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Da www.villaadriana.com VILLA ADRIANA A TIVOLI Quale che fosse l'entrata principale originale della villa è ancor oggi tema di discussione, comunque una strada antica con basoli di lava giungeva presso l'attuale ingresso dell'area archeologica, e da qui inizia la descrizione dei principali monumenti secondo la loro collocazione logistica lungo un ipotetico percorso in senso orario, anche se la varietà della composizione architettonica e la sua articolazione secondo assi diversamente orientati danno al complesso il carattere di una composizione aperta. La Historia Augusta ci riferisce che nella sua villa Adriano aveva voluto riprodurre quei monumenti che durante i suoi innumerevoli viaggi, specie in Grecia, lo avevano affascinato: Pecile, Canopo, Accademia, Liceo. Così dal Rinascimento in poi fu un continuo attribuire nomi o credere di riconoscere questo o quel monumento della villa con il risultato che la maggior parte delle attribuzioni sono arbitrarie e dal valore puramente convenzionale. Il periodo adrianeo rimane comunque il più importante nella storia dell'architettura romana paragonabile a quella Rinascimentale per i valori classici ed a quella Barocca per l'innovazione stilistica e la fantasia. L'apoteosi della linea curva è celebrata in Villa Adriana grazie anche a virtuosismi tecnici ed all'uso sapiente del calcestruzzo, del mattone e del tufo che come detto, in questo periodo, toccano valori di qualità insuperata.

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Da  www.villaadriana.com     VILLA ADRIANA A TIVOLI 

Quale che fosse  l'entrata principale originale della villa è ancor oggi tema di discussione, comunque una strada antica con basoli di lava giungeva presso l'attuale ingresso dell'area archeologica,    e  da  qui    inizia  la  descrizione    dei  principali monumenti  secondo  la  loro collocazione logistica lungo un ipotetico percorso in senso orario, anche se la varietà della composizione  architettonica  e  la  sua  articolazione  secondo  assi  diversamente  orientati danno al complesso il carattere di una composizione aperta. La Historia Augusta ci riferisce che  nella  sua  villa Adriano  aveva  voluto  riprodurre  quei monumenti  che  durante  i  suoi innumerevoli viaggi, specie  in Grecia,  lo avevano affascinato: Pecile, Canopo, Accademia, Liceo. Così dal Rinascimento in poi fu un continuo attribuire nomi o credere di riconoscere questo o quel monumento della villa con il risultato che la maggior parte delle attribuzioni sono  arbitrarie  e  dal  valore  puramente  convenzionale.  Il  periodo  adrianeo  rimane comunque  il  più  importante  nella  storia  dell'architettura  romana  paragonabile  a  quella Rinascimentale  per  i  valori  classici  ed  a  quella  Barocca  per  l'innovazione  stilistica  e  la fantasia. L'apoteosi della linea curva è celebrata in Villa Adriana grazie anche a virtuosismi tecnici  ed  all'uso  sapiente  del  calcestruzzo,  del mattone  e  del  tufo  che  come  detto,  in questo periodo, toccano valori di qualità insuperata. 

 

 

 

 

 

 

EDIFICI SERVILI 

Cento camerelle 

Grande  sostruzione  a  nicchioni  alta  più  di  15  metri  resa  necessaria  per sostenere la spianata del Pecile nella quale furono ricavati numerosi ambienti La parte più imponente è costituita dai settori meridionale e occidentale del Pecile. Circa  a metà del  lato meridionale  la  struttura  cambia orientamento determinando un altro complesso sempre a sviluppo  lineare.  Il  fronte delle Cento Camerelle  si  sviluppa per 330 metri  con ben 92  vani disposti  su più piani  (da  uno  a  quattro  a  seconda  del  terreno  circostante)  resi  accessibili direttamente dal fronte esterno per mezzo di ballatoio ligneo, una latrina  

 

multipla era posta  alla  fine  di  ogni fila  di vani che probabilmente servivano da alloggio  agli  schiavi  utilizzati  nella  villa.      Secondo  il  Piranesi  la  funzione  era invece  di  alloggio  della  guardia  pretoria.  L'intero  fronte  delle  Camerelle  era fiancheggiato  da  una  strada  in  parte messa  in  luce  di  recente,  inoltre  erano numerosi  i  collegamenti  sotterranei  verso  gli edifici di  servizio del Vestibolo  e delle Terme.  

 

 

 

 

Pretorio 

Posto all'imbocco della valle del Canopo,  il Pretorio è costituito da un  imponente blocco  costruttivo  di  stretti  vani  sovrapposti  l'uno  sull'altro.  Analogamente  alle Cento Camerelle si tratta di ambienti ricavati all'interno di una grande sostruzione, accessibili tramite ballatoi.  In origine si pensava che fosse  l'alloggio della guardia pretoria  di  Adriano,  poi  il  Piranesi  avanzò  l'ipotesi  che  il  nome  derivasse  dall'interpretazione  del  termine  Pretorio  in  luogo  di  udienza.  In  realtà  la dimensione  dei  vani,  stretti  e  alti,  fa  ritenere  probabile  l'ipotesi  che  si  tratti  di magazzini. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Caserma dei vigili 

Edificio a più piani, deve  il suo nome alla sua  impostazione che ricorda un edificio analogo  in Ostia Antica destinato a Caserma di vigili. Costituito da vani  impostati simmetricamente intorno ad una grande sala centrale.  La copertura è  con volte a crociera. L'edificio  è comunque da intendersi come abitazione per il personale o a magazzino . 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hospitalia 

Edificio composto di dieci vani (cubicula) disposti a cinque a cinque ai  lati di un corridoio centrale con alcove in ogni stanza per ospitare tre letti. Probabili stanze da  letto per  i pretoriani di guardia al vestibolo. Notevoli  i pavimenti presenti realizzati a mosaico in bianco e nero con motivi geometrici o floreali diversi  in  ogni  stanza  secondo  un  nuovo  gusto  che  predilige  i  disegni 

curvilinei. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EDIFICI  SECONDARI   

Grandi terme 

Secondo  complesso  termale  di  grandi  dimensioni    che  si  ritiene  destinato  al personale  di  servizio  della  villa.  Nelle  grandi  sale  è  evidente  il  sistema  di riscaldamento  posto  sotto  il  pavimento  che  risultava  sospeso  su  pilastrini  per  la circolazione  dell'aria  calda. Un  corridoio  semicircolare,  dietro  la  vasca  ad  esedra, portava agli ambienti riscaldati, tepidarium e calidarium. Imponente la sala circolare con funzioni di sudatio. Notevoli gli stucchi presenti  anche se gravemente depredati nel  tempo.  Le  coperture  ,  come nel  caso delle Piccole   Terme,    sono   arditissime volte realizzate anche in virtù dell'uso  di  malte  eccezionali  a conferma del periodo d'oro dell'architettura  romana sotto Adriano. La grande copertura a crociera della sala  quadrata  centrale  ha  destato  stupore  sia  per  la  sua  maestosità  che  per  il mantenimento  dell'equilibrio  nonostante  il  crollo  di uno dei quattro punti di appoggio. 

 

 

 

Triclinio imperiale 

Posto  tra  il belvedere di Tempe e gli Ospitali,  il Triclinio è composto da un grande ambiente  porticato rivolto a nord con mosaico in bianco e nero per pavimento e fini decorazioni tra cui, molto pregevoli, i capitelli compositi. A ridosso del triclinio sono due corridoi di cui uno illuminato con grandi finestre a strombo che lo congiungono con l'area degli ospiti 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inferi 

Secondo Elio Sparziano , Adriano costruì la sua villa tentando di ricostruire le località a lui più care dell'impero: Pecile, Canopo, Tempe, Accademia, ecc. persino gli Inferi furono qui rappresentati. Questo  luogo è stato  identificato  in una valle stretta e  lunga resa cupa dalla folta vegetazione. Qui si ha accesso ad un complesso sistema di gallerie e criptoportici a  forma di  trapezio.  Il  tenebroso nome non ha però  riscontro con  la  funzione di queste centinaia di metri di percorso   che  sono una  specie di  metropolitana di servizio della villa.  Un percorso  carrabile con svincoli, stalle per cavalli e asini, depositi e magazzini tra  cui  quelli  per la  neve per  la ghiacciaia di Villa  Adriana, che consentiva l'accesso ai vari edifici da parte del personale di servizio senza disturbare gli ospiti e l'imperatore stesso. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

EDIFICI NOBILI  

Palazzo imperiale 

Il  Palazzo  Imperiale  è  una  vasta  area  rettangolare  con  un  complesso  di numerosi  edifici  che  rappresentano  il  primo  nucleo  della  Villa  che  nasce inglobando i preesistenti resti di una villa repubblicana. Articolato in quattro zone  distinte  con  accessi  propri  e  caratteristiche  diverse:  la  prima  zona  è relativa  alla  biblioteca  ed  al  portico  ed  è  collegata  al      Cortile  delle  Biblioteche;  la  seconda  zona  comprende  il  peristilio  e  gli  antichi  cubicula repubblicani,  considerata  come  una  sorta  di  zona  di  servizio  o  più semplicemente,  come  la  ha  definita  la  Franceschini,  zona  "notte"  che l'imperatore aveva conservato dalla precedente villa  repubblicana;  la  terza 

zona è quella dei giardini e della cenatio, zona conviviale per eccellenza con il primo triclinio della villa; la quarta zona è costituita dal monumentale ninfeo e funge da collegamento con gli altri edifici circostanti. In pratica un complesso ove  era  possibile  svolgere  tutte  le  attività  dell'imperatore,  anche  quelle ricreative  comprese  quelle  termali  grazie  al  collegamento  con  le  terme  con Eliocamino. Notevoli i mosaici ritrovati in questo complesso. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Accademia 

L'Accademia  o  Piccolo  Palazzo  è  fuori  dai  terreni  demaniali  ed  ancora  in  proprietà privata.  Secondo  alcuni  studiosi  rappresenta  la  residenza   estiva   dell'imperatore  che sfrutta al meglio  la sua esposizione  favorevole ai venti che vengono dal mare.  I ruderi sono molto modesti,  restano  solo quelli del  cd Tempio di Apollo  che è una bella  sala rotonda a due piani, con ordine tuscanico  in basso ed una serie di nicchie e finestre  in alto. Molti studiosi ritengono che questo vano fosse   coperto da una   cupola.  I residui intonaci  bianchi  danno  una  idea  dell'eleganza  di  questa  sala.  Notevolissimi  i ritrovamenti provenienti dall'Accademia: il satiro in marmo rosso antico. I due centauri in marmo bigio morato, il celebre mosaico delle colombe. Il nome Accademia è riferito al terreno che Academo donò alla città di Atene che ne fece prima un ginnasio e poi con Platone una scuola . 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cortile delle biblioteche 

Il Cortile delle "Biblioteche" rappresenta  insieme alla Villa Repubblicana  la parte più antica del palazzo. Si tratta di un  peristilio (66 x 51 metri) dalla probabile funzione di giardino, con portico a colonne corinzie con ninfeo al centro del lato settentrionale. I due edifici, di forma e  pianta  irregolari,  un  tempo    creduti  biblioteche,  sono  in  realtà  due  triclini  estivi  dalle coperture  a  volte  a  crociera  ed  a  botte.    Le  denominazioni  dei  due  edifici  in  "biblioteca greca"  e  "biblioteca  latina"  sono meramente  convenzionali  e  frutto  di  passate  fantasiose  interpretazioni.  Recentemente  è  stato  ipotizzato  che  le  due  "biblioteche"  siano  due  atri sistemati da questo lato della villa  a similitudine dei Propilei di Atene. 

 

 

Canopo 

Il Canopo è  tra  tutti  i monumenti della villa quello  che ha una  identificazione certa  ovvero  il  canale  navigabile  che  univa Alessandria    all'antica  cittadina  di Canopo che deve il suo nome al nocchiero di Menelao, che reduce dalla guerra di  Troia,  qui  morì.  Questo  tempio  ninfeo  sacro  a  Serapide  dalla  chiara ispirazione egizia ha restituito nel tempo un gran numero di sculture oltre alla sua  stessa  immagine  ancora  eccezionale.  Il  tempio nel quale  termina  il  lungo bacino  è  costituito  da  una  ampia  sala  ad  emiciclo,  coperta  da  una  cupola  a spicchi.  La  grande  calotta  a scomparti sferici ed a vela, era rivestita di mosaico con tessere  in bianco e nero. Nella parete ricurva di fondo sono presenti delle nicchie  alcune delle quali erano delle  fontane  a  cascata ed  altre  alloggiavano delle statue, le rifiniture fatte di tartari, mosaici e marmi, grazie anche ai giochi d'acqua,  davano  l'impressione  di  essere  in  una  grotta.  Sul  lato  opposto  del bacino era  circondato da un  colonnato  con  architrave mistilineo nei  cui  spazi intercolunnari si trovavano numerose statue (Ares, Athena, Hermes, Amazzoni) oltre a copie  di due delle cariatidi dell'eretteo e di due sileni. L'intero impianto 

è  da  considerarsi  come  una  grande  sala estiva per banchetti. 

 

 

 

 

Sala dei pilastri dorici 

Questo  edificio  era  la  basilica  della  villa,  costituita  da  un  vasto  quadriportico  coperto  che poggia su pilastri scanalati con basi e capitelli dorici. L'edificio è ispirato ai peristili ed ai triclini delle  case  pompeiane. Dalla  funzione  incerta,  in  passato  è  stato  interpretato  come  sala del trono,  in  realtà  non  si  può  considerare  una  sala  in  quanto  spazio  all'aperto  nonostante  la pavimentazione marmorea possa trarre in inganno. 

 

 

 

 

 

 

 

Edificio con peschiera 

Edificio  poco  noto  in  quanto  non  descritto  da  Ligorio  nei  suoi  resoconti  sulla  villa.  Articolato  su  tre  piani  ,  in  quello  superiore  vi  era  la  peschiera  con  intorno  un  grande portico costituito da 40 colonne e gli ambienti che si affacciavano nel limitrofo complesso detto Stadio.   Le stanze sono tutte riscaldate, caso raro  in una costruzione a più piani, e costituiscono  l'abitazione  vera  e  propria  dell'imperatore,  fatta  di  ampie  sale  dagli  alti soffitti e dalle ricche decorazioni che consentono anche una alta rappresentanza. L'edificio era  probabilmente  l'appartamento  imperiale  invernale  in  alternanza  con  il  Teatro Marittimo di uso prevalentemente estivo. Notevole  lo spunto panoramico che si gode  in direzione del Pecile e del sottostante Stadio.   Nel piano  intermedio erano gli ambienti di servizio ed il criptoportico a quattro bracci nel quale si conserva  la firma del Piranesi e di 

altri  artisti  che,  nei  secoli scorsi, hanno visitato la villa. 

 

 

 

 

 

 

Edificio con tre esedre 

Edificio particolarissimo adiacente al Pecile,  caratterizzato dalla presenza  su  tre  lati di esedre semicircolari e sul quarto  lato, quello adiacente al Pecile, di una grande  fontana  rettangolare. Ogni  esedra  era  dotata  di  un  portico  colonnato  i  cui  ornati  finissimi  rivelano  l'importanza dell'impianto  probabilmente  destinato  a  sala  da  banchetto.  Recentemente  è  stata  avanzata l'ipotesi  che,  invece,  si  tratti  di  un  grande    atrio  monumentale  alla  parte    residenziale.  Particolarmente ricercata la decorazione della  sala centrale in contrasto con quella usuale delle esedre. 

 

 

 

 

Stadio 

Area adiacente l'Edificio con tre Esedre che in passato fu interpretata come un stadio. Questi spazi in  realtà  sono un ninfeo ed un  triclino    il primo è  caratterizzato dalla presenza di due bacini di fontana e da una area rettangolare porticata su tre lati, il secondo da una esedra con sette nicchie ove  erano  poste  delle  statue  e  da  cui  zampillava  l'acqua  che  veniva  raccolta  in  due  canali  che scorrevano  lungo  l'intero  complesso.   E' una area di  rappresentanza e di  raccordo  tra due parti della villa . 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pecile 

Grandioso  quadriportico  rettangolare  di  metri  232  x  97  che  si  sviluppa circondando  un  giardino  con  grande  piscina  centrale.  Luogo  destinato  alle passeggiate sia invernali che estive favorite dalla esposizione nord‐sud  dei lati lunghi,  il  suo percorso è di 430 metri  al  sole o all'ombra,  come  ricorda una iscrizione ritrovata nelle vicinanze. Secondo  la tradizione, tramandata da Elio Sparziano  e  ripresa  da  Ligorio,  il  Pecile  sarebbe  ispirato  al  Pecile  di  Atene anche se quest'ultimo di ben più modeste dimensioni. La spianata del Pecile era  in  comunicazione  sia  con  la  Sala  dei  Filosofi,  che  con  l'Edificio  con  Tre Esedre. Altre ipotesi vorrebbero il Pecile un Ippodromo o una Palestra. Il muro di  spina,  lungo più di  190 metri  ,  è una  grande dimostrazione delle  enormi capacità resistenti del conglomerato romano. Infatti, benchè privo delle spinte equilibratrici  delle  due  falde  di  tetto  laterali,  ormai  scomparse,e  benchè spogliatoper tutta la lunghezza alla base del rivestimento in opera reticolata, è ancora in grado di sostenere le sollecitazioni, prima fra tutte quella del vento. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Terrazza di Tempe 

Come dice  il   nome è un grande belvedere che domina quella vallata che Adriano volle titolare con  il nome della vallata di   Tempe  in Tessaglia, si riscontrano tracce di edifici, forse i posti di guardia dei pretoriani che controllavano quello che probabilmente fu il vestibolo  principale della villa. Sotto questo belvedere vi è uno degli esempi più significativi delle grotte‐ninfeo caratteristici del periodo che va da Tiberio ad Adriano. Il ninfeo  c.d Stallone, con la sua altezza di circa 12 metri,  è tra le costruzioni più imponenti  di  questo  genere.  Composto    da  un  ambiente che  prende  luce  da  quattro  finestre  poste  in    alto, presenta  una  grande nicchia  centrale,  sul  fondo  della parete  meridionale  che  doveva  collegarsi  con  una fontana  che  alimentava  un  bacini posto al centro. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piazza d’oro 

Grandioso  complesso  che  deve  il  suo  nome  al  numero  straordinario  e  qualitativamente altissimo  dei  marmi  e  mosaici  che  qui  si  scoprirono  verso  la  metà  del  1700.  Finissime decorazioni in stucco arricchivano un vasto peristilio interno (61 x 51 metri), fornito di doppio portico su colonne alternate di marmo cipollino e granito verde egiziano. La sua funzione era di  padiglione  triclinare  di  altissima  rappresentanza.  Il  salone  centrale  era  coperto  da  una cupola a "ombrello". La Piazza D'Oro   era ulteriormente arricchita da altri  lussuosi ambienti che insieme determinarono la grande eleganza di  quest'area  triclinare  certamente dedicata a personaggi di altissimo  rango. Dal punto di  vista  tipologico  si notano delle affinità  con  la pianta  della  Stoà  di  Adriano  ad  Atene,  nella  quale  era  una  biblioteca.   Dalla  Piazza D'Oro proviene il ritrovamento di una superba testa ‐ritratto dell'imperatrice Sabina. 

 

 

 

 

 

 

 

Piccole terme 

Uno dei due complessi termali che si succedono tra  il Pecile ed  il Canopo. La presenza di due impianti  diversi  per  mole  e  rifiniture  ha  creato  nel  tempo  numerose  ipotesi  sulla  loro diversificazione  specie  nei  confronti  dei  destinatari  (uomini  ‐  donne,  ospiti  ‐  personale  di servizio). Composte da vari  locali  le Terme Piccole sono articolate  in una sala ellittica con due vasche, una piscina con due  lati absidati, un vano ottagonale che si  ipotizza spogliatoio,  infine una sala a pianta rotonda , forse il calidarium. Notevole il sistema di copertura a volta di tutti gli ambienti,  in    particolare  la  copertura  a  falde  ondulate    della    sala    ottagonale  dall'ardita impostazione statica. Questo edificio è stato un esempio e modello per l'architettura barocca. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torre di Roccabruna 

La Torre di Roccabruna occupa l'estremo lembo a sud ovest della villa ed è costituita  da un grosso dado parallelepipedo sul quale si innalzava un ulteriore piano coperto da una cupola. La  caratteristica  dell'  edificio  è  quella  di  essere  realizzato  in  opera  listata  in  luogo  della consueta  opera  reticolata  usata  in  tutta  la  villa.  Si  tratta  di  una  sorta  di  anticipazione stilistico‐costruttiva di quello che sarà sostanzialmente il metodo del III° secolo. E' il maggior spunto panoramico della villa e forse assolveva proprio a questa funzione. Secondo alcuni la Torre  sarebbe  ispirata  alla Torre di Timone  situata presso  l'Accademia di Atene,  secondo  altri  alla  torre  di  segnalazione della villa di Tiberio a Capri. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sala dei Filosofi 

Probabile biblioteca del Teatro Marittimo, edificio  rettangolare  con abside  su di un  lato, nella quale si collocano sette nicchie ove verosimilmente, in scaffali ed armadi in legno, erano riposti i libri  di  papiro  ed  i  rotoli  di  pergamena.    Il  soffitto  era  piano  a  cassettoni  ed  il  pavimento  in porfido.  E'  altresì  presente  un'altra  ipotesi  che  vede  nella  Sala  dei  Filosofi  la  Sala  del  Trono massimo ambiente di rappresentanza. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Teatro marittimo 

Edificio  a  pianta  rotonda  di m.42,56  di  diametro circondato  da  un  canale  largo  4.80  metri  e  da  un porticato. Una  sorta di  isola dal  colonnato  ionico  che probabilmente  racchiudeva l'appartamento  reale  o quello  che  è  stato  definito una  sorta  di  intimo  studio. L'accesso  era  regolato  tramite piccoli pontili mobili che, all'occorrenza, potevano essere  ritirati dando così  il massimo isolamento. Tra  le primissime costruzioni della villa deve  il suo nome, di pura fantasia, alle splendide decorazioni raffiguranti mostri marini, nereidi, tritoni e  ippocampi. L'edificio, non eccessivamente grande, è una citazione del  Pantheon  di  cui ha le stesse dimensioni di diametro. Molte le interpretazioni sulla funzione reale dell'edificio 

da planetario astrale per le divinazioni  a  voliera  e peschiera  come  quella  di Terenzio  Varrone  a Cassino,  infine  piccolo eremo dell'imperatore. 

 

 

 

 

 

 

Terme con heliocaminus 

Edificio  termale  di  grande  interesse  dotato  di  frigidarium  a  cielo  aperto  e  di  una  sala rotonda  con  cupola a  cassettoni ove  si aprivano  cinque grandi  finestre orientate a  sud‐ovest ovvero  la migliore esposizione per usufruire dei raggi dl sole. L'assenza di qualsiasi traccia di scarico delle acque ha fatto dedurre che la sauna si ottenesse tramite i raggi del sole  o  della  sabbia  riscaldata.  Il  frigidarium  era  costituito  da  una  vasca  rettangolare circondata su tre lati da portici  quindi all'aperto e di una ulteriore vasca semicircolare in una sala coperta da volta a  crociera, consentendo così il bagno al chiuso o all'aperto. E' il più antico tra i complessi  termali  e  deve  il suo nome all'errata interpretazione di un  suo vano  circolare  in  stufa  solare.  L'edificio  era  provvisto  anche  di  una  piscina  scoperta (natatio). 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vestibolo 

Complesso posto tra le Terme ed il Canopo, costituito da ambienti intorno ad un vasto cortile con al centro una grande esedra.   Ligorio non  lo cita  tra  i  suoi  rilievi, pochi  i resti che offrano una certa interpretazione sulla sua funzione che probabilmente  fu di supporto alle  terme come ginnasio e zone di  incontro e di accesso monumentale al Canopo. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tempio di Venere 

Poco distante dal Teatro Greco andando verso il Pecile si incontrano i ruderi del cosidetto "Ninfeo", una rotonda periptera  in stile dorico al cui  interno è stata rinvenuta una copia della Venere Cnidia di Prassitele. Questo emiciclo del ninfeo era  inserito  in una esedra semicircolare, oggi è denominato "tempietto di Venere Cnidia" e domina  la cd   Valle di Tempe con grandi spunti panoramici.  Il ninfeo vero e proprio è situato nelle sostruzioni del tempio, è costituito da un vano absidato coperto da una volta a botte, decorata con tartari.    Questo  impianto  è  pre‐adrianeo  costituente,  probabilmente,  la  villa  di  età repubblicana. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Teatro greco 

Si  tratta di un piccolo  teatro di  corte di  circa 36 metri di diametro per  rappresentazioni  teatrali per pochi spettatori di cui si conserva la cavea. Assolutamente fantasiosa la definizione data dal Piranesi nel 1700 di  "naumachia".    Sempre  secondo  il Piranesi poco distante  sorgeva  il  Teatro  Latino di ben più ampia  capienza e destinato  alle  grandi  rappresentazioni.  Importante  il  ritrovamento presso  il Teatro Greco di due erme raffiguranti  la "tragedia" e  la "commedia." La scena aveva  la fronte ad andamento rettilineo privo di esedre,  tipico degli edifici  scenici del mondo orientale, da  cui  la denominazione  in Teatro Greco. Un quadriportico serviva da riparo per gli spettatori in caso di pioggia.