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Vengo dopo il Pci

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L’e-book di Caffè News esce, simbolicamente, con la fine del congresso del Partito Socialista Europeo e l’entrata ufficiale del Pd nella famiglia guidata da Martin Schulz. La sinistra italiana recupera ora una dimensione europea, finora mancata...

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Vengo dopo il Pci. Breve storia della sinistra italiana da Occhetto a Renzi

Giuseppe Guarino

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Prima edizione ebook: 2014by Caffè News

www. caffenews. it

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Giuseppe Guarino

Vengo dopo il PciBreve storia della

sinistra italiana da Occhetto a Renzi

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Indice

0. Prefazione1. Gli anni del Pds2. Rifondazione e la scissione del Pdci3. La “Cosa 2”4. Il fronte sinistro5. Verso il Pd6. Da Veltroni a Bersani7. Né falce né martello8. Il partito di Renzi9. Il governo del Rottamatore10. Alla fine della storiaAppendice 1: Risultati elettoraliAppendice 2: I simboliAppendice 3: Le primarieRiferimenti bibliografici

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0. Prefazione

Ho scritto questo libretto con una semplicità disarmante.Dentro non c'è nulla di speciale, non è altro che un riepilogo dieventi che raccontano una storia che posso dire in parte anchemia.

La mia generazione è stata la prima a non aver vissuto sullapropria pelle la guerra fredda, la divisione del mondo inblocchi, le certezze e i timori dell'epoca. Ecco perché, per noi,è stato forse già tardi per riconoscerci in una certa simbologia,retaggio nostalgico d'un mondo che non abbiamo mai vissuto.

Il Pci rappresentava per tanti l'utopia dell’uguaglianzasociale. Chi si identificava nel partito delle bandiere rosse edella falce e martello credeva in un sogno, un mondo nuovo, unsistema diverso. Ma per farlo ci si limitava a rispettare questo,per quanto lacunoso e discutibile, e si conviveva con gli altriliberatori dal fascismo, ossia i partiti avversari nonché gli stessiamericani.

Alcuni di noi, me compreso, si sono riconosciuti fuori tempomassimo nelle ideologie d'un tempo. Poi si cresce, si migliora,ci si ripensa. E con noi, con quelli della mia generazione e diquelle immediatamente precedenti, si sono evoluti i partiti.Abbiamo vissuto, anche solo per sentito dire, tutte letrasformazioni del Pci: il Pds, i Democratici di Sinistra, ilPartito Democratico. Abbiamo visto i dissidenti del Pdci uscireda Rifondazione Comunista, nascere Sel, i fallimenti delle listedella Sinistra Arcobaleno e di Rivoluzione Civile.

L'idea di riepilogare questa storia, questi anni, questepassioni, è giunta nel dicembre 2013, quando Matteo Renzi si èimposto alle primarie del Partito Democratico, segnando così lafine di un'ulteriore era e, almeno idealmente, di un'intera classedirigente che andava trascinandosi sin dai tempi del Pci. Ci

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fermiamo qui, dove siamo potuti arrivare, a un passo dalleelezioni europee del 2014. D'accordo con Paolo Esposito (cheispirandosi a Renzo Arbore ha dato il nome alla rubrica e poiall'e-book) e gli amici di Caffè News, dunque, abbiamo quiraccolto, rivisto e corretto, tutte le puntate di “Vengo dopo ilPci”, al fine di dare al discorso un'impostazione e uno sguardod'insieme. Alla fine del libro, invece, ho provveduto ad inserireuna serie di dati elettorali, grafici e reminiscenze volti acostituire un rapido e comodo sunto in termini numerici eimmediati.

Vi auguro una buona lettura.

Giuseppe Guarino

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1. Gli anni del Pds

Era il 1989 quando Achille Occhetto, alla Bolognina,annuncia che il Partito Comunista Italiano, fondato da AntonioGramsci nel 1921, avrebbe cambiato nome e simbolo. Non unabbandono totale dello storico simbolo della Falce e Martello,piuttosto un rinnovamento che, con gli ultimi sgoccioli di vitadell’Urss e la caduta del muro, ha portato il principale partitod’opposizione di fronte al timore di poter diventare un tristeanacronismo storico.

Il Pci smetterà di esistere il 3 febbraio 1991, quando nasceufficialmente il Partito Democratico della Sinistra. Il nuovosimbolo è una quercia, ai cui piedi campeggia ancora il logodel vecchio partito. Un nutrito gruppo di dissidenti, che alcongresso viene bollato come “Fronte del NO”, non ci sta. Inomi sono quelli di alcuni rappresentanti storici del Pci,dirigenti in vista e figure di spicco: Alessandro Natta, PietroIngrao, Armando Cossutta. Quest’ultimo darà vita alMovimento per la Rifondazione Comunista, che l’anno dopoporterà alla nascita del Partito della Rifondazione Comunista,portandosi dietro circa un terzo dei vecchi compagni.

Il Pds nasce con un incidente di percorso: Occhetto non ha ilquorum per essere eletto segretario, soprattutto a causadell'assenza di oltre cento delegati del Consiglio Nazionale.L'elezione, però, è solo questione di tempo e l'8 febbraio 1992l'ultimo segretario comunista diventa primo segretario delpidiessino.

Il Pds di Occhetto, ereditate gran parte delle strutture e degliiscritti (nonché della classe dirigente) del Pci, si presenta cosìalle politiche del 1992. Alla Camera il nuovo partito prende il

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16.11%, mentre Rifondazione Comunista il 5.6%. Il risultato èpiuttosto deludente: il Pci, infatti, aveva ottenuto ben il 27.58%alle precedenti europee del 1989 e il 26.57% alle politiche1987.

Con le consultazioni del ’92 si consolida l’alleanzaquadripartito tra Dc, Psi, Psdi e Pli. Giuliano Amato forma ilsuo primo governo poiché il neoeletto Presidente dellaRepubblica Oscar Luigi Scalfaro rifiuta di affidare l’incaricoagli inquisiti (leggasi Bettino Craxi).

Il Pds entra così, in accordo con Psi e Psdi e non senzapolemiche, nell’Internazionale Socialista e contribuisce afondare il Partito Del Socialismo Europeo, nel quale rimarràfino alla dissoluzione dei Ds e alla nascita del PartitoDemocratico.

L'esecutivo Amato non dura molto e viene presto sostituitoda una maggioranza alternativa. Ad essere scelto comePresidente del Consiglio in via transitoria è un eminentetecnico toscano che non è nemmeno parlamentare: CarloAzeglio Ciampi. A sostenerlo è un governo di larghe intese,basato sull'asse Dc-Pds-Psi più alcune formazioni minori.Rifondazione (come Msi e Lega Nord) preferisce rimanereall'opposizione. L'esecutivo comprende inizialmente anchealcuni ministri di Pds e Verdi: Vincenzo Visco, LuigiBerlinguer e Francesco Rutelli. Questi, il giorno dopo ilgiuramento del nuovo governo, si dimettono per protestacontro un Parlamento che non ha concesso l'autorizzazione aprocedere contro Craxi.

Nasce così, piano piano, dopo il passaggio al sistemaelettorale del Mattarellum, il fronte dei Progressisti in vistadelle politiche del 1994: Pds, un Psi ridotto all’osso dallevicende personali del suo ex segretario, RifondazioneComunista, Verdi, Cristiano Sociali, Rete e RinascitaSocialista. Il candidato alla presidenza del Consiglio è Achille

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Occhetto. Il risultato è, ancora una volta, deludente. SilvioBerlusconi stravince e il Polo del Buon governo \ Polo delleLibertà va al governo. Per il Pds il consenso sale al 20.36%.

Berlusconi dà così vita al primo governo della storia italianaa comprendere ex esponenti del Movimento Sociale nonchédella Lega Nord, ma l’avventura dura soltanto 8 mesi proprio acausa dell'abbandono della maggioranza da parte del Carroccio.

Nel frattempo, dall'altra parte, Occhetto si è dimesso e allasegreteria della Quercia è salito Massimo D’Alema. Anche lasua elezione è risultata però controversa: avrebbero dovutopartecipare al congresso circa 19mila delegati, ma se ne sonopresentati soltanto 12mila. I due sfidanti, D'Alema e WalterVeltroni, si ritrovano quasi alla pari, e l'elezione vienerimandata al ristretto Consiglio Nazionale. Qui la linea“kennediana” di Veltroni è battuta di misura.

Con la caduta di Berlusconi, Scalfaro nomina Presidente delConsiglio Lamberto Dini, dando vita a un governo interamentetecnico che vede l’appoggio esterno di Pds, Ppi, Psi, LegaNord, Verdi, Rete, Cristiano Sociali, Ccd, Cdu, Patto deiDemocratici ed alcuni dissidenti di Rifondazione Comunista.

All'interno del centrosinistra cominciano così i sondaggi peruna nuova alleanza da presentare alle elezioni politiche che, colgoverno tecnico in carica, sembrano sempre più vicine.Romano Prodi, nei primi mesi del 1995, lancia il movimento deL’Ulivo, una riedizione in miniatura del centrosinistra e delcompromesso storico. La nuova sigla del professore, infatti,vorrebbe creare un’alleanza tra i partiti di centro e quelli disinistra per contrastare la deriva verso le destre avviata daBerlusconi. Il Patto Segni e il Ppi si dicono d’accordo, cosìcome i Verdi e, appunto, il Pds. Rifondazione Comunista,invece, approva un “patto di desistenza” nei confronti delleforze appartenenti a L’Ulivo: alle politiche del 1996, in 42collegi “sicuri”, il Prc si presenterà al posto dell’Ulivo con il

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vecchio simbolo dei Progressisti. Sotto la quercia e la falce emartello del simbolo del Pds, inoltre, compare la scritta“Sinistra Europea”.

La nuova coalizione Ulivo-Rifondazione vince le elezionipolitiche con il 43.39% dei consensi. Nella quota proporzionaleil Pds raccoglie il 21.06%. Prodi è il nuovo Presidente delConsiglio e il Pds è il primo partito italiano.

Molti uomini-chiave del partito ottengono nomine nel nuovoesecutivo: Walter Veltroni alla vice-presidenza del Consiglio ealla Cultura, Giorgio Napolitano al Viminale, Vincenzo Viscoalle Finanze, Luigi Berlinguer alla Pubblica Istruzione, PierLuigi Bersani a Industria, Commercio e Artigianato, mentreAnna Finocchiaro, Livia Turco e Franco Bassanini approdano atre ministeri senza portafoglio (rispettivamente PariOpportunità, Solidarietà Sociale e Funzione Pubblica).

Tuttavia, all’interno del Partito non tutto funziona comedovrebbe: Massimo D’Alema è fortemente critico nei confrontidel governo Prodi e scende addirittura in piazza contro di esso.Nel frattempo, egli spinge per unificare il Pds con altre forzedella sinistra italiana, anche di quella non post-comunista. Imalumori cominciano a circolare anche all’interno diRifondazione che, guidata dall’asse Cossutta-Bertinotti,comincia ad opporsi al governo soprattutto in materiafinanziaria.

Controversa la questione sulla bicamerale per le riformecostituzionali del 1997: D'Alema viene eletto presidente dellacommissione con i voti del centrodestra, inciuciando più voltecon il Polo e la Lega Nord. La bicamerale, che aveva propostotemi come il semi-presidenzialismo e il sistema tedesco dicancellierato, naufraga per l'ostruzionismo esercitato daBerlusconi in collaborazione con i suoi rinnovati alleatileghisti. La bicamerale resta nella storia e quest'esempio saràriportato dalle cronache ogni volta che il centrosinistra proverà,

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negli anni successivi, a trattare con Berlusconi, ricordandocome quest'ultimo sia sempre pronto a far saltare il banco.

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2. Rifondazione e la scissione delPdci

Dopo l’ultimo congresso del Pci, nel 1991, alcuni delegatirifiutano di partecipare alla fondazione del Pds e optano peruna scissione a sinistra. Il confronto è acceso e serrato e, allafine, la corrente cossuttiana e filosovietica va a costituirel’ossatura iniziale del Movimento per la RifondazioneComunista. Questo nasce formalmente il 25 febbraio 1991. Ilprimo obiettivo è quello di strappare al Pds anche lo storicosimbolo, ma l’operazione fallisce miseramente. Il partitofondato da Occhetto pone il vecchio logo del Pci ai piedi dellaquercia e al neonato movimento non resta che accontentarsi deisoli falce e martello, su una bandiera stilizzata, senza iltricolore.

Il primo segretario (dapprima definito “coordinatore”) èSergio Garavini, che deve però subito fare i conti con unacoabitazione insieme a Cossutta. Intanto, DemocraziaProletaria, guidata da Giovanni Russo Spena, decise disciogliersi e confluire nel nuovo soggetto politico. Segue lamedesima strada anche il Partito Comunista d’Italia – MarxistaLeninista e qualche dissidente entrato nel primo Pds decide ditornare sui propri passi e seguire la nuova avventura di rossovestita. Dopo numerose lotte di piazza, soprattutto riguardantila richiesta d’impeachment nei confronti del Presidente dellaRepubblica Cossiga, il Partito della Rifondazione Comunistavede ufficialmente la luce il 15 dicembre 1991.

Nel 1992 arriva il primo test elettorale nazionale (anche seRifondazione aveva già presentato alcune liste durante leamministrative dell’anno precedente). Si vota ancora col

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proporzionale e il nuovo partito ottiene il 5.6% dei voti dellaCamera dei Deputati e il 6.5% di quelli del Senato. Siamo inanni difficili. È il periodo di Mani Pulite e della riformaelettorale. Rifondazione prende posizione contro ilmaggioritario e, com’era già successo un tempo nel Pci, siesprime contro il processo d’integrazione europea, nonapprovando la ratifica del Trattato di Maastricht e mostrandoun anti-europeismo che negli anni successivi finirà per scemaree tradursi in un sentimento quasi completamente opposto.

Il ’92 è, inoltre, il primo anno senza l’Unione Sovietica e ilcolpo è forte anche per l'ormai fragile comunismo italiano.Cominciano una serie di dissidi interni, soprattutto tra ilsegretario Garavini e il Presidente Cossutta: Garavini spingeper un’alleanza con il Pds, mentre Cossutta rimane su posizionimassimaliste. Sentendosi sfiduciato dal direttorio del partito,Garavini decide di rassegnare le dimissioni. Sembra doverglisuccedere Lucio Libertini, che però muore improvvisamenteprima del congresso, lasciando il Prc nelle mani di un direttoriotemporaneo.

Dal Pds, intanto, alcuni sindacalisti della Cgil che temono unavvicinamento troppo stretto a Bettino Craxi e al Psi (e unaconseguente deriva filo-capitalista) decidono di chiamarsifuori. Alla loro testa c’è l’ingraiano Fausto Bertinotti, che il 28settembre 1993 decide di iscriversi a Rifondazione Comunista.Nel gennaio successivo, dopo il II congresso del Prc, l’exsindacalista dalla erre moscia conquista la stragrandemaggioranza dei voti dei delegati (circa l’83%) e diventa così ilsecondo segretario del partito, facendo il primo passo di unaleadership che durerà incontrastatamente per più di dodici anni.

È il 1994 e si vota per la prima volta col Mattarellum e, inabbinato, anche per le europee. Insieme ad altri sette partiti (tracui il Pds e i cocci rotti del Psi), Rifondazione forma l’Alleanzadei Progressisti, già testata in alcuni comuni l’anno precedente

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(Napoli, Torino, Roma, Genova, Palermo).

I risultati non sono dei migliori. L’alleanza berlusconianatrionfa e Rifondazione si attesta intorno al 6% nella quotaproporzionale della Camera, oltre che al Parlamento Europeo.Alla caduta di Berlusconi, però, anche i Progressistiricominciano a fare scaramucce. Il Prc, nonostante il fortedibattito interno, non concede la fiducia al governo Dini(sostenuto da Pds, Ppi e Lega) e, al contempo, espelle UmbertoCarpi (che aveva invece votato la fiducia).

Il clima si fa rovente e un gruppo che arriverà fino a 16dissidenti (tra cui Nappi, Roventi, Vendola, l’ex segretarioGaravini e il capogruppo alla Camera Crucianelli) diventa partedecisiva della maggioranza parlamentare a sostegnodell’esecutivo. Crucianelli viene sostituito così da OlivieroDiliberto. Il conflitto si conclude con la scissione del gruppodei Comunisti Unitari (con a capo Sergio Garavini e LucioMagri) che comincerà un rapporto di intensa collaborazionecon il Pds (nel 1996 presenterà i propri candidati all’internodelle liste della Quercia), finendo poi per partecipare allafondazione dei Democratici di Sinistra.

Nel 1995 si vota alle Regionali e Rifondazione, nonostante lediatribe interne ma forte dell’opposizione al governo, ottienel’8% circa. Il partito arriva così ad un patto con Dini: nessunvoto di sfiducia in cambio della promessa del presidente delConsiglio di dimettersi entro la fine dell’anno. Dini acconsente(si dimetterà il 30 dicembre).

Romano Prodi, nel frattempo, ha cominciato i lavori per lacreazione dell’Ulivo, ma Rifondazione rifiuta di aderirvi,bocciando il documento programmatico del professore. Il pattodi desistenza sarà raggiunto in un secondo momento: nessunaccordo sulla formazione del governo, ma rinuncia dell’Ulivo apresentarsi in una quarantina di “collegi sicuri”, doveRifondazione torna con il vecchio simbolo dei Progressisti.

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Alle elezioni del 1996 arriva così il massimo risultato dellastoria del Prc: 8.5% alla quota proporzionale della Camera.Forte del proprio risultato, il partito sceglie di fornire a Prodiun appoggio esterno, ma i primi segnali di una nuova faseburrascosa cominciano a notarsi nello stesso partito. MaraMalavenda abbandona il Prc e fonda i Cobas perl'autorganizzazione, che nel 1999 arriveranno a presentare ilproprio contrassegno alle elezioni europee raccogliendo pocopiù di quattromila consensi.

Bertinotti annuncia quasi ogni giorno di non essere dispostoa sostenere la politica moderata dell’esecutivo Prodi, e diessere pronto a revocare la fiducia in caso di bisogno. La primacrisi arriva sulla “missione Alba” in Albania, che vieneapprovata con i voti decisivi del Polo. La seconda giunge sullafinanziaria 1998: Prodi arriva a dimettersi ma, con lamediazione del Presidente della Repubblica Scalfaro, Bertinottiaccorda la fiducia al governo dichiarando di essere pronto asostenerlo per un altro anno. La terza e ultima crisi arrivapuntuale esattamente un anno dopo e, ancora una volta, sullafinanziaria: Bertinotti è sfavorevole e decide di non volervotare la fiducia. Cossutta si dimette da presidente del partito,che così si spacca.

La maggioranza assoluta del gruppo parlamentare (Cossuttae Diliberto) resta fedele all’Ulivo e al centrosinistra, mentre lemozioni di Bertinotti e Marco Ferrando optano per rimanereall’opposizione. I dissidenti fondano così il Partito deiComunisti Italiani. Con un accordo tra il nuovo partito e i Ds,che avevano ormai rimosso la falce e martello dai piedi dellaquercia, il Pdci riprende il simbolo ch’era stato del Pci.Rifondazione impugna però l’atto, dichiarando che il simbolodella nuova formazione è troppo simile al proprio. La Corted’Appello di Roma trova la soluzione: il Pdci dovrà utilizzareun fondo blu (poi diventato azzurro) per distinguersi daRifondazione, che negli anni successivi continuerà ugualmente

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a presentare ricorsi a riguardo (gli stessi però non troverannopiù accoglimento).

Il 21 ottobre 1998 il nuovo gruppo parlamentare vota lafiducia al governo di Massimo D’Alema (insieme all’Udr diCossiga, Mastella e Buttiglione), mentre Rifondazionecomincia ad arroccarsi su posizioni estremiste. Al governopartecipa il Pdci con Oliviero Diliberto (Ministro di Grazia eGiustizia) e Katia Bellillo (Ministro degli Affari Regionali). IComunisti Italiani scelgono come presidente Armando Cossuttae, alle elezioni europee del 1999, raccoglie il 2% dei consensi.Alle stesse elezioni, Rifondazione raccoglie il 4.3%, eleggendo4 europarlamentari.

Dopo le dimissioni di Massimo D’Alema, il Pdci decide didare il proprio sostegno anche al governo di Giuliano Amato,formatosi nell’aprile del 2000, dove porterà in quota ancoraKatia Bellillo (Pari opportunità) e, invece di Diliberto, NerioNesi (Lavori Pubblici). Nello stesso aprile, Oliviero Dilibertodiventa segretario.

All’interno di Rifondazione, intanto, è scontro tra gliingraiani e i trozkisti di Ferrando, che si danno battaglia neicongressi locali. Bertinotti, tuttavia, rimane segretario,orientando le proprie politiche soprattutto versol’autodeterminazione dei popoli e le istanze dei no-global.Rifondazione acquista in questo periodo una rinnovataconnotazione movimentista, staccandosi dalla logica delpartito-struttura in favore della piazza.

Si arriva così alle elezioni del 2001. La coalizione dicentrosinistra è quella de L’Ulivo, che sostiene come candidatopremier l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli. Si giunge a unnuovo patto tra Rifondazione e l'agglomerato ulivista, questavolta definito di “non belligeranza”: il Prc si presenta allaCamera soltanto in quota proporzionale, mentre correnormalmente per il Senato. Questa opzione si rivelerà

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distruttiva, il centrosinista non conquista la maggioranza delSenato proprio per il mancato accordo con Bertinotti,permettendo a Berlusconi di ottenere circa 40 seggi altrimentipersi e costituire così il suo secondo governo. Il Prc ottiene, inogni caso, il 5.03% dei consensi alla Camera e il 5.04% alSenato. Il Pdci raccoglie l’1.67% (Camera, quotaproporzionale).

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3. La “Cosa 2”

È il 1998 quando il principale partito italiano dell’area disinistra elimina definitivamente la falce e martello dal propriosimbolo. È il completamento di un percorso, cominciato con lasvolta della Bolognina, verso il socialismo europeo. Da un’ideadi Massimo D’Alema, il Pds subisce la sua primatrasformazione dando avvio a quella che sarà chiamata “LaCosa 2”.

Al Congresso 1997 la via da perseguire appare chiara:riunire gli stati generali della sinistra in modo da mettere incantiere l’idea di una nuova forza sempre più slegata dalpassato comunista e abbracciante le idee socialdemocratiche. IlPds avvia così un’apertura a forze politiche ed esperienzeprovenienti da percorsi alternativi, come repubblicani (SinistraRepubblicana), socialisti (Federazione Laburista, Riformatoriper l’Europa) e, addirittura, anche ex democristiani (CristianoSociali). Inoltre, i Comunisti Unitari di Crucianelli,abbandonata del tutto Rifondazione, entrano a pieno titolo nelpartito. Infine, anche la piccola formazione di Giuseppe LumiaAgire Solidale, già da anni vicina al Pds, sancisce la propriaconvergenza nel nuovo progetto.

Come anticipato, il simbolo del Pci scompare dai piedi dellaquercia. A sostituirlo la rosa rossa socialista e la sigla “Pse”,estesa successivamente in “Partito del Socialismo Europeo”. Ilrinnovato soggetto perde inoltre il termine “Partito” ed assumeun nuovo nome: Democratici di Sinistra.

Con la caduta di Prodi e la rottura con RifondazioneComunista, i Democratici di Sinistra vedono nominareMassimo D’Alema alla presidenza del Consiglio. D’Alema è il

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primo ex comunista a salire a Palazzo Chigi, designato poiché inuovi alleati dell’Udr di Mastella hanno posto un veto su uneventuale conferimento di un secondo mandato a RomanoProdi. Alla nomina del governo il Presidente emerito dellaRepubblica Francesco Cossiga, ora alleato del centrosinistra,ironizza con D'Alema regalandogli un bambino di zucchero inriferimento al luogo comune sui comunisti mangiatori dibambini. I ministri diessini sono sette: Visco alla Finanza,Luigi Berlinguer all’Istruzione, Bersani ad Industria,Commercio e Artigianato, Bassolino al Lavoro e allaPrevidenza Sociale, Fassino al Commercio Estero, Melandri aiBeni Culturali e Turco alla Solidarietà Sociale.

Il nuovo capo dell’esecutivo lascia così la testa del partito e asuccedergli in segreteria è l’avversario sconfitto del precedentecongresso del Pds: Walter Veltroni. Alle europee del 1999 iDemocratici di Sinistra prendono soltanto il 17.4% dellepreferenze, ottenendo 15 seggi al Parlamento di Strasburgo.

Intanto, una grande coalizione abbracciante praticamentetutto l’arco parlamentare ad esclusione della Lega Nord, haprovveduto ad eleggere il primo Presidente della Repubblica anon appartenere a nessun partito: Carlo Azeglio Ciampi (giàPresidente del Consiglio, Ministro del Tesoro negli esecutiviProdi e D’Alema, nonché ex Governatore della Banca d’Italia).

Tra gli atti più eclatanti del governo di Massimo D’Alema siricorda il contrastato sostegno all’intervento della Nato inKosovo. Nell’ottobre del ’99, allo scopo di favorire l’ingressonel governo dei Democratici di Romano Prodi, D’Alemaannuncia una crisi pilotata, al fine di operare un rimpasto dellamaggioranza. Tuttavia, il dibattito finisce per infervorare glianimi, e il cattivo rapporto con i socialisti di Boselli fa il resto:lo Sdi critica la gestione di D’Alema (e soprattutto del MinistroAmato) rifiutando poi di partecipare al rimpasto.

Nel dicembre ’99 Massimo D’Alema dà le dimissioni e

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ottiene subito il reincarico. Forma così il suo secondo governo,al quale partecipano, come nei piani, anche i prodianidell’Asinello. È di questo periodo l’emanazione della leggedella par condicio, che regola i tempi di partecipazione evisibilità televisiva delle diverse parti politiche, al fine dicontrastare il dominio mediatico di Berlusconi.

Durante il primo congresso dei Democratici di Sinistra, dal13 al 16 gennaio 2000, a scontrarsi sono un’animafilogovernativa, volta a mantenere la salda alleanza con imoderati, e quella prettamente di sinistra, insistentesull’affermazione dell’identità partitica. La prima, con a capoWalter Veltroni, risulta ancora vincente. Intanto, ripresal’alleanza con la Lega Nord, il centrodestra si impone,ottenendo alle elezioni regionali una netta vittoria. D’Alema,preso atto della sconfitta, decide di dimettersi.

Il governo passa così a Giuliano Amato che, recuperandol’alleanza con lo Sdi, mantiene nell’esecutivo gran parte deiministri nominati da D’Alema, portando a termine lalegislatura.

Intanto non si ritrova, nonostante il dialogo, un’alleanza conRifondazione Comunista e si arriva alle elezioni politiche del2001 contro la macchina da guerra della Casa delle Libertà,schierata in campo con forza e magnificenza da SilvioBerlusconi. La coalizione dell’Ulivo, pressoché immutata senon per l’ingresso dell’Udeur di Mastella, non può ripresentareRomano Prodi (impegnato nella Presidenza della CommissioneEuropea) e, quindi, opta per Francesco Rutelli, ex sindaco diRoma. Rutelli, inoltre, è il principale ispiratore della nuovalista de La Margherita, che raccoglie i moderati dellacoalizione: I Democratici, il Ppi, l’Udeur e la Lista Dini.

Per il centrosinistra è una sconfitta netta e i Ds ottengonosoltanto il 16.6% dei consensi elettorali. In contemporanea alleelezioni politiche si vota anche in molti comuni e Walter

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Veltroni, a Roma, viene eletto sindaco, lasciando quindi lasegreteria del partito.

Nell’autunno del 2001 si arriva così al secondo congressodei Democratici di Sinistra: i tre candidati sono Piero Fassino(sostenuto da D’Alema, Violante, Bersani), GiovanniBerlinguer (con il sostegno di Cofferati, Occhetto e Bassolino)e Enrico Morando (sostenuto dall’area minoritaria di stampoliberale). Con oltre il 64% dei voti congressuali a prevalere èl’espressione massima dell’apparato, Piero Fassino.

Il governo Berlusconi, nel frattempo, procede come un treno.Alla vigilia delle elezioni il Cavaliere aveva firmato ilcosiddetto “Contratto con gli italiani”, alle cui promessedisattende in maniera talvolta palese, talvolta velata. Spessoricorre a delle forzature. Nel frattempo, nel 2003, vi è un puntodi ricompattamento delle opposizioni: l’intervento in Iraq. Lascelta del Presidente americano George W. Bush, infatti, vedeSilvio Berlusconi schierarsi al fianco degli americani,autorizzando l’invio di contingenti militari italiani peroperazioni logistiche e di supporto. L’opposizione (forte deirifiuti di Germania, Francia e Russia) si schiera in manieradecisa contro l’intervento (a fare eccezione è l’Udeur diMastella). Il dialogo con Rifondazione, già ripreso all’iniziodel 2003, sembra così procedere positivamente. Diventaconcretamente fattibile il ristabilimento dell’alleanza tra ilcentrosinistra e la sinistra movimentista. L'Ulivo allarga così ipropri confini, aprendo a Rifondazione Comunista e all’Italiadei Valori di Antonio Di Pietro: nasce la Grande AlleanzaDemocratica.

Prodi viene intanto individuato come il possibile leader dellanuova coalizione e lancia l’idea della lista unica a sinistra, cheriprenda il simbolo dell’Ulivo e si presenti così alle elezionieuropee del 2004. Accettano di aderire al progetto ilMovimento dei Repubblicani Europei, lo Sdi di Boselli,

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Democratici di Sinistra e Margherita. Il progetto riprendequello della lista dell’Asinello presentata da Prodi nel 1999 evede il rifiuto di aderirvi da parte dei Verdi (che nel frattempohanno cominciato una convergenza massiccia verso leposizioni di Rifondazione Comunista) e del Pdci. La lista (chevede tra i suoi candidati due noti giornalisti: Michele Santoro eLilli Gruber) ottiene il 31% dei consensi, risultando la primaforza italiana.

La prima spaccatura (che si protrarrà poi anche negli annisuccessivi, quando il processo d’unità sarà completato con lanascita del Partito Democratico) si ha immediatamente eriguarda l’adesione ai gruppi europei: i parlamentari eletti conl’Ulivo ma iscritti ai Ds scelgono di passare tra i banchi delPse, mentre quelli eletti in quota Margherita fondano, insiemeall’Udf di Bayrou, il Partito Democratico Europeo, cheaderisce al gruppo Alde.

I Ds, nel frattempo, tengono il loro terzo congresso. Lamozione di Piero Fassino vince con percentuali bulgare (79%circa), ma comincia a formarsi una prima crepa con FabioMussi, che non vorrebbe partecipare al movimento federativocon la Margherita.

La lista unica viene riciclata anche in occasione delleregionali 2005, con Prodi che propone che venga ripropostaanche alle politiche del 2006. Tuttavia, nelle stesse elezioniregionali, fa la sua prima comparsa un nuovo simbolo,portatore di valori pacifisti e universalistici: l’arcobaleno. LaGrande Alleanza Democratica ha lasciato il posto a L’Unione,che vince in 12 regioni su 14 e, in Puglia, elegge addirittura unPresidente di Rifondazione Comunista: Nichi Vendola.

Un ulteriore scontro interno alla Federazione dell’Ulivoarriva sui referendum del giugno 2005 sulla procreazioneassistita: Ds e Sdi sono favorevoli al sì, mentre la Margheritavede un forte dibattito ma è tendenzialmente propensa (su

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indicazione della Conferenza Episcopale Italiana)all’astensione. Il referendum fallisce e se i Ds scelgono di nondeteriorare ulteriormente i rapporti con la Margherita, lo Sdi,laicista, inasprisce i toni ed accusa i Dl di clericalismo. Unaltro ostacolo al progetto unitario viene da una mozione internaalla Margherita, sostenuta da Rutelli e contrastata dall’ulivista eprodiano Parisi: alle politiche il listone si dovrà fare solo nellaquota maggioritaria, mentre in quella proporzionale i duepartiti presenteranno i rispettivi simboli. Parisi minaccia diuscire dalla Margherita ma poi rientra nei ranghi, nonabbandonando però le tesi unitariste che, poi, finiranno perprevalere.

Con questo clima si giunge, in ottobre, alle primarie dicoalizione. I candidati sono Romano Prodi, Fausto Bertinotti(Prc), Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi), Antonio Di Pietro(Idv), Clemente Mastella (Udeur), Ivan Scalfarotto (Libertà eGiustizia), Simona Panzino (dei movimenti no global). Prodi siimpone con il 74.17% dei consensi, confermandosi comeleader assoluto dell’Unione.

Il successo delle primarie spinge Rutelli a rivedere le proprietesi e a rinegoziare la questione della lista unitaria. Ma è lo Sdiad effettuare lo strappo: stanco del clericalismo degli alleatidella Margherita, decide di allearsi coi Radicali nel progettospiccatamente laicista della Rosa nel Pugno.

Ma il 2005 è anche l’anno dello scandalo Unipol. Da semprevicina alle posizioni dei Ds, la compagnia assicurativa avevatentato una scalata a Bnl e, da alcune intercettazioni, risulta cheFassino si era espresso in maniera favorevole all’operazione.Lo stesso Berlusconi si recherà al processo, testimoniando diessere a conoscenza dei fatti, anche se le sue dichiarazionisaranno dichiarate dai giudici non penalmente rilevanti.

Convinto di non vincere le elezioni politiche del 2006, SilvioBerlusconi caldeggia fortemente l’approvazione di una nuova

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legge elettorale che possa mettere i bastoni tra le ruote aRomano Prodi. La legge arriva alla fine del 2005 ed è firmatada Roberto Calderoli che la definisce senza troppi fronzoli“unaporcata”: addio al Mattarellum, arriva un proporzionale consoglia di sbarramento al 4%, liste bloccate, premio dimaggioranza e una diversa formazione di Camera e Senato. Dse Margherita rinegoziano così il proprio accordo e, al fine divalutare reciprocamente le rispettive forze, decidono dipresentarsi sotto il simbolo dell’Ulivo alla Camera e in listeseparate al Senato.

Preceduta da una campagna elettorale senza esclusione dicolpi (Berlusconi annuncia in diretta televisiva e senza alcunpreavviso l’eliminazione dell’Ici sulla prima casa in caso divittoria), la tornata del 2006 si riduce ad una beffa sia per ilcentrosinistra che per il centrodestra: Prodi ha la maggioranzadei seggi alla Camera dei Deputati grazie a una differenza dipoco più di 24mila voti; al Senato, invece, la Casa delle Libertàha addirittura più consensi dell’Unione ma, grazie al sistemadel Porcellum, è il centrosinistra ad ottenere la maggioranza deiseggi anche in virtù dei voti degli italiani all’estero (eall’appoggio dei senatori a vita). Berlusconi accuseràl’esistenza di brogli elettorali e pretenderà il riconteggio delleschede. Il risultato, però, è ormai definito e Romano Prodiforma così il suo secondo governo. Il listone dell’Ulivo vedeconfermati i consensi al 31.3%, mentre al Senato i Dsottengono il 17.4% (la Margherita il 10.72%). I risultatidimostrano che l’unione tra i due partiti porta con sé unmaggiore consenso elettorale e il discorso sulla trasformazionedell’Ulivo in un partito (si parla già di un Partito Democraticodi stampo americano) prende via via nuova concretezza.

In una ripartizione dei poteri, le tre principali forze politicheoptano per la spartizione delle tre principali caricherepubblicane: i Ds eleggono Giorgio Napolitano a Presidentedella Repubblica, mentre Camera e Senato vengono

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rispettivamente presiedute da Fausto Bertinotti (Prc) e FrancoMarini (Margherita).

Fassino sceglie di rimanere fuori dal governo per dedicarsialle nuove trasformazioni che attendono i Ds, mentre viparteciperanno 9 ministri: Massimo D’Alema (Esteri eVicepresidente del Consiglio), Pierluigi Bersani (SviluppoEconomico), Fabio Mussi (Università e Ricerca), Livia Turco(Salute), Vannino Chiti (Riforme istituzionali e rapporti con ilParlamento), Cesare Damiano (Lavoro e Previdenza Sociale),Giovanna Melandri (Politiche Giovanili e Attività Sportive),Luigi Nicolais (Riforme e innovazione nella PubblicaAmministrazione), Barbara Pollastrini (Pari Opportunità).

Anche questo governo non avrà vita facile, soprattutto pervia della maggioranza risicata e dei dibattiti interni alla stessacoalizione di governo. Sarà l’ultimo atto della grande alleanzadi centrosinistra, mentre i Ds e la Margherita preparano lastrada al Partito Democratico.

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4. Il fronte sinistro

Gli anni di opposizione al secondo (e terzo) governo diSilvio Berlusconi riescono a ricompattare le diverse animedella minoranza, segnando un netto riavvicinamento traRifondazione Comunista e la coalizione ulivista. Il partito diBertinotti, in particolare, completa del tutto il proprioscivolamento verso le posizioni movimentiste (strada giàtentata, ma con successo minore, anche dai Democratici diSinistra).

Il Pdci, invece, è ormai parte integrante dell’Ulivo. Primadelle elezioni del 2001, il partito di Diliberto ha tentato (senzasuccesso) di partecipare al cartello elettorale de Il Girasole(Verdi e Sdi). Il veto è provenuto proprio dai socialisti e il Pdciè stato così costretto a presentarsi da solo alle urne. NelGirasole, tuttavia, il clima non si rivelerà dei migliori: ildeludente esito elettorale (2.2%) e la differenza di vedute sutemi molto sentiti (in particolare sulla ricerca) spingerannoverso una rottura annunciata già durante la creazione dellanuova formazione politica. Comincerà allora un nuovoprocesso di dialogo tra i Verdi e il Pdci. L’obiettivo deiComunisti Italiani è il creare un fronte a sinistra, volto aspostare l’attenzione degli alleati verso i temi cari a quest'area.Tale visione sarà confermata al Congresso del 2004: sopra lafalce e martello, nel simbolo, appare la scritta “Per la sinistra”e nel Pdci confluisce anche Democrazia Popolare, uscita daRifondazione prima delle elezioni del 2001.

Rifondazione recupera, nel frattempo, la vena pacifista. Sononette le opposizioni agli interventi in Afghanistan e Iraq, e gliarcobaleni cominciano ad accompagnare falce e martello (e,ironicamente, il volto di Che Guevara) durante le

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manifestazioni di piazza e i cortei. Il G8 di Genova del 2001,inoltre, vede il Prc impegnato in prima linea nelle contestazioni(il partito imporrà successivamente, in maniera controversa,una linea ufficiale che disapprova la violenza tra forzedell’ordine e manifestanti nei fatti di Genova).

Un allontanamento tra i due principali partiti comunistiitaliani riguarderà Cuba. Nel 2003, infatti, Fidel Castro fafucilare tre oppositori di destra e ne imprigiona altri 75. AllaCamera vengono presentate 4 mozioni: una della maggioranza,una dei Ds, una del Prc e una quarta dei Pdci. La mozione delPdci, però, pur ribadendo la piena condanna alla pena di morte,mira sostanzialmente a far passare questi eventi in secondopiano, chiedendo la revoca dell’embargo da parte degli Usa el’incremento dei rapporti tra Italia e Cuba. Iacopo Venier (Pdci)arriverà a dire che “A Cuba non c’è una feroce dittatura, c’èun regime politico che si può criticare ma che ha assicurato alsuo popolo dignità e diritti impensabili in quella parte delmondo. Chi vuole la caduta di un Paese e di una speranzaancora viva lo dica.”

Bertinotti, invece, pur essendo oggetto di numerose criticheda parte delle correnti più dure e pure del suo partito, sceglie dicondannare le scelte del dittatore cubano pur proclamando ilfatto che Rifondazione sia ancora amica di Cuba e, proprio perquesto motivo, disposta a metterne in luce i problemi. I Democratici di Sinistra, dal canto loro, sembrano abbracciarele stesse tesi di Rifondazione, chiedendo la fine siadell’embargo americano verso Cuba che dell’embargodemocratico del regime nei confronti del popolo cubano.

Successivamente, nel gennaio 2004, cominciano i lavori cheporteranno alla nascita del partito della Sinistra Europea,presieduto da Fausto Bertinotti e volto a raccogliere tutte lefacce della sinistra anticapitalista del continente. Rifondazioneaggiunge il nuovo nome nel suo simbolo, che verrà racchiuso

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in un secondo cerchio, rosso. Nel nuovo partito europeo nonentrerà il Pdci, che ne sarà sempre soltanto un osservatore (isuoi parlamentari a Strasburgo faranno però parte del gruppoSinistra Europea – Sinistra Verde Nordica).

Si arriva così alle elezioni europee del 2004: Rifondazioneottiene il 6.06% dei consensi, a fronte del 2.42% (massimostorico) del Pdci. Il Pdci si è presentato da solo, rifiutandol’alleanza con Ds e Margherita nel progetto de L’Ulivo. Alcontempo, al suo interno, cominciano i primi dissensi traMarco Rizzo e Armando Cossutta: quest’ultimo viene“trombato” da Rizzo e gli chiede di dimettersi e cedergli ilseggio al Parlamento Europeo, ottenendo in risposta un sonororifiuto. Dopo alcuni tira e molla e un clima rovente all’internodel partito, si finisce per accettare lo status quo e l’elezione diRizzo in Europa.

Alle europee del 2004 ha partecipato anche uno dei grandinomi della sinistra italiana, che da tempo aveva giàabbandonato i Ds: Achille Occhetto. Presentatosi in lista conAntonio Di Pietro e l’Idv, raccoglie il 2.4% dei consensi, ma sidimette per lasciare spazio a Giulietto Chiesa. Avvia dunque undialogo con Verdi, Ds, Rifondazione, Sdi e Pdci per creare unfronte di sinistra alternativo all’alleanza al centro portata avantidalla classe dirigente dei Democratici di Sinistra. Tanto è veroche la lista Di Pietro-Occhetto porta nel simbolo, in principio,la dicitura “per il nuovo Ulivo”, poi eliminata dopo la diffidadell’omonimo listone prodiano.

Sarà proprio all’Idv di Di Pietro oltre che a RifondazioneComunista che, nell’ottobre del 2004, i partiti del centrosinistraaprono per la creazione di un nuovo fronte: la Grande AlleanzaDemocratica. Romano Prodi termina in quell’autunno il suomandato in Commissione Europea e si candida così a diventareil leader aggregante della rinata coalizione.

Il primo braccio di ferro giunge con le elezioni regionali

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pugliesi. Bertinotti vorrebbe imporre Nichi Vendola, mentre ilcentrosinistra moderato ha optato per Francesco Boccia. Sidecide di demandare la scelta all’esito delle primarie del 16gennaio 2005 dove, a sorpresa, Nichi Vendola batte di misural’avversario. Vendola vince anche le regionali, come 12candidati del centrosinistra su 14 regioni al voto, ma il suosuccesso non è esteso al partito. Mentre la coalizione dicentrosinistra (che intanto ha assunto il nome de L’Unione) sidimostra pronta a trionfare alle politiche dell’anno dopo, il Prcperde voti, mentre il Pdci vede confermati i propri consensi e,nella media nazionale, sale addirittura sopra il 3%.

Laddove va delineandosi il quadro delle primarie dicoalizione per la scelta del candidato Presidente del Consiglio,il Pdci sembra appoggiare in un primo momento la candidaturadi Fausto Bertinotti, chiedendogli di diventare poi leader ditutta la sinistra radicale unita. Bertinotti rifiuta e il Pdci optaper Prodi. In realtà, il partito di Diliberto, fedele al centralismodemocratico, era contrario allo strumento stesso delle primarie,ed aveva accettato di parteciparvi soltanto per non intaccare ilquieto vivere della nascente coalizione. Il 16 ottobre 2005, irisultati del voto vedono Bertinotti al 14.69%, contro il 74.17%di Romano Prodi.

L’operazione di “spostamento a sinistra” dell’assedell’Unione si rileva deludente, ma Rifondazione rimaneugualmente nella coalizione come terza forza dell’asse dietroDs e Margherita.

Si arriva così al voto del 2006, il primo con il sistema delPorcellum. Rifondazione Comunista candida nelle proprie listepersonaggi come la transgender Vladimir Luxuria e il leaderno-global Francesco Caruso. Il Pdci presenta il proprio simbolosoltanto alla Camera. Al Senato, invece, d’accordo con Verdi eConsumatori Uniti, viene ripreso il progetto rosso-verde, in uncartello elettorale denominato “Insieme con l’Unione”.

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L’Unione vince di misura le elezioni, ma al suo interno c’èsoddisfazione soprattutto per Rifondazione: 5.84% alla Camerae 7.37% al Senato. Il Pdci ottiene il 2.32%, mentre Insieme conl’Unione si ferma al 4.17% (i Verdi hanno ottenuto il 2.06%alla Camera, rivelando l’infruttuosità dell’alleanza).

Bertinotti viene eletto Presidente della Camera dei Deputatie, in Rifondazione, gli succede come segretario FrancoGiordano, che prevale su Marco Ferrando. Seguono dunquedelle scissioni a sinistra: prima il Progetto di AlternativaComunista, poi il Partito Comunista dei Lavoratori dello stessoFerrando e, infine, il gruppo di Unità Comunista.

Nel frattempo si forma il secondo esecutivo di RomanoProdi. Rifondazione partecipa con un solo Ministro (PaoloFerrero, alla Solidarietà Sociale), un viceMinistro e seisottosegretari. Il Pdci non partecipa direttamente allaformazione di governo, proponendo a Prodi alcuni nomi graditial partito, tra cui quello di Alessandro Bianchi, già candidatocome indipendente al Senato nella lista Insieme con l’Unione.Bianchi ottiene il ministero dei Trasporti ma non prenderà maila tessera del Pdci, e nel 2007 entrerà addirittura nel neonatoPartito Democratico. Nello stesso Pdci, Armando Cossutta sisente messo da parte e decide di dimettersi da ogni caricapartitica. Diliberto prova inoltre a spianare la strada verso undiscorso unitario con Rifondazione, ma è Giordano a placare itoni, mettendo in risalto le differenze di vedute tra i due partiti.

Il governo assiste intanto alle prime beghe interne. Il Pdci siastiene sull’indulto proposto da Mastella, mentre inRifondazione si discute sull’opportunità di votare contro ilrifinanziamento della missione in Afghanistan. Altre polemichesi accendono con le componenti cattoliche della coalizione (inparticolare Rutelli e Fioroni) sul progetto dei Diritti deiConviventi (DiCo), visti come una forma velata di introduzionedel matrimonio tra omosessuali. Fioroni, Ministro

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dell’Istruzione, arriverà a scendere addirittura in piazza controil governo di cui è parte per ribadire il suo no al progetto deiDiCo, che finirà per naufragare.

Ma la prima vera crisi del governo Prodi si avrà il 21febbraio 2007, proprio sull’Afghanistan. Su mozione delMinistro degli Esteri D’Alema, Fernando Rossi (eletto in quotaPdci nella lista Insieme con l’Unione) e Franco Turigliatto(Rifondazione) non partecipano al voto. Rossi passa così algruppo misto (l’anno dopo si presenterà alle elezioni con lalista Per il Bene Comune). Turigliatto viene espulso daRifondazione e fonda in Senato la componente Sinistra Critica,dal nome della corrente del Prc alla quale aderiva.

Sul lato moderato della coalizione, nel frattempo, siconsolida l’asse Margherita-Ds per la nascita del PartitoDemocratico e anche a sinistra qualcosa sembra muoversi alfine di ricreare un fronte unitario.

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5. Verso il Pd

L’ultimo congresso dei Democratici di Sinistra, il quarto, sitiene a Firenze dal 19 al 21 aprile del 2007. Le mozioni che sipresentano sono tre: Fassino, Mussi e Angius-Zani. La prima,presentata dal segretario ed appoggiata dalla maggioranza dellecomponenti partitiche, è quella che porta avanti l’obiettivochiave di sciogliere definitivamente i Ds e confluire, insiemealla Margherita, nel nascente Partito Democratico. La mozionedi Fabio Mussi, allora Ministro dell’Università del governoProdi II, propone invece la nascita di una forza che abbia comeriferimento il Partito del Socialismo Europeo, rafforzandoneall’interno sia la presenza che la partecipazione. La terzamozione, invece, mira all’esplicito richiamo al Pse da parte delnascente Partito Democratico.

Piero Fassino raccoglie più del 75% dei consensi,affermando così la linea del partito e perseguendo l’obiettivo difusione con le altre forze politiche dell’Ulivo. Mussi e Angiusscelgono di non essere più della partita. Entrambi costituiranno,più tardi e senza uscire dalla maggioranza di governo néinterrompere (almeno in un primo momento) l’alleanza con ilPd, un nuovo partito con esplicito riferimento al Pse: SinistraDemocratica.

Anche sul fronte post-democristiano è tutto pronto: alsecondo congresso della Margherita è stata presentata un’unicamozione congressuale che non fa chiarezza sull’affiliazione alPse, sebbene vi siano stati ancora dei contrasti principalmentetra le correnti vicine a Rutelli (fortemente contrario) e quelleche hanno come riferimento Arturo Parisi (favorevole ariguardo ad un dialogo con i Ds). L’ex sindaco di Roma viene,in ogni caso, confermato in testa alla compagine e, d’accordo

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con la Quercia, programma che il nuovo partito dovrà vedere laluce entro il 2008.

Nel frattempo, nella vita dell’esecutivo, Prodi può contare suuna maggioranza alquanto risicata. Al Senato è tenuto in piedida pochi voti di differenza e gli scontri, legati soprattutto allacontrapposizione tra le aree centrista e la sinistra radicale, sisusseguono regolarmente. Più volte, inoltre, la tenuta delgoverno è stata garantita dal voto favorevole dei senatori a vita.Marco Follini, ex segretario dell’Udc e leader del movimentoItalia di Mezzo, si avvicina gradualmente alle posizioni delcentrosinistra, votando con la maggioranza in numeroseoccasioni,

Il Partito Democratico si sta intanto organizzando,mettendosi in moto nella creazione di una struttura: il 23maggio 2007 vengono nominati i membri del Comitato 14ottobre (giorno nel quale si terranno le primarie per l’elezionedel segretario), con il compito di costruire e preparare una seriedi regole che stabiliranno il funzionamento interno dellanascente organizzazione. A far parte del comitato 45 membrieminenti più qualche new entry, su tutti Marco Follini, ilfondatore di Slow Food Carlo Petrini e il giornalista GadLerner. Cominciano ad arrivare anche le prime candidature perla carica di segretario.

Walter Veltroni dichiara di voler scendere in campo perproporre, mantenendo fortemente l’appoggio al governo diRomano Prodi, un partito nuovo che sdogani la Tav, sia attentosul tema della sicurezza (non lasciandola ad assolutoappannaggio delle destre) e, soprattutto, che riesca ad avanzareun patto generazionale per il paese. Veltroni, appoggiato dagran parte degli esponenti di Ds e Margherita, viene paragonatoa Tony Blair e, con un programma liberale e riformista, chiedeconsensi anche agli italiani. A fargli subito eco è Rosy Bindi,che lamentando la poca attenzione di Veltroni nei confronti

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della cultura cattolica decide di candidarsi a sua volta asegretaria del partito.

Altri candidati saranno Enrico Letta (che lancia via web lacosiddetta “sfida dei quarantenni”), il blogger e giornalistaMario Adinolfi, gli economisti Pier Giorgio Gawronski eJacopo Schettini Gherardini e il direttore de L’Unità FurioColombo. Schettini lancia l’idea del “partito tricolore”,prendendo il rosso, il bianco e verde come duplice riferimentoalle aree politiche di provenienza oltre che alla bandieranazionale. Questa proposta sarà poi ripresa negli studi cheporteranno alla nascita del simbolo. Lo stesso Schettini ritirapoi la sua candidatura, sostenendo Gawronski. Colombo,invece, entra in conflitto con il Comitato per via dell’eccessivoburocratismo mostrato nei confronti della sua candidatura,rinunciando a correre per la segreteria. Provano a presentarsianche Marco Pannella e Antonio Di Pietro, che vedono ricusatele proprie candidature per il fatto di essere leader di partiti omovimenti che non hanno annunciato il loro scioglimento perentrare nel Pd. Qui si può parlare di un errore del Comitato 14ottobre, in quanto Pannella, pur essendo di fatto un leaderradicale, al momento della presentazione della proposta non ètitolare di alcuna carica ufficiale presso i Radicali Italiani.

Alle primarie del 14 ottobre 2007 partecipano oltre 3 milionie mezzo di elettori. A risultare vincitore è Walter Veltroni, cheottiene il 75.82% dei consensi. Rosy Bindi non raggiunge il13%, mentre Enrico Letta raccoglie poco più dell’11%.Gawronski e Adinolfi si fermano ampiamente al di sotto delpunto percentuale. Nello stesso giorno smettono di esistere isoggetti politici che hanno preceduto il Pd. La nuova sedenazionale è a Roma, in Piazza Sant’Anastasia, mentre il nuovosimbolo riprende sia il tricolore che il rametto di ulivo, ridottoe posto tra le parole “Partito” e “Democratico”.

Il 27 ottobre 2007 si tiene la prima assemblea del nuovo

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soggetto. Veltroni si insedia come segretario e nomina DarioFranceschini suo vice. L’Assemblea Nazionale del partitoelegge anche un Presidente, individuato nella figuracarismatica del capo del governo Romano Prodi, principaleispiratore del progetto Ulivo-Partito Democratico. Incontemporanea, Veltroni comincia a discutere di superamentodel Porcellum, cercando un dialogo con l'opposizione dicentrodestra almeno in tema di legge elettorale.

Per Romano Prodi, però, sono in vista nuovi guai. Lafinanziaria 2008 passa ancora di misura, con Lamberto Diniche ha votato contro. Dini era stato eletto senatore nella listadella Margherita e aveva anche partecipato alla fase iniziale deilavori per la fondazione del Pd. Con il voto contrario avvia ilsuo neonato movimento dei Liberal Democratici ad unacollaborazione con il centrodestra, dove importanticambiamenti sono in vista. Silvio Berlusconi, infatti, sull’ondadell’entusiasmo portato dalle primarie del Pd, dal predellinodella sua auto annuncia, spiazzando anche i suoi stessi alleati,la nascita di un nuovo partito di centrodestra, un soggettounitario che superi le singole sigle, in modo da potercontrapporsi al Partito Democratico. Ad esso parteciperannopoi i piccoli partiti della Cdl (Nuovo Psi, Democrazia Cristianaper le Autonomie, Azione Sociale) e soprattutto AlleanzaNazionale di Gianfranco Fini. Freddo invece PierferdinandoCasini che, critico nei confronti dell’idea di Berlusconi, non vifa confluire l’Udc (ma numerosi esponenti, stretti intorno aCarlo Giovanardi, lasceranno poi lo scudo crociato per seguireil nuovo progetto). Dopo qualche giorno viene annunciato ilnome del soggetto politico unitario, quando nasce ufficialmenteil Popolo della Libertà.

Non che l’idea del partito unico anche a destra sia così nuova(era stata più volte rilanciata negli anni precedenti, con unimpegno crescente di personaggi come Marcello Dell’Utri eMichela Vittoria Brambilla), ma Berlusconi ha dimostrato, con

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la fondazione del Pdl, di poter fare in pochi mesi quanto ilcentrosinistra ha realizzato in circa dieci anni. In un fallicosfoggio di muscoli, il leader del centrodestra organizza il suoattacco al “governo delle Tasse”, convinto della breve vitadell’esecutivo.

Il ciclone, puntualmente, arriva. Il 17 gennaio 2008 laprocura di Santa Maria Capua Vetere mette sotto inchiesta ilMinistro della Giustizia Clemente Mastella e la moglie SandraLonardo. L’accusa è di concussione.

Mastella aveva già criticato diverse volte l’operato delgoverno, non contento soprattutto della finanziaria 2008,auspicando finanche il ritorno alle urne (e trovandosi d’accordocon quanto affermato anche dal Presidente della CameraBertinotti). Dimettendosi da Ministro, però, il politico diCeppaloni mantiene l’appoggio esterno dell’Udeur al governo.

Ma la fine è vicina. Veltroni annuncia che alle prossimeelezioni il Partito Democratico andrà da solo, interrompendocosì la storia dell’Unione e proponendo a Berlusconi di fare lostesso al fine di rafforzare il sistema bipolare che, pur senzariforma elettorale, sembra andare ad affermarsi. Mastella,timoroso di rimanere fuori dal parlamento decide così direvocare la fiducia all’esecutivo per “mancata solidarietàpolitica”. Lascia così il centrosinistra, prendendo via viaposizioni sempre più vicine a Berlusconi (nel 2009 sarà elettoall’Europarlamento nella lista del Pdl e nel 2013 farà confluirel’Udeur nella rinata Forza Italia). Il 24 gennaio Prodi non hapiù i numeri e si dimette. Giorgio Napolitano, dopo leconsultazioni, affida un mandato esplorativo al Presidente delSenato Franco Marini che, sentiti a sua volta i rappresentanti dipartiti e gruppi parlamentari, rimette l’incarico nelle mani delPresidente della Repubblica. Si va così verso nuove elezioni,con Berlusconi pronto a tornare al governo in pompa magna.

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6. Da Veltroni a Bersani

Si vota il 13 e 14 aprile del 2008 e il risultato delle urne parlachiaro: Silvio Berlusconi ha vinto e la coalizione Pdl-Lega-Movimento per le Autonomie si appresta a governare il paese.Il quadro parlamentare è notevolmente semplificato, dato chealle Camere accedono soltanto tre coalizioni elettorali. Restanofuori La Destra di Storace-Santanché e La Sinistra –L’Arcobaleno di Fausto Bertinotti (ne parleremodettagliatamente più avanti). Entrano, invece, le listerispettivamente a sostegno di Silvio Berlusconi, Walter Veltronie Pierferdinando Casini.

Sconfitto dunque il Partito Democratico, che ha presentatoper la prima volta il proprio simbolo alle elezioni politiche.L’accordo di coalizione era stato raggiunto (contrariamente allavolontà iniziale di Veltroni di correre da solo) soltanto con altredue forze: Italia Dei Valori e Radicali. I primi hanno presentatoil proprio simbolo accanto a quello democratico, raccogliendocosì anche il “voto utile” di gran parte dell’elettorato dellasinistra radicale o degli altri partiti che avevano fatto partedell’Unione. I radicali, invece, hanno portato nove candidatinelle liste del Pd (tra cui Rita Bernardini ed Emma Bonino, maescludendo Marco Pannella), la cosiddetta “delegazioneRadicale nel Partito Democratico”. Un negoziato c’è statoanche con il ricostituito Partito Socialista, che però ha preferitonon rinunciare al proprio simbolo, correndo autonomamente.

Tuttavia, il centrosinistra ha avuto sin dal principio laconsapevolezza di andare verso una sicura sconfitta, dato gliscontenti ancora freschi sull’operato del governo Prodi, laseparazione dalla sinistra radicale e la conduzione di unacampagna elettorale particolarmente aggressiva da parte di

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Berlusconi. Veltroni ha invece optato per una campagnaelettorale itinerante e ispirata a quella di Barack Obama,impegnato intanto nella battaglia per le primarie dei democrats.Da Obama Veltroni mutua anche lo slogan ed è così che il “Yeswe can” del futuro Presidente Usa diventa un italianissimo “Sipuò fare”.

Il risultato prettamente numerico è del 33.18% alla Camera edel 33.69% al Senato (intorno al 38% il risultato di coalizione).A seguito del voto Romano Prodi si dimette da Presidente delPartito, ritirandosi dalla politica e chiedendo alla classedirigente del partito di operare per un forte rinnovamentofuturo. L’approdo all’opposizione insieme all’Idv di Di Pietro eall’Udc di Casini porta il Pd a ripensare il proprio ruolo eWalter Veltroni a nominare uno shadow cabinet in perfettobritish-style. Il governo Ombra di Veltroni ha così la funzionedi contrapporsi a quello ufficiale di Silvio Berlusconi, al fine divagliarne le proposte e di intervenire per tentare di correggernele storture. A farne parte, tra gli altri, Piero Fassino, EnricoLetta, Pier Luigi Bersani e Anna Finocchiaro. Non è la primavolta che in Italia si ricorre ad un simile strumento, già nel1989 Achille Occhetto aveva lanciato l’esperimento incontrapposizione al penultimo esecutivo di Andreotti.

Sulla formazione dei gruppi parlamentari arriva il primoattrito con Di Pietro: il leader Idv aveva promesso, prima delleelezioni, di creare un gruppo unico con i dem. Ora invece,temendo di venire assorbito dal Pd, preferisce ritrattare lascelta, formando così compagini separate. La componenteradicale resta invece nel gruppo del Pd, pur opponendosinettamente a vincoli di mandato e forzature di ogni sorta.

Ulteriori sconfitte per il Partito Democratico arrivano ancheanche in occasione delle regionali abruzzesi (dicembre 2008) esarde (febbraio 2009), superato sempre dai candidati dellacoalizione di centrodestra. È in seguito a queste débâcle che

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Walter Veltroni decide di abbandonare la carica di segretariotramite dimissioni irrevocabili. Il partito vive così, doponemmeno due anni dalla sua fondazione, una prima crisiinterna coincidente con diffuso un senso di smarrimento.

Anna Finocchiaro viene chiamata a copriretemporaneamente la carica di Presidente lasciata vacante daRomano Prodi, mentre per la segreteria c’è già un nuovoscontro tra chi chiede l’immediata indizione di elezioniprimarie e chi sostiene l’elezione del nuovo segretario da partedi una convention di delegati. A prevalere sembra essere questaseconda linea, mentre i due sfidanti sono individuati in DarioFranceschini e Arturo Parisi.

A trionfare è, come da previsioni, Dario Franceschini. ExDc, Cristiano Sociali, Ppi e poi Margherita, all’AssembleaNazionale ottiene 1047 preferenze contro le sole 92 di Parisi.Franceschini rimanda così il congresso e le conseguentiprimarie a dopo le Elezioni europee, in ottobre.

Peggio del previsto le elezioni comunitarie. Il PartitoDemocratico scende infatti al 26.12%. Ancora una volta sorgeil nodo del gruppo parlamentare, sciolto all’indomani delleelezioni: con un accordo con il Pse, il Pd italiano, il PartitoDemocratico cipriota e il Partito dell’Armonia Nazionalelettone (che non aderiscono a nessun partito europeo) entranonello stesso gruppo dei socialisti europei. Nasce così l’AlleanzaProgressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D), un gruppoparlamentare che volto a comprendere anche le forzeprogressiste che non si riconoscono nel Pse.

Perdendo circa 7 punti percentuali, la discussione interna siconcentra soprattutto sulle strategie da adottare per il futuro,dato che un risultato così deludente rischia di compromettereseriamente il percorso unitario. È con questo spirito checominciano ad emergere le nuove candidature in vista dellaconvention e delle primarie di ottobre. Alla fine saranno

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ritenute valide tre proposte: Pierluigi Bersani, Ignazio Marinoe, appunto, Dario Franceschini. Ad emergere ci sono ancheDebora Serracchiani, Mario Adinolfi e Sergio Chiamparino,che alla fine non presentano una proposta ufficiale. BeppeGrillo, intanto, si è iscritto in una sede sarda del Pd e hacominciato a raccogliere le firme necessarie per presentare lapropria candidatura, che viene però bocciata dal partito, (pervia dei toni esclusivamente polemici) che ne invalida inoltreanche l’iscrizione (in quanto Grillo non si è iscritto nella sedePd di riferimento rispetto alla propria residenza). Piùcomplesso il caso di Amerigo Rutigliano, che dopo averraccolto le firme sufficienti, si vede invalidare la candidaturapoiché molte di queste risultano appartenenti a persone noniscritte al Pd. Il voto congressuale promuove tutti e tre icandidati, con Bersani al 55.13%, Franceschini al 36.95% eMarino al 7.92%.

La consultazione popolare delle primarie, tenutasi il 25ottobre 2009, conferma in gran parte gli esiti dellaconvenzione. Ignazio Marino prende il 12.5% mentreFranceschini il 34.3%. Pierluigi Bersani, quindi, con il 53.2%dei consensi diventa ufficialmente il nuovo segretario delPartito Democratico, subentrando a Dario Franceschini. Dopol’elezione di Bersani, Rosy Bindi diventa la nuova Presidentedel partito, mentre Enrico Letta ottiene la nomina di vice-segretario.

L'approdo di Bersani alla segreteria causa una scissione:Francesco Rutelli ed altri esponenti vicini all’area ex-Margherita denunciano un passo indietro del processo unitariodel Partito Democratico, un eccessivo riavvicinamento alleposizioni che erano state del Pds. Di pari passo, dall’altra parte,Tabacci lascia l’Udc per l’eccessiva convergenza dellacompagine di Casini alle posizioni del centrodestra. Rutelli eTabacci, così, fondano Alleanza Per l’Italia, un partito centristache si pone come alternativa all’Udc di Casini ma pronto a

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dialogare con il centrosinistra. Anche Luciana Sbarbati e il Mrelasceranno presto il Pd per poi effettuare una riconciliazionestorica con il Partito Repubblicano Italiano.

Tuttavia, nonostante i malumori di Tabacci e Rutelli, è diquesto periodo l’iniziativa di Bersani e Casini di discutereriguardo alla prospettiva di un’alleanza tra il PartitoDemocratico e l’Udc, che sarà già collaudata in occasione delleRegionali 2010 in Liguria, Basilicata, Marche e Piemonte. SulLazio, invece, il Pd subisce un’ulteriore abbandono: lanumeraria dell’Opus Dei Paola Binetti, irritata dell’appoggiodemocratico a Emma Bonino, decide di lasciare il partitopassando proprio all’Udc, che in questa regione si presentaalleato del centrodestra a sostegno di Renata Polverini. Anchela Federazione della Sinistra (composta da Prc e Pdci più altrepiccole forze a sinistra del Pd) pare, almeno in principio, volermantenere una trattativa elettorale con il Pd, che poi sirealizzerà con un nulla di fatto sul piano nazionale e sparutealleanze in chiave locale.

Da segnalare il caso pugliese. Il Partito Democratico hachiesto a Nichi Vendola (che nel frattempo ha fondato Sel) dirinunciare ad una seconda candidatura. Vendola non accetta edopo lunghe polemiche si opta ancora una volta per leprimarie, al fine di selezionare chi sarà il nuovo candidatoPresidente per il centrosinistra in Puglia. Il Pd presentaFrancesco Boccia, riproponendo così lo stesso scontroelettorale già presentato cinque anni prima. Questa volta peròla sconfitta per Boccia è schiacciante e prepara a Vendola unanuova ascesa che lo porterà per la seconda volta ai vertici dellaregione Puglia.

Le proposte di alleanza con l’Udc si arenano subito dopo.Gianfranco Fini, infatti, ha appena lasciato la maggioranza digoverno, lanciando un nuovo partito, Futuro e Libertà perl’Italia, e la proposta ad altre sigle d’area per rilanciare un

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Terzo Polo. Tale proposta viene raccolta da Mpa, Api e Udcche tentano in tal modo di ricostituire una forza centrista.

Il Pd è quindi “costretto” a guardare a sinistra, ricorrendo adaccordi con i vecchi alleati in occasione delle amministrative2011, dove correrà quasi ovunque insieme a Idv e Sel. Nelfrattempo si vanno ricucendo i rapporti anche con il Psi e iVerdi, soprattutto per la sintonia trovata in occasione deireferendum 2011 su nucleare, acqua pubblica e legittimoimpedimento. Le nuove alleanze vengono sancite dalla “foto diVasto”, quando in occasione della festa dell’Italia Dei Valori,Bersani lancia l’idea di un nuovo Ulivo che veda il Pd correreper le politiche 2013 insieme al partito di Di Pietro e a Sel diNichi Vendola.

L’8 novembre 2011, però, Berlusconi prende atto del venirmeno della maggioranza e annuncia di conseguenza le propriedimissioni da Presidente del Consiglio. Bersani si dicedisponibile a venire incontro al Pdl, sostenendo un eventualeesecutivo di natura tecnica. Mario Monti, appena nominatosenatore a vita, riceve così dal Presidente Napolitano l’incaricodi formare un nuovo governo.

Con il senno di poi, la mossa responsabile di Bersani sirivelerà disastrosa in quanto i risultati delle successive politiche2013 metteranno poi in seria difficoltà il Partito Democratico,mentre nel novembre 2011 gran parte dei sondaggi lo dannovincente. Riguardo alla futura sconfitta del Pd, però, bisognaanche tenere in conto che nel periodo 2011-2013 emergerannoanche nuovi fattori esogeni, su tutti l’exploit di Grillo e loscandalo Mps, di cui diremo più avanti.

Torniamo al nostro novembre 2011. La maggioranza chesostiene il nuovo governo è formata inizialmente da tutti ipartiti presenti in Parlamento ad eccezione della Lega Nord.L’Italia dei Valori sarà il primo movimento ad uscire dallamaggioranza quando, in dicembre, il governo Monti vara una

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manovra economica giudicata iniqua da Di Pietro. Aconsolidarsi come voce politica del governo tecnico è quindi iltriplice asse Pd-Pdl-Udc, ribattezzato ironicamente dallastampa come “Abc”, acronimo dei nomi del segretario PdlAlfano, del segretario Pd Bersani e del leader Udc Casini.

Nel Pd il dibattito tra montiani e antimontiani, nonostantepaia creare più volte squilibri, non darà mai particolareproblemi, rivelando come l’armonia di partito venga sempremantenuta nonostante la mancata unità interna su determinatitemi dell’Agenda Monti. Sembra addirittura che si debbapresto giungere ad un accordo per una riforma elettorale, oltreche a mantenere l’esecutivo Monti per tutta la durata naturaledella legislatura.

Nel 2012, mentre il Pd va delineando il nuovo schema dialleanze in vista delle politiche dell’anno successivo, ha luogolo strappo con l’Italia dei Valori. In occasione delle regionalisiciliane, infatti, il Partito Democratico ha stretto un accordoelettorale con l’Udc non gradito all’Idv, che sostiene invece icandidati della sinistra radicale (prima Claudio Fava, poiGiovanna Marano). Le elezioni siciliane, vinte dal candidatoPd-Udc Rosario Crocetta, vedono inoltre il primo verosuccesso elettorale del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, checonquista il 14.88% dei voti (il 18.17% delle preferenze per ilcandidato Presidente Giancarlo Cancelleri).

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7. Né falce né martello

Già alle amministrative del 2007 Rifondazione Comunistavede scendere i propri consensi, con un calo del 2% circa.Anche il Pdci è in caduta, ma nel frattempo comincia aregistrarsi il riavvicinamento del partito di Diliberto aRifondazione, in un clima di distensione che mancava daitempi precedenti alla scissione. I motivi vanno ricercati (anche)nella nascita di un nuovo partito alternativo al Pd: SinistraDemocratica di Fabio Mussi, fondato all’Eur il 5 maggio 2007.

Sd non nasce però sotto una buona stella. L’ex sinistra Dscomincia subito a perdere pezzi. Il nuovo partito perdedapprima la componente vicina a Gavino Angius e Valdo Spini(che andranno di lì a poco a ricostituire il Partito Socialista conNencini, Di Lello e Bobo Craxi) e poi dell’area vicina allaCgil, Sinistra per il paese, che dopo l’incertezza iniziale finiràper rientrare nel Partito Democratico.

Sotto iniziativa di Mussi vengono quindi convocati gli StatiGenerali della Sinistra e degli Ecologisti, che riuniscono Sd,Rifondazione, Pdci e Verdi. Dopo diversi incontri, i quattrosegretari illustrano entusiasti il nuovo progetto unitario, unacoalizione dei partiti a sinistra del Pd: nasce La Sinistra –L’Arcobaleno, subito soprannominata “Cosa Rossa”.

Non mancano nemmeno i contrasti con l’esecutivo,soprattutto in materia economica. Non finirà bene: il 24gennaio 2008 Prodi cade al Senato per opera dell’Udeur.Rifondazione, Sd e Pdci si dicono favorevoli ad un governoistituzionale che modifichi la legge elettorale, ma il mandatoesplorativo di Franco Marini si conclude con un nulla di fatto.

Si va dunque a nuove elezioni, La Sinistra – L’Arcobaleno

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tenta dapprima di intavolare un discorso d’alleanza con ilPartito Democratico, ma poi opta per presentarsi fuori dalloschieramento di centrosinistra e in un’unica lista. La causa è,soprattutto, la mancanza di un accordo con Veltroni, che rifiutacategoricamente ogni proposta. Il Pd, poi, disattenderà la tantodeclamata “vocazione maggioritaria” stringendo accordid’alleanza con Italia dei Valori e Radicali.

Il leader della Sinistra Arcobaleno, nonché candidato allacarica di Presidente del Consiglio, viene naturalmenteindividuato in Fausto Bertinotti. Le liste bloccate, invece,vedono la presenza del 45% di candidati del Prc, il 19% a testadi Verdi e Pdci ed il restante 17% riservato ai candidati di Sd. Ilrisultato atteso è dell’8% circa e la stila delle liste avvienetenendo conto di questo fattore.

Un’altra questione spinosa è quella riguardante il simbolo.Per la prima volta la falce e martello viene messacompletamente da parte, optando per un più pacifistaarcobaleno, già presente in forme diverse sui contrassegni di Sde Verdi. Non mancano remore da parte di Rifondazione esoprattutto del Pdci, che finiscono però per cedere in nomedella rappresentatività comune dell’arcobaleno. Una delleprincipali scissioni da Rifondazione è Sinistra Critica diTurigliatto, che giocherà gran parte della campagna elettorale2008 insistendo proprio sul “tradimento” (da parte diRifondazione e Pdci) della causa comunista, confermatoovviamente dalla scelta di abbandonare la falce e martello.

Imperniata soprattutto sui tormentoni portati avanti da Pd,Pdl e rispettivi alleati (voto utile e necessità di affermare ilbipolarismo), la tornata elettorale 2008 si rileva come la piùdisastrosa nella storia della sinistra. La formazione guidata daFausto Bertinotti ottiene un misero 3.08% alla Camera e il3.21% al Senato. La soglia di sbarramento del 4% decreta cosìl’esclusione de La Sinistra – L’Arcobaleno dalla sedicesima

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legislatura: i comunisti sono, per la prima volta nella storiarepubblicana, fuori dal Parlamento. Risultati ancor piùdeludenti arrivano per le formazioni scissioniste SinistraCritica, Per il Bene Comune, Partito Comunista dei Lavoratorie Partito di Alternativa Comunista, tutte ampiamente al di sottodel punto percentuale. Si noti come il Porcellum, che sarà poidichiarato incostituzionale nel 2013, escluda dal Parlamentoforze come la Cosa rossa o La Destra – Fiamma Tricolore diStorace-Santanché (2.43% Camera, 2.10% Senato), premiandoinvece un partito come il Movimento per le Autonomie diRaffaele Lombardo che, presentandosi in coalizione con Pdl eLega, pur raggiungendo soltanto l’1.13% alla Camera el’1.08% al Senato conquisti ben 8 deputati e 2 senatori.

La sconfitta apre una serie di tensioni all’interno dellediverse componenti dell’Arcobaleno, che metteranno indiscussione lo stesso progetto unitario, che viene cosìaccantonato (sarà però fondata una piccola associazione cherivendica i valori unitari, Per la sinistra, che l’anno dopo faràda base di partenza per Sinistra e Libertà).

Bertinotti e Franco Giordano decidono di abbandonare ogniincarico direttivo all’interno di Rifondazione. Nel Pdci, invece,Diliberto non si dimette, ma la corrente vicino a Katia Bellilloannuncia la fuoriuscita dal partito e la fondazione delmovimento Unire la sinistra. Anche Rosario Crocetta lascia ilPdci e decide di aderire al Partito Democratico. NicolaTranfaglia, invece, decide di abbandonare i Comunisti Italianiper avvicinarsi a Di Pietro e all’Idv.

In Sinistra Democratica si assiste alle dimissioni delcoordinatore nazionale Mussi (sostituito da Claudio Fava), chediventa però presidente del partito. Sd conferma di volerrimanere un partito “temporaneo”, che prepari ancora una voltauna costituente della sinistra. A questa linea si oppone lacorrente Socialismo 2000, facente capo a Cesare Salvi, che in

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polemica con Claudio Fava abbandona il partito.

Nei Verdi, infine, Pecoraro Scanio si dimette lasciando ilposto al nuovo portavoce nazionale, Grazia Francescato. Acommento del deludente risultato della sinistra radicale, l’expremier Romano Prodi si toglie un sassolino dalla scarpa per inumerosi bastoni tra le ruote messigli a più riprese da Dilibertoe Bertinotti. Commenterà infatti: “si dorme nel letto che ci si èpreparato”.

Rifondazione arriva così al suo settimo congresso nel lugliodel 2008. I due candidati a segretario sono il Presidente dellaRegione Puglia Nichi Vendola e l’ex Ministro della SolidarietàSociale Paolo Ferrero. Lo scontro è duro e si acuiscesoprattutto sul possibilismo vendoliano di ricostruire un’unità asinistra senza disdegnare un eventuale confronto con il Pd.

Ferrero, dal canto suo, è invece convinto della necessità diproseguire il progetto di Rifondazione senza alleanzefallimentari come quelle della Sinistra Arcobaleno. Partito inminoranza, sarà proprio lui ad ottenere la maggior parte deivoti dei delegati, vincendo di misura. Finisce l’epoca delbertinottismo di Rifondazione, ma il partito è destinato ad unnuovo strappo: nel gennaio 2009, complici numeroseincomprensioni e lotte di potere, Nichi Vendola annuncia lascissione del suo Movimento per la Sinistra, portando con séesponenti come Franco Giordano e Gennaro Migliore (eottenendo la benedizione di Fausto Bertinotti).

I tempi però stringono. Si va verso le europee e leamministrative del 2009 e l’area a sinistra del Pd appare piùframmentata di quanto non si potesse credere soltanto un annoprima. Inoltre, la legge elettorale per il Parlamento Europeo èappena stata modificata e per accedere alla ripartizione deiseggi bisogna ottenere almeno il 4%. Per i piccoli partiti,quindi, l’alleanza non diventa soltanto una base programmaticabensì una necessità.

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È così che, sulla scia di quanto accaduto ai tempi dellaSinistra Arcobaleno, il Movimento per la Sinistra arriva ad unaccordo con i Verdi, il rifondato Partito Socialista e SinistraDemocratica al fine di unirsi in un cartello elettorale che sipresenti alle comunitarie. Partecipano al progetto anche Unirela Sinistra e il Nuovo Partito d’Azione (che ne uscirà peròquasi immediatamente). Nonostante le pressioni del Ps di DiLello e Nencini, i Radicali, entusiasti del progetto, rimangonofuori dalla lista per un veto di Vendola. Si discute anche sulnome del soggetto, volto a non lasciare la parola “Libertà” adappannaggio della destra berlusconiana, tant’è che viene ancheproposta la variante “Sinistra delle libertà”. Alla fine si opta peril nome definitivo: “Sinistra e Libertà”. Il simbolo è quello diun cerchio diviso in due metà (rossa e bianca con le scritteverdi), dove sotto al nome del cartello compaiono anche i loghidei principali movimenti: la rosa socialista, il sole che ride deiVerdi e il baffo rosso-verde simbolo del gruppo parlamentareeuropeo Gue\Ngl del quale il Movimento per la Sinistra eUnire la Sinistra sono parte (ma anche il Pdci e Rifondazione).Nella lista per le europee Sl ospiterà poi anche AlessandroBottoni del Partito Pirata.

Sull’altro fronte, Rifondazione pare finalmente accettaredefinitivamente le offerte di collaborazione dei ComunistiItaliani, avviando con loro un dialogo, al fine di giungere ad unaccordo per la presentazione delle liste. Si parla dipresentazione di un simbolo condiviso che si riveda nei valoridella Sinistra Unitaria Europea – Sinistra Verde Nordica, di unaCostituente Comunista. Il Pcl di Ferrando rifiuta a priori ognicollaborazione, mentre, dopo un dialogo serrato, SinistraCritica rifiuta di aderire per mancata discontinuità con ilpassato. I Consumatori Uniti invece, dopo l’iniziale appoggio,ritirano il proprio sostegno al progetto quando oramai ilsimbolo è stato già depositato. Partecipa alla ListaAnticapitalista anche il movimento Socialismo 2000, mentre il

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Nuovo Partito D’Azione (dopo aver lasciato definitivamenteSl) decide di sostenere la lista dall’esterno.

La dura campagna elettorale di Sl e LA si basa soprattuttosulla lotta per la conquista dell’elettorato di riferimento, che èin gran parte lo stesso. Sl accusa la Lista Anticapitalista diconservatorismo e stalinismo, Rifondazione e Pdci, di rimando,denigrano la scelta di Vendola di dialogare con le forzeestranee all’area, in particolare il Ps, accusandolo di perseguireil subdolo fine di cancellare la sinistra dalla politica italiana.

Al momento del voto nessuna delle due liste raggiunge il4%. La Lista Anticapitalista ottiene il 3.39% dei consensi,mentre la nuova Sinistra e Libertà non raggiunge il milione divoti, fermandosi al 3.13%. Le due forze sono ancora una voltale prime escluse dal Parlamento Europeo, dietro alleformazioni già presenti in quello nazionale (Pd, Pdl, Udc, Idv eLega Nord ma non il piccolo Mpa, che si è presentato in unfallimentare cartello insieme a La Destra, Pensionati e Alleanzadi Centro, rimanendo a sua volta escluso). La ListaAnticapitalista, forte del simbolo storico e della rete territorialedi Rifondazione, si piazza quasi ovunque meglio di Sl, adeccezione della circoscrizione Meridione, dove l’effettoVendola è più forte. Al Sud, infatti, Sinistra e Libertà raccoglieben il 5.19% (con punte talvolta superiori all’8% in Puglia), maun buon risultato viene raggiunto anche dalla ListaAnticapitalista (4.06%).

Ci ha riprovato anche il Pcl di Marco Ferrando, fermandosiallo 0.54%. Sinistra Critica invece, dopo aver rifiutato ognicollaborazione con la Federazione Della Sinistra, ha rinunciatoa presentare le proprie liste.

Il nuovo fallimento elettorale mette le forze politiche dellasinistra alternativa al Partito Democratico di fronte a una nuovapresa di coscienza. Non si può più contare sulle percentuali diuna volta e, dunque, è necessario avviare un po’ ovunque

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discorsi che mirino ad inserirsi in un sistema di alleanze, siapure soltanto d’area. C’è inoltre anche da tener conto che inmolte amministrazioni locali la collaborazione traRifondazione, Pdci, Sl, Verdi e Ps con il Partito Democratico el’Idv non si è mai interrotta.

Sia Ferrero in Rifondazione che Diliberto nei ComunistiItaliani presentano così le proprie dimissioni, in entrambi i casirespinte. È di questo momento la rottura, nel Pdci, tra Dilibertoe Marco Rizzo, unico ad aver votato a favore della sfiducia delsegretario. Rizzo viene accusato di non aver sostenuto la listaunitaria Prc-Pdci nella campagna per le europee,propagandando invece il voto a favore dell’Idv di Di Pietro, maegli risponde accusando Diliberto di essere colluso conambienti vicini alla vecchia P2 di Licio Gelli. La fratturadiventa insanabile e Marco Rizzo viene espulso dal Pdci.Fonderà poi il movimento Comunisti – Sinistra Popolare, cheabbandonerà le istanze dell’eurocomunismo apparentandosicon i partiti comunisti massimalisti di molti altri paesi, tra iquali Corea del Nord e Cuba.

Nel frattempo, su entrambi i fronti, si decide di proseguire ildiscorso unitario. La Lista Anticapitalista avvia la fasecostituente della Federazione della Sinistra, coordinando alivello nazionale l’operato di Pdci, Prc e Socialismo 2000, a cuisi aggiunge l’Associazione 23 marzo “Lavoro-Solidarietà”. LaFederazione della Sinistra apre anche un dialogo con l’Idv e ilPd in funzione anti-governo, ma sostiene fermamente di volerrestare fuori dall’alleanza. Presenterà le proprie liste alleRegionali 2010, apparentandosi al Pd nella gran parte delleregioni, ponendosi talvolta al di fuori dagli schemi e altreinsieme a Vendola o Verdi. Nella fase costituente, a rotazione, ileader delle tre componenti principali (Ferrero, Salvi eDiliberto) faranno da portavoce del neonato movimento. Unpiccolo dissidio interno alla Federazione si avrà nel febbraio2011: la corrente di Rifondazione denominata “L’Ernesto” (dal

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nome della rivista d’area) lascia il Prc e aderisce al Pdci, piùvicino alle proprie posizioni, nel quale si scioglie.

Più complicata la questione in casa Sinistra e Libertà. Sd eMpS spingono per la creazione di un nuovo partito, mentre Ps eVerdi preferirebbero mantenere soltanto l’alleanza federativa. Il19 settembre 2009 si convoca l’Assemblea Nazionale diSinistra e Libertà, dove si pongono le basi per il partito cheverrà. I Verdi, però, nel frattempo hanno eletto Angelo Bonelli(che ha battuto di misura Loredana De Petris) come nuovoPresidente. Bonelli sostiene l’autonomia del movimentoecologista e la sua elezione determina l’uscita immediata dellaFederazione dei Verdi da Sinistra e Libertà. De Petris,Francescato e Paolo Cento, però, fondando l’AssociazioneEcologisti, preferiranno partecipare al progetto partitico diNichi Vendola.

Anche nel Partito Socialista (che ha intanto ripreso il nomestorico di Psi) i malumori non mancano. La componente vicinaa Bobo Craxi è contraria alla convergenza in Sl, e lascia ilpartito fondando i “Socialisti Uniti – Psi” (Craxi rientrerà poinel 2010). Mentre nel movimento Sl si preme per costituire ilpartito, il Psi sembra schiacciare il freno. Su alcuni dettaglitecnici e sullo schema di alcune alleanze in vista delleRegionali 2010, la rottura finisce per consumarsi. Il PartitoSocialista abbandona Sinistra e Libertà, diffidando il gruppodal continuare ad utilizzare nome e simbolo. Diversamente daquanto avvenuto pochi mesi prima durante la rottura coi Verdi,il Psi non vedrà alcuna scissione da parte dei propri dissidentiinterni (che pure non mancheranno), continuandounitariamente il proprio percorso politico.

Si arriva così all’Assemblea fondativa di Sinistra EcologiaLibertà (tale denominazione era stata già approvata insettembre, insieme alla modifica del simbolo, ed è statamantenuta nonostante le proteste del Psi). Nichi Vendola viene

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eletto portavoce nazionale e verrà confermato segretario dipartito durante il primo congresso, dal 22 al 24 ottobre 2010.

Nel mezzo, le elezioni regionali, che vedono Sel spessoschierata accanto allo schieramento di centrosinistra. In alcunicasi (Calabria, Campania, Emilia Romagna, Veneto) non si èrotto l’apparentamento con i Socialisti o coi Verdi, presentandoperò contrassegni differenti rispetto a quello di Sinistra eLibertà. Alle amministrative del 2011 si ripete uno schemasimile, nonostante il dominio del centrosinistra in tutta Italia. Inparticolare, a Milano viene eletto Giuliano Pisapia (di Sel masostenuto da tutto il centrosinistra, compresi Verdi e Fds) e aNapoli Luigi De Magistris (sostenuto da FdS e Idv).

Il fronte unitario dei partiti di sinistra lo si rivede inoccasione del referendum del giugno successivo, quando, inoccasione delle consultazioni su acqua pubblica, legittimoimpedimento e nucleare, Sel e Fds si schierano nette a favoredei 4 sì, poi risultati vincenti. Ulteriori avvicinamenti si hannoanche nella contrarietà all'operato dei governi di Berlusconiprima e Monti poi.

Ma è a Vasto, sempre nel 2011, durante la festa dell’Idv, cheSel dà la sua svolta netta e si prepara ad entrare nel sistema dialleanze del centrosinistra. In una celeberrima foto che ritraeVendola, Bersani e Di Pietro sottobraccio va determinandosi ilnuovo schema di alleanze. In realtà, era da tempo che Vendolae Di Pietro sembravano marciare su fronti simili, ma una(seppur fredda) adesione del segretario del Pd Pierluigi Bersaniera mancata.

L’alleanza sarà confermata un po’ ovunque in occasionedelle amministrative 2012, tranne in Sicilia, dove Sel, Verdi eFdS (in lista unica) più l’Idv, si presentano contro la coalizioneformata da Pd e Udc a sostegno dell’ex Pdci Rosario Crocetta.Le forze della sinistra, ineditamente di nuovo insieme,sostengono dapprima Claudio Fava che, per un problema

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burocratico, è costretto a rinunciare alla candidatura, cedendo ilposto a Giovanna Marano (ex sindacalista della Fiom). Causaanche l’exploit del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo (enonostante il 6.10% dei consensi) le liste a sostegno di Maranonon ottengono seggi, rimanendo fuori anche dall’Assemblearegionale siciliana.

Vendola, nel frattempo, ha dichiarato ufficialmente di volersicandidare alle primarie di coalizione del centrosinistra che siterranno nell’ottobre dello stesso 2012. L’alleanza con AntonioDi Pietro, però, si rompe, a causa di un avvicinamento delleader molisano alle posizioni di Beppe Grillo e una scissionedel gruppo Idv vicino a Massimo Donadi.

Ed è proprio sulle primarie della coalizione di centrosinistra(denominata “Italia. Bene Comune”) che la Federazione dellaSinistra, oramai allo sbando, si sgretola. Diverse sezioni localidel Pdci, infatti, decidono di mobilitarsi per sostenere NichiVendola come leader di Ibc, mentre Rifondazione si oppone aqualsiasi collaborazione con il centrosinistra. Si vota il 25novembre 2012, ma Vendola si ferma al 15.6%, dietro alsindaco di Firenze Matteo Renzi e al segretario Pd Bersani, chevanno al ballottaggio.

Vendola decide di schierarsi (come gli ulteriori altri duecandidati, Tabacci e Puppato) a favore di Pierluigi Bersani nelvoto decisivo del 2 dicembre. Le sezioni Pdci che avevanoscelto di appoggiare Vendola decidono di seguirlo anche sulsostegno a Bersani, che vince con il 60.9% dei consensi. Nelfrattempo si delineano i tratti ultimi della coalizione elettorale,che sarà definitivamente formata da Partito Democratico,Sinistra Ecologia Libertà, Psi e Centro Democratico, oltre adalcune liste regionali.

La parte della sinistra esclusa da Ibc (Pdci, Verdi, ilMovimento Arancione di De Magistris, le componenti diun’Idv allo sbando) lancia, su impulso dell’ex pm Antonio

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Ingroia (leader di Azione Civile), il manifesto “Io ci sto”, chechiede una convergenza ed un’alleanza con il centrosinistra.Gli sguardi di Bersani, però, sono volti più ad un’eventualecollaborazione di governo con l’Udc e Monti piuttosto che conla sinistra radicale (anche Vendola accetterà poi questaposizione). Ingroia decide così di sviluppare autonomamente ilprogetto unitario, ottenendo anche l’adesione di Rifondazione,Verdi e altri movimenti d’area ambientalista (che stavanotentando di dar vita alla Costituente Ecologista) e del NuovoPartito D’Azione: nasce Rivoluzione Civile. Sinistra Critica,ancora una volta, decide di non appoggiare il neonatomovimento.

Con la fine del governo Monti, le elezioni diventanoimminenti e, in fretta e furia, Sel e il Pd si mobilitano perorganizzare le primarie per stilare le liste dei parlamentarisecondo un metodo democratico volto a superare il problemadelle liste bloccate. Il 29 e 30 dicembre si tengono così anchele “parlamentarie” di collegio.

Si vota a febbraio 2013, ancora con il Porcellum e losbarramento al 4%. Italia. Bene Comune è la coalizionemaggioritaria, ma per Sel le cose non vanno nel migliore deimodi: soltanto il 3.20% alla Camera e il 2.98% al Senato (ma lasoglia di sbarramento è superata per via della partecipazionealla coalizione). Rimane fuori dal Parlamento, invece,Rivoluzione Civile: 2.25% alla Camera e 1.80% al Senato. Ilmovimento di Ingroia, così, si scioglie e finirà per scomparire.Diliberto decide di dimettersi da segretario dei ComunistiItaliani dopo più di tredici anni. Anche la segreteria diRifondazione presenta le proprie dimissioni, ma questevengono respinte dal Comitato politico nazionale in attesa delnuovo congresso.

I problemi, però, non mancano nemmeno in Italia. BeneComune. Il sistema elettorale rende la maggioranza assoluta

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alla Camera e quella relativa al Senato una non-vittoria. Èimpossibile un governo monocolore, ma anche un’alleanza digoverno che prescinda dal centrosinistra. Inoltre, il centrodell’asse Monti-Udc non ha i numeri per creare unamaggioranza: per formare un governo è dunque necessario unaccordo con la coalizione di centrodestra (Berlusconi) o con ilMovimento 5 Stelle di Beppe Grillo. In questo clima, Sel vedeuna propria rappresentante, Laura Boldrini, eletta a Presidentedella Camera dei Deputati. Al Senato, complice il voto dialcuni grillini, l’asse Sel-Pd elegge presidente l’ex magistratoPietro Grasso.

I primi problemi con il Pd arrivano al momento dell’elezionedel Presidente della Repubblica. I dem sostengono FrancoMarini, mentre Vendola si schiera a favore di Stefano Rodotà,proposto dal M5S. Dopo una convergenza al quarto scrutiniosu Romano Prodi (che non viene eletto per via di 101 franchitiratori), Sel torna a sostenere Rodotà, senza concordare sullarielezione di Giorgio Napolitano (riconfermato grazieall’inedito accordo tra Pd e Pdl).

Da qui sarà rottura definitiva. Sel chiede di procedere versola ricerca di un’alleanza con il Movimento 5 Stelle, ma dopo ilfallimento dell’incarico esplorativo a Bersani (che si vedràsbattere le porte in faccia da Grillo) si prospetta la creazione diun governo Pd-Pdl. Questo puntualmente avviene, con lanomina di Enrico Letta (Pd), al quale Sel non accorderà lafiducia, passando ufficialmente all’opposizione.

Prc e Pdci vanno intanto riorganizzandosi. Nel luglio del2013, durante il VII Congresso dei Comunisti Italiani, CesareProcaccini subentra ad Oliviero Diliberto con il 75% circa deivoti. Per Rifondazione Comunista, invece, bisognerà attendereil 2014 per vedere un nuovo segretario. Il IX congresso,tenutosi a Perugia nel novembre 2013, non riesce a decretareun vincitore, affidando la gestione del partito ad un comitato

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politico che rispecchi le tre mozioni presentate. Nei primigiorni del nuovo anno, poi, il comitato ha riconfermato PaoloFerrero, creando però nuovo scompiglio e malcontentoall’interno del partito stesso.

In ottobre, la Sinistra Europea aveva individuato nel grecoAlexis Tsipras il proprio candidato alla presidenza dallaCommissione Europea in vista delle elezioni del 2014,ponendo le basi per un nuovo discorso unitario. In Italia, alanciare l'appello per la Lista Tsipras sono poi, all'inizio delnuovo anno, alcune figure della cultura italiana, ossia BarbaraSpinelli, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, LucianoGallino, Marco Revelli e Guido Viale. Nuove prospettive siaprono nel mondo della sinistra italiana: Sel e Rifondazionepotrebbero correre sotto un nuovo simbolo unitario, insieme airesidui di quella che fu Rivoluzione Civile e a qualcheparlamentare espulso dal Movimento 5 Stelle. Viene inoltrelanciato un sito web a sostegno della lista, nel quale isostenitori sono chiamati a scegliere il simbolo tra quattrobozzetti. Fa discutere la scelta di non includere la parola“sinistra” nel logo elettorale, esclusa in favore del nome Tsiprase del termine “Europa”. Il nome definitivo, votato da 7.637persone, è “L'altra Europa / Con Tsipras”.

Vendola, leader incontrastato di Sel, viene coinvolto in unaserie di scandali. Già dal 2012 si era parlato di alcuni suoiabusi di ufficio nella nomina di un primario in una Asl di Bari(pratica archiviata perché il fatto non sussiste) e di peculato efalso in alcune transazioni finanziarie dell'ente da luipresieduto. Stavolta, nell'ambito delle indagini sull'Ilva diTaranto, il presidente pugliese viene accusato di concussione epressioni al fine di evitare il rilevamento dei veleni prodottidall'azienda. Questo non gli impedirà di essere rieletto a capodel partito nel secondo congresso di Sel (gennaio 2014). Alcongresso, inoltre, i delegati si esprimono in favore delsostegno europeo a Tsipras, pur approvando l'ingresso del

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partito nel Pse. Alcune spaccature però si notano, soprattutto invirtù della candidatura alla Commissione Europea di MartinSchulz (candidato del Pse), a cui alcuni deputati del partitovendoliano intendono comunque dare appoggio.

Con le elezioni regionali sarde del febbraio 2014, ilcentrosinistra conquista l'isola (complice anche la mancatapresentazione delle liste da parte del Movimento 5 Stelle).Vince Francesco Pigliaru, a capo di un'alleanza in vecchio stile,comprendendo Pd, Sel, Cd, Rifondazione e Pdci in listaunitaria, Idv e Verdi sotto lo stesso simbolo e altri partiti locali.Sel raggiunge il 5.18% eleggendo 4 consiglieri; la lista di Prc-Pdci denominata Sinistra Sarda raccoglie invece il 2.03% e 2consiglieri.

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8. Il partito di Renzi

Il renzismo è il passo necessario a completare il processounitario del Partito Democratico, la marcia in più sopravvenutadal tempo in cui Romano Prodi aveva lanciato le prime idee diconvergenza tra i progressisti.

Matteo Renzi comincia il percorso che lo porterà a diventaresegretario del Pd nel 2010. Già iscritto a Ppi prima eMargherita poi, ex Presidente della Provincia di Firenze esindaco della città gigliata, lancia insieme a Giuseppe Civati,Michele Emiliano e Debora Serracchiani la “Carta di Firenze”.Nel corso di una manifestazione denominata Prossima fermata:Italia nasce il movimento dei rottamatori, ottenendo il consensodi alcuni parlamentari democratici. Renzi propone un rinnovodel Pd, al fine di allontanarlo dall’immagine di partito di quadrie d’apparato che lo contraddistingue. La sinistra che siautocommisera, dice in breve il messaggio della Leopolda, nonserve, è cosa antica. Il nuovo Pd deve farsi capire e devecapire, incidendo positivamente sulla vita del paese. E,soprattutto, deve vincere le elezioni 2013.

La figura di Renzi, nuovo emergente leader dell’arearottamatrice del Pd, viene tuttavia messa in discussionel’autunno seguente. Dividendo l’opinione pubblica, il sindacosi reca ad Arcore, nella residenza privata dell’allora Presidentedel Consiglio Silvio Berlusconi, per discutere questioniriguardanti Firenze. Nasce da qui una delle accuse cheaccompagneranno Renzi in tutto il suo percorso, ossia quella diessere un berlusconiano, di non essere di sinistra e di esseresoltanto un arrivista. Renzi si difende dalle accuse ricordandoche l’incontro tra il sindaco di una grande città e il Presidentedel Consiglio non è nulla di così inusuale. Quanto alla sede,

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invece, si giustifica dicendo che Arcore è stata scelta daBerlusconi.

Sulla scia della crescente notorietà e guidato dal produttore efondatore di Magnolia Giorgio Gori, il sindaco di Firenzeraccoglie attenzione mediatica anche a fronte del propriopersonale carisma, lanciando così l’idea di una nuovaLeopolda, stavolta denominata Big Bang, nel 2011. Lo strapponei confronti della classe dirigente del Pd diventa stavoltabrusco. Renzi viene apertamente criticato da gran parte degliesponenti di primo piano dei dem, in particolare dall’areavicina al segretario Pierluigi Bersani. Il successo aumenta lepossibilità di una futura candidatura di Renzi a guida di unmovimento rinnovatore del Pd e nel 2012 l’esperienza BigBang verrà replicata con il medesimo successo.

Alle nuove primarie dell’ormai definita coalizione (Pd, Psi,Api, Sel) Renzi si candida ufficialmente in settembre. Per il Pdsi presentano altri due candidati: il segretario Pierluigi Bersanie il consigliere regionale del Veneto Laura Puppato. Per Sel sipresenta Nichi Vendola, mentre per l’Api si candida BrunoTabacci. Tra gli altri candidati emersi e poi ritiratasi senzapresentarsi ufficialmente: Giuseppe Civati, Stefano Boeri eFulvio Abbate. Il Psi di Nencini non presenta invece propriesponenti e si schiera a sostegno di Bersani.

Una delle maggiori discussioni della campagna per leprimarie è quella riguardante il fatto che per poter votareoccorre sottoscrivere un documento dove si dichiara il sostegnoa Italia Bene Comune indipendentemente dal vincitore. Renzi,visto di buon occhio da molti ambienti vicini al centrodestra,critica la clausola, appoggiata invece dagli altri candidati,poiché inibirebbe gli elettori di altre aree politiche. Il sindacodi Firenze, sotto il nuovo slogan “Adesso!”, comincia un girod’Italia in camper, tenendo comizi in tutte le principali cittàdella penisola. Le federazioni locali del Partito Democratico,

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invece, si schierano quasi in massa a favore di Bersani. Pocosostegno raccoglie Puppato. Vendola e Tabacci ottengonol’impegno delle rispettive sezioni territoriali di partito.

Si vota per il primo turno il 25 novembre 2012. Le urne nondecretano una vittoria netta. Bersani ha la maggioranza relativa(44.9%) e Renzi lo segue a ruota, distanziato di quasi diecipunti (35.5%). Seguono Vendola (15.6%), Puppato (2.6%) eTabacci (1.4%).

Durante la settimana successiva, tutti i tre candidati esclusidal primo turno si schierano a favore di Pierluigi Bersani,isolando Renzi. Lo scontro tra i due si acuisce e puntasull’alleanza con l’Udc dopo il voto: Bersani si è più voltedetto possibilista e vedrebbe la collaborazione con Casini come“nell’ordine delle cose”; Renzi, al contrario, esclude qualsiasiconvergenza verso partiti diversi da quelli di Ibc. Ulterioremotivo di divisione si ha sulle regole del ballottaggio: Renzichiede che possano votare tutti, anche coloro che non si sonorecati alle urne al primo turno; Bersani, di rimando, respinge leprimarie aperte, appellandosi alle regole prestabilite dallacoalizione e sottoscritte dallo stesso Renzi. La spunterà ilsegretario. Potranno votare al ballottaggio soltanto gli iscritti aipartiti e coloro che lo hanno già fatto il 25 novembre.

Il 2 dicembre si tiene così il secondo turno di votazione.L’esito è scontato: Pierluigi Bersani guiderà la coalizionegrazie al 60.9% delle preferenze. Matteo Renzi si ferma alrestante 39.1%. Il rottamatore ribadisce così il suoincondizionato sostegno a Bersani in vista delle successiveelezioni. Dopo alcuni giorni il governo Monti cade, dopo cheSilvio Berlusconi ha ritirato il proprio partito dallamaggioranza di governo.

Bersani si troverà di fronte a numerosi avversari. Oltre aBerlusconi (che in un’intervista a Radio 105 dichiara di essersiripresentato in prima persona per la mancata vittoria di Renzi

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alle primarie del centrosinistra) e Beppe Grillo, ci sono ancheMario Monti (alleato con Fini e Casini nella coalizione ConMonti per l’Italia e nel nuovo partito Scelta Civica), AntonioIngroia e Oscar Giannino (in un movimento liberaledenominato Fare per fermare il declino).

Ulteriori problemi per Bersani sono causati dallo scandaloMonte dei Paschi di Siena. La banca, retta da una fondazionevicina al Pd, è coinvolta in diverse inchieste riguardantispeculazioni finanziarie e relativi disastri, problemisull'acquisizione di Antonveneta, giri di tangenti, nonché aiutiad hoc provenienti dal governo. Bersani prova a defilarsiaddossando le colpe al management di Mps, ma la risonanzadello scandalo avrà irrimediabilmente i suoi effetti sul partito,soprattutto per via delle speculazioni in campagna elettorale adopera del centrodestra e soprattutto del M5S.

In fretta e furia, Sel e il Pd organizzano le primarie per iparlamentari. L’iniziativa era stata voluta nel corso del 2012 daiGiovani Democratici (organizzazione giovanile del Pd), cheaveva anche promosso una raccolta firme, al fine di supplirealle liste bloccate previste dal Porcellum. Con le parlamentariedel Movimento 5 Stelle la questione si è riproposta e il PartitoDemocratico (di concerto con Sel) decide di indirle a sua voltaper il 29 e 30 dicembre. Le regole sono le stesse del secondoturno: votano solo coloro che hanno già votato per le primarie egli iscritti ai due partiti. In più, ogni elettore deve scegliere sevotare i candidati parlamentari per Sel o per il Pd. Tabacci hanel frattempo annunciato la fondazione di Centro Democratico,un nuovo partito nato dall’unione di alcuni fuoriusciti dall’Apicon i dissidenti di Diritti e Libertà di Massimo Donadi(fuoriusciti dall’Idv di Di Pietro per via dell’avvicinarsi diquesti a Grillo piuttosto che al Pd). Il Psi, inoltre, annuncia chepresenterà le proprie liste solo in alcune circoscrizioni, mentrenelle altre i propri candidati si candideranno in quelle delPartito Democratico.

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Le elezioni arrivano e con loro una situazione disastrosa checomporterà un nuovo stallo politico. Ibc ha preso il 29.55% allaCamera e il 31.6% al Senato. Il Partito Democratico(rispettivamente 25.42% e 27.43%) è il primo partito italianograzie ai voti degli elettori all’estero. Considerando solo i votidella penisola viene invece superato dal Movimento 5 Stelle.

La situazione è praticamente di parità. La coalizione dicentro destra si è infatti attestata a sua volta intorno al 30%,mentre il M5S è circa al 24%. Grazie al premio di maggioranzaIbc ottiene 340 seggi alla Camera. Il problema è il Senato, dovePd, Sel, Psi e Cd sono fermi a 113 eletti. Il cattivo risultatoottenuto anche dall’asse centrista Monti-Casini non permetteun’alleanza in grado di sostenere un governo (Con Monti perl’Italia ha solo 18 senatori). Per il Pd è una non-vittoria e sirende necessario un governo di grandi intese, da farenecessariamente in alleanza con uno tra il Movimento 5 Stellee la coalizione di centrodestra.

Prima, però, ci sono le elezioni delle cariche istituzionali.Alla Camera viene eletta facilmente Laura Boldrini di Sel,mentre al Senato né Pd né Pdl presentano inizialmente un nome(il M5S individua invece Luis Alberto Orellana). Al terzoscrutinio emergono le candidature di Renato Schifani (Pdl) ePietro Grasso (Pd). Quest’ultimo risulta eletto alla quartavotazione, grazie probabilmente ai voti di alcuni senatori delM5S.

Bersani, che ha nel frattempo ricevuto l’incarico di formareun nuovo governo, chiede ai pentastellati di accordarsi per ungoverno di scopo, basato su otto punti cari al M5S: leggeelettorale; taglio dei costi della politica e riduzione del numerodei parlamentari; conflitto di interessi; nuova leggeanticorruzione; riduzione delle spese militari; rimborso deicrediti vantati dalle aziende nei confronti dello Stato; esenzioneImu per la prima casa fino a 500 euro; interventi urgenti per

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l’occupazione e la crescita.

Grillo risponde di non voler accordare nessuna fiducia,semmai di ribadire il “modello Sicilia”, ossia voto su ogniquestione presentata, senza appoggio incondizionatoall’esecutivo. Si prospetta, tra l’altro, l’ipotesi di un governo diminoranza, ma dopo un incontro con i capigruppo del M5SVito Crimi e Roberta Lombardi tutto sembra naufragare.Bersani rimette così l’incarico nelle mani di Napolitano.

Si arriva intanto all’elezione del Presidente della Repubblica.I grillini presentano Stefano Rodotà (ex Pci e Pds), mentre idem parlano di Franco Marini (si è fatto inizialmente il nomeanche di Anna Finocchiaro). Si oppone alla scelta Sel, chesostiene Rodotà. Forti dubbi su Marini sono mossi anche dairenziani, che sebbene orientati a votare per Romano Prodifiniranno per accordare le proprie preferenze all’ex Presidentedel Senato. Al quarto scrutinio, però, pare fattibile l’elezione,appunto, di Romano Prodi che sarà affossato da 101 franchitiratori (identificati da alcuni nell’area dalemiana, da altriproprio nei renziani). È al sesto scrutinio che succedel’inaspettato: Berlusconi strappa un accordo al Pd sullarielezione di Giorgio Napolitano, la prima nella storiarepubblicana. È questo l’inizio delle larghe intese tra Pd e Pdl.Bersani, contestualmente, si dimette da segretario insieme atutta la segreteria nazionale per il fallimento nella tentataelezione di Marini e Prodi.

Oramai è chiaro che per governare sia necessaria un’alleanzacon il centrodestra, ed è così che Napolitano, il 24 aprile 2013affida l’incarico di formare un governo di larghe intese adEnrico Letta (si era parlato, tra gli altri, di Amato, Marini eRenzi). Il Pd cede così alle avance di Berlusconi. Letta proponeun governo bi-partizan, nel quale i dem sono presenti con 9ministri (Zanonato, Orlando, Carrozza, Bray, Franceschini,Delrio, Trigilia, Idem, Kyenge). Fanno parte della maggioranza

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il Pdl di Berlusconi-Alfano (quest'ultimo nominatovicepremier), l’Udc di Casini e Scelta Civica di Monti, CentroDemocratico, Psi e altri piccoli partiti. Restano all’opposizioneLega Nord, Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle e SinistraEcologia Libertà. Si oppongono alla formazione dell’esecutivo,in principio, i piddini Giuseppe Civati e Laura Puppato.

Fabrizio Barca (ex Ministro per la Coesione territoriale delgoverno Monti), frattanto, ha lanciato una carta di intenti voltaa chiedere un partito capace di governare l’Italia. Intorno aBarca sembra raccogliersi tutta la parte sinistra del Pd, mentrequella centrista e liberale pare fare a sua volta capannellointorno a Renzi, che sta acquistando quotazioni anche negli ex-ostili quadri. Si paventano ipotesi di scissione, poi rientrate.L’assemblea nazionale del Pd elegge invece a segretarioGuglielmo Epifani, ex segretario generale della Cgil, conl’85.8% dei consensi (unico candidato). Marco Follini haintanto lasciato il Pd. non riconoscendosi nella vocazione delpartito verso la tradizione socialista europea.

Il governo vede minato il suo cammino dopo solo due mesi,quando l’ex canoista Josefa Idem, Ministro per le PariOpportunità, lo Sport e le Politiche Giovanili, si dimette per viadi uno scandalo dovuto ad una presunta evasione fiscale di Ici eImu. Altre controversie hanno al centro la ministra di coloreCécile Kyenge, netta sostenitrice di una legge che introduca loius soli. La Kyenge viene definita un orango da RobertoCalderoli (Lega Nord) e largamente contestata dagli ambientidelle minoranze.

Inoltre, a causa della vicenda Shalabayeva, moglie deldissidente kazako Ablyazov rimpatriata a causa di unpassaporto ritenuto falso, vengono chieste le dimissioni delMinistro degli Interni Alfano dalle opposizioni e dallecomponenti Pd vicine a Renzi e alla sinistra.

Una prima crisi di governo, intanto, arriva con il rifiuto da

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parte di Enrico Letta di posticipare l’aumento dell’Iva dal 21%al 22%. I ministri del Pdl si dimettono su impulso di SilvioBerlusconi, per poi ritrattare e formare gruppi parlamentariautonomi. La spaccatura è nel Popolo della Libertà, falchi ecolombe si dividono sul fatto di continuare a sostenere ilgoverno o passare all’opposizione. Tutto si definirà poco primadel voto sulla decadenza di Berlusconi da senatore, il 27novembre 2013. Anche Matteo Renzi prende posizioni contro ilgoverno e le proposte di indulto o amnistia. Alfano e gli altriquattro ministri Pdl insieme ad alcuni parlamentari formano ilNuovo Centrodestra, che rimane a sostenere l’esecutivo.Berlusconi annuncia la rifondazione di Forza Italia e l’uscitadalla maggioranza parlamentare insieme a gran parte dei suoiparlamentari. Il governo, però, regge. Subito dopo l’ex premierdecade da senatore con il voto favorevole e decisivo degliormai ex alleati di governo del Pd, uscendo dal Parlamento.

Nello stesso periodo arriva anche una sentenza della CorteCostituzionale: il Porcellum è dichiarato contrario ai principidella legge fondamentale. Ad essere giudicate incostituzionalisono le liste bloccate lunghe e il premio di maggioranza allaformazione politica che prende relativamente più voti. Diventacosì necessaria una più volte annunciata ma mai realizzatariforma del sistema elettorale, messa ormai al centro deldibattito politico.

È in questo clima che si arriva alle elezioni primarie per lascelta del nuovo segretario del Partito Democratico, l’8dicembre 2013. I quattro candidati sono Matteo Renzi(sostenuto da Delrio, Emiliano, Fassino, Parisi e Franceschini),Gianni Cuperlo (appoggiato dall’area vicina a D’Alema eBersani), Giuseppe Civati e Gianni Pittella. I congressi dellesezioni di partito segneranno la vittoria di Renzi (45.3%),seguito da Cuperlo (39.4%), Civati (9.4%) e Pittella (5.8%).Quest’ultimo viene dunque escluso dalle primarie, per le qualisi schiererà a favore di Renzi. Le primarie, stavolta, sono

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aperte: tutti possono partecipare al voto, senza differenze. Tuttii candidati, inoltre, si esprimono a favore dell'ingressodefinitivo del Partito Democratico nel Pse, mettendo così finead un dibattito che attanagliava la formazione politica sin dallasua nascita.

L’8 dicembre 2013, così, la partita del sindaco di Firenze èinfine vinta: con il 67.55% dei consensi Matteo Renzi diventail nuovo segretario del Partito Democratico. Cuperlo si ferma al18.21%, Civati al 14.24%. È il primo passo oltre le compaginicostituenti il Pd: Renzi è un “alieno” che mira a dare al partitouna unità interna, superando le divisioni tra post-comunisti epost-democristiani, al di là dell’autoconservazione di ungruppo dirigente rimasto quasi immutato a partire dal 1991. Ilpartito prende un nuovo stampo, e Renzi si avvia a condurre,come recita il titolo di un e-book pubblicato a caldo da MarioLavia e Fabrizio Rondolino, un “viaggio al termine del Pci”.

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9. Il governo del Rottamatore

Dopo le primarie, l'assemblea nazionale del PartitoDemocratico elegge il proprio nuovo Presidente. Lo stessoRenzi annuncia la candidatura di Gianni Cuperlo, che accetta laproposta (non senza titubanze) ed assume così la carica.

Ma il partito è ormai in mano al sindaco di Firenze. Renziprovoca polemicamente il vice-Ministro dell'economia StefanoFassina. Rispondendo ad un giornalista che gli pone unadomanda proprio su quest'ultimo, Renzi esordisce con unoscherzoso ma provocatorio “Chi?”. Fassina si dimette perragioni che dirà essere una “questione politica” dovuta aicontrasti con la nuova segreteria.

Intanto si apre il dibattito sulla legge elettorale e le riformeistituzionali. Renzi chiede che il Porcellum sia modificato inmodo da ottenere un sistema decisionista che possa darecertezze riguardo al governo. Dopo aver fatto le sue proposte, ilsegretario decide di incontrarsi a riguardo con SilvioBerlusconi. L'incontro si tiene il 18 gennaio 2014 nella sede delPartito Democratico al Nazareno, e causa notevoli polemichedovute all'apertura di un dialogo con il leader di Forza Italiadopo la sua decadenza da senatore. Renzi e Berlusconi arrivanoall'accordo Italicum: voto con il sistema spagnolo (collegipiccoli, liste corte e bloccate, alta soglia di sbarramento,premio di maggioranza al raggiungimento di determinate sogliealtrimenti ballottaggio) e trasformazione del Senato in unacamera delle autonomie locali con potere legislativo ma non difiducia nei confronti del governo (superamento delbicameralismo perfetto). In contrasto con la linea delsegretario, Cuperlo si dimette da presidente del Pd lamentandoattacchi personali da parte dello stesso Renzi. Sulla legge

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elettorale si avranno altri malumori all'interno della stessamaggioranza, soprattutto da parte del Nuovo Centrodestra diAlfano e dei partiti centristi, che chiedono l'introduzione dellepreferenze. Inoltre, Casini sembra deciso a riportare l'Udcnell'orbita del centrodestra, mentre pare prospettarsi un'alleanzatra Centro Democratico e Scelta Civica in accordo col Pd.

Il governo di Enrico Letta è ancora nell'occhio del ciclone.Nell'ambito di un'inchiesta sull'Asl di Benevento, Nunzia DeGirolamo, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari eForestali appartenente a Ncd, è al centro di una serie dipolemiche riguardanti alcune sue presunte influenze nellagestione sanitaria sannita. Il 26 gennaio 2014 De Girolamo sidimette (a chiederne le dimissioni era stato il Movimento 5Stelle ma anche alcuni esponenti della stessa maggioranza digoverno, tra cui il deputato beneventano del Pd Umberto DelBasso De Caro).

Ma è dal principio di febbraio che il governo viene messo indiscussione dal suo interno. Le indiscrezioni parlano sia dirimpasto che, addirittura, di sostituzione del premier Letta conMatteo Renzi. Questi inizialmente glissa, poi dichiara di nonvoler sostituire il Presidente del Consiglio. Tutto precipitadurante la direzione Pd del 13 febbraio. Renzi propone il votodi sfiducia nei confronti del governo, Letta ne prende atto edecide pertanto di dimettersi.

Subito dopo il Parlamento approva l'abolizione graduale delfinanziamento pubblico ai partiti entro il 2017, quando saràsostituito da donazioni volontarie dei cittadini (2 per mille) eaccompagnato dall'obbligo della certificazione esterna neibilanci delle formazioni politiche stesse. A votare a favore c'èanche Forza Italia, aprendo nuovi spiragli di distensione neiconfronti del Pd e di Ncd.

In seguito alle dimissioni di Enrico Letta, Napolitano avviale consultazioni per verificare la fattibilità del governo Renzi.

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Da queste emerge la volontà non scontata della stessamaggioranza dell'esecutivo uscente, con aperture da parte difrangenti di Forza Italia nonché da Sel. Vendola è possibilistama si dice contrario a qualsiasi alleanza con il NuovoCentrodestra. Alfano, a sua volta, dichiara di non volerespostamenti a sinistra dell'asse di governo. Berlusconi esprimeinvece la sua fiducia nell'operato di Renzi, dichiarando di volermantenere fede agli accordi sull'Italicum. Il Movimento 5Stelle e la Lega Nord decidono di non partecipare alleconsultazioni presidenziali, motivando il rifiuto con il fatto che,secondo loro, tutto sia già stato deciso.

Le opposizioni danno intanto battaglia al probabile nascenteesecutivo, insistendo sul fatto che sia il terzo governo diseguito non nato dalla volontà popolare. Sul web impazza iltoto-ministri. Con uno scherzo telefonico, un imitatore di NichiVendola de La Zanzara, trasmissione di Radio24, chiamaFabrizio Barca fingendosi il leader di Sel. L'ex Ministro,beffato, gli rivela di aver rifiutato l'offerta di Carlo DeBenedetti (presidente del Gruppo Editoriale L'Espresso) dioccupare il posto alle Finanze nel nuovo governo. Ladichiarazione provocherà nuove polemiche da parte di Sel,M5S, Lega e Forza Italia, che accuseranno Renzi di esseremanovrato dalle lobby economiche.

Renzi riceve l'incarico di formare il nuovo governo il 17febbraio, cominciando a sua volta le consultazioni. Grillo èancora orientato a non partecipare, ma a decidere è il blog:dopo un referendum sul web il popolo degli iscritti pentastellatigli chiede di presentarsi all'incontro. All'incontro, trasmesso indiretta streaming, Renzi prova ad esprimere a Grillo il proprioprogramma di governo. Il comico genovese non gli permette diparlare e, dopo un monologo che non lascia spazi d'interventoal Presidente incaricato, lascia polemicamente la sala. Renzidapprima ironizza, poi si dice dispiaciuto per l'atteggiamentodisfattista del M5S. Ma anche all'interno del partito le cose non

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sembrano andare per il meglio: Pippo Civati, infatti, dichiara diessere orientato a non votare la fiducia al nascente esecutivo ead abbandonare il Pd. La maggioranza, intanto, pareconfermata: sarà quella basata sull'asse Pd-Ncd, comprendenteanche i centristi.

Renzi presenta la nuova squadra il 22 febbraio. Dopo un tirae molla, il Ncd vede confermati 3 ministri (Lupi alleInfrastrutture, Lorenzin alla Salute e soprattutto Alfano alViminale, al quale Renzi ha però chiesto di rinunciare peròall'incarico di vicepremier). Il Partito Democratico partecipacon Federica Mogherini alla Farnesina, Andrea Orlando allaGiustizia, Roberta Pinotti alla Difesa, Maurizio Martina allePolitiche Agricole, Alimentari e Forestali, Franceschini allaCultura, Maria Elena Boschi alle Riforme Costituzionali eRapporti con il Parlamento, Marianna Madia allaSemplificazione e Pubblica Amministrazione, Maria CarmelaLanzetta agli Affari Regionali. Gli altri ministeri vengonoripartiti tra Scelta Civica, l'Udc e tre tecnici (tra cui ancheFederica Guidi, imprenditrice ritenuta vicina a Berlusconi).Renzi, con i suoi 39 anni, è il più giovane Presidente delConsiglio della storia repubblicana e con lui lo è anche il suoesecutivo (per il 50% composto da donne).

Sotto la gestione Renzi, il Pd chiede al Pse di aderire come“full member” al partito europeo, sostenendo la candidatura delPresidente del Parlamento Europeo Martin Schulz nella corsaper la presidenza della Commissione.

Sulla fiducia, Pippo Civati (insieme a un piccolo gruppo didissidenti Pd) appare dapprima orientato a non votarla (era giàsuccesso per Letta). Poi, dopo aver consultato gli elettori dalproprio blog (riprendendo il modus operandi del M5S), ed averconvocato i parlamentari a lui vicini, opta per accordarla inmaniera condizionata.

Dopo aver conferito alle camere, il 24 e 25 febbraio, il

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Governo Renzi ottiene la fiducia del Parlamento, accordata daPd, Ncd, Psi, Cd, Popolari per l'Italia, Scelta Civica e altreformazioni minori.

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10. Alla fine della storia

Termina così questo e-book, una carrellata sulla storia dellasinistra italiana, come più volte rimarcato, dalla svolta diOcchetto fino a quella di Renzi.

Non è una storia completa, in quanto nessuno può ancoradire fin dove Matteo Renzi condurrà i dem (e il governoitaliano) e quali evoluzioni toccheranno al Pd e al resto delleformazioni che si richiamano alla sinistra e alla sua storia.Pertanto, volutamente, ci siamo fermati a ieri, a quando unRenzi che aveva appena preso in mano le redini del partito si èinstallato a Palazzo Chigi sfrattando indelicatamente EnricoLetta, sconvolgendo anche gli equilibri interni allo stesso Pd.

Verranno le elezioni europee e poi le politiche e tanti nuovigoverni. La situazione cristallizzata alla fine del 2013 sembragià antica e destinata a mutevoli evoluzioni.

Partito Democratico, Sel, Pdci, Rifondazione seguirannonuovi percorsi, nuove strade, di cui avremo sicuramente mododi parlare ancora su Caffè News. Per ora ci fermiamo qui, dopoaver raccontato quello che è stato. Abbiamo tentato di vestircipiù da “storici” (la definizione è da prendere con le dovutepinze) che da cronisti.

Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno seguito larubrica in due mesi che sembrano volati via di colpo. Vilasciamo con la promessa di rivederci presto e raccogliendo inquesto e-book tutte le puntate di “Vengo dopo il Pci”, più una(il nono capitolo) dedicata al governo Renzi. Questa invece,l’ultima, è intitolata “Alla fine della storia” in manieraprovocatoria, in quanto la storia (specie politica) può essereciclica ma di sicuro non volge mai al termine. Sarà così anche

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per le forze che, in un modo o nell’altro, hanno ereditatoqualcosa dal Partito Comunista Italiano, pur cambiando,rivoluzionandosi e distanziandosene notevolmente.

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Appendice 1. Risultati elettoraliTabella 1 – Pci, Pds, Progressisti, Ds, L'Ulivo, Pd

Elezioni Lista Percentuali

Politiche 1987 Partito Comunista Italiano

Camera

26.58%

Senato

28.33%

Europee 1989 Partito Comunista Italiano 27.58%

Politiche 1992Partito Democratico

della Sinistra

Camera

16.11%

Senato

17.05%

Europee 1994Partito Democratico

della Sinistra19.06%

Politiche 1994

ProgressistiCamera (uninominale)

32.81%

Partito Democraticodella Sinistra

Camera (proporzionale)

20.36%

ProgressistiSenato

32.90%

Politiche 1996

L'UlivoCamera (uninominale)

42.20%

Partito Democraticodella Sinistra

Camera (proporzionale)21.06%

L'UlivoSenato

39.91%

Europee 1999 Democratici di Sinistra 17.34%

Politiche 2001

L'UlivoCamera (uninominale)

43.73%

Democratici di SinistraCamera (proporzionale)

16.57%

L'UlivoSenato

38.70%

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Elezioni Lista Percentuali

Europee 2004 Uniti nell'Ulivo 31.08%

Politiche 2006L'Ulivo

Camera

31.27%

Democratici di SinistraSenato

17.50%

Politiche 2008 Partito Democratico

Camera

33.18%

Senato

33.69%

Europee 2009 Partito Democratico 26.12%

Politiche 2013 Partito Democratico

Camera

25.43%

Senato

27.44%

Tabella 2 – Rifondazione, Pdci, SelElezioni Lista Percentuali

Politiche 1992 Rifondazione Comunista

Camera5.62%

Senato6.52%

Europee 1994 Rifondazione Comunista 6.08%

Politiche 1994 Rifondazione ComunistaCamera6.05%

Politiche 1996 Progressisti

Camera2.62%

Senato2.87%

Europee 1999Rifondazione Comunista 4.27%

Comunisti Italiani 2.00%

Page 76: Vengo dopo il Pci

Elezioni Lista Percentuali

Politiche 2001Rifondazione Comunista

Camera (proporzionale)

5.03%

Senato

5.04%

Comunisti ItalianiCamera (proporzionale)

1.67%

Europee 2004Rifondazione Comunista 6.06%

Comunisti Italiani 2.42%

Politiche 2006

Rifondazione Comunista

Camera

5.84%

Senato

7.37%

Comunisti ItalianiCamera

2.32%

Insieme con l'UnioneSenato

4.17%

Politiche 2008 La Sinistra - L'Arcobaleno

Camera

3.08%

Senato

3.21%

Europee 2009Federazione della Sinistra 3.39%

Sinistra e libertà 3.13%

Politiche 2013

Rivoluzione Civile

Camera

2.25%

Senato

1.80%

Sinistra Ecologia Libertà

Camera

3.20%

Senato

2.98%

Nota: Sono qui riportati i soli risultati elettorali dei partiti e delle liste cheabbiano raggiunto il punto percentuale almeno in un'occasione.

Page 77: Vengo dopo il Pci

Appendice 2. I simboli

Partito ComunistaItaliano

DemocraziaProletaria

Partito Democraticodella Sinistra(1991-1998)

Ai piedi della quercia,nuovo simbolo delrinnovato partito,

permane il logo storicodel Partico Comunista

Italiano.

Partito Democraticodella Sinistra

(Politiche 1996)Il logo del Pci rimane,sebbene rimpicciolito.

Nell'emiciclo verdecompare la scritta

“Sinistra Europea”,simbolo dell'adesionedel partito agli ideali

del socialismo europeo.

Democratici diSinistra

(1998-2004)Il logo del Pci

scompare del tutto.Viene sostituito dalla

rosa rossa, simbolo delsocialismo europeo e

già apparsa sulle tesseredel Pds negli anni 1997e 1998, e dalla sigla P.

S. E.

← Democratici di Sinistra(2005-2007)

La scritta P. S. E. viene estesa e sostituita da“Partito del Socialismo Europeo”. Questo

simbolo compare per la prima volta alle elezioniregionali e amministrative del 2005.

Page 78: Vengo dopo il Pci

Movimento per laRifondazioneComunista

(1991)Una falce e un martellostilizzati, a confermarela volontà di mantenere

la continuità con ilpassato comunista, che

insieme formano la“R”, iniziale di

“Rifondazione”.

RifondazioneComunista(1992-1999)

Il primo simbolo delpartito viene scelto inmodo da mantenere

quanto più possibile iriferimenti al Pci. Labandiera non è più

sventolante, ma assumela nuova forma

romboide e colora dirosso l'asta (ora

obliqua). Il tricolorediventa un nastro

disposto a semicerchio.

RifondazioneComunista(1999-2004)

Opportunamentemodificato al fine di

non creare confusionecon il neonato Pdci, ilnuovo simbolo perde i

bordini neri deltricolore ma inserisce lascritta “Rifondazione”.

2004-2008 2006 2008-attuale

Rifondazione Comunista – Sinistra EuropeaCon la creazione della Sinistra Europea si rende necessario

l'aggiornamento del simbolo che subisce diverse elaborazioni grafiche eridimensionamenti volti ancora a distinguersi nettamente dal Pdci, fino ad

arrivare al simbolo attuale, che inverte le posizioni di “Rifondazione”(ingradita e posta in alto) e “Partito Comunista” (spostata sotto la

bandiera).

Page 79: Vengo dopo il Pci

Comunisti Italiani(1998)

Il primo simboloriprende

completamente quellooriginale del Pci,

disegnato da Guttuso,ad eccezione dell'asta,che viene eliminata su

richiesta dei Ds (aiquali il simbolo ancora

apparteneva).

1998-2001 2001-2004

Comunisti ItalianiDopo il ricorso di Rifondazione, il contrassegnodel Pdci si dota in un primo momento di sfondo

blu e poi, definitivamente, azzurro, eliminando legrazie dal nome del partito.

Comunisti Italiani(2004)

Con modifica statutaria,in vista delle europee

2004, viene aggiunta lascritta “Per la sinistra”al di sopra del simbolo

originale.

Comunisti Italiani(2004-attuale)Resosi conto

dell'illeggibilità deiprecedenti colori sulle

schede elettorali, ilpartito opta per un

restyling: da fine 2004il colore azzurro vieneschiarito e le scritte,che recuperano legrazie del simbolo

originale, diventanoblu.

Insieme con l'Unione(2006)

Presentato al Senato nel2006, è il simbolo delcartello elettorale conVerdi e Consumatori

Uniti. Riprende isimboli dei tre partiti el'arcobaleno, già logo

della coalizione guidatada Romano Prodi.

Page 80: Vengo dopo il Pci

Progressisti(1994-1996)

Primo simbolo dellacoalizione di

centrosinistra, presentatoin occasione delle

politiche 1994 e ripresotalvolta durante le

Regionali 1995 e, inalcuni collegi, allepolitiche del 1996.

L'Ulivo(1996)

Nasce L'Ulivo, che vincele elezioni. Il ramoscello e

l'apostrofo rossorimarranno invariati nel

corso degli anni.Nell'emiciclo inferiore lascritta “Alleanza per il

governo”.

L'Ulivo(2001)

Politiche 2001: FrancescoRutelli è il candidatopremier e il suo nome

compare sotto ilramoscello d'ulivo.

Cambia anche lo slogan:“Insieme per l'Italia”.

L'Ulivo (regionali 2000-2001)Diverse elaborazioni grafiche del simbolo de

L'Ulivo in alcune Regioni al voto tra il 2000 e il2001. Nelle Marche, accanto al ramoscello,

permane ancora la striscia tricolore dell'alleanzadei Progressisti.

Page 81: Vengo dopo il Pci

Uniti nell'Ulivo(2004)

Lista unitaria di Ds,Margherita, Sdi e Mre.Presentata in occasione

delle europee 2004.

Uniti nell'Ulivo(2005)

Simbolo base,presentato in diverse

varianti alle Regionali eAmministrative del

2005.

L'Ulivo(2006-2007)

Simbolo unitario di Dse Margherita inoccasione dellepolitiche 2006.

Partito Democratico(2007-attuale)

Simbolo ufficiale delPd, disegnato da Nicola

Storto. Riprende ilsimbolo del rametto

d'ulivo. I colori verde,bianco e rosso

riprendono la bandieraitaliana e le tre anime

del nuovocentrosinistra.

Partito Democratico(2008)

Simbolo presentato allepolitiche del 2008.

Sotto il logo compare ilnome del candidato

Presidente delConsiglio Walter

Veltroni. L'Unione (2005-2006)

Simbolo dell'arcobaleno, logo della coalizioneguidata da Romano Prodi. In versione nazionale(in alto) e della circoscrizione Estero (in basso).

Da L'Ulivo mutua il font (ora verde) e l'apostroforosso.

Page 82: Vengo dopo il Pci

Sinistra Democratica(2007-2009)

Loghi della Sinistra Democratica di Fabio Mussi.È ripreso l'elemento dell'arcobaleno, nonché il

riferimento al Pse.

La Sinistra – L'Arcobaleno

(2008)Simbolo della

coalizione di Prc, Pdci,Sd e Verdi guidata da

Fausto Bertinotti.

Sinistra e Libertà(2009)

Cartello elettoralerosso-verde. Presenta

un doppio baffo rosso-verde, la rosa rossa

socialista e il logo deiVerdi.

Sinistra e Libertà(2009)

Simbolo del progettodopo l'abbandono dei

Verdi.

Sinistra e Libertà(2009)

Simbolo del progettodopo l'abbandono del

Partito Socialista.

2009-2010 2009-2013 2010-attuale

Sinistra Ecologia LibertàDiverse versioni del nuovo logo del partito dopo la diffida a utilizzare il

nome “Sinistra e Libertà”, di proprietà del Psi.

Page 83: Vengo dopo il Pci

Sel – Psi(2010)

Elaborazioni grafiche dellogo Sel nelle elezioni

locali, laddove si ècontinuata la

collaborazione con il Psi. Veneto Campania

Lista Anticapitalista(2009)

Lista unitaria diRifondazione, Pdci,Socialismo 2000 eConsumatori Uniti,

presentata alle elezionieuropee del 2009.

Il simbolo è calcato sullabase di quello di

Rifondazione. La bandieraromboide perde l'asta ma,come nel simbolo del Pci,

sovrasta il tricoloreitaliano. Di conseguenza il

nastro perde il verde ediventa totalmente rosso.

2009

Federazione dellaSinistra

Insieme di loghi della Fds,a partire dal post-elezionieuropee, passando per la

defezione deiConsumatori Uniti finoalla realizzazione della

Federazione.

2009 Rivoluzione Civile(2013)

Simbolo della listaunitaria Rivoluzione

Civile (politiche 2013),che unisce Prc, Pdci,

Azione Civile, Verdi, Idve Movimento Arancione.Il simbolo riprende quello

di Azione Civile diAntonio Ingroia,

scomodando il QuartoStato di Pellizza da

Volpedo, riprodotto inversione stilizzata.

2010 - Provvisorio

2009 2010 - 2012

Page 84: Vengo dopo il Pci

Comunisti Unitari(1995-1998)

Primo esempio diassociazione tra il blu e

la falce e martello.Anche il tricolore viene

mantenuto ma, perevitare ricuse da partedel Prc, volutamente

elaborato. Questo simbolo non èmai stato presentato

alle elezioni politiche,in quanto i suoi

rappresentanti sonostati ospitati nelle liste

del Pds.

Cobas perl'autorganizzazione

(1996-1999)Simbolo che riprende ilpugno chiuso, un gesto

di lotta carico disignificati per granparte della sinistra

italiana. Il movimentoconquista pochissimi

consensi e farà perderedefinitivamente le

proprie tracceall'interno

dell'omonimo grupposindacale.

2006-2008

2009-attuale

Partito di AlternativaComunista

Da notare la falce emartello secondo l'usotrozkista. Nel primo

permane ancora il nomedella corrente “Progetto

Comunista”.

2006 2006 – attuale Per il bene comune(2007-attuale)

Contrassegno elettoraledel movimento diFernando Rossi,riprende i colori

dell'arcobaleno, ormaisimbolo della sinistra

radicale.

Partito Comunista dei LavoratoriRaccogliendo trozkisti e sindacalisti contrari al

governo Prodi, questi simboli sono quellilanciato da Marco Ferrando non appena uscito da

Rifondazione. Riprende dapprima l' “unghia”rossa già presente nel Prc, sovrapponendo la

falce e martello al globo mondiale (già presentein Dp). Nella versione definitiva l'unghia vieneeliminata e le scritte passano dal rosso al nero.

Page 85: Vengo dopo il Pci

Sinistra Critica(2007-2013)

Nato sulla polemicadell'abbandono di falcee martello da parte di

Rifondazione. La stellacomunista diventa un

omino.

SinistraAnticapitalista(2013-attuale)

Movimento nato dalloscioglimento di Sinistra

Critica, nel simbolomantiene gran partedegli elementi del

precedente partito.

SolidarietàInternazionalista

(2013-attuale)

Secondo movimentonato da Sinistra Critica.

Riprende la figuradell'omino-stella giàpresente nel partito

precedente.

Comunisti SinistraPopolare

(2009-2011)Partito d'ispirazionemarxista-leninistascissosi dal Pdci,guidato da Marco

Rizzo.

2012-2013 2013-attuale

Comunisti Sinistra PopolarePur lasciando immutato il nome ufficiale del

movimento, sul contrassegno scompare e vienesostituito da un più generico “Partito

Comunista”. Nella seconda versione, presentatanel 2013 nella circoscrizione Estero di Camera e

Senato, la falce e martello diventa bianca.

Lista Tsipras

2014simbolo definitivo

Loghi provvisori e definitivo della lista unitaria asostegno della candidatura di Tsipras a Presidente

della Commissione Europea.

Page 86: Vengo dopo il Pci

Appendice 3. Le PrimarieTabella 3 – L'Unione – 16 Ottobre 2005 (Leader Coalizione)

Candidato Percentuale Voti

Romano Prodi 74.17% 3.182.686

Fausto Bertinotti 14.69% 631.592

Clemente Mastella 4.56% 196.014

Antonio Di Pietro 3.28% 142.143

Alfonso Pecoraro Scanio 2.22% 95.388

Ivan Scalfarotto 0.62% 26.912

Simona Panzino 0.46% 19.752

Tabella 4 – Partito Democratico – 14 Ottobre 2007 (Segretario)Candidato Percentuale Voti

Walter Veltroni 75.82% 2.694.721

Rosy Bindi 12.93% 459.398

Enrico Letta 11.02% 391.775

Mario Adinolfi 0.17% 5.924

Pier Giorgio Gawronski 0.07% 2.351

Tabella 5 – Partito Democratico – 25 Ottobre 2009 (Segretario)Candidato Percentuale Voti

Pier Luigi Bersani 53.23% 1.623.239

Dario Franceschini 34.27% 1.045.123

Enrico Letta 12.50% 380.904

Page 87: Vengo dopo il Pci

Tabella 6a – Italia. Bene Comune – 25 Novembre 2012 (LeaderCoalizione) – Primo Turno

Candidato Percentuale Voti

Pier Luigi Bersani 44.85% 1.395.096

Matteo Renzi 35.53% 1.104.958

Nichi Vendola 15.62% 485.689

Laura Puppato 2.59% 80.628

Bruno Tabacci 1.41% 43.840

Tabella 6b – Italia. Bene Comune – 2 Dicembre 2012 (LeaderCoalizione) – Ballottaggio

Candidato Percentuale Voti

Pier Luigi Bersani 60.89% 1.706.457

Matteo Renzi 39.11% 1.095.925

Tabella 7 – Partito Democratico – 8 Dicembre 2013(Segretario)

Candidato Percentuale Voti

Matteo Renzi 67.55% 1.895.332

Gianni Cuperlo 18.21% 510.970

Giuseppe Civati 15.62% 399.473

Page 88: Vengo dopo il Pci

Riferimenti bibliografici

Nello scrivere questo testo mi sono affidato, soprattutto perquanto riguarda gli avvenimenti degli ultimi anni, allamemoria. Lungi dal voler elevare questa piccola trattazione alpari di una pubblicazione scientifica, ritengo opportuno citarequalche lettura che ha favorito la redazione del testo che viritrovate sotto gli occhi.

I dati elettorali provengono tutti dal sito web dell'archiviostorico elezioni del Ministero dell'Interno, consultabilegratuitamente all'url http://elezionistorico. interno. it/.

Quanto alle singole storie, il testo fondamentale, dal quale nonsi può prescindere è:

Telese, Luca, Qualcuno era comunista. Dalla caduta del muro alla fine del PCI: come i comunisti italiani sono diventati ex e post, Sperling Paperback, 2012;

si consiglia inoltre una lettura delle seguenti monografie sullastoria del Pds e dei Ds:

Ciofi, Paolo, Passaggio a sinistra. Il Pds tra Occhetto e D'Alema, Rubbettino, 1995;

Mulé, Rosa, Dentro i Ds, Il Mulino, 2007;

Stramaccioni, Alberto, La Sinistra e la sfida riformista. Dal PCI al PDS ai DS (1989-2001), Edimond, 2002;

Page 89: Vengo dopo il Pci

sulla storia di Rifondazione Comunista, invece, vi consiglio:

Cannavò, Salvatore, La Rifondazione Mancata.1991-2008, una storia del Prc, Alegre, 2009;

Caponi, Leonardo, Rifondazione comunista: la scommessa perduta. Fatti, personaggi, retroscena, Editori Riuniti, 2003;

Roselli, Ciro, Storia di una Rifondazione, Lulu, 2013;

quanto al Pdci, ho consultato soprattutto il ricco archiviopresente sul portale:

http://www. comunisti-italiani. it/;

sul Partito Democratico, i principali strumenti sono stati:

Lavia, Mario; Rondolino, Fabrizio, Renzi, viaggio al termine del Pci, Europa Quotidiano, 2013;

(a cura di) Pasquino, Gianfranco; Venturino, Fulvio, Il Partito democratico di Bersani : persone, profilo e prospettive, Bononia University Press, 2010;

quanto ai protagonisti, ho utilizzato in particolare:

Bersani, Pierluigi, Per una buona ragione, Laterza, 2011;

Bertinotti, Fausto, Chi comanda qui? Come e perché si è smarrito il ruolo della Costituzione, Mondadori, 2010;

Page 90: Vengo dopo il Pci

Occhetto, Achille, Il Sentimento e la ragione, Rizzoli, 1994;

Renzi, Matteo, Fuori!, Rizzoli, 2011;

Vendola, Nichi, C'è un'Italia migliore, Fandango, 2011;

sui partiti in generale:

Ignazi, Piero, Partiti politici in Italia. Da Forza Italia al Partito democratico, Il Mulino, 2008;

Maestri, Gabriele, I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti, Giuffrè, 2012;

mi hanno infine fornito moltissimo supporto gli archivi web deiquotidiani, in particolare de L'Unità, La Stampa e Il Corrieredella Sera.