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1 ASSOCIAZIONE MUSEO DELLA SCUOLA “I CARE!” “Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisiaNessuno effetto è in natura sanza ragione; intendi la ragione e non ti bisogna sperienza” Viaggio-studio: sulle orme di Tommaso Campanella e Leonardo da Vinci (Napoli Vinci) 26-30 Agosto 2019 OPUSCOLO INFORMATIVO PER VIAGGIARE INFORMATI Opuscolo tratto dai principali siti di riferimento a cura dellAssociazione Museo della Scuola I Care!di Siderno (RC)

Viaggio-studio: sulle orme di Tommaso Campanella e Leonardo … · 2019. 8. 23. · 2 - Napoli REAL MUSEO DI CAPODIMONTE) E CASTELLO DELL’OVO: sulle tracce di Tommaso Campanella

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    ASSOCIAZIONE MUSEO DELLA SCUOLA “I CARE!”

    “Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide,

    sofismi, ipocrisia”

    “Nessuno effetto è in natura sanza ragione; intendi la ragione e non ti bisogna sperienza”

    Viaggio-studio: sulle orme di Tommaso Campanella e Leonardo da Vinci (Napoli – Vinci)

    26-30 Agosto 2019

    OPUSCOLO INFORMATIVO PER VIAGGIARE INFORMATI

    Opuscolo tratto dai principali siti di riferimento a cura dell’Associazione Museo della Scuola “I Care!” di Siderno (RC)

    https://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=5ecahttps://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=5eca

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    - Napoli REAL MUSEO DI CAPODIMONTE) E CASTELLO DELL’OVO: sulle tracce di Tommaso Campanella

    - VINCI e dintorni: sulle tracce di Leonardo da Vinci

    Premessa

    L’anno sociale 2019 , in prosieguo con il tema dell’anno sociale precedente, è focalizzato su due figure centrali del pensiero moderno: Leonardo da Vinci (500° anniversario della morte) e Tommaso Campanella (450° anniversario della nascita). L’itinerario proposto tocca i luoghi principali del nostro percorso culturale. Si fornisce, qui di seguito, una scheda informativa tratta dai principali siti di riferimento.

    PRIMA TAPPA – NAPOLI Il Real Bosco di Capodimonte

    Il Real Bosco di Capodimonte nasce come riserva di caccia che si estende a ridosso della reggia per circa 134 ettari con oltre 400 diverse specie vegetali impiantate nel corso di due secoli. Un’area verde incontaminata che si affaccia sulla città e sul golfo di Napoli. Grazie al clima mite e all’attività di rinomati botanici sono state impiantate qui molte specie rare ed esotiche tra le quali canfora e camelie provenienti dall’Asia, magnolie e taxodi delle Americhe ed eucalipti australiani. Tra i viali si dispongono 17 edifici storici tra residenze, casini, laboratori, depositi e chiese, oltre a fontane e statue, orti e frutteti. Per il suo patrimonio storico, architettonico e botanico il Bosco di Capodimonte è stato nominato nel 2014 parco più bello d’Italia. Il vasto parco, uno dei più grandi d’Italia, viene progettato nel 1734 da Ferdinando Sanfelice, uno dei più grandi architetti del tardo barocco napoletano, che immagina due sezioni distinte per stile e funzione: il giardino vero e proprio nell’area intorno alla Reggia, con ampie aperture panoramiche sul golfo di Napoli, e il bosco per la caccia, disseminato di statue, grotte e costruzioni destinate a usi diversi, come la chiesa, le manifatture e le aziende agricole. Attualmente il Real Bosco si compone di quattro aree principali:

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    Giardino Paesaggistico Lo Spianato che circonda la Reggia, tra le due porte ottocentesche di accesso al Parco, Porta Piccola e Porta Grande, offre ai visitatori lo straordinario panorama del Belvedere, che si apre sulla città e sul Golfo di Napoli. Il giardino presenta oggi un assetto frutto delle trasformazioni volute dai Savoia che vi hanno impiantato le alte palme delle Canarie che circondano il palazzo, e hanno commissionato allo scultore Antonio Belliazzi la scenografica fontana, composta da maestose figure e delfini di marmo bianco, reperti scultorei già disposti nel Bosco.

    Giardino Anglo-Cinese Una delle principali Delizie del Real Sito, conserva la conformazione datagli intorno al 1840 da Friederich Dehnhardt, capo-giardiniere dell’Orto botanico, quella di giardino all’inglese: un giardino creato dall’uomo ad imitazione della natura, composizione armonica di praterie e boschetti con alberi secolari. Qui si osservano rari esemplari esotici: un maestoso Canforo, un Taxodium (Taxodium mucronatum), un Eucalipto(Eucalyptus camaldulensis) e alcune camelie. Nei boschetti circostanti si trovano magnolie, tassi, cipressi, pini, uno splendido Cedro del Libano e una Melaleuca, pianta piuttosto rara, impropriamente detta ‘albero della carta’.

    Giardino Tardo Barocco La Porta di Mezzo è l’originario accesso al Bosco, una porta maestosa, un tempo arricchita da insegne reali di cui si conserva traccia nei gigli borbonici della bella cancellata di ferro. Quest’ingresso introduce, attraverso un ampio emiciclo, al tracciato settecentesco del Bosco, ispirato al giardino barocco, un giardino architettonico con impianto geometrico. Delineato nel 1735-1736 da Antonio Canevari, l’impianto fu ultimato da Ferdinando Fuga verso il 1760-1770. Dall’emiciclo partono cinque viali, che s’irradiano a ventaglio nel folto del Bosco, la cui vegetazione prevalente è costituita da lecci e da alcuni esemplari di tiglio, acero, roverella e carpino.

    Giardino Paesaggistico Pastorale L’area a nord del giardino tardo Barocco, da Porta Caccetta a Porta Miano, ospitava fino ai primi decenni dell’Ottocento, il cosiddetto Chiuso della Fagianeria, un recinto per la schiusa dei fagiani, alimentati col frumento coltivato nei terreni adiacenti e utilizzati per le battute di caccia reali.

    http://www.museocapodimonte.beniculturali.it/con-art-bonus-restauriamo-la-fontana-del-belvedere/

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    A partire dal 1835, i botanici Gussone e Dehnhardt hanno rimodellato il terreno creando finte colline e praterie, macchie a bosco ed alberature isolate, esotiche o autoctone. Un paesaggio pastorale in cui sopravivvono edifici monumentali come l’antica Fabbrica della Porcellana di Capodimonte (1744-1759) e la chiesa di San Gennaro, insieme a strutture legate alle attività produttive del Bosco come la Capraia, che includeva includeva locali per usi agricoli, stalle e rimesse.

    Il Castel dell'Ovo - NAPOLI Bellezza dell'arte ed orrore delle carceri si incrociano nelle sale di Castel dell'Ovo. Nel castello più antico della città vennero rinchiusi ospiti illustri come Romolo Augustolo, l'ultimo imperatore di Roma, Corradino di Svevia, Arrigo di Castiglia, eredi di Manfredi, Ambrogino Visconti e il filosofo Tommaso Campanella, ma anche alcuni giacobini, carbonari e liberali come Carlo Poerio, Luigi Settembrini e Francesco de Sanctis.

    SECONDA TAPPA –SAN GIMIGNANO (SI)

    Negli assolati colli della val d’Elsa, immerso nelle magnifiche colline senesi, sorge lo splendido paese di San Gimignano, cinto da mura duecentesche che abbracciano un ambiente medievale di intatto splendore. È la Toscana che i turisti amano di più, quella dei campi di grano, dei vitigni e degli antichi borghi, è la Toscana del Chianti e della Val D'Orcia, della buona cucina e dei sapori inconfondibili. “Capolavoro del genio creativo umano, porta la testimonianza unica di una civiltà del passato e l'eccezionale esempio di un complesso architettonico e paesaggistico, testimonianza di importanti tappe della storia umana.” Con queste motivazione l'Unesco nel 1990 ha iscritto San Gimignano nella Word Heritage list.

    Visitare San Gimignano significa immergersi completamente nell'atmosfera di un borgo trecentesco; il suo aspetto infatti è rimasto per lo più intatto e la città rappresenta ancor oggi uno dei migliori esempi europei di organizzazione urbana dell'età comunale. Il tratto caratteristico di questo paese - che qualsiasi turista coglie anche in lontananza - sono le spettacolari e inconfondibili torri che dominano il paesaggio, ognuna delle quali ha una propria storia da raccontare. Il paese visse fino alla metà del Trecento una stagione di ricchezza economica e artistica, grazie anche ai mercanti e ai pellegrini che percorrevano la via Francigena. La via attraversava questo splendido borgo e ancora oggi lo divide in due parti. È questo il periodo durante il quale le maggiori famiglie cittadine si sfidano costruendo la torre più alta per dimostrare chi ha più potere. Esclusa da questa gara la Torre comunale, detta la Rognosa, che per decreto municipale doveva rimanere la più elevata. Intorno al 1300 le torri che svettavano erano più di 70, pari al numero delle famiglie benestanti del suo territorio, mentre oggi se ne contano soltanto tredici.

    http://www.italia.it/it/scopri-litalia/toscana.htmlhttp://www.italia.it/it/idee-di-viaggio/mangiare-e-bere/viaggio-nelle-colline-del-chianti.htmlhttp://www.italia.it/it/idee-di-viaggio/siti-unesco/val-dorcia.htmlhttp://whc.unesco.org/en/list/550http://whc.unesco.org/en/list/550http://www.italia.it/it/media/tour-virtuali/tour-virtuale.html?no_cache=1&stuid=830&cHash=448159d8f023d61d7c08428f3b777c65

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    Sempre in questo stesso periodo si avviò un processo di rinnovamento architettonico che vide oltre all'ampliamento delle mura, la nascita di numerosi palazzi, chiese e conventi, arricchiti da illustri opere d'arte, attorno a Piazza della Cisterna e a piazza del Duomo. A San Gimignano, arrivano a lavorare grandi artisti, come i protagonisti della scuola senese, tra questi Simone Martini, Lippo Memmi e Puccio Taddeo di Bartolo che resero la città quello scrigno d'arte che ancora oggi appare a chi la visita. Spettacolari architetture religiose, civili e militari all'interno di un paesaggio magnifico e di una terra che offre prodotti pregiati come lo zafferano e la Vernaccia, questa è San Gimignano oggi, testimonianza di una delle fasi più importanti della storia umana e luogo in cui assaporare i piaceri della vita. San Gimignano e la Vernaccia San Gimignano è famosa per la produzione della Vernaccia, uno dei migliori vini bianchi italiani, conosciuto in tutto il mondo. La vernaccia è stato il primo vino italiano a fregiarsi del titolo di prodotto a Denominazione d’Origine Controllata (D.O.C.) nel 1966 e nel 1993 ha ottenuto il marchio D.O.C.G che ne garantisce ulteriormente la provenienza. Prodotto esclusivamente all’interno del Comune di San Gimignano, i suoi vigneti si trovano sulla strada che da Poggibonsi sale verso San Gimignano. La vendemmia avviene tra fine settembre e inizio ottobre. La Vernaccia Normale può essere imbottigliata a marzo, mentre la Riserva ha un tempo legale di invecchiamento di 1 anno in cantina. Per rendere omaggio alla qualità e al prestigio di questo vino a San Gimignano, nella Villa della Rocca di Montestaffoli è stato realizzato il Museo del Vino della Vernaccia. TERZA TAPPA – LUCCA LUCCA Un itinerario tra storia e capolavori d'arte Lucca è una delle città medievali più belle e meglio conservate, in parte perchè ha saputo mantenere intatta la sua anima storica e culturale. Per conoscerla non c'è modo migliore che attraversarla a piedi, scoprendo tra vicoli, piazze, piccole strade e grandi chiese tutti i motivi che spingono da secoli tanti viaggiatori ad ammirarne la bellezza. Un punto ideale da cui cominciare una visita può certamente essere costituito dalle imponenti mura, uno dei pochi esempi in Italia di cinta muraria perfettamente intatta, ideali non solo per ammirarne l'architettura ma anche per farsi una passeggiata immersi nel verde. Sulla loro sommità corre infatti un bellissimo viale alberato, da cui è possibile ammirare la città da un punto di vista insolito.

    La Torre Guinigi

    http://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_senesehttp://it.wikipedia.org/wiki/Denominazione_di_origine_controllata

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    Si prosegue scendendo nel cuore della città, dove attraversando le vie del centro ricche di negozi eleganti, botteghe artigianali e pasticcerie (in cui assaggiare le vere prelibatezze della Lucchesia), ci si trova immersi nel cuore di una Toscana genuina e insolita. Ogni piazza, ogni chiesa e ogni monumento raccontano di quanto Lucca abbia vissuto un passato potentee a tratti grandioso. Lucca è infatti una terra di banchieri, commercianti, artisti e religiosi che hanno lasciato importanti tracce del loro passaggio. Nel cielo vedrete svettare campanili e torri, la più famosa e più insolita di tutte è la Torre Guinigi, un giardino nel cielo, da cui si intravede la cima di un leccio secolare piantato da Guinigi come simbolo di rinascita del paese. Sono molte le chiese nel centro abitato a testimonianza di quanto il potere religioso fosse influente nel 1300: la piazza di San Michele, dall'omonima chiesa, vede sorgere un elegantissimo edificio in marmo bianco, al cui interno sono custodite preziose statue di Andrea della Robbia e alcuni dipinti di Filippino Lippi. Stupefacente è anche la facciata della Basilica di San Frediano, dove un mosaico raffigura il Cristo Redentore che ascende al cielo. Per scovare un tesoro di Jacopo della Quercia bisogna entrare nella cattedrale di San Martino, la statua di Ilaria del Carretto è uno dei primi capolavori del singolare maestro senese. La piazza più famosa del centro cittadino è senza dubbio quella dell'Anfiteatro, così chiamata perchè costruita sui resti di un antico Anfiteatro romano, essa conserva ancora la forma ellittica e grazie ai suoi caffè e locali è il posto giusto per un momento di relax. Museo Casa Natale di Giacomo Puccini

    La Casa natale, trasformata in museo nel 1979, è stata riaperta al pubblico il 13 settembre 2011, dopo importanti lavori di restauro, che hanno riportato l'appartamento alla sistemazione originaria, e un rinnovamento radicale dell'allestimento

    . Il Museo è situato nell'appartamento, al secondo piano di un antico fabbricato nel cuore della città di Lucca, in cui è nato Giacomo Puccini il 22 dicembre 1858. In questa casa il compositore ha vissuto tutti gli anni dell'infanzia e della prima giovinezza, gli anni della familiarizzazione con la musica e degli studi sistematici, prima di trasferirsi a Milano, dove nel 1884 iniziò quella carriera operistica che ne ha fatto uno dei compositori più noti e più amati della storia. A questa casa Giacomo Puccini è rimasto sempre legato, tanto che ha voluto mantenerne la proprietà, nonostante avesse fissato altrove le sue residenze. Il museo custodisce arredi originali, preziosi oggetti appartenuti al musicista, tra cui il pianoforte Steinway & Sons su cui compose Turandot, partiture autografe di composizioni giovanili (l'opera prima, il Preludio a orchestra riemerso nel 1999, la Messa a 4 voci del 1880) molte lettere di e a Puccini (notevoli quelle di Giulio Ricordi), quadri, fotografie, bozzetti, cimeli e documenti preziosi che documentano il lavoro del

    https://www.visittuscany.com/it/ricette/la-ricetta-del-buccellato-di-lucca/https://www.visittuscany.com/it/attrazioni/la-torre-guinigi-a-lucca/https://www.visittuscany.com/it/attrazioni/la-basilica-di-san-frediano-a-lucca/https://www.visittuscany.com/it/attrazioni/il-duomo-di-san-martino-a-lucca/https://www.visittuscany.com/it/attrazioni/lanfiteatro-romano-di-lucca/

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    compositore, come le bozze dei libretti di Tosca e Fanciulla del West, ricchi di annotazioni autografe e abbozzi musicali. Tra i doni spicca il costume di Turandot, realizzato secondo il figurino di Umberto Brunelleschi e indossato da Maria Jeritza per laprima rappresentazione alla Metropolitan Opera di New York nel 1926. QUARTA TAPPA – VINCI A Vinci tutto parla del Genio: la casa dove nacque, la Chiesa dove fu battezzato, gli istituti museali che operano per la ricerca e la divulgazione dell'eredità culturale di Leonardo:

    Piazza dei Guidi Questa suggestiva piazza, opera dell’artista Mimmo Paladino, costituisce di fatto l’ingresso al Museo in Palazzina Uzielli. Concepita come una serie di piani, legati fra loro a diverse altezze, la piazza crea un effetto scenografico magico, in linea con la figura artistica e scientifica del suo principale ispiratore, Leonardo da Vinci. L'Uomo di Vinci Alle spalle del Castello dei Conti Guidi attrae l'attenzione del visitatore la grande scultura in legno di Mario Ceroli, L’Uomo di Vinci , ispirata alla celebre riproduzione di Leonardo dell’Uomo di Vitruvio.

    La Biblioteca Leonardiana Inaugurata ufficialmente nel 1928, la Biblioteca Leonardiana è da allora un centro di documentazione specializzato sull’opera di Leonardo da Vinci, punto di riferimento per studiosi e appassionati a livello internazionale. Possiede la riproduzione in facsimile di tutti i manoscritti e disegni del Vinciano, oltre a tutte le edizioni a stampa delle sue opere a partire dalla prime del 1600. L'istituto ha sviluppato un archivio in linea nel quale si può consultare la BIL (Bibliografia Internazionale Leonardiana) ed è stato inoltre promotore del progetto E-Leo: un archivio digitale dedicato alla storia della tecnica e della scienza del Rinascimento, con oltre 6mila pagine dai manoscritti e disegni di Leonardo, consultabili gratuitamente online.

    http://www.museoleonardiano.it/ita/i-luoghi-di-leonardo/arte-contemporanea-a-vincihttp://www.museoleonardiano.it/ita/i-luoghi-di-leonardo/arte-contemporanea-a-vincihttp://www.bibliotecaleonardiana.it/bbl/home.shtmlhttp://www.leonardodigitale.com/

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    La Chiesa di Santa Croce Nel piccolo battistero della Chiesa di Santa Croce si conserva ancora il fonte quattrocentesco al quale fu battezzato Leonardo. Una lapide ricorda l'avvenimento con le parole che il nonno Antonio Da Vinci appuntò su un suo registro mentre il ciclo scultoreo dell'artista Cecco Bonanotte, dedicato alla storia della Salvezza, conferisce al luogo un'accentuata spiritualità. Il Cavallo di Leonardo In piazza della Libertà è collocato il monumento in bronzo della scultrice Nina Akamu. La statua è ispirata ai numerosi disegni leonardiani di cavalli , particolarmente a quelli relativi al progetto - rimasto incompiuto - della colossale statua dedicata a Francesco Sforza alla quale Leonardo si dedicò negli anni del suo primo soggiorno milanese. Sicuramente il luogo più intimamente legato alla figura di Leonardo è La Casa Natale di Anchiano, la casa colonica quattrocentesca dove il grande artista nacque il 15 aprile del 1452.

    Nascita e storia di una collezione

    L’idea di dedicare a Leonardo un museo nella sua terra natale nacque nel 1919durante le celebrazioni per il IV centenario della sua morte quando il Castello dei Conti Guidi fu donato al Comune di Vinci. Dopo i restauri dell’edificio degli anni 1939-1942, il Museo di Leonardo iniziò la sua vita il 15 aprile 1953 per

    http://www.museoleonardiano.it/ita/i-luoghi-di-leonardo/arte-contemporanea-a-vincihttp://www.museoleonardiano.it/ita/i-luoghi-di-leonardo/casa-natale-anchianohttp://www.google.it/

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    il generoso gesto della International Business Machines Corporation (IBM) che donò al Comune un'intera serie di modelli ricostruiti sulla base dei disegni leonardiani. A quel tempo il Museo Vinciano o delle Macchine di Leonardo occupava solo quattro sale del Castello, condividendo gli spazi con quelli della Biblioteca che si trasferiva nei locali attuali nel 1983. Da allora la collezione di macchine e meccanismi è stata costantemente incrementata grazie all’apporto di studiosi, donatori e ad investimenti del Comune, divenendo una delle raccolte più ampie e originali per la conoscenza critica di Leonardo nel contesto della storia e della tecnica tardo-medievale e rinascimentale. Solo nel 1986 il Museo, dopo una significativa ristrutturazione, ha assunto definitivamente il titolo di Leonardiano. Nell’estate del 2004 gli spazi espositivi sono stati ampliati tramite l’accorpamento del Castello dei Conti Guidi e della Palazzina Uzielli in un unico nuovo percorso museale disposto su due sedi poco distanti nel centro storico di Vinci. Il nuovo accesso al museo, costituito da piazza dei Guidi, nel 2006 è stato riconfigurato su progetto dell'artista Mimmo Paladino che ha dato vita ad un'inedita ed autonoma scenografia in linea con la figura artistica e scientifica di Leonardo. Nel triennio 2008-2010 si è realizzata una nuova importante serie di interventi nell'antica struttura della Rocca dei Conti Guidi, che hanno portato all'abbattimento delle barriere architettoniche e un'ulteriore campagna di riallestimento. La collezione e gli spazi espositivi sono stati rinnovati e ampliati grazie alla collaborazione stretta di storici, ingegneri e tecnici della modellazione digitale. QUINTA TAPPA – COLLODI-PESCIA Collodi è una frazione di Pescia. Borgo medievale documentato fin dal XII secolo, è legata al nome di Carlo Lorenzini, autore di Pinocchio. Lo scrittore fiorentino, la cui madre era originaria del paese, vi trascorse parte dell'infanzia e ne assunse il nome, firmandosi Carlo Collodi.

    Pinocchio, il Grillo Parlante, la Fata Turchina e tutti i personaggi de “Le Avventure di Pinocchio” sono il frutto della fantasia dello scrittore fiorentino Carlo Lorenzini, in arte Carlo Collodi (dal nome del paese di origine della madre).

    E proprio a Collodi, un piccolo centro a pochi chilometri da Pistoia, potete visitare l’originale Parco di Pinocchio, dedicato al celebre burattino.

    Il parco è completamente all’aperto. Camminando al suo interno, circondati da una curata vegetazione, troviamo mano a mano i protagonisti principali del racconto. Pinocchio, la Fatina, il Gatto e la Volpe e molti altri personaggi, permettono ai visitatori di ripercorrere alcuni tra gli episodi più significativi della favola.

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    Qui regna la fantasia

    Il Parco di Pinocchio è un luogo incantato, dall’atmosfera che definirei quasi retrò. Non aspettatevi effetti speciali nè attrazioni supertecnologiche (al massimo qualche fontanella con giochi d’acqua), qui potrete passeggiare tra grandi sculture in bronzo e varie opere di artisti che si hanno lavorato per il parco dal 1956, anno di apertura del giardino, ad oggi.

    La magia di questo parco si deve, a mio parere, al fascino della favola di Pinocchio, ben presente nei cuori, nei ricordi e nella fantasia di tutti i bambini, ma anche degli adulti.

    Tra gli angoli più suggestivi del parco di Pinocchio senza dubbio quello dedicato al grande pescecane (diventato poi una balena nel cartone animato Disney) che, nella storia, finisce con l’inghiottire prima Geppetto e poi anche lo stesso burattino. Affacciato su un'ampia vasca, il grosso animale in muratura emette a intervalli regolari degli ampi spruzzi d’acqua.

    Qui non potrete non entrare: un veloce zig-zag tra i grossi denti aguzzi del pescecane e vi troverete dritti dritti nella sua pancia. Salendo poche, ma strette, scale arriverete poi fin sulla testadell’animale, dove potrete godere di una bella vista su tutto il giardino.

    Simpatico anche il piccolo labirinto in edera, dove i bambini e gli adulti più giocherelloni certamente si divertiranno a fare a gara per chi riesce ad uscirne per primo.

    Dedicati solo ai bambini le classiche giostre con i cavalli, i laboratori a cura dello staff del parco, il piccolo teatro delle marionette, la funivia, il castello di corde, la scacchiera gigante ed altri giochi sparsi nel giardino.

    All’interno del parco c’è un bar e una piccola area pic-nic. Appena fuori si trova il ristorante Il Gambero Rosso ed altri bar per chi invece preferisce uno snack veloce.

    Il Giardino Garzoni e La Casa delle Farfalle

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    Se avete tempo a disposizione, può valer la pena di abbinare la visita al parco ad altre due attrazioni vicinissime: il Giardino Garzoni e La Casa delle Farfalle, che si trovano a pochi minuti a piedi di distanza.

    Il Giardino Garzoni è uno dei giardini più belli d’Italia e visitandolo non stenterete a crederlo: vialetti curati, aiuole fiorite, fontane con i tradizionali giochi d’acqua e imponenti statue vi accompagneranno in una passeggiata incantevole ed al tempo stesso rilassante.

    La Casa delle Farfalle è una grande serra con al suo interno un giardino esotico abitato da un migliaio di

    SESTA TAPPA - FIRENZE-MUSEO DELLA SCIENZA “GALILEO”

    Museo Galileo

    La scienza, l’astronomia e gli strumenti del fisico che cambiò il mondo (e la sua collocazione nell’universo)

    Ha oltre ottant’anni di storia il Museo Galileo di piazza dei Giudici a Firenze, allestito dietro al museo degli Uffizi nello storico Palazzo Castellani. Risale infatti al 1930 l’inaugurazione della raccolta, prima con il nome di Museo di Storia della Scienza e poi Istituto e Museo di Storia della Scienza. Il nome attuale si deve alla riapertura del museo nel 2010 dopo circa due anni di ristrutturazione, in concomitanza con il quattrocentesimo anniversario del Sidereus Nuncius, una delle opere più importanti di Galileo Galilei.

    La particolarità del Museo Galileo è la sua attenzione profonda verso la scienza del Rinascimento e dei periodi immediatamente successivi, fino ad arrivare all’Ottocento: il cuore dell’esposizione è infatti incentrato sulle collezioni dei Medici, che i granduchi un tempo custodivano al museo della Specola vicino a Palazzo Pitti. Col tempo, il museo si è arricchito grazie all’unione di altri fondi (come quelli dell’Arcispedale di Santa Maria Nuova) e con varie donazioni, fino a diventare uno dei più importanti nel suo genere per la storia della scienza.

    Così come Lorenzo il Magnifico fu noto in tutto il Rinascimento come grande mecenate di arti, pittura, letteratura, così il suo successore quarant’anni dopo, Cosimo I, la cui ascesa sancì il passaggio della Repubblica fiorentina a vero e proprio dominio mediceo, si interessò soprattutto di scienza e tecnologia.

    Il vero pezzo forte dell’allestimento è rappresentato dagli originali galileiani, e soprattutto i due cannocchiali e la lente obiettiva del telescopio grazie alla quale il grande pisano potè vedere i famosi satelliti di Giove. In accordo con la nuova denominazione del museo, l’eredità galileiana è la linfa pulsante che anima il percorso espositivo: sono oltre mille gli oggetti, i congegni e gli apparati scientifici che possono essere ammirati dai visitatori, come la magnifica sfera armillare creata dal cosmografo Antonio Santucci nel 1613 che mostra il modello del sistema tolemaico, in quegli anni ormai prossimo a essere sostituito dall’eliocentrismo della rivoluzione copernicana.

    Le sale in cui è articolato il museo sono diciotto. Nella prima si possono scoprire i segreti del collezionismo mediceo, non solo di Cosimo ma anche dei suoi successori come Francesco I e Ferdinando I, per poi arrivare a Ferdinando II (il fondatore dell’Accademia del Cimento), a Leopoldo de’ Medici e Cosimo III, che alle sue

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    dipendenze ebbe nientemeno che il grande matematico Vincenzo Viviani, tra i primi propugnatori della grandezza del suo maestro Galileo.

    Nelle sale successive sono protagonisti soprattutto l’astronomia e la misurazione del tempo, con calendari, strumenti astronomici antecedenti l’invenzione del telescopio e altri apparecchi spesso di notevole bellezza. Particolarmente interessanti sono, nella quarta sala, i globi (ben quattro) del celebre cosmografo veneziano Vincenzo Maria Coronelli: hanno un diametro tra i cinquanta centimetri e il metro (ma Coronelli ne costruì di addirittura quattro metri per il Re Sole) e mostrano il mondo allora conosciuto. Il viaggio prosegue poi con un’escursione tra gli strumenti nautici e marini e quelli dedicati alla “scientia della guerra”, con i relativi problemi di balistica.

    La settima sala è quella dedicata alla gloria galileiana: qui vengono celebrate tutte le formidabili scoperte del grande pisano, dagli studi sulla superficie della Luna alle costellazioni, dai satelliti (i famosi “pianeti medicei”) di Giove alla fasi di Venere, dalle macchie solari ai “rigonfiamenti” di Saturno.

    Nell’ottava, l’Accademia del Cimento dimostra il suo ruolo nel complesso reticolo delle società scientifiche europee come la Royal Society di Londra e l’Academie Royale des Sciences di Parigi: qui vengono esposti soprattutto strumenti utilizzati negli esperimenti sulla natura del vuoto e i suoi effetti, in una prospettiva che arriva a superare quella tradizionale dell’horror vacui di matrice aristotelica.

    La grande avventura della scienza si articola nelle sale successive con l’osservazione microscopica e quella incentrata sullo studio degli organismi viventi, in particolare grazie alle intuizioni e agli studi di Francesco Redi, senza però tralasciare i progressi ormai inarrestabili dell’astronomia con nuovi e sempre più monumentali telescopi.

    Con l’avvento della dinastia degli Asburgo-Lorena, e soprattutto con il sovrano illuminato Pietro Leopoldo, la storia della scienza italiana e in particolare toscana proseguì con successo: a questo periodo risale la collezione lorenese. Siamo ormai giunti al Settecento e ad apparecchi come pompe pneumatiche, microscopi solari, macchine per lo studio degli urti e in genere apparecchi relativi alla cosiddetta “spettacolarizzazione” della scienza, che si apriva allora anche a ceti non specialistici.

    Meccanica, ottica, pneumatica ed elettromagnetismo sono i nuclei fondativi della ricerca che, attraverso gli strumenti di precisione (microscopi, termometri graduati, barometri, lenti e prismi per lo studio della rifrazione della luce e così via), arriva fino all’Ottocento: qui, con il trionfo della chimica e della “scienza in casa” (dal cannocchiale a forma di bastone per i cavalieri a quello per dame), la mostra si conclude, dopo aver restituito uno spaccato approfondito e affascinante della storia della scienza.

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    PROGRAMMA E SERVIZI Sulle orme di Tommaso Campanella e Leonardo da Vinci (Napoli – Vinci )-

    26-30 Agosto 2019 26 AGOSTO 2019

    1° Giorno NAPOLI

    Partenza da Siderno per Napoli. Pranzo a sacco a carico dei partecipanti. Alle ore 13,30: Arrivo Napoli e sistemazione in hotel - 15,00: Incontro con la guida – vista del castello dell’Ovo (dove fu rinchiuso T. Campanella) e trasferimento al Real Museo e Bosco di Capodimonte. Rientro in hotel, cena e pernottamento.

    27 AGOSTO 2019

    2° Giorno – SAN GIMIGNANO

    Ore 8,00: partenza da Napoli e arrivo a San Gimignano alle ore 13,30 (pranzo libero). Ore 15,00: incontro con la guida e visita al borgo. Ore 19,00: partenza per Montecatini Terme arrivo alle 20,30 . Cena e pernottamento

    28 AGOSTO 2019

    3° Giorno LUCCA-PESCIA Ore 8,00: partenza per Lucca incontro con la guida visita alla città. Pranzo a sacco e trasferimento a Pescia: visita al Parco di Collodi – Rientro a Montecatini, cena e pernottamento

    29 AGOSTO 2019

    4° Giorno VINCI – FIRENZE (MUSEO GALILEO)

    ORE 8,00: partenza per Vinci, visita alla città e al Museo di Leonardo da Vinci. Pranzo a sacco e trasferimento, nel pomeriggio a FIRENZE e visita al Museo Galileo. Rientro in albergo, cena e pernottamento

    30 AGOSTO 2019 5° Giorno – Prima colazione e rientro per Siderno

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    SERVIZI Napoli Millennium Gold Hotel - Hotel a 4 stelle Hotel a 4 stelle Viale Comandante Umberto Maddalena, 192, 80144 Napoli NA•081 595 5406 MONTECATINI Tuscany Inn Hotel - Montecatini Terme- Hotel a 4 stelle- Via Cividale, 86/E, 51016 Montecatini Terme PT - 0572 70302 SERVIZIO TRASPORTI Clemeno Viaggi – Marina di Gioiosa Jonica

    TAPPA di partenza il 26 agosto 2019

    - Ore 6,30: Locri Piazza Tribunale - Ore 6,45: Siderno Piazza Porto Salvo - Ore 7,05: Marina di Gioiosa Jonica Stazione ENI - Ore 7,20: Roccella Jonica Piazza San Vittorio - Ore 7,40: Caulonia Piazza Bottari - Ore 8,00: Gioiosa Jonica svincolo SGC

    Per ogni informazione contattare Francesca: 328.26.21.463

    Buon viaggio!

    Vito Pirruccio

    Presidente