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UNIVERSITA’ DI SIENA
DIPARTIMENTO DI SICENZE DELLA COMUNICAZIONE
CORSO DI INTERAZIONE UOMO-MACCHINA
MARIA CRISTINA CARATOZZOLOMARIA CRISTINA CARATOZZOLO
ANALISI dei REQUISITI
Maria Cristina Caratozzolo
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MARIA CRISTINA CARATOZZOLO
Metodi di ricerca sociale/etnografica per individuare:
le caratteristiche degli utentile funzioni dell’oggetto da progettare
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MARIA CRISTINA CARATOZZOLO
QUESTIONARI
Metodo quantitativo
Domande chiuserisposte individuate dal ricercatore = facilità di codifica semplificazione
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MARIA CRISTINA CARATOZZOLO
QUESTIONARI
Formulazione delle domande:
- Domande semplici e brevi- Non troppe alternative di risposta- Evitare parole dalle connotazioni forti, domande
tendenziose o non univoche- Sondare i comportamenti più che le opinioni
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INTERVISTE
Analisi qualitativa
- interviste strutturate- semi-strutturate- non strutturate
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TIPO E ORDINE DELLE DOMANDE
- Domande socio-anagrafiche
- Domande sugli atteggiamenti
- Domande sui comportamenti
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MARIA CRISTINA CARATOZZOLO
FOCUS GROUPintervista semi-strutturata di gruppo
(Levin, Merton – intorno al 1940)
- il moderatore propone stimoli di discussione - il luogo è importante- Durata max un paio d’ore- 6/10 partecipanti- Registrazione audio/video
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FOCUS GROUP
-i partecipanti devono appartenere al target di riferimento
-non devono conoscersi tra loro
- il moderatore deve gestire la dinamica di discussione:
- equilibrio nel dialogo- rilancio- non giudicare- evitare le “patologie del gruppo”
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FOCUS GROUPAndamento “a imbuto”
1. RISCALDAMENTO – fase introduttiva, libera; si fa conoscenza e si lancia il tema in modo generale;
2. RELAZIONE – si indaga il clima del gruppo; possibile utilizzare tecniche proiettive per stimolare le libere associazioni
3. CONSOLIDAMENTO –emergono le problematiche più sentite
4. DISTACCO – attuare un distacco graduale, lasciando che il gruppo si sfaldi
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FOCUS GROUP
Chi conduce il focus group non si deve preoccupare di risolvere il problema!
Il focus group è fatto perché sia il gruppo dei partecipanti a proporre soluzioni…
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OSSERVAZIONE DIRETTAconstatare un fenomeno, approfondire
aspetti significativi
guidata da una griglia di osservazione- usare un linguaggio descrittivo e non valutativo- prestare attenzione ai dettagli- prestare attenzione al contesto
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OSSERVAZIONE PARTECIPANTE
studiare il punto di vista dei soggetti coinvolti
- il periodo di osservazione deve essere adeguato per poter cogliere le dinamiche
- deve avvenire nel contesto naturale del gruppo- il ricercatore partecipa attivamente alla vita del
gruppo
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ANALISI DELLE ATTIVITA’
Analisi delle attività, dei compiti, così come sono svolti nel reale contesto d’uso
uso della TASK ANALYSIS
Analisi dei compiti per come dovrebbero essere svolti a prescindere dal contesto d’uso
uso di SCENARI
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TASK ANALYSIS
metodo basato sulla scomposizione in task volti al raggiungimento di uno scopo.
L’esecuzione di un task implica una sequenza di passi.
Modellizzare l’attività in:- obiettivo principale- sotto-obiettivi- azioni necesarie
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ATTIVITÀ E OBIETTIVI COMPITI
accendere ilcellulare
- aprire il telefono- disattivare il blocco chiamate- individuare e riconoscere il tasto di attivazione chiamata
inviare una telefonata - tenere in una mano il telefono in posizione corretta;- individuare e riconoscere i tasti numerici;- digitare il numero sulla tastiera utilizzando il pollice delle stessa mano;- digitare il numero sulla tastiera utilizzando le dita dell’altra mano;- avvicinare l’apparecchio al viso;- riconoscere il segnale;- parlare in prossimità del microfono;- ascoltare il segnale e la voce
rispondere ad unatelefonata
- riconoscere il segnale di chiamata;- tenere in una mano il telefono in posizione corretta- parlare in prossimità del microfono;- ascoltare il segnale e la voce provenienti dall’apparecchio;
concludere lachiamata
- tenere in una mano il telefono in posizione corretta- ascoltare il segnale e la voce prvenienti dall’apparecchio- individare e riconoscere il tasto di disattivazione chiamata- premere il tasto di disattivazione chiamata- chiudere il telefono- attivare il blocco chiamate
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TASK ANALYSIS
Serve ad individuare:
Le aree di criticità- riferite alle caratteristiche degli utenti- relative alle modalità di impiego del
prodotto I requisiti richiestiLe tecnologie produttive utilizzabiliI materiali utilizzabili
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TASK ANALYSIS gerarchica
una gerarchia precisa di tutti i compiti che l’utente deve svolgere per portare a termine un’azione
La gerarchia è intesa in termini di tempo, cioè individua una sequenza di operazioni
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SCENARI
Lo Scenario-based design (Carroll, 1995) èun metodo che permette ai progettisti e agliutenti di descrivere attività esistenti o diprevedere o immaginare nuove attività chepossono essere prodotte dall’interazione con unnuovo artefatto.
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SCENARI
sono casi rappresentativi delle situazioni reali in cui gli utenti svolgono la loro attività.
Servono a…- Caratterizzare episodi o sequenze di attività come in una storia- Fornire il contesto nel quale le attività sono svolte, evidenziando bisogni, difficoltà e motivazioni - raccogliere i requisiti
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SCENARI
SettingActorsGoalsPlansEvaluationsActionsEvents
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MARIA CRISTINA CARATOZZOLO
Scenari e problemi..Raccontano una storia sulla pratica corrente
Rivelano aspetti degli stakeholder e delle loro attività che hanno implicazioni sul progetto
Le nuove attività si baseranno su quelle correnti
Importante capire cosa funziona già bene e costruirci sopra
Quanti scenari? Dipende dalle domande che suscitano (“you are not done until there are no more questions”)
Come rappresentarli? Tramite prototipi…