4
C hi si sentisse dire che ha la pelle coperta di germi, rimarrebbe un po' a disagio e risponderebbe che fa la doccia ogni mattina. La situazione non migliorerebbe di molto se gli si dicesse che la doccia o il bagno, por- tando via un po' di pelle, fanno affio- rare i microrganismi presenti nelle fes- sure e che quindi la popolazione totale dei germi sulla pelle aumenta. Riguardata cosí, cioè come un mon- do densamente popolato, la pelle è di estremo interesse: diventa per lo stu- dioso una specie di terreno con carat- teristiche favorevoli o dannose per gli organismi che ospita. L'ambiente e le popolazioni di germi che vi vivono for- mano un ecosistema, un mondo a sé, i cui componenti, viventi e non, si man- tengono in perfetto equilibrio intera- gendo tutti tra loro. A rigore, non vi sarebbe che un uni- co ecosistema, quello di tutta la Terra; ma in ecologia (la scienza che studia i rapporti reciproci tra gli organismi e il loro ambiente) certe aree localizzate, come un deserto, una foresta, uno sta- gno o un fiume, vengono considerate unità indipendenti. Naturalmente la pelle è diversa dal substrato inorga- nico degli ecosistemi terrestri: mentre la crosta terrestre è composta di mi- nerali solidi, la superficie non vivente della pelle viene costantemente rinno- vata dal basso e è provvista di secre- zioni ghiandolari. Nondimeno la cute possiede caratteristiche uniche che la qualificano come un ecosistema. Enor- me è la quantità di informazioni che si sono venute accumulando relativa- mente alla sua struttura e alle sue fun- zioni; in effetti le caratteristiche della pelle umana sono probabilmente meglio note di quelle di qualsiasi altra zona abitata della natura. Inoltre la fauna e la flora cutanee sono facilmente acces- sibili. Il prelievo ripetuto conferma che non si hanno cambiamenti permanenti nella composizione della popolaz i one, e la maggior parte delle specie batteriche cutanee può essere normalmente colti- vata in laboratorio. Nonostante questi evidenti vantaggi, le ricerche di ecologia cutanea sono state sporadiche e si sono orientate so- prattutto sulle specie che provocano malattie. Solo di recente sono stati in- trapresi studi sugli organismi naturali della cute, sui microbi innocui, o addi- rittura benefici, che vivono in gran nu- mero sulla pelle. Alcuni di questi or- ganismi sono potenzialmente patogeni: benché innocui se rimangono sulla su- perficie della pelle, possono essere cau- sa di malattie se penetrano negli strati cutanei più profondi. Cosí lo studio dell'ecologia cutanea è essenziale per il controllo delle infezioni e delle ferite della pelle e può anche aiutare a risol- vere problemi che la classica ecologia non è riuscita a risolvere. In quest'arti- colo esporrò quanto si sa sul mondo naturale della pelle, descrivendo come esso sia fatto, chi ci vive, e cosa suc- cede quando arrivano nuovi microrga- nismi. L a superficie della pelle è un ambiente decisamente instabile per gli orga- nismi che vi abitano. Lo strato cutaneo più superficiale, quello corneo, è for- mato da squame piatte, simili a quelle dei pesci, costituite da cheratina, una proteina fibrosa. Le squame cadono e vengono continuamente sostituite dal basso da parte delle cellule epidermi- che che muoiono nel processo di for- mazione della cheratina. Dal punto di vista di un microrganismo che vive sul- la pelle, le squame sono enormi am- massi piatti di materiale inerte, che improvvisamente si curvano e si stac- cano, trascinando con sé ogni organi- smo che vi si trovi sopra. La superficie ineguale del mondo della pelle è perforata, a intervalli, da orifici di due tipi. Un primo tipo è costituito dal condotto delle ghiandole sudoripare eccrine, una fonte da cui stilla una soluzione debolmente salina, contenente piccole quantità di sostanze azotate e di altre sostanze nutritizie. Il flusso dalle ghiandole è variabile e la soluzione evapora, cosicché, in un certo senso, le condizioni ricordano un po' quelle di una pozzanghera in riva al mare, con le sue frequenti variazioni di livello e di salinità dell'acqua. L'altro tipo di apertura della cute è il follicolo pilifero, un'infossatura cilin- drica della pelle, da cui fuoriesce il pelo, un grosso « tronco d'albero » di dura cheratina. Dal follicolo essuda il sebo, una secrezione complessa conte- nente quantità elevate i lipidi, o sostan- ze grasse, e prodotta dalle ghiandole sebacee: il sebo si mescola col sudore. cioè col prodotto delle ghiandole su- doripare, e si diffonde sulla superficie epidermica vicina al follicolo pilifero. Ghiandole sebacee e follicoli piliferi non sono distribuiti uniformemente su tutto il corpo, ma variano per dimen- sioni e densità. Queste variazioni, in- sieme con altri fattori, conferiscono caratteri speciali a certe zone della pel- le. Per esempio, l'ascella è dotata di grossi peli che ricevono le secrezioni da alcune strutture specializzate, le ghiandole sudoripare apocrine; il con- dotto auricolare esterno è provvisto di ghiandole che producono cerume, men- tre il palmo delle mani e la pianta dei piedi hanno moltissime ghiandole su- doripare, mentre non hanno invece fol- licoli piliferi. Le secrezioni ghiandolari e i sotto- prodotti del processo di formazione del- la cheratina forniscono aminoacidi li- beri, elementi di nutrizione per gli abitanti della pelle. Carboidrati pron- La superficie di una prateria arida, un tipico ecosistema della Texas nord-occidentale. Un aspetto particolare di questo terreno superficie terrestre, in una fotografia aerea di una zona del è dato dalle vallate dei fiumi, dove la vegetazione è più ricca. La superficie della pelle umana in una foto ingrandita del tutte le altre zone della pelle per non avere follicoli piliferi. La palmo della mano che, con la pianta dei piedi, differisce da popolazione di microrganismi è quindi necessariamente diversa. Vita sulla pelle umana Le pelle è un ecosistema, con flora e fauna microscopiche e con zone ecologiche diverse: il deserto dell' avambraccio, i freddi boschi del cuoio capelluto e la foresta tropicale delle ascelle di Mary J. Marples 30 31

Vita sulla pelle umana - download.kataweb.itdownload.kataweb.it/mediaweb/pdf/espresso/scienze/1969_012_3.pdfdrica della pelle, da cui fuoriesce il pelo, un grosso « tronco d'albero

  • Upload
    vuthien

  • View
    213

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

C

hi si sentisse dire che ha la pelle

coperta di germi, rimarrebbe unpo' a disagio e risponderebbe che

fa la doccia ogni mattina. La situazionenon migliorerebbe di molto se gli sidicesse che la doccia o il bagno, por-tando via un po' di pelle, fanno affio-rare i microrganismi presenti nelle fes-sure e che quindi la popolazione totaledei germi sulla pelle aumenta.

Riguardata cosí, cioè come un mon-do densamente popolato, la pelle è diestremo interesse: diventa per lo stu-dioso una specie di terreno con carat-teristiche favorevoli o dannose per gliorganismi che ospita. L'ambiente e lepopolazioni di germi che vi vivono for-mano un ecosistema, un mondo a sé,i cui componenti, viventi e non, si man-tengono in perfetto equilibrio intera-gendo tutti tra loro.

A rigore, non vi sarebbe che un uni-co ecosistema, quello di tutta la Terra;ma in ecologia (la scienza che studia irapporti reciproci tra gli organismi e illoro ambiente) certe aree localizzate,come un deserto, una foresta, uno sta-gno o un fiume, vengono considerateunità indipendenti. Naturalmente lapelle è diversa dal substrato inorga-nico degli ecosistemi terrestri: mentrela crosta terrestre è composta di mi-nerali solidi, la superficie non viventedella pelle viene costantemente rinno-vata dal basso e è provvista di secre-zioni ghiandolari. Nondimeno la cutepossiede caratteristiche uniche che laqualificano come un ecosistema. Enor-me è la quantità di informazioni chesi sono venute accumulando relativa-mente alla sua struttura e alle sue fun-zioni; in effetti le caratteristiche dellapelle umana sono probabilmente meglionote di quelle di qualsiasi altra zonaabitata della natura. Inoltre la fauna ela flora cutanee sono facilmente acces-sibili. Il prelievo ripetuto conferma che

non si hanno cambiamenti permanentinella composizione della popolaz i one, ela maggior parte delle specie batterichecutanee può essere normalmente colti-vata in laboratorio.

Nonostante questi evidenti vantaggi,le ricerche di ecologia cutanea sonostate sporadiche e si sono orientate so-prattutto sulle specie che provocanomalattie. Solo di recente sono stati in-trapresi studi sugli organismi naturalidella cute, sui microbi innocui, o addi-rittura benefici, che vivono in gran nu-mero sulla pelle. Alcuni di questi or-ganismi sono potenzialmente patogeni:benché innocui se rimangono sulla su-perficie della pelle, possono essere cau-sa di malattie se penetrano negli straticutanei più profondi. Cosí lo studiodell'ecologia cutanea è essenziale per il

controllo delle infezioni e delle feritedella pelle e può anche aiutare a risol-vere problemi che la classica ecologianon è riuscita a risolvere. In quest'arti-colo esporrò quanto si sa sul mondonaturale della pelle, descrivendo comeesso sia fatto, chi ci vive, e cosa suc-cede quando arrivano nuovi microrga-nismi.

La superficie della pelle è un ambientedecisamente instabile per gli orga-

nismi che vi abitano. Lo strato cutaneopiù superficiale, quello corneo, è for-mato da squame piatte, simili a quelledei pesci, costituite da cheratina, unaproteina fibrosa. Le squame cadono evengono continuamente sostituite dalbasso da parte delle cellule epidermi-che che muoiono nel processo di for-mazione della cheratina. Dal punto divista di un microrganismo che vive sul-la pelle, le squame sono enormi am-massi piatti di materiale inerte, cheimprovvisamente si curvano e si stac-cano, trascinando con sé ogni organi-smo che vi si trovi sopra.

La superficie ineguale del mondodella pelle è perforata, a intervalli, daorifici di due tipi. Un primo tipo ècostituito dal condotto delle ghiandolesudoripare eccrine, una fonte da cuistilla una soluzione debolmente salina,contenente piccole quantità di sostanzeazotate e di altre sostanze nutritizie. Ilflusso dalle ghiandole è variabile e lasoluzione evapora, cosicché, in un certosenso, le condizioni ricordano un po'quelle di una pozzanghera in riva almare, con le sue frequenti variazioni dilivello e di salinità dell'acqua.

L'altro tipo di apertura della cute èil follicolo pilifero, un'infossatura cilin-drica della pelle, da cui fuoriesce ilpelo, un grosso « tronco d'albero » didura cheratina. Dal follicolo essuda ilsebo, una secrezione complessa conte-nente quantità elevate i lipidi, o sostan-ze grasse, e prodotta dalle ghiandolesebacee: il sebo si mescola col sudore.cioè col prodotto delle ghiandole su-doripare, e si diffonde sulla superficieepidermica vicina al follicolo pilifero.Ghiandole sebacee e follicoli piliferinon sono distribuiti uniformemente sututto il corpo, ma variano per dimen-sioni e densità. Queste variazioni, in-sieme con altri fattori, conferisconocaratteri speciali a certe zone della pel-le. Per esempio, l'ascella è dotata digrossi peli che ricevono le secrezionida alcune strutture specializzate, leghiandole sudoripare apocrine; il con-dotto auricolare esterno è provvisto dighiandole che producono cerume, men-tre il palmo delle mani e la pianta deipiedi hanno moltissime ghiandole su-doripare, mentre non hanno invece fol-licoli piliferi.

Le secrezioni ghiandolari e i sotto-prodotti del processo di formazione del-la cheratina forniscono aminoacidi li-beri, elementi di nutrizione per gliabitanti della pelle. Carboidrati pron-

La superficie di una prateria arida, un tipico ecosistema della Texas nord-occidentale. Un aspetto particolare di questo terrenosuperficie terrestre, in una fotografia aerea di una zona del è dato dalle vallate dei fiumi, dove la vegetazione è più ricca.

La superficie della pelle umana in una foto ingrandita del tutte le altre zone della pelle per non avere follicoli piliferi. La

palmo della mano che, con la pianta dei piedi, differisce da popolazione di microrganismi è quindi necessariamente diversa.

Vita sulla pelle umana

Le pelle è un ecosistema, con flora e fauna microscopiche e conzone ecologiche diverse: il deserto dell' avambraccio, i freddiboschi del cuoio capelluto e la foresta tropicale delle ascelle

di Mary J. Marples

30

31

L'habitat dei microrganismi normali è visibile in questa se-zione schematica della pelle. Il Demodex folliculorum, l'acarodei follicoli, è l'unico esemplare della fauna che si trova nellapelle sana, integra: appena visibile a occhio nudo, è 400 volte

pi ú grosso di un batterio medio. I quadratini in colore indicanole regioni cutanee che sono riprodotte a un ingrandimento mol-to maggiore nelle figure qui sotto. Il Demodex folliculorumnormalmente risiede nella pelle della maggior parte degli adulti.

Lo strato superiore della pelle, il corneo, è formato da squamepiatte a forma di scaglie, che si incurvano e si staccano. Sotto eintorno alle squame vi sono batteri e cellule fungine (in colore).

Il follicolo pilifero contiene parecchi batteri. Il disegno in altopresenta un ingrandimento di 50 diametri; in questo e nel-l'altro disegno a sinistra la pelle è ingrandita circa 1000 volte.

~so" ' goarat~iiiiiiii."111111Tam~iii

Mfal

STRATOCORNEO

STRATICELLULARI

EPIDERMIDE

DERMA

TESSUTOSOTTOCUTANEO

CARO DEP.FOLLICOLL

tamente utilizzabili e certe vitaminesembrano essere meno abbondanti, manon vi sono prove dirette che la loroquantità sia insufficiente. Il clima dellapelle è piacevolmente caldo ed è sog-getto a variazioni di scarsa entità, salvoche ai piedi. Temperatura e apporto diliquidi sono favorevoli allo sviluppo deimicrobi, quantunque per molte speciela leggera acidità della pelle sia unosvantaggio.

Vediamo ora le specie che si trovanosulla pelle sana. L'ecologo Eugene

P. Odum ha diviso gli organismi chevivono in un ecosistema classico in tregruppi principali : i produttori (soprat-tutto piante verdi che utilizzano l'ener-gia solare per produrre sostanze orga-niche, partendo da sostanze inorgani-che); i consumatori (animali che rica-vano la loro energia dalle piante, inmodo diretto o indiretto) e i decompo-sitori (specialmente funghi e batteri chedemoliscono piante e animali morti, fa-cendo cosí ritornare al suolo gli ele-menti essenziali). In che quantità que-sti gruppi fisiologici sono rappresentatisulla cute? Non vi sono veri produttori,dato che il grande produttore è l'ospite.I microrganismi vivono, come Adamoed Eva, in un paradiso dove tutte leloro necessità sono soddisfatte. Vi è ununico animale consumatore, il Demo-dex folliculorum o acaro dei follicoli.

Questo microscopico essere vive, si ac-coppia e si riproduce sulle ciglia e suifollicoli piliferi delle pieghe del naso edel mento e di poche altre zone ristret-te. Il Demodex abita sulla pelle dellamaggior parte degli uomini adulti. Al-tri organismi cutanei sono funghi, bat-teri e forse virus. Non è facile siste-mare queste varie comunità nei gruppimetabolici di Odum, ma gli abitantidella pelle possono essere consideratisia consumatori che utilizzano le se-crezioni cutanee, sia decompositori deisottoprodotti della fabbricazione dellacheratina.

Tra le specie che si trovano sullapelle sana ve ne sono parecchie pato-gene, che vivono in un diffici l e equi-librio con l'ospite. Dopo lunghi periodidurante i quali restano innocue, unamodificazione dell'ambiente cutaneo in-terno o esterno può alterare l'equili-brio: allora queste specie si moltipli-cano e penetrano nello strato corneo.Un tipico esempio è dato dai funghiche provocano il « piede d'atleta »spesso questi funghi risiedono sullapianta e negli spazi tra le dita del pie-de, senza provocare le benché minimealterazioni della pelle. Un cambiamentodell'ambiente ospitante — un viaggio inzone torride, una temporanea mancan-

za di pulizia, modificazioni nello statoimmunitario — porta alla proliferazionedei funghi e alla comparsa della ma-lattia.

Solo pochi miceti sono presenti nellaflora della pelle normale. Alcuni sonoparzialmente o totalmente dipendentidai lipidi e crescono con maggior ab-bondanza sul cuoio capelluto e sullezone del volto più ricche di sebo, co-me le pieghe del naso o l'orecchio.Forme meno frequenti di queste sonorappresentate da un gruppo di micetiche vivono sulla cute tra le dita deipiedi, ma sono forme di vita che noncostituiscono mai un pericolo per lapelle.

Nella comunità dei microrganismi cu-

tanei dominano i batteri. I tipi pre-senti possono essere divisi in Gram--positivi e Gram-negativi, secondo la

reazione alla colorazione con il Gram.Questo semplice metodo di colorazione,che porta il nome del batteriologo da-nese Hans Christian Joachim Gram, èil più usato in batteriologia, perché idue gruppi che esso distingue differi-scono tra loro non solo nelle caratteri-stiche chimiche, ma anche nella fisio-logia e nelle proprietà patogene. Sullapelle sana predominano i batteri Gram--positivi, rappresentati da due gruppi:uno dei cocchi aerobi le cui cellule so-no sferiche e che utilizzano l'ossigeno,e l'altro dei difteroidi (o bacilli), la cuiforma a bastoncino varia secondo isingoli batteri. Quasi tutti i cocchi sonoinnocui, salvo che in circostanze parti-colarissime: una sola specie, lo Staphy-lococcus aureus, è causa di foruncoli,di favi e di altre infezioni più gravi,tra cui quelle che colpiscono i neonati

o che infettano le ferite operatorie.Allo Staphylococcus aureus è stata

dedicata in questi ultimi anni molta at-tenzione, soprattutto per la sua capa-cità di divenire resistente agli antibio-tici. Residenza principale di questomicrorganismo sono le narici; in moltibambini lo si è trovato anche sull'om-belico e sulla pelle dell'addome; negliadulti invade il perineo. Di norma nonprovoca alterazioni patologiche della

cute.I difteroidi possono essere divisi in

tre gruppi ecologici. Il primo compren-de la specie Corynebacterium acnes, il

< bacillo dell'acne », che è anaerobio evive nelle profondità del follicolo pili-fero. Gli altri difteroidi sono aerobi esi dividono in due tipi, uno che habisogno di nutrimento lipidico e l'al-

tro no.Sulla pelle della maggior parte delle

persone si trovano anche ceppi di bat-teri Gram-negativi. Un gruppo, le Mi-

meae, che comprende organismi poten-zialmente patogeni, sembra essere co-mune sui piedi dei bambini e degliadulti, mentre è raro nelle donne.

E impossibile dire fino a che puntosulla pelle sana vivono virus, perché è

difficile accertarne la presenza. Poichéi virus sono parassiti di cellule viventie sullo strato superiore della pelle nonvi sono cellule vive, ogni virus cutaneodovrebbe vivere negli strati più pro-fondi. D'altra parte, i virus che paras-sitano i batteri (i batteriofagi) sono pre-senti sulla pelle in numero significativo.Si sa per esempio che molti ceppi diStaphylococcus aureus sono lisogeni,cioè portano con sé un virus il cui ma-teriale genetico è unito al proprio. Direcente Leopoldo F. Montes, del Me-dical Center dell'Università dell'Alaba-rna, ha dimostrato che tutti gli stadidel ciclo vitale del batteriofago si com-piono in un difteroide cutaneo. E pro-babile che i batteriofagi possano colpi-re anche molte altre specie di battericutanei.

Qual è la densità della popolazione

della pelle dell'uomo? La determi-nazione del numero di soggetti di ognitipo per unità di superficie o di volumeè la maggiore preoccupazione dell'eco-logo classico ed è forse l'aspetto me-glio documentato dell'ecologia cutanea,almeno per quanto riguarda i batteri.Ma come succede per altri rami del-l'ecologia, è difficile condurre osserva-zioni documentate e riproducibili, ancheper il fatto che attualmente molti sonoi metodi di esame.- Nonostante i diversi metodi di misu-

razione, sembra dimostrato che vi sonodifferenze significative tra la densità dipopolazione batterica ospitata dalle di-verse persone. Queste differenze ven-gono mantenute per considerevoli pe-riodi di tempo, cosí che certe personehanno conte batteriche alte e altre bas-se. Differenze possono essere dimostrateanche nel singolo individuo: tra il de-serto scarsamente abitato dell'avam-braccio, per esempio, e la foresta tro-picale dell'ascella e i freddi boschi delcuoio capelluto. Si ritiene generalmen-te che la popolazione batterica più fit-ta si trovi sul viso, sul collo, all'ascel-la e all'inguine; sul tronco e sugli artisuperiori è molto più sparsa. La co-munità microbica presente sulla piantadei piedi e tra le dita è densa e varia.

Una delle tecniche d'esame più at-tendibili è stata messa a punto da ri-cercatori dell'università di Pennsylva-nia. In questo gruppo, Peter William-son ha riferito che nell'uomo adultol'ascella è l'area più densamente abitata,

con una popolazione media di 2,41 mi-

32

33

CUTE CON PELI GROSSIGHIANDOLE SUDORIPARE ECCRINE PER CENTIMETRO QUADRATO TEMPERATURA CUTANEA (GRADI CENTIGRADI) PIDOCCHIO DEL CAPO (PEDICULUS)

MENO DI 100 PIO DI 200 MENO DI 32. PIDOCCHIO DEL PUBE (PHTHIRUS)CUTE CON PELI SOTTILI

PIO DI 100 PIO DI 300

CUTE SENZA PELI

PIO DI 32. ACARO DEI FOLLICOLI (DEMODEX)

GHIANDOLE CUTANEE SPECIALIZZATEPIO DI 34. ACARO DELLA SCABBIA (SARCOPTES)

Le figure distorte presentano habitat specializzati. La distri-buzione dei peli (a) è quella di un adulto maschio. Le tempe-rature della pelle (c) sono quelle di un adulto a riposo in unambiente a circa 23°C. Salvo che per l'acaro dei follicoli, la

lioni di batteri per centimetro quadratodi epidermide. Anche il conteggio me-dio del cuoio capelluto e della fronteè elevato (rispettivamente 1,46 milionie 200 000 per centimetro quadrato). Alcontrario, i conteggi relativi alla schie-na danno una media di soli 314 batte-ri per un centimetro quadrato, mentrequelli per l'avambraccio si dividono indue gruppi, uno con una media di 4500e l'altro con soli 105 batteri per centi-metro quadrato. Questi dati si riferi-scono solo ai batteri aerobi: è stato pro-vato che nelle zone cutanee ricche dighiandole sebacee gli organismi anae-robi possono superare gli aerobi nelrapporto di dieci a uno.

Non si può stabilire facilmente sequesti dati indicano che la pelle è po-polata densamente in confronto ad altrihabitat. La popolazione cutanea va con-frontata con quella microbica di unapiccola zona della Terra o con quelladi organismi di dimensioni medie o piùgrandi? Kitty Paviour-Smith, della Ox-ford University ha studiato la popola-zione di organismi animali diversi daiprotozoi presente in un deserto salatodella Nuova Zelanda, e ha trovato unnumero massimo di 7,6 milioni di me-tazoi per metro quadrato. Il conteggiopiù basso ottenuto da Williamson (quel-lo dell'avambraccio) è di 1,05 milionidi batteri per metro quadrato, per cuil'avambraccio ha una popolazione piùrada di un deserto salato. D'altro can-

to, i dati della fronte e dell'ascellasono molto più elevati (rispettivamen-te 2 miliardi e 24,1 miliardi per metroquadrato). Sembra dunque che vi sia-no molti più batteri aerobi sulla diste-sa salata della pelle che metazoi in unadistesa salata della Nuova Zelanda.

L'ecosistema terrestre più indicatoper un confronto con la cute è proba-bilmente il comune terreno dei campi.Sia il terreno che la pelle mancano diorganismi produttori e ricavano il loromateriale organico dall'esterno: il ter-reno dall'alto (sotto forma di materialemorto delle piante) e la pelle dal basso.Sia nell'uno sia nell'altra vi è un'am-pia matrice non vivente che vienepermeata da soluzioni, e gli organismiviventi in entrambi sono raggruppatiintorno a strutture che raggiungono lasuperficie partendo dagli strati più pro-fondi. Nel suolo le popolazioni di mi-crorganismi più dense si trovano nellarizosfera, la zona che circonda le radicidelle piante: la regione cutanea analogaè il follicolo pilifero.

Vi sono molti studi sul numero deibatteri e dei funghi presenti nel suolo :i dati vanno (a seconda del terreno) daun minimo di 10 milioni a un massi-

mo di 10 miliardi di organismi pergrammo. Vi sono pochi dati sui batteriper unità di peso della pelle, ma gli stu-diosi dell'università di Pennsylvania ri-portano una media di 530 000 batteriper milligrammo di squame della super-

Ciò porta a una cifra diper grammo, dato com-miti di un suolo fertile.almeno alcune aree dellasiano tanto densamente

microrganismi quanto ilerra.

ricerche sono state con-dotte per studiare come gli stafilococ-chi patogeni passino da un soggetto al-l'altro : queste ricerche, intraprese alloscopo di controllare le infezioni che sidiffondono negli ospedali, hanno por-tato però alla luce dati importanti sultrasferimento di microrganismi dellaflora comune da una persona all'altra.L'acquisizione di una flora cutanea hainizio molto presto : un neonato cheviene alla luce con taglio cesareo nonha abitanti sulla cute, ma Imrich Sar-kany del Royal Free Hospital di Lon-dra ha dimostrato che la pelle di unbambino nato è normalmente portatrice

di una popolazione sparsa di cocchi edi difteroidi derivanti dal canale di par-to della madre. La comunità aumentarapidamente subito dopo la nascita, siadirettamente per il contatto con gliadulti, sia indirettamente per trasmis-sione aerea.

Questa flora ha caratteristiche parti-colari. Sulla pelle dei bambini vi è chia-

ramente una varietà di germi potenzial-mente patogeni maggiore che su quelladegli adulti; parecchie specie innocue,che non si trovano negli adulti, abitano

STAPHYLOCOCCUS AUREUS

CORYNEBACTERIUM TENUIS

PITYROSPORUM OVALE

CANDIDA ALBICANS TINEA PEDIS

POPOLAZIONI BATTERICHE

MOLTO DENSE

MODERATE O POCO DENSE

VARIABILI

fauna (d) è patogena. In (e), il gruppo del Corynebacterium te-nuis forma noduli sui capelli, il micete Pityrosporum ovale au-menta quando vi è forfora; il fungo Candida albicans provocainfezioni. In (f) sono indicati i batteri che utilizzano ossigeno.

ficie cutanea.530 milionipreso nei liSembra chepelle umanapopolate disuolo della T

Numerose

34

35

Fotografia al microscopio elettronico di due Corynebacterium minutissimum, difteroidi(bacini) comuni della pelle sana. La fotografia è di Leopoldo F. Montes, del MedicalCenter dell'Università dell'Alabama. L'ingrandimento è di circa 40 000 diametri.

Iii11.1_1

2111-4IL. O.ccw4

O iyi-012

PELLE

O

0 To w-IL_i-,O n.-u.

azE

a L)

_i O0Wo <z<c <mO E

OOD(i)

EPIDERMIDE

DERMAce

i= LT-I<zCe CCI- O(00

Eiz<

CC D1--- ,

'13 WO

iL23LL

5()ozzii,I-,w

..(accWZWO

ACARO DEI FOLLICOLI(DEMODEX)

FUNGHI LIPOFILI

FUNGHINON LIPOFILI

MICROCOCCHIGRAM-POSITIVI

DIFTEROIDIAEROBI

BACILLO DELL'ACNE

w(171o z(- w4 /-12. O

Il

STAPHYLOCOCCUSAUREUS

MIMA (HERELLEA)

VIRUSDELL'ERPETE LABIALE

zz.033.1ixu.

Eoi-a1-c7);

wi-zw, m-(-)cc-is Zw ZZ -Wo

MICRORGANISMIDEL SUOLO

BACILLIGRAM-NEGATIVI

MICROCOCCHIGRAM-POSITIVI

=IaRizwi-oa.

íLA,OO1-Qo.

PIDOCCHIO DELL'UOMO

ACARODELLA SCABBIA

TRICOFITI

FUNGHI PATOGENI

STAPHYLOCOCCUSAUREUS

STREPTOCOCCHI

VIRUSDELLA VERRUCA

Gli abitanti della pelle, che sono relativamente abbondanti negli strati superiori(cornei) dell'epidermide, diminuiscono di numero negli strati più profondi. Strepto-cocchi e funghi patogeni possono passare attraverso una breccia cutanea, fino a rag-giungere il derma e i tessuti più profondi dove possono provocare una infezione.

la pelle dei bambini più grandi. Questopuò essere dovuto, almeno in parte, alfatto che i bambini sono a contatto delsuolo più spesso che non gli adulti.Molti microrganismi presenti nel terre-no, però, non possono sopravvivere inun habitat cutaneo e cosí la flora dellapelle non rispecchia quella dell'ambien-te circostante. Per la stessa ragione, lamaggior parte degli organismi cutaneinon si moltiplica nel terreno o nellapolver, anche se alcuni possono so-pravvivere per un certo tempo. È perquesto motivo che per il trasferimentodi microrganismi cutanei è molto piùimportante il contatto con altri uomini(e, fino ad un certo punto, con altrimammiferi) che non il contatto con unoggetto inanimato per quanto contami-nato esso possa essere.

Si può pensare che in un adulto,stabilitasi la caratteristica comunità cu-tanea, non ci debbano essere ulterioriscambi di abitanti tra le persone. Aquesto punto la nostra analogia di unuomo visto come un mondo circoscrit-to ha termine. Nell'uomo, se il quadrodello stafilococco può essere conside-rato come un modello, vi è un continuopassaggio di microrganismi da un por-tatore all'altro, anche quando vengonoprese rigorose misure preventive.

R.R. Davies e W.C. Noble, del St.John's Hospital per le Malattie dellaPelle di Londra, hanno dimostrato chegli stafilococchi vengono trasmessi dasottili « zattere » di pelle, staccatesi dalcorpo. La zattera più utile, dal puntodi vista dello stafilococco, ha una gran-dezza media di 14 micron (0,014 milli-metri) e ognuna può trasportare circaquattro unità microbiche vitali. Quan-do la persona si sposta qua e là, lasciacadere quei frammenti di pelle e ci so-no tutti i motivi per pensare che anchela flora cada e sia presumibilmente di-sponibile per un altro ospite. Cosí ladispersione dei microrganismi è quasicostante; perfino i semplici movimenticonnessi con il vestirsi o lo spogliarsisono accompagnati dal distacco di unnotevole numero di zattere con bat-teri.

Il termine « zattera » suggerisce unconfronto con il modo in cui

vennero popolate isole geograficamenteisolate. Si ritiene che animali atipici epiante di isole remote siano in parte laconseguenza di casuali trasferimenti suzattere naturali (un albero spezzato, peresempio) che trasportavano organismiviventi attraverso il mare. Un esempioben documentato di un trasferimentodi questo tipo è dato dall'isola di Kra-katoa, nelle Indie Orientali, che nel1883 fu distrutta da una tremenda

esplosione vulcanica. Charles S. Elton,della Oxford University, riscontrò checinquant'anni dopo il cataclisma, nel1933, l'isola di Krakatoa era nuova-mente ricoperta di giungla e che al-meno 720 specie di insetti e più di30 specie di vertebrati (compresi ani-mali che non volano) erano riusciti adattraversare le 25 miglia di mare cheseparano l'isola dalla terra più vicina.

Si può paragonare Krakatoa a unneonato, e infatti il successo che hannoalcuni germi patogeni quando si fer-mano su un bambino può dipendere dalfatto di essere arrivati per primi. Ilbambino, però, è esposto a vari micror-ganismi, oltre a quelli trasportati dallezattere aeree; prima o poi prende con-tatto con parenti e amici, cioè con sog-getti ben « colonizzati ». Dato che oraè possibile allevare, in speciali incuba-trici, animali privi di germi fin dallanascita, sarebbe interessante esporre ta-li animali solo all'inoculazione per viaaerea e studiare poi quale tipo di flo-ra cutanea si sviluppa.

I microrganismi lasciano l'ospite,quindi, per via aerea e per contatto.Che succede quando un microrganismoarriva in un ambiente completamentecolonizzato? Elton ha dimostrato cheil neoarrivato ha notevoli possibilità disuccesso dove c'è una nicchia ecolo-gica non sfruttata da abitanti indigeni,mentre l'insediamento in una zona concomunità già stabilita e complessa èmolto difficile. Un esempio è fornitodal sorprendente numero di uccelli chesi sono succeduti nella colonizzazionedella Nuova Zelanda pel corso degliultimi 100 anni. Pare non vi sianodubbi che ciò sia stato reso possibiledalle catastrofiche modificazioni nel-l'ecosistema della regione provocatedall'invasione degli europei. Dai colo-nizzatori vennero aperte nuove nicchie,comprese forse quelle abbandonate dal-la fauna preesistente.

Considerando le nicchie ecologichedella pelle, siamo di nuovo obbligati aparlare in termini di germi patogeni,perché molto poco si sa sulle attivitàdelle specie innocue. Cosí, i tentativi didominare le infezioni ospedaliere dastafilococco mediante il trattamento deiportatori con antibiotici non hanno avu-to molto successo, in quanto è verosi-mile che un ceppo resistente sostituiscagli originali abitanti delle narici. D'al-tronde Henry R. Shinefield e i suoi col-leghi della School of Medicine dell'Uni-versità di California avevano ottenutoun notevole successo nel controllo del-l'infezione nelle sale di maternità: aibambini e a tutti quelli che hanno con-tatto con loro veniva inoculato uno sta-filococco a bassa virulenza, di modoche i ceppi più virulenti, per conquista-

re l'habitat, dovevano competere con igermi già residenti.

L'habitat degli stafilococchi nelle na-rici è piuttosto particolare, ma la situa-zione probabilmente è più o meno lastessa sulla superficie « esterna » dellacute. Quantunque organismi patogeni siposino di continuo sulla pelle, vi tro-vano un ambiente altamente sfavorevo-le e, in assenza di lesioni cutanee, unaenorme difficoltà nel colonizzarla. Que-sta capacità di « autosterilizzazione cu-tanea » non sembra essere, come sug-gerirebbe l'aggettivo, un attributo dellapelle stessa, ma piuttosto una caratteri-stica presentata da tutti gli ecosistemibene sviluppati, cioè la tendenza daparte di tutti i componenti del siste-ma a mantenere lo status quo.

Tale omeostasi è chiaramente eviden-te nell'ecosistema della pelle e sappiamoqualcosa - benché non sia molto - suiprocessi interessati. La pelle è un habi-tat sfavorevole per la stragrande mag-gioranza dei microrganismi, perché èeccezionale che specie viventi, i cuiquartieri generali sono normalmente ilterreno, l'acqua e qualsiasi altra cosa cicirconda, si moltiplichino sulla super-ficie cutanea. Posto che sia intatta, lapelle è anche poco adatta allo sfrut-tamento da parte della maggior partedei germi patogeni per l'uomo. Vi so-no vari motivi che spiegano questo fe-nomeno. Per alcune specie la pelle ètroppo acida. (Questo « mantello aci-do » era considerato un tempo la mag-giore misura di protezione; ma oggi siritiene che molti germi patogeni chenon riescono a stabilirvisi non venganoinibiti da esso.) Pochi dubbi sembranoesserci sul fatto che la pelle è troppoarida per la colonizzazione da parte dialcune specie; la continua desquama-zione degli strati cutanei superficiali èun altro processo che impedisce lo sta-

bilirsi degli invasori. Tuttavia, dal pun-to di vista ecologico, il più interessantemeccanismo di difesa è quello derivan-te dalle attività metaboliche della floraresidente. P. noto da qualche anno chegli acidi grassi insaturi sono un impor-tante componente del sebo raccolto sul-la superficie cutanea e che inibisconola crescita di parecchi batteri e funghicutanei patogeni. Recentemente è statodimostrato che queste sostanze sono unprodotto metabolico dei membri Gram--positivi della comunità cutanea, i qualidemoliscono, per mezzo di enzimi spe-cifici, i lipidi più complessi del seboche viene escreto.

Questa attività delle specie Gram-po-sitive aiuta a proteggere la pelle dall'in-vasione di potenziali patogeni. Inoltrele specie Gram-positive, anche se nonnecessariamene con gli stessi mezzi,esercitano un effetto restrittivo sulla cre-scita di popolazioni di microrganismiGram-negativi.

Nell'ascella sana predominano le spe-cie Gram-positive, ma sono presenti an-che piccole quantità di organismi Gram--negativi. Se si adopera regolarmente undeodorante contenente un antibioticoad azione selettiva sulle specie Gram--positive, la popolazione cutanea gra-dualmente si modifica fino a che iGram-negativi raggiungono la densitàdei Gram-positivi. Sospendendo l'usodel deodorante si ha il ritorno a unaflora Gram-positiva predominante. Sidirebbe che qualche caratteristica deimicrococchi e dei difteroidi presentinell'ascella sia un fattore limitante pergli organismi Gram-negativi. Il fattoche l'odore delle ascelle sia assentequando gli organismi Gram-negativi so-no predominanti indica anche che sonoi sottoprodotti del metabolismo degliorganismi delle specie Gram-positive aconferire il particolare odore.

36

37