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INDICE Una storia da ascoltare: Cappuccetto Rosso dei Fratelli Grimm (dal sito www.lefiabe.com/grimm/cappuccetto-rosso.htm ) Una storia da mangiare: Maccheroncini di Scontentina (dal sito www.ilpaesedeibambinichesorridono.it/maccheroncini .htm ) Una storia per riflettere: La tartaruga e la lepre di Esopo (dal sito www.paroledautore.net/fiabe/classiche/esopo/lepret artaruga.htm )

Una Storia Da Ascoltare, Una Da Mangiare, Una Per Riflettere

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Piccole storie per far divertire i vostri bambini

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INDICE

Una storia da ascoltare: Cappuccetto Rosso dei Fratelli

Grimm (dal sito www.lefiabe.com/grimm/cappuccetto-rosso.htm )

Una storia da mangiare: Maccheroncini di Scontentina

(dal sito www.ilpaesedeibambinichesorridono.it/maccheroncini.htm )

Una storia per riflettere: La tartaruga e la lepre di Esopo

(dal sito www.paroledautore.net/fiabe/classiche/esopo/lepretartaruga.htm )

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CAPPUCCETTO ROSSO: una storia da ascoltare

(dal sito www.lefiabe.com/grimm/cappuccetto-rosso.htm)

C'era una volta una cara ragazzina; solo a vederla le volevano tutti bene, e specialmente la nonna, che non sapeva piu' cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e, poichè le donava tanto ch'essa non volle più portare altro, la chiamarono sempre Cappuccetto Rosso. Un giorno sua madre le disse: - Vieni, Cappuccetto Rosso, eccoti un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino, portali alla nonna; è debole e malata e si ristorerà. Mettiti in via prima che faccia troppo caldo; e, quando sei fuori, va' da brava, senza uscir di strada; se no, cadi e rompi la bottiglia e la nonna resta a mani vuote. E quando entri nella sua stanza, non dimenticare di dir buon giorno invece di curiosare in tutti gli angoli. -Farò tutto per bene, - disse Cappuccetto Rosso alla mamma e le diede la mano. Ma la nonna abitava fuori, nel bosco, a una mezz'ora dal villaggio. E quando giunse nel bosco, Cappuccetto Rosso incontrò il lupo. Ma non sapeva che fosse una bestia tanto cattiva e non ebbe paura. - Buon giorno, Cappuccetto Rosso, - egli disse. - Grazie, lupo. - Dove vai cosi presto, Cappuccetto Rosso? - Dalla nonna. - Cos 'hai sotto il grembiule? - Vino e focaccia: ieri abbiamo cotto il pane; così la nonna, che è debole e malata, se la godrà un po' e si rinforzerà. - Dove abita la tua nonna, Cappuccetto Rosso? - A un buon quarto d'ora di qui, nel bosco, sotto le tre grosse querce; là c'è la sua casa, è sotto la macchia di noccioli, lo saprai già, - disse Cappuccetto Rosso. Il lupo pensava: " Questa bimba tenerella è un grasso boccone, sarà piu' saporita della vecchia; se sei furbo, le acchiappi tutt'e due". Fece un pezzetto di strada vicino a Cappuccetto Rosso, poi disse: - Vedi, Cappuccetto Rosso, quanti bei fiori? perché non ti guardi intorno? Credo che non senti neppure come cantano dolcemente gli uccellini! Te ne vai tutta contegnosa, come se andassi a scuola, ed è così allegro fuori nel bosco! Cappuccetto Rosso alzò gli occhi e quando vide i raggi di sole danzare attraverso gli alberi, e tutto intorno pieno di bei fiori, pensò: " Se porto alla nonna un mazzo fresco, le farà piacere; è tanto presto, che arrivo ancora in tempo ". Dal sentiero corse nel bosco in cerca di fiori. E quando ne aveva colto uno, credeva che più in là ce ne fosse uno più bello e ci correva e si addentrava sempre più nel bosco. Ma il lupo andò difilato alla casa della nonna e bussò alla porta. - Chi è? - Cappuccetto Rosso, che ti porta vino e focaccia; apri. - Alza il saliscendi, - gridò la nonna: - io son troppo debole e non posso levarmi. Il lupo alzò il saliscendi, la porta si spalancò e, senza dir molto, egli andò dritto a letto

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della nonna e la ingoiò. Poi si mise le sue vesti e la cuffia, si coricò nel letto e tirò le coperte .. Ma Cappuccetto Rosso aveva girato in cerca di fiori, e quando n'ebbe raccolti tanti che più non ne poteva portare, si ricordò della nonna e S'incamminò. Si meravigliò che la porta fosse spalancata ed entrando nella stanza ebbe un'impressione cosi strana che pensò: " Oh, Dio mio, oggi, che paura! e di solito sto cosi volentieri con la nonna! " Esclamò: - Buon giorno! - ma non ebbe risposta. Allora s'avvicinò al letto e scostò le cortine: la nonna era coricata, con la cuffia abbassata sulla faccia e aveva un aspetto strano.

- Oh, nonna, che orecchie grosse! - Per sentirti meglio. - Oh, nonna, che occhi grossi! - Per vederti meglio. - Oh, nonna, che grosse mani! - Per meglio afferrarti. - Ma, nonna, che bocca spaventosa! - Per meglio divorarti!. E subito il lupo balzò dal letto e ingoiò il povero Cappuccetto Rosso. Saziato il suo appetito, si rimise a letto, s'addormentò e cominciò a russare sonoramente. Proprio allora passò li davanti il cacciatore e pensò: " Come russa la vecchia! devo darle un'occhiata, potrebbe star male ".

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Entrò nella stanza e, avvicinatosi al letto, vide il lupo. - Eccoti qua, vecchio impenitente, - disse, - è un pezzo che ti cerco. Stava per puntare lo schioppo, ma gli venne in mente che il lupo avesse mangiato la nonna e che si potesse ancora salvarla: non sparò, ma prese un paio di forbici e cominciò a tagliare la pancia del lupo addormentato. Dopo due tagli, vide brillare il cappuccetto rosso, e dopo altri due la bambina saltò fuori gridando: - Che paura ho avuto! com'era buio nel ventre del lupo! Poi venne fuori anche la vecchia nonna, ancor viva, benché respirasse a stento. E Cappuccetto Rosso corse a prender dei pietroni, con cui riempirono la pancia del lupo; e quando egli si svegliò fece per correr via, ma le pietre erano cosi pesanti che subito s'accasciò e cadde morto. Erano contenti tutti e tre: il cacciatore scuoiò il lupo e si portò via la pelle; la nonna mangiò la focaccia e bevve il vino che aveva portato Cappuccetto Rosso, e si rianimò; ma Cappuccetto Rosso pensava: " Mai più correrai sola nel bosco, lontano dal sentiero, quando la mamma te l'ha proibito ".

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MACCHERONCINI DI SCONTENTINA: una storia da mangiare

(dal sito www.ilpaesedeibambinichesorridono.it/maccheroncini.htm)  

 

RICETTA DA PREPARARE CON I BAMBINI

600 g di maccheroncini  200 g di emmental morbido

3/4 di litro di latte fresco  200 g di burro

I cucchiaio di farina, parmigiano grattugiato, sale

Dose per 6 persone

 Qualche ora prima di preparare i maccheroncini tagliate l'emmental a striscioline lunghe e sottili e lasciatele a bagno in una tazza di latte (1/4 di litro). Preparate una besciamella piuttosto liquida nel seguente modo: sciogliete 50 g di burro in un tegamino dal fondo

pesante, su fiamma bassa; versatevi la farina e amalgamatela al burro facendola cuocere per qualche minuto senza bruciarla, continuando a mescolare. Togliete il tegamino dal

fuoco e aggiungetevi, mescolando vigorosamente, 1/2 litro di latte a temperatura ambiente. Quando la salsa si sarà amalgamata rimettetela sul fuoco e, sempre

mescolando, fatela sbollire a fiamma bassa, fino a quando non sarà densa e liscia. Fate attenzione che la salsa, durante il bollore, non si attacchi sul fondo e sui lati del tegame. Cuocete i maccheroncini in abbondante acqua salata. Scolateli e conditeli con 80 g di burro e le striscioline di emmental. Imburrate una pirofila, versatevi i maccheroncini,

ricopriteli con la besciamella, mettete qualche fiocchetto di burro qua e là e spolverizzateli di parmigiano. Infornateli per qualche minuto a forno caldo (200 gradi),

dando una grigliatina alla fine.

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LA STORIA DI SCONTENTINA

C'era una volta una bimba sempre malcontenta e di cattivo umore soprannominata

Scontentina. Scontentina desiderava troppe cose  non si accontentava di quelle che già

aveva. Un giorno mentre andava a fare la spesa per la sua mamma incontrò una vecchina

che le disse: «Che faccia triste che hai! Ti piacerebbe avere un bel paio di scarpette

d'oro?»«Certo che mi piacerebbe», rispose Scontentina. «E una bella gonna di pizzi

d'argento?»«Sicuro!» «E una corona di brillanti? E un manto tutto di pietre preziose?»

«Tu mi stai prendendo in giro!» disse Scontentina alla vecchina. «No, di certo, bambina

cara, monta sulla mia schiena e vedrai.» Scontentina anziché portare a casa la spesa, salì

sulla schiena della vecchina. Zie, zac, zie, zac. Iniziarono a volare, in alto nel cielo. A

Scontentina pareva di poter toccare con la mano la luna e le stelle. Dall'alto vedeva le

città piccole piccole, e gli uomini che sembravano formiche. Ma, mentre era in cielo,

sentì il vento fischiare forte, sempre più forte.

 Improvvisamente arrivò una tempesta di lampi e di tuoni che le tolse il respiro. «Voglio

tornare dalla mamma!» urlava. «Mettimi giù, fammi tornare a terra!» Ma la vecchia non

la ascoltava e volava, volava ancora più veloce cantando: «Sopra l'acqua e sopra il

vento, noi andiamo a cuor contento, ci portan l'uragano, la pioggia e la tempesta per

arrivar più in là dove sarà gran festa!» Scontentina capì che la vecchia doveva essere una

strega e che la stava portando a una festa di streghe. Ebbe più paura che mai. «Fermati,

fermati, voglio tornare dalla mamma!» la implorava, mentre la vecchina si andava

trasformando in una strega. I capelli diventarono lunghi lunghi. Il vestito diventò nero

come il fumo e la pelle si increspò tutta. Arrivarono a un castello. Lì c'erano centinaia di

streghe che portarono Scontentina in una stanza di specchi dove la vestirono con scarpe

d'oro, una gonna di pizzo d'argento, un mantello di pietre preziose e le misero una

corona in testa. «Andiamo, Scontentina», dissero, «sei così bella che alla festa ti

presenteremo il principe.» E infatti Scontentina incontrò proprio il figlio del re. «Vuoi

ballare con me, meravigliosa fanciulla?» disse il principe e fu così che ballarono tutta la

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sera. «Vuoi diventare la mia sposa?» A Scontentina pareva di toccare il cielo con un

dito. Come era possibile che le fosse capitata una fortuna così improvvisa, a lei che era

sempre triste e lamentosa? Accettò di buon grado e con il principe si incamminò mano

nella mano verso il castello. Ma, appena varcato il portone, Scontentina sentì che la

mano del principe stava diventando strana. Le unghie pungevano come artigli e là pelle

da liscia si era fatta ruvida e pelosa. A un tratto si girò verso di lui e lanciò un grido di

terrore. «Mammina, aiuto!» «Guai a te se chiami la tua mamma!» le intimò il principe.

Ma Scontentina aveva chiamato la mamma perché il bel cavaliere ora aveva un paio

d'occhi di fiamma, una barbetta da caprone, un viso brutto da far paura e un paio di

corna in testa. Fu un miracolo se Scontentina non morì dal terrore.  In quel mentre, però,

sentì una mano accarezzarle la fronte. Era la mano della sua mamma. «Hai fatto un

brutto sogno, bambina mia», la tranquillizzò. Scontentina abbracciò la mamma e dentro

di sé pensò: che il sogno mi sia di lezione, non sarò mai più di malumore, vivrò felice di

quello che ho perché chi delle proprie cose non si accontenta, stia ben attento a che non

se ne penta!

 

 

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LA TARTARUGA E LA LEPRE: una storia per riflettere

(dal sito www.paroledautore.net/fiabe/classiche/esopo/lepretartaruga.htm )

La lepre un giorno si vantava con gli altri animali: "Nessuno può battermi in velocità" diceva. "Sfido chiunque a correre come me." La tartaruga, con la sua solita calma, disse: "Accetto la sfida." "Questa è buona!" esclamò la lepre; e scoppiò a ridere. "Non vantarti prima di aver vinto" replicò la tartaruga. "Vuoi fare questa gara?" Così fu stabilito un percorso e dato il via.La lepre partì come un fulmine: quasi non si vedeva più, tanto era già lontana. Poi si fermò, e per mostrare il suo disprezzo verso la tartaruga si sdraiò a fare un sonnellino. La tartaruga intanto camminava con fatica, un passo dopo l'altro, e quando la lepre si svegliò, la vide vicina al traguardo. Allora si mise a correre con tutte le sue forze, ma ormai era troppo tardi per vincere la gara.La tartaruga sorridendo disse: "Non serve correre, bisogna partire in tempo." (da paroledautore.net)