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Fondazione Casa San Giorgio Istituto per anziani 6614 Brissago Semestrale d’informazione no. 20/12.2016 uno sguardo verso il lago

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FondazioneCasa San Giorgio

Istituto per anziani6614 Brissago

Semestrale d’informazione no. 20/12.2016

unosguardoversoil lago

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Copertina Sguardo verso il lago, da Cembia............................................... 1

Editoriale Il ruolo del nostro Istituto nel futuro......................................... 3

Cronaca Esposizione Gian Claudio Lanini ................................................ 6

Volontari – una forza senza pari ................................................ 7

Cure La gotta........................................................................................ 8

Intervista Buon Natale e buon Anno Nuovo.............................................. 10

Qualità Movimento e tanto altro ancora................................................ 12

Equilibrio precario negli anziani ................................................ 13

Pagina storica L’artista di Ronco s/Ascona Antonio Ciseri................................. 16

Cosa bolle in pentola Coniglio farcito con luganighetta.............................................. 18

Benessere Vacanze estive a Sommascona con la PCi .................................. 20

Diversivo Ridere fa bene............................................................................. 23

Profili Guglielmina Baccalà.................................................................... 24

Stefania Zanoli ............................................................................ 25

La ruota gira Residenti: benvenuti, addio e auguri......................................... 26

Collaboratori: movimento .......................................................... 28

Nuova commissione interna del Personale................................ 29

Donazioni Elenco donazioni secondo semestre 2016 ................................. 30

Diversivo Ridere fa bene - barzellette........................................................ 31

Il vecchio saggio Al Grott ........................................................................................ 32

Hanno collaborato a questo numeroGea Beretta, Giuseppe Berta, Mauro Crivelli, Tania Gottraux, Monica Margaroli, Claudia Profumo, Radmila Rodari, Armin Torelli e Stefania Zanoli

Avete dei consigli, dei suggerimenti o delle osservazioni anche critiche in merito al nostro giornalino d’informazione? Fatele pervenire e saremo lieti di valutare le vostre considerazioni.

FondazioneCasa San GiorgioVia San Giorgio 4Casella postale 3616614 Brissago

conto corrente postale 65-2974-1tel. 091 786 11 00fax 091 786 11 11

e-mail: [email protected] internet: www.casasangiorgio.ch

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Il ruolo della nostraistituzione nel futuro

Edito

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Fedeli lettrici e Cari lettori,

non sembra vero, ma è co-sì. Con questa pubblica-zione siamo giunti al nu-mero 20! Era il mese digiugno 2007 quando ab-biamo esordito con il no-

stro primo numero del giornalino con il qua-le ci si prefiggeva i seguenti obiettivi:“questa nuova sfida presuppone la volontàdi mettere in discussione la nostra attività eil nostro operato, così come la necessità dicontatto; verso l’interno, come occasione diriflessione e miglioramento continuo nellagestione dei servizi, sia dal punto di vistadell’utente che da quello dei collaboratoridella nostra azienda. Verso l’esterno invece,come nuovo strumento di confronto nelrapporto con i cittadini e verso le Autorità,basato sulla trasparenza e sull’attribuzioneagli stessi finanziatori, di un potere direttodi verifica, valutazione e discussione”.A distanza di dieci anni, mi sembra di poteraffermare che l’obiettivo è stato raggiuntoe sia i nostri Residenti che i Famigliari, cosìcome anche la popolazione di Brissago eRonco s/Ascona, che ricevono gratuitamen-te il “giornalino”, ne sono soddisfatti, tantoda ricevere con regolarità dei complimenti ea volte anche qualche segnalazione per deipiccoli errori o sviste, cosa che conferma cheil nostro foglio viene comunque letto damolti. Un investimento finanziario non dapoco, circa centomila franchi in dieci anni,senza pensare al lavoro che i collaboratoridella rivista, da sempre prestano a titologratuito.Vedremo se anche in futuro, malgrado i ta-gli proposti dallo Stato sul consuntivo a par-tire dal 2017, riusciremo a garantire questapubblicazione che certo non è essenzialeper la nostra attività, ma ci sembra utile perle questioni citate sopra.Guardando invece al futuro, come vi avevogià accennato recentemente, il Consiglio diAmministrazione della Fondazione da tem-po si è chinato seriamente su quello che do-vrà essere l’orientamento a medio e lungo

termine per lo sviluppo del nostro Istituto.Un tema con il quale ci si è confrontati spes-so negli ultimi anni e con il quale si mira aconservare l’efficienza ma anche la competi-tività di questa importante Istituzione a fa-vore della popolazione anziana ma non so-lo. Con l’estendersi della longevità, l’au -mento della speranza di vita delle persone,sia per le donne ma sempre di più anche pegli uomini, confrontati con un importantemutamento della situazione demografica,gli Amministratori sono fermamente con-vinti della necessità di trovare un luogoadatto per costruire una nuova strutturache possa accogliere un Istituto socio-sanita-rio polivalente per persone anziane del no-stro Comune in sostituzione dell’attualeCasa per anziani. Ricordiamo subito che l’at-tuale stabile, benchè si presenti in buonostato all’occhio dei non addetti ai lavori, ilprossimo 1. settembre 2017 compirà i 75 an-ni di vita e non rispecchia più le necessità siaper quanto riguarda gli spazi, ma neppureper quanto attiene gli standard di sicurezza.Ma facciamo un passo indietro per ricordareche l’iniziativa è frutto della volontà dellaFondazione, che nel 2012 ha dato mandatoalla SUPSI e per essa al Prof. Dott. RiccardoCrivelli di sviluppare il tema relativo all’in-vecchiamento della popolazione anziana aBrissago. Obiettivo principale: verificare eproporre possibili soluzioni per essere pre-parati ad un futuro che si prospetta nonsenza incognite a seguito di “un’aspettativadi vita sempre più lunga per tutti”.Con questi presupposti e consapevole del-l’imminente necessità di adattare l’ormaivetusta struttura immobiliare della Casa SanGiorgio alle nuove esigenze in campo geria-trico, unitamente ai colleghi degli istituti so-cio sanitari presenti nel Comune, per inten-derci con i dirigenti degli istituti La Motta,Miralago e la Clinica Hildebrand, si è datovita ad una piattaforma comune di discus-sione per valutare l’interesse per creare unistituto socio-sanitario che risponda a tuttele diverse esigenze attuali e future della co-munità locale Brissaghese.L’esito dello studio ha evidenziato che sa-

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Edito

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rebbe utile costruire un nuovo edificio, cheprincipalmente sia adibito a Istituto per an-ziani con le caratteristiche necessarie a ri-spondere ai nuovi bisogni della geriatria,quindi con degli spazi così detti “protetti”,che offra le premesse per un facile accessoalla riabilitazione e che metta a disposizionelo spazio per uno studio medico e anche aduna farmacia. In breve una nuova struttura,completa che raggruppi il più possibile tuttequelle sinergie che già oggi troviamo dis-perse nel Comune e che sarebbe opportunoriunire sotto lo stesso tetto per favorire gliutenti, contenere i costi e non da ultimocreare valore aggiunto alla già ricca offertain campo sociale.Sono questi presupposti che hanno convintogli Amministratori della Fondazione CasaSan Giorgio, unitamente ai rappresentatidell’Autorità politica, per essi il Sindaco diBrissago e la responsabile del Dicastero salu-te pubblica, a voler intraprendere un contat-to con i vertici della Clinica Hildebrand, percapire se vi fossero le premesse per la costru-zione di un nuovo stabile nelle adiacenzedella Clinica Hildebrand, proprietaria di unterreno che risponde alle nuove esigenze.La riflessione del Consiglio di Amministra-zione, a mio modo di vedere è ponderata enon è certo campata in aria, ma si basa suconsiderazioni che provengono da più fonti,sia dallo Stato ma anche dall’economia pri-vata, come per esempio si evince leggendol’interessante studio elaborato da CreditSuisse, inerente all’evoluzione demograficain atto in Svizzera, del quale vi presentiamole conclusioni.“Tra 25 anni il numero di ultraottantenni sa-rà più che raddoppiato.In Svizzera serviranno 53 mila letti in più e48-71 mila infermieri supplementari. Le casedi cura destinate agli anziani dovranno dis-porre di circa 53mila letti supplementari en-tro il 2040, un investimento stimato a quasi20miliardi di franchi da uno studio di CreditSuisse, presentato ieri. Nel 2040 vivranno inSvizzera più di 880mila ultraottantenni, ol-tre il doppio di oggi (400mila). Il loro pesopercentuale sulla popolazione totale passe-

rà dal 5% al 9%, riferisce lo studio “Sistemasanitario svizzero 2015. Il mercato delle casedi cura: quale futuro?”. Questo fattore pro-vocherà un forte incremento della domandadi cure per gli anziani: a seconda dello sce-nario, nel 2040 le case di cura dovranno assi-stere dal 57% al 122% di persone in più ri-spetto ad oggi. Sarà dunque necessariodisporre di 53mila letti supplementari, uninvestimento complessivo stimato in 18,4mi-liardi di franchi, o 700mila franchi all’anno(e nell’importo non sono compresi né la so-stituzione degli istituti attuali né la costru-zione di nuove case di cura). Parallelamente,l’incremento delle domande di cura provo-cherà un forte aumento del numero deglioccupati del settore, una crescita più consi-stente rispetto alla maggior parte degli altricomparti dell’economia nazionale. La penu-ria attuale sarà destinata ad acuirsi sensibil-mente: entro il 2040, solo nelle case di curasaranno richiesti da 48mila a71mila infer-mieri a tempo pieno in più. In tale contesto,l’adozione dell’iniziativa contro l’immigra-zione di massa avrà effetti particolarmentecritici, rileva lo studio. Dal 2006, più del 40%dei posti di infermiere di nuova creazione èstato coperto da personale con diplomastraniero. Oggi quasi l’80% degli effettividel settore è ripartito nei circa 1’500 istitutidi cura del Paese. Le cure a domicilio rappre-sentano il rimanente 20%. Inoltre si presume che in futuro, l’assistenzaambulatoriale dovrebbe acquistare ulterio-re importanza rispetto a quella stazionaria einteressare più particolarmente i clienti at-tuali delle case di cura che non necessitanodi assistenza particolare.Secondo gli economisti, l’evoluzione delladomanda di istituti di cura varierà forte-mente a seconda delle regioni. Sarà partico-larmente accentuata nelle zone situate tra illago di Ginevra e di Neuchâtel, a est del la-go Lemano, a ovest della città di Zurigo e inparti del Ticino, mentre sarà inferiore allamedia nelle grandi città, nelle zone periferi-che dell’Arco giurassiano e nelle regioni al-pine. Le crescenti spese per la cura degli an-ziani – rileva lo studio – rappresenteranno

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una grande sfida. Il mondo politico è invita-to a riflettere sin d’ora a modelli di finanzia-mento alternativi e ad elaborare soluzionisostenibili a lungo termine. (fonte LaRegione 02.07.15 dati ATS Zurigo)”.A mio parere, il contenuto di questa rifles-sione, che come detto sopra mette in evi-denza l’evoluzione demografica in atto nelnostro paese e che riflette bene la situazio-ne soprattutto del Ticino, dove vi è una per-centuale di persone anziane sopra la mediaSvizzera, non necessita di ulteriori commen-ti e ci sembra molto esplicito in merito all’e-sigenza di procedere senza indugio a trova-re delle soluzioni atte a consolidare quelloche risulta essere una necessità più che un’a-spettativa anche per la nostra piccola comu-nità. Riteniamo dunque utile e giustificato ilfatto di procedere in questa direzione, co-me impegno nei riguardi della cittadinanza

del nostro Comune. Sarà poi la classe politi-ca a decidere le sorti dell’offerta geriatricanel nostro Comune e non si potrà addossareeventuali colpe a coloro che oggi gestisconola Fondazione e il relativo attuale Istitutoper anziani del nostro Comune.Sarebbero ancora molte le cosa da aggiun-gere, ma visto che prevediamo di continuareanche in futuro con il nostro giornalino, nonmi dilungo oltre e mi preme esternare ancheda queste pagine, i miei migliori Auguri perun gioioso Natale e Buone Feste vissute conserenità; per il Nuovo Anno invece, l’auguriodi pace, tanta salute e benessere. Grazie di cuore a tutti per il sostegno ricevu-to durante quest’anno.

Giuseppe BertaDirettore

Edito

riale

A chiama

dormire ma si sveglia

sempre di buon umore, a chi Saluta

ancora con un bacio, a chi lavora molto e si diverte di più,, a chi va in fretta in auto ma non suona ai semafori, a chi arriva

in ritardo ma non cerca scuse, a chi spegne la televisione per fare due chiacchiere, a chi é

felice il doppio quando fa a metà , a chi si alza presto per aiutare un amico, a chi ha l’entusiasmo di un bambino e pensieri da uomo, a chi vede nero solo quando é buio

A chi non aspetta Natale per essereMigliore

Buon Natale

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Cro

naca

Esposizione Gian Claudio Lanini

Lo scorso 28 ottobre 2016, in una cornicedavvero familiare e gioviale, con la parteci-pazione di molti dei nostri attenti Residentie di un discreto pubblico, si è tenuto il ver-nissage della colorita ed espressiva esposi-zione di quadri dell’artista e scrittore GianClaudio Lanini dimorante a Quartino.L’autore, introdotto con una simpatica pre-sentazione da parte dell’Amico OswaldoCodiga, assai conosciuto nella regione, hada parte sua esposto il suo percorso artisti-co; con parole semplici e a tratti anche toc-canti, ha ben spiegato quale è la sua ispira-zione per le sue opere. Durante lamanifestazione sono pure stati ricordati conun momento di silenzio gli Amici scomparsiFausto Corda, maestro di Lanini, talento e

memoria storica del Locarnese scomparso loscorso anno; così come Marco Erba, anch’e-gli artista, scrittore e musicista che avrebbedovuto esporre presso di noi in questo pe-riodo, ma che è improvvisamente mancato.La festa si è conclusa con un ricco aperitivopreparato dalla nostra Cucina.

“Gianclaudio Lanini, residente a Quartino,ha scoperto il saper maneggiare il pennellocon disinvoltura, ottenendo dei risultati sor-prendenti. Dipinge dal 2005 sotto la guidadell’artista citato Fausto Corda. Ha un gene-re di pittura che non dà spazio all’astratti-smo illeggibile, ma rimane a galla e resistealle mode effimere.I quadri, nati per passione che coltivava daanni ma sbocciata soltanto da qualche anno,riflettono bene la sensibilità che l’accompa-gna nel riprendere soggetti immortalati nellepupille sin dall’infanzia. Affascinato dai cele-bri ritratti dei più grandi pittori della storia, eattento alla tavolozza della natura che si rin-nova davanti ai suoi occhi, si è crato un suospazio nella giungla artistica di casa nostra.”

L’esposizione, che rimarrà aperta fino al 28aprile 2017, oltre a ravvivare le lunghe gior-nate invernali dei nostri Residenti, è apertaa tutti, in particolare a coloro che desidera-no frequentare il nostro Istituto anche soloper una visita ai nostri Cari Anziani che nesono certamente soddisfatti.

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naca

Volontari –una forza senza pari

Finalmente a partire dal me-se di ottobre 2016 i nostri vo-lontari possono indossaredelle nuove divise di coloreazzurro, un modello rinno-vato rispetto a quelle prece-denti di color verde.Fortunatamente e dopo uninizio di modifiche alle taglie,

oggi la nuova divisa del gruppo Volontari piace ed è apprezzata anche dall’utenza che fre-quenta l’istituto. L’acquisto è stato finanziato integralmente dalla Casa San Giorgio, metten-do così nuovamente a disposizione dei volontari il cospicuo incasso delle mance del Bar che erastato precedentemente messo a disposizione a favore dell’acquisto delle nuove divise.

Il Volontariato è una missione molto importante e la Casa San Giorgio può ancora contaredel contributo di 25 persone per il servizio Bar, tombola, animazione, assistenza e cura, cuci-na. Una forza che se venisse a mancare, tante attività, prestazioni, aiuti e servizi fino ad oraassicurati alla nostra utenza verrebbero a cadere. A volte l’abitudine e l’automatismo non ci permettono di vedere le cose che accadono ognigiorno ed in questo contesto il valore aggiunto del volontariato (sembra tutto scontato). Noicoordinatori ci permettiamo di invitare le care lettrici ed i cari lettori del nostro semestrale ariflettere sull’importanza e sulla necessità di avere persone che in modo volontario e senzacompenso alcuno prestano il loro servizio a favore della Casa San Giorgio e come potrebbe-ro essere le giornate senza di loro…; giornate monotone e con meno sorrisi ed anche a livel-lo psicofisico assisteremmo ad un veloce decadimento dell’utenza anziana.Insomma per noi tutti il volontariato è necessario e sempre più deve esserne sollecitata lasua missione e propagata verso coloro che ancora non hanno sentito il bisogno di mettersi adisposizione dei più deboli, i nostri residenti.Verso la fine di ottobre è stata anche quest’anno organizzata la cena dei volontari presso ilRistorante Brenscino a Brissago. Una serata di convivialità, discussione e condivisione che hapotuto far incontrare anche coloro che prestano l’attività durante i giorni festivi e del finesettimana; attività poco “visibili” agli occhi dei colleghi che prestano l’attività durante la set-timana. Un grazie di cuore vada a tutti i nostri volontari, indistintamente dal tempo e dalnumero di volte che prestano il loro servizio, per noi siete importanti, una forza senza pari.

I coordinatori Gea Beretta e Mauro Crivelli

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eLa gotta

Per gotta si intende un disordine metabolico, caratterizzatoda un accumulo patologico di acido urico e urati nel sanguee nelle articolazioni. Talvolta i cristalli di acido urico si accu-mulano sottopelle, formando una massa nodulare avvertitaanche dall’esterno, denominata “tofo”. Il sistema immunitario avvertendo la presenza anomala di ta-li cristalli, si attiva per fronteggiarli, attaccandoli. Ciò si tramu-ta in dolori articolari, gonfiore e dolorabilità generalizzata. L’acido urico in eccesso può anche depositarsi nei reni e pro-

vocare la formazione di calcoli renali.La gotta può quindi degenerare, se non curata in modo adeguato, in patologie renali e inattacchi flogistici acuti e sempre più frequenti a carico degli arti.Colpisce poco meno di una persona su 100 e gli uomini con una frequenza maggiore rispet-to alle donne. La popolazione anziana è quella più a rischio.Oltre ad essere fortemente influenzata da una predisposizione genetica, la gotta è stretta-mente legata anche all’alimentazione. Un’alimentazione troppo ricca di purina (una sostan-za presente nelle cellule viventi), induce l’organismo a produrre una maggiore quantità diacido urico. Tra gli alimenti ricchi di purina ricordiamo le interiora, i frutti di mare, le legu-minose, i volatili e le carni muscolari.E’ importante inoltre non abusare di alcool, in quanto la capacità dell’organismo di smaltirel’acido urico in questo caso risulta compromessa. Anche l’esposizione prolungata al piombotende a far aumentare i livelli di acido urico nel sangue.Il sovrappeso è un ulteriore fattore di rischio per la gotta.Infine alcuni farmaci tendono ad aumentare il rischio di iperuricemia. Tra questi ricordiamo:i farmaci diuretici, in quanto diminuiscono la capacità dell’organismo di eliminare l’acidourico dal sangue, facilitandone l’accumulo, la levodopa somministrata ai pazienti affetti dalmorbo di Parkinson e i salicilati come l’aspirina.I primi sintomi della gotta di solito compaiono verso i quarant’anni e si presentano quandoi cristalli di acido urico iniziano a depositarsi nei tessuti dell’organismo sotto la pelle, nellearticolazioni e nei reni.

La sintomatologia è spesso dolorosa ed è caratterizzata da calcoli renali ,dolori a livello arti-colare e aumento della temperatura corporea. Le articolazioni più colpite sono sicuramentegli alluci, le caviglie, il ginocchio, il polso, il gomito.

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Il tipico dolore articolare della gotta è spesso rapido e violento ed è accompagnato da gon-fiore ed eritema. All’inizio gli attacchi di infiammazione articolare durano alcuni giorni e mi-gliorano senza alcuna terapia, solo successivamente diventano più frequenti e risulta neces-sario iniziare un trattamento farmacologico.Durante un attacco di gotta riposare e sollevare l’articolazione infiammata può alleviare ildolore. Anche appoggiare una borsa del ghiaccio sull’articolazione aiuta a limitare il dolore.Se non curata la gotta può sfociare in gotta tofacea, in cui le articolazioni subiscono dannipermanenti ed i reni subiscono danni irreversibili.La diagnosi viene effettuata attraverso un esame del sangue per controllare i livelli di acidourico.Le radiografie in alcuni casi evidenziano l’acido urico depositato sotto forma di cristalli e glieventuali danni ossei dovuti alle infiammazioni ricorrenti.È possibile curare la gotta con farmaci che alleviano il dolore provocato dagli attacchi, atte-nuano l’infiammazione alle articolazioni e diminuiscono il livello di acido urico nel sangue.La terapia della gotta si prefigge pertanto diversi scopi; quello più importante è tenere sot-to controllo il dolore durante gli attacchi. Mira inoltre a prevenire ulteriori attacchi nonchéla formazione di nuovi tofi e di calcoli renali.I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono efficaci per la terapia degli attacchi acu-ti. La colchicina è un altro farmaco efficace per diminuire il gonfiore e il dolore e per far ces-sare un attacco. Risulta più efficace se assunto entro dodici ore dall’inizio dell’attacco.Per curare la gotta è anche possibile farsi prescrivere determinati farmaci che diminuisconoil livello di acido urico nel sangue. Tra di essi ricordiamo l’allopurinolo. Questo farmaco nondev’essere assunto nella fase acuta; infatti, la sua assunzione è volta esclusivamente a preve-nire la sintesi di acido urico a partire dalle purine (indicativamente: 2-3 settimane dopo iltrattamento per la fase acuta di gotta) e va protratta per un tempo.

Come per ogni patologia la migliore arma a disposizione è la prevenzione indefinito, stabi-lito dal medico. Ecco cinque consigli utili per prevenire la gotta:1) bere molta acqua, in questo modo è favorita l’eliminazione dell’acido urico2) ridurre il peso corporeo e fare esercizio fisico. 3) evitare gli alimenti ricchi di purine e aumentare i cibi alcalinizzanti (frutta e verdura).

Particolarmente consigliati sono gli agrumi.4) non esagerare con gli alcolici5) assumere farmaci per ridurre il livello di acido urico nel sangue.

Claudia ProfumoInfermiera specialista in geriatria

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Un caloroso augurio ai nostri lettoriChi scrive vi ha accompagnato negli annicon puntuali interventi su questa newsletter(Newsletter Fondazione Leonardo), cercan-do di commentare eventi significativi checaratterizzano il nostro tempo. Su questa li-nea di attenzione al momento che stiamovivendo, mi permetto di indicare alcuni au-spici, appropriati rispetto al nuovo anno ealla condizione dell’anziano. Con realismo,ma anche senza rinunciare a delineare lapossibilità di una vita migliore.

Inizio ricordando il Natale e l’augurio chepossa essere per molti un momento di pacee di serenità, soprattutto avendo la coscien-za del dovere compiuto. Un bellissimo, re-cente, librettino di Mauro Corona, intitolato“Una lacrima color turchese”, ha descrittoun mondo nel quale sono misteriosamentespariti dai presepi tutti i Gesù Bambino.“Quel mondo ottuso e feroce che fa finta diniente, che non fa nulla per migliorare o da-

re una mano al suo simile in difficoltà. Quelmondo di signori che comandano e fannoguerre, uccidono e fanno uccidere, capi,presidenti, dittatori e marionette. Quelmondo che si accorge di Gesù solo una voltaall’anno, per collocarlo nel presepe e filareal cenone. Quel mondo che cerca GesùBambino chissà dove, e non si rende contoche lo ha tolto di mezzo lui.” Noi speriamo(vorremmo!) essere tra quelli che si accorgo-no di Gesù, appena nato, ed anche dei no-stri simili in difficoltà.

Un altro auspicio si collega alla discussionedi questi giorni attorno alle cure da prestarealle persone affette da una malattia cronica;molti intervengono senza sapere di cosaparlano, dando alla parola “cronico” unaconnotazione di marginalità e, di conse-guenza, di inutilità di ogni intervento di cu-ra. Ricordo un collega che fino a qualche an-no fa imponeva di togliere questa parola daogni testo... a sentire oggi alcuni program-

Buon Natale e buon Anno Nuovo:Un contributo del Prof. Marco Trabucchi Presidente Fondazione Leonardo

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Inte

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matori sembra di essere ancora in quel tem-po. Se prevalesse questa visione nell’orga-nizzazione della sanità, gli ospedali si ridur-rebbero a curare persone giovani o adulte,affette da una sola malattia, bisognose diun solo farmaco... Sarebbe una bella solu-zione per i bilanci della sanità, perché cosìgli ospedali potrebbero ridursi ad un terzorispetto al numero dei letti attuali, mandan-do i vecchi in altri ambienti, anche se ogginon ci sono, nessuno sa come potrebberoessere organizzati... insomma una sorta dibuco nero! Fortunatamente, però, alla finec’è sempre qualche persona saggia che sioppone a questi piani scellerati e riporta ildibattito su una strada di serietà.Quindi nessuno abbia paura; nel 2017 senti-remo continuare le discussioni su questi te-mi, ma alla fine prevarrà la visione più cor-retta: la persona che si ammala, qualsiasi siala sua età, ha il diritto di ricevere cure ade-guate in ospedale, per tornare nella condi-zione di salute precedente all’evento acuto.Cure che saranno tanto più delicate e diffici-li, tanto maggiore è la condizione di fragili-tà dell’individuo anziano. Quindi non si do-vranno organizzare sistemi assistenziali diseconda categoria, ma, al contrario, di altolivello tecnico e scientifico.

Un ulteriore augurio per il 2017 si riferiscealla crisi economica e alla peculiare condi-zione di molti anziani che soffrono all’inter-no della famiglia perché figli e nipoti sonosenza lavoro. Spesso si incontrano personenon più giovani che con grande generositànon sono preoccupate per la loro personalecondizione, anche se non ottimale, ma con-centrano l’interesse su chi soffre per la di-pendenza, la mancanza di un impiego, lafrustrazione di sentirsi inutile. In questi casil’anziano è utilissimo per tenere assieme ipezzi della famiglia e della comunità; talvol-ta offre un aiuto economico (è stato recen-temente calcolato che un milione e mezzodi anziani aiuta sistematicamente la propriafamiglia e 5 milioni e mezzo lo fanno saltua-

riamente); inoltre riesce sempre, con l’esem-pio, a dare senso alla vita dei più giovani. Miauguro che questa generosità sia compresadalla nostra società, collocando chi invec-chia al centro delle dinamiche collettive.Non mi dimentico, però, di augurare che infuturo questa generosità possa limitarsi al-l’esempio e alla vicinanza, senza essere ne-cessaria sul piano economico, perché si è ri-dotta la disoccupazione e la condizione didifficoltà di molte famiglie.

Un augurio finale, tra i molti che potremmoscambiarci in questo periodo. Le nuove tec-nologie di comunicazione, che fanno viverein un eterno presente, non siano motivo perdimenticarci dell’altro, del nostro futuro co-mune e del passato trascorso assieme. Nonvoglio negare l’importanza enorme dell’in-novazione, perché ci rende più informati equindi capaci di comprendere i confini dellanostra vita; evitiamo però di sentirci “sem-pre più impegnati nel presente, con unoscarso senso della storia e senza visione delfuturo” (Rapporto Censis 2014).Perderemmo una parte importante dellanostra vita e della possibilità di essere utiliagli altri.

La copertina del libro citato (vale la pena leggerlo…)

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In questo numero di “Uno sguardo verso il lago” vi vogliamo presentare l’oramai collauda-to Gruppo energia.Il Gruppo energia, così battezzato dalle persone che partecipano all’attività, è un concentra-to di vitalità per corpo e mente.

Tutti i martedì dalle 10:30 alle 11:30, la palestra di fisioterapia del San Giorgio si trasformain un luogo speciale, allestito seguendo le stagioni o in tema alle festività popolari, questoper offrire al residente un’allegra intensa ora con movimento, canti e tanto altro ancora.

Movimento e tanto altro ancora!

Carnevale

Primavera

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La “danza da seduti” è il mezzo per invitare il corpo al movimento attraverso balli studiatidall’animatrice Tania e dalla fisioterapista Monica con lo scopo di agire su molteplici ambiticome ad esempio:

- Il risveglio del senso del ritmo- La riattivazione della circolazione- Il mantenimento dell’articolarità, del tono muscolare e della coordinazione motoria- Lo scuotere la sfera emotiva e le sensibilità di ognuno permettendo di esternare i propristati d’animo in un contesto di condivisione

- Il combattere l’isolamento favorendo i contatti sociali.

Per garantire questo, tra una danza e l’altra (che restano l’elemento cardine), vengono in-trodotte delle pratiche di rilassamento con il respiro, di automassaggio, di esercizi che impli-cano il risveglio dei 5 sensi, l’uso dei colori e di vocalizzi terapeutici…insomma molteplicimezzi necessari per sintonizzare mente e corpo.

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Sovente le risorse individuali sono solamente “addormentate” in noi e con il GruppoEnergia ci proponiamo di risvegliarle dandogli “una scrollata a ritmo di musica”.

Quest’anno abbiamo voluto ampliare quest’offerta portando il Gruppo Energia all’aperto earricchirlo con la partecipazione di altre case per anziani del Locarnese.Il 19 luglio scorso ha avuto luogo questa prima edizione di “il Gruppo energia in natura”, chesi è svolta al Colle San Marco situato a Ronco sopra Ascona, vedendo protagonisti i residen-ti che partecipano solitamente all’attività e una parte di residenti delle seguenti case:Belsoggiorno di Ascona, Casa Tarcisio di Tenero, Clinica Varini di Orselina e Casa Montesanodi Orselina.

La bella giornata di sole si è svolta in un’atmosfera di festa e dopo la fatica degli esercizi inmusica, i partecipanti hanno potuto gustarsi un ottimo pranzo al sacco con grigliata fatta al-la minute sul grill del posto.

Il bellissimo parco, con i suoi grandi alberi, ci ha permesso, dopo il pranzo, di restare all’om-bra per poter cantare, fare dei giochi ecc. fino al rientro a casa.

Ringraziamo inoltre il comune di Ronco che per questa occasione oltre ad aver preparato ilparco tagliando l’erba ci ha messo a disposizione tavoli e panchine.

Vista la buona riuscita della giornata e l’entusiasmo condiviso da tutti i partecipanti questainiziativa verrà sicuramente riproposta l’anno prossimo.

La Fisioterapista Monica Margarolil’Animatrice Tania Gottraux

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Equilibrio precario negli anzianisegnala più rischio di demenza

Disturbi dell’equilibrio nelle persone più anziane predicono un maggior rischio di sviluppa-re declino cognitivo. La conferma scientifica arriva da uno studio pubblicato sul Journal ofthe American Geriatrics Society, che ha focalizzato l’attenzione sul legame tra scarsa presta-zione fisica e demenza negli ultranovantenni, una fascia della popolazione che in Italia haormai raggiunto il mezzo milione di persone. I ricercatori dell’Università della Californiahanno seguito per due anni e mezzo 578 persone over 90, controllandoli ogni sei mesi attra-verso esami fisici, neurologici e cognitivi.

Anche una semplice passeggiata è attività fisica

All’inizio dello studio, la metà dei partecipanti aveva segni di deterioramento cognitivo (conproblemi nel pensare o ricordare), ma non aveva demenza, e il resto era cognitivamentenormale. Nel corso del periodo di studio, quasi il 40 per cento dei partecipanti ha sviluppa-to una demenza. I ricercatori hanno osservato che il rischio di ammalarsi era strettamentecollegato allo scarso rendimento su due test di prestazione fisica: mantenere l’equilibrio inpiedi e camminare per 4 metri. “Disturbi di equilibrio e disturbi cognitivi - spiega all’Ansa Giuseppe Paolisso, Rettore dellaSeconda Università di Napoli e past-President della Società italiana di gerontologia e geria-tria - sono legati perché possono avere una causa in comune, ovvero deficit vascolari, comesbalzi di pressione, ridotto afflusso di sangue al cervello o micro ischemie. Il singolo fenome-no può non esser percepito, ma la somma del danno si traduce in lacune sempre più fre-quenti della memoria, fino alla perdita di contatto con la realtà. La demenza a oggi non sicura, ma individuarne sintomi premonitori, come può essere la difficoltà di equilibrio, aiutaa intervenire sulle cause che possono provocarla, in particolare l’alta pressione. In questo ca-so i farmaci sono fondamentali, ma non devono essere ‘fai da te’, bensì sotto stretto control-lo del medico, che sarà in grado di individuare quelli più adatti.

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Nacque a Ronco sopra Ascona, il 25 ottobredel 1821, da Giovanni Francesco e daCaterina Materni. Nel 1833 egli si trasferì aFirenze, condottovi dal padre, artigiano de-coratore di stanze, ma anche pittore estem-poraneo (suo, ad esempio, un Autoritrattodel 1840 oggi in casa Ciseri a Ronco, casa cheancora appartiene alla Famiglia che dimoraa Milano).

Antonio Ciseri fu posto immediatamente adapprendere il disegno privatamente pressoil suo primo maestro, che probabilmente fuEmesto Buonaiuti, e rimase sempre estraneoall’attività della bottega fiorentina del pa-dre e del nonno paterno Francesco Antoniodiscendenti da una famiglia da lunga tradi-zione operante a Firenze nel campo delladecorazione di interni (sembra, per esem-pio, che gli stemmi dipinti sotto il ballatoiomerlato del Palazzo Vecchio a Firenze sianostati eseguiti appunto dalla bottega delCiseri). L’educazione regolare del Ciseri eb-be inizio nel 1834, quando venne ammessoall’Accademia di belle arti di Firenze inizian-do il suo corso di studi sotto la direzione diNiccola Benvenuti (1785-1851). Le sue primeprove pittoriche originali risalgono al 1839,quando elaborò per il concorso annualedell’Accademia i bozzetti per una Morte diLorenzo il Magnifico, e per un Dante nellabottega di Giotto (Firenze, coll. priv.) con ilquale vinse il premio minore per il bozzettoa olio d’invenzione. Ma il suo primo lavoroimpegnativo, sia pure a destinazione ancoraaccademica, è costituito dal Carlo che si chi-

na per raccogliere il pennello a Tiziano (ubi-cazione attuale sconosciuta), esposto nel1842 e assai lodato dalla critica contempora-nea per le qualità pittoriche dell’opera.Partecipò - vincendolo - al concorso trienna-le dell’Accademia di Firenze del 1843 con unS. Giovanniche rimprovera Erode e Erodiade(ubicazione attuale sconosciuta), per l’ela-borazione del quale chiese consigli a PietroBenvenuti e a Giuseppe Bezzuoli, procuran-dosi inoltre l’aiuto di Luigi Facchinelli perimpostare l’impianto prospettico del dipin-to. Altra opera importante di questi annid’esordio è il Giacobbe che riconosce le vestiinsanguinate di Giuseppe (1844; ubicazioneattuale sconosciuta), per la cui esecuzione ilpittore chiese, retribuendola, una consulen-za di G. Bezzuoli che durò almeno tre mesi.In questo stesso 1844 il Ciseri iniziò anche alavorare a un Giano della Bella che parte daFirenze per il volontario esilio (Lugano,Fondazione Caccia) che sarà terminato nel1849 e che otterrà un notevole successo al-l’esposizione di quell’anno nell’Accademiafiorentina (E. Ceccherini, Descrizione di undipinto del prof. Ciseri..., Firenze 1857). Cominciò anche a dipingere i suoi primi ri-tratti, genere questo che tanto praticherànegli anni seguenti: sono di questo primoperiodo, oltre ad alcuni ritratti di familiari,quelli giovanili dello scultore GiovanniDuprè (che cominciò a frequentare almenodal 1845 e che in seguito diverrà suo ottimoamico) e del pittore e restauratore GiovanniBianchi; questi ultimi ritratti sono entrambia Firenze, in collezioni private. Gli esordi diAntonio Ciseri, quali risultano documenta-bili dalle opere note e dagli stessi giudizidella critica contemporanea, sono caratte-rizzati da una cultura pittorica nettamenteorientata nei temi, nella ricchezza cromaticae nella ricerca di una tenera naturalezzaepidermica, verso il ricco e sensuale pittori-cismo del Bezzuoli, rappresentante princi-pale a Firenze di una tendenza che in queglianni era fortemente avversata dalla criticatoscana di orientamento purista perché giu-dicata troppo “realistica” e sostanzialmenteestranea ai rigorosi fini etici e formali pro-pugnati da artisti e critici appartenenti aquella linea culturale.

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aL’artista di Ronco s/AsconaAntonio Ciseri

Autoritratto

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Frattanto i primi successi del Ciseri valseroad assicurargli una discreta notorietà: otten-ne ben presto dal padre un aiuto economicoper sostenere le spese per uno studio perso-nale e almeno a partire dal 1849 cominciò aricevere e a guidare giovani allievi in una at-tività di insegnamento privato (più tardi, nel1860, riconosciuta anche ufficialmente nellaforma di una “scuola libera”) che egli conti-nuerà per tutta la vita. Fra i suoi primissimiscolari va ricordato Silvestro Lega che fre-quenterà lo studio del Ciseri per almeno cin-que anni, dal 1849 al 1854. In seguito ebbenumerosissimi allievi che gli resteranno vici-ni per lunghi anni, fra i quali furono predi-letti Niccolò Cannicci, Giacomo Martinetti,

Egisto Sarri, Raffaello Sorbi Edoardo Gelli,Pietro Senno, Tito Lessi e altri ancora.Il decennio che va dal 1850 al 1860 è perAntonio Ciseri un periodo di intenso lavoroe di importanti esperienze culturali.

La sua prima opera di questo periodo, laPietà per la chiesa di Magadino (1850-1851)rivela i germi di una interessante evoluzionerispetto alle caratteristiche formali delleopere del decennio precedente: i colori si at-tenuano in un chiaroscuro giocato su tonismorzati, a volte lividi, già lontani dal cro-matismo lussureggiante della pittura ro-mantica di impronta bezzuoliana (L.D.P., inL’Arte [Firenze], n. 73, 20ag. 1851). Queste

caratteristiche diventano sempre più evi-denti nelle opere immediatamente successi-ve, come il Cristo che si separa dalla madre(1853-1854, destinato in origine alla chiesadella Madonna del Sasso, sopra Locarno, marielaborato in anni più tardi per un seriodanneggiamento del dipinto e rimasto nellostudio del Ciseri), o come il S. Antonio abateper la parrocchia di Ronco (1859-1860), oancora come il ritratto di gruppo dellaFamiglia Bianchini (presentato all’Esposi -zione universale di Parigi del 1855 e oggi incollezione privata a Siena): opere diverse fraloro, ma egualmente tese verso il supera-mento della iniziale formazione bezzuolia-na. La linea comune che si coglie in questi

dipinti è da riconoscersi in una autonomameditazione sullo stile ingresiano (assai dif-fuso in Toscana proprio in questi anni), me-diato tuttavia da un segno deciso e abbre-viato, e da un chiaroscuro a luci e ombresempre più definite e nette che piega versouna resa impassibile del modello chiaramen-te eccentrica rispetto alla cultura ingresianae che invece trova un interessante parallelonelle esperienze contemporanee di alcunipittori francesi quali Gendron o Gérôme o inquelle dello svizzero Gleyre (Del Bravo,1975).

Testo tratto dal Dizionario biograficoTrecciani

“Trasporto di Cristo al sepolcro” custodito nella Chiesa Madonna del Sasso

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Coniglio farcito con luganighetta

La tendenza che sempre più si sta facendo largo nel mondo della cu-cina fra i cuochi professionisti, ma anche fra gli appassionati, è quelladi riprendere le vecchie ricette che ci sono state tramandate dai nostrinonni e dai nostri genitori per riadattarle in chiave un po’ più moder-na, tenendo in considerazione i nuovi prodotti che il mercato ci hamesso a disposizione, così come cercare di avere un occhio di riguardoper l’alimentazione. Fra le varie tipologie di carne che un tempo an-davano per la maggiore vi era sicuramente anche il coniglio, erano in-fatti molte le famiglie che allevavano i conigli per poi cibarsi. Il coni-glio è una carne bianca molto tenera con un basso contenuto di grassi,che si presta bene a vari tipi di cottura dal quale dobbiamo però stareattenti poiché, essendo molto magro, rischia di rimanere asciutto. Iclassici sono il coniglio alla cacciatora, il coniglio arrosto, il coniglio inumido, ecc. Io vi propongo una ricetta un po’ più elaborata, ma altret-tanto originale, il coniglio farcito con luganighetta con salsa allagrappa. Questa ricetta è stata proposta ai nostri Residenti in occasio-ne della festa di primavera, ma può benissimo essere proposta ancheper il pranzo natalizio, dove i piatti tradizionali sono sempre più ap-prezzati proprio per la loro specificità.

È chiaramente molto importante avere delle carni di ottima qualitàper ottenere un buon risultato finale. Personalmente mi piace moltola luganighetta prodotta dal nostro macellaio di fiducia che un tempoaveva la sua bottega anche a Brissago e ora non più ma che continuaa servirci dei suoi prodotti.

Per il ripieno togliamo il budello alla luganighetta, la mettiamo in unabacinella ed aggiungiamo le verdure tagliate a cubetti, il pane strizza-to messo precedentemente a mollo nel latte e le due uova. Condiamoleggermente l’impasto con sale e pepe e lo lavoriamo fino a quandoabbiamo raggiunto una consistenza omogenea. L’impasto sarà quindisimile a quello di un polpettone. A questo punto stendiamo l’impastosul coniglio lasciando un paio di centimetri al bordo per far sì che lamassa non fuoriesca e lo arrotoliamo con cautela. Per evitare che il co-niglio si apra durante la cottura lo leghiamo con uno spago ed inseria-mo fra di esso e la carne dei rametti di rosmarino come mostrato in fi-

Per 5-6 persone avremobisogno:

• 1 coniglio disossato(chiedetelo al vostromacellaio di fiducia)

• 600 grammi diluganighetta

• 200 grammi di paneraffermo

• 2 decilitri di latte

• 30 grammi di carote

• 30 grammi di sedanorapa

• 30 grammi di porri

• 30 grammi di cipolla

• 1 spicchio di aglioschiacciato

• 2-3 rametti di rosmarino

• 2 uova

• olio di oliva e burro

• 5 decilitri di vino bianco

• ½ decilitro di grappa

• 1 litro di brodo dimanzo leggero

• maizena

• sale e pepe

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gura. Una volta assemblato il tutto facciamo riposare il coniglio in frigorifero per un’oretta.Per la cottura preriscaldiamo il forno a 200°, condiamo il coniglio con sale e pepe, lo siste-miamo in una pirofila con l’aggiunta di olio e qualche ciuffetto di burro e lo cuociamo per45 minuti in modo da ottenere una bella crosta dorata. Trascorso questo tempo bagniamocon il vino bianco e lo facciamo cuocere per ancora 30-45 minuti a 180°. Una volta cotto ilconiglio ci apprestiamo a preparare la salsa. Aggiungiamo quindi il brodo e la grappa al fon-do di cottura del coniglio, portiamo a bollore e addensiamo la salsa con della maizena.

Spero che quanto proposto possa attirare il vostro palato e a nome di tutta la cucina viAuguro buon Natale.

Responsabile cucinaArmin Torelli

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Quest’anno una parte dei residenti di Casa San Giorgio haavuto la possibilità di partecipare ad una prima esperienza divacanza con un’altra casa del Locarnese, in questo caso, laCasa Tarcisio di Tenero.Insieme a 17 militi della Protezione Civile di Locarno, dal 29agosto al 3 settembre 2016 si sono svolte le vacanze allaFondazione OTAF, centro di vacanza a Sommascona in Val diBlenio. La casa è molto ben strutturata per accogliere anchepersone disabili. Le stanze, i bagni e i locali sono tutti adatti

per l’accoglienza delle persone con problemi motori (camere con letti elettrici, servizi WC ebagni adeguatamente attrezzati). Gli ampi spazi, privi di barriere architettoniche, si sono ri-velati idonei per qualsiasi attività si volesse proporre.

L’esperienza è stata accolta con entusiasmo da entrambe le case ed i residenti sin dal primomomento si sono trovati bene insieme. Sono nate delle amicizie che sono durate per tutto il periodo trascorso insieme e anzi, che continuano tuttora che siamo tornati nei rispettiviistituti.

Vacanze estive a Sommascona

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La Casa Tarcisio di Tenero ospita principalmente persone con deficit della vista. Questo hadato l’opportunità a tutte le persone coinvolte (residenti, operatori e militi) di fare un’espe-rienza diversa ed interessante e di avere un piccolo approccio sui problemi della cecità..

Le giornate sono a dir poco volate, tra le chiacchierate, le uscite, i giochi, le degustazioni, lecene con musica e così via.

È stato bellissimo constatare che il contatto tra i giovani della Protezione Civile ed i nostrianziani si andava rafforzando man mano che i giorni passavano. Vedere un milite discutereappassionatamente con un residente era scena quotidiana.

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L’esperienza si può riassumere come un grande successo sia per quanto riguarda il contattoumano (tra anziani e giovani, tra anziani ipovedenti e non e tra militi ed operatori) sia dalpunto di vista organizzativo (cure, cucina, pulizie...) e non da ultimo per le animazioni mira-te ed uscite interessanti.Il giorno della partenza per il rientro nelle rispettive strutture, si sono viste alcune lacrime esentito frasi del tipo: VOGLIO RIMANERE ANCORA QUI!!! Questa è la nostra più grande ricompensa.

Esperienza da ripetere ? Vedremo se il prossimo anno con le restrizioni finanziare “propo-ste” dallo Stato, i nostri Residenti potranno ancora beneficiare di simili esperienze molto po-sitive sotto diversi punti di vista non da ultimo anche per l’importante collaborazione con laPci di Locarno, che andiamo a ringraziare anche da queste pagine, augurando a tutti BuonNatale.

L’animatrice: Tania Gottraux

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Ridere fa bene

Dopo 25 anni di matrimonio, ho guardato mia moglie e le ho detto:“Cara, 25 anni fa, avevamo un piccolo appartamento, una vecchia auto, si dormiva su un di-vano, guardavamo la tv in bianco e nero su un televisore 10 pollici ma io dormivo con unabella e giovane bionda di 25 anni.Ora abbiamo una casa da 500.000 euro, una BMW da 50.000 euro, un letto ad acqua, un te-levisore al plasma da 50 pollici, ma io dormo con una vecchia di 50 anni”.Mia moglie è stata rapidissima nel rispondermi e mi ha detto:“Non hai che da trovarti una giovane bionda di 25 anni ed io farò in modo che tu ti ritroviin un piccolo appartamento con una vecchia auto e che tu dorma sul divano guardando la tvin bianco e nero da 10 pollici”.Le donne sono incredibili!!! Ti guariscono subito dalla tua crisi esistenziale.

A colloquio con il Direttore:Rossi, lo so che il suo stipendio non è sufficiente per potersi sposare.Ma un giorno me ne sarà riconoscente.

Davanti ad una tomba un tale singhiozza:- Non dovevi morire, non dovevi morire, perché sei morto...Un passante, commosso, lo vede e domanda:- Era vostro padre... vostra madre...E il tale:- No, era il primo marito di mia moglie!

Un uomo sta raccontando una cosa al suo migliore amico:- L’altro giorno stavo in camera da letto quando mia moglie senza un minimo di preavviso,si è levata i vestiti di dosso e mi ha detto: “Fammi sentire una vera donna!”

- E tu che hai fatto?- Mi sono levato anch’io i vestiti, li ho buttati sul letto e gli ho detto: “STIRALI!”

Un bambino protestante ritorna a casa con un occhio nero e la mamma gli chiede:“Chi ti ha fatto quell’occhio nero?”“Stavo giocando con Timmy O’Connell e ho raccontato delle barzellette sul Papa” spiegaJmmy.“Ma non sapevi che gli O’Connell sono cattolici?”“Si, lo sapevo, ma nessuno mi ha mai detto che anche il Papa è cattolico.”

Un vecchietto di oltre novant’anni viene presentato al congresso della Lega Antialcoolica, egli viene chiesto:- Lei ha mai bevuto?- Mai toccato un goccio d’alcool in vita mia! - risponde il vechietto.- Ecco spiegata la sua longevità! - esclama il Segretario della Lega Antialcoolica.- E ci dica, - gli domanda ancora il Segretario - come va la salute?- Va benissimo!- E la vita? Le sue giornate sono tranquille e felici?- Tranquille proprio non direi - fa il vecchietto - perché ogni notte ritorna a casa mio padreciucco come una spugna, e mi sveglia sempre con il baccano che combina!!!

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Guglielmina Baccalà

La Signora Guglielmina Baccalà è nata a Brissago il 13 aprile 1920. I genitori Vincenzo eCristina Fabbri erano originari dell’Abruzzo che si erano trasferiti qui. Guglielmina è l’ultimadi una grande famiglia composta da nove figli. Purtroppo il padre è deceduto quando leiaveva solo 2 mesi, la mamma invece quando lei era una giovane ragazza di 17 anni. Questieventi traumatici hanno certamente segnato in modo indelebile la sua vita, di carattere par-ticolarmente sensibile.Ha frequentato le scuole dell’obbligo a Brissago e successivamente ha lavorato in FabbricaTabacchi. Si è sposata all’età di 19 anni con Albino Baccalà, ed ha poi scelto di dedicarsi to-talmente alla famiglia, allietata dalla nascita di tre figli: Luciano, Bruna e Marco, con i qualiha tuttora un ottimo rapporto.A 70 anni è rimasta vedova. Il marito purtroppo è mancato dopo lunga malattia, lasciandola Signora Guglielmina fortemente provata per via del grande impegno profuso nell’assi-stenza e nelle cure amorevolmente prestate.Nel settembre del 2013 ha deciso di venire a Casa San Giorgio dove conosce molti Residenti,perlopiù originari del paese. Persona gentile e mite, è sempre cortese e disponibile a conver-sare con gli altri; è ben voluta da tutti e partecipa volentieri anche alle attività di animazio-ne proposte. La presenza costante e attenta dei figli e dei parenti, che la vengono a trovareassiduamente, la rassicura ed allieta le sue giornate. Nell’augurarle tanta serenità, la salutia-mo da queste pagine con affetto.

Segno zodiacale arieteColore preferito celesteTratto principale del mio carattere vado d’accordo con tutti, la gentilezzaPrincipale difetto mi innervosisco e tengo tutto dentroInteressi principali il giardino, guardare la televisione, stare con la mia

famigliaFiore preferito il giglioQuel che apprezzi negli amici che siano sinceriMusica preferita tutte le canzoni ticinesi; una volta mi piaceva molto

cantareCibo preferito gli gnocchiSogno nel cassetto il mio desiderio è sempre stato che i miei figli

possano andare sempre d’accordo

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Stefania Zanoli

Stefania vive a Premosello Chioven-da, un piccolo paese del VCO nellavicina Italia, dove è nata e cresciutae dove il padre, pediatra, era ancheil medico del paese. La sua infanzia èstata segnata dalla prematura scom-parsa della mamma, quando lei ave-va solo 9 anni. A 17 anni si reca negliUSA per una esperienza di scambio estudio di un anno, durante la qualeha potuto svolgere servizio di volon-tariato in un ospedale del Michiganscoprendo così il suo interesse per leprofessioni in ambito sanitario.Lavora presso la Casa San Giorgiodal 2004 come Assistente di cura; lesue precedenti esperienze lavorativecomprendono un periodo di due an-ni come Assistente domiciliare nelservizio assistenziale per ragazzi dis-abili e sette anni di lavoro in unaCasa per Anziani in Italia. Stefania èmadre di due figli ormai cresciutiche condividono con lei la passioneper i viaggi e le lingue e culture stra-niere e lavorano all’estero: Marian-na in Danimarca e Davide in SvizzeraRomanda.Ben inserita all’interno del team delsettore cure del 2° piano, svolge ilsuo compito con impegno anche inqualità di responsabile per i prodot-ti di incontinenza del suo reparto.Inoltre fin dalle sue prime edizioniha collaborato con il gruppo che sioccupa della redazione del giornali-no. Da parte nostra, nel ringraziarlaper il suo impegno, le facciamo i mi-gliori auguri per un futuro sereno ericco ancora di molte soddisfazioni.

Segno zodiacale bilanciaColore preferito verdeTratto principale del mio carattere socievolePrincipale difetto incostanteInteressi principali lettura, viaggi, giardinaggio e ascoltare musicaFiore preferito tulipano e proteaQuel che apprezzi negli amici la sinceritàCanzone preferita “just breath” di Pearl JamCibo preferito burro d’arachidi Dono di natura che vorrei avere una bella voce per saper cantareSogno nel cassetto riuscire a suonare un brano di musica tradizionale

irlandese con il violino Un mio motto vivi e lascia vivere

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iraResidenti

Sotto questa rubrica si potranno leggere le informazioni relative ai nuovi arrivi, alle parten-ze e agli eventi che riguardano i nostri cari Anziani, nel periodo relativo al secondo semestredi quest’anno.

Benvenuto a

12.05.16 Enrica BERNARDASCI1939, Agarone

12.07.16 Marsilia BARATTI1935, Locarno

09.06.16 Fausto JELMONI1933, Brissago

22.08.16 Rita CASCIONI1931, Brissago

14.08.16 Meta LEVIS1936, Brissago

24.10.16 Roger PRATO1930, Brissago

04.11.16 Giuseppe FASANO1939, Brissago

04.11.16 Cesarina FRANSCELLA1937, Minusio

28.11.16 Nelly MEIER1927, Locarno

05.12.16 Lilly STORELLI1939, Brissago

Arrivederci a

02.12.16 Cesarina FRANSCELLA1939, Agarone

Addio a

27.06.16 Yoshiaki KONISHI1944, Losone

30.06.16 Ezio COPPINI1940, Campo

14.08.16 Alberto ZOPPI1932, Losone

10.09.16 Rita CASCIONI1931, Brissago

20.10.16 Xenia PAROLINI1929, Arcegno

22.10.16 Carmelina SCIARONI1923, Brione s./Minusio

01.11.16 Beatrice BRANCA1926, Brissago

17.11.16 Ernesto MEYER1936, Ascona

11.12.16 Graziella DE MONTI1925, Brissago

15.12.16 Antonietta ROLLIN1921, Locarno

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Auguri di buon compleanno a

luglio 17 Cesarina Franscella - 8918 Alberto Binda - 7322 Ernesto Meyer - 8029 Giuseppe Storelli - 88

agosto 2 Mariangela Lehmann - 955 Erminio Camellini - 915 Doris Minoggio - 786 Edgardo Mutti - 7512 Graziella De Monti - 9114 Eliana Ferrari - 7414 Carlo Usan - 8030 Aldiva Zwyer - 90

settembre 10 Fausto Jelmoni - 8326 Rita Comperti - 81

ottobre 5 Maria Perri - 826 Irma Lorero - 9111 Vittoria Meschini - 8216 Caterina Marcacci - 9822 Giannina Spiniello - 9031 Pietro Berta - 92

novembre 1 Meta Levis - 8011 Marsilia Baratti - 8116 Franz Spaeth - 7626 Miryana Djordjevic - 68

dicembre 5 Arcangela Prato - 766 Alben Maechler - 8810 Antonietta Röllin - 9527 Irene Maggetti - 8628 Albina Pescarmona - 92

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iraCollaboratori

Nuove entrate01.07.16 Patrizia CIELO stagiaire Aus. cure CRS 80%01.08.16 Katia BOTTACCHI assistente di cura 100%12.08.16 Daniel Filipe ROSARIO rimpiazzo Aus. sala mensa 80%01.09.16 Sandra GRGIC rimpiazzo OSS al 100%01.09.16 Melissa ZANOLETTI appendista OSS 3° anno 100%01.09.16 Natasha MASLAROVA rimpiazzo Infermiera 100%01.09.16 Tiziano POROLI inserim. prof. Custode-manutentore 100%01.10.16 Nadia RAGGI rimpiazzo Animatrice 60%01.10.16 Anna-Maria WOHLGEMUTH stagiaire settore cure 100%01.10.16 Veronica ROSCA DE MARCO ausiliari lavanderia AUP 50%01.11.16 Jatnna CAVAZZONI rimpiazzo Infermiera 100%01.12.16 Magdalena GUDELJ rimpiazzo ACSS 100%01.12.16 Esmeralda TOSKA rimpiazzo Ass. di cura 100%

Uscite30.07.16 Mathias PAREDES LEONI fine stage settore cure31.07.16 Raffaele CONTELLA conclusione rapporto Infermiere31.08.16 Patrizia CIELO fine stage aus. cure CRS31.08.16 Teodora BADZIC fine rimpiazzo OSS30.09.16 Ardiana LUZHA fine rimpiazzo Ingermeria16.10.16 Deborah VISALLI fine rimpiazzo Ergoterapista31.10.16 Daniel Filipe ROSARIO fine rimpiazzo aus. Sala mensa30.11.16 Anbulena SHABANI conclusione rapporto OSS31.12.16 Nadia RAGGI fine rimpiazzo animatrice31.12.16 Imre ANDINA conclusione rapporto AUP31.12.16 Maria D. A. ALVES DA ROCHA fine stage settore cure

Modifiche01.08.16 Meri GJORGJIEVA inizio apprendistato OSS 2° anno01.08.16 Corin MUNK rientro da maternità Assistente di cura 50%01.09.16 Deborah TORELLI assunzione definitiva ACSS13.09.16 Claudia PROFUMO rientro da maternità Infermiera 80%01.10.16 Deborah DURIC riento da maternità OSS 100%01.10.16 Tania GOTTRAUX Animatrice da 50% a 60%01.11.16 Immacolata LONGO rientro da maternità Ass. cura al 50%

Felicitazioni condivise da tutti a:All’Infermiera Barbara PROFUMO per la nascita del figlio Rafael avvenuta il 15 luglio 2016

A tutti i collaboratori indistintamente, un grazie sincero

per il lavoro svolto e auguri vivissimi per un sereno,

gioioso e frizzante 2 0 1 7

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Nuova commissione internadel Personale

Lo scorso 28 novembre 2016 si è concluso con successo l’iter per la nomina dellaCommissione interna del Personale. Come previsto dal Regolamento organico cantonale peril personale occupato presso le case per anziani (ROCA), in data 24 ottobre scorso era statodato avvio al percorso per l’elezione dei rappresentanti nella Commissione interna delPersonale per gli anni 2017-2018. La nuova Commissione, che si è riunita una prima voltamercoledì 7 dicembre 2016 per la suddivisione delle cariche e quindi siamo lieti di informar-vi sulla nuova composizione:

Presidente: Rosa MARINARO Ass. cure rapp. SITVice-Presidente Bodislav SEAROVIC Cuoco rapp. SITSegretaria: Milena IVANOVA Aus. sala mensa rapp. VPODMembri Eleonora BOTTACCHI Ass. cura rapp. VPOD

Aron CORETTA Aus. cucina rapp VPODMattea FORNERA Ass. cure rapp. SITTania GOTTRAUX Animatrice rapp. SIT

Alla nuova Commissione Auguri per un proficuo e anche tante soddisfazioni !

Gruppo di lavoro qualitàIl 16 dicembre scorso si è pure riunito per l’ultimo incontro annuale il Gruppo di lavoro qualità.Questo Gruppo, Presieduto dall’Infermiera Angela PELLEGRINO, di regola si riunisce da 4 a 6volte l’anno e si prefigge di essere attento all’applicazione delle norme di legge, al rispetto del-le buone regole per il buon funzionamento dell’Istituto, valuta proposte di miglioramento, ri-ceve eventuali reclamazioni e più in generale segue gli avvenimenti della struttura proponen-do puntuali riflessioni sempre volte al mantenimento e al miglioramento delle qualità.

Foto di gruppo durante una riunione “extra muros” presso la Pro Infirmis di Locarno

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Don

azio

niDonazioni

Cognome e nome designazione dell’offerta mese

Murer Silvia e Wüthrich Myrtha, Brissago Luigi Bonetti giugnoBerta Mauro, Brissago Arialdo Bonomi

Bonomi Irisi, Brissago “ luglio

Balestra Feodora, Brissago Diego Gallotti agostoBerta Lorenzo, Brissago “ Berta Giuseppe, Brissago “ Biffi Luciano, Brissago “ Buner Claire, Brissago Peter Schlauri - BrittBuner Claire, Brissago Alberto ZoppiZoppi Luigina, Locarno “ Zoppi Pedroni Maria, Brontallo “ Gianini Armando, Brissago Diego GallottiGhiringhelli Magda, Brissago “ Mazzi-Damotti Fernanda, Brissago “ Murer Silvia, Brissago Alberto Zoppi

Berta Giuseppe, Brissago Vilma Donetta ottobrePatritti Bruna, Brissago Carmelina SciaroniSchmidt Roman, Unterwasser Prato-Piccirilli

Cascioni Rodolfo, Brissago Rita Cascioni novembre

Totale delle donazioni nel secondo semestre 2016 Fr. 1’254.00

Grazie a tutti per la consueta vicinanza alla Casa San Giorgioe a tutti Auguri di Buone Feste

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Ridere fa bene

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Al “ grott”Questa poesia dialettale, come le precedenti, è opera di Renato Agostinetti, membro storico del Cabaret della Svizzera italiana.Grazie al Signor Renato per la gentile messa a disposizione e a voi buona lettura.

Il ve

cchi

o sa

ggio

Jè tanti ann che sum spusaaDess guardee un po’ cus’m’è capitaaUn dì la mè dona la ma diis cun miMa piaseress a nà mangià quaicoss cun ti

Ho sübit pensaa l’idea l’è mia maaMi ga sto sempar se sa trata da mangiaaA nem inzema in un grottinE iscì mi g’bevi inzema un bicerin da vin

Em töi sü la macchina e in un attim serum làGh’era poca gent em mia dovü spetaaA sem nai drizz tücc düü a setassSü na banchèta ad un tavulin da sass

Gh’è rivà la camerera cosa vöruf mangiaaUna pizza o pulenta cul brasaaOpür va fo un filett cun i patati frittCun un’insalata da züchin e da curnitt

Mi a sto punto ho perdüü la tramontanaMi vöri na tajada da roba nostranaA sem in un grott a sem mia in pizzeriaIn un risturant o in un’ osteria

La signorina un po’ imbarazzadaA ma dispiaas podi mia dagh na tajadaSem restaa senza giambon e senza salamSenza carne sèca e gh’em pü gnanca da pan

La mè dona la cercava da calmammPerché mi cuminciava a infiamammL’è mia la manéra porcu canUn grott senza giambon e senza salamm

Gh’è rivaa la padrona ormai l’è iscìI gent dal dì d’incöö i preferiss i pizzeriiE alura anca nüm em dovüü adeguassSe vörum ammò guadagnà quaicoss

E bon va ben la ma daga un filettinCun un po’ da insalata e pö mangi un furmagginEcco vün nostran al ma piaseressDa cavra o da vaca per mi l’è istess

Va ben na mozzarèla? ma diis la padronaGh’emm chela da bufala che l’è propi bonaCun un po’ d’oli pevar e saaMi ga assicüri a l’è na bontà

Ma adess sem dré a nà föra da cervell?Dess nem al grott a mangià i mozzarell?Cara la mè sciura nüm sem chi in TesinChe l’è la patria di furmaggin

Sarò un nostalgich ma mi in un grottA vo a mangià nostran e a bevan un gottSalamm e furmaggin e nient da püA mi ma gira i scatul se i ma portan al menü

Na volta in un grott sü la carta dal menüPiatto ticinese a gh’era scritt süCumandi chel almen a l’è nostranE bon da ticinees gh’era forse al pan

Gh’era sü al giambon cott l’era fin affümicaaE pö un furmaggin Gala ammò incartaaAl salamm sa vedeva da luntanChe l’era dala Migros altro che nostran

Ammò una volta mi ma sum incalzaaCun chesti segn dala modernitàSe nem avanti iscì in un grott i po’ servittAnca i hamburger cui patati fritt

E pö un biceer da coca chi da cartonCome in di MacDonalds che gh’è chi in dal cantonGa sarà i giuvin che i sarà cuntentDa chesto enorme cambiament

E pö a gh’è chi gent che i sighita a reclamàPerché a sem dré a pèrd la nostra identitàPer via di arabi che gh’è chiChe pö a ga né chi al massim dü o trii

A gh’n’è iscì da robb che gh’è cambiaaChe m’ha fai pèrd la nostra identitàT’al sett cosa fo dess che sum scià ala finA vo a cà e mangi un tocch da pan e n’salamin

E già che sum adré ga bevi dré un gott da vin32