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Boccadirio SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DELLE GRAZIE 40035 Baragazza – BOLOGNA – c.c.p. 301408 “Ave, Speranza nostra Ave, benigna e pia, Ave, piena di grazia, o Vergine Maria VERGINE MADRE FIGLIA DEL TUO FIGLIO In te vinta è la morte la schiavitù è redenta ridonata la pace, aperto il paradiso” “Ave, Speranza nostra Ave, benigna e pia, Ave, piena di grazia, o Vergine Maria In te vinta è la morte la schiavitù è redenta ridonata la pace, aperto il paradiso” ANNO LXII Luglio-ottobre 2011 Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2, DCB - BO 4/5

VERGINE MADRE FIGLIA DEL TUO FIGLIO - santuarioboccadirio.it 4-5... · l’ascolto della Parola di Dio del-l’Antico Testamento, fino all’ado-lescenza quando perdette la fede

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BoccadirioSANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DELLE GRAZIE40035 Baragazza – BOLOGNA – c.c.p. 301408

“Ave, Speranza nostraAve, benigna e pia,Ave, piena di grazia,o Vergine Maria

VERGINE MADREFIGLIA DEL TUO FIGLIO

In te vinta è la mortela schiavitù è redentaridonata la pace,aperto il paradiso”

“Ave, Speranza nostraAve, benigna e pia,Ave, piena di grazia,o Vergine Maria

In te vinta è la mortela schiavitù è redentaridonata la pace,aperto il paradiso”

ANNO LXIILuglio-ottobre 2011Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post.D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46)art. 1, comma 2, DCB - BO4/5

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BOCCADIRIOSantuario della BeataVergine delle GraziePeriodico di collegamentocon i Benefattorie gli Amici del Santuario

Anno LXI - n. 4-5Luglio-ottobre 2011Poste Italiane s.p.a. - Sped.Abb. Post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n°46)art. 1, comma 2, DCB - BO

Direttore responsabilePadre Giuseppe Albiero, scjDirezione e Redazione:Boccadirio40035 Baragazza (Bologna)Autorizzazione:Tribunale di Bolognan. 2978 in data 13.12.1962Stampa:Litosei - Rastignano (BO)

In questo numero:

• Edith Stein

• Don Francesco Lanzoni

• Festa di Boccadirio 2011

• Don Angelo Bughetti

• Don Giuseppe Gualandi

CChhii ddessiiderra rriicceeveeree iil bbollleettino ««BBooccccaaddiirriioo»» nnee ffaacccciiaa riicchiieestaa aallla DDiirrezziionee iindiicaanndo ll’innddiirriizzzzoo eessaattttoo ee ccoommpplleettoo..

Ai Benefattori, agli Amicidel Santuario di Boccadirio

“Di me sarete testimoni... fino ai confini della terra”

(At 1,9)

In mondo secolarizzato e nella eclissidi Dio, per l’emergenza educativa, nelnostro Santuario cerchiamo di dare ilprimato all’evangelizzazione, annun-ziando con diligenza la Parola di Dioe promuovendo diverse proposte reli-giose e culturali.

Contemplando il mistero di Ma-ria, Vergine dell'ascolto e della pre-ghiera, nei primi sabati del mese, of-friamo la possibilità alla gente della“Lectio Divina”.

Durante l’estate, tempo di maggiorfrequenza al Santuario, nella prepa-razione alle due grandi solennità del16 luglio (festa di Boccadirio) e del 15agosto (festa di S. Maria Assunta),programmiamo qualche iniziativa spi-rituale e pastorale.

Nella settimana che precede la so-

lennità della B. Vergine delle Grazie,proponiamo alcune testimonianze edi-ficanti e animiamo dei pomeriggi spi-rituali. Nella novena della beata Ver-gine Assunta, coinvolgendo le parroc-chie disponibili, organizziamo alla se-ra la celebrazione del S. Rosario, confiaccole e canti, nel chiostro.

Diceva Giorgio La Pira, devoto pel-legrino del nostro Santuario: “Oggi peraggiustare il mondo ci vorrebbero piùsanti”.

Il contesto di urgenza educativain cui ci troviamo, dà ancora più for-za alle parole di Paolo VI: “L’uomo con-

temporaneo ascolta più volentieri i te-stimoni che i maestri, o se ascolta imaestri lo fa perché sono dei testimo-ni... È dunque mediante la sua con-dotta, mediante la sua vita, che laChiesa evangelizzerà innanzitutto ilmondo, vale a dire mediante la suatestimonianza vissuta con fedeltà alSignore Gesù, di povertà e di distac-co, di libertà di fronte ai poteri delmondo, in una parola, di santità”.

In questo bollettino presentiamoe illustriamo il programma dell'esta-te 2011, chiedendo, come sempre, lavostra generosa collaborazione.

Il nostro Santuario appartiene al-la Chiesa di Bologna, che domanda inquest’anno una riflessione e una insi-stente preghiera per le vocazioni sa-cerdotali e la santificazione dei mini-stri sacri.

Per questo preghiamo e presen-tiamo soprattutto, ma non solo, splen-

dide figuredi preti, fe-deli a Dio,alla Chiesae all’uomo.Vi atten-diamo congioia nu-merosi aquesti in-contri spi-rituali,per crescerenella fede e nella carità.

Nell’estate, il nostro Santuario di-venta un nuovo Cenacolo, in cui i pel-legrini riuniti in preghiera con la Ma-dre di Gesù, stella della Nuova Evan-gelizzazione, fanno l'esperienza dal-l’Amore di Dio.

Con questa forte speranza, vi sa-lutiamo lieti di vedere i vostri volti.

I Padri del Santuario

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«Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio,

Tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ’l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore, per lo cui caldo ne l’eterna pace così è germinato questo fiore.

Qui se’ a noi meridiana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se’ di speranza fontana vivace.

Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre sua disianza vuol volar sanz’ali.

La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s’aduna quantunque in creatura è di bontate».

Dante Alighieri, Divina commedia,

Paradiso Canto XXXIII

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Dell’itinerario spiri-tuale compiuto da

Edith Stein ebrea-filoso-fa, poi carmelitana con ilnome di Teresa Benedet-ta della Croce e infinemartire ad Auschwitz,possiamo individuare al-cune linee fondamentali,mentre tanto c’è ancora da ap-profondire della sua figura e delsuo messaggio.

È una donna dedita allo stu-dio, per una passione della veritàche letteralmente la divora, tantoda farle sentire fin da piccola lascuola come “casa sua”. E da que-sto punto di vista è un esempio no-tevole di come scienza e fede con-vergano e si integrino nella ricer-ca della verità. Questa donna dicultura, questa filosofa è però an-che umanissima e concreta, capa-ce di impegno pratico – è noto ilsuo servizio di crocerossina du-rante la guerra – di grande inte-riorità e amabilissima, capace didedizione, di tenerezza e di ami-cizia: insomma una di quelle per-sone di cultura nelle quali il cer-vello non ha il predominio a sca-pito degli altri aspetti che rendo-no armoniosa una personalità.

Edith era una donna;una acuta precorritricedel movimento di promo-zione della donna stessa,donna che nella forma-zione delle donne seppespendere tempo ed ener-gia, formazione cultura-le e umana soprattutto,

per prepararle a riscoprire nellasocietà ruoli dei quali lucidamen-te prevedeva l’importanza.

Era un’ebrea, appartenente aduna famiglia di profonda fede e diprofonda religiosità e formata al-l’ascolto della Parola di Dio del-l’Antico Testamento, fino all’ado-lescenza quando perdette la fede.Dio però aveva dei progetti su dilei e la seguiva, mentre lei conquella irrequietezza intellettuale,con quella sete di verità che leistessa ebbe a definire poi “unacontinua preghiera”, inconsape-volmente cercava il Signore e gliandava incontro. Da questo pun-to di vista la storia di Edith Steinè un capitolo molto significativodella libertà di Dio, che è vera-mente Signore e da Signore agi-sce con la sua creatura. Egli lo faspesso con gli spiriti grandi, conle grandi personalità. Conduce gli

Edith Stein “vista” dal cardinale Anastasio Ballestrero

Card. Anastasio Ballestrero

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avvenimenti della loro vita in mo-do tale che per essi sia assoluta-mente evidente che la fede è undono, non una conquista. Quandogiungono all’esperienza dell’in-contro col Signore, constatano chenon sono stati loro a cercare Dio,ma è stato il Signore a cercarli.

CERCATA DA DIOLa gratuità della fede, la gratuitàdella grazia, la gratuità dell’amo-re è stata l’esperienza di Edith

Stein. Sottolineo: “la gratuità”non “la fede, l’amore”. Si è trova-ta credente per dono di Dio; si ètrovata affascinata dal mistero diDio Amore perchè il Signore l’hapresa. L’ha presa prima attraver-so le vicende della sua vita intel-lettuale; poi attraverso l’incontrocon la croce. E la preparava al-l’incontro con lui! Carmelo, unmonte biblico legato alla tradizio-ne del suo popolo e quindi legatoalla sua storia. Da questa ebreasenza fede, il Signore ne ha fattouna rimpatriata religiosa – in sen-so biblico –; ne ha fatto un’abi-tante del Carmelo, che sarebbe di-ventata la sua patria. Questo ètanto significativo per sottolinea-re la delicatezza del Signore conquesta sua creatura.

A me pare che abbiamo tantoda imparare anche noi da questavicenda, da questa manifestazio-ne della gratuità della presa delSignore. Qui non ci sono premes-se agiografiche che rendono scon-tata la cosa. Abbiamo promessemisteriose che il Signore conclu-de a modo suo con la sovrana li-bertà dei suoi disegni, che gli uo-mini non capiscono e non riesco-no a valutare, ma che Edith, pro-prio perchè ne era la destinataria– perchè per lei erano “doni” – hacapito. E ha detto di sì. E ha ter-minato la sua esistenza in unamaniera misteriosa, che ci farà ri-manere in silenzio, ma insieme inuna maniera glorificante per il Si-

Edith Stein a Breslavia in un periodo di piena crisireligiosa, ma sempre alla ricerca della verità.

gnore, che ci fa esultare nel suoSpirito e nella sua Grazia. Il ri-torno di Edith Stein a Dio fu l’ir-ruzione dell’Essere divino nel suoessere. La Verità l’aspettava al-l’incontro, non per la via della lo-gica e dell’intelligenza, ma per levie misteriose dell’esperienza, nel-l’estate del 1921, quando, capitòda amici, si trovò fra le mani l’au-tobiografia di S. Teresa di Gesù.Ne cominciò la lettura e ne fu tal-mente presa da non poterla in-terrompere finchè non arrivò allafine del libro. “Quando lo chiusi,fui costretta a confessare a me stes-sa: questa è la Verità”.

La conversione fu per EdithStein il primo contatto con il Car-

melo al quale Dio l’avrebbe piùtardi portata, tramite la sua gran-de Riformatrice, al cui nome re-sterà per sempre legata: non sol-tanto perchè ne prese il nome almomento del battesimo, ma ancheper un’affinità profonda e viva. Acominciare – per fermarsi a ciò chesubito colpisce – dalla passioneper la Verità. E a questo proposi-to basta rileggere il cap. 40 del-l’autobiografia della Santa d’Avi-la per rendersi conto di come laVerità che Teresa si trova rap-presentata al vivo dentro l’anima,è Dio, è quell’Essere divino che fe-ce irruzione con chiarezza nell’es-sere di Edith Stein. Non un nuo-vo, astratto sistema filosofico, mauna persona amica che cerca e of-fre l'intimità di un’amicizia. Cosìche la sete di verità diventi co-munione con la Verità, diventiesperienza della Verità nell’amo-re.

Non è senza significato – anziprovvidenziale, soprattutto per ilnostro tempo, così malato di ra-zionalismo – che la conversionedella grande filosofa che pure ave-va a lungo studiato e riflettuto, siaavvenuta oltre i parametri dellalogica, nel contatto immediato conuna creatura – Teresa – che nel-l’intimità con Dio era vissuta e chedell’intimità con Dio era riuscitaad esprimere il segreto, affasci-nando di tale intimità con forzapersuasiva chi le si accosta. Dioattirava la figlia di Israele nel de-

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serto, dove la Presenza è incom-bente.

E del deserto del CarmeloEdith scriverà che il suo ritmo me-ditativo ha una vasta ampiezza,perché esso non consiste solo inuna esclusione di esigenza e inuna povertà esterna, ma in unapovertà volontaria e cosciente-mente accettata dall’intelletto edalla volontà dal conoscere e dalgodere, affinché la presenza di Diopossa predominare, pervadendo ilvuoto dell’anima con tutta la suapotenza. C’è, qui, la sintesi del-l’ascesi teologale di Teresa di Ge-sù e di Giovanni della Croce, cheha tutta la sua consistenza nel pri-mo comandamento e che a Edithnon poteva non richiamare il pas-so del Deuteronomio: “Ascolta,Israele: il Signore è il nostro Dio,il Signore è uno solo. Tu ameraiil Signore tuo Dio con tutto il cuo-re, con tutta l’anima, con tutte eforze” (Dt 6, 4-5).

SCIENTIA CRUCISUn’altra cosa che occorre sottoli-neare nella figura e nel messag-gio di Edith Stein è la croce. Edanche questo è un dato di provvi-denza oggi, quando troppo facil-mente di croce non se ne vuole sa-pere e si è tentati di dimenticareche Gesù ci ha salvati e ci salvaancora con la sua croce.

Il crollo dell’incredulità diEdith avvenne all’impatto con lacroce di Gesù benedetto e con la

sua passione condivisa con sere-no abbandono da una creatura difede: l’amica Anna Reinach, cheaveva perduto il marito in guer-ra. In quell’occasione essa fu spet-tatrice della forza che la croce dàa chi la porta. E toccò con manoper la prima volta la Chiesa natadalla sofferenza del Redentorenella sua vittoria sul pungolo del-la morte. Tale esperienza rimasefondamentale per lei.

La croce che la segnò al mo-mento del battesimo richiamavail sangue dell’Agnello e il suo sa-

Edith Stein il giorno della sua vestizione religio-sa, 15 aprile 1934. D’ora innanzi il suo nome sarà quello da leistessa scelto come ispirazione e programma di vita: Teresa Benedetta della Croce.

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crificio. E fu a questa luce che con-tinuò la sua vita di studio, di la-voro, di preghiera. La sua matu-razione cristiana coincideva con l’a-vanzare nella vita di Edith, dellacroce che le avrebbe aperto la por-ta del Carmelo. Infatti, quando acausa dell’evoluzione dichiarata-mente antisemitica della politica diHitler, fu ormai impossibile per leicontinuare il suo impegno cultu-rale, del quale il suo direttore spi-rituale le faceva un obbligo di co-scienza, ottenne finalmente il per-messo di entrare in monastero. Ea chi le obiettava che non si ave-va il diritto di allontanare dal mon-do una persona che poteva opera-re ancora tanto bene, rispose: “Nonè l’attività umana che ci può sal-vare, ma soltanto la Passione diCristo. Partecipare ad essa è la miaaspirazione”.

Il Calvario si sovrappose al“giardino” del Carmelo, al deser-to dell’incontro sponsale di Dio conIsraele. Da lì, dalla croce, è piùfacile aprire le braccia e abbrac-ciare tutto il mondo. E davvero inmodo misterioso il Signore faràtrasmigrare e rapidamente questacreatura dal Carmelo al Calvario,nel suo itinerario “verso Dio”, co-me lei stessa scrisse nell’ultimomessaggio, che riuscì a fare ave-re alla sua priora durante la de-portazione al campo di concentra-mento di Auschwitz: “Sto viag-giando verso l’Est”. L’Est geogra-ficamente aveva per lei un senso:

spiritualmente era andare versola luce, verso il Sole, verso l’O-riente.

Anche questo è molto bello,perché corona di densità biblicatutta l’esperienza di questa crea-tura, che si è trovata a tu per tucon il Signore attraverso un an-nientamento, una immolazione,umanamente parlando mostruosa,ma cristianamente parlando glo-rificante. È uno di quei casi neiquali il Signore fa, anche visibil-mente, le cose grandi, come le safare Lui. È vero che noi oggi ri-cordiamo la sua cultura, la suasapienza, tutto quel bagaglio cul-turale, universitario, che l’ha re-sa famosa anche agli occhi degliuomini. Però il suo cammino spi-rituale è altro.

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E non a caso la sua opera piùcompiuta ... è quella che riguardala croce: Scientia Crucis, uno stu-dio che commenta e sintetizza ladottrina di s. Giovanni della Cro-ce. S. Teresa, nelle ultime man-sioni del Castello interiore, scopreplasticamente in che cosa consi-ste l’intimità sponsale: nel parte-cipare fino in fondo alla sorte diCristo; nell’essere segnati con lacroce, come segno di appartenen-za, ed essere disposti a lasciarsivendere a tutto il mondo, come hafatto Cristo. Teresa Benedetta del-la Croce comprese e visse questaresa assoluta.

Prevedeva con chiarezza dovel’avrebbe portata la politica di Hi-tler. Perciò non si faceva illusioniE per una intuizione profonda difede, comprendeva che la croce cheveniva imposta sulle spalle del po-polo ebraico dall'odio nazista erala croce stessa di Cristo e che leidoveva accettarla con pienezza divolontà, a nome di tutti e farsenecarico personalmente.

Fece con semplicità e determi-nazione ciò che S. Teresa avevachiesto di fare alle sue figlie: of-frirsi là dove più bruciante è il bi-sogno; stare nella mischia col com-pito più difficile: quello dell’alfie-re, che porta la bandiera e sta lìsenza potersi né volersi difendere.Suor Teresa Benedetta, col per-messo della sua priora, si offrì perla pace: “So di di essere un nulla,ma Gesù lo vuole”. E la sua of-

ferta fu accettata.C’è chi ha detto che a suo ri-

guardo non si può parlare di mar-tirio, che, semmai, essa fu una vit-tima politica e che per di più siignorano le circostanze della suamorte e le sue disposizioni inte-riori.

Ma non si ignora che la Beatasi preparò al martirio con un at-to di offerta della vita e con lapreghiera prolungata. Le sue con-sorelle la vedevano alzarsi pre-stissimo e pregare per ore con lebraccia in croce. E rimase un bi-glietto diretto alla priora dal cam-po di concentramento di Wester-bork: “Una scienza della croce –quando le SS andarono a prele-varla aveva appena finito di scri-vere le ultime righe di ScientiaCrucis – può essere conseguita so-lo se si sperimenta la croce fino infondo. Ne sono stata convinta findal primo momento. E da alloraho ripetuto nel mio cuore: AVE,CRUX, SPES UNICA”.

Davvero Teresa Benedetta del-la Croce testimoniava che la Cro-ce è l’unica speranza, perché ri-velazione ultima dell’amore diDio, che vinse ogni odio, luce disalvezza e di risurrezione al di làdella morte e di ogni terribile ini-quità umana. Il senso dei sacrifi-ci dell’Antico Testamento per que-sta ebrea trova adempimento nelmistero pasquale.

card. Anastasio Ballestrero

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FORMAZIONE

Nato e cresciuto in una famigliacattolica, nel contesto di una

Romagna papalina e conservatrice,Lanzoni entra nel Seminario diFaenza (1874), ultima culla dellatradizione letteraria classicista ro-magnola. Fin da piccolo si appas-siona alla lettura degli autori clas-sici. Durante gli studi romani (1880-1890), comincerà però a rendersiconto delle gravi deficienze della for-mazione ecclesiastica in campo sto-rico. Queste lacune generano in mol-ti cattolici ed ecclesiastici atteggia-menti che egli definisce “antistori-ci”, come il desiderio di una restau-razione del governo del papa-Re ap-pena tramontato dopo una vita se-colare. Egli comincia a criticare questa men-talità con largo anticipo sulla men-talità corrente, ricevendo importan-ti impulsi dal clima culturale e so-ciale del pontificato di Leone XIII.

ATTIVITÀ SCIENTIFICA

Lanzoni è un importante precur-sore e rappresentante degli studistorici in Italia, in campo ecclesia-stico. Tornato a Faenza, fin dal1890, giovane prete, si applica daautodidatta nello studio della sto-ria dei santi locali. Attraverso l’u-tilizzo della critica storica co-mincia a demolire una grandequantità di falsi storici che so-

Francesco LanzoniBiografia (1862-1929)

Figura di spicco nel panorama della cultura cattolica di fine Ottocento e inizio Novecento.

È noto agli studiosi per le sue pionieristiche indagini nel campo dell’agiografia e della storia ecclesiastica antica

Il Duomo di Faenza.

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pravvivevano ancora nella Chiesadai tempi del medioevo, un perio-do nel quale erano nate e avevanoproliferato moltissime leggende sulconto dei santi e delle tradizionidelle chiese locali. Pubblica quindi di molti studi, bre-vi ma densi e carichi di conse-guenze per le tradizioni e le devo-zioni locali. Egli considera questa opera di pu-rificazione storiografica un pas-saggio fondamentaleper il rinnovamentodella Chiesa in sensomoderno. Ben presto,durante il pontificatodi Pio X, che nei pri-mi anni del '900 con-duceva una pesantecampagna di restau-razione – antimoder-nismo – contro tuttele forme di aperturaal mondo moderno (ein particolare controlo sviluppo degli stu-di ecclesiastici), l’at-tività scientifica diLanzoni comincia adessere criticata anche in modo sub-dolo, con articoli e lettere anonimeche hanno lo scopo di screditarlo.Questa campagna denigratoria glicausa enormi sofferenze. È nel “martirio” del silenzio e del-la pazienza che egli mantiene confermezza l’amore alla verità e lafedeltà alla Chiesa. Dopo prolun-gate collaborazioni con alcune im-

portanti riviste scientifiche reli-giose del tempo (la Rivista storico-critica di Roma, gli Studi religiosidi Firenze, la Rivista delle rivistedel Clero di Macerata), negli anniVenti pubblica importanti studicritici nei quali raccoglie i frutti diricerche decennali che segnerannola storiografia cattolica della pri-ma metà del Novecento: Genesisvolgimento e tramonto delle leg-gende storiche (1925) e Le Diocesi

d’Italia (1923 e1927).

VITA SPIRITUALE

Il sacerdote roma-gnolo – preparato adavviarsi ad una im-portante carriera ec-clesiastica – rinunciada quel momento aglistudi di critica bibli-ca, ma continua le ri-cerche in campo agio-grafico, nel silenzio enell’obbedienza, ser-vendo la chiesa at-traverso la ricerca

della verità. Lanzoni, uomo di fede sincera eprofonda, confessa che sono propriogli studi storici a provocargli unprolungato tormento spirituale, nelquale egli resta però sempre fede-le alla sua vocazione sacerdotale.Verso la fine della sua vita racco-glierà in un diario intimo (l’Itine-rario spirituale, pubblicato postu-

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mo nel 1958) le riflessioniscaturite dal percorso dellasua vita ecclesiastica: la vi-ta interiore, lo studio, l’a-postolato, attività portateavanti sempre con grandegenerosità e convinzione.

ATTIVITÀ PASTORALE

Questo è l’aspetto più im-portante per la storia dellachiesa e della città di Faen-za. Dal 1890 al 1917 è ret-tore e insegnante nel seminario lo-cale. Qui incontra molti giovani (co-me Giuseppe Donati, Piero Zama,Evangelista Valli, i cardinali Am-leto e Gaetano Cicognani) che re-steranno fortemente influenzatidal suo magistero educativo. Molto intensa fu l’attività di pre-dicazione pastorale e culturale. Isti-tuisce una Scuola di religione pergiovani laici. Viaggia molto, ancheper motivi di studio attraversandoquasi tutta l’Europa e nel 1902compie un importante pellegrinag-gio nazionale in Terra Santa. Pur vivendo in un piccolo centrodi provincia, la sua attività di stu-dioso ha un respiro di carattere in-ternazionale: intrattiene rapportiepistolari con i maggiori studiosidel tempo: Von Pastor, Buonaiuti,Harnack, Delehaye e bollanadistibelgi ... insieme a molti altri ri-cercatori in campo storico. Collabora con “Il Piccolo” impri-mendo qualità intellettuale alla

pubblicistica locale, spesso di bas-sa lega e pervasa di forte spiritopolemico tra cattolici e anticleri-cali. Lanzoni insegna l’imparzialità del-la storia che non è “né clericale,né anticlericale”. Dai suoi articoli emerge il suo pen-siero politico influenzato dal cat-tolicesimo liberale ma con apertu-re verso l’esperienza del cattolice-simo democratico, che egli cerca disostenere attraverso un’opera dimediazione istituzionale. Con la sua attività contribuisce adiffondere il movimento cattolicofaentino e romagnolo, allora moltovivace. Muore a Faenza nel 1929. Vengo-no poi pubblicate postume le sueMemorie autobiografiche (1930)nelle quali egli racconta la suaesperienza di sacerdote e di stu-dioso della Chiesa.

D. Marco Ferrini

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Il 20 marzo 2010 nella cattedraledi Faenza si è aperto il processodi beatificazione del giovane sa-cerdote Daniele Badiali, ucciso nel1997, a soli 35 anni, in Perù doveera missionario fidei donum. Havissuto una vita breve ma intensaper i poveri.

Dopo il servizio civile, vive due an-ni a Chacas in Perù con l’Associa-

zione "Mato Grosso”. Poi entra in se-minario a Bologna e il 22 giugno 1991è ordinato sacerdote. Si trasferisce su-bito sulle Ande peruviane, dove per set-te anni anima una sessantina di vil-laggi e la stessa “Operazione MatoGrosso”.Il 16 marzo 1997 si reca a Yauya perla celebrazione serale. Di ritorno, conaltre sei persone a bordo di una jeep,si trova la strada bloccata da pietre eda un bandito armato che cerca unaragazza italiana da prendere in ostag-gio. La ragazza scende, ma padre Da-niele si fa avanti dicendo: “Vado io, turimani”. Il bandito incita l’autista del-la jeep a ripartire. La mattina del 18marzo, il corpo di Daniele viene ritro-vato da una bambina in un luogo po-co distante, in una scarpata di pietre,

con le mani legate dietro la schiena,ucciso da un colpo di pistola alla nuca.Ucciso per riscatto o perché aiutava ipoveri? Attorno, le pietre sono bagna-te di sangue. Una di queste è stata por-tata a Faenza nella casa vocazionaleche porta il suo nome.La sua tomba è meta di pellegrinaggiodi migliaia di giovani di tutta Italia,attratti soprattutto dai suoi scritti, let-tere e canzoni, e che raccolgono così ilsuo messaggio a seguirne le orme. Es-si accorrono a lui “perché padre Da-niele era convinto che solo Gesù riem-pie il bisogno di salvezza che c’è in tut-ti e che lui poteva parlare ai poveri diGesù attraverso il bene concreto mo-strato loro”, ha detto il vescovo nel-l'avviare il processo di beatificazione.

Don Daniele Badiali, giovane vita spezzata

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Mariacristina Cella MocellinUna mamma innamorata

del dono della vita

Mariacristina Cella Mocellin èuna giovane mamma, che

muore di tumore il 22 ottobre 1995,a 26 anni. Aveva cercato di cura-re il male, purchè le cure non dan-neggiassero il bambino che porta-va in grembo: era alla terza gra-vidanza.Così il male si diffuse in modo ir-rimediabile, ma il bambino nacquesano, attraverso il gesto eroico e ilsacrificio della madre. Lasciò il ma-rito Carlo con i figli Francesco, Lu-cia e Riccardo. È un caso assai simile a quello dicui fu protagonista santa GiannaBeretta Molla, canonizzata nelmaggio del 2004.Mariacristina era nata a CiniselloBalsamo (Milano) il 18 Agosto1969; aveva sposato Carlo Mocel-lin il 2 febbraio 1991, di Carpanè,in provincia di Vicenza, dove glisposi fissarono la loro residenza.È di straordinario interesse il dia-rio di Mariacristina, che accompa-gna quasi per intero la sua giova-ne vita, da quando era adolescen-te quattordicenne, fino alla morte.

È un piccolo capolavoro, che meri-ta di essere letto e meditato.

L’epilogo della vita di Mariacristi-na non è stato un fatto improvvi-so e non preparato. Tutta la suavita era stata impostata all’insegnadella generosità, di una fede in-carnata, in un atteggiamento dicontinuo dono.

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BOCCADIRIO è il Santuario che ricorda l’apparizione della Madonna a due fanciulli, Donato Nutini e Cornelia Vangelisti,il 16 luglio 1480.

“Io sono la Madre di Dio – disse loro –scesa dal Cielo a conforto vostro e di quanti vorranno ascoltare le mie parole. Si alzi qui un tempioin mio onore, nel quale dispenserò le mie grazie, a quanti da ogni parte vorranno accorrervi”.

Festa di Boccadirio

9-17 Luglio 2011

SETTIMANA DI PREGHIERA E DI TESTIMONIANZA PER LA PACE

DONACI, SIGNORE, SACERDOTI SECONDO IL TUO CUORE

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FESTA DI BSETTIMANA DI PREGHIERA E DI TESTIMONIANZA

PROGRAMMA ORDINARIO DI OGNI POMERIGGIO SPIRITUALE

Ore15,30: adorazione o S. RosarioOre 16,30: Concelebrazione

Ore17,30: Rinfresco sul prato del chiostroOre18,00: Incontro

Sabato 9 luglioOre 16,30: Concelebrazione presieduta da Don Lino Stefanini, parroco di S. Giovanni Battista di Casalecchio di Reno.Don Angelo Baldassarri, parroco di Gaggio Montano nell’omeliapresenta i “Martiri di Monte Sole”.Ore 18,00: Le allieve della prof. Monica Tinti esprimono il deside-rio di pace e di unità del cuore umano, con un balletto classico.

Domenica 10 luglio: festa comunitariaOre 16,30: Concelebrazione presieduta da Mons. Douglas Regattieri,vescovo di Cesena. Anima la liturgia il coro di S. Francesco di Pistoia.Ore 18,00: Musica celeste in onore della Madre di Dio con diapositiveartistiche. «Trio dolce sentire»: Silvio Celeghin (organo), FabianoManiero (tromba), Silvia Calzavara (soprano).

Lunedì 11 luglioOre 16,30: Concelebrazione presieduta da Mons. Claudio Stagni, vescovo di Faenza.Ore 18,00: Don Marco Ferrini presenta Don Francesco Lanzoni e Don Daniele Badiali.

Martedì 12 luglioOre 16,30: Concelebrazione presieduta Don Massimo Martelli. Ore 18,00: Don Davide Durante presenta il servo di Dio Don Angelo Bughetti.

Mercoledì 13 luglioOre 16,30: Concelebrazione presieduta da Don Billi, parroco di Figline di Prato.Ore 18,00: Marcello Pierucci presenta Renzo Buricchi(1913-1983) il “tabaccaio” di Prato.

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BOCCADIRIOPER L’UNITÀ E LA PACE (9-17 LUGLIO 2011)

Giovedì 14 luglioOre 16,30: Concelebrazione presieduta dal Padre Generaledella Piccola missione dei sordomuti.Ore 18,00: Presentazione del venerabile Don Giuseppe Gualandi fondatore della Piccola Missione dei sordomuti.

Venerdì 15 luglioOre 16,30: Concelebrazione presieduta da Padre Elie carmeli-tano, animata dal Movimento ecclesiale carmelitano.Ore 18,00: Presentazione di Edith Stein ebrea convertita:Santa Benedetta della Croce martire.

Sabato 16 luglio: Solennità della B.V. delle Grazie di BoccadirioOre 9,30: Incontro dei rettori dei santuari dell’Emilia-Romagna.Ore 11,00: Concelebrazione presieduta dal Card. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna. Anima la Corale Polifonica S. MariaAssunta di Gavinana e di S. Barbara di Campo Tizzoro (PT).Ore 15,30: Processione e recita del S. Rosario, come gli anti-chi pellegrini, partendo da Baragazza (loc. Serraglio).Ore 16.30: S. Messa conclusiva nel prato del chiostro.

Domenica 17 luglio: Giornata del ringraziamento e della testimonianzaOre 16,00: Concelebrazione nel prato presieduta da Mons. Vittorio Lupi vescovo di Savona. Anima la liturgia il Coro e orchestra giovanile di Piombino Dese (PD).Ore 17,30: Don Gaetano Borgo, sacerdote cantautore, animerà alcune significative testimonianze (Claudia Koll, Rita Coruzzi, i genitori della beata Chiara Luce Badano, il marito della serva di Dio Maria Cristina Mocellin).

“Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni”(Dalla Liturgia eucaristica)

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MADONNA DI BOCCADIRIO - tel. e fax 0534 97618 - 40035 - BARAGAZZA (BO)e-mail: [email protected] sito: www.santuarioboccadirio.it

CONTO CORRENTE POSTALE: 301408

Signore Gesù, Pastore grandedelle nostre anime, tu non abbandoni il tuo gregge, ma lo conduci attraverso i tempi, sotto la guida di coloro che tu stesso costituiscipastori dei tuoi fedeli.

Radicati e fondati nella certezza del tuo amore per la Chiesa, noi ti preghiamo:effondi, in una rinnovata Pentecoste, il tuo Spirito di

sapienza e di fortezza sulle nostre comunità, perché susciti in esse numerosi e degni ministri dell’altare, annunziatori forti e miti del Vangelo della grazia.

Tu hai fondato la Chiesa e la colmi continuamente del dono della tuaVerità e della tua Santità. Non farci mancare i sacerdoti, mediatoridella tua Luce e della tua Vita.

Santa Madre di Dio, siamo consapevoli che ogni sacerdote è un donoche può essere solo umilmente chiesto. Uniamo la nostra povera preghiera alla tua potente intercessione: ottienici numerosi e santi sacerdoti che guidino le nostre comunità sulla via della salvezza.Amen.

CARD. CARLO CAFFARRA

ANNO STRAORDINARIO DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI SACERDOTALI (1 ottobre 2010 – 30 settembre 2011)

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Don Angelo Bughetti,testimone nel tempo

Un’esistenza instancabilmente attiva, votata al Signore, ai giovani fratelli più poveri e agli orfani.

Gli valse la qualifica de “il Don Bosco di Imola”

Angelo Bughetti, ultimo di cin-que fratelli, nasce ad Imola

(nell’attuale via dei Mille) il 27agosto 1877 da Innocenzo ed An-nunziata Minganti; lo stesso gior-no riceve il sacramento del bat-tesimo nella chiesa di Santa Ma-ria in Regola. Muore nella casadi cura Villa Torri in Bologna, il5 aprile 1935.Un’esistenza, la sua, durata 58anni. Quasi sempre malaticcio, fuinstancabilmente attivo per il Si-gnore e per i fratelli, specie peri giovani e per gli orfani, giusta-mente qualificato dall’imolese Ro-meo Galli come il “don Bosco diImola”.Influirono sulla formazione di An-gelo Bughetti particolarmente tresacerdoti: lo zio materno Can.Sante Minganti, guida esperta dianime; Don Luigi Manara, chefondò in Imola il primo Ricreato-rio sulla scia di quello iniziato aTorino da Don Bosco; il Can. Do-menico Conti, che fu ai suoi tem-

pi il predicatore più ricercato ditutta Italia.Incisero a fondo sulla sua atti-vità sacerdotale tre uomini diChiesa: il Vescovo di Imola Mons.Paolino Tribbioli, che dal suo in-gresso in Imola incoraggiò e aiutò

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costantemente il sorgere e il pro-gredire dell'opera di Don Bu-ghetti; il Card. Francesco Salesiodei Conti Della Volpe, che offrì aDon Bughetti la Chiesa e il loca-le di S. Caterina per aprirvi l’I-stituto Artigianelli; infine il Pa-pa Benedetto XV, che, già arci-vescovo di Bologna, conoscevapersonalmente Don Bughetti edebbe occasione di seguire da vi-cino i primi passi dell’Istituto.Si possono individuare tre aspet-ti che sintetizzano la vita sacer-dotale di don Angelo Bughetti:predicatore, apostolo dei giovani,padre degli orfani. Ordinato sa-cerdote dal vescovo Tesorieri il31 marzo 1900, si dedica per undecennio alla predicazione. Poi,dall’inizio del 1911, spinto da con-fratelli e soprattutto dall'invitodel Vescovo Baldassarri, si dedicòtotalmente all'apostolato giovani-le.A Palazzo Monsignani fondò ilprimo Ricreatorio cittadino; poi,fu la volta del Circolo giovani-le “Silvio Pellico”. Si affian-carono quindi altre ini-ziative religiose, cultura-li e ricreative, raccoltesotto il nome di "Patrona-to Giovani". Infine giunsealla costituzione della Fe-derazione Diocesana del-la Gioventù Cattolica,con la quale il suo apo-stolato giovanile si esteseda Imola a tutta la dioce-

si, fino al 1930, quando si ritiròdefinitivamente a S. Caterina,per dedicarsi ai suoi orfani. L’Istituto S. Caterina fu aperto dadon Bughetti il 2 luglio 1915, pervenire incontro alle prime inno-centi vittime di guerra: i figli deirichiamati e gli orfani di guerra;ma poi il suo cuore si aprì a tut-te le miserie dei fanciulli e gio-vani bisognosi. Come prima per i giovani a Pa-lazzo Monsignani, così ora a S.Caterina per gli orfani fiorisconoiniziative e opere le più svariate:la Casa di Lavoro per gli Arti-gianelli, la Villa Immacolata aTossignano per le vacanze degliorfani, e infine la nuova sede invia Cairoli nel1929, operaper queitempi vera-

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mente grandiosa e d'avanguar-dia. L’aspetto forse più originalee autentico del can. Bughetti èquello di “Sacerdote dellaProvvidenza”.Don Bughetti credeva alla Prov-videnza. Nato povero, vissuto po-verissimo, Don Bughetti, permandare avanti le sue opere a Pa-lazzo Monsignani e soprattutto aS. Caterina, si trovò nella neces-sità di avere bisogno di molti mez-zi. Non avendo rendite sue, do-veva ogni giorno fare assegna-mento solo suquello che laProvvidenza glimandava, davicino e da lon-tano, fin dall'e-stero, attraver-so gli amici ebenefattori del-le sue opere e ilettori dei suoiperiodici. Sulla povertàdi vita del can.Bughetti le testimonianze sono diuna tale concordanza che se neresta sorpresi. Le sue scarpe,spesso ridotte da far pietà sonostate protagoniste di parecchi epi-sodi. Non avendo nulla di suo,per provvedere a sé e agli orfani,si abbandonava alla divina Prov-videnza, credendo fermamente inDio, perché “Tutto è possibilea chi crede”. La fede era in luiprofonda, viva, sentita. C’era nel-

la sua fede la semplicità del fan-ciullo e il calore della poesia. Lasua fede lo portava a trattare conDio e con i suoi Santi col più spon-taneo candore, a contare sullaProvvidenza di Dio e sull’inter-cessione dei Santi.Don Bughetti pregava la Provvi-denza. Senza mezzi per sé e peri suoi orfani, ma con una grandefiducia nella divina Provvidenza,Don Bughetti si abbandonava al-la preghiera, per invitare, per co-stringere la Provvidenza a veni-

re in suo aiuto. Pregava du-rante la gior-nata, con unaspecie di pre-ghiera diffusa,che gli facevarealizzare il“pregare sem-pre” del Van-gelo; pregavapiù distesa-mente durantela Messa e le

funzioni liturgiche, che amava cu-rare con premura e buon gusto;si abbandonava a una prolunga-ta preghiera, a tarda sera, inchiesa o nel coretto adiacente al-la sua camera.“Avete visto, bambini, che la di-vina Provvidenza non abbando-na mai quando si prega con fedee devozione?”. Il can. Bughetti,con la carica emotiva e di spon-taneo entusiasmo di cui era do-

“Avete visto bambini che la divina Provvidenza non

abbandona mai quando si prega con fede e devozione?”

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tato, incideva fortementesugli altri, grandi e pic-coli che fossero, e comu-nicava loro il suo amoreper la preghiera, e così liportava a pregare sullascia della sua fede e delsuo fervore.Particolarmente i piccoli,che sapeva mettere a par-te dei problemi dell'Isti-tuto, li coinvolgeva e affi-dava loro la parte di piccoli oran-ti, che si scambiavano a turno lacorona, dopo essere stati in chie-sa a sollecitare, con ingenua fe-de, l'intervento di Gesù o dellaSantissima Madre della DivinaProvvidenza o dell'amabilissimoS. Giuseppe. E la Provvidenza ri-spondeva. Innumerevoli sono letestimonianze di fanciulli, colla-boratori e amici di don Bughettiche narrano di come, mancandoi soldi o il pane per i suoi ragaz-zi, invocata la Divina Provviden-za (dallo stesso e dai suoi ragaz-zi), sia puntualmente (come an-che inspiegabilmente) arrivatoquanto necessario.Il Can. Bughetti amò intensa-mente Dio e, per amor di Dio, amòsul serio il prossimo, quello biso-gnoso, soprattutto i fanciulli e igiovani. E questo amore lo portòa dimenticare se stesso, a umi-liarsi, a farsi mendicante per pro-curare il necessario a tanti orfa-ni, di cui egli si era fatto padre.

D. Davide Durante

Dagli “Scritti” di don AngeloBughetti“Il nostro Istituto non ha altrerendite che quelle della carità. Piùpoveri di me e di questi miei fi-gli non sono neppure i mendi-canti, che mi stendono la manoper la via e per i quali non ho sem-pre i venti centesimi da dare percarità mentre essi li avrebberosempre da dare a me”.Una fede così ardente, così saldanon poteva non tradursi in uncontinuo fiducioso abbandonarsifra le braccia della divina Prov-videnza. Scriveva verso la finedella vita, nel 1934: “Divina Prov-videnza io mi abbandono a Te!Non abbandonerai questa nidia-ta di passeri, Tu che pasci gli uc-celli dell’aria; non abbandoneraiquesta aiuola di gigli, Tu che ve-sti i gigli del campo”. E conclu-deva con quelle parole che sonodiventate il motto dell’Opera sua:“Divina Provvidenza, noi ci ab-bandoniamo a Te!”

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Scrive di sé nel 1932:…piccolo e povero prete, che fi-no dalla sua giovinezza ha do-vuto rinunziare alla sua for-mazione intellettuale, ha dovu-to mettere da parte i libri, hadovuto trascurare se stesso, peroccuparsi degli altri, per fareun po’ di bene agli altri. E neè venuto fuori un tipo tutto spe-ciale, che ha, naturalmente,molte deficienze ma, in com-penso, sente di avere un po’ dicuore, e con quello parla, conquello scrive, con quello opera.Non ho che quello!

O Gesù

divino Artigianello di Nazareth,

che favorisci di una particolare

predilezione i fanciulli

e i giovani,

deh! concedetemi quanto

Vi chiedo

per i meriti del Vostro servo

il Can. Angelo Bughetti,

che per la educazione

della gioventù

consacrò tutta la sua vita.

Pater, Ave, Gloria

O Madre Santissima

della Divina Provvidenza,

dalla quale il Venerato

Can. Bughetti

aspettò ogni giono

con fiducia illimitata

il necessario per i suoi orfani

e derelitti,

degnatevi di intercedere

per la sua glorificazione,

ottenendomi la grazia

che con viva fede

domando in suo nome.

3 Ave Maria

La piccola missione per i Sordomuti nel mondo

a 104 anni dalla morte del fondatore don Giuseppe Gualandi

CENNI BIOGRAFICI DEL VENERABILE

SERVO DI DIO DON GIUSEPPE GUALANDI

Nasce a Bologna, il 9 giugno1826 da famiglia profonda-

mente cristiana.L’otto luglio 1849, celebrando-

si, nella chiesa parrocchiale dellaSS. Trinità la festa del Cuore Im-macolato di Maria e l'ammissionealla prima comunione di bambini ebambine, è colpito dalla presenzadi una ragazza grande tra le bam-bine; è una sordomuta.

Riconosce così la volontà di Dioa suo riguardo e individua il cam-po del suo apostolato nell'e-vangelizzazione dei sor-domuti. Nel 1850 apreil primo istituto per imedesimi.

Don Giuseppeaffiancato dal fra-tello don Cesarefonda la “PiccolaMissione per sordo-muti”, che compren-de anche le “Suoredella Piccola Missio-ne per le sordomute”perché la sua Opera

avesse a perpetuarsi nella santaChiesa.Ai suoi Religiosi e alle sue Religio-se dà come motto: “Dio solo!”.Provato da molti dolori fisici e dagrandi difficoltà, confortato dal ma-terno sorriso del Cuore Immacola-to di Maria, chiude piamente, la suavita terrena il 14 luglio 1907.

Le sue spoglie mortali che, dal-l’otto luglio 1949 riposano nella cap-pella della sezione maschile dellacasa madre della sua Opera, in Bo-logna, dall’otto novembre 2007, an-no centenario della sua morte, giac-

ciono nella basilica di S. Pe-tronio, sempre in Bologna.

Sua Santità GiovanniPaolo II con decreto del

24/4/2001 riconosceval’eroicità delle virtù.Molte grazie sonoattribuite alla suaintercessione.

Per notizie e relazionidi grazie rivolgersi al

postulatore PADRE GIO-VANNI ZUBIANI: 00184 Ro-

ma - P.zza Santi Giovan-ni e Paolo, 13

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tori, Oblati e allargòil campo del suo

apostolato nellePuglie, in Sici-lia, in Campa-nia, in Brasile enelle Filippine.

Ora la Picco-la Missione inBrasile e nelleFilippine acco-glie e preparagiovani che vo-gliono donare laloro vita al ser-vizio di Dio nel-la persona deisordi.

Nell’anno, cen-tenario dellamorte di DonGiuseppe Gua-landi si riaprein Italia a Ro-ma lo studenta-to per gli aspi-ranti alla vitareligiosa nellapiccola Missio-ne, perchè aisordi, a tutti isordi, che nonsanno di Gesù edi Maria possaarrivare la lucedella Verità edella Fede.

LA PICCOLA MISSIONE

PER SORDOMUTI è unacongregazione reli-giosa di dirittopontificio. Lo sco-po della PiccolaMissione è quellodi portare il van-gelo ai sordi che,da soli non posso-no conoscere leverità della Fede.

Don Giusep-pe e don CesareGualandi voleva-no istruire i sor-di per poi dareloro la conoscen-za di Dio, di Ge-sù Cristo e diMaria Santissi-ma. Essi voleva-no istruire perevangelizzare.

Il 10 settem-bre 1850 apriro-no la loro primascuola a Bologna,poi a Roma nel1884, a Firenzenel 1885 e a Giu-lianova (Teramo)nel 1903.

Intanto laPiccola Missionesi sviluppava conSacerdoti, Suore,Fratelli Coadiu-

Preghiera per impetrare grazie per mezzo del Venerabile Servo di Dio don Giuseppe Gualandi

O DIO ONNIPOTENTE ED ETERNO, TU, PER MEZZO

DEL TUO DIVIN FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO, HAI INSEGNATO AGLI UOMINI IL VALORE DEL

COMANDAMENTO NUOVO DELLA CARITÀ VERSO IL

PROSSIMO E SUSCITASTI NELLA TUA CHIESA, AI

NOSTRI GIORNI, UN VALIDO ESEMPIO DELLA PRATICA

DI QUESTA VIRTÙ NEL TUO SERVO DON GIUSEPPE

GUALANDI, APOSTOLO DEI SORDOMUTI, PER I SUOI

MERITI ACCENDI IN TUTTI LO STESSO AMORE VERSO

DI TE E VERSO I SOFFERENTI E CONCEDICI LA

GRAZIA CHE ORA TI CHIEDIAMO.... A TUA GLORIA

E AD ESALTAZIONE, QUI IN TERRA, DEL TUO SERVO.AMEN

Tre Gloria in onore della SS. Trinità

IMPRIMATUR + Card. Carlo CafarraArcivescovo di Bologna

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O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi, affidiamo a te la causa della vita:

guarda, o Madre, al numero sconfinato di bimbi cui viene impedito di nascere,

di poveri cui è reso difficile di vivere,di uomini e donne vittime di disumana violenza,

di anziani e malati uccisi dall’indifferenzao da una presunta pietà.

Fa’ che quanti credono nel tuo Figlio sappiano pronunciare con franchezza e amore

agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.Ottieni loro la grazia di accoglierlo come dono sempre nuovo,la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza

e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa,per costruire insieme con tutti gli uomini di buona volontà

la civiltà della verità e dell’amore,a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.

GIOVANNI PAOLO II25 marzo 1995

L’affidamento a Maria

“Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”

egli scende i gradoni della basili-ca per abbracciare alcuni malatiin carrozzella che assistono allamessa. Giovanni Paolo II è il papa che haintrodotto con slancio missionariola Chiesa nel terzo millennio, unaChiesa che già si era aperta ainuovi tempi con Giovanni XXIII,il Concilio Vaticano II e Paolo VI.La sua essenza come pastore ditutta la cristianità la si compren-de prima di tutto attraverso le sueparole: “...amare autenticamente,da cristiani, significa oggi tantevolte andare contro corrente, es-sere uomini schietti che diconomale al male e bene al bene e concoraggio scelgono... Amare da cri-stiani è questo miracolo: fare per-no su Dio attraverso la personadi Cristo e donarsi agli altri inatteggiamento di disponibilità, di

accoglienza e di aiuto. Entroquest’area le vocazioni almatrimonio come allavita consacrata, sa-ranno vocazioni all’a-

more. Amando sul se-rio, acquisterete l’intel-

ligenza e la cultura del-l’amore, la correttezza

nel vedere le esi-genze e laconcretez-za del do-narsi”.

GIOVANNI PAOLO II

Vescovo di Roma, Servo deiServi di Dio, 264° successoredell’Apostolo Pietro.Nato a Wadowice in Poloniail 18 maggio 1920, ordinatosacerdote il 1° novembre 1946.Consacrato vescovo il 28 set-tembre 1958, creato cardina-le il 26 giugno 1967. Eletto papa il 16 ottobre 1978.Tornato alla Casa del Padreil 2 aprile 2005. Beatificato il1° maggio 2011, nel giornodella festa della Divina Misericordia, da lui istituita.

Giovanni Paolo II apre ilsuo pontificato con uninvito lanciato all’u-manità: “Non abbiatepaura! Aprite, anzispalancate le porte aCristo! Non abbiatepaura! Cristo sa cosac’è dentro l’uomo. Sololui lo sa!”. Dallo stessoaltare della Basilicadi San Pietro, tra-scurando il ce-rimoniale,

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“Abbiamo il dovere di ricordar-ci davanti a Dio di quei fattidrammatici, per onorare i mortie per compiangere tutti quelli chequesto dilagare di crudeltà ha fe-rito nel cuore e nel corpo, com-pletamente perdonando le offese.Non posso lasciar trascorrere que-sto anniversario sen-za invitare a riflet-tere sul processo cheha condotto tale con-flitto sino agli abis-si della disumanitàe della desolazione.Sento il dovere di ri-cavare una lezioneda quel passato per-ché non si possa maipiù rinnovare il fa-scio di cause capacidi innescare nuova-mente un’analogaconflagrazione.(...) Dobbiamo ren-dere grazie a Dio peri numerosi testimo-

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CINQUE SACERDOTI DELLA CHIESADI BOLOGNA IMMAGINE VIVADI CRISTO BUON PASTORE

ni, noti e ignoti, che in quelle oredi tribolazione hanno avuto il co-raggio di professare intrepida-mente la fede, che hanno saputoergersi contro l'arbitrio ateo e nonsi sono piegati sotto la forza .”

GIOVANNI PAOLO II - 1995

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DON GIOVANNI FORNASINI, chiamato “l’angelo di Marzabotto”. Quando cadde, stroncato da una sventagliata di mitra delle SS

a San Martino di Caprara, aveva 29 anni: era il 13 ottobre 1944.

DON UBALDO MARCHIONI morì il 29 settembre 1944, falciato dalmitra sulla predella dell’altare della sua chiesa di Casaglia: era

stato ordinato prete dal cardinale Nasalli Rocca il 28 giugno 1942.

DON FERDINANDO CASAGRANDE, parroco di San Niccolò di Gugliara era nato a Castelfranco Emilia nel 1914. Fu ucciso do-

po essersi recato al comando tedesco con un colpo alla nuca: era il 9 ottobre 1944.

DON ELIA COMINI, salesiano, e PADRE MARTINO CAPELLI,sacerdote dehoniano, furono imprigionati come spie e por-

tati a Pioppe di Salvaro; a chi si adoperava per salvarli disse-ro: “O tutti salvi o nessuno”. Morirono come martiri insieme adaltre 43 vittime nella “botte” della Filanda di Salvaro il 1° ottobre

1944.

La Chiesa di Bologna nel 1995 ha ini-ziato il processo di beatificazione di duesacerdoti religiosi: il salesiano don EliaComini e il dehoniano padre Martino Ca-pelli; nell’ottobre 1998 ha avviato ilprocesso canonico anche per i tre sa-cerdoti bolognesi: don Ferdinando Ca-sagrande, don Giovanni Fornasini, donUbaldo Marchioni. A loro pensava inun discorso del giugno 1945 l’arcive-scovo card. Nasalli Rocca: “Ho dovu-to assistere, partecipare a tante scenedi pianto, subire tante devastazioni,tante rovine, veder sparso tanto san-gue e sapere barbaramente uccisi tan-ti miei dilettissimi figli spirituali, e traessi ancora sacerdoti miei carissimi edegni giovani chierici colpiti crudel-mente tra il vestibolo e l’altare come iprofeti d’Israele”

“Il diritto alla vita, all’inviolabilità, alla libertà è parte indispensabile diogni ordinamento morale”.

Si richiamava al principio fondamentale del diritto naturale il vescovovon Galen nella sua terza predica contro i soprusi dei nazisti in Germania.Riferiva poi di aver presentato denuncia al capo della polizia per la preme-ditata soppressione dei malati di mente, dei disabili e degli invalidi.

Sorprendentemente, il regime non osò strappare il pastore al suo greg-ge. Nelle sue conversazioni a tavola, Hitler dichiarava di voler regolare i con-ti con la Chiesa cattolica e con Galen dopo aver raggiunta la vittoria.

Il conte von Galen nacque il 16 marzo del 1878. Di antica, nobile fa-miglia cattolica, studiò presso il ginnasio dei gesuiti e venne ordinato sa-cerdote nel 1904. Non particolarmente brillante negli studi, si fece apprez-zare come parroco e pastore d’anime a Berlino e a Münster. Impegnato nel-

la questione sociale, viveva in povertàascetica e si dedicava fino all’esaurimentoai compiti pastorali. Da vescovo di Mün-ster non mutò il suo orientamento, a suoagio nelle celebrazioni liturgiche e nellemanifestazioni di fede, il principe dellaChiesa, di alta statura, dal passo solen-ne, dalla parola franca divenne un peri-coloso oppositore della “banda bruna”,mai stanco di protestare e di ammonire.

Venerato dai fedeli che in lui vede-vano un sostegno sicuro, a conclusionedella guerra levò la sua voce contro ibombardamenti indiscriminati degli al-leati. Nominato cardinale da Pio XII, morìil 22 marzo del 1946. Rimpianto in pa-tria e all'estero. È stato beatificato daBenedetto XVI.

Elio Guerriero

CLEMENTE AUGUSTO VON GALENTenne testa ai nazisti

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Ave Maria, Donna povera ed umile,

benedetta dall’Altissimo!

Vergine della Speranza, profezia dei tempi nuovi,noi ci associamo al tuo cantico di lodeper celebrare le misericordie del Signore,per annunciare la venuta del Regnoe la piena liberazione dell’uomo.

Ave Maria, umile serva del Signore,

gloriosa Madre di Cristo!

Vergine fedele, dimora santa del Verbo,insegnaci a perseverare nell’ascolto della Parola,ad essere docili alla voce dello Spirito,attenti ai suoi appelli nell’intimità della coscienzae alle sue manifestazioninegli avvenimenti della storia.

Ave Maria, Donna del dolore,

Madre dei viventi!

Vergine Sposa presso la Croce, Eva novella,sii nostra guida sulle strade del mondo,insegnaci a vivere e a diffondere l’amore di Cristo,a sostare con Tepresso le innumerevoli crocisulle quali tuo Figlio è ancora crocifisso.

Ave Maria, donna della fede,

prima dei discepoli!

Vergine Madre della Chiesa,aiutaci a rendere sempre ragione della speranza che è in noi,confidando nella bontà dell’uomoe nell’amore del Padre.Insegnaci a costruire il mondo dal di dentro: nella profondità del silenzio e dell’orazione,nella gioia dell’amore fraterno, nella fecondità insostituibile della Croce.

GIOVANNI PAOLO II

Legge n. 675/96 sulla tutela dei dati personali e successive modifiche: DLgs n. 196/2003Il suo indirizzo fa parte dell’archivio elettronico del «Santuario della B. Vergine delle Grazie di Boccadirio». Con l’inserimento nella nostrabanca dati – nel pieno rispetto di quanto stabilito dalla Legge n. 675/96 sulla tutela dei dati personali – Lei avrà l’opportunità di ricevere ilnostro bollettino «Boccadirio» e di essere informato sulle iniziative del nostro Istituto. I suoi dati non saranno oggetto di comunicazione odi diffusione a terzi. Per essi, lei potrà richiedere – in qualsiasi momento – modifiche, aggiornamento, integrazione o cancellazione, scri-vendo all’attenzione del Responsabile dei dati presso la direzione della rivista «Boccadirio».

MADONNA DI BOCCADIRIO - tel. e fax 0534 97618 - 40035 - BARAGAZZA (BO)

SS. MESSE NEL SANTUARIO: 9,30-11,00-16,00-17,30S. ROSARIO: 15,30 - ADORAZIONE E VESPRI: 18,30

e-mail: [email protected]

sito: www.santuarioboccadirio.it

CONTO CORRENTE POSTALE: 301408

DOMENICA 10 LUGLIO

ORE 18.00 NEL SANTUARIO

musica celeste, canti

e diapositive artistiche

in onore della Madre di Dio

Concerto con tromba e organo

DOMENICA 17 LUGLIOORE 17.00 NEL CHIOSTRODon Gaetano Borgo, sacerdotecantautore, animerà alcunetestimonianze significative:CLAUDIA KOLL, RITA CORUZZI,i genitori della BeataCHIARA LUCE BADANO,Il marito della Serva di DioMARIA CRISTINA MOCELLIN

DUE APPUNTAMENTISTRAORDINARI:

non mancate!

- INGRESSO LIBERO -