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Teoria del commercio internazionaleM.Scoppola

Introduzione Le ragioni a favore del libero scambio Le ragioni contrarie al libero scambio fondate su

considerazioni di benessere nazionale Politica commerciale e distribuzione del reddito Politica commerciale e negoziati internazionali Sommario

Economia politica della politica commerciale

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Introduzione

Il libero scambio massimizza il benessere nazionale, ma comporta effetti di redistribuzione del reddito.• La maggior parte dei governi mantiene forme di

restrizione del commercio internazionale.

• In questa parte, vengono considerate alcune delle ragioni per cui i governi non dovrebbero fondare (e comunque non fondano) le proprie decisioni sui calcoli costi-benefici effettuati dagli economisti.

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Introduzione

Quali ragioni avrebbero i governi per non interferire nel commercio internazionale?• Ci sono tre argomentazioni a favore del libero

scambio:– libero scambio ed efficienza

– economie di scala nella produzione

– argomentazioni di natura politica

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Libero scambio e efficienza• L’argomentazione a favore del libero scambio fondata

sulla nozione di efficienza discende dal risultato secondo cui, nel caso di un paese piccolo, il libero scambio è semplicemente la politica commerciale ottimale.

– Un dazio causa una perdita secca per l’economia.

– Lo spostamento da un equilibrio con dazio al libero scambio elimina la perdita di efficienza e accresce il benessere nazionale.

Le ragioni a favore del libero scambio

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Prezzo mondiale più dazioPrezzo mondiale

Prezzo, P

Quantità, Q

S

D

Distorsionenel consumo

Distorsione nella produzione

Figura 9-1: la ragione a favore del libero scambio fondata sulla nozione di efficienza

Le ragioni a favore del libero scambio

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Le ragioni a favore del libero scambio

Tabella 9-1: costo stimato del protezionismo, in percentuale del reddito nazionale

Brasile (1966) 9,5

Turchia (1978) 5,4

Filippine (1978) 5,4

Stati Uniti (1983) 0,26

Unione Europea (1990) 2(cp); 7(ci)

Nota: cp = concorrenza perfetta; ci = concorrenza imperfetta Fonte: per il Brasile: Bela Balassa, The Structure of Protection in Developing Countries, Baltimora, The Johns Hopkins Press, 1971; per la Turchia e le Filippine: World Bank, The World Development Report 1987, Washington,World Bank 1987; per gli Stati Uniti: David G. Tarr e Morris E. Morkre, Aggregate Costs to the United States of Tariffs and Quotas on Imports, Washington D.C., Federal Trade Commission, 1984; per l’Unione Europea: Patrick A. Messerlin, Mesauring the cost of protection in Europe, Washington, Institute for International Economics, 2001.

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Benefici aggiuntivi del libero scambio• In paesi piccoli, la protezione dei mercati non consente

alle imprese di sfruttare le economie di scala.– Esempio: nell’industria automobilistica, una scala di

assemblaggio efficiente dovrebbe produrre almeno 80.000 automobili all’anno.

– In Argentina, 13 imprese producono un totale di 166.000 automobili all’anno.

• La presenza di economie di scala induce scambi internazionali che consentono una maggiore disponibilità di varietà a prezzi inferiori.

• Il libero scambio, come contrapposto ad un commercio internazionale “regolato”, offre maggiori incentivi all’innovazione e all’apprendimento.

Le ragioni a favore del libero scambio

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Le motivazioni politiche a favore del libero scambio• Un impegno politico a favore del libero scambio nella

pratica può essere una buona idea.

• Nella realtà, le politiche commerciali sono dominate da interessi particolaristici piuttosto che da un’analisi dei costi e dei benefici conseguenti per la nazione.

Le ragioni a favore del libero scambio

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Politiche commerciali attive talvolta possono accrescere il benessere di una nazione nel suo insieme.

Esistono due giustificazioni teoriche per l’abbandono di una politica di libero scambio:• l’effetto sulla ragione di scambio di un dazio

• i fallimenti del mercato interno

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere nazionale

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Dazi e ragione di scambio• Nel caso di un paese grande (cioè di un paese che è in

grado di influenzare il prezzo internazionale mediante il commercio), un dazio riduce il prezzo delle importazioni e determina un miglioramento della ragione di scambio.

• E’ possibile che il beneficio di un dazio, connesso al miglioramento della ragione di scambio, più che compensi i suoi costi.

– Pertanto, il libero scambio può non essere la politica commerciale ottimale per un paese.

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere

nazionale

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1

Benessere nazionale

DazioDazio ottimo, to

Dazio proibitivo, tp

Figura 9-2: il dazio ottimo

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere

nazionale

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• Il dazio ottimo– Il dazio che massimizza il benessere nazionale

– E’ sempre positivo, ma inferiore al dazio proibitivo che eliminerebbe ogni importazione.

– E’ nullo nel caso di un paese piccolo che non è in grado di influenzare il prezzo internazionale.

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere

nazionale

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• Che politica commerciale imporrebbe per i settori di esportazione l’argomento basato sulla ragione di scambio?

– Un sussidio all’esportazione comporta un peggioramento della ragione di scambio, quindi riduce necessariamente il benessere nazionale.

– Pertanto, la politica ottimale per i settori di esportazione deve prevedere un sussidio negativo, cioè una tassa sulle esoportazioni.

– Così come il dazio ottimo, anche la tassa sulle esportazioni è sempre positiva, ma minore della tassa proibitiva che eliminerebbe ogni esportazione.

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere

nazionale

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Fallimenti del mercati interno• Surplus del consumatore e del produttore non misurano

in modo appropriato i costi ed i benefici sociali.– Le nozioni di surplus del consumatore e del produttore

trascurano possibili fallimenti del mercato interno come:

– disoccupazione o sotto-occupazione della forza lavoro– spillover tecnologici provenienti da settori nuovi o

particolarmente innovativi– esternalità

• Un dazio può accrescere il benessere se esiste un beneficio marginale sociale associato alla produzione di un bene che non viene catturato dalla misura del surplus del produttore.

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere

nazionale

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c

a b

S1

S1

S2

S2

D2 D1

PW + tPW

Prezzo, P

Quantità, Q

Dollari

Quantità, Q

S

D

(a)

(b)

Figura 9-3: argomentazione a favore di un dazio fondata sul fallimento del mercato interno

Beneficiomarginalesociale

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere

nazionale

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Teoria del commercio internazionaleM.Scoppola

• L’argomentazione contraria al libero scambio fondata sul fallimento del mercato interno è un caso particolare della teoria del second best.

– La teoria del second best afferma che una politica non interventista nei confronti di un dato mercato è desiderabile solo se tutti gli altri mercati funzionano adeguatamente.

– Se un mercato fallisce nel funzionare adeguatamente, un’intervento del governo può accrescere il benessere.

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere

nazionale

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Il fallimento del mercato fornisce una giustificazione convincente delle politiche commerciali?• Ci sono due linee di difesa fondamentali del libero

scambio in presenza di distorsioni domestiche:– distorsioni domestiche dovrebbero essere corrette mediante

l’uso di politiche economiche interne (e non internazionali)– Esempio: un sussidio alla produzione è più appropriato di un

dazio nel trattare un fallimento di mercato legato al lato della produzione.

– i fallimenti di mercato sono difficili da individuare e da misurare.

– Esempio: un dazio volto a proteggere certi settori industriali urbani genererà dei benefici sociali, ma incoraggierà anche i lavoratori a spostarsi verso questi settori provocando un aumento della disoccupazione.

Ragioni contrarie al libero scambio fondate su considerazioni di benessere

nazionale

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In pratica, le politiche commerciali sono dominate da considerazioni di distribuzione del reddito.• I desideri dei singoli individui si riflettono in misura

più o meno ampia negli obiettivi del governo.– Esistono modelli in cui i governi cercano di

massimizzare il loro successo politico.

Competizione elettorale

• Gli scienziati della politica sostengono che le politiche effettive siano determinate dalla competizione tra partiti politici che cercano di attirare più voti possibili.

Politica commerciale e distribuzione del reddito

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• Assunzioni del modello:– esistono due partiti politici in competizione tra loro– l’obiettivo di ciascun partito è di essere eletto– ogni partito deve decidere il livello di dazio da imporre

(questa è l’unica politica economica possibile)– gli elettori hanno preferenze diverse sulle politiche

commerciali

• Quali politiche i due partiti prometteranno di seguire?– I due partiti offriranno la stessa politica, che consisterà nel

dazio preferito dall’elettore mediano (l’elettore che si colloca esattamente al centro nello spettro delle preferenze).

Politica commerciale e distribuzione del reddito

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Elettori

Dazio preferito

Elettore mediano

tM

tB

tA

Sostegno politico

Figura 9-4: competizione politica

Politica commerciale e distribuzione del reddito

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Azione collettiva• Questo approccio considera l’attività politica come un

bene pubblico.– Per esempio, un dazio protegge tutte le imprese di un

certo settore dalla concorrenza estera, tuttavia i costi dell’attività di pressione svolta per ottenere il dazio sono stati sostenuti solo da un numero limitato di imprese.

• E’ possibile che determinate politiche commerciali, pur comportando perdite notevoli ma distribuite su un gran numero di imprese o di consumatori, non vengano contrastate.

– I settori ben organizzati (o caratterizzati da un numero limitato di imprese) ottengono protezione.

Politica commerciale e distribuzione del reddito

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Teoria del commercio internazionaleM.Scoppola

Come modellizzare il processo politico• I gruppi di interesse “acquistano” politiche in cambio

di contributi.

Politica commerciale e distribuzione del reddito

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Chi riceve protezione?• Due settori tendono ad essere protetti nei paesi

avanzati:– Agricoltura

– Gli agricoltori sono ben organizzati e la struttura del governo statunitense rafforza il loro potere politico.

– Tessile e abbigliamento– Entrambi i settori godono di protezione notevole. Questi settori

impiegano lavoratori non qualificati e hanno alle spalle un’organizzazione sindacale.

• E’ probabile che il livello di protezione si riduca in entrambi i comparti (a causa dei negoziati commerciali internazionali).

Politica commerciale e distribuzione del reddito

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Politica commerciale e distribuzione del reddito

Tabella 9-2: gli effetti del protezionismo negli Stati Uniti (miliardi di $)

effetti Abbigliamento Tessile Totale

Industria Costi per i consumatori 21,16 3,27 32,32 Guadagni per i produttori 9,9 1,75 15,78 Entrate da dazio 3,55 0,63 5,86 Rendita da contigentamento 5,41 0,71 7,12 Distorsione per consumo e produzione 2,30 0,18 3,55 Perdita di benessere complessiva 7,71 0,89 10,42 Fonte: Gary Hufbauer e Kimberly Elliot, Measuring the cost of protection in the United States,

Washington, Institute of International Economics, 1994, pp.8-9.

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Politiche commerciali e negoziati internazionali

L’integrazione internazionale è progredita considerevolmente dalla metà degli anni ‘30 fino agli anni ‘80 circa perchè gli Stati Uniti e altri paesi avanzati hanno gradualmente rimosso dazi e barriere non tariffarie agli scambi.

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Figura 9-5: i dazi negli Stati Uniti

Politiche commerciali e negoziati internazionali

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Teoria del commercio internazionaleM.Scoppola

Come è stato possibile rimuovere i dazi?• La grande liberalizzazione commerciale post-bellica è

stata conseguita mediante negoziati internazionali.– I governi si sono accordati per la riduzione reciproca

dei dazi. I vantaggi della negoziazione

• E’ più facile ridurre i dazi nell’ambito di un accordo reciproco piuttosto che su iniziativa unilaterale perchè:

– ciò consente di mobilitare gli esportatori come sostenitori del libero scambio

– ciò aiuta i governi ad evitare il coinvolgimento in distruttive guerre commerciali.

Politiche commerciali e negoziati internazionali

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GiapponeGiappone

Stati UnitiStati Uniti

1010

1010

-5-5

-5-5

2020

-10-10

2020

-10-10

Libero scambioLibero scambio

Libero scambioLibero scambio

ProtezionismoProtezionismo

ProtezionismoProtezionismo

Tabella 9-3: il problema della guerra commerciale

Politiche commerciali e negoziati internazionali

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Nella Tabella 9-3, ogni paese presenta una strategia dominante: il protezionismo.

Anche se ogni paese agendo singolarmente preferisce il protezionismo, starebbero entrambi meglio se entrambi scegliessero il libero scambio.• Nella teoria dei giochi, questa situazione è nota come

dilemma del prigioniero.

• Giappone e Stati Uniti possono stabilire un accordo vincolante per sostenere il libero scambio.

Politiche commerciali e negoziati internazionali

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Gli accordi commerciali internazionali: brevi cenni storici• La riduzione coordinata dei dazi intesa come politica

commerciale risale agli anni ‘30 (lo Smoot-Hawley Act).

• La riduzione multilaterale dei dazi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale è avvenuta sotto l’egida dell’Accordo Generale sui Dazi e sul Commercio (GATT), stipulato nel 1947 a Ginevra.

– Attualmente, è noto come Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC o WTO).

– Il sistema GATT-WTO è un’organizzazione formale che incorpora un insieme di regole di condotta in materia di politiche commerciali.

Politiche commerciali e negoziati internazionali

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Teoria del commercio internazionaleM.Scoppola

• Il sistema GATT-WTO proibisce l’introduzione di: – sussidi all’esportazione (eccetto che per i prodotti

agricoli)– contingentamenti delle importazioni (eccetto il caso in cui

un improvviso aumento delle importazioni minacci i produttori domestici)

– dazi (ogni nuovo dazio o incremento di un dazio esistente deve essere controbilanciato da riduzioni in altri dazi volte a compensare i paesi esportatori danneggiati)

• Round commerciale– Un vasto numero di paesi si incontra per negoziare un

insieme di riduzioni tariffarie nonché altre misure per la liberalizzaizone degli scambi.

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• Dal 1947 ad oggi, hanno avuto luogo otto round commerciali:

– i primi cinque hanno assunto la forma di negoziati bilaterali “paralleli” (per esempio, Germania con Francia e Italia).

– il sesto accordo commerciale multilaterale, noto come Kennedy Round, venne completato nel 1967:

– comportava una riduzione generalizzata del 50% su tutti i dazi vigenti da parte dei paesi industrializzati, eccezion fatta per alcuni specifici settori industriali in cui i dazi rimasero immutati

– complessivamente, il Kennedy Round comportò una riduzione media dei dazi del 35% circa.

Politiche commerciali e negoziati internazionali

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Teoria del commercio internazionaleM.Scoppola

– Il cosiddetto Tokyo round (conclusosi nel 1979) comportò:

– la riduzione ulteriore dei dazi

– nuovi codici per controllare la proliferazione di barriere non tariffarie, quali ad esempio le VER.

– Un ottavo round di negoziati, il cosiddetto Uruguay Round, si è concluso nel 1994.

Politiche commerciali e negoziati internazionali

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Teoria del commercio internazionaleM.Scoppola

L’Uruguay Round• I suoi risultati maggiori sono stati:

– la liberalizzazione degli scambi– alcune riforme amministrative

Liberalizzazione commerciale• Il dazio medio imposto dai paesi avanzati si è ridotto di quasi il

40%.– Ancora più significativo della riduzione complessiva dei dazi è

l’accordo per liberalizzare il commercio in due settori molto importanti: l’agricoltura e l’abbigliamento.

Dal GATT al OMC• Molti dei dibattiti che hanno ruotato intorno all’Uruguay Round

riguardano la creazione dell’OMC.

Politiche commerciali e negoziati internazionali

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Teoria del commercio internazionaleM.Scoppola

• Quanto è diverso l’OMC dal GATT?– Il GATT era un accordo provvisorio, mentre l’OMC è

un’organizzazione internazionale a pieno titolo.

– Il GATT trovava applicazione solo in materia di commercio di beni, mentre l’OMC ha incluso anche regole sul commercio di servizi (l’Accordo Generale sul Commercio in Servizi (GATS)) e sull’applicazione internazionale dei diritti di proprietà intellettuale.

– L’OMC ha una nuova procedura di risoluzione delle dispute, concepita per ridurre il tempo in cui si perviene al giudizio.

Politiche commerciali e negoziati internazionali

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Teoria del commercio internazionaleM.Scoppola

Costi e benefici• L’impatto economico dell’Uruguay Round è difficile

da stimare.– Ciò nonostante, le stime del GATT e

dell’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo indicano un beneficio per l’economia mondiale quantificato in 200 miliardi di dollari all’anno, una volta che l’accordo sarà pienamente in vigore.

– Gli economisti tendono a ritenere troppo basse queste stime.

– I costi dell’Uruguay Round graveranno su gruppi ben organizzati, mentre i suoi benefici saranno ampiamente diffusi tra la popolazone.

Politiche commerciali e negoziati internazionali

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Università di MacerataSlide 9-37

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Gli accordi commerciali preferenziali• I paesi stipulano accordi commerciali

preferenziali attraverso i quali riducono i loro dazi reciprocamente, ma non nei confronti del resto del mondo.

• Il GATT-OMC, attraverso il principio della “nazione più favorita” (MFN), proibisce accordi siffatti.

– La costituzione di un accordo commerciale preferenziale è permessa solo se conduce al libero scambio tra i paesi firmatari dell’accordo.

Politiche commerciali e negoziati internazionali

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• Due o più paesi membri dell’OMC si accordano in favore del libero scambi in due modi:

– un’area di libero scambio consente il libero scambio tra paesi membri, ma prevede che ogni paese membro mantenga una propria politica commerciale nei confronti del resto del mondo.

– Esempio: il North American Free Trade Agreement (NAFTA) dà vita ad un’area di libero scambio.

– un’unione doganale consente il libero scambio tra paesi membri e richiede l’adozione di una politica commerciale comune nei confronti del resto del mondo.

– Esempio: l’Unione Europea (EU) è un’unione doganale.

– un mercato comune è un’unione doganale che prevede la libera circolazione dei fattori (in particolare del lavoro) tra i paesi membri.

Politiche commerciali e negoziati internazionali

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Teoria del commercio internazionaleM.Scoppola

Gli accordi commerciali preferenziali sono positivi?• Dipende se portano a più creazione di flussi

commerciale o a più deviazione di flussi commerciali.– Creazione di flussi commerciali

– Avviene quando la formazione di un accordo commerciale preferenziale porta a sostituire la produzione locale ad alto costo con importazioni a basso costo da altri paesi membri.

– Deviazione di flussi commerciali– Avviene quando la formazione di un accordo commerciale

preferenziale porta a sostituire importazione a basso costo da paesi terzi con importazioni ad alto costo da altri paesi membri.

Politiche commerciali e negoziati internazionali

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Sommario

Ci sono tre argomentazioni a favore del libero scambio:• i guadagni di efficienza dal libero scambio

• i guadagni aggiuntivi dalla economie di scala

• l’argomentazione di natura politica

Ci sono due argomenti a sostegno di deviazioni dal libero scambio:• l’argomentazione a favore di un dazio basata sulla

ragione di scambio

• i fallimenti del mercato interno

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Teoria del commercio internazionaleM.Scoppola

Sommario

In pratica, la politica commerciale è dominata da considerazioni di distribuzione del reddito. • I partiti politici adottano politiche che rispondono agli

interessi dell’elettore mediano.

• Gruppi ben organizzati (o ristretti) sono spesso in grado di ottenere politiche che assecondano i loro interessi a danno della maggioranza.

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Sommario I negoziati internazionali aiutano a ridurre i dazi nei paesi

avanzati e ad evitare guerre commerciali. Il GATT è l’istituzione centrale del sistema del commercio

internazionale.• Il più recente accordo mondiale raggiunto in seno al GATT ha

istituito una nuova organizzazione, l’OMC.

Tre tipi di accordi commerciali preferenziali sono permessi in seno all’OMC: aree di libero scambio, unioni doganali e mercati comuni.

Gli accordi preferenziali possono essere positivi o negativi, a seconda degli effetti di creazione e di deviazione dei flussi commerciali.