Upload
dinhnhi
View
228
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
U N I T À
2
30303030303030300330 IN IZ IA L’ETÀ MODERNAPARTE 1
Mar Mediterraneo
Oceano
Atlantico
Mare
del
Nord
I m p e roO t t o m a n oRoma
ViennaZurigo (Zwingli)
BudaPest
Napoli
Atene
Parigi
Worms
Strasburgo
Anversa
Nantes
Ginevra (Calvino)
Losanna
Genova
Milano
MadridLisbona
Bordeaux
Orthez
Montpellier
Montauban
Lipsia
Wittenberg(Lutero)
Varsavia
Danzica
Riga
Copenaghen
Stoccolma
Oslo
Londra
OxfordCambridge
Glasgow
AberdeenSt. Andrews
1450 1500 1600
1559
Pace di Cateau-Cambrésis
1563
Concilio di Trento
1497
Scomunicaa Savonarola
1466
Nasce Erasmo da Rotterdam
1517
Lutero affi gge le 95 Tesi
1534
Nasce la Chiesa Anglicana
111115511111555555551532
Riforma calvinista
1492
Colombo scopre
l’America
1111111111111111111111555
Pace di Augusta
1598
Editto di Nantes
Riforma e Controriforma
L’Inghilterra diventa anglicana mentre Scozia e Irlanda restano cattoliche.
GlaGlaGlaGlaGlaGlaGlaGlaGlasgasgGla
La diffusione della Riforma parte dalle città.
BBoBororddeaeauxuxuxuxuuuxux
Orthez
Mo
M
I Luterani sono concentrati in Germania, Ungheria e nord Europa.
msLippsia
Wittenbergg(Luter )o)
Varsavia
DanDannDanDanDanziziziziziDanzicDanzi a
RigRigaRiga
CopCopCopCopCopCopopenaenaenaenaenaenan gheggggopC genaCopenag n
ccoccoccocccc lmaStoccocco
L’azione di Zwingli e Calvino è concentrata in Svizzera.Viennagogurigo (Zwinglgo (Zw gli)
BudaPest
(evra (evra (Callvino)
Riformare signifi ca attribuire “nuova forma” a qual-
cosa, quindi modifi carlo, allo scopo di migliorarlo o di
renderlo più adeguato all’obiettivo posto. Si possono
attuare delle riforme, per esempio, in campo politico,
economico, sociale. Talvolta l’ambito interessato può
essere anche quello religioso: è il caso della Riforma
protestante, che nel XVI secolo spezzò l’unità religio-
sa dell’intera Europa.
Riforma
Riformar
LA PAROLA CHIAVE
OrtodossiLuterani
Cattolici
Riformati (Zwingliani e Calvinisti)
Anglicani
Fratelli di Boemia e Moravia, Hussiti
Musulmani
Principali centridi diffusione della Riforma
La diffusione della Riforma protestante.
1521
Dieta di Worms
31Unità 2R i fo rma e Cont ror i fo rma
La crisi della Chiesa
Gli umanisti e lo studio critico dei testi sacri
Il periodo dell’Umanesimo e del Rinascimento fu caratterizzato, oltre che dal-
la magnificenza delle opere artistiche, anche dal desiderio di letterati e pensa-
tori di ritornare ad accostarsi all’antichità classica.
Anche sul piano religioso avvenne qualcosa di simile: si avvertì, cioè, un for-
te desiderio di ritornare alle fonti del Cristianesimo, al primitivo insegna-
mento evangelico. Infatti, proprio in questo periodo di grande apertura cul-
turale e artistica si era verificata una nuova e più profonda decadenza dei
costumi ecclesiastici, simile a quella che già aveva turbato la Chiesa nei seco-
li X e XI.
Gli umanisti dunque avviarono uno studio critico anche dei testi sacri ac-
compagnato da una riflessione del tutto nuova sulla religione e sulla morale.
Fra essi, l’olandese Erasmo da Rotterdam (1466-1536) rappresentò più di
ogni altro l’esigenza di cambiamento all’interno della Chiesa cattolica. Egli,
infatti, pur non ponendo in discussione l’autorità del papa, criticò gli eccessi-
vi interessi economici e politici della Chiesa, denunciando le pratiche religio-
se estranee all’insegnamento del Vangelo.
La corruzione dei costumi
Ancora una volta infatti i papi avevano preso a comportarsi come sovrani
laici: facevano guerre, tessevano intrighi politici e di potere, usavano mezzi
non degni del ruolo che ricoprivano. Spesso riuscivano ad accumulare enor-
mi ricchezze. La stessa elezione del pontefice era divenuta oggetto di disputa
fra le più importanti famiglie italiane, quali i Medici, i Farnese, i Della Rove-
re, trasformando il potere del papa in pote-
re esclusivamente feudale.
L1
Gli umanisti eGGGGGGG
La corruzione
La “follia” di Erasmo
Erasmo da Rotterdam (1466-1536) fu un gran-
de umanista. Viaggiò in Francia, Inghilterra,
Italia e Svizzera. Conobbe i grandi rivolgi-
menti culturali del suo tempo e fu
amico di Thomas More.
Il suo testo più famoso è
L’elogio della follia;
in esso l’autore si
scagliò contro
l’immoralità e gli
abusi ecclesiastici,
l’ignoranza del clero
e l’intolleranza dei
dogmi religiosi.
a in pote-
.
Erasmo
1466-1536) fu uun gran-
Francia, Inghiltterra,
e i grandi rivolggi-
tempo e fu
Papa Sisto IV, cioè Francesco della Rovere,
nomina il nuovo prefetto della Biblioteca
Vaticana, circondato dai suoi nipoti.
Affresco del 1477 di Melozzo da Forlì.
re, trasform
re esc
Riflessione sulla
religione e sulla morale
C A U S A E F F E T T O
Studio critico
dei testi sacri
G L O S S A R I O
Studio critico
Studio fatto con
strumenti razionali,
non influenzato
da pregiudizi di alcun tipo,
nemmeno religiosi.
3232 PARTE 133232323232322332323232323232323232 PARTE PARTE 11
Il potere temporale viene messo in discussione
Per poter mantenere tanto lusso e continuare a esercitare un simile predo-
minio, vennero spesso imposte tasse all’intera comunità cristiana; per con-
tro il clero stesso non intendeva versare alcuna forma di tributo all’autorità
civile; questo comportamento creò in tutta Europa non pochi contrasti fra le
autorità civili e quelle religiose. Gli umanisti italiani affermarono la necessi-
tà di analizzare i testi sacri e i documenti che erano alla base del potere tem-
porale della Chiesa, come la Donazione di Costantino, documento con cui
l’imperatore Costantino, nel 313, avrebbe ceduto al papa Silvestro I Roma,
l’Italia e le province occidentali. Sfruttato più volte dal Papato per affermare
la legittimità del proprio primato religioso e politico, venne riconosciuto co-
me un falso dallo studioso Lorenzo Valla (secolo XV).
Girolamo Savonarola e la lotta contro il vizio
Altri ritenevano invece che la corruzione della Chiesa fosse causata dalla cul-
tura umanistica, poiché il clero trascurava la spiritualità per rivolgersi alla
letteratura profana e alle arti; tra questi, il domenicano Girolamo Savonaro-
la, nato a Ferrara nel 1452: predicando a Firenze, egli avviò un’energica batta-
glia contro vizio e corruzione e organizzò un vasto movimento di seguaci, ap-
partenenti soprattutto alle classi popolari, detti “piagnoni” per l’abitudine di
lamentarsi della decadenza morale dei fiorentini. Dopo la cacciata dei Medici
dalla città, Savonarola si pose alla guida di una Repubblica, e promosse ro-
ghi nelle piazze di oggetti ritenuti troppo lussuosi e mondani espropriati ai
ricchi, ma anche di opere d’arte e testi letterari. Nel 1497 il papa Alessandro VI
scomunicò Savonarola a causa delle sue critiche troppo aspre nei confronti
del clero; il monaco domenicano si era attirato anche l’opposizione dell’aristo-
Il potere temp
Girolamo Savo
Il supplizio di Girolamo
Savonarola in piazza
della Signoria a Firenze.
Girolamo Savonarola
accusa la Chiesa
di corruzione
Scontenta l’aristocrazia
e la borghesia fiorentine
Guida un movimento
che riesce a cacciare i
Medici da Firenze e a
creare una Repubblica
Viene accusato di eresia
e condannato a morte
C A U S A E F F E T T O
33Unità 2R i fo rma e Cont ror i fo rma
crazia e della borghesia fiorentine, favorevoli alla nuova cultura rinascimen-
tale: subì quindi un processo per eresia, al termine del quale fu prima impic-
cato e poi arso in Piazza della Signoria a Firenze il 23 maggio del 1498.
Gli Stati europei non tollerano più le ingerenze della Chiesa
In Europa, inoltre, i sovrani delle Monarchie nazionali non sopportavano
più le ingerenze della Chiesa di Roma nella loro politica, e la borghesia, dal
canto suo, era esasperata dalle continue richieste di tributi da parte del pote-
re ecclesiastico. La critica al clero esprimeva dunque l’esigenza di un rinno-
vamento non soltanto religioso, ma anche politico ed economico.
La contestazione ha una voce: Martin Lutero
Lutero contro la vendita delle indulgenze
In questo clima e con questo spirito Martin Lutero si ribellò alla Chiesa ro-
mana. Nato nel 1483 in Sassonia da una famiglia della piccola borghesia,
Lutero divenne monaco agostiniano e poco dopo ottenne la cattedra di teo-
logia a Wittenberg, in Germania. Il fatto che scatenò l’ira del monaco e diede
formalmente inizio alla “Riforma protestante” fu la vendita delle indulgen-
ze. Papa Leone X aveva infatti concesso l’indulgenza plenaria, ovvero il per-
dono dei peccati (e la conseguente diminuzione del periodo di pena in Purga-
torio per espiarli), a tutti coloro che facevano un’offerta in denaro per la
costruzione della Basilica di San Pietro; il pontefice estese anche alla Germa-
nia questa iniziativa, giungendo ad affidarne l’appalto ai banchieri tedeschi,
che in cambio trattenevano per sé una parte delle entrate. Essi addirittura
rilasciavano una certificazione di indulgenza dopo il versamento di una de-
terminata somma, indipendentemente dalla fede o dal pentimento di chi “ac-
quistava” il perdono dei peccati, che diveniva così merce di scambio al di là
di ogni implicazione religiosa.
Gli Stati europ
L2
Lutero controLLLLLL
La vendita delle
indulgenze in una
incisione di Hans
Holbein il Giovane
del XVI secolo.
Il papa
distribuisce
lettere di
assoluzione
dai peccati ai
fedeli.
I monaci
contano i soldi
lasciati dai
fedeli.
e
-
-
e
-
-
-
a
-
a
-
-
à
Martin Lutero.
F I S S A I L C O N C E T T O
Martin Lutero condanna
la vendita delle indulgenze
perché permetteva di
acquistare con il denaro
il perdono dei peccati, senza
bisogno che il peccatore
si pentisse.
343434343434343443343434343434343434 IN IZ IA L’ETÀ MODERNAPARTE 1
Lutero affigge 95 Tesi contro la corruzione della Chiesa
Il 31 ottobre 1517 Lutero affisse sulla porta della Cattedrale di Wittenberg
95 Tesi in cui condannava, insieme alla vendita delle indulgenze, ogni altra
forma di corruzione della Chiesa di Roma.
Il papa mandò in Germania il più autorevole teologo dell’epoca per ottenere
da Lutero la ritrattazione immediata delle sue affermazioni e l’impegno di
mantenere il silenzio in futuro, ma egli rifiutò, anzi pubblicò tre libri in cui
negava il riconoscimento dell’autorità ecclesiastica, respingeva cinque dei
sette sacramenti e affermava la libertà interiore del cristiano.
Leone X scomunicò allora Lutero che, per tutta risposta, bruciò pubblica-
mente il documento di scomunica sulla piazza di Wittenberg: con quel ge-
sto egli creava una frattura insanabile con la Chiesa Cattolica e attirava su di
sé anche l’ostilità dell’imperatore Carlo V, preoccupato per la minaccia che
l’eresia poteva costituire per l’autorità imperiale.
I principi tedeschi appoggiano Lutero per rivendicare
la propria indipendenza dal papa
Nel corso di una Dieta, cioè un’assemblea di principi e governanti delle città
tedesche, tenutasi a Worms nel 1521, Carlo V cercò, d’intesa col papa, di
convincere Lutero a ritrattare le sue argomentazioni, ma questi non ne volle
sapere e, protetto dal principe Federico di Sassonia, sfuggì alle conseguenze
dell’inevitabile condanna per eresia. Federico di Sassonia infatti nascose Lu-
tero nel suo castello, dove il monaco iniziò la prima traduzione in tedesco
della Bibbia. Molti principi, desiderosi di affrancarsi sia dalla Chiesa di Ro-
ma sia dal potere imperiale, appoggiarono Federico di Sassonia.
Ormai la frattura era inesorabilmente avviata e la dottrina del monaco ri-
belle cominciò a circolare in Germania anche grazie all’invenzione della
stampa. Le Tesi di Wittenberg, stampate in migliaia di copie e corredate di
illustrazioni per coloro che non sapevano leggere, si diffusero con impres-
sionante rapidità.
Lutero affigge
la propria indi
Lutero alla Dieta di Worms. Carlo V, d’accordo con il papa, cercò inutilmente di convincere
Lutero a ritrattare le proprie argomentazioni contro la vendita delle indulgenze.
Lutero condanna
la vendita delle
indulgenze nelle
Tesi di Wittenberg
Lutero brucia
pubblicamente il
documento di scomunica
Nella Dieta di Worms
Carlo V cerca
di convincere Lutero
a ritirare le sue
affermazioni
Il papa lo scomunica
L t d
Lutero rifiuta e viene
condannato per eresia
Il principe Federico
di Sassonia nasconde
Lutero nel suo castello
C A U S A E F F E T T O
Dieta di Worms: 1521.
F I S S A L A D A T A
F I S S A I L C O N C E T T O
Bruciando il documento
di scomunica mandato dal
papa Martin Lutero intende
far capire che non riconosce
più l’autorità del papa.
DO
CU
ME
NT
I
Unità 2R i fo rma e Cont ror i fo rma 35335353535353535335Unità 2
LE TESI DI LUTEROCon le sue 95 Tesi, esposte a Wittenberg,
il monaco Martin Lutero segnò la
divisione della Chiesa Cristiana e fondò
la Chiesa che poi verrà chiamata
Protestante. Riportiamo alcune tesi fra
le più significative.
6. Il papa non può rimettere alcuna colpa se non dichiarando e approvando che è stata rimessa da Dio...21. Sbagliano quei predicatori d’ indulgenze, i quali dicono che per le indulgenze papali l’uomo è sciolto e salvato da ogni pena.22. Il papa, anzi, non rimette alle anime in purgatorio nessuna pena che avrebbero dovuto subire in questa vita secondo i canoni.24. È inevitabile che la maggior parte del popolo sia ingannata da tale indiscriminata e pomposa promessa di liberazione della pena.36. Qualsiasi cristiano certamente pentito ottiene la remissione plenaria della pena e della colpa che gli è dovuta, anche senza lettere di indulgenza.62. Vero tesoro della Chiesa di Cristo è il sacrosanto Vangelo, gloria e grazia di Dio.86. Perché il papa [...] non costruisce una sola basilica di S. Pietro con i propri soldi invece che con quelli dei poveri fedeli?94. Bisogna esortare i Cristiani perché si sforzino di seguire il loro capo Cristo attraverso le pene, le mortificazioni e gli inferni.
Lutero af⇒ gge le 95 Tesi sulla
porta del duomo di Wittenberg,
in una stampa popolare.
Emerge la convinzione di Lutero che il perdono dei peccati arrivi direttamente da Dio e non attraverso l’intervento del papa.
Lutero considera un grave errore da parte dei predicatori far credere alla gente di potersi salvare dall’Inferno attraverso le indulgenze.
Inoltre ritiene che sia facile ingannare con false promesse di sconti di pena il popolo che, a causa dell’ignoranza, non è in grado di giudicare.
Ribadisce quel rapporto diretto con Dio attraverso il quale, invece, tutti i Cristiani pentiti possono ottenere il perdono dei peccati senza bisogno di ricorrere al papa.
33
Qui si fa riferimento all’aspetto più importante della Riforma protestante, che è il libero esame delle Sacre Scritture.
Un altro aspetto determinante della Riforma è costituito dal rifi uto da parte di Lutero dell’opulenza e delle ricchezze di cui dispone la Chiesa di Roma; qui egli fa riferimento alla Basilica di San Pietro, costruita con i soldi estorti ai Cristiani tramite la vendita delle indulgenze.
OBIETTIVI DIDATTICI
• Uso delle fonti
363636363636363663363636363636363636 IN IZ IA L’ETÀ MODERNAPARTE 1
3La dottrina di Lutero
I princìpi basilari della Riforma protestante
La dottrina luterana si basa su tre princìpi fondamentali che sono alla base di quella che viene chiamata la Riforma protestante:1. la salvezza si ottiene per mezzo della fede e non tramite le opere;2. il libero esame delle Sacre Scritture;3. il sacerdozio universale dei credenti.
La salvezza attraverso la fede
Per quanto riguarda il primo principio, Lutero riteneva che la salvezza dell’uo-mo, cioè il perdono della colpa e l’ingresso in Paradiso, potesse avvenire sol-tanto attraverso la fede incondizionata e profonda in Dio e nella Sua parola, tramandata dalla Bibbia. L’uomo infatti, segnato dal peccato originale, non è capace di fare il bene: le sue opere buone dunque non saranno mai sufficienti a ottenere il perdono. Soltanto Dio può salvarlo, ma nessuno è certo della pro-pria salvezza fino al momento della morte. È chiaro che questo principio aveva lo scopo di porre fine alla pratica dell’acquisizione delle indulgenze.
La libera interpretazione delle Sacre Scritture
Il secondo principio prevede che siano i credenti a leggere direttamente
i Testi Sacri e la parola di Dio, senza più ricorrere all’interpretazione fatta dalla Chiesa in modo spesso dogmatico (cioè non dimostrabile, ma da accet-tare senza discussioni). Quindi la Chiesa stessa, nel momento in cui perdeva il suo ruolo di intermediario fra l’uomo e Dio, non aveva più ragione di esiste-re: infatti Lutero non riconosceva il pontefice come capo della comunità cri-
stiana e soprattutto non riconosceva più il ruolo dei sacerdoti.Gli stessi sacramenti erano drasticamente ridotti, in quanto venivano ri-conosciuti solo quelli istituiti direttamente da Cristo: battesimo ed euca-
ristia.Proprio per permettere a tutti di leggere direttamente i Testi Sacri, nel 1522 Lutero tradusse in tedesco e pubblicò il Nuovo Testamento e promos-se l’alfabetizzazione del popolo, dando così un forte impulso all’istruzione.
Ogni credente può dirsi sacerdote
Il terzo punto toglie al sacerdozio il valore di sacramento eliminando le di-visioni fra clero e laici. In questo modo veniva a cadere la struttura gerar-chica della Chiesa e il sacerdote non aveva più ragione di esistere. Nella Chiesa riformata luterana il sacerdote è sostituito infatti dal “pastore”, guida spirituale e non più depositario della parola e della volontà di Dio. Il pastore inoltre non ha obbligo di celibato. La Madonna e i Santi non sono più considerati come oggetti di venerazione.
princìpi basilI
La salvezza at
La libera inter
Ogni credente
Frontespizio della Bibbia nella traduzione di Martin Lutero. Wittenberg, 1534.
• Primo principio
della Riforma: la salvezza
si ottiene con la fede.
• Secondo principio
della Riforma: tutti
possono leggere e
interpretare la Bibbia.
• Terzo principio
della Riforma: ogni
credente è sacerdote.
F I S S A I L C O N C E T T O
37Unità 2R i fo rma e Cont ror i fo rma
I contadini, oppressi dai tributi e dai
soffocanti vincoli feudali, si ribellano.
Questa incisione del 1524 riassume
i contenuti della protesta: monaci, prelati
e nobili vengono giustiziati.
La rivolta dei contadini
Thomas Müntzer e la ricerca di giustizia sociale
Il movimento riformatore avviato da Lutero venne da alcuni interpretato co-
me strumento per ottenere una maggiore giustizia sociale e la ridistribu-
zione delle ricchezze.
Così i cavalieri, piccoli proprietari terrieri sempre più poveri, tentarono di
impadronirsi delle terre della Chiesa, ma furono sconfitti da un esercito di
principi tedeschi.
Ben più radicale fu la rivolta dei contadini, guidati dal predicatore Thomas
Müntzer; essi, oppressi dai tributi, dagli affitti sempre più alti e dai vincoli
feudali, esposero le loro richieste in un documento, noto come i Dodici arti-
coli della contadineria, in cui convivevano rivendicazioni di carattere religio-
so insieme a richieste sociali, economiche e politiche.
Nel 1524 le rivolte scoppiarono quasi contemporaneamente in varie località
della Germania, anche molto distanti fra loro, e i Dodici articoli divennero un
obiettivo comune a tutti i rivoltosi, i quali sostenevano di ispirarsi ai princìpi
luterani.
Lutero si oppone alla lotta armata per non perdere l’appoggio dei principi
Lutero, pur riconoscendo che molte rivendicazioni contadine erano fondate,
si oppose recisamente alla rivolta e alla lotta armata; quando comprese
che non vi erano i termini per nessun tipo di compromesso, non esitò a
schierarsi con i principi, condannando violentemente i rivoltosi nello scritto
Contro le bande dei contadini assassini e saccheggiatori.
Lutero temeva, infatti, di perdere l’appoggio dei principi tedeschi, e nello
stesso tempo era giunto alla convinzione che la ribellione al potere politico,
voluto da Dio per frenare gli istinti di
violenza e sopraffazione degli uomini
nella vita terrena, fosse inaccettabile,
in quanto costituiva una rivolta con-
tro Dio stesso, che aveva voluto e ordi-
nato quel potere politico.
L’esercito dei principi, nel 1525, re-
presse nel sangue la rivolta, metten-
done a morte i capi e massacrando più
di centomila contadini.
L4
Thomas MüntTTTTTTTTT
Lutero si oppo
Rivolta dei contadini: 1524.
F I S S A L A D A T A
F I S S A I L C O N C E T T O
Müntzer si mette a capo
della rivolta dei contadini
per aiutarli a ottenere più
giustizia sociale.
F I S S A I L C O N C E T T O
Lutero si oppone alla rivolta
dei contadini per non
perdere l’aiuto dei principi
tedeschi e perché pensava
che fosse sbagliato ribellarsi
al potere politico, stabilito
da Dio.
5
Lutero e Zwingli discutono delle loro divergenze
di carattere dottrinale (Marburgo, Germania, 1529).
Zwingli era un allievo di Erasmo da Rotterdam.
Il successo della Riforma
Cattolici e Protestanti espongono i loro princìpi
Nel 1529, in un’assemblea di principi, la Dieta di Spira, l’imperatore Carlo V
mise nuovamente al bando la Riforma; questo gesto generò un forte dissen-
so da parte di alcuni principi e città, che protestarono apertamente contro la
decisione: di qui il nome di Protestanti esteso a tutti coloro che erano favo-
revoli alla Riforma.
Più tardi, nel 1530, i seguaci di Lutero presentarono un documento alla Die-
ta di Augusta, in cui esponevano in modo chiaro e completo i princìpi della
loro fede, al fine di dimostrare che la loro dottrina non era un’eresia, ma
poggiava sui fondamenti stessi della fede cristiana. Di contro i Cattolici se-
guaci della Chiesa Romana presentarono i loro argomenti.
Scoppia la prima guerra di religione tra Cattolici e Protestanti
Ma il tentativo di riconciliazione fallì: Carlo V decise di intervenire con la
forza per porre fine, una volta per tutte, al movimento di Riforma. Egli impo-
se ai principi protestanti di rinnegare la loro fede, ma questi si ribellarono: si
giunse a una vera e propria guerra di religione in cui si affrontarono gli
eserciti imperiali e quelli dei principi protestanti, che si concluse con la Pace
di Augusta del 1555.
La Pace di Augusta stabiliva la parità di diritti fra le due religioni e afferma-
va che i principi erano liberi di scegliere se professare la fede cattolica o
quella luterana, mentre i sudditi erano tenuti a seguire la stessa fede dei loro
sovrani oppure erano costretti a emigrare.
Questa regola fu imposta per ridurre al minimo i rischi di contrasti interni al
feudo o allo Stato, che avrebbero potuto avere conseguenze devastanti sia
per il potere dei principi, sia per quello degli imperatori.
Cattolici e ProC
Scoppia la prim
Dieta di Augusta: 1530.
Vengono esposti i princìpi
della Riforma protestante.
F I S S A L A D A T A
Pace di Augusta: 1555.
Per far finire le guerre di
religione si decide che ogni
principe sceglierà quale
religione praticare e i suoi
sudditi dovranno imitarlo.
F I S S A L A D A T A
383833838383838833333333338383838383838833833338
La Riforma in Svizzera: Zwingli e Calvino
Nello stesso periodo la Svizzera, da tempo
resasi indipendente dall’Impero, aveva co-
minciato ad accogliere i perseguitati reli-
giosi di ogni parte d’Europa.
Qui nacquero due importanti Chiese ri-
formate, che contribuirono alla diffusione
del Protestantesimo in tutto il mondo:
quella di Huldrych Zwingli e quella di
Giovanni Calvino.
LZ
6ZZ
N
r
m
Z
N
ZZZZ
393939Unità 2R i fo rma e Cont ror i fo rma
Zwingli: ogni uomo è in grado di compiere il bene
Huldrych Zwingli (1484-1531), umanista allievo di Erasmo da Rotterdam,
operò a Zurigo e trovò seguaci soprattutto presso la borghesia: egli si riface-
va ai più importanti princìpi della teoria luterana, ma, a differenza di questa,
sosteneva che il peccato non ha corrotto completamente l’uomo, che è dun-
que anche in grado di fare il bene.
Calvino: il destino di ogni uomo
è scelto da Dio
A Ginevra invece trovò asilo il riformatore
francese Giovanni Calvino (1509-1564), che
assunse ben presto un ruolo di grandissima
importanza nell’ambito della Riforma, e svi-
luppò fino alle estreme conseguenze la con-
cezione luterana della salvezza per mezzo
della sola fede. Egli infatti sostenne la teoria
della predestinazione, secondo la quale Dio
conosce e decide a priori il destino di tutti gli
uomini: qualsiasi comportamento l’uomo
adotti nella sua vita non varrà a modificare la
sua scelta. Calvino sosteneva che Dio conosce
fin da prima della sua creazione il cuore
dell’uomo e le sue inclinazioni: sa se farà il be-
ne o no, quindi una vita votata agli ideali reli-
giosi della comunità e il successo nel lavoro sono indicatori della benevolenza
divina, prove della predestinazione alla vita eterna. Questo è il motivo per cui i
Calvinisti erano (e sono ancora) spinti a ricercare il successo lavorativo ed eco-
nomico, che dava loro la certezza di essere stati prescelti da Dio.
Ginevra, città della fede
Calvino organizzò la vita sociale e politica di Ginevra in base ai princìpi del-
la nuova fede: proibì i divertimenti (il gioco delle carte, il ballo, la musica pro-
fana), controllò il comportamento morale dei fedeli e si occupò di diffondere
scuole e ospedali. Tale organizzazione si fondava su princìpi molto rigidi e su
una ben precisa divisione dei compiti e dei ruoli: i pastori si occupavano del
culto, i dottori dell’insegnamento dei princìpi del Cristianesimo, i diaconi
dell’assistenza ai malati e i presbìteri dell’osservanza, da parte di tutti i
membri della comunità, di quelle rigide regole morali che la religione impo-
neva. Infine esisteva un’assemblea, chiamata Concistòro, formata dai pasto-
ri e dai presbìteri, che funzionava in parallelo con le istituzioni civili.
Il modello di vita religioso e civile della comunità di Ginevra divenne famoso
in tutto il continente europeo e favorì la diffusione del Calvinismo, in modo
particolare presso la borghesia del Nord Europa, dei Paesi Bassi, di Scozia e
Inghilterra, che ritrovava nella nuova fede il riconoscimento dell’importanza
delle proprie qualità imprenditoriali.
Zwingli: ogni u
è scelto da Dio
Ginevra, città
Giovanni Calvino,
pittura del XVI secolo.
F I S S A I L C O N C E T T O
Secondo Calvino la povertà
è un segno della mancanza
di Grazia divina.
F I S S A I L C O N C E T T O
Organizzazione di Ginevra:
- i pastori si occupano
del culto.
- i dottori si occupano
dell’insegnamento.
- i presbìteri controllano
il rispetto delle regole.
40440404040404040404404040404040404040 IN IZ IA L’ETÀ MODERNA
7Nasce la Chiesa Anglicana
La Riforma sbarca in Inghilterra: i “Puritani”
In Inghilterra i Calvinisti divennero molto numerosi e, per sottolineare la
purezza della loro fede, si fecero chiamare “Puritani”.
Tuttavia non tutto il regno condivise questa religione, anzi, in un primo mo-
mento il re Enrico VIII si oppose in modo fermo alle idee di riforma. Ma
quando il papa gli rifiutò l’annullamento del suo matrimonio con Caterina
d’Aragona (che Enrico voleva ottenere per risposarsi con una damigella di
Caterina, Anna Bolena), il re decise di separare la Chiesa inglese da quella
Cattolica romana.
Enrico VIII non accetta l’ingerenza del papa
e si proclama capo della Chiesa d’Inghilterra
Era l’anno 1534 quando fu decretata ufficialmente la scissione con l’Atto di
supremazia. Il re diveniva capo della Chiesa d’Inghilterra, i vescovi non do-
vevano più obbedienza al papa, ma all’arcivescovo di Canterbury, a sua vol-
ta ordinato dalla Corona.
La nuova Chiesa prese il nome di Anglicana, abolì i conventi e cedette a prez-
zi assai vantaggiosi gli enormi beni, accumulati dalla Chiesa nei secoli, a ricchi
borghesi e piccoli aristocratici, che divennero così convinti sostenitori dell’An-
glicanesimo. Il Paese si trovò quindi diviso, dal punto di vista religioso, fra i
Cattolici, rimasti fedeli alla religione di Roma, gli Anglicani e i Puritani.
La Riforma sbL
ININIININNNNNNNNNNININININININININIIINNNINININININININNNININNINININIINNNNNNNNNNNININNININNNNNNNNNNNNNNNINNNNNNNNNNNNINNINIIIINNNNNNNININNINNNNNNNININNINNNINIIINNNNNNNNNNININNNNNNNNIIINNNNNNINNNNNNNINNNNINNNNNNNNIINNNNNNNNIINNNNNNINNNINNNNNNNNINININIIINNNNNNNNIINNNNNNNNINNNNNNNNNIINNNNNINNNNNNNNNNNNNINNNNNNN ZZZZZZZZIAZIAIAAAAAAAAAAAAAAAAZZZZIAIAIAAZZZIAZIAIAAAAZIAZZZZZZZZZZZZZZIAIIIAAAAAZIAAIAZZZZZZZZZZZZZZ AAAZZZZZZZZZZZZIIIZ IIAAAAAAAAAZZZZZZZZZZZZZIIIIAZIAAAIAZZZZZZZZZZZZZZZZIIAIIIIIAAAAAAAZZZZZZZZZZZZZZIIAAAAAZZIAZZZZIAZZZZIIIIAAAZIAAAZIAAAAAZIAAZZZZZZIAZZZZZZIIIIIIAZIAAIAAZIAAZIAAZIAAIAAZIAAZIAAZZZZZZIAZIAZIAZZZZZZIIIIZ IAAAAAAZIAAIAZZZZZIAZIAZZZZZZZZIIIAAZZZZZZZZZZZZZIAZIAZIIZ IAAAAAAAAAAAAAAAAZZZZZZZIAZZIZZZZZIAAAAAAAAAAAAAZZZIAZZZZZZZZIAAAAAAAAAZZZZZZZZZZIIAAAAAAAAZZZZZZZZZZZIIAAAAZZZZZZZZZZZZIIIAAAAAAAZZZZZZZZIIAAAZZZZZZIIIIIIAAAAAZZZZZZZIIIZZZZZZIIAAAAAZZZZZIAZZZZZIIIAAAAAAAA L’L’LL’L’’’’LLLL’L’L’’L’LLL’LLLL’L’LL’’’’L’LLLLLL’L’’L’L’L’L’L’LLL’LLLLL’LL’L’L’L’LLL’’L’LLLLLLLL’’’’’LLLLLLLLLL’L’LLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLLL ÀEETÀETÀETÀETÀETÀETÀETÀEETETÀETÀETETTTÀTÀTTÀETÀETÀTTÀTÀTÀTÀTTÀTÀÀÀETÀETÀETÀTÀÀÀETÀÀETÀETÀETÀTÀETTÀETTTETÀETÀETTTÀTÀTÀTÀÀETÀETÀETÀETÀETÀETÀETÀETÀETTÀTÀETÀÀÀETÀEEETÀTETÀETTÀTÀÀTÀÀÀÀÀETÀETETÀTÀETEETTÀETÀETTÀÀTÀÀTÀETÀEETETÀTTÀETÀEEETEEEEEETÀTÀÀETÀEEEEEEETÀÀETÀEEETÀEEETTTTÀTTÀÀÀETÀEEEEEEEEEEETETTTÀTTÀÀÀTÀETÀETÀETÀEEETTTETÀÀÀEE ÀTÀETÀETÀETÀÀETETEETETTÀTÀÀEEEEETTTTTÀÀEEEETETTÀEEEEETÀTÀTÀTTTTTTÀÀEEETTTTTTTÀEEEEEEEETÀTTTTTTÀÀÀÀEEEEEETÀEEETTÀÀÀÀEEEEEETÀTTÀTTÀÀÀÀEEEEEEETTÀÀETEEETTTÀETÀÀETÀEEETETÀEETTÀÀÀÀÀÀÀEEEEEEEE ÀÀÀÀÀEEETÀÀÀÀÀÀEEEEEEEEEE ÀÀÀÀÀÀÀÀÀÀ MMMMMMMMMMMMMMMMOMOMOMOMOMOMOMOOMMMOMMOOMMMMMMMMMMMMMMMOMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMMOMMMMMMMMMMOMMMMMMMMMOMMMMMMOMOMOMMMMMMMOMMMMMMMMMMMMMMMMMMOMOMMMMMM DDERDERDDEDERDERDDDDERDERDEDEDEDEDERERDEEREREEDERERERRRRRRDERDDEREERDEDERERDEERDERRRDDERDERDDERERDEEERDERERERRRDERDERRRDDDERDDDEEEEREEEERDERDERRRRDERDERRRRDERDERDERDDERDEREEEERERRRRDERRDERDERDEDDEDEDEDERDDEDERDEEEEEREEEERERRRERDERRRDDEREEEREEREERERRRRRRRDDDEREEEERRRRRRRRDERDDDDEERDEEDERRRRRRDEREERRRRD RRRDDERERRRDD RRERERDERDERRRD RRERDDDDDERRDDERRDDDDDDDDDDDDEE NANANANANANANAANANANANANAANANANANNANANNNNNNANNNNNNNNNNNANANANANNNNNANNANNANNNNN
La cattedrale di Canterbury,
sede dell’arcivescovo
più importante d’Inghilterra.
Enrico VIII. o VIII.
Anna Bolena.
Atto di Supremazia: 1534.
Il re Enrico VIII separa
la Chiesa inglese da quella
cattolica.
F I S S A L A D A T A
Le Chiese protestanti nel mondo
A livello mondiale le Chiese protestanti oggi si raggrup-
pano in cinque principali famiglie:
• Anglicana;
• Luterana (tante chiese unite nella Lega mondiale
luterana);
• Riformata (che segue le dottrine di Calvino e Zwingli);
• Battista (derivante dal movimento puritano inglese);
• Metodista (staccatasi nel XVIII secolo dalla Chiesa
Anglicana).
Nei Paesi a maggioranza cattolica, come l’Italia, si dico-
no evangeliche tutte le Chiese riformate (Luterane o
Calviniste che siano). Queste chiese si distinguono in
episcopali se accanto alla fi gura del pastore c’è anche
quella di un vescovo e presbiteriane se invece accanto
al pastore opera un consiglio di anziani.
I E R I e O G G I
41Unità 2
La risposta della Chiesa a Lutero:la Controriforma
La Chiesa convoca un Concilio ecumenico
La Riforma in Italia ebbe scarso seguito, sia per le radici profonde del Cattoli-
cesimo, sia per la vicinanza territoriale della sede pontificia. Tuttavia, di fronte
al crescere e al diffondersi in Europa di tanti movimenti riformatori, si rese
necessaria la convocazione di un Concilio, che avrebbe dovuto affrontare in
modo risolutivo i problemi della Chiesa e tentare nel contempo una concilia-
zione con i dissidenti. Fu in questo spirito e con queste premesse che venne in-
detto nel 1545, dal papa Paolo III, un Concilio ecumenico (cioè un’assemblea
di tutti i vescovi) a Trento, città appartenente all’Impero anche se situata sul
territorio italiano. Le intenzioni erano di ricucire lo strappo con i Protestanti e
per questo furono invitati anche i loro rappresentanti, ma presto ci si rese con-
to che una riconciliazione fra le parti era impossibile e i delegati protestanti
abbandonarono l’assemblea.
Lo scopo per cui era nato era fallito, ma il Concilio continuò i suoi lavori, che
si indirizzarono a contrastare in ogni modo le idee dei Protestanti.
La Riforma dei Cattolici e il desiderio di ritorno alle origini
Questo progetto prese il nome di Controriforma, termine che ne poneva in evi-
denza il carattere di contrapposizione al movimento protestante. I lavori del
Concilio, conclusosi nel 1563, mostrarono inoltre un reale impegno a ridefinire
il pensiero della Chiesa su fondamentali questioni messe in discussione proprio
da Lutero, tanto da meritare l’appellativo di Riforma cattolica. Il Concilio di
Trento, dunque, evidenziò due aspetti dell’impegno che la Chiesa cattolica do-
vette condurre in quel tempo: da un lato la lotta e la repressione nei confronti di
tutti i movimenti protestanti considerati eretici, dall’altro un tentativo di ricon-
quistare credibilità e fiducia attraverso un rinnovamento nell’organizzazione e
un ritorno alla missione pastorale delle origini (decreti di riforma).
La Chiesa riafferma i suoi dogmi e i suoi princìpi
Contemporaneamente venne riaffermata la validità dei princìpi della dottrina
cattolica: le opere buone sono necessarie quanto la fede per la salvezza dell’a-
nima; i sacramenti sono sette e gli ecclesiastici sono tenuti al celibato; solo la
Chiesa può interpretare le Sacre Scritture e ogni cattolico è obbligato a credere
ad alcune verità di fede non dimostrabili (i dogmi); alla Madonna e ai Santi si
deve venerazione; il papa è il capo indiscusso della Chiesa (decreti dottrinali).
Lllll
8
La Chiesa conv
La Riforma de
La Chiesa riaff
G L O S S A R I O
Concilio
Assemblea composta
da tutti i vescovi della
Chiesa Cattolica; viene
convocata per prendere
decisioni in materia di
religione e di culto.
Delegato
Chi viene incaricato
di rappresentare qualcuno
o di esercitare un ruolo
per conto di un altro.
a
-
a
e
i
I dibattiti durante
il Concilio di Trento.
Affresco del XVI secolo,
Roma, Palazzo Farnese.
Concilio di Trento
dal 1545 al 1563.
C ili di T t
F I S S A L A D A T A
R i fo rma e Cont ror i fo rma
IE
RI e
O
GG
I
Ancora oggi permangono numerose differenze tra Cattolici e Protestanti. Vediamo le principali.
Cristianesimo cattolico
• Gli uomini ottengono la salvezza grazie alle azioni compiute.
• La Bibbia può essere interpretata solo dai sacerdoti.
• I sacramenti sono sette.
• C’è separazione fra i laici e i sacerdoti, membri della Chiesa.
• I sacerdoti non possono sposarsi.
Cristianesimo protestante
• Solo Dio può concedere agli uomini la salvezza.
• La Bibbia può essere interpretata da tutti i fedeli.
• Solo il battesimo e la comunione sono veri sacramenti.
• Tutti i Cristiani sono sacerdoti se possiedono la fede.
• I pastori possono sposarsi.
PARTE 1
L’autodafé
L’autodafé era l’ultimo atto del processo dell’Inquisizione nei con-
fronti degli accusati di eresia. Gli eretici venivano condotti, con una
processione, nella piazza principale della città, in cui era stato eretto
un palco. Venivano poi lette le sentenze ed eventualmente celebrate
le cerimonie di riconciliazione se gli accusati di eresia si dichiaravano
pentiti e venivano assolti. I condannati, invece, erano lasciati in mano
alle guardie del re, che avrebbero provveduto ad eseguire la condan-
na (a volte anche il rogo).
9La Chiesa combatte i suoi nemici e lotta per rimanere unita
Nasce la Congregazione del Santo Uffizio
per combattere le eresie
La lotta contro tutto ciò che poteva costituire un pericolo per l’unità della
Chiesa cattolica fu dura e intransigente ed ebbe come sua massima espres-
sione l’istituzione della Congregazione del Santo Uffizio, che assumeva la
direzione generale dei Tribunali dell’Inquisizione. Tali tribunali, esistenti
sin dal XIII secolo per combattere le eresie, avevano il compito di ricercare
gli eretici, obbligarli a confessare anche per mezzo di aspre torture, e quindi
giudicarli; essi venivano poi affidati allo Stato, affinché provvedesse a far
eseguire la condanna a morte, che avveniva per lo più tramite impiccagione
o rogo sulla pubblica piazza: costituiva così sia uno spettacolo, sia un ammo-
nimento per la folla che vi assisteva. Nacque anche l’Indice dei libri proibi-
ti, in cui venivano elencati i testi che diffondevano pensieri giudicati perico-
losi e i cui autori erano perseguitati e sovente condannati al carcere o
addirittura alla morte.
Fra le vittime più illustri di questa intolleranza ricordiamo il filosofo del XVI
secolo Giordano Bruno, il quale sosteneva che Dio è dentro il mondo e nella
natura, e Galileo Galilei, che sarà costretto a rinnegare le proprie teorie
scientifiche.
per combatter
San Domenico presiede dal palco l’autodafé.
Gli uomini armati sono soldati del re, a piedi e a cavallo, e prendono in consegna i condannati dall’autorità ecclesiastica.
Due condannati attendono il supplizio del rogo.
L’autod
L’autodafé e
fronti degli a
processione,
un palco. Ven
le cerimonie
pentiti e veni
alle guardie d
na (a volte an
Due eretici, riconoscibili dal cappello a cono, sono stati condannati e saliranno a loro volta sul palco. La suora sembra compiere un estremo tentativo per ottenere il loro pentimento.
Un accusato, pentito, può togliersi il cappello a cono, che indica trattarsi di un accusato di eresia. Viene confortato da un domenicano che gli indica San Domenico, il quale sembra avere un atteggiamento di perdono.
4244444424424242424242424222222222224442424424244422444444244424444244422242444244444444242424244242424242424242424242224222222442224442424222224422242444444244444244442
Un autodafé presieduto da
San Domenico di Guzmán
Quadro di Pedro Berruguete,
Madrid, Museo del Prado.
Il giudice ai piedi di San Domenico, indifferente della sorte degli accusati, dorme.
La Chiesa combatte
la Riforma protestante:
- sottolineando i propri
dogmi e princìpi.
- fondando nuovi Ordini,
come i Gesuiti.
- fondando la
congregazione
del Santo Uffizio
e il Tribunale
dell’Inquisizione.
F I S S A I L C O N C E T T O
43Unità 2R i fo rma e Cont ror i fo rma
Nasce l’Ordine dei Gesuiti
Un importante contributo a favore della formazione di una rinnovata co-
scienza religiosa fu dato alla Chiesa cattolica dalla nascita di nuovi Ordini
religiosi, nonché di istituzioni assistenziali e di carità. Uno degli Ordini
più significativi fu la Compagnia di Gesù (da cui il nome di “Gesuiti” as-
sunto dai membri), fondato nel 1534 dallo spagnolo Ignazio di Loyola e or-
ganizzato secondo criteri rigidi e militareschi, con voto di cieca obbedien-
za ai superiori e completa sottomissione al pontefice.
La funzione della compagnia era duplice:
> difendere come un esercito di soldati il potere del papa e la fede cattolica
da ogni attacco;
> educare attraverso le scuole, organizzate con metodi innovativi ed effica-
ci, la futura classe dirigente, nello spirito della religione cattolica.
Grazie alla Compagnia di Gesù il Cattolicesimo riguadagnò un po’ del terri-
torio perduto (come, ad esempio, in Polonia) e si diffuse in Asia e America,
dove nacquero numerose missioni, dette “riduzioni”.
Nasce l’Ordine
Fondazione della
compagnia di Gesù: 1534.
F I S S A L A D A T A
4434343434343433434343434343434343
F I S S A I L C O N C E T T O
La missione dei Gesuiti era:
• difendere la fede
cattolica;
• educare i figli di nobili
e borghesi secondo
i princìpi cattolici.
z di uione d unun nnovana rinn
G L O S S A R I O
Esercizi spirituali
Periodi dedicati alla
meditazione e alla preghiera
che venivano praticati in
luoghi isolati, sotto la guida
di un sacerdote, definito
direttore spirituale.
I Gesuiti diventano gli educatori
della classe dirigente
I Gesuiti fondarono ovunque seminari e
collegi, frequentati soprattutto dai figli
della nobiltà e della borghesia; essi, inol-
tre, per la loro cultura, divennero spesso
confessori e consiglieri di sovrani, sulle
cui scelte politiche fecero sentire il loro
influsso.
I metodi educativi utilizzati nelle scuole
gesuitiche presentavano importanti no-
vità: innanzitutto non si faceva più uso
di punizioni corporali, che a quel tempo
erano alla base del sistema educativo, ma
si insegnava a controllare, con la forza di
volontà, i propri impulsi.
I programmi di studio comprendevano
materie classiche come il latino e discipli-
ne del tutto nuove, quali recitazione, scherma e persino danza. Alla base di
tutto c’era una ferrea autodisciplina, che proveniva dagli esercizi spirituali.
Altre nuove congregazioni si occupano dei poveri
Altre congregazioni religiose fondate in quegli anni si impegnarono ver-
so la carità e l’assistenza a tutti i bisognosi: i Barnabiti come educatori,
l’ordine ospitaliero dei Fatebenefratelli e i Camilliani nell’assistenza agli
infermi.
Altre nuove co
iduzioni .
della classe di
Paolo III riceve da Ignazio di
Loyola la regola dei Gesuiti.
44444444444444444444444444
VIV
ER
E L
A S
TO
RIA
IN IZ IA L’ETÀ MODERNAPARTE 1
IIl tribunalel tribunale dell’dell’IInquisizionenquisizione
Al processo non è ammesso né il
pubblico né un avvocato difensore;
le testimonianze e le dichiarazioni
dell’imputato sono verbalizzate.
Se la prova della colpevolezza non viene
raggiunta, l’imputato è sottoposto a tortura,
generalmente consistente nella corda: legate le
braccia dietro la schiena, l’imputato, nudo,
viene sollevato da terra dalla corda che scorre
su una carrucola fi ssata al soffi tto.
Per giungere alla condanna è
suffi ciente la testimonianza
concorde di almeno due testimoni
o la confessione dell’imputato, il
quale durante lo svolgimento del
processo è detenuto in carcere.
45
VIV
ER
E L
A S
TO
RIA
Unità 2R i fo rma e Cont ror i fo rma
Nel tribunale dell’Inquisizione
il giudice, di solito un frate
domenicano, è anche accusatore:
sulla base di una denuncia anche
generica, egli è tenuto a
raccogliere le prove della
colpevolezza dell’imputato,
conducendo indagini segrete.
In caso di condanna a morte, la
pena viene eseguita dall’autorità
civile, il cosiddetto braccio
secolare, al quale il tribunale
dell’Inquisizione rilascia il
peccatore, in quanto gli
ecclesiastici non possono eseguire
direttamente la sentenza.
Il tribunale dell’Inquisizione ha l’obiettivo di far “pentire” l’eretico. Se l’accusa di eresia viene “provata”, il tribunale chiede all’imputato di abiurare, cioè di
rinnegare le proprie convinzioni. In questo modo l’imputato evita la condanna a morte, sostituita da pene minori, dalle preghiere ai digiuni, dalla multa alla con⇒ sca dei beni, ⇒ no al carcere. Se invece l’imputato aveva già ricevuto precedenti condanne è condannato necessariamente a morte: pentendosi, viene prima strangolato o impiccato e il cadavere viene poi bruciato e le ceneri disperse; se invece non si pente, viene bruciato vivo.
4646 PARTE 1
La strage degli Ugonotti, avvenuta nella notte di San Bartolomeo del
1572 ad opera dei Cattolici.
46464464644446464644464646444646464446464646464646644646464646464664464646464646466464646464646464646464666464646464666464646464666464646464646
L’Europa divisa dalle guerre di religione
Dall’intolleranza alla rivolta contro la dominazione straniera: i Paesi Bassi
In Europa, ormai divisa fra Stati Cattolici e Stati Protestanti, l’intolleranza
religiosa superò ben presto il limite della persecuzione contro il singolo indi-
viduo ritenuto eretico e portò a vere e proprie guerre di religione.
Nei Paesi Bassi (attuali Olanda e Belgio) la guerra assunse invece il carattere
di rivolta contro la dominazione straniera. Queste regioni, i cui abitanti si
erano convertiti al Calvinismo, erano dominate da Carlo V d’Asburgo, re di
Spagna e Imperatore del Sacro Romano Impero, e grazie alle ricche manifat-
ture e agli importanti porti costituivano le province economicamente più
avanzate e produttive dell’Impero.
Nasce un nuovo Stato: le Province Unite
Alla morte di Carlo V, il figlio, Filippo II, volle imporre con la forza il Cattoli-
cesimo a tutto l’Impero e i Paesi Bassi, già esasperati dalle imposte esagera-
te, si ribellarono: guidati da Guglielmo I d’Orange riuscirono, nel 1579, a li-
berare la parte settentrionale della regione: nasceva la Repubblica delle
Province Unite.
La Francia è lacerata dalla guerra civile
In Francia la guerra assunse quasi un carattere di guerra civile. Gli Ugonot-
ti, ricchi protestanti calvinisti guidati dai Borbone, e i Cattolici, con a capo i
duchi di Guisa, ebbero tra loro scontri violenti, che si protrassero per lunghi
anni, dal 1562 al 1598. Quando iniziarono gli scontri, la corona era affidata al
giovanissimo re Carlo IX di Valois, con la reggenza della madre Caterina de’
Medici; la guerra di religione si trasformò poi in una feroce disputa per im-
padronirsi del trono di Francia. Furono commesse stragi terribili e indiscri-
minate ai danni dell’una e dell’altra fazione. Una delle più sanguinose fu
quella della notte di San Bartolomeo (23-24 agosto), nel 1572: circa tremila
Ugonotti vennero uccisi nel sonno dai Cattolici parigini per ordine del duca
di Guisa, con il consenso del re.
Enrico IV proclama in Francia la libertà di religione
Il conflitto si concluse allorché salì al trono Enrico IV di Bor-
bone; egli, per non avere problemi con la popolazione cattolica,
ma soprattutto per timore di ritorsioni da parte del papa, si con-
vertì al Cattolicesimo (famosa restò la sua affermazione “Parigi
val bene una Messa”, per giustificare la conversione), ma nel
1598 emanò l’Editto di Nantes, con cui riconobbe la libertà di
religione su tutto il territorio francese. Per la prima volta due di-
verse religioni convivevano liberamente nello stesso Stato.
L10
Dall’intolleranDDDDD
Nasce un nuov
La Francia è la
Enrico IV proc
In Francia la guerra
di religione fu una guerra
civile che nascondeva
una lotta per impadronirsi
del trono tra i Borbone
e i duchi di Guisa.
F I S S A I L C O N C E T T O
Editto di Nantes: 1598.
Enrico IV si converte
al cattolicesimo, ma
riconosce la libertà
di religione in Francia.
F I S S A L A D A T A
IN IZ IA L’ETÀ MODERNA