare;

potenziale massimo di f. del soggetto

FORZA INIZIALE (Q)

Inizio tensione muscolare

per uguagliare e

spostare il carico

FORZA ESPLOSIVA FORZA D’ACCELERAZIONE (G)

(F. RAPIDA) Aumento rapido dell’impegno

(J) di lavoro

VELOCITA’ ASSOLUTA DEL MOVIMENTO (Vo)

Rapidità-esplosività nel muovere il carico

(massima quando è minimo…)

CARICO ESTERNO

MIN 60% MAX

FORZA VELOCE FORZA ESPLOSIVA(J)

- Frequenza di movimento

- Mantenimento elevata capacità

di lavoro nel tempo

- Grado e natura dello stiramento

del muscolo prima dell’impegno

- Attivo di forza

- la forza massimale o assoluta dell’apparato neuro-muscolare;

- la forza iniziale, cioè la capacità di estrinsecare rapidamente forza all’inizio della tensione

muscolare, condizionata in particolare dal rapporto fibre “lente”/fibre “rapide”,

- la forza d’accelerazione, cioè la capacità di incrementare rapidamente la forza all’inizio del

movimento, regolata da meccanismi neuro-muscolari (reclutamento delle unità motorie e

frequenza degli impulsi neurali) diversi da quelli che determinano la f. iniziale.

Massima potenza anaerobica

resistenza neuro-muscolare

Capacità reattiva

neuro-muscolare (R)

Page 25: Una e Splosion Ed i Forza

25

Queste componenti danno vita alla velocità assoluta finale del movimento (gesto “rapido”) e sono,

più o meno, geneticamente determinate, sia in soggetti che iniziano ad allenarsi che in atleti

qualificati, e sono indipendenti dal tipo di sport, dall’età e dal sesso.

E’ stato determinato, in ricerche sperimentali, che la f. massimale e la f. d’accelerazione sono più

facili da sviluppare della f. iniziale, determinata in larga misura dalle capacità innate neuro-

muscolari dell’essere umano.

La f. massimale e la f. esplosiva sono forme “tradizionali” di forza, largamente definite e descritte,

mentre la f. iniziale, la f. d’accelerazione e la capacità reattiva neuro-muscolare, sono espressioni

relativamente “nuove”, descritte approfonditamente per la prima volta dall’illustre studioso russo.

I dati esposti in queste pagine sono frutto di sue recenti ricerche, in cui è stata utilizzata

un’apparecchiatura speciale per registrare la curva forza/tempo in impegni esplosivi di forza con

diversi gruppi muscolari.

Le capacità funzionali riportate nello schema n° 12 e che realizzano il lavoro nell’impegno

esplosivo di forza è possibile ordinarle secondo questa sequenza, (correlabile in ultima analisi con

la grandezza del carico esterno che si oppone al movimento):

Vo → Q → G → Po

dove:

Vo = velocità assoluta del movimento, capacità del muscolo di realizzare un movimento a velocità

massima, in condizioni di assenza di opposizioni esterne (rapidità di contrazione-accorciamento).

Tanto minore è il carico esterno più rapido e più breve è il tempo di esecuzione del movimento,

tanto maggiore è il ruolo svolto da questa capacità e specialmente dalla forza iniziale del muscolo

Q.

Q = forza iniziale del muscolo; capacità di sviluppare rapidamente l’impegno effettivo di forza

all’inizio della tensione del lavoro neuro-muscolare, per uguagliare e vincere l’opposizione esterna.

G = forza d’accelerazione del muscolo; capacità del muscolo di incrementare rapidamente

l’impegno di lavoro all’inizio dell’accorciamento dello stesso.

Po = forza assoluta (massimale) del muscolo.

E’ il potenziale di forza in regime isometrico, e viene valutata in base alla massima tensione

isometrica del muscolo espressa senza limiti di tempo. Quanto maggiore è il carico esterno da

vincere tanto maggiore è il significato della forza assoluta, nonché l’importanza della forza

d’accelerazione G

R = capacità reattiva neuro-muscolare; è espressa dalla realizzazione di un impulso di movimento

immediatamente successivo ad un intenso stiramento della muscolatura , provocato da una forza

esterna, cioè dal rapido passaggio del muscolo da un lavoro eccentrico ad uno concentrico in

condizioni di sviluppo del massimo carico momentaneo (…la base dell’allenamento pliometrico).

La deformazione elastica del muscolo, eccitato anche dal suo brusco stiramento )…fusi neuro-

muscolari e loro azione, ndr), provoca in esso l’accumulo di un potenziale addizionale di tensione,

che nel momento in cui inizia la fase concentrica aumenta (in una sorta di sommatoria…) la forza di

trazione del muscolo che si sta accorciando, ed accresce notevolmente l’effetto di lavoro finale del

movimento. Questa capacità reattiva dell’apparato neuro-muscolare svolge un ruolo

importantissimo nella realizzazione dei movimenti sportivi.

Page 26: Una e Splosion Ed i Forza

26

J = forza esplosiva; … l’effetto di lavoro finale di tutte le componenti sopra esposte …

E’ importante sottolineare che i parametri funzionali sopraelencati vengono utilizzati in misura

diversa per la realizzazione del movimento di forza rapido-esplosiva, a seconda delle condizioni del

carico esterno.

Inoltre più le capacità funzionali sono distanti tra loro nella relazione prima esposta, minore è la

loro influenza reciproca.

Dal punto di vista pratico anche l’allenamento delle capacità funzionali implicate nel lavoro

esplosivo è diversa. È più facile allenare la parte destra della sequenza che quella sinistra, e lo

sviluppo di ogni capacità richiede un appropriato regime allenante a livello motorio.

Lo sviluppo di queste proprietà funzionali del muscolo è indipendente: il miglioramento di una ha

un effetto irrilevante o quasi sul livello di sviluppo delle altre.

Da notare, che più è elevato il livello sportivo del soggetto, più è marcata l’indipendenza tra le

componenti funzionali del muscolo (Vo, Q, G, Po), sia nel loro sviluppo che nel loro

manifestarsi.

Secondo Verchoshanskij, la connessione tra

forza massimale e velocità del movimento

contro resistenze esterne non raggiunge un

livello significativo di correlazione con cari-

chi inferiori al 40% del massimo potenziale

di forza. La correlazione aumenta quasi in

rapporto lineare con l’aumentare del valore

della resistenza esterna, per risultare notevo-

le quando il carico esterno da vincere supera il

valore del 70% della f. massima.

Quando le resistenze esterne sono scarse la f.

assoluta non determina la grandezza dell’impegno massimo di forza, e non determina la grandezza

del lavoro nella fase iniziale della tensione muscolare.

La f. assoluta non incrementa la velocità assoluta dei movimenti, ma è rispetto ad essa un fattore

negativo (come abbiamo visto nelle pagine iniziali di questo riassunto non per tutti gli autori …),

però se il movimento avviene contro un’opposizione esterna, la sua velocità dipenderà dalla f.

muscolare assoluta quanto maggiore sarà il carico esterno.

Generalmente i movimenti sportivi sono legati alla necessità di superare rapidamente una resistenza

esterna: in pratica il lavoro in un impegno esplosivo di forza è dato principalmente dalla f. iniziale

Q e dalla f. d’accelerazione G, che ricordiamo essere scarsamente dipendenti una dall’altra.

Il livello della f. iniziale è costante e non dipende dall’opposizione esterna, mentre il grado di

sfruttamento del potenziale di forza, cioè la % della f. max impiegata, è completamente determinato

dall’entità del carico esterno.

Praticamente se deve essere vinta una resistenza esterna insignificante un soggetto non ha

semplicemente il temo di manifestare il suo potenziale di forza (grafico figura 9).

E’ facile intuire che la f. si sviluppa in condizioni isometriche di tensione muscolare (tanto maggiori

quanto maggiore è il cario da superare), mentre la f. d’accelerazione viene sviluppata in regime

dinamico. Maggiore è il livello di sviluppo della f. iniziale del muscolo più rapidamente può essere

espressa la sua forza d’accelerazione: questo è molto importante nei gesti sportivi, vista la brevità

dei tempi di esecuzione nei movimenti di f. rapida.

Schema 13

G → Po è più facile da allenare!!

E’ fondamentale quando ci sono in

gioco

resistenze esterne elevate.

Vo → Q meno facile da allenare!!

Queste componenti funzionali sono legate

prevalentemente a fattori genetici innati.

E’ importante quando l’opposizione esterna è

bassa.

Page 27: Una e Splosion Ed i Forza

27

Fig. 9

A seconda delle condizioni specifiche del movimento di gara, una delle capacità motorie prese in

considerazione (Vo, Q, G, Po) assume un ruolo determinante, e di conseguenza diviene prioritaria

nel suo miglioramento.

E’ interessante notare che “i risultati delle ricerche non confermano le numerose affermazioni e

supposizioni che la capacità di sviluppare impegni esplosivi di forza rappresenti il prodotto di

sintesi di capacità motorie, quali la velocità/rapidità dei movimenti e la forza dei muscoli,

sviluppate separatamente.

In pratica solo un regime di lavoro dell’apparato motorio o metodi speciali di preparazione della

forza adeguati o molto vicini all’esercizio di gara, possono garantire l’efficace miglioramento dei

meccanismi neuromotori necessari in ogni caso specifico”.

Vediamo alcune importanti applicazioni pratiche di quanto esposto in queste ultime pagine:

La forza assoluta Po deve essere sviluppata solo nel caso in cui l’atleta debba superare

un’elevata opposizione esterna.

La preparazione speciale della forza richiede un grande dispendio energetico, per cui gli

esercizi specifici di tali metodi non si possono aggiungere o sommare ad ulteriori lavori di

allenamento e/o essere eseguiti in stato di affaticamento neuro-muscolare. E’ sempre meglio

che il lavoro speciale di forza venga effettuato in una sessione separata di allenamento

quando l’energia metabolica è integra.

Si deve studiare/osservare approfonditamente la meccanica del gesto specifico di gara,

nonché conoscere il meccanismo di produzione energetica principalmente utilizzato nella

sua esecuzione, per selezionare i mezzi più efficaci per la preparazione fisica.

I principi ed i metodi propri del body building non possono essere utilizzati per la

preparazione speciale di forza degli atleti negli sport tipicamente olimpici. Questo perché il

regime di lavoro muscolare, il meccanismo e le fonti di produzione energetica migliorate, la

natura dell’effetto morfologico-strutturale sulla muscolatura, non corrispondono

assolutamente alle condizioni di lavoro dell’organismo nelle principali discipline sportive.

Muscoli estremamente ipertrofici non garantiscono la capacità di produrre forza esplosiva,

anzi al contrario: negli sport nei quali il successo è determinato dalla potenza dell’impegno

muscolare e dalla resistenza ad uno sforzo intensivo, i metodi del body building possono

Curva F/t dell’impegno esplosivo di forza

Area A: resistenza esterna insignificante

L’impulso di f. che provoca il movimento si sviluppa a spese della forza iniziale Q del

muscolo

Area B: resistenza esterna elevata (superiore al 60% di Po)

L’impulso di forza che provoca il movimento viene sviluppato soprattutto a carico della

forza d’accelerazione G del muscolo e della sua forza assoluta Po.

Vo → Q → G → Po

Page 28: Una e Splosion Ed i Forza

28

rallentare i progressi nelle performance di gara. Ancor più se il successo in gara è

determinato dalla rapidità del movimento.

4^ PARTE

Nella moderna organizzazione dell’allenamento la preparazione fisica speciale (P.F.S.), in

particolare quella di forza, deve precedere la preparazione tecnica e la preparazione di velocità,

predisponendo anticipatamente l’organismo a questi impegni. Nella P.F.S. ha un ruolo dominante il

regime di lavoro muscolare concentrico (o “superante” o “positivo”).

Negli atleti di livello la “concentrazione dei carichi” rappresenta, secondo Verchoshanskij, l’unica

possibilità di aumentare il livello della preparazione fisica speciale. Il principio della

“concentrazione dei carichi”, uno dei principi della preparazione fisica speciale per

l’intensificazione del regime di lavoro dell’apparato motorio nell’allenamento, enuncia che nel ciclo

di allenamento annuale, per l’organizzazione dei carichi, sono possibili due varianti:

per atleti di bassa qualificazione o agonisti principianti, una distribuzione in modo uniforme

durante tutto l’anno;

per atleti di alto livello, una concentrazione dei carichi con un periodo della tappa

preparatoria.

I mezzi e i metodi della P.F.S. somministrano carichi con un elevato effetto allenante che portano

alla diminuzione temporanea delle capacità funzionali, in particolare della velocità e della forza

rapida. Il valore delle capacità funzionali rispetto al livello iniziale dapprima diminuisce, poi supera

rimanendo a lungo ad un livello precedente e, alla fine, lo supera rimanendo a lungo ad un livello

elevato. Questo fenomeno è stato definito dai fisiologi dell’esercizio “effetto di allenamento

ritardato a lungo termine dei carichi concentrati della preparazione fisica speciale” (in sigla,

sui testi “Earlt”). Esiste comunque un valore ottimale “individuale” dell’effetto allenante dei

carichi, che debbono essere definiti in volume e intensità per via sperimentale, tentativo per

tentativo, caso per caso. In generale il lavoro specifico caratterizzato da volume basso ed intensità

elevata e gradualmente crescente, favorisce l’”Earlt”.

Nello schema n° 14 una sintesi dei principali metodi consigliati per la preparazione fisica speciale

volta allo sviluppo-miglioramento della f. veloce-esplosiva e della capacità reattiva: i primi due

sono preparatori ai successi, molto più intensi e traumatici. (definiti anche “supermetodi della

P.F.S.”, Verchoshanskij).

I loro effetti allenanti si basano sull’”intensificazione forzata” del regime di lavoro dell’organismo

in allenamento e servono per risolvere il “problema” del massimo aumento delle capacità funzionali

degli atleti di livello elevato per un ulteriore possibile progresso. Fatica, dolore muscolare, infortuni

recenti, tecnica scarsa, basso livello di forza, sono controindicazioni assolute alla P.F.S., in

particolare ai supermetodi (metodo d’urto e metodo complesso), combinazioni di esercizi che in

definitiva cercano di aumentare l’eccitabilità del sistema nervoso centrale per prepararlo/sfruttarlo

in un successivo regime di lavoro muscolare più intenso.

Per esempio, nelle esercitazioni pliometriche classiche “d’urto”, lo stimolo meccanico esterno

“costringe” il s.n.c. ad aumentare l’intensità degli impulsi inviata alla periferia muscolare, ed è

rappresentato non tanto dal peso del corpo quanto dall’energia cinetica accumulata durante la

caduta libera da una certa altezza (Verchoshanskij 1960/69). Uno dei vantaggi della stimolazione

attraverso l’energia cinetica sta nel fatto che un brusco stiramento dei muscoli tesi è il risultato della

mobilizzazione “d’emergenza” di risorse motorie “nascoste” dell’apparato motorio. Se nel lavoro

classico con sovraccarichi la tensione muscolare dipende soprattutto dalla forza di volontà, nel

regime d’urto (e nel metodo complesso …) l’entità dell’attività muscolare ha un carattere “forzato”

determinato da fattori esterni. Questo fa sì che il metodo d’urto sia un mezzo di allenamento molto

Page 29: Una e Splosion Ed i Forza

29

potente per lo sviluppo della f. esplosiva e delle capacità reattive neuro-muscolari. Come già detto

la forma più semplice, accessibile e praticata del metodo d’urto per lo sviluppo dell’esplosività

degli arti inferiori, che è stata verificata nella pratica, è la spinta verticale dopo un salto in basso da

altezza rigorosamente dosata.

Schema 14

PREPARAZIONE FISICA SPECIALE (P.F.S.) Verchoshanskij (1996/97)

MEZZI E METODI PER LO SVILUPPO E L’INCREMENTO

DELLA FORZA ESPLOSIVA, FORZA VELOCE, CAPACITA’ REATTIVA

DELL’APPARATO NEURO-MUSCOLARE

ESERCIZI CON SOVRACCARICO (pesi) entro i limiti di sovraccarico tra 60% e 80% di 1 RM, tanto maggiore quanto maggiore è la resistenza esterna che si dovrà vincere in gara; velocità di esecuzione massima, nelle pause rilassamento muscolare, 3-4 blocchi da 2-4 set di 5-6 ripetizioni ognuno per ogni allenamento; pausa

tra i “blocchi” 6-8 minuti, pausa tra i set 4-6 minuti;

ESERCIZI DI SALTO ad esempio squat jump con bilanciere con carico tra il 30% e il 60% di 1 RM; 2-3 blocchi da 2-3 set di 4-6 ripetizioni,

pausa tra le serie 2-3 minuti concentrarsi su fase di ammortizzazione con passaggio immediato da eccentrico a

concentrico…

METODO D’URTO (REGIME D’URTO O PLIOMETRIA) si utilizza di solito la spinta repentina dopo salto in basso (caduta) da altezza appropriata nei mesi precedenti, come

preparazione speciale utilizzare un alto volume di esercizi con sovraccarico ed esercizi di salto!! Iniziare da altezze scarse

per aumentare gradualmente fino ad altezza ottimale: elevata qualità e potenza istantanea di spinta in alto!!

METODO COMPLESSO ( o “DELLA STIMOLAZIONE E SUE VARIANTI) combinazione di esercizi con direzione diversa dell’effetto allenante, ma sempre movimenti specifici o semispecifici;

generalmente un lavoro lento e pesante seguito da un lavoro specifico veloce/esplosivo in ogni “blocco allenante”.

Esempio di “BLOCCO ALLENANTE” da eseguire 2-4 volte con 8-10 minuti di recupero tra ognuna:

1° tipo di lavoro squat con bilanciere

lento, tonificante 1x3 rip. Con 85% 1 RM 4-5 minuti di recupero

1x2 rip. Con 90% 1 RM 5-6 minuti di recupero

2° tipo di lavoro

specifico, esplosivo 1x6 squat jump con 30% 1 RM 3’ di recupero

. 1x6 squat jump con 30% 1 RM 4’ di recupero

1x5 squat jump con 30% 1 RM

Page 30: Una e Splosion Ed i Forza

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Schema 15

LA SCELTA DEI MEZZI DELLA P.F.S. DEVE ESSERE BASATA SUL PRINCIPIO

FONDAMENTALE DELLA CORRISPONDENZA DINAMICA TRA ESSI E LA STRUTTURA

MOTORIA DEL MOVIMENTO DI GARA. SECONDO QUESTI CRITERI:

Composizione dei distretti muscolari interessati al lavoro

Escursione e direzione del movimento

Fase accentuata dell’escursione del movimento

Entita’ dell’impiego di forza

Velocità con la quale viene raggiunto il massimo impegno di forza

Regime di lavoro muscolare

Anche solo dopo poche settimane di utilizzo di questa metodologia in allenamento, l’effetto si

manifesta soprattutto nel miglioramento della velocità di movimento, della f. massima e del

massimo impegno di forza, anche in atleti di elevata qualificazione rispetto all’utilizzo della

metodica tradizionale.

Per correttezza d’informazione, aggiungiamo che il metodo complesso viene definito anche

“metodo della stimolazione” che viene proposto in numerose varianti, ma che si basa, ripetiamo,

sull’attivazione di una maggiore eccitabilità del sistema nervoso centrale prodotta da precedenti

tensioni muscolari di breve durata. Questo perché ogni stimolo che aumenta l’intensità muscolare

anche se dura per un periodo molto breve lascia una “traccia” nel sistema nervoso. Queste “tracce”

durano per un periodo di tempo dopo la cessazione dello stimolo e influiscono notevolmente

sull’attività muscolare successiva e ne potenziano l’effetto.

Praticamente: un iniziale lavoro “tonificante” statico o dinamico, anche se è intenso e affaticante,

aumenta sino ad un 20% il successivo lavoro esplosivo di forza (rispetto allo stesso lavoro finale

eseguito senza la tensione “tonificante”).

I pochi studi condotti a livello di ricerca sul campo suggeriscono recuperi tra i 3 e i 5 minuti tra i

due tipi di lavoro, per vedere incrementati i parametri di F max e F relativa espresse nel secondo

tipo di lavoro.

Se il primo tipo di lavoro “tonificante – preparatorio” è molto intenso, ad esempio esercizi

pliometrici (sono infatti possibili innumerevoli soluzioni e combinazioni che i tecnici possono

sperimentare basandosi sulla propria “fantasia” …), il recupero prima del lavoro “speciale – di

sviluppo” deve essere maggiore, dai 6-8 minuti fino a 10 minuti.

Riassumendo il “metodo della stimolazione” prevede due lavori successivi concatenati come segue:

Primo lavoro: un esercizio “tonificante” o preparatorio (eseguito lentamente, con

sovraccarico elevato e poche ripetizioni)

Una pausa “parziale”, variabile tra i 3 e i 6 minuti

Un secondo lavoro: un esercizio “di sviluppo”, più specifico, un impegno vero e proprio a

carattere speciale (eseguito in modo esplosivo, con carico minore rispetto al precedente e un

n° di ripetizioni leggermente superiore)

Una pausa “totale” o completa prima di ripetere, se è il caso l’”insieme di lavoro” o “blocco

allenante” così composto. (generalmente 2-3 volte l’intero insieme)

Verifiche pratiche (diversi autori negli anni tra il 1976 e il 1988) hanno confermato che questo

metodo è estremamente efficace per lo sviluppo della forza esplosiva e della capacità reattiva neuro-

muscolare negli atleti.

Page 31: Una e Splosion Ed i Forza

31

Vediamo alcune varianti (in ordine di difficoltà, dalla più “leggera” alla più “potente”):

Primo esercizio: mezzo squat con bilanciere

2 serie da 5-6 ripetizioni con 70%-80% 1 rm

recupero tra le serie 2-4 minuti

pausa “parziale” 4-6 minuti, prima del

Secondo esercizio: balzi (possibili in varie forme)

2-3 serie da 6-8 ripetizioni con recupero tra le serie di 4-6 minuti

L’insieme (1° esercizio e 2° esercizio) va ripetuto 2-3 volte con pause “totali” di 6-8 minuti.

Primo esercizio: mezzo squat con bilanciere (con 90% 1 rm)

2 serie da 2-3 ripetizioni con recupero 3-4 minuti tra le serie

pausa parziale di 4-6 minuti

Secondo esercizio: squat jump (mezzo squat con contro-movimento) (con 30% 1 rm)

3 serie da 6-8 ripetizioni con 3-4 minuti di recupero tra le serie

L’insieme (1° esercizio e 2° esercizio) si può ripetere 2-3 volte con pause “totali” tra gli 8 e i 10

minuti, tra un insieme e il successivo.

Primo esercizio: mezzo squat con bilanciere (90-95% di 1 rm)

2 serie da 2 ripetizioni con recupero di 2-4 minuti tra le serie

pausa parziale di 4-6 minuti

Secondo esercizio: pliometrico, salti in basso con rimbalzo (da altezza di circa 0,75 m)

NB: l’altezza di caduta è da valutare soggettivamente, … quella che dà il miglior risultato

nel rimbalzo come altezza raggiunta e velocità della fase di accoppiamento eccentrica-

concentrica.

2 serie da 5-6 ripetizioni con recupero di 4-6 minuti tra le serie.

Ripetere l’insieme (1° esercizio e 2° esercizio) 2-3 volte, con pause complete attorno ai 10 minuti.

Le varianti e le possibilità di elaborare nuove combinazioni con questo metodo sono infinite e non

sono determinate dai limiti di sviluppo della forza esplosiva o della capacità reattiva neuro-

muscolare (secondo l’autore).

Per capirci, un paio di esempi attivabili in altre discipline sportive (allenamento specifico):

Lancio del peso: eseguire dei lanci con peso da gara con l’arto non interessato all’esercizio

di gara per “stimolare”la potenza del gesto di forza successivo (lancio vero e proprio)

Partenza per cento-duecentometristi: brevi serie di balzi ad elevata intensità per “stimolare”

la vera e propria partenza dai blocchi; si è ottenuto un aumento dell’accelerazione nella

partenza

Nuoto: l’uso di specifici esercizi “tonificanti” (nuoto con traino, nuoto con palette grandi,

ecc…) ha aumentato le successive velocità sulle brevi distanze nel lavoro specifico

Ricordiamo che la forma del movimento nel primo esercizio a carattere “stimolante” non ha molta

importanza, devono solo essere attivati i gruppi muscolari da allenare con il successivo impegno ad

alta intensità.

In ultima analisi vediamo brevemente il pensiero di F. C. HATFIELD, uno dei più famosi

“powerlifters” del mondo, autore di libri ed articoli, fondatore dell’International Sports Sciences

Association (ISSA), sugli argomenti fino ad ora analizzati.

Secondo la sua esperienza di tecnico e studioso delle performance atletiche “nel mondo dello sport

la velocità regna sovrana!!”

Come “appare” la forza?

Page 32: Una e Splosion Ed i Forza

32

Per Hatfield se si schematizza graficamente un movimento qualsiasi, esso si presenterà come in fig.

10.

E’ quella che definisce “curva della forza”, ed è quello che esprimiamo normalmente con il nostro

apparato muscolo scheletrico.

La curva della forza si può analizzare nel suo andamento attraverso i punti:

1. è l’inizio di un movimento qualsiasi: richiede FORZA ECCENTRICA (es. piegarsi sulle

ginocchia per poi saltare o portare il braccio indietro di slancio per poi tirare, ecc….);

2. è il passaggio dalla fase eccentrica a quella concentrica, ed è definita fase “di inversione” o

“di transizione”. (dal basso in alto, da dietro in avanti, ecc….): richiede FORZA STATICA.

La fase di ammortizzazione deve essere in un atleta la più breve possibile; i punti 1, 2 e il

successivo 3 danno origine al movimento di tipo “balistico” tipico di ogni gesto sportivo …

e della vita di tutti i giorni;

3. viene applicata FORZA CONCENTRICA per poter colpire, lanciare, saltare, ecc. …,

4. la variabile tempo: ci vuole normalmente una frazione di secondo per esercitare una certa

quantità di forza in un dato movimento, ad eccezione di pochi sport, come ad esempio il

POWERLIFTING (alzata di potenza) dove per completare un movimento è richiesto anche

più di un secondo di tempo,

5. è il punto del movimento dove è richiesta la massima produzione di forza,

6. è la linea che rappresenta la FORZA LIMITE (ASSOLUTA) equivalente a 1 RM (massimo

potenziale di forza a disposizione dell’atleta). Ad eccezione del powerlifting, generalmente

nei movimenti sportivi non si uguagliano i valori di forza assoluta o forza limite, a causa del

tempo breve o addirittura istantaneo che il gesto atletico richiede.

Di questa curva teorica si possono analizzare altri sette fattori, per focalizzare ognuna delle variabili

deputate a produrre forza (fig. 10).

Fig. 10 Curva della forza (secondo Hatfield)

Legenda:

Absolute/limit strength = forza

assoluta/limite;

Force = potenza;

High = alto;

Low = basso;

Erect position = posizione eretta;

Overcome body weight (example: long

jump) = superamento peso corporeo (es.

salto in lungo);

Acceleration = accelerazione;

Starting strength = forza di partenza;

Esplosive strength = forza esplosiva;

Descent phase = fase discendente;

Transition phase = fase di transizione;

Ascent through sticking point = ascesa

al punto massimo;

Ascent to lockout = curva di termine.

Page 33: Una e Splosion Ed i Forza

33

Secondo Hatfield questo approccio si è dimostrato la chiave di studio innovativa che gli ha

permesso, da atleta, di incrementare notevolmente le sue prestazioni di forza e di battere numerosi

record mondiali. Vediamo in sintesi i sette fattori:

1. Angolo Q: all’inizio dell’estrinsecarsi concentrico della forza; rappresenta la forza iniziale;

più l’ascesa della parte concentrica è ripida, maggiore è il numero delle fibre reclutate

simultaneamente nel movimento;

2. Angolo A: seguendo la curva nella parte finale della sua espressione concentrica l’angolo A

si può modificare con 3 possibilità:diventa successivamente “maggiore” seguendo la curva:

si ha un incremento della velocità ottenendo una potenza maggiore;

rimane “uguale”: la velocità del gesto aumenta in modo lineare mentre viene espressa una

forza via via maggiore;diventa successivamente “più piccolo”: vi è un calo di velocità del

movimento man mano ci si avvicina al punto dove viene prodotta la forza massima.

L’”angolo A” è un fattore importantissimo: nello sport l’unica modificazione accettabile è

cercare di aumentare l’ampiezza dell’”angolo A”, tecnica definita da Hatfield C.A.T.

(“accelerazione compensatoria”).

Spostare il peso lentamente significa, secondo Hatfield, non ottimizzare la tensione

sviluppata dai muscoli e quindi ridurre la qualità del sovraccarico che essi ricevono. Questa

sorta di accelerazione durante la fase positiva di un movimento pur incrementando la

produzione di forza, è funzionalmente impossibile da ottenere durante l’ultimo terzo di un

movimento sollevando pesi nel modo tradizionale, ciò nonostante è consigliabile provare

ugualmente nel tentativo di migliorare la qualità dello stress da sovraccarico e aumentare il

tempo di massima tensione (ITT = indice Tempo/Tensione);

3. La forza: nella maggior parte degli sport è utile ottenere un rendimento di forza più elevato

possibile e possedere un’elevata forza massimale;

4. Il tempo: viene definito Tmax il tempo occorrente dall’inizio del movimento concentrico

fino ad esercitare la forza massimale (Fmax). Normalmente questo tempo dovrebbe essere il

più breve possibile …;

5. Relazione forza/tempo: ricollegandosi alla definizione di potenza, analogamente secondo

Hatfield, si può definire la f. esplosiva come la Fmax diviso il Tmax. Se la forza iniziale

identificata nell’”angolo Q” indica la capacità di reclutare simultaneamente più fibre

possibili, la forza esplosiva è la capacità di mantenerle attive: non è la stessa cosa!! Come

non è uguale l’allenamento richiesto per ottimizzare l’una o l’altra qualità;

6. Relazione forza limite/forza max: in ogni movimento sportivo il Tmax è così breve che

non è possibile attivare tutte le unità motorie. Solo nel powerlifting si mette alla prova la

propria forza limite. Nessun altro sport lo fa a causa del limitato tempo di contrazione.

Allenare semplicemente la forza limite non è miglior modo per preparare un atleta.

Addirittura esasperando solo questo tipo di allenamento si rischierebbe di ottenere risultati

opposti. Se portato all’estremo l’aumento di forza porta inevitabilmente ad un aumento di

peso corporeo, a una diminuzione della velocità di movimento, ad una incapacità nel

raggiungere un’accelerazione soddisfacente. Bisogna quindi dare importanza al concetto di

“forza funzionale” (tutti gli autori sono da tempo concordi su questo, ndr) cioè la forza

necessaria per ottimizzare la prestazione e l’efficacia del movimento e che può essere

valutata considerando il rapporto forza/peso corporeo, che generalmente varia da sport a

sport a seconda della richiesta specifica;

7. La fase di ammortizzazione (“transizione”). Nella pratica sportiva è impensabile ottenere

la massima efficacia in un gesto tecnico effettuando movimenti non continui e separando le

fasi eccentriche da quelle concentriche, anche se l’abbiamo fatto didatticamente

nell’analizzare la curva della forza. Molte volte si esaspera il concetto di rischio traumatico

causato dall’allenamento di tipo balistico (reattivo, pliometrico…): può avere un senso nel

“fitness” ma l’atleta lo deve effettuare!! E’ quindi opportuno imparare ad allenarsi

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correttamente utilizzando anche metodiche che prevedano movimenti balistici. Se il training

è ben condotto la “curva della forza” avrà un andamento sempre più ripido:

Questo è l’obiettivo (graficamente sintetizzato) a cui deve mirare l’atleta, la sua “firma”!!

L’allenamento dovrà essere ben pianificato, condotto, periodizzato.

In generale si dovrà progredire da un allenamento a bassa intensità e alto volume ad un

allenamento ad alta intensità e basso volume, si passerà da movimenti generali atti a

migliorare la forza limite a movimenti più specifici, balistici, caratteristici di ogni disciplina

sportiva.

Tanto per non generare confusione (o per scatenarla del tutto …), in riferimento alle varie

classificazioni della forza riportate nella prima parte di questo lavoro, ricordiamo che Hatfield

identifica come forza assoluta “la massima espressione di forza raggiungibile mediante il solo

allenamento” e che Harre la definisce forza massima, lo stesso Harre identifica come forza assoluta

il potenziale assoluto di forza di un muscolo o di un gruppo di muscoli (superiore alla forza

massima mediante ipnosi, stimolo elettrico, altro …), mentre Hatfield utilizza il termine forza

limite: “la massima espressione di forza che l’organismo è in grado di produrre utilizzando non solo

le normali tecniche di allenamento ma anche tutti quei sussidi che consentono di migliorare la

prestazione “ (supplementi, ipnosi, tecniche terapeutiche, elettroterapia, ecc …).

Buon allenamento e … siate forti, o meglio “esplosivi” !!

Da così A così A così !!

Page 35: Una e Splosion Ed i Forza

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