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UNIVERSITÀ TELEMATICA DELLE SCIENZE UMANE “NICCOLO’ CUSANO” Master Universitario di I livello in “ GESTIONE DEL COORDINAMENTO NELLE PROFESSIONI SANITARIE” Counseling e counselor competenze comunicative e di ascolto nelle riorganizzazioni dei Servizi Sanitari Territoriali Elaborato finale di: Franca Mazzanti ANNO ACCADEMICO 2013 - 2014

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UNIVERSITÀ TELEMATICA DELLE SCIENZE UMANE

“NICCOLO’ CUSANO”

Master Universitario di I livello

in

“ GESTIONE DEL COORDINAMENTO NELLE PROFESSIONI

SANITARIE”

Counseling e counselor

competenze comunicative e di ascolto nelle riorganizzazioni

dei Servizi Sanitari Territoriali

Elaborato finale di:

Franca Mazzanti

ANNO ACCADEMICO 2013 - 2014

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Quando la comunicazione vuole essere vera,

il linguaggio e il modo devono essere

comprensibili all’altro.

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Sommario

Introduzione ................................................................................................... 5

Capitolo 1 - Leggi sanitarie ............................................................................ 6

Aspetti legislativi e di governo .................................................................................. 6

La Salute secondo l’OMS...................................................................................... 6

Regione Europea e salute ...................................................................................... 7

Legislazione Nazionale ......................................................................................... 7

Legge Regionale .................................................................................................... 8

Capitolo 2 – Le Case della Salute ................................................................ 12

Nuove strutture nella riconversione degli Ospedali del territorio. .......................... 12

Realtà in Emilia Romagna e Provincia Ferrara ................................................... 12

Capitolo 3 - Nuove professioni: il Counselor ed il Counseling Organizzativo.14

Counselor/Counseling ............................................................................................. 14

Cos'è il Counseling .................................................................................................. 16

La comunicazione in ambito sanitario .................................................................... 17

La comunicazione empatica ................................................................................ 17

La formazione ...................................................................................................... 18

Umanizzazione .................................................................................................... 19

Miglioramento processi di accoglienza/ascolto. ................................................. 19

Counseling e informative ........................................................................................ 25

Il consenso informato. ......................................................................................... 25

Rispetto della privacy. ......................................................................................... 25

Comunicazione e dialogo. ................................................................................... 26

Counseling Organizzativo e motivazionale ........................................................... 26

Capitolo 4 – Competenze multiprofessionali e miglioramento dei processi d’ascolto ...................................................................................................... 29

Competenze professionali ....................................................................................... 29

Benessere personale ................................................................................................ 32

Benessere organizzativo .......................................................................................... 35

Lavorare in gruppo .................................................................................................. 35

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Capitolo 5 – Qualità e counseling nei Servizi ............................................... 37

Qualità/Accreditamento/Counseling ....................................................................... 37

Capitolo 6 – Finanziamento delle strutture sanitarie .................................... 40

Popolazione/utente la misura del finanziamento ..................................................... 40

Capitolo7 – Progetti attuativi ........................................................................ 42

Elaborazione progetti, studi di fattibilità e divulgazione del metodo ..................... 42

Avvio operativo del counseling ........................................................................... 42

Pubblicizzazione del counseling ......................................................................... 43

Conclusione del counseling ................................................................................. 43

Studio di sostenibilità e bilancio dei costi ............................................................... 44

Applicazione del metodo ......................................................................................... 45

Capitolo 8 – Esperienze di applicazione del counseling nella Casa della Salute .......................................................................................................... 48

Counseling e counselor: Progetto della Casa della Salute di Portomaggiore e

Ostellato ................................................................................................................... 49

Punto d'ascolto e dialogo con la persona: Progetto Infermiere Case Manager,

Counselor e Counseling Infermieristico .................................................................. 64

Conclusioni .................................................................................................. 69

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Introduzione

Questa tesi intende dimostrare la relazione tra competitività del sistema economico e

qualità delle relazioni interpersonali all’interno e all’esterno delle aziende.

All’interno delle aziende si scaricano pesanti azioni di governo clinico che possono

dare origine a varie tipologie di reazioni:

competizione, cooperazione, coesione, distacco, demansionamento, iperlavoro,

sinergie e buone prassi.

Le reazioni sono personali quindi legate all’esperienza, alla capacità di elaborare e

accettare il cambiamento da parte di ognuno.

Le competenze e le capacità di ogni singolo operatore sono un valore aggiunto se

riconosciuti, valorizzati e applicati.

Come far si che il cambiamento venga ad essere una risorsa, un interscambio di

saperi e conoscenze?

Come risolvere le resistenze e le riluttanze a conoscere e riconoscere le competenze

del collega?

Il Counselor è un professionista che agisce da facilitatore, riesce con metodo e

professionalità a elicitare da ogni persona il meglio che egli/ella possiede.

Mette al centro dell’attenzione l’altro, i suoi valori, i suoi propositi, le capacità, gli

interessi, attivandosi in un ascolto empatico privo di giudizio, discriminazione,

consigli e frasi fini a sé stesse e non di aiuto alla relazione di ascolto.

Nelle professioni sanitarie il professionista tiene in forte considerazione i bisogni

dell’utente.

Il Counseling si presenta come una metodologia di colloquio efficace in quanto, pur

non scavalcando determinati confini, lavora sulle problematiche della persona in una

sintesi unitaria ed indivisibile tra aspetti personali e professionali.

Pertanto questa abilità, alla pari di quelle tecniche amministrative e commerciali si

dovrà inserire in azienda per crearne valore aggiunto.

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Capitolo 1 - Leggi sanitarie

Aspetti legislativi e di governo

La Salute secondo l’OMS

"Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice

assenza dello stato di malattia o di infermità." (OMS, 1948).

Secondo la Carta di Ottawa per la Promozione della salute, la salute è una risorsa per

la vita quotidiana, non l’obiettivo del vivere. La salute è un concetto positivo che

valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche. La salute si

raggiunge allorché gli individui sviluppano e mobilitano al meglio le proprie risorse,

in modo da soddisfare prerogative sia personali (fisiche e mentali), sia esterne (sociali

e materiali).

Salute e malattia non sono pertanto condizioni che si escludono a vicenda, bensì punti

terminali di una comune continuità. Nella definizione di Wylie la salute è vista come

"l'adattamento perfetto e continuo di un organismo al suo ambiente”. La chiave

"adattativa" introduce così il concetto di equilibrio, in base al quale la salute non è

uno "stato" ma una condizione dinamica di equilibrio, fondata sulla capacità del

soggetto di interagire con l'ambiente in modo positivo, pur nel continuo modificarsi

della realtà circostante.

L'International Classification of Function ha redatto una classificazione per

promuovere un approccio che parte da un paradigma concettuale nuovo,

biopsicosociale e multidimensionale, che contempera ed integra il modello medico e

il modello sociale, offrendo una sintesi e una visione coerente delle diverse

dimensioni della salute a livello biologico, individuale e sociale e che permette di

visualizzare varie funzioni in diverse dimensioni contemporaneamente.

Il modello medico vede la difficoltà come problema personale, causato direttamente

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dalla malattia e dal trauma e approccia la cura con un trattamento individuale. La

gestione medica delle patologie mira alla loro cura oppure all'adattamento ad esse da

parte dell'individuo attraverso un cambiamento comportamentale. L'assistenza

medica è vista come la questione prioritaria e, a livello politico, la risposta principale

è quella di modificare o riformare le misure di assistenza sanitaria.

Il modello sociale, invece, reputa la questione principalmente come un problema

creato dalla società e in termini di piena integrazione degli individui nella società

stessa.

Regione Europea e salute

Fra gli obiettivi che la Regione Europea si è prefissata per l’anno 2020

relativamente al miglioramento della salute, ne riporto di seguito alcuni che

promuovono tematiche forti ed importanti per i tutti i cittadini:

• Inizio sano della vita: per l’anno 2020, tutti i neonati, gli infanti e i bambini in età

prescolare nella Regione dovrebbero godere di migliore salute, garantendo loro un

sano inizio della vita.

• Salute dei giovani: per l’anno 2020, i giovani della Regione dovrebbero essere più

sani e meglio in grado di adempiere il loro ruolo nella società.

• Migliorare la salute mentale: per l’anno 2020, il benessere psicosociale della gente

dovrebbe essere migliorato e dovrebbero essere disponibili e accessibili alle persone

con problemi mentali servizi migliori e più comprensivi.

Legislazione Nazionale

La Costituzione attribuisce alla Repubblica il compito di tutelare la salute

"come fondamentale diritto del individuo e interesse della collettività" (art.32).

L´assunzione e la gestione del Servizio pubblico sanitario rappresentano

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adempimento di un dovere costituzionale cui il legislatore ha provveduto, in modo

organico e compiuto, a partire dalla legge n. 833 del 1978 che ha istituito il Servizio

Sanitario Nazionale: pubblico, universalistico, solidaristico, finanziato attraverso la

fiscalità generale.

Il decreto legislativo 502/92, così come modificato ed integrato dal decreto

legislativo 517/93, nel confermare la tutela del diritto alla salute delineato dalla

833/78, disegna un modello organizzativo di aziende sanitarie "dinamico", in grado

cioè, attraverso la flessibilità funzionale e la impostazione per obiettivi, di rispondere

pienamente, in termini quantitativi e qualitativi, alla domanda sanitaria.

Le principali innovazioni riguardano la regionalizzazione del Servizio sanitario (che

viene ad essere costituito dai Servizi Sanitari Regionali), l’attribuzione alle Aziende

Sanitarie della personalità giuridica pubblica, il finanziamento per quota capitaria,

l’accreditamento e il finanziamento a tariffa delle strutture.

Il decreto legislativo n. 229/99 "Norme per la razionalizzazione del Servizio Sanitario

Nazionale” ha portato a compimento il processo di regionalizzazione del sistema e

aziendalizzazione delle strutture; ha potenziato il ruolo dei Comuni nella

programmazione e nella valutazione dei servizi; ha sottolineato il forte rilievo della

integrazione sociosanitaria; ha focalizzato l´attenzione sulla qualità, appropriatezza

ed efficacia delle prestazioni, provvedendo ad affermare il principio di contestualità

tra identificazione dei livelli di assistenza garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale e

la definizione del fabbisogno nazionale.

Legge Regionale

Con la legge Regionale n° 29 del 2004 "Norme generali sull'organizzazione e il

funzionamento del Servizio Sanitario Regionale", viene ridefinita la sanità

dell'Emilia-Romagna in un'ottica federalista, sulla base delle nuove competenze

assegnate alle Regioni dalla riforma del Titolo V della Costituzione. Confermando i

principi di universalismo, equità e gratuità del servizio sanitario, sono rafforzate le

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competenze degli enti locali in materia di programmazione sanitaria, verifica e

controllo, la partecipazione degli operatori sanitari al governo aziendale e il rapporto

della Regione con l´Università nel campo dell'assistenza, della ricerca e della

didattica.

Il quadro normativo di riferimento regionale era stabilito con la legge regionale

19/94, modificata dalla legge 3/99 e dalla legge 11/2000.

La legge regionale 34/98 ha dettato le norme in materia di autorizzazione e

accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private.

Per l’integrazione socio-sanitaria il riferimento legislativo, in coerenza con la legge

328/2000, e la legge 2/2003 “Stabilito che il mantenimento di un Servizio Sanitario

Regionale in grado di rispondere efficacemente ai bisogni della popolazione, di

assicurare l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e qualitativamente

allineato ai migliori standard nazionali ed internazionali costituisce un impegno

prioritario a livello regionale, unitamente al sostegno all’innovazione ed

all’adeguamento strutturale e tecnologico.

Con la deliberazione di Giunta Regionale n. 284 del 18 marzo 2013 viene prorogata

per gli anni 2013-2014 la validità del Piano Sociale e Sanitario regionale 2008-2010

(approvato con deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 175/2008). Vengono

prorogate le misure regionali in materia di revisione tariffaria delle prestazioni di

degenza ospedaliera e, inoltre, vengono definite le azioni per assicurare la

sostenibilità delle cure primarie ed il contenimento del costo del personale dipendente

per l’acquisizione di beni e servizi. Il riordino delle cure primarie e la revisione dei

modelli organizzativi attraverso il proseguimento delle azioni di sostenibilità e di

razionalizzazione poste in essere a livello aziendale, pone in essere l'esigenza di

impegnare le Direzioni delle Aziende sanitarie regionali nella predisposizione degli

strumenti di programmazione economico-finanziaria per l'anno 2014, coerenti con il

documento “Il quadro economico e la sostenibilità del sistema dei servizi sanitari e

sociali integrati”, (…) quale parte integrante della presente deliberazione, dando atto

che il documento costituisce il quadro degli obiettivi dell’anno 2014 per il Servizio

Sanitario Regionale”.

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La trasformazione che il legislatore impone dei luoghi di cura per fruibilità, orari

d’apertura, metodo d’invio, ridimensionamento numerico dei professionisti che vi

esercitano il lavoro impone la riformulazione obbligatoria di processi e procedure a

sostegno del cambiamento.

Nelle persone utenti spesso emerge l’insoddisfazione per un Sistema Sanitario

inadeguato e l’operatore in prima linea può divenire il capro espiatorio di tutti i

disagi. In una logica di integrazione istituzionale e organizzativa, la Casa della Salute

svolge la funzione ideale di aggregazione dei professionisti che operano sul territorio

di riferimento: nella struttura, prestano la loro attività Medici di Medicina Generale

riuniti in Medicina di Gruppo, i Medici di Continuità Assistenziale notturna e festiva

e gli specialisti per le prestazioni ambulatoriali, nonché Infermieri, Counselor (nuova

professione), Assistenti Sociali e Assistenti Sanitarie, Educatori per l’assistenza

ambulatoriale e domiciliare e Pediatri di Libera Scelta e di Comunità per la cura del

singolo e la prevenzione della malattia nella collettività.

Alcuni contenuti della Programmazione dei Dipartimenti Cure Primarie sono:

assistenza di medicina generale e cure domiciliari, assistenza di pediatria di libera

scelta, continuità assistenziale, assistenza residenziale, semi residenziale e rete dei

servizi per anziani e disabili, assistenza specialistica ambulatoriale, servizi e

programmi consultoriali, programmi aziendali di prevenzione e promozione della

salute (questionari, pediatria di comunità, vaccinazioni…).

Allora le organizzazioni sanitarie non potranno essere più immaginate come

macchine, bensì come sistemi complessi adattativi, capaci cioè di adattarsi al

contesto ed ai suoi inevitabili cambiamenti, ma caratterizzati anche da un’elevata

imprevedibilità. È evidente che stiamo vivendo un “passaggio d’epoca”, e molti modi

di concepire e interpretare la realtà sembrano essere irrimediabilmente entrati in

crisi. Le certezze del passato non sono in grado di comprendere i rapidi cambiamenti

che stiamo più o meno consapevolmente vivendo ed è sempre più scarsa la capacità

di prevedere il futuro. Le trasformazioni sociali in corso e la richiesta di una diversa

qualità dell'assistenza stanno generando forti contraddizioni con le “mentalità”

professionali degli operatori sociosanitari. A fronte del loro bisogno di ridurre la

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realtà ad uno schema precostituito, la complessità dell’assistenza richiesta e la fitta

trama di relazioni sociali, che compongono il sistema dei servizi, rendono

difficilmente utilizzabile una logica di controllo di tipo lineare e sequenziale.

Da “La cassetta degli attrezzi” Il metodo come cambiamento. A cura di F.Ungaro, M.Casini e

T.Fiore. Ed. Panorama Sanità

Il miglioramento che ci si aspetta da tale rinnovamento organizzativo e professionale

ricade quindi vantaggiosamente sui tre attori cardine del sistema: i cittadini, i

professionisti e l’organizzazione.

Ci si è proposti pertanto di realizzare uno studio ad hoc per raccogliere, con una

scheda di approfondimento (n. PG/2011/183461), sottoposta ai Direttori di

Dipartimento di Cure Primarie, il grado di funzionalità delle Case della Salute, in

modo da integrare le informazioni di carattere più strutturale già ricavate a livello

regionale con l’indagine condotta.

In particolare l’analisi, oltre ad aspetti di carattere generale, ha approfondito il livello

di attività per funzioni riconducibili a tre ambiti:

Accoglienza, valutazione del bisogno, orientamento ai servizi.

Continuità assistenziale per piccole urgenze ambulatoriali.

Gestione integrata delle patologie croniche a più elevata prevalenza.

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Capitolo 2 – Le Case della Salute

Nuove strutture nella riconversione degli Ospedali del

territorio.

Realtà in Emilia Romagna e Provincia Ferrara

Rispetto alle nuove linee guida e le Politiche Nazionali sul risparmio, i Dipartimenti

Cure Primarie hanno dovuto predisporre un piano strategico interaziendale di

riorganizzazione qualificazione e sostenibilità del sistema basato non su tagli lineari,

ma sui bisogni dei cittadini quei bisogni che mutano, nel corso del tempo e nelle

diverse fasi del ciclo di vita: infanzia, adolescenza, giovinezza, maturità, prima e

seconda età anziana, nonché individuare gli esiti più o meno positivi delle politiche

del benessere poste in essere, all'interno delle Case della Salute ci si vuole

organizzare per dare risposte a questi bisogni partendo da 4 principi fondamentali:

1) Sicurezza

2) Qualità

3) Efficienza

4) Sostenibilità

Per il raggiungimento dell'obiettivo si è partiti da 3 dati:

Struttura della popolazione provinciale con alto indice di vecchiaia e quadro

epidemiologico con alta incidenza di malattie croniche

Costo procapite pesato più alto della regione

Struttura della domanda e dell’offerta superiore alla media regionale

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Le Case della salute sono strutture sanitarie e socio-sanitarie dei Nuclei di Cure

Primarie, pensate per essere luoghi di riferimento per i cittadini, dove i servizi di

assistenza primaria si integrano con quelli specialistici, ospedalieri, della sanità

pubblica, della salute mentale e con i servizi sociali. Un luogo di accesso unico,

diffuso in modo omogeneo in tutta la regione, dove si sviluppi un maggiore

coordinamento tra gli operatori sanitari e una più efficace integrazione dei servizi. Il

logo delle Case della salute riprende elementi grafici, proporzioni, caratteri e colori

del logo del Servizio Sanitario Regionale. In Emilia Romagna alcune Case della

Salute sono state realizzate altre sono in via di completamento:

1. “Portomaggiore e Ostellato”– Portomaggiore (realizzata)

2. “Terre e fiumi” – Copparo (realizzata)

3. Pontelagoscuro – Ferrara (realizzazione 2014)

4. S. Anna – Ferrara (realizzata in parte)

5. Bondeno (in progettazione)

6. Comacchio (in progettazione)

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Capitolo 3 - Nuove professioni: il Counselor ed

il Counseling Organizzativo.

Counselor/Counseling

C’è voluto l’intervento di un Governo tecnico – e di alcune alchimie politiche e

fortunate congiunture per arrivare il 19 novembre 2012 all’approvazione della Legge

4/2013 “Disposizioni in materia di professioni non organizzate”.

L’articolo 1 (Oggetto e definizioni) definisce l’ambito di applicazione della norma

che, nel nostro caso, è riferito a tutte le professioni che non sono organizzate in

Ordini o Collegi professionali.

1. La presente legge, in attuazione dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione e

nel rispetto dei principi dell’Unione europea in materia di concorrenza e di libertà di

circolazione, disciplina le professioni non organizzate in ordini o collegi.

2. Ai fini della presente legge, per «professione non organizzata in ordini o collegi»,

di seguito denominata «professione», si intende l’attività economica, anche

organizzata, volta alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitata

abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il

concorso di questo, con esclusione delle attività riservate per legge a soggetti iscritti

in albi o elenchi ai sensi dell’art. 2229 del codice civile, delle professioni sanitarie e

delle attività e dei mestieri artigianali, commerciali e di pubblico esercizio

disciplinati da specifiche normative.

3. Chiunque svolga una delle professioni di cui al comma 2 contraddistingue la

propria attività, in ogni documento e rapporto scritto con il cliente, con l’espresso

riferimento, quanto alla disciplina applicabile, agli estremi della presente legge.

L’inadempimento rientra tra le pratiche commerciali scorrette tra professionisti e

consumatori, di cui al titolo III della parte II del codice del consumo, di cui al

decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, ed è sanzionato ai sensi del medesimo

codice.

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4. L’esercizio della professione è libero e fondato sull’autonomia, sulle competenze e

sull’indipendenza di giudizio intellettuale e tecnica, nel rispetto dei principi di buona

fede, dell’affidamento del pubblico e della clientela, della correttezza,

dell’ampliamento e della specializzazione dell’offerta dei servizi, della responsabilità

del professionista.

5. La professione è esercitata in forma individuale, in forma associata, societaria,

cooperativa o nella forma del lavoro dipendente.

La Legge 4 infatti recepisce una delle tante richieste che insistentemente e da molti

anni l’Europa fa all’Italia, ovvero quella di favorire un mercato (non solo interno)

delle professioni libero e competitivo, ritenendo che questi siano i presupposti per

garantire all’utenza prestazioni di qualità.

Il counselor non dà consigli, non offre soluzioni e non indica scorciatoie. Il counselor

accompagna verso mete e obiettivi che la persona stessa ha stabilito e aiuta a far sì

che ogni cliente possa dare il meglio di se: nella vita privata, nella scuola, nel lavoro,

nei rapporti di coppia e familiari. Durante la vita accadono delle cose che, pur

essendo del tutto normali (nasce un figlio, cambia il lavoro, si chiude un ciclo

scolastico, etc.), spesso ci lasciano in una situazione di empasse rispetto alla quale

non sappiamo bene come comportarci.

“I processi di cambiamento del Sistema Sanitario e dei rapporti di

lavoro nella pubblica amministrazione postulano un profondo cambiamento di

mentalità, una nuova cultura professionale, l’affermazione di nuove logiche

operative”

Anche le trasformazione dei luoghi di lavoro provocano nelle persone dei

cambiamenti strettamente personali.

Le nuove ristrutturazioni formali, strutturali e sostanziali dei servizi di cura da

Ospedale a Casa della Salute si evince la difficoltà organizzativa delle figure

professionali che vi prestano la loro attività o che vengono mobilitate per chiusura dei

servizi preesistenti e/o allontanate o riqualificate per adeguamento numerico delle

risorse umane nei progetti di risparmio.

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All'interno di strutture “neo nate” l'attività di Counseling si integra a supporto del

cambiamento.

Cos'è il Counseling

Si promuove il modello del welfare community, cioè il prendersi cura delle persone

attraverso l’azione congiunta ed il lavoro di rete di più attori, posti tutti sullo stesso

piano di importanza. Vengono infine introdotte logiche di “quasi mercato” e

stimolato l’empowerment dell’utenza. La centralità del cittadino e del suo contesto.

Centralità un tempo data a istituzioni, servizi, e professioni che spesso l’hanno

utilizzata in modo autoreferenziale. Il counseling organizzativo è un'attività il cui

obiettivo è il miglioramento della qualità di vita del cliente, sostenendo i suoi punti di

forza e le sue capacità di autodeterminazione.

Il counseling offre uno spazio di ascolto e di riflessione, nel quale esplorare difficoltà

relative a processi evolutivi, fasi di transizione e stati di crisi e rinforzare capacità di

scelta e/o di cambiamento.

E' un intervento che utilizza varie metodologie mutuate da diversi orientamenti

teorici. Si rivolge al singolo, alle famiglie, a gruppi e istituzioni. Il counseling può

essere erogato in vari ambiti quali: privato, sociale, scolastico, sanitario, aziendale.

Il counseling è un percorso di crescita, di responsabilizzazione, di maturazione

durante il quale siamo seguiti da un professionista, il counselor il quale ci

accompagna alla scoperta di un futuro diverso.

Il counseling è utile quando: dobbiamo prendere una decisione difficile che riguarda

la nostra vita personale o professionale; dobbiamo raggiungere un obiettivo che ci

siamo posti, ma incontriamo delle difficoltà; ci troviamo di fronte ad una scelta

lavorativa; vogliamo riorganizzare le nostre relazioni familiari, magari in seguito ad

una separazione o ad un divorzio; i figli diventano grandi e lasciano la famiglia

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d'origine; quei figli siamo noi e non sappiamo più come rapportarci alla nostra

famiglia d'origine; si costruisce o ricostruisce un nuovo nucleo familiare; incontriamo

dei problemi nella vita di coppia; incontriamo difficoltà nella carriera scolastica (ad

esempio siamo bloccati nella scelta dell'università o nel sostenere un esame); ci

troviamo in delle situazioni dove, da soli, sentiamo di non farcela.

La comunicazione in ambito sanitario

La comunicazione empatica

L’empatia, ricorda Gallese (2013), avviene soltanto in un processo di sintonizzazione

psico-fisica: è l’accesso diretto all’altro mantenendo i propri confini che permette la

comprensione profonda.

Miller e Rollnick (2004), nel descrivere la comunicazione trasformativa operata dal

counseling motivazionale, ricordano un importante principio della psicologia della

percezione, secondo il quale, quando una persona dà voce a ciò che sente, chi

l’ascolta fa esperienza delle sue emozioni e della sua rappresentazione del mondo. A

questo, i due autori, aggiungono che il fatto di entrare in una sintonia espressiva con

l’interlocutore dipende non solo dal percepire e accogliere i vissuti che il suo parlare

producono, ma anche dal fatto di restituirli e rispecchiarli al parlante. La rappresenta-

zione di sé che l’interlocutore riceve (che origina da tale rispecchiamento) ha il

potere di rendere più probabile un cambiamento, poiché è connessa con un afflusso

d’energia, con una diversa angolatura e con un’immagine/mappa di sé più

dettagliata. La comunicazione avviena fra un soggetto emittente e un soggetto

ricevente. La comunicazione può essere: verbale, non verbale, aggressiva, pacata,

confusa, direttiva, gentile quando viene recepito un concetto da altri avviene una

rielaborazione naturale da parte del soggetto ricevente. Tale rielaborazione avverrà in

maniera diversa a seconda di quale è lo stato psicofisico della persona che riceve.

Nella vita succede a tutti di attraversare dei momenti difficili. Questi momenti sono

caratterizzati, per lo più, da una così detta "fase di transizione" ovvero da un

cambiamento. Quando l'evento cambiamento e' subito provoca disagio (stress). Se il

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grado di tensione supera la capacità di tenuta o di resilienza personale successiva

all'evento stressogeno, si hanno nell'individuo ripercussioni negative sia fisiche che

psicologiche. Quando la comunicazione è efficace siamo al primo grado di partenza

positivo e di supporto ad una buona relazione.

Comunicazione e dialogo.

Il significato di una battuta di ascolto riflessivo dà luogo ad ulteriori catene di

significato, mentre sentiamo un nostro stato interiore questo prendere voce e forma

dal nostro interlocutore. Un’affermazione contenente le due facce della situazione, o

anche la ripetizione semplice di una o più parole chiave del discorso del nostro

cliente, espresse con empatica e centratura sulla persona, possono far balenare un

piccolo satori, il termine Zen che sta per illuminazione: qualcosa che apre le porte

dell’intuizione e della percezione l'insight nei processi creativi.

La relazione rispecchiante, vale a dire empatica, è la condizione essenziale per

l’ascolto profondo e per la conoscenza dell’esperienza soggettiva del cliente, aspetti

di per sé forieri di ricontestualizzazioni, rielaborazioni e riattivazioni capaci di

elicitare l’uscita dalla criticità.

La formazione

“La formazione è lo strumento di ottimizzazione delle risorse umane e di

cambiamento organizzativo”

“La formazione, per sua natura, può svolgere funzioni di implementazione

qualitativa dei risultati dei servizi, contrastando le patologie organizzative, può

facilitare riconversioni professionali e gestionali e può, più in generale,

caratterizzarsi come strategia per incrementare l’efficacia dei servizi”.

Il nuovo intento nella fase formativa e' in stretta sinergia tra enti formatori ed

amministrazioni, il fine è creare figure professionali non solo definite e adeguate alle

necessità del momento, ma fornite di tutti gli strumenti per un continuo adeguamento

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al modificarsi della propria mission. Ci si auspica che l'offerta formativa venga

affrontata in maniera più articolata in questo settore nel pieno del suo divenire e

cambiamento costante.

Umanizzazione

Non è secondario rilevare che il superamento della fatica dell’operatore rientra a

pieno titolo nel processo di umanizzazione del servizio sanitario ed è essenziale

prevedere percorsi formativi specifici.

Paladino M., Cerizza Tosoni T. Umanizzazione dei Servizi Sanitari: il Case Management

Perché un comportamento abitudinario diventi una motivazione occorre che in

qualche modo sia interiorizzato, inserito in un sistema di valori e che inneschi degli

elementi tali da causare un effettivo cambiamento in quel medesimo insieme di regole

e valori. Il colloquio motivazionale secondo la teoria di Maslow la motivazione di un

dato comportamento è riconducibile all'infanzia.

La diversificazione dipende dall'apprendimento, leggibile secondo il modello

stimolo-risposta in relazione sia all'educazione individuale che può essere gratificante

o frustante, sia in relazione alla cultura collettiva.

Ciò che manca a queste teorie è lo studio della parte cognitiva del funzionamento

comportamentale, uno stato motivazionale e' strettamente correlato a ad un profondo

stato di umanità e non avvia soltanto il sistema percettivo e motorio, ma anche il

funzionamento cognitivo, spinge il soggetto a pensare, ricordare ed esplorare.

Miglioramento processi di accoglienza/ascolto.

La comunicazione nel contesto della Promozione della Salute.

“Il rapporto operatore-utente è fortemente caratterizzato dal grado di

personalizzazione, di appropriatezza e di umanizzazione delle prestazioni. Per questo

nella produzione dei servizi alla persona il fattore umano è un elemento strategico

che influisce direttamente sulla quantità e sulla qualità dell’assistenza oltre che sul

grado di soddisfazione delle persone-utenti”

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Il colloquio motivazionale si sviluppa in due fasi, con obiettivi piuttosto diversi tra

loro, ma che si sovrappongono l’uno all’altro. La prima fase è utile per creare la

motivazione intrinseca al cambiamento e risolvere l’ambivalenza; la seconda fase è

utile per il rafforzamento dell’impegno a cambiare e lo sviluppo di un piano d’azione

per il processo di cambiamento.

Il counselor motivazionale all’inizio ha l’esigenza di capire quanto per il cliente è

importante cambiare e quanto si sente fiducioso nell’essere in grado di farlo. In base a

questo si possono tracciare quattro profili:

A. Le persone che sentono poco importante e sono poco fiduciosi nel poter cambiare.

B. Le persone che si sentono fiduciosi nel cambiare se solo comprendessero che è

importante cambiare.

C. Le persone che sentono importante cambiare e si sentono poco fiduciosi nel farlo.

D. Le persone che sentono importante cambiare e che si sentono fiduciosi.

Le persone che appartengono ai profili D hanno la volontà (alto livello di

importanza) e la capacità (fiducia) di cambiare senza però essere pronti al

cambiamento (disponibili).

Il processo di cambiamento può essere distinto in alcuni stadi (Prochaska e Di Clemente,

1999/2010):

precontemplazione;

contemplazione;

determinazione;

azione;

mantenimento.

E’ noto che alcuni specifici “ fattori “ influenzano significativamente il movimento

lungo gli stadi. Fra questi sono stati identificati due fattori: la frattura interiore e

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l’autoefficacia, che modificandosi nel tempo influenzano la disponibilità al

cambiamento e costituiscono elementi molto dinamici nel processo d'ascolto.

Con frattura interiore viene indicata la dolorosa percezione di una contraddizione tra

ciò che una persona è e ciò che vorrebbe (o potrebbe, o dovrebbe) essere, in rapporto

alla personale immagine di sé al proprio sistema di valori e alle conseguenti mete e

aspirazioni. La valutazione della frattura interiore può essere effettuata considerando

sia le preoccupazioni, le insoddisfazioni e i disagi della situazione attuale della

persona, sia l’importanza, sia il cambiamento che egli ha rispetto ai suoi valori

personali. L’ autoefficacia è la fiducia di una persona nelle proprie capacità di

conseguire e mantenere uno specifico obiettivo. Utilizzando i punteggi dei sei stadi,

si ottiene una rappresentazione grafica del profilo di disponibilità al cambiamento.

I cinque metodi iniziali dal counseling motivazionale sono:

- Fare domande aperte

- Praticare l’ascolto riflessivo

- Sostenere e confermare

- Riassumere

- Evocare affermazioni nella direzione del cambiamento

Fare domande aperte

All’inizio del colloquio è importante creare un clima di accettazione e di fiducia con

il cliente, un metodo per ottenere questo clima è fare domande aperte, ovvero

domande che non inducano a risposte brevi, ma che aprano l’area che la persona deve

esaminare. Le domande aperte permettono al counselor di comprendere qual è

l’argomento che il cliente vuole affrontare; in sostanza si cerca di aprire delle porte;

aprire porte per alcuni significa cominciare il colloquio in modo spontaneo e sincero,

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per altri può essere difficoltoso parlare delle proprie difficoltà. Alcuni esempi di

domande aperte sono: cosa la spinge ad essere qua oggi?, cosa Le piace…?, quali

sono i principali motivi per cui vorrebbe…?, che giorno vorrebbe fissare come data in

cui smettere di…?, in che modo vorrebbe…?, qual è la sensazione che sente in merito

a…?. eccetera.

Praticare l’ascolto riflessivo

L’ascolto riflessivo è una delle abilità più difficili nel colloquio motivazionale e

permette al counselor di ottenere empatia ed elaborazione, ovvero di stabilire un

contatto iniziale attraverso domande aperte, per non creare dei blocchi di

comunicazione per evitare che uno dei due interlocutori abbia una posizione di

vantaggio. In generale una battuta di ascolto riflessivo è una ipotesi di quello che il

cliente voleva esprimere in realtà; è una ragionevole supposizione di ciò che era il

significato originario e, successivamente, esprime questa ipotesi attraverso

un’affermazione. Le affermazioni di ascolto riflessivo dovrebbero generalmente

calare di tono verso la fine, questo è un modo di condurre il colloquio senza dare

imposizioni, giudizio e cose per scontate; il counselor verifica e non suppone quello

che intendeva dire il cliente. Ascoltare in modo riflessivo significa avere un tono

adeguato, raccogliere delle parole chiave, delle informazioni e aprire delle porte non

fare domande.

L’ascolto riflessivo è l’unione di diversi passi, che sono:

- ripetizione semplice;

- parafrasi;

- riformulazione;

- riflessione del sentimento.

Ripetere le affermazione del cliente in modo semplice, ripetendo le parole che ha

detto permette al cliente stesso di ascoltare ciò che ha espresso e questo attiva in lui

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stati emotivi e reazioni corporee. Parafrasare il discorso del cliente significa

riproporre un pezzetto di discorso utilizzando sinonimi con significato affine; si può

chiamare anche RESTITUZIONE. E’ utile per mantenere il contatto, per amplificare

o minimizzare alcuni aspetti del cliente, per introdurre piccoli spostamenti del focus

del discorso. La riformulazione è una riproposizione del cliente arricchita del punto di

vista del counselor utilizzando commenti, considerazioni e ridefinizioni. Questo

metodo di comunicare al cliente può favorire una ristrutturazione di alcune percezioni

e creare nuove aree da esplorare per suggerire connessioni non esplicitate e ampliare i

significati del comportamento. Riflettere il sentimento significa cominciare una

ipotesi sullo stato d’ animo, sulle emozioni da cui nascono le affermazioni del cliente.

Viene utilizzata quando si percepisce sia opportuno evocare emozioni non espresse e

in momenti di “crisi”, quando si sente che il cliente è resistente, può essere utile per

smorzare possibili contrapposizioni.

Il counselor, per porsi in una posizione di ascolto riflessivo deve avere la capacità di

rispettare gli stili verbali e corporei, del cliente.

Sostenere e confermare

Per costruire il rapporto tra cliente e counselor è importante sostenere e confermare il

desiderio di cambiamento e questo lo si può fare facendo affermazioni di

apprezzamento e comprensione. Il metodo di ascolto riflessivo può di per sé

contenere espressioni di conferma.

Riassumere

La quarta abilità del conseling motivazionale è il riassunto. Si utilizzano per

connettere e rinforzare gli argomenti che sono stati discussi, fare dei riassunti

permette al cliente di avere la sensazione di essere stato ascoltato. Ci sono tre tipi di

riassunto: di riordino, di collegamento e di transizione. I primi riassunti sono

solitamente brevi e dovrebbero far proseguire lo slancio della persona verso il

cambiamento; il riassunto di collegamento ha lo scopo di incoraggiare il cliente a

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riflettere sul rapporto tra due o più argomenti affrontati nel colloquio, può essere utile

per chiarire l’ambivalenza di una persona nei confronti di un cambiamento. Il

riassunto di transizione permette di spostare l’argomento da un focus ad un altro; è un

buon metodo per portare a conclusione la prima sessione e passare alla seconda fase

del colloquio, quella che rafforza l’impegno verso il cambiamento.

Evocare affermazioni nella direzione del cambiamento

La quinta abilità è importante ed è fondamentale perché ha come obbiettivo il

risolvere l’ambivalenza, il colloquio in questa fase è volutamente direttivo.

Le domande aperte possono essere usate per esplorare percezioni e preoccupazioni

del cliente.

Altre tecniche e strumenti utilizzate in questa fase sono: il regolo dell’importanza e

la bilancia decisionale.

Il regolo dell’importanza si tratta di un regolo con gradazioni che vanno da 0 a 10 per

ognuno dei fattori che si sta esplorando con domande aperte. Quello che si vuole

cercare di ottenere è il sapere quanto il cliente consideri il cambiamento importante e

quanto sia fiducioso di essere in grado di farlo.

La bilancia decisionale è una tecnica efficace per esaminare l’ambivalenza nei

confronti di un cambiamento perché le persone vivono motivazioni tra loro in

competizione perché ci sono benefici e costi associati a entrambi gli aspetti del

conflitto; i “pesi” presenti nella bilancia sono uno il beneficio del cambiamento e

l’altro lo svantaggio legato ad esso.

Nella bilancia decisionale ci sono quindi da considerare ed elaborare insieme al

cliente, le seguenti aree:

- Vantaggi dello status quo.

- Svantaggi dello status quo.

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- Svantaggi del cambiamento.

- Vantaggi del cambiamento.

Counseling e informative

L'informazione deve rispettare gradi di chiarezza, coerenza e semplicità atta ad essere

compresa dalla popolazione alla quale è rivolta.

Il consenso informato.

La confusione diffusa fra etica, normativa giuridica e deontologia professionale

coinvolge l'ambito sanitario a tutto campo. In particolare il tema del consenso

informato è divenuto uno degli aspetti più critici del rapporto tra professionista

sanitario e paziente. Soprattutto in conseguenza del dibattito mediatico suscitato da

casi riguardanti l'accanimento terapeutico, il testamento biologico e l'eutanasia, la

discussione si è trasferita su un piano esclusivamente giuridico. Al tradizionale

prevalere del ruolo del medico nella gestione del malato, oggi si oppone una sempre

maggiore rivendicazione della priorità e della volontà del paziente. E, se tale diritto è

innanzitutto rivendicato su base medico-legale, viene poi ambiguamente identificato

con principi etici di tutte le professioni che si attivano nelle prestazioni socio

sanitarie. L'assoluta priorità del diritto-dovere morale (e non legale) del medico e del

professionista verso il paziente, nella gestione della situazione clinica, è dunque una

questione centrale per ricollocare nel giusto ambito il dibattito su temi tanto delicati

ed affrontare da una prospettiva multidimensionale l'etica dell'informazione per il

medico e quella del consenso/dissenso per il malato.

Rispetto della privacy.

Ricerca scientifica, privacy al sicuro anche senza consenso. Il trattamento dei dati

personali idonei a rivelare lo stato di salute degli interessati, anche in assenza del loro

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consenso informato, per scopi di ricerca scientifica in campo medico, biomedico o

epidemiologico deve avvenire nel rispetto dei limiti e delle condizioni indicate

nell'autorizzazione del Garante.

Vedi: Fruizioni della rete INTRANET nelle aziende, “Fascicolo elettronico”, sistemi raccolta ed

elaborazione dati Regionali/Provinciali: ANAGRAFICA; EFESO; GESI, GEDO

Comunicazione e dialogo.

Il dialogo richiede la buona volontà di andare oltre le categorie, i concetti e gli

stereotipi che formano in prevalenza le basi della nostra cultura occidentale.

Udire è un fatto fisico, ascoltare è un’azione intellettuale ed emotiva.

L’ascolto attivo è uno dei quattro tipi di ascolto utilizzati e porta ad una co-

municazione più efficace.

Gli altri tipi di ascolto sono:

Ascolto passivo. Questo è il tipo di ascolto inefficiente e improduttivo: è quello che si

può riscontrare quando si sentono le parole ed esse entrano in un orecchio ed escono

dall’altro.

Ascolto selettivo. Questo è probabilmente il tipo di ascolto più comune e si riscontra

quando si sente solo quello che si vuole sentire, ossia si filtra il messaggio

(inefficiente e improduttivo).

Ascolto riflessivo. L’ascolto riflessivo, come quello attivo, pone attenzione a tutto il

messaggio. Ciò è particolarmente importante se si sta trattando un argomento

complicato o cercando di risolvere un conflitto. Esso viene utilizzato per chiarire

quanto viene detto portando alla reciproca comprensione.

Counseling Organizzativo e motivazionale

Descrizione, organizzazione, gestione, misurazione di una organizzazione in funzione

dei suoi processi fondamentali.

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Ogni organizzazione si confronta con un contesto. Esso fornisce il filtro con cui

individuare i processi organizzativi fondamentali. L’organizzazione può pertanto

essere descritta per processi in funzione delle risorse che impiega nuove professioni

all'orizzonte.

- risorse che impiega

- competenze necessarie

- attese degli azionisti o di altri portatori di interesse

- soddisfazione del cliente

- funzioni esercitata

- governo clinico

La professionalità indica uno spazio operativo riconosciuto ad un soggetto all’interno

di una organizzazione, concepito direttamente come risultato di una negoziazione

dove entrano in relazione il voler essere (potenziale dinamico), dover essere

(posizione), e poter essere (profilo di ruolo). Mix di competenza (skills), capacità

(abilities), atteggiamenti (judgement).

Si realizza su tre direttrici principali: il contributo tecnico specifico della attività

professionale; l’operatività quotidiana; la gestionalità e la leadership.

Un processo di counseling organizzato e motivato costruisce la fiducia tra

individui e gruppi, in un clima di risoluzione dei problemi aperto, attraverso il fare

domande aperte, praticare l’ascolto riflessivo, per cercare con curiosità di

comprendere dove sono le discordanze tra le persone e l’azienda o tra i gruppi di

lavoro dell’azienda. Inoltre sostiene e conferma, con il metodo dell’ascolto riflessivo

e dei riassunti, per incrementare tra i singoli il senso di padronanza organizzativa, di

appartenenza e di collaborazione tra le persone che lavorano e che sono tra loro

interdipendenti.

Infine sviluppa la consapevolezza dei processi di gruppo.

Un’azienda è un gruppo; e il gruppo di lavoro è efficace quando gli obiettivi sono

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definiti con chiarezza, negoziati in anticipo con tutti i membri, quando c’è

condivisione rispetto ai metodi adottati nella pianificazione del lavoro, quando c’è

una definizione di ruoli attribuiti sulla base delle competenze; alla base di queste

caratteristiche vi è una comunicazione chiara, organizzata, finalizzata e costante.

Il risultato a cui si dovrebbe aspirare è quindi quello di ottenere un clima che produce

calore, sostegno, riconoscimento e apertura, mantenendo un costante equilibrio tra la

soddisfazione dei bisogni individuali e la soddisfazione dei bisogni del gruppo.

Quanto appena scritto dovrebbe essere il clima che un’ azienda dovrebbe cercare di

aspirare, soprattutto in questo momento storico ed economico in cui crisi economica e

cambiamenti repentini non lasciano il tempo giusto alle persone che vi lavoro di

comprendere tale cambiamenti imposti e che sono in buona parte la conseguenza del

burnout.

Il burnout si manifesta perché vi è una discordanza tra la natura del lavoro e la

natura della persona.

Le persone hanno valori propri, e i valori fanno parte del cambiamento, il

colloquio motivazionale implica l’aiutare gli individui a definire le loro identità

attuali e ideali, ricercando un movimento che li conduca dal Sé attuale a quello

ideale; in un’ottica aziendale può essere efficace nella prevenzione del burnout,

attraverso le tecniche e le abilità del counselor motivazionale perché l’attenzione per i

valori personali può stimolare la motivazione al cambiamento, e modificare i

comportamenti della persona all’interno del proprio gruppo di lavoro; e può far

ottenere all’azienda una maggiore collaborazione e impegno dei suoi dipendenti.

Un’azienda che ha come valore principale quello economico è un’azienda che non

tiene in considerazione che dovrebbe esserci sinergia tra valore personale e valore

organizzativo perché una delle ragioni principali per cui la gente instaura dei rapporti

con le organizzazioni è quella di realizzare qualcosa di importante.

I valori hanno quindi un significato e il processo di counseling, organizzato e

motivato, ha lo scopo di far convergere “il viaggio” dei valori della persona e quelli

aziendali, verso la medesima strada; perché spesso il profitto, l’obiettivo aziendale, in

termini di garanzia di produttività e il ben-essere della persona, combaciano.

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Capitolo 4 – Competenze multiprofessionali e

miglioramento dei processi d’ascolto

Competenze professionali

Vorrei riproporvi alcuni articoli del codice deontologico dell'infermiere a mio

avviso davvero emblematici ed esplicativi di vari concetti della professione.

Articolo 42

L'infermiere collabora con i colleghi e gli altri operatori, di cui riconosce e valorizza

lo specifico apporto all'interno dell'équipe.

Articolo 43

L'infermiere tutela la dignità propria e dei colleghi, attraverso comportamenti ispirati

al rispetto e alla solidarietà […].

Articolo 47

L'infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, contribuisce ad orientare le politiche e

lo sviluppo del sistema sanitario, al fine di garantire il rispetto dei diritti degli

assistiti, l'equo utilizzo delle risorse e la valorizzazione del ruolo professionale […].

Articolo 49

L'infermiere compensa le carenze della struttura attraverso un comportamento

ispirato alla cooperazione, nell'interesse dei cittadini e dell'istituzione. L’infermiere,

qualora vengano a mancare i caratteri della eccezionalità o sia pregiudicato il suo

prioritario mandato professionale, si oppone alla compensazione specificandone le

ragioni, pur impegnandosi per il superamento delle carenze o dei disservizi.

Nel 1989, l’E.N.A. (Emergency Nurses Association) ha sviluppato il “Codice

deontologico per infermieri di emergenza con interprtazione”, con la convinzione che

i principi etici sono il legame morale che unisce la professione con i pazienti dei quali

essa è al servizio, e con il pubblico in generale.

Nel documento vengono sottolineate le caratteristiche professionali, le affermazioni

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di principi etici e deontologici, i limiti legali, la necessità di una formazione continua

per garantire standard di qualità, l’importanza di contribuire allo sviluppo della

professione e, non da ultimo, la partecipazione dell’infermiere alla promozione della

salute.

Sul mercato esistono vari modelli descrittivi della formazione e della professionalità

degli operatori coinvolti nell'assistenza:

Modello funzionale

Scarsa visibilità dello specifico professionale, evidenza della dimensione tecnica,

agire caratterizzato da subordinazione, comunicazione e documentazione

frammentata e impersonale;

La divisione del lavoro è per compiti, il lavoro più “qualificato” e la “supervisione” è

assegnata al personale “formato” agli altri operatori vengono assegnati compiti

“meno qualificati”;

Il coordinamento è assicurato attraverso la gerarchia, la differenza del contributo dei

singoli è derivato esclusivamente dalla mansioni e alla “routine” svolta.

Modello assistenza primaria (Primary nursing)

La professione diviene visibile, assume un ruolo attivo e la persona è considerata

nella sua totalità;

Il professionista ha responsabilità di attuare direttamente tutte le attività autonome e

collaborative su un numero limitato di persone ;

Il professionista assume tutte le funzioni assistenziali alcuni autori prevedono i

seguenti correttivi:

assegnazione di un professionista qualificato solo per l’assistenza avanzata;

introduzione nelle attività di personale non “qualificato” fatte salve le valutazioni

d’intervento nell’assistenza di base del professionista responsabile dell’assistenza;

Modello modulare o per settori

L'erogazione dell’assistenza è per gruppi di pazienti ed è istituito un leader del

gruppo, il professionista nel modello per settori eroga l’assistenza.

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L’erogazione dell’assistenza avviene diretta dal parte del professionista, nella

composizione della dotazione sono presenti altre figure professionali;

Modello case management

Si consolida l’autonomia disciplinare della professione che opera in integrazione

programmata con altre discipline;

Il professionista governa “l’episodio” di cura di un utente, il case manager a seconda

dei modelli può essere impegnato nell’erogazione dell’assistenza o essere

esclusivamente coordinatore e valutatore del percorso clinico assistenziale.

Il professionista è responsabile del caso.

Tutto questo fa sì che la formazione venga ad assumere un ruolo strategico per

migliorare l’organizzazione dei gruppi professionali alle prese con un forte

cambiamento, situazione propria del professionista infermiere del giorno d’oggi.

Per il Case Manager la formazione e' intesa come processo permanente finalizzato a

costruire un progetto professionale nell’ottica dell’eccellenza. Se l’addestramento

richiama la “qualità statica”, l’aggiornamento l’idea di “manutenzione”, la

formazione si inserisce nell’idea di “qualità dinamica”, intesa come tensione

all’eccellenza e ricerca del miglioramento continuo. Nella sua dimensione

professionale globale (percepita e agita come azione organizzativa) il soggetto in

formazione dà e riceve dall’organizzazione è nell’esperienza professionale che

divengono opportunità per l’organizzazione e per il singolo gli eventi, i successi e gli

errori. Le forme e le modalità della formazione (nell’ottica della learning

organization) non sono più rigide e definite e non possono essere altro dal lavoro e

dall’esperienza quotidiana. Anche quando è necessaria la formazione in aula questa

deve ottenere l’assenso preliminare del contesto e proseguire l’azione attraverso

l’accompagnamento dopo la fase d’aula per garantire il cambiamento.

Piccoli gruppi volontari di professionisti, interfunzionali e interprofessionali, che

intervengono sui processi di lavoro con le metodologie del miglioramento continuo

presidiando globalmente il percorso del cambiamento (analisi, diagnosi, terapia,

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valutazione, implementazione e documentazione).

Modello del Counselor

Se chiediamo alla gente chi (che cosa) è un counselor, oppure qual è il suo ruolo

professionale, molto spesso non lo sa. Questo significa che occorre far conoscere la

nostra identità professionale, far entrare il termine counseling nel linguaggio comune.

Operiamo all’interno delle “professioni di aiuto”, siamo “professionisti dell’ascolto”

e l’universo del Counseling è molto complesso.

Comprende operatori che hanno percorsi formativi, esperienze e ambiti d’azione

estremamente eterogenei. Nel percorso di studi stesso, essendovi convogliate persone

di varie estrazione sociale, assortite per età anagrafica e preparazione scolastica, sono

a comprendere, accettare, valorizzare proprio le differenze che nel periodo delle

“lezione esperienziale” si uniformano in esperienze squisitamente umane dove la

mappa di ognuno non è il territorio, ma un bagaglio strettamente personale che sente

il bisogno di essere liberato nel gruppo.

Benessere personale

Il paradigma relativo al concetto di salute è andato modificandosi: le persone

sono considerate attori e non soggetti passivi, che, attraverso una personalizzazione

dell’assistenza, hanno l’obiettivo di raggiungere la migliore qualità di vita possibile

nelle loro singolari e specifiche condizioni.

La ricerca contemporanea ha sottolineato il ruolo positivo delle emozioni quali

“mediatori nella relazione tra l’organismo e l’ambiente” sia fisico che sociale

(Darwin, 1872), finalizzate al mantenimento del benessere dell’organismo stesso

(Scherer, 1984). Questa ipotesi è avvalorata dalle funzioni fondamentali delle

emozioni: valutazione costante degli stimoli ambientali, interni ed esterni, in

relazione alla loro rilevanza per l’organismo; regolazione dello stato di attivazione

fisiologica in relazione a tali stimoli (prevedendo, per esempio, una risposta

comportamentale di “attacco o fuga” in caso di paura); preparazione all’azione in

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risposta ad eventi rilevanti per l’individuo (Frijda, 1986); modificazione del

comportamento futuro in base all’apprendimento di risposte rivelatesi appropriate ed

adattive in specifici contesti; comprensione del proprio stato interno, sintonizzazione

con gli stati emotivi altrui e, di conseguenza, miglioramento delle interazioni sociali.

In altri termini si tratta di mettere a fuoco i molteplici aspetti che attengono

all’esistenza degli individui e delle famiglie, ne connotano il benessere, inteso in

senso ampio, dalle attitudini fisiche a quelle relazionali.

L’approccio multidimensionale alle politiche sociali, complessivamente intese,

assume i fattori individuali e sociali che contrassegnano il benessere delle persone e

su tale base seleziona le linee sinergiche ed interattive da porre in atto.

Sono considerati e presi in esame i fattori personali che concorrono al benessere

personale e familiare insieme ai “determinanti sociali” che incidono sullo stato di

benessere: le condizioni ambientali, economiche e reddituali, di istruzione, di lavoro,

di conoscenza, di relazione e di impegno attivo.

In sede europea si sta pervenendo alla definizione di “griglie di indicatori” in grado di

definire lo stato di malessere e/o benessere della popolazione, nonché rilevare gli esiti

prodotti dalle politiche di benessere sulle persone.

A titolo indicativo si presenta una simulazione di fattori che paiono utili per tradurre

l’approccio multidimensionale e per rilevare lo stato di malessere e/o benessere.

Nella simulazione vengono presi in considerazione fattori personali e/o familiari

insieme a fattori socio-ambientali.

Può essere utile precisare che i fattori personali e socio-ambientali attengono alla

capacità delle persone di padroneggiare il proprio progetto di vita. Di acquisire cioè i

funzionamenti più elementari per essere in grado di nutrirsi e di sottrarsi alle malattie;

nonché alla capacità di acquisire i funzionamenti più complessi come il rispetto di sé,

la capacità di relazione e la possibilità di scegliere.

Va da sé che i fattori presi in considerazione possono articolarsi ed iscriverne altri,

soprattutto per le rilevazioni qualitative.

Fra i “fattori personali e/o familiari” si annoverano: il livello di istruzione, lo stato

occupazionale degli individui, la famiglia e le relazioni sociali, la situazione abitativa,

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lo stato di salute, l’accesso e la qualità dei servizi (sociali, educativi, sanitari,

culturali, sportivi, di avvio al lavoro, formativi, abitativi, di mobilità).

Negli atteggiamenti umani la preparazione all’azione in risposta ad eventi rilevanti

per l’individuo porta a modificazione del comportamento futuro in base

all’apprendimento di risposte rivelatesi appropriate ed adattive in specifici contesti;

comprensione del proprio stato interno, sintonizzazione con gli stati emotivi altrui e,

di conseguenza, miglioramento delle interazioni sociali (Feldman, 2008).

Ad ogni stato emotivo si accompagna un’attivazione di tipo fisiologico (arousal); le

prime teorie psicologiche su questo argomento si concentrarono sulla definizione del

ruolo delle risposte fisiologiche nell’esperienza emotiva.

Tra i primi studiosi ad occuparsi della natura delle emozioni, William James (negli

USA,1884) arrivò alla conclusione che l’emozione non viene immediatamente

indotta dalla percezione di un evento, bensì sono le modificazioni corporee che

seguono l’evento ad essere “percepite, sentite” (to feel) come emozione (nello stesso

periodo, in Danimarca, il medico Carl Lange arrivò alla medesima conclusione).

Vi sono, pertanto, diverse componenti che stanno alla base delle diverse emozioni

(De Plato, 2011):

a) Stimolo ed elaborazione cognitiva dello stesso;

b) Modificazioni a livello vegetativo (fisiologico e viscerale) come il battito cardiaco,

la pressione arteriosa, la conduttanza cutanea, la respirazione, le funzioni digestive e

la tensione muscolare;

c) Motivazione, ovvero tendenza e prontezza ad agire. Le emozioni possono

comportare, talvolta, riduzione del controllo di sé, difficoltà ad articolare in modo

logico i propri pensieri e scarsa capacità di metodo e di critica;

d) Percezione soggettiva di ciò che si sta provando, soprattutto in relazione alle

esperienze passate.

Tutti questi sono elementi che caratterizzano il vissuto emotivo, ma, ancora oggi, non

vi è una definizione univoca di questo fenomeno, a causa della sua complessità.

Benessere personale, e' uno stato di piacevole sensazione di essere congruenti con il

proprio modo di essere e stare nelle situazioni. Il benessere personale e' influenzato

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dall'ambiente dal carattere di tratto e di stato.

Benessere organizzativo

Si definisce benessere organizzativo quando c'è conciliazione del benessere di

tutti sia in una organizzazione di tipo gerarchico, sia cooperativo che associativo.

I bisogni dei clienti sono fondamentalmente sovrapponibili ai bisogni delle persone

erogatori di benessere. I bisogni mutano, nel corso del tempo e nelle diverse fasi del

ciclo professionale lavorativo; dipendono dall'età anagrafica, dalla competenza

professionale e dalla sua rilevanza e dalle politiche del lavoro messe in campo dalle

politiche di governo.

Lavorare in gruppo

Il team va inteso come un gruppo di persone, con diverse competenze e diverse

funzioni, che lavorano insieme regolarmente con creatività modestia e fiducia, per il

raggiungimento di uno o molteplici obiettivi

Il lavoro di gruppo permette di:

• fronteggiare problemi gestionali e organizzativi considerati fino a quel momento

irrisolvibili e che coinvolgevano personalmente tutti i membri del set,

• verificare le percezioni individuali del problema, per renderlo più chiaro e gestibile

e per mettere a punto soluzioni alternative,

• intraprendere l’azione alla luce delle nuove intuizioni, in modo da ottenere un primo

cambiamento della situazione,

• sviluppare la consapevolezza dei processi di gruppo e sviluppare un lavoro in team

efficace;

• focalizzare l’apprendimento su tre livelli: sul problema che viene affrontato, su

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quello che si impara per se stessi, sul processo di apprendimento in sé, cioè “imparare

ad imparare”.

Alcuni comportamenti che rinforzano il lavoro in team sono:

Ripartizione dei compiti

Scambio delle informazioni

Analisi dei risultati

Ricerca del miglioramento

Puntualità

Disponibilità

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Capitolo 5 – Qualità e counseling nei Servizi

Qualità/Accreditamento/Counseling

Per PDCA si intende la sequenza logica del pianificare (Plan), realizzare (Do),

verificare (Check), reagire (Act) per consolidare o migliorare i risultati ottenuti.

Elaborato concettualmente e operativamente da Deming costituisce lo “strumento”

base dell’approccio alla qualità mediante il Miglioramento Continuo.

All’interno di ognuna delle fasi può essere realizzato un ulteriore ciclo PDCA.

“L’applicazione del PDCA congloba numerosi atteggiamenti mentali alla base della

‘Qualità Totale’ :

- analizzare i dati e parlare con i fatti;

- concentrarsi su poche priorità fondamentali;

- ricercare le cause e le cause delle cause;

- controllare sempre più a monte;

- applicare le statistiche a tutti i problemi;

- orientarsi alla prevenzione e non al rimedio;

- enfatizzare la preparazione/impostazione e non il rimedio;

- focalizzare sul suo processo e non sul suo output”.

Ogni organizzazione si confronta con un contesto. Esso fornisce il filtro con cui

individuare i processi organizzativi fondamentali.

L’organizzazione può pertanto essere descritta per processi in funzione delle:

- risorse che impiega;

- competenze necessarie;

- attese degli azionisti o di altri portatori di interesse;

- soddisfazione del cliente;

- funzioni esercitate.

- a “vista” deve essere correlata agli obiettivi e alle strategie aziendali

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- qualità percepita

Il risultato della osservazione della caratteristica in questione, sia essa uno stato o un

evento, definisce il ‘valore’ o la misura dell’indicatore. In senso traslato indicatore

può essere: il ‘valore’ che fornisce indicazioni sullo stato e permette, se ripetuto, una

evidenza della tendenza alla evoluzione nel tempo di specifici prodotti in uscita di

una organizzazione; lo strumento utilizzato per misurare l’oggetto dell’osservazione.

Piccoli gruppi volontari di professionisti, interfunzionali e interprofessionali, che

intervengono sui processi di lavoro con le metodologie del miglioramento continuo

presidiando globalmente il percorso del cambiamento (analisi, diagnosi, terapia,

valutazione, implementazione e documentazione).…

Il counseling organizzativo instaura una relazione tra consulente-azienda ed è

importante fornire una serie d’informazioni circa i servizi offerti e richiesti che

saranno oggetto di negoziazione con l’ azienda. Le valutazioni iniziali devono essere

fatte da chi offre servizio di counseling, da chi usufruisce del servizio per evitare

equivoci e determinare linee guida in accordo tra le parti; quindi il counselor

organizzativo dovrà chiedersi:

quali sono i vantaggi previsti per gli individui,

quali supporti di tipo politico e logistico sono ritenuti utili,

ulteriori servizi di tipo formativo, consulenziale o di assistenza

eventualemente previsti,

chi è coinvolto nel counseling (impiegati, famiglie, manager ecc.),

quali referenze si possiedono,

cosa può essere modificato con o senza il consenso del cliente,

cosa fare nei casi di emergenza,

come valutare il servizio di counseling,

quali sono i criteri di scelta dei counselor e la loro formazione,

definizione di responsabilità,

il codice etico sottoscritto dall’agenzia e dai singoli counsellor.

Il processo di counseling organizzativo può essere avviato e gestito attraverso una

serie di attività decisamente più ampie di quelle necessarie per una relazione di aiuto

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individuale.

Le principali fasi sono:

1. Valutazione e preparazione del counselor.

2. Negoziazione e formalizzazione del counseling.

3. Avvio operativo del counseling.

4. Pubblicizzazione del counseling.

5. Conclusione del counseling.

Valutazione e preparazione del counseling

Le fasi preparatorie sono indispensabili per l’azienda che offre servizio di counseling

e per l’organizzazione, e si possono riassumere in una sequenza di domande:

- Chi o cosa ha determinato l’iniziativa?

- Cosa vogliono i senior manager?

- Cosa desiderano gli impiegati nel complesso?

- Quali sono le priorità per ognuno dei precedenti gruppi?

- Quali strutture di supporto sono già in piedi?

- Quali sono i vincoli logistici ed economici?

- Quale livello di qualità è richiesto e come sarà monitorato?

- Come sarà presentato il programma?

- Come riuscirà il programma a entrare nella cultura organizzativa?

Le domande di cui sopra andranno integrate con altri quesiti che evidenziano quale

cultura sia espressa dall’azienda e come potrebbe reagire all’introduzione del

counseling; è importante comprendere quali sono i bisogni di chi partecipa al

counseling, se alcuni individui di un certo gruppo dell'azienda, oppure tutti i reparti e

a che livello gerarchico.

E’ importante saper riconoscere una situazione di sviluppo o di crisi e se questa sia

prevalentemente individuale oppure organizzativa.

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Capitolo 6 – Finanziamento delle strutture

sanitarie

Popolazione/utente la misura del finanziamento

Gli standard di erogazione dei servizi sociali e sociosanitari con riferimento

alla popolazione assistita, ai bisogni della popolazione, tenendo conto che in ogni

ambito territoriale vanno comunque garantite funzioni di accesso universalistico e di

valutazione professionale del bisogno, funzioni di promozione e prevenzione,

funzioni di pronto intervento sociale, funzioni di intervento domiciliare, intermedio e

residenziale; le soglie minime, definite su base regionale, di risposta efficace ai

bisogni, verificabili con indicatori di salute e di benessere sociale, idonei a

documentare l’efficacia delle azioni e dei servizi.

Il PISR prevede, inoltre, che l’individuazione dei livelli essenziali passasse

attraverso: l’indicazione della modalità di accesso da parte dei cittadini alle

prestazioni o servizi; i criteri e le modalità per la concessione dei titoli, con criteri

omogenei a quelli applicati per la determinazione del concorso alla spesa;

l’individuazione dei criteri per il percorso assistenziale attivo per l’integrazione

sociale dei soggetti beneficiari; l’indicazione dei criteri per determinare le priorità di

accesso ai servizi per i soggetti “deboli” del sistema.

Si passa alla centralità del cittadino e del suo contesto quella centralità che un tempo

è stata data a istituzioni, servizi e professioni, che spesso l’hanno utilizzata in modo

autoreferenziale.

Il paradigma relativo al concetto di salute è andato modificandosi: le persone sono

considerate attori e non soggetti passivi, che, attraverso una personalizzazione

dell’assistenza, hanno l’obiettivo di raggiungere la migliore qualità di vita possibile

nelle loro singolari e specifiche condizioni.

1. la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale e il rapporto con le

istituzioni;

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2. la partecipazione democratica dei cittadini;

3. la definizione del modello organizzativo delle aziende sanitarie;

4. la riorganizzazione del distretto socio-sanitario.

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Capitolo7 – Progetti attuativi

Elaborazione progetti, studi di fattibilità e divulgazione del

metodo

La programmazione socio sanitaria dei P.A.T. e dei Piani di Zona non è più

un’esclusiva degli esperti, ma il frutto di una partecipazione a più livelli degli

amministratori locali, degli esperti e degli stakeholder.

Il trattamento e la presa in carico dei pazienti con malattie croniche e complementare

ad un lavoro sinergico di implementazione della prevenzione delle malattie e

promozione alla salute. La fase di valutazione permette di proseguire più chiaramente

nel passaggio di formalizzare l’ accordo tra le parti, che includa la definizione di

responsabilità e i ruoli reciproci, così come le condizioni per un lavoro comune. I

contratti del counseling organizzativo che le parti firmano, comprende diversi livelli

di intervento: uno amministrativo che definisce pagamenti, durata, responsabilità

informazione; uno professionale che riguarda finalità, obiettivi, compiti e ruoli di

ciascuna persona del gruppo coinvolta nel processo; a questo livello sono compresi i

metodi di valutazione e implementazione.

Infine, c’è il livello psicologico che comprende la fiducia inerente alle varie relazioni

delle persone e del gruppo di lavoro, l’obiettivo è quello di permettere a tutti le parti

un confronto aperto, per non creare dei “non detti”, perché non esistono confini molto

definiti tra lavoratori e le organizzazione nel quale sono inseriti.

Avvio operativo del counseling

Avviare realmente un programma di counseling, soprattutto di dimensioni ampie, può

richiedere un importante lavoro di organizzazione in diverse aree di attività, oltre al

fondamentale svolgimento degli incontri con il cliente individuale. Queste vanno dal

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setting, compreso l’arredo delle stanze, eventuali assicurazioni aggiuntive per il

counselor, per operare in azienda; quale sarà la modalità di contatto del counselor per

le figure coinvolte; che tipo di pubblicizzazione verrà attuata per le statistiche

ottenute, sempre sia possibile divulgarle; oppure come ci si regola in caso di

interruzione del contratto.

Pubblicizzazione del counseling

In una strategia di comunicazione interna è importante programmare il messaggio da

dare ai gruppi e come veicolarlo, individuare quali gruppi selezionare per iniziare la

pubblicizzazione. Una volta chiarite le strategie, queste possono essere implementate

e monitorate per verificare come funzionano. Pubblicizzare il processo che si vuole

avviare, permette al counselor di comprendere a che punto è la conoscenza del

counseling nell’azienda per la quale lavora; perché un immagine giusta passa

attraverso una comunicazione giusta.

Conclusione del counseling

I progetti di counseling possono essere rinnovati, nel caso della fine del contratto è

una buon norma preparare alla conclusione le persone coinvolte oppure l’azienda. La

gestione della conclusione influenza fortemente l’immagine del couseling per coloro

che lo iniziano. Da un punto di vista etico, il servizio ai clienti individuali deve

terminare in maniera soddisfacente e valutabile.

La conclusione è una buona cosa anche per ricevere un feedback, chiedendo se

l’organizzazione ha apprezzato il counseling e se possono prevedere avanzamenti di

programma. Al tempo stesso il counselor potrà comunicare all’azienda cosa abbia

imparato lavorando sul campo.

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Studio di sostenibilità e bilancio dei costi

"Data l’andatura furiosa del cambiamento del mondo economico, oggi la

difficoltà nel gestire le relazioni sabota il business più di qualsiasi altra cosa; non è

una questione di strategia finire nei guai, ma di emozioni";

così dice John Cotter, dell' Harvard Business School.

Per sostenibilità s’intende la capacità dell’iniziativa di produrre e riprodurre benefici

nel tempo. La sostenibilità di un progetto di counseling e di un qualsiasi altro

progetto innovativo assume varie dimensioni: finanziaria, economica, istituzionale,

socioculturale, ambientale, tecnologica.

Nel valutare la sostenibilità di un’iniziativa è utile considerare in quale misura i

benefici dell’iniziativa continuano anche dopo la conclusione del percorso formativo

e quali sono i principali fattori che hanno influenzato il raggiungimento o il non

raggiungimento della sostenibilità dell'iniziativa.

Il monitoraggio fornisce le informazioni necessarie per il controllo periodico e

sistematico dell’iniziativa, così da garantire tempestivamente, se necessario,

opportuni interventi correttivi; costituisce la fonte di informazione principale per la

valutazione in itinere, finale e per quella ex e post; gestisce l’adozione di opportune

misure correttive in grado di fornire indicazioni per una eventuale rimodulazione dei

contenuti e delle azioni previste nel progetto.

L’azione di monitoraggio inizia contestualmente con l’avvio della fase di

realizzazione, e termina con la conclusione della stessa. Dunque, essa si attua con

l’inizio delle attività, si sviluppa per tutta la durata del progetto, e si conclude con la

fine delle attività stesse. Cosa ci si impone di monitorare?:

fonti conoscitive esistenti e database informativi a cui attingere per la

costruzione degli indicatori;

modalità di raccolta, elaborazione e presentazione dei dati;

programmazione spazio-temporale delle attività di monitoraggio.

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Applicazione del metodo

Raccogliere dati sul metodo di comunicazione utilizzato nel Counseling

Organizzativo.

La scelta della “vista” deve essere correlata agli obiettivi e alle strategie aziendali.

Per processo si intende descrizione, organizzazione, gestione, misurazione di una

organizzazione in funzione dei suoi processi fondamentali.

Ogni organizzazione si confronta con un contesto. Esso fornisce il filtro con cui

individuare i processi organizzativi fondamentali.

L’organizzazione può pertanto essere descritta per processi in funzione delle :

risorse che impiega ;

competenze necessarie ;

attese degli azionisti o di altri stakeholders ;

soddisfazione del cliente ;

funzioni esercitate.

Miglioramento in divenire

Indagini conoscitive per mezzo di questionari.

Percorsi benessere e di sani stili di vita dei dipendenti dei pazienti

Analisi dei dati raccolti

Raccolta indici di gradimento

Analisi della qualità percepita

Divulgazione dei risultati del lavoro

Analisi punti di forza e criticità

Il Counselor si riconosce come facilitatore soggetto che opera nell’organizzazione,

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sulla base di precisi mandati, supportando lo sviluppo di processi di miglioramento

della qualità e di cambiamento organizzativo.

Il mandato al facilitatore viene in genere conferito, su specifici incarichi o progetti, da

chi ha autorità sull’area oggetto di interesse.

Il Counselor sa utilizzare metodi che mette a disposizione di singoli soggetti o gruppi

di lavoro, in particolare :

modalità di conduzione di gruppi ;

tecniche di comunicazione e comportamento organizzativo ;

metodi per la valutazione della conformità a particolari modelli (tecniche di

audit) ;

metodi e strumenti di analisi dei processi e loro miglioramento ;

tecniche di problem solving ;

tecniche statistiche.

A seconda dei progetti in cui è coinvolto, il Counselor dovrà inoltre acquisire una

conoscenza di base sul modello di riferimento.

(Accreditamento, ISO 9000, Qualità Totale, Revisione fra pari etc...)...

La mia esperienza all'interno del progetto di tirocinio svolto presso la Casa della

Aalute Portomaggiore e Ostellato della provincia di Ferrara si e' svolto coinvolgendo

180 persone su 295 candidati ad un questionario per indagare gli stili di vita e

valutare alcuni parametri ematochimici della popolazione coinvolta applicando la

Carta del rischio cardio vascolare ( Progetto regione Emilia Romagna del 2011)

Non avendo avuto preparazione specifica sull'argomento e sul metodo ho attivato le

mie competenze di counseling.

E' un progetto in divenire ad oggi, ad un anno dal precedente, stiamo reclutando le

persone al medesimo questionario dopo aver dato loro la possibilità di partecipare a

pacchetti benesssere quali: vie preferenziali per un consulto dietologico dalla dietista

della struttura, gruppi di incontro per sospendere l'uso di tabacco e l'uso di alcool,

abbiamo attivato gruppi di lavoro specifici sulla presa in carico dei pazienti affetti da

malattie croniche quali: scompenso cardiaco, diabete, disturbi psichiatri gravi.

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La collaborazione ed il lavoro in rete ci da la possibilità di monitorare l'utilizzo dei

farmaci, la fruibilità dei servizi, il grado di soddisfazione dei pazienti e dei cittadini.

Proposta di progetti d’incontro e collaborazione con le associazioni di volontariato

presenti sul territorio. Abbiamo promosso le attività sul terrritorio attraverso una

finestra nella annuale festa del Comune dove e' collocata la Casa della Salute.

Propositi di miglioramento degli stili di vita del singolo per poi incidere

positivamente nella famiglia, nel contesto lavorativo, nella società in generale per

creare una spirale virtuosa di attuazione e promozione al benessere per avere per

contro un risparmio economico sulle spese farmacologiche e di cura, e la possibilità

di coltivare sistemi di comunicazione collaborativi, empatici ed espansivi dei processi

stessi.

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Capitolo 8 – Esperienze di applicazione del

counseling nella Casa della Salute

Riporto due esempi di applicazione del Counseling all'interno della casa della salute:

Counseling e counselor: il Counselor come attore principale nella somministrazione

di un questionario per una indagine conoscitiva degli stili di vita nella popolazione

targhet (Progetto Regionale Applicazione Carta Rischio Cardio vascolare).

Punto d'ascolto e dialogo con la persona: il Counselor all'interno dell'organizzazione

complessa e multiprofessionale della rete di servizi presenti all'interno della Casa

della Salute.

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Counseling e counselor: Progetto della Casa della Salute di

Portomaggiore e Ostellato

Responsabile del progetto:

Dott.ssa Micaela Pandini

Componenti del gruppo di lavoro:

Infermiera-Counselor Motivazionale Franca Mazzanti (registro Assocounseling n°

A1374/2014)

Tirocinante Dott.ssa Anna Maria Bulgarelli.

AZIENDA USL DI FERRARA - DIPARTIMENTO CURE PRIMARIE

CASA DELLA SALUTE DI PORTOMAGGIORE-OSTELLATO

PROGETTO

Implementazione di una nuova professionalità: il Counselor Motivazionale. ( Legge 4/2013)

Le direttive del Ministero della Salute attraverso Progetti Regionali, portano a cambiamenti importanti

all’interno di tutti i servizi erogati dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN).

Risparmio economico, strumenti e risorse umane.

Efficienza ed efficacia delle prestazioni.

Soddisfazione dei pazienti e dei cittadini.

Diminuzione posti letto ( Leg GIUGNO 2013 PIANO REGIONALE 2013/ 2016…….)

Conversione di alcuni ex ospedali locali in Case della Salute (Leg 2010….)

Costruzione di percorsi di salute dedicati alla popolazione per patologia, età, genere.

Punto di Accoglienza (PDA).

1. IDEAZIONE

Le recenti leggi innovative e che tagliano fondi al SSN. Il progetto si impone un

graduale miglioramento e implementazione della comunicazione fra professionisti. I

cambiamenti vanno condivisi e spiegati alla popolazione Ne segue un disagio per la

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modificazione di status quo consolidati. Implementazione di formazione e di

informazione interna ed esterna.

2. LA PIANIFICAZIONE

PRESA D’ATTO DELLA LEGGE

FORMAZIONE DEGLI “ATTORI” COINVOLTI (PROFESSIONISTI)

ASSEGNAZIONE DEI LOCALI E DEGLI ARREDI, PUNTI INFORMATICI DI ACCESSO

AI PROFESSIONISTI.

MONITORIZZAZIONE DEL GRADO DI MOTIVAZIONE DEL PERSONALE

COINVOLTO.

VERIFICA DEGLI ESITI A STEP PERIODICI

DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROGETTO.

Informazione ed attivazione del personale.

Informazione della popolazione e gruppi (associazioni, uffici di front

office degli enti comunali, associazioni di volontariato) gruppi di

lavoro, supporti cartacei, articoli sulla stampa locale.

Stesura di protocolli e procedure.

Adeguamento della segnaletica interna.

Collaborazione fra operatori dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP).

Problema:

Diminuzioni posti letto

Implementazione progetti di assistenza territoriale.

Implementare il lavoro in rete.

Attivare collaborazioni multi-professionali (gruppi di lavoro, stesura

condivisa di protocolli e procedure di lavoro).

Motivare la popolazione a farsi carico della propria salute e del proprio

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benessere adottando stili di vita sani.

DEFINIRE GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO

L’obiettivo generale :

Una piena spendibilità della professione DI COUNSELOR MOTIVAZIONALE sul territorio, con

progetti volti a:

1)Diminuzione dell’ospedalizzazione

2)Diminuzione ricorsi al Pronto Soccorso

3)Implementazione e gestione degli interventi di primo livello.

4)La continuità, l’integrazione e la personalizzazione delle cure.

5)Condivisione e adesione di tutti i professionisti alle nuove istruzioni operative

Strategie/interventi:

Il disegno degli interventi

Come precedentemente citato in premessa, il progetto che promuove la lettura integrata

della carta del rischio cardiovascolare si rivolge ai soggetti maschi di 45 anni e femmine di

55 anni. Il rischio cardiovascolare nella donna pareggia infatti quello dell’uomo solo dopo il

climaterio quando la curva degli eventi cardiovascolari cambia la sua pendenza.

Nello specifico gli interventi prevedono:

L’arruolamento con chiamata attiva dei soggetti maschi di 45 anni e femmine di 55

anni che compiono gli anni previsti nel 2012.

La somministrazione dell’intervista strutturata a tutti i soggetti arruolati, per

raccogliere informazioni su eventuali precedenti eventi cardiovascolari, su

comportamenti e stili di vita e per determinare alcuni parametri.

La valutazione congiunta con il medico di medicina generale

L’applicazione della carta del rischio cardiovascolare (ISS) limitatamente ai soggetti

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che: NON hanno avuto precedenti eventi cardiovascolari maggiori o minori (infarto

miocardio e cardiopatia ischemica non infartuate) ed eventi cerebrovascolari

maggiori o minor (ictus ischemico e TIA) NON presentano valori estremi dei fattori

di rischio pressione arteriosa sistolica maggiore di 200 mmHg o inferiore a 90

mmHg, colesterolemia totale superiore a 320 mg/dl o inferiore a 130 mg/dl.

La popolazione:

La popolazione estratta secondo i criteri regionali mostra la seguente distribuzione:

Portomaggiore e Ostellato 258 assistiti individuati nel progetto (di cui 122 maschi e 136

femmine).

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CHIAMATA ATTIVA dei soggetti coinvolti

Il soggetto è

rintracciabile?

Invio lettera di invito con

appuntamento prefissato

Il soggetto aderisce al

progetto?

FINE Concordare

appuntamento

1°ACCESSO AMBULATORIALE

2° ACCESSO AMBULATORIALE

Consegna materiale

informativo

Somministrazione

consigli su sani stili di

vita

Consigli su sani stili di vita attraverso

tecniche motivazionali

Invio se necessario ad altri servizi (centro

antifumo, consulenza nutrizionale, etc)

Monitoraggio a 3 o 6 mesi (contatto telefonico,

incontri di gruppo, etc)

RIVALUTAZIONE AD UN ANNO CON L’UTILIZZO DEGLI STESSI STRUMENTI PER TUTTO IL TARGET

SI NO

SI NO

Infermiere NCP

Infermiere NCP

Infermiere

NCP/MMG

Infermiere

NCP

Il soggetto dispone degli esami ematochimici

richiesti?

Intervista

Misurazione parametri

antropometrici

Visione esami biochimici

SI NO

Intervista

Misurazione parametri antropometrici

Compilazione richiesta esami da parte del

MMG/MMG presente in ambulatorio NCP

Esecuzione esami ematochimici

previo appuntamento c/o CUP

Infermiere

NCP

VALUTAZIONE CONGIUNTA

MMG/INFERMIERE

Identificazione del rischio

(basso, medio,alto)

Profilo di salute

Infermiere

NCP

Infermiere

NCP/MMG

RISCHIO ALTO RISCHIO MEDIO RISCHIO BASSO

Consegna materiale informativo

Somministrazione consigli su sani stili

di vita attraverso tecniche comunicative

e motivazionali

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Risultati attesi: Counselor dedicato 100% al recluatamento alla somministrazione e alla

valutazione congiunta con i MMG dell’elaborato.

Da Aprile a luglio somministrazione del 70% dei questionari

VALUTARE LA FATTIBILITA’

VALUTAZIONE CONGIUNTA MMG/COUNSELOR

L’insieme dei dati raccolti nel corso del primo accesso ambulatoriale ed organizzati in modo

informatizzato consente:

L’identificazione del profilo di salute per tutti gli assistiti

L’identificazione del grado di rischio tramite l’applicazione della carta del rischio,

per gli assistiti che ne hanno i requisiti

Al soggetto viene attribuito un rischio di sviluppo di malattie cardiovascolari:

Rischio basso: <5%

Rischio moderato: 5-10%

Rischio elevato: >10%

La valutazione congiunta infermiere/MMG avviene di norma in seguito al primo accesso

dell’assistito.

SECONDO ACCESSO AMBULATORIALE DELL’ASSISTITO

Il secondo accesso ambulatoriale dell’assistito ha lo scopo di orientare il soggetto a

modificare i propri stili di vita non salutari, personalizzando le azioni in relazione alle

condizioni emerse nel corso della valutazione congiunta infermiere/MMG. Il secondo

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accesso ambulatoriale è personalizzato in relazione al rischio di sviluppare patologie

cardiovascolari presentato dal soggetto.

Soggetti a basso rischio: prevede la consegna di materiale informativo e la

somministrazione di consigli su sani stili di vita.

Soggetti a rischio moderato: prevede la consegna di materiale informativo e la

somministrazione di consigli su sani stili di vita utilizzando tecniche comunicative e

motivazionali.

Soggetti a rischio elevato: prevede la consegna di materiale informativo, la

somministrazione di consigli su sani stili di vita utilizzando tecniche comunicative e

motivazionali e, se necessario, la possibilità di raccordarsi con la rete delle strutture del

territorio per l’invio a iniziative specifiche: centri antifumo, consulenza nutrizionale, centri

di medicina dello sport, etc. Se necessario questi soggetti possono essere richiamati, dopo il

2° accesso, in una finestra temporale da 3 a 6 mesi tramite contatto telefonico, accesso

ambulatoriale, incontri individuali/di gruppo.

Il monitoraggio è finalizzato all’attività di rinforzo e valutazione della compliance rispetto

ai consigli, alle indicazioni su stili di vita e alle iniziative di programmazione di salute

proposte.

FASE DELLA RIVALUTAZIONE

Si esegue una rivalutazione ad un anno con l’utilizzo degli stessi strumenti per tutto

il target.

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CALENDARIO

Fasi e tempi di sviluppo

2012 2013

Validazione protocollo

operativo gruppo di lavoro

11-

lug

Validazione protocollo

operativo Direzioni

Sanitarie AUSL

entro

10-

ago

Definizione del Piano

operativo aziendale

entro

10-

sett

Formazione integrata:

AUSL Bologna

27-

sett

10-

ott

Profilazione degli

operatori

entro

31-

lug

Estrazione popolazione

assistita

31-

ago

Reinvio alle AUSL degli

elenchi

(pz con cod. fisc.

associato a MMG)

entro

7-

sett

Avvio del Piano operativo

aziendale con la chiamata

attiva

entro

31-

ott

1° monitoraggio regionale

sull'implementazione del

progetto

29-

nov

2° monitoraggio regionale

sull'implementazione del

Modifica degli operatori 27- 10-

entro

sem

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57

dedicati al progetto

formazione sul campo di

infermiere/counselor

dedicato

sett ott

2013

3° monitoraggio regionale

sull'implementazione del

progetto

entro

sem

2013

Completamento chiamata

attiva

30-

giu-

2013

2012 2013

Report dati INTERVISTE

01/0

6/13

Report dati VALUTAZIONI

CONGIUNTE

Sett

2013

Incontri con i vari

professionisti per

progettazione percorsi

dedicati.

Lug

2013

Individuazione gruppi di

lavoro

MULTIPROFESSIONALI

(alcol,fumo,dietista)

Lug

2013

Servizio Dipendenze

Patologiche (SERT).

Apertura agenda

Opertore dedicato a

colloqui singoli sulla

popolazione che assume

alcol

Ago

2013

SERT colloqui singoli sulla

popolazione TABAGISTA

sett

2013

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58

Dip. Sanità Pubblica.

Unità Operativa Igiene

alimenti e nutrizione.

Nov

2013

Invio dei reclutati ai

percorsi

Follow up 3/6 mesi

dall’inizio del percorso.

31 dic

2013

Inizio della 2° fase aprile

2014

Previsioni: immediatezza

dell’adesione

Collaborazione dei MMG

aumentato

Condivisione del progetto

Partecipazione attiva delle

equipe mulitprofessionali

RESPONSABILITA’

Responsabile progetto :

INIZIALMENTE, INFERMIERE REFERENTE E FIGURE MULTIPLE DI RECLUTATORI

(PER CHIAMATA ATTIVA) ED INTERVISTATORI FINO A MARZO 2013.

CRITICITA’: ERANO SATATE SVOLTE CIRCA IL 10% DELLE INTERVISTE TOTALI, ED

IL 30% DELLE CHIAMATE ATTIVE. (MANCANZA DI MOTIVAZIONE)

L’IMPIEGO DI RISORSE

L’uso delle risorse nella loro tipologia (umane, attrezzature e servizi, beni di consumo,

disponibilità finanziarie), nella loro entità e nel loro tempo di utilizzo è fondamentale per

una corretta pianificazione del progetto.

Precondizioni per procedere all’analisi delle risorse sono: la comprensione dell’ambito del

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progetto e delle politiche dell’organizzazione (es. la politica degli straordinari), la

conoscenza della tipologia e della disponibilità delle risorse e della struttura, l’esperienza

dei responsabili, la disponibilità di una memoria storica, il giudizio di esperti.

Le risorse umane e le attrezzature sono risorse utilizzabili più volte nel progetto e possono

in alcuni casi essere critiche in quanto la loro disponibilità, in termini di tempo e di

quantità, è limitata.

DURANTE L’ATTIVITA’ DI UN OPERATORE UNICO DEDICATO (INFERMIERE-COUNSELOR

MOTIVAZIONALE) DA APRILE AD OTTOBRE 2013 HA PRODOTTO: TERMINATE IL 70% DELLE

CHIAMATE ATTIVE RIMANENTI.

SVOLTE 180 INTERVISTE E VALUTAZIONI CONGIUNTE CON I MMG SU 258 TOTALI.

APERTE AGENDE AD AGOSTO 2013 PER COLLOQUI CON PSICHIATRA DEL SERT SE I

CLIENTE VENIVANO MOTIVATI A CHIEDERE AIUTO PER SOSPENDERE L’USO DI ALCOL.

APERTE AGENDE A SETTEMBRE 2013 PER COLLOQUI MOTIVAZIONALI A SOSPENDERE IL

FUMO

DA NOVEMBRE 2013 SI PREVEDE APERTURA AGENDE PER PERCORSI DIETOLOGICI.

SI PREVEDE ENTRO PRIMAVERA 2014 PERCORSI INFORMATIVI E FORMATIVI DI ATTIVITA’

FISICA CON ASSOCIAZIONI SPORTIVE.

SISTEMA DEI COSTI

OPERATORE DEDICATO DALL’INIZIO ALLA FINE DEL PROGETTO EDOTTO E FORMATO

ADEGUATAMENTE. A COROLLARIO SONO STATI INSIGNITI ALTRI INFERMIERI DEDICATI AL

RECLUTAMENTO E ALL’INTERVISTA.

A MARZO SONO STATE SVOLTE CIRCA 5% DELLE VALUTAZIONI CONGIUNTE TOTALI.

GLI INTERVISTATI RIPONGONO FIDUCIA NELL’OPERATORE CHE LI CONVOCA AD

INTERVISTA (PIU’ E’ MOTIVATO L’OPERATORE A SVOLGERE IL PROGETTO MAGGIORE E ‘ La

MOTIVAZIONE DELLE PERSONE INTERVISTATE MAGGIORE SI STIMA SARA’ L’ADESIONE AI

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PERCORSI DI SALUTE OFFERTI IN SEGUITO.

FLESSIBILITA’ D’ORARIO CHE SI POSSA ADEGUARE ALLE ESIGENZE DELLE PERSONE SANE-

LAVORATRICI RECLUTATE.

AMBULATORIO, PC, STAMPANTE, TELEFONO, RUBRICA TELEFONICA E ACCESSO

ALL’ANAGRAFICA PROVINCIALE.

COLLABORAZIONE CON MEDIATORI CULTURALI PER POTER INFORMARE, RECLUTARE E

QUINDI INTERVISTARE LE PERSONE STRANIERE.

POSSIBILITA’ DI RECLUTARE ATTRAVERSO LETTERA QUANDO NON E’ POSSIBILE

RINTRACCIARE LA PERSONA AL TELEFONO ( LETTERA IN LINGUA)

ACCESSO ALL’AGENDA DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE I CUI PAZIENTI SONO STATI

RECLUTATI.

COINVOLGIMENTO DEI MMG NELLA MOTIVAZIONE A SOSTENERE I PROPRI ASSISTITI NEL

PERCORSO DI PREVENZIONE PROPOSTO LORO.

SI E’ VALUTATO CHE MAGGIORMENTE COMPLIANTE E’ IL MMG, MAGGIORE E’ LA

PARCENTUALE DELLE ADESIONI ALL’INTERVISTA.

SISTEMA DI CONTROLLO

Nessun progetto viene completato esattamente nel modo in cui era stato pianificato.

Se i cambiamenti sono inevitabili è necessario prevedere un sistema che assicuri che

ciò che viene cambiato non stravolga il progetto.

SI E’ ATTIVATA UNA PRIMA INFORMATIVA.

IN SEGUITO PER ABBANDONO DEL PROGETTO DA PARTE DEI PRIMI REFERENTI SI E’

INCARICATO UN PROFESSIONISTA INFERMIERE E COUNSELOR MOTIVAZIONALE.

FORMAZIONE SUL CAMPO.

HA INTERAGITO E MANTENUTA ALTA L’ATTENZIONE PER IL PROGETTO CONE FRA LE VARIE

FIGURE PROFESSIONALI COINVOLTE (RESPONSABILI DI PROGETTO, COORDINATORI, MMG,

ADDETTI AL SISTEMA INFORMATICO).

COLLABORATO CON LE FIGURE CHE SOMMINISTRAVANO LE INTERVISTE IN ALTRI ENTI

COINVOLTI NELLA RICERCA.

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CONSEGNATO REPORT NEGLI STEP DEFINITI DAL PROGETTO ALLE FIGURE RICHIEDENTI

DOCUMENTO FINALE

Tale documento servirà non solo come guida per l’esecuzione e il controllo del

progetto, ma anche come documentazione delle condizioni considerate, delle

alternative evidenziate, delle scelte effettuate e come strumento di aggregazione per

le persone coinvolte. Ad oggi risulta in working in progress.

ESECUZIONE E CONTROLLO

Nella fase di esecuzione del progetto viene messo in atto quanto pianificato

precedentemente. In questa fase sono importanti le capacità gestionali del

responsabile del progetto, la crescita e l’impegno del gruppo di lavoro e l’esistenza di

procedure organizzative.

Il sistema di controllo accompagna tutte le fasi di esecuzione e serve per avere

indicazioni tempestive sui cambiamenti che è necessario apportare. Esso deve essere,

quindi, accettabile per gli individui e per l’intera organizzazione, evitando

atteggiamenti ispettivi di sfiducia e l’insorgere di conflitti con i responsabili della

attività.

Le fasi del controllo sono:

misurazione dei risultati sulla base degli indicatori quanti e qualitativi di

riferimento, con tempi, modalità e responsabilità definite;

raffronto tra il previsto e il realizzato;

valutazione dell’eventualità di intraprendere azioni correttive.

Per superare ostacoli e imprevisti sono possibili diverse strategie: rinegoziare gli

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obiettivi o i risultati delle singole attività, recuperare nelle fasi successive,

impiegare più risorse, cercare fonti alternative per risorse non più disponibili,

modificare la tipologia delle risorse mancanti, incentivare il personale coinvolto.

INDICATORI DI RISULTATO

N° DI ADESIONE AL PROGETTO

N° DI INVII AI PERCORSI

MIGLIORAMENTO DEI VALORI PRESSORI ED EMATOCHIMICI DIMINUZIONE 1% DEL LIVELLO DI RISCHIO

CARDIO VASCOLARE

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Dicembre 2013 Tirocinante Mazzanti Franca

Inaugurazione Casa della Salute Portomaggiore Ostellato(2010)

Lavoro di gruppo motivazionale multiprofessionale (2013)

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Punto d'ascolto e dialogo con la persona: Progetto

Infermiere Case Manager, Counselor e Counseling

Infermieristico

Breve premessa:

Dalla delibera di Giunta della Regione Emilia Romagna n. 284 “Indicazioni

attuative del Piano Sociale e Sanitario per gli anni 2013-2014”, quale integrazione al

Piano Sociale e Sanitario stesso;”(...) “alle misure regionali in materia di revisione

tariffaria delle prestazioni di degenza ospedaliera, di definizione delle azioni per

assicurare la sostenibilità delle cure primarie ed il contenimento del costo del

personale dipendente e per l’acquisizione di beni e servizi;”

“il riordino delle cure primarie e la revisione dei modelli organizzativi,nonché

attraverso il proseguimento delle azioni di

sostenibilità e di razionalizzazione poste in essere a

livello aziendale;

Dopo aver conseguito il Diploma di Counselor Motivazionale presso la Scuola

Italiana di Counseling Motivazionale di Ferrara, a seguito di un periodo di attivita'

svolta presso la Casa della Salute di Portomaggiore e Ostellato come tirocinante atto

a conseguire l'iscrizione al registro dei Counselor di Assocounseling (A1374/2014).

Con la presente sono a propormi all'Azienda Sanitaria di Ferrara con questo

progetto.

Legge 14/gennaio/2013, n. 4

” Disposizione in materia diprofessioni non organizzate”

1. TITOLO DEL PROGETTO:

AMBULATORIO PUNTO D'ASCOLTO E DIALOGO CON LA PERSONA.

2.1 RESPONSABILE DI PROCESSO DEL PROGETTO: Dott.ssa. C.Martellossi, Dott.ssa M.Pandini

2.2 CORRESPONSABILE DI PROCESSO DEL PROGETTO:

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CPS M.Pandini, infermiera/counselor iscritta ad Assocounseling n° reg A1374/2014

F.Mazzanti

3. SERVIZI COINVOLTI:

CASA DELLA SALUTE PORTOMAGGIORE OSTELLATO - PDA (Punto di

Accoglienza)

4. FASE E SEDE DI SPERIMENTAZIONE:

DURATA: 2° TRIMESTRE 2014.

SEDE: Dipartimento Cure Primarie Sud-Est./Casa della Salute Portomaggiore e

Ostellato

SERVIZI COINVOLTI: TUTTI I SERVIZI COINVOLTI NELLE PRESTAZIONI EROGATE DALLA “CASA

DELLA SALUTE”.

5. COSTO COMPLESSIVO DEL PROGETTO:

ISORISORSE

6. OBIETTIVO/I PRINCIPALE/I DEL PROGETTO:

Recepimento delle direttive Regionali dell'Emilia Romagna atte a riorganizzare i

servizi, accorpare, decentrare servizi ed equipes professionali per ottenere un

risparmio sulla spesa pubblica.

Attività di ascolto empatico a persone in difficoltà, miglioramento del loro stile

di vita.

Accoglienza del disagio lavorativo legato ai cambiamenti organizzativi.

Implementazione del lavoro in equipes multi-professionali.

Implementazione di figure non sanitarie all'interno dei percorsi di prevenzione

(Counselor).

Migliorare l'efficienza organizzativa.

Implementazione del dialogo e della comunicazione tra professionisti.

Valorizzazione del ruolo e delle competenze del Case

Manager/Infermiere/Counselor Motivazionale.

Favorire l'autonomia delle prestazioni e dei progetti volti al benessere del

cliente e degli operatori.

Benessere organizzativo.

7 MOTIVAZIONI ORGANIZZATIVE DEL PROGETTO:

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Offrire buoni standard di qualità all'utenza

Prevenzione del malessere organizzativo.

Offrire punti di accoglienza e di ascolto diversi dal percorso Clinico.

Ottimizzare le risorse umane ed economiche

7.1 MOTIVAZIONI DEL PROGETTO: Creare luoghi e punti di ascolto alla persona.

Raccogliere dati per rilevare i bisogni della popolazione interna ed esterna ai servizi.

Utilizzo dei dati per un buon governo delle risorse umane dell'azienda territoriale.

8. IPOTESI DI FATTIBILITA’- FASI:

1. Incontro Dirigenza Medica Dirigenza e Infermieristica dei servizi coinvolti per

pianificare le modalità operative e condividere il target utenti di riferimento

3. Costruzione strumenti di lavoro (agende, procedure ed istruzioni operative

(01/04/2014)

4. Attivazione fase sperimentale del progetto (settembre-dicembre 2014).

5. Valutazione parziale (gennaio 2015).

8. LOGISITICA:

Struttura ambulatoriale.

n° di telefono

indirizzo i mail.

mailinglist per procedere ad inviti mirati per corsi e/o gruppi di persone con

bisogni sovrapponibili.

Giornate e orari di apertura

9. METODOLOGIA – Tecniche – Strumenti :

Attivazione di un percorso informativo teorico di tutti gli operatori sanitari

coinvolti nel progetto.

Attivazione procedure condivise

Obiettivi formativi:

Acquisizione delle conoscenze necessarie rispetto al progetto stesso.

Condivisione delle criticità e delle peculiarità dell’attuale modello organizzativo

(condivisione delle prescrizioni clinico-terapeutiche).

Apertura di studi di ASCOLTO ATTIVO all'interno dei locali Casa della Salute.

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10. TARGET DI UTENZA:

Utenza che necessita di ascolto dedicato, empatico a causa di un bisogno specifico e

circoscritto.

11. MODALITA' OPERATIVE:

Apertura di un punto d'ascolto

Creare uno spazio d'ascolto neutro ed accogliente.

Implementare la buona relazione e le buone prassi di collaborazione fra

i vari professionisti.

12. RISULTATI ATTESI :

Prevenzione secondaria.

Miglioramento della qualità di vita ( es. ascolto dei Care Giver)

Riduzione dei costi.

Riduzione liste d'attesa.

13. TRASFERIBILITA’ DEI RISULTATI:

Dalla sperimentazione circoscritta dell'M.O., alla diffusione all'U.O. e al

Dipartimento Cure Primarie.

14. CRITERI ED INDICATORI PER LA VERIFICA DEI RISULTATI FINALI

:

n° Persone coinvolte.

n° Invii.

n° Qualità degli indici di gradimento (questionari qualità percepita).

15. CRONOGRAMMA DEL PROGRAMMA: Settembre - Dicembre

1. Dirigenza Medica e Incontro Dirigenza Infermieristica.

2. Costruzione strumenti di lavoro (protocollo di invio condiviso)

3. Identificazione logistica planimetrica e oraria

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4. Formazione personale coinvolto.

APRILE: INCONTRI PROPEDEUTICI DI FATTIBILITA'

MAGGIO: STESURA PROGETTI RISPETTANDO GLI STANDARD DI

QUALITA'

MAGGIO: VERIFICA/CONDIVISIONE DEI PROTOCOLLI

GIUGNO: DIVULGAZIONE DEL PROGETTO

SETTEMBRE:

Attivazione fase sperimentale del progetto:

“Punto d'ascolto e sostegno alla persona”.

Verifica periodica del progetto

Reports:

n° Persone coinvolte

n° Raccolta dei questionari di soddisfazioni.

Grado di soddisfazione dell'utenza

DICEMBRE: Fine della fase sperimentale (31/12/2014).

LUOGO E DATA:

Portomaggiore 02/05/2014 Mazzanti Franca

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Conclusioni

L' interesse all'argomento esposto nella mia tesi nasce da un percorso di crescita

personale e professionale avvenuto per intento, per forze altre, per atti di governo

assoggettanti, per azioni subite.

Sia la crescita come la battuta d'arresto professionale non prescindono dallo stato

psicofisico, emotivo e di salute del soggetto stesso.

In questa tesi ho voluto evidenziare un panorama istituzionale di governo che incide

profondamente si sull'economia, ma ragionevolmente molto di più sulle persone.

L'economia è fatta, sostenuta e depauperata dalle persone.

Quanto è l'interazione fra politiche di governo e persone e' possibile misurala con

raccolta dati e metodi statistici, ma quanto è il sentire il benessere è strettamente

personale.

Ho voluto esporre l'importanza di riconoscere le singole professionalità che lavorano

all'interno dell'assistenza alle persone malate e nei contesti dove è fortemente

sensibilizzata la ricerca del benessere attraverso la prevenzione, e di promuovere

l'inserimento di figure professionali che implementano il miglioramento del lavorare

insieme per un bene comune.

Grazie a … Chi ascolta, guarda e sente … Micaela e Annamaria

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Note per approfondire

Per approfondire lo stile e le strategie del C.M.I. con l’uso di domande sonda, frasi

direzionali, riflessività e attivazioni psicocorporee, vedi:

Bimbo A., (2013), Dispensa C.M. Integrato, S.I.C.M., Ferrara.

Garofani L., (a cura di), 2008, Neuroni specchio e la relazione empatica tra scienza,

filosofia, arte e cura, Atti del Convegno Nazionale.

Somministrazione Questionari per Applicazione Carta del Rischio Cardiovascolare

(Progetto Regione Emilia Romagna 2011).

Gallese, insieme a Giacomo Rizzolatti e Leonardo Fogassi, ha ricevuto nel 2007 il

Grawemeyer Award per la psicologia.

ICF ( International Classification of Functioning, Disability and Health-

Classificazione Internazionale del Funozionamento, della disabilità e della Salute –

OMS).

PRIVACY. Pubblicata la nuova autorizzazione generale 27/03/2012

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Bibliografia

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Deiana A., Paneforte S., Il futuro delle associazioni professionali, Milano,

Gruppo24ore, 2010

Dossier n. 235/2013 - La ricerca sociale e sociosanitaria: gli attori pubblici coinvolti.

Indagine online in Emilia-Romagna

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pubblicata sulla G.U. n° 22 del 26 gennaio 2013

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www.assocounseling.it pagina WEB ufficiale associazione di categoria.