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Vito Gamberale Le reti per il futuro. Il governo delle infrastrutture per lo sviluppo e la sostenibilità Convegno "L'Industria" 2012 Roma, 29 settembre 2012 Vito Gamberale

Vito Gamberale - Le reti per il futuro. il governo delle infrastrutture per lo sviluppo e la sostenibilità

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L’Amministratore Delegato di F2i, Vito Gamberale, ha preso parte a una Tavola Rotonda nell’ambito del XXXVI Convegno annuale organizzato dalla rivista di economia e politica industriale L’industria.

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Vito Gamberale

Le reti per il futuro.Il governo delle infrastrutture per lo sviluppo e la sostenibilità

Convegno "L'Industria" 2012

Roma, 29 settembre 2012

Vito Gamberale

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Vito Gamberale2

INDICE

– Le reti infrastrutturali in Italia pag. 3

– F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere pag. 17o Gas pag. 24

o Acqua pag. 31

o Rinnovabili pag. 35

o Aeroporti pag. 40

o TLC pag. 45

o Autostrade pag. 51

o Sviluppo di nuove filiere pag. 55

– Conclusioni pag. 59

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Le reti infrastrutturali in Italia

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Le reti infrastrutturali in Italia

– I servizi di natura industriale, offerti al cittadino, comportano inevitabilmente il concetto di rete.

– Le reti sono, infatti, necessarie per raggiungere gli utenti, possibilmente, in ogni luogo ed in ogni momento.

– Le reti e le "aziende a rete" possono essere di varia natura:

a) infrastrutturali: di trasporto (porti, aeroporti, autostrade, ferrovie, ecc.), energetiche (elettricità, gas, teleriscaldamento, ecc.), di approvvigionamento/smaltimento (acqua, fognature, rifiuti, ecc.), tecnologiche (telefono, internet, TV, reti satellitari, ecc.);

b) di servizi (che, in genere, si servono, a loro volta, delle reti infrastrutturali): postali, logistiche (viaggiatori, merci, ecc.), commerciali/industriali (distribuzione, supply chain, ecc.).

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Le reti infrastrutturali in Italia

– Le reti, quali esse siano, sono, essenzialmente, formate da nodi e da rami che li collegano:

– Affinchè una rete sia efficace ed efficiente, è necessario che:

– i singoli nodi siano funzionali: infatti, nodi non necessari non solo non migliorano le performance della rete, ma generano extra-costi, e quindi diseconomie;

– i rami colleghino i nodi in maniera veloce ed efficiente, altrimenti alcuni nodi, anche importanti, potrebbero risultare non adeguatamente connessi.

– A proposito di reti infrastrutturali, oggi abbiamo qui i rappresentanti di due esempi di eccellenza europea e, forse, mondiale: la rete ferroviaria ad Alta Velocità e la rete di distribuzione dell'energia elettrica, gestite da due "campioni nazionali" che stanno coniugando servizio, sviluppo e redditività!

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Le reti infrastrutturali in Italia

– Limitandosi alle reti infrastrutturali, delle quali, personalmente, mi occupo, in Italia persistono, tuttavia, alcune situazioni critiche: talune reti, infatti, sono, oggi, caratterizzate da:

–nodi di piccole dimensioni, a volte in eccesso rispetto al fabbisogno (ad es. aeroporti), a volte in difetto (ad es. termovalorizzatori);

–un difetto di rami moderni ed efficienti (ad es. autostrade, reti di telecomunicazioni).

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Vito Gamberale7

Le reti infrastrutturali in ItaliaAeroporti

– Con 33 aeroporti di interesse nazionale/regionale1, l’Italia è il primo Paese europeo per densità di scali sul territorio…

Densità aeroporti di interesse nazionale/regionale (aeroporti/100.000 kmq - 2011)

11

6

87

0

2

4

6

8

10

12

Italia Germania Francia Spagna

1 Si considerano gli aeroporti con più di 100.000 pax/anno

Milioni di passeggeri medi per aeroporto (aeroporti con più di 100.000 pax/anno - 2011)

Fonti: Assaeroporti e principali associazioni

aeroportuali dei singoli Paesi europei

4,50

9,01

3,54

6,18

0,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

9,00

10,00

Italia Germania Francia Spagna

– … ma questi aeroporti sono, mediamente, di piccole dimensioni, rispetto a quelli dei principali Paesi europei…

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Vito Gamberale8

Le reti infrastrutturali in ItaliaAeroporti

– … e il gap aumenta se si considera il traffico medio degli aeroporti di maggiori dimensioni (cioè > 1 Mpax/anno):

Milioni di passeggeri medi per aeroporto (aeroporti con più di 1 M pax/anno - 2011)

Fonti: Assaeroporti e principali associazioni

aeroportuali dei singoli Paesi europei

6,26

10,89

9,018,30

0,00

2,00

4,00

6,00

8,00

10,00

12,00

Italia Germania Francia Spagna

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− L’Italia ha ancora pochi impianti attivi, rispetto ai principali Paesi europei…

− … e tali impianti sono di piccole dimensioni.

Termovalorizzatori in esercizio

Capacità media dei termovalorizzatori(migliaia di tonnellate di RSU smaltiti / anno)

52

70

130

0

20

40

60

80

100

120

140

Italia Germania Francia

100

429

154

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

Italia Germania Francia

Le reti infrastrutturali in ItaliaTermovalorizzatori

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− Considerando una media di 1 kg/ab di rifiuti prodotti al giorno, Germania e Francia potrebbero smaltire quasi l'intera produzione per termovalorizzazione. L'Italia appena un quarto!

Il deficit di termovalorizzatori fa sì che l'Italia sia, tra i grandi Paesi europei, quello che ricorre maggiormente alla discarica (per oltre il 50% dei RSU)!

Le reti infrastrutturali in ItaliaTermovalorizzatori

Capacità di termovalorizzazione per abitante

(kg/abitante/anno)

86

367

309

0

50

100

150

200

250

300

350

400

Italia Germania Francia

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– In termini di estensione autostradale, in rapporto alla popolazione, l’Italia risulta molto al di sotto della media europea:

111 156 166

328

-

50

100

150

200

250

300

350

Italia Germania Francia Spagna

Rete autostradale europea – Densità per abitante(km di rete per milione di abitante)

Media = 179 km / ml di abitanti

Dati CIA The World Factbook 2010

Da qui emerge che il nostro Paese avrebbe bisogno di sviluppare oltre 4.000 km di nuove autostrade per allinearsi alla media europea.

Le reti infrastrutturali in ItaliaAutostrade

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Vito Gamberale12

– L'Italia è (con l'eccezione di Milano, la città più cablata d'Europa grazie a Metroweb), è agli ultimi posti per penetrazione della rete Broad Band (>1Mbit/s)…

Le reti infrastrutturali in ItaliaReti TLC

23%

26%

41%

49%

49%

50%

51%

52%

54%

54%

54%

57%

57%

58%

61%

62%

64%

64%

67%

69%

70%

70%

70%

75%

76%

80%

80%

83%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Romania

Bulgaria

Grecia

Slovacchia

Italia

Portogallo

Cipro

Ungheria

Lituania

Rep. Ceca

Lettonia

Polonia

Spagna

Irlanda

Media

Slovenia

Austria

Estonia

Francia

Malta

Lussemburgo

UK

Belgio

Germania

Finlandia

Olanda

Danimarca

Svezia

% di abitazioni connesse alla rete Broad Band in Europa (dic. 2010)

Fonte: Dati Eurostat.

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– …e la velocità media di download è tra le più basse dei Paesi più sviluppati:

Le reti infrastrutturali in ItaliaReti TLC

Mbit/s

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Le reti infrastrutturali in ItaliaDistribuzione del gas

– Agli esempi sopra riportati, si aggiunge un diffuso "nanismo" dei gestori delle reti per i servizi pubblici locali, caratterizzati da uno scarso grado di concentrazione e, conseguentemente, dalla difficoltà di fare investimenti per erogare un servizio rigorosamente standardizzato, innovativo e di qualità.

– Esempi sono: il settore della distribuzione del gas, che conta oltre 250 operatori e che F2i sta contribuendo a razionalizzare (cfr. ultra)…

Oltre 250 operatori

22,6%

17,0%

6,5% 6,5% 6,1%

3,1%2,3%

1,7%

F2i Reti Italia

23,1%

17,3%

6,5% 6,1% 5,9%

3,2%2,3%

2,1%

ERG10,1%

2iG3,2%

G64,0%

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Le reti infrastrutturali in ItaliaSettore idrico

– … ed il settore idrico, anch'esso caratterizzato da un ridotto grado di concentrazione, dovuto alla dimensione locale (comunale/provinciale) delle società di gestione:

MdA

RIE

Altre1

342

95

125

122

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Le reti infrastrutturali in Italia

– Complessivamente, dunque, l'Italia è caratterizzata da una gestione inefficiente di talune delle proprie reti infrastrutturali, che la pone in una situazione di gap nei confronti dei propri più diretti concorrenti europei (Germania, Francia ma anche Spagna).

– Tale gap ha, ovviamente, effetti negativi anche su gli altri comparti industriali, dei quali le infrastrutture rappresentano il tessuto connettivo.

– La mia esperienza industriale è maturata in aziende di grandi dimensioni. Ciò mi fa ritenere che le infrastrutture italiane necessitino, in tutti i loro comparti, di soggetti grandi, credibili e finanziariamente solidi, che operino su scala nazionale e siano in grado di sostenere importanti investimenti per lo sviluppo e l'innovazione delle reti.

– Tale ruolo non può più, oggi, essere assolto dallo Stato, a causa della carenza di finanza pubblica, che, in passato, è stata il motore dello sviluppo delle infrastrutture. La gestione efficiente delle infrastrutture può, quindi, essere perseguita solo attraverso la finanza privata, purchè sana e non speculativa.

Proprio riflettendo su tali input è sorta l’idea di F2i, cioè di un Fondo, privato ma istituzionale, che aggregasse infrastrutture esistenti in filiere, ed utilizzasse i fondi derivanti dalla gestione di tali asset per permetterne lo sviluppo.

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Vito Gamberale17

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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Vito Gamberale18

– F2i, con una raccolta di 1.852 M€, è il più grande Fondo operante in Italia ed il maggior Fondo infrastrutturale del Mondo dedicato ad un solo Paese (country fund).

– F2i è stato creato, quale strumento privatistico ma istituzionale, da sponsor di elevato standing, che hanno contribuito ad affermarne la salda reputazione:

o il Governo tramite la CDP

o le principali banche italiane (Unicredit, Intesa SanPaolo)

o un’importante banca straniera (Merrill Lynch – BoA)

o i network delle Fondazioni ex-bancarie e delle Casse di Previdenza private

o assicurazioni vita e fondi pensione

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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Vito Gamberale

31,7 M€ (1,9%)

75% 85,1%

100%

100%

100% 40%

40%

100% 70%

29,8%

87,5% 61,4%

15,7%

100%

49,8%

26,3%

Ramo idrico Parma

Sasternet

F2i TLC Metroweb

Progetti Milano e Brescia

Infracis

Alerion CleanPower

F2i Energie Rinnovabili

HFV

F2i Aeroporti GESAC

SEA

F2i Reti Italia

ENELRete Gas

2iGas

G6 Rete Gas

F2i Rete Idrica Italiana

Mediterranea delle Acque

26,8 M€ (1,6%)19

– F2i ha dato vita a 6 filiere, che compongono un Gruppo strutturato, impegnando quasi 1.670 M€ (90% della raccolta).

1609,6 M€ (96,5%)

1668,1 M€

GAS

RINNOVABILI

TRASPORTI

ACQUA

AEROPORTI

TLC

Impegnato

436,4 M€ (26,2%)

272,9 M€ (16,4%)

129,5 M€ (7,8%)

489,2 M€ (29,3%)

228,1 M€ (13,7%)

53,5 M€ (3,2%)Investimenti attualmente in portafoglio+ Dismissioni+ Costi di gestione Fondo

= TOTALE IMPEGNATO

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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Vito Gamberale20

– In Italia, taluni settori infrastrutturali sono, come detto, frammentati, perché caratterizzati, fra l’altro, da una logica di gestione localistica.

– Molti asset infrastrutturali sono stati realizzati e gestiti secondo i bisogni, spesso anche politici, delle realtà locali in cui si trovano, al di fuori di una visione di rete strategica per il “sistema Paese”.

– Per questo, molti settori sono tuttora frammentati, senza un “campione nazionale“ di riferimento (sul modello, ad es., di Veolia o GdF in Francia), ed hanno difficoltà sia ad assicurare un servizio adeguato che ad operare su mercati sempre più internazionalizzati.

– La mancanza di una strategia italiana per le infrastrutture ha, peraltro, permesso ai “campioni nazionali” di altri Paesi (E.On, GdF, EdF, ecc.) di impossessarsi di importanti asset nazionali.

– Finora è mancato il concetto di «rete» o di «filiera» nei singoli settori.

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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Vito Gamberale

2i Gas (ex E.On Rete)

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ENEL Rete Gas

AlerionHFV

Infracis

Mediterranea delle AcqueRete Idrica Parma

GESACSEA

G6 Rete Gas

MetrowebProgetti Moon e LinkSasterNet

GAS

RINNOVABILI

AUTOSTRADE

ACQUA

AEROPORTI

TLC

– F2i opera come una vera “public company”: ogni progetto è intrapreso con l’obiettivo di creare una filiera nello specifico comparto, favorendo la collaborazione tra le partecipate e l’integrazione delle reti infrastrutturali gestite:

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

Costituire un importante gestore indipendente di reti per la distribuzione del gas e fungere da soggetto aggregatore in un settore in fase di concentrazione. Prefigurare indipendenza tra vendita e distribuzione.

Due presenze indipendenti, e autorevoli per azionariato e managerialità, gestione. Oggi il settore delle Energie Rinnovabili è colpito da provvedimenti contraddittori che hanno bloccato lo sviluppo futuro in Italia.

Entrare nel settore autostradale, piuttosto chiuso, e proporsi come stakeholder di riferimento per società caratterizzate da azionariati pubblici molto frammentati.

Creare un “campione nazionale” in un settore strategico per il Paese, che necessita di grandi investimenti per l’ammodernamento degli impianti esistenti. Ciò nonostante la demagogia del referendum 2011.

Costituire un punto di aggregazione in un settore caratterizzato da forte frammentazione, da preoccupante, distorsiva dominanza “low cost”, da proprietà prevalentemente pubblica, senza strategia.

Favorire lo sviluppo della Fibra Ottica nelle zone più popolate e sviluppate del Paese.

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Vito Gamberale

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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− In 4 anni, F2i ha offerto un modello al mondo delle infrastrutture in Italia, dando vita ad un Gruppo strutturato di aziende, di filiere di aziende, che si propongono, ciascuna, come benchmark nel proprio settore.

− Le società nelle quali F2i detiene la maggioranza, o un importante ruolo di governance, hanno registrato nel 20111:o Fatturato aggregato: 1.530 M€o EBITDA: 630 M€ (EBITDA Margin: 41%)o Dipendenti: 8.130o Investimenti: 583 M€ (91% EBITDA)

1 Dati aggregati di preconsuntivo 2011. Si riferiscono a: ERG, 2i Gas, G6 Rete, Alerion CleanPower, HFV, Mediterranea delle Acque, GESAC, SEA, Metroweb.

Nel 2011 le partecipate di F2i hanno investito oltre il 90% dell'EBITDA.

Nessun sistema infrastrutturale investe un così alto livello di EBITDA!

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Vito Gamberale

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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− Peraltro, grazie ad F2i, importanti asset, che erano finiti in mani straniere, sono ritornati, con i loro cash flow, sotto il controllo italiano:

− E.On Rete Gas

− Gesac

− G6 Rete

− Metroweb

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Vito Gamberale24

Gas

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Vito Gamberale

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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GAS

− F2i è presente nel settore della distribuzione del gas attraverso il Gruppo F2i Reti Italia, nato dopo le acquisizioni di ENEL Rete Gas (2009), di E.On Rete (oggi 2i Gas - 2010) e, recentemente, di G6 (ex Gruppo GdF – 2011):

Enel Rete Gas

F2i Reti Italia

2i Gas*

14,9%

85,1%

100%

75% 25%

Gestione F2i da Apr. 2011

A tendere le tre società

saranno riunite in un unico polo

operativo G6

100%

Gestione F2i da Set. 2011

* Ex E.On Rete

• Rab (M€): 2.684

• Ricavi (M€): 6051

• EBITDA (M€): 3261 (54%)

• Investimenti (M€): 189

• Dipendenti (#): 2.112

• Clienti (#): 3.820.000

• Rete gestita (km): 56.833

• Concessioni (#): 1.970

F2i Reti Italia

54% dell’EBITDA

1 Dati da consolidato pro-forma (considerando la presenza di 2i Gas e G6 su base 12 mesi), al netto di effetti principio IFRIC 12 e partite straordinarie.

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Vito Gamberale

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

26

GAS

Capillarità di F2i Reti Italia sul territorio

F2i Reti Italia

− Con l’aggregazione di 3 importanti reti, in appena 2 anni F2i Reti Italia è diventato, per quota di mercato, il secondo player nazionale, in un settore ancora molto parcellizzato (oltre 250 operatori).

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Vito Gamberale

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

27

GAS

− Le dimensioni del Gruppo consentono di sostenere importanti investimenti, a vantaggio di sviluppo, ammodernamento, efficienza e sicurezza della rete:

Investimenti M€

ERG + + +

189

93

108

54% dell’EBITDA

Altri operatori ~47

Gruppo

F2i Reti Italia ~49

Benchmark €/cliente

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Vito Gamberale

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

28

− L’assenza di conflitti di interessi assicura trasparenza (in particolare nella misura) ed efficienza nei confronti degli utenti: GAS

Rete ispezionata (%) Tempo medio effettivo di pronto intervento

Fonte: AEEG

Anno 2010

Richiesta AEEG

~30’Gruppo

F2i Reti Italia

60’

78%

77%

63%

57%

54%

41%

36%

29%

Enel Rete Gas

Hera

A2A

I ren

G6 Rete Gas

Eni (I talgas)

E.On Rete

Toscana Energia

Media Italia: 55%

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F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

29

Premi distribuiti da AEEG per recuperi sicurezza (1) (k€)

(1) Include gli incentivi distribuiti nel 2010 per numero di misure di odorizzazione e per numero di dispersioni della rete

50%

22%

12%

2%

14%

% incentivi su totale

% quota di mercato

844

114

696

1.314

273

Altri

2.9632.311 379 17%

23%

2%

6%

52%

− L’impegno negli investimenti determina una qualità del servizio riconosciuta e premiata dall’authority!GAS

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Vito Gamberale

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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− Il Gruppo F2i Reti Italia ha rappresentato il principale fattore di novità nel settore della distribuzione del gas negli anni 2000, favorendo e guidando il processo di concentrazione del mercato.

− Le acquisizioni effettuate hanno, peraltro, permesso di riportare in mani italiane reti strategiche per il Paese, prima controllate da aziende straniere.

− È nei fatti, come la presenza di un grande operatore indipendente, con solidi investitori alle spalle, possa apportare significativi benefici al settore, favorendo l’efficientamento e l'evoluzione tecnologica della rete.

− F2i Reti Italia mira a consolidare il ruolo di grande operatore indipendente nella distribuzione del gas, in grado di costituire un benchmark - per sicurezza, trasparenza e investimenti – verso le authority e verso l’intero settore.

GAS

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Acqua

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Vito Gamberale

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

32

ACQUA− F2i è entrata nel settore idrico attraverso l’acquisizione del 40% di

Mediterranea delle Acque (“MdA”), avvenuta nel 2010.

− La Società gestisce il servizio idrico integrato per il Comune e la Provincia di Genova, erogando acqua a circa 875.000 abitanti.

− Fa capo al Gruppo Iren, multiutility di Genova, Torino, Parma e Piacenza, nata dalla fusione tra Iride ed Enìa.

− Con una rete di acquedotti lunga oltre 2.500 km e una rete di fognatura e depurazione di 1.600 km, MdA immette in rete circa 95 milioni di mc di acqua potabile.

− L’attuale piano d’ambito prevede investimenti per ca. 700 M€ di cui ca. 600 M€ ancora da realizzare.

− MdA occupa ca. 415 dipendenti.

100% 100%

60% 40%

49% 66,50%

IREN SpA

IREN Acqua e Gas SpA

MdA

F2i

F2i Rete Idrica Italiana

AM.TER. IDRO-TIGULLIO

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Vito Gamberale

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

33

ACQUA

− A seguito della positiva esperienza di MdA, F2i e Iren stanno, ora, procedendo al progressivo conferimento in MdA delle attività idriche del Gruppo in Emilia (province di Piacenza, Reggio Emilia e Parma).

− Il razionale dell’operazione, è quello dell’accrescimento dimensionale di MdA, seguendo, in primis, un criterio di contiguità geografica.

− Le dimensioni di MdA (fatturato ed EBITDA nel 2011 pari rispettivamente a 130 M€ ca. e 48,5 M€), potrebbero, infatti, raddoppiare al termine del conferimento.

− L’operazione è costruita in tre differenti fasi temporali, ognuna delle quali avrà ad oggetto il conferimento delle attività relative alle tre differenti province. Per ragioni di opportunità politica, nonché di caratteristiche della concessione vigente, i due partner hanno deciso di iniziare con la Provincia di Parma (tale primo step dovrebbe concludersi entro dicembre 2012).

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Vito Gamberale

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

34

Gli obiettivi delle operazioni effettuate da F2i sono:

−entrare in un settore di interesse strategico per il Paese, che necessita di importanti investimenti, apportando risorse finanziarie fresche per lo sviluppo degli asset gestiti;

−stabilire una partnership con IREN, operatore primario nel settore delle utilities in Italia. Tale partnership ha segnato un risultato positivo con l'operazione MdA e sta, ora, rafforzandosi con l'aggregazione degli asset idrici emiliani del Gruppo IREN;

−sfruttare le opportunità di crescita e consolidamento in un mercato frammentato, con l’obiettivo di creare un “campione nazionale”;

−a questo scopo, F2i continuerà a lavorare a nuove iniziative, con l'obiettivo di aggregare alcune delle maggiori realtà nazionali del settore.

ACQUA

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Rinnovabili

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Vito Gamberale

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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RINNOVABILI

− F2i ha effettuato nel settore delle energie rinnovabili alcuni dei suoi primi investimenti: Alerion CleanPower e HFV.

− F2i è entrata in questo settore credendo e raccogliendo l’apertura dei vari Governi alle energie rinnovabili. I piani di sviluppo prevedevano, infatti, un aumento di ca. 7 volte della capacità fotovoltaica al 2016 rispetto al 20101 ed il raddoppio della capacità eolica (al 2020 vs. 2010).

− Tali piani non sono, tuttavia, adeguatamente sostenuti e sono stati, di fatto, bloccati dai nuovi provvedimenti legislativi in materia.

Evoluzione della capacità installata in Italia e obiettivi di sviluppo al 2016 (fotovoltaico) e al 2020 (eolico) secondo il PANER ed i suoi aggiornamenti

Fotovoltaico Eolico

1 Il 2010 è l’anno di riferimento del Piano di Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili (PANER) del Governo Italiano.

690 797 9131.255

1.7182.123

2.726

3.736

4.850

5.814

6.878

12.680

0

2.000

4.000

6.000

8.000

10.000

12.000

14.000

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2020

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F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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RINNOVABILI

− Alerion CleanPower

o Quotata alla Borsa di Milano, Alerion è attiva dal 2003 come investment company per operazioni di turn-around in diversi settori. Nel 2004 entra nel settore delle energie rinnovabili, oggi divenuto il core business.

o È il primo investimento, peraltro greenfield, fatto da F2i (deliberato nel marzo 2008), che è il socio di maggioranza relativa con il 15%, nell’ambito di un patto di sindacato.

o Alerion ha oltre 250 MW di competenza in esercizio (95% eolici), suddivisi tra 15 impianti (5 in Puglia, 4 in Sicilia, 3 in Campania, 1 in Molise, 1 nel Lazio, 1 in Bulgaria).

o Il portafoglio impianti include ca. 100 MW autorizzati (in Romania). Ciò fa di Alerion uno tra i primi 10 operatori del settore in Italia.

o Alerion occupa ca. 100 dipendenti ed ha effettuato investimenti per oltre 500 M€, quasi tutti nel Centro-Sud Italia.

o Con Alerion, F2i è entrata nel settore eolico nel ruolo di operatore indipendente, con potenziale di sviluppo, e, peraltro, quotato.

o L'attività della società in Italia è seriamente limitata dai recenti provvedimenti governativi per il settore eolico. Stanti tali nuove condizioni di mercato, il Governo dovrebbe, ora, farsi carico di favorire la concentrazione in questo settore, per dar vita ad operatori con dimensioni tali da poter competere in Italia e all'Estero.

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F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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RINNOVABILI

− HFVo Holding FotoVoltaica SpA (“HFV”) è una joint venture, costituita nel 2009,

tra F2i e l’investment company portoghese Novenergia II (fondo istituzionale specializzato nelle energie rinnovabili) per l'acquisto di progetti e impianti fotovoltaici.

o L’obiettivo di HFV è costruire e gestire, entro il 2012, impianti fotovoltaici per circa 100 MW, con un investimento di ca. 350 M€.

o Ad oggi il portafoglio di HFV comprende già 64 MW in esercizio, installati per il 95% in Regioni del Sud Italia, e, in appena due anni, è già tra i primi 5 player del mercato.

o In particolare, gli impianti in esercizio sono così suddivisi:

• 12 impianti a terra in Puglia (9), Molise, Lazio e Sicilia

• 5 impianti su serre agricole in Calabria

• 1 impianto su tetto in Emilia-Romagna

o HFV impiega ca. 25 persone, tra dipendenti diretti e tecnici che si occupano del project management dei cantieri e della manutenzione degli impianti.

o L'efficacia del management e le risorse messe a disposizione dagli azionisti stanno permettendo ad HFV di raggiungere i propri obiettivi, nonostante i numerosi provvedimenti depressivi per il settore, succedutisi in soli 3 anni.

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F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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F2i è entrata nel settore delle energie rinnovabili con lo scopo di:

−sostenere la crescita delle società partecipate e farne dei player indipendenti di primo piano, sia in Italia che a livello europeo;

−coinvolgere, in un particolare segmento di innovazione tecnologica, le aree depresse del Paese, generando occupazione, soprattutto giovanile.

−Il forte impegno di F2i si è dovuto, purtroppo, scontrare con l'erraticità dei provvedimenti governativi sul settore:

onel fotovoltaico, in soli tre anni, la regolamentazione è cambiata ben 4 volte. L'attuale tariffa è quasi 1/4 di quella in vigore al momento della costituzione di HFV1, nel 2009;

onell’eolico gli attuali livelli di tariffa (tra 90 e 125 €/MWh vs. i 180 €/MWh in vigore all'atto dell'acquisizione di Alerion) rendono, di fatto, impossibili nuovi investimenti, stante anche la ventosità media in Italia (<2.000 heq/a, vs. 2.200 – 2.500 degli altri grandi Paesi europei).

RINNOVABILI

1 Per impianti tra 1 e 5 MW, la tariffa prevista a gennaio 2013 sarà di 113 €/MWh vs. 360 €/MWh + Prezzo EE previsto dal secondo Conto Energia.

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Aeroporti

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F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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− A fine 2010 F2i è entrata nel settore aeroportuale con l’acquisizione del 70% di Gesac, società che gestisce l’aeroporto di Napoli-Capodichino, grazie ad una concessione valida fino al 2043.

− Gesac è stata costituita nel 1980 su iniziativa del Comune e della Provincia di Napoli e dell’Alitalia. Nel 1997, a seguito del processo di privatizzazione, gli Enti Pubblici hanno ceduto una partecipazione del 70% al Gruppo britannico BAA (successivamente acquistato dal Gruppo spagnolo Ferrovial).

− Il sedime aeroportuale si sviluppa su un’area di 2,8 kmq, con una pista lunga 2.628 m e larga 45 m e comprendente 27 piazzole aeromobili. Include 56 banchi check-in e 15 gates.

− La società ha sostenuto, negli ultimi anni, un importante piano di investimenti per lo sviluppo infrastrutturale dell’aeroporto (oltre 190 M€ le Capex cumulate dal 1998 al 2009, a fronte di utili netti cumulati per 47,6 M€), in parte finanziato con fondi pubblici (63 M€) e in parte autofinanziato.

− Il piano di investimenti, previsto per il quadriennio 2009-2012, ammonta a complessivi 90 M€, di cui ca. 65 M€ realizzati entro il 2011.

− Nel 2011 Gesac ha gestito un traffico passeggeri di 5,8 M/pax, impiegando ca. 300 dipendenti.

AEROPORTI

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F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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AEROPORTI

− A fine 2011 F2i ha acquistato, dal Comune di Milano, il 29,75% delle quote di SEA, società che dal 1948 gestisce il sistema aeroportuale milanese (Linate e Malpensa). L’attuale Convenzione, di durata quarantennale, è stata sottoscritta con ENAC nel 2001.

− SEA e le società del Gruppo garantiscono tutti i servizi e le attività connesse, quali l'approdo e la partenza degli aeromobili, la gestione della sicurezza aeroportuale, le prestazioni di handling passeggeri e merci, i servizi commerciali.

− Il sistema aeroportuale milanese è situato in una delle aree europee a maggiore sviluppo economico (il PIL della Lombardia supera il 20% di quello nazionale) e rappresenta anche un ponte tra il Mediterraneo e l'Europa continentale.

− Il sistema milanese ha registrato nel 2011 un traffico di 28,4 milioni di passeggeri, 310.000 movimenti aerei e 470.000 t di merci in transito.

− Il fatturato sfiora i 580 M€ (utile netto 54 M€); vengono impiegati oltre 5.000 dipendenti.

− I piani di sviluppo prevedono investimenti per ca. 600 M€ entro il 2015 (aumento della capacità e realizzazione della terza pista a Malpensa, ampliamento dell’area Cargo, ecc.).

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F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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AEROPORTI

− Il sistema aeroportuale italiano è caratterizzato da:

o eccessivo numero di scali con un basso traffico specifico, specialmente nel Centro-Nord (al Sud la concentrazione è minore);

o proprietà prevalentemente pubblica;

o incertezza normativa sulle tariffe;

o mancanza di investimenti (negli ultimi anni non sono stati effettuati interventi rilevanti nei principali aeroporti).

PMO

CTA

TRN

CUF MXP

VBS

LIN

BGY

BZO TSF

TRS

VCE VRN PMF FRL

FLR PEG

BLQ RMI

AOI

PSR

FCO CIA FOG BRI

GOA

NAP BDS

SUF CRV

TPS REG

AHOOO

OLB

CAG

PSA

SIE

Aeroporti >10m passeggeri

Aeroporti >5<10m passeggeri

Aeroporti >2<5m passeggeri

Aeroporti >0,25<2m passeggeri

Aeroporti <0,25m passeggeri

Area ad elevata concentrazione

− SEA e Gesac rappresentano due eccezioni nel panorama nazionale:

o SEA gestisce il sistema aeroportuale milanese, l’unico, insieme a quello romano, di dimensioni veramente internazionali e posto nel territorio più sviluppato del Paese;

o Capodichino è situato in una zona a “bassa densità” aeroportuale, ma con ampio bacino di potenziali utenti e, dunque, con un rilevante potenziale di sviluppo.

Insieme hanno gestito, nel 2011, 34,2 Mpax, pari al 23% ca. del totale nazionale.

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F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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− F2i ha avviato la filiera aeroportuale entrando in società con particolari know-how e track record e con ampie prospettive di crescita:

o con Gesac, F2i «ha riportato in Italia» gli importanti cash flow prodotti dalla società, per destinarli alla crescita e allo sviluppo;

o con SEA, F2i ha colto l’esigenza del Comune di Milano di vendere asset strategici per il Paese per ridurre i propri debiti, evitando, anche in questo caso, che finissero in mani straniere;

− l’obiettivo, di lungo periodo, è promuovere lo sviluppo, infrastrutturale e di business, la razionalizzazione, ed il conseguimento di adeguati livelli di redditività, con benefici anche sull’indotto e sul tessuto socio-economico;

− F2i sta perseguendo una strategia di investimento volta alla creazione di un network di aeroporti: dunque, una strategia di “rete nazionale” anzichè di “pista”, che favorisca un processo di aggregazione, la soppressione di scali inutilizzati e l'offerta di un format aeroportuale riconoscibile, moderno e di qualità;

− altre possibili privatizzazioni nel settore rappresentano dei driver di sviluppo a breve di tale strategia, stante l’azionariato a prevalente presenza pubblica di molti aeroporti. F2i sta lavorando, in particolare, su altri importanti scali nazionali (tra cui Cagliari, Genova, ecc.).

AEROPORTI

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TLC

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TLC

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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− Metroweb, nata nel 1997, è la società, controllata da F2i, che possiede la più grande rete urbana in fibra ottica a livello europeo, con infrastrutture (dotti) per ca. 3.270 km (corrispondenti a ca. 324.000 km di fibra).

− La società opera come dark fibre provider (fornitore di fibra spenta), affittando l’infrastruttura ad operatori TLC che provvedono poi, autonomamente, ad implementare i propri servizi di connessione a valore aggiunto.

Infrastructure Dark Fibre Connectivity WEB IP-TV Wireline -Wireless

Business Residential

Telecom Operators and Service Providers End Users

Infrastructure Dark Fibre Connectivity WEB IP-TV Wireline -Wireless

Business Residential

Telecom Operators and Service Providers End Users

Catena del valore nel settore della fibra ottica

− Metroweb ha generato nel 2011 ricavi per ca. 56 M€, con una marginalità operativa dell'80% ca.. La società occupa 34 dipendenti.

− L’utenza di Metroweb, attraverso Fastweb, è stata, inizialmente, di tipo business. Successivamente, anche grazie ai professionisti, che si sono dotati di connessioni domestiche veloci per l’home working, l’offerta si è estesa all’utenza consumer.

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TLC

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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− Metroweb è stata il “motore” della posizione d’avanguardia raggiunta da Milano nel settore della fibra ottica urbana (città più cablata d'Europa). Per 10 anni Milano è stato l’unico, isolato faro mondiale delle reti di nuova generazione.

− Ma il resto dell'Italia è, in realtà, in coda agli altri Paesi europei per diffusione dell'Ultra Broad Band (e non può nemmeno avvalersi di tecnologie alternative alla fibra, come la cable TV, largamente disponibile in altri Stati):

% case passed in fibra ottica

L'attuale arretratezza tecnologica dell'Italia è, in gran parte, imputabile all'operatore incumbent, che dovrebbe essere il motore dello sviluppo della rete e che, invece, è impastoiato nei debiti derivanti da una cattiva privatizzazione!

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La privatizzazione di Telecom Italia

–Nel settembre 1997 viene effettuata la fusione tra STET e Telecom Italia. Il Ministero del Tesoro detiene il 45% del capitale post fusione.

–Sempre nel 1997 viene messo in vendita (tramite OPV e vendita diretta) il 35% ca. del capitale per ca. 13 Mld €.

–Un “nocciolino duro”, che detiene appena il 6,6% delle quote, guidato da IFIL (FIAT) (con solo lo 0,6%!), prende il controllo dell’azienda e ne cambia i vertici.

–Questa, tra le grandi privatizzazioni esaminate, è la meno redditizia per lo Stato: il rapporto EV/EBITDA, ad esempio, è 3,4x (contro 7,2x di ENEL e 5,4x di ENI).

–Successivamente la società passa più volte di mano (Colaninno, Pirelli, Telco, Telefonica), fino a caricarsi di debiti e a perdere il prestigio internazionale conquistato negli anni della STET.

–Lo Stato resterà in TI fino al 2002, attraverso la quota del 5,2% rimasta al Tesoro, e fino al 2006 attraverso la quota del 2,3% rimasta a Banca d’Italia.

TLC

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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Azienda Anno EV/EBITDA Prezzo/PNNuovo Pignone 1994 7,39x 2,90x

ILVA 1995 4,03x 1,17xENI (media 5 tranche) 1995 - 2001 5,40x 2,10xENEL (solo 1a tranche) 1999 7,20x 3,00x

Telecom Italia 1997 3,40x 1,70xAutostrade 1999 9,40x 4,50x

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La privatizzazione di Telecom Italia

–Le successive operazioni di leverage buy-out su Telecom portano ad un’”esplosione“ del debito, che dura tuttora:

Telecom Italia è, fra le grandi, l’unica privatizzazione veramente mal riuscita, anche in seguito alla reiterata fiducia concessa a investitori privati che, invece, hanno “massacrato” la società con i debiti. Tali debiti impediscono oggi alla società di sviluppare la propria rete e di far crescere il Paese!

TLC

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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Acquisizione Colaninno e

“Capitali Coraggiosi”

0,7

1,5 1,6

2,4 2,3

2,0

3,2

2,93,2 3,1 3,1

2,82,5

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

3,5

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Telecom Italia – Andamento Posizione Finanziaria Netta / EBITDA

Acquisizione Olimpia

(Pirelli e altri)

Ingresso Telefonica

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TLC

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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− Con Metroweb F2i ha riportato in Italia un altro asset strategico (utilizzato come cash-cow dai precedenti soci stranieri) rimettendone i flussi di cassa a servizio dello sviluppo (sostenuto anche con equity e con un debito equilibrato).

− F2i intende fare leva sull`eccellente qualità delle infrastrutture di Metroweb, sul patrimonio tecnologico e sul management.

− L’obiettivo è sviluppare un progetto di lungo termine nel settore delle infrastrutture TLC a banda larga a Milano e in altre città del Paese (partendo da quelle economicamente avanzate, perché solo lì nasce l’esigenza di utilizzo).

− La società potrebbe diventare, da campione metropolitano, il campione nazionale del settore, e fungere da polo aggregatore per altre reti esistenti. F2i sta già operando attivamente in tal senso, finalizzando operazioni a Genova, Bergamo e Brescia.

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Autostrade

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AUTOSTRADE

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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− Il settore autostradale italiano è piuttosto chiuso a nuovi player, per la presenza di due grandi operatori privati (Atlantia, e Gavio) e di numerose concessionarie pubbliche:

o gli assi longitudinali sono gestiti dal Gruppo Atlantia;

o le principali autostrade del Nord – Ovest sono gestite dal Gruppo Gavio;

o nel Lombardo – Veneto le concessionarie fanno, spesso, capo ad azionariati pubblici molto frammentati;

o il Sud (SA – RC, Autostrade Siciliane) è caratterizzato da una gestione diretta da parte dell’ANAS.

Rete autostradale italiana

Altri gestori

Le concessionarie pubbliche, in particolare, sono caratterizzate da una pluralità di soci (spesso senza uno stakeholder di riferimento), con problematiche differenziate, che finiscono col condizionarsi a vicenda.

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AUTOSTRADE

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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− F2i è presente nel settore già dal 2008, attraverso una quota del 26% ca. di Infracis.

− Infracis è una holding che detiene partecipazioni in importanti concessionarie autostradali del Nord-Est: Autostrada del Brennero; Autostrada BS-PD; Autovie Venete; Autocamionale della Cisa.

Rete autostradale Infracis

Rete autostradale altre concessionarie

− Tali concessionarie rappresentano una rete interconnessa nel Lombardo-Veneto, che si estende per ca. 780 km (pari al 14% ca. della rete a pedaggio).

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AUTOSTRADE

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiere

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− Infracis ha rappresentato per F2i un entry point nel settore autostradale, con lo scopo di cogliere opportunità di ulteriori acquisizioni di quote di terzi delle 3 autostrade in portafoglio o di altri asset.

− Altre partecipazioni in importanti asset strategici esistenti potranno, dunque, essere assunte, con l’obiettivo di creare un nuovo player nazionale, privato ma istituzionale, e di stimolare la logica di “rete”.

− F2i si candida ad essere il socio privato di riferimento per quelle concessionarie (in particolare in zone industrialmente strategiche del nostro Paese, quali il Lombardo – Veneto) caratterizzate ancora da un azionariato molto frammentato e da forte presenza pubblica, assicurando una gestione industriale.

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Vito Gamberale55

Sviluppo di nuove filiere

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Vito Gamberale

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiereSviluppo di nuove filiere

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− Oltre a quanto già fatto, F2i potrebbe ancora avviare una/due nuove filiere, sempre con la logica di investire in infrastrutture italiane esistenti.

− L’attuale situazione economico-finanziaria del Paese fornisce un contesto particolarmente favorevole al continuo presentarsi di opportunità di investimento per F2i, in particolare:

o privatizzazioni delle infrastrutture detenute/gestite dagli Enti Locali;

o spin-off di reti da parte delle multiutility;

o cessioni di asset infrastrutturali non core da parte di grandi Gruppi industriali;

o processi di razionalizzazione e concentrazione settoriale obbligati da decreti ministeriali appena emanati (ad es. ATO nella distribuzione del gas e nel settore idrico);

o necessità di upgrade ed efficientamento dell’infrastruttura che porta a cambiamenti nell’assetto proprietario (banda larga, torri TLC, acqua, WTE);

o fabbisogno di capitale da parte di infrastrutture esistenti per finanziare importanti nuove opere (autostrade).

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Vito Gamberale57

− Un esempio di nuova filiera in cui F2i potrebbe investire è la gestione dei rifiuti (attività di raccolta, trattamento, smaltimento e recupero energetico).

− Il mercato nazionale dei rifiuti presenta un elevato livello di polverizzazione: nel 2011, i primi 9 operatori hanno gestito, infatti, soltanto il 7% dei volumi complessivi.

Rifiuti

Principali operatori nel mercato italiano per volumi smaltiti (dati 2011)

− Al contrario, nel mercato europeo del waste management e, in particolare, in Francia, Germania e Regno Unito, sono presenti operatori di notevoli dimensioni (Veolia, Remondis, Sita Suez, Biffa).

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiereSviluppo di nuove filiere

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− E’ ragionevole assumere che il mercato italiano tenderà ad una concentrazione analoga a quella dei Paesi vicini, per superare l'attuale inefficienza e le continue emergenti ambientali che essa provoca (Napoli, Palermo, Lazio, ecc.)

− Nel corso degli ultimi due anni, F2i ha più volte cercato un entry point nel settore, analizzando diverse opportunità non andate a buon fine (HeraAmbiente, Acegas, impianti del Gruppo Marcegaglia).

− Attualmente il Fondo sta valutando l'acquisto di un'importante quota di Iren Ambiente (5° operatore nazionale), attiva nel settore con 2 impianti WTE, una discarica e 16 impianti di trattamento.

− F2i ed Iren vorrebbero promuovere la crescita della società a livello italiano, facendone un "campione nazionale" che possa operare sul mercato da leader, insieme ad Hera ed A2A (attuali leader del settore).

− Tra le opportunità di crescita per linee esterne, i progetti più concreti riguardano realtà già consolidate, ma anche caratterizzate da importanti piani di revamping e di sviluppo di nuovi siti.

Rifiuti

F2i e lo sviluppo delle reti e delle filiereSviluppo di nuove filiere

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Conclusioni

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– F2i nasce come uno strumento di investimento, privato ma istituzionale, per aggregare le infrastrutture esistenti in filiere, in modo da assicurare alle partecipate:

o efficienza operativa;

o gestione finanziaria equilibrata, evitando l’impoverimento delle società con indebitamenti esagerati e maxi-dividendi straordinari;

o focus sullo sviluppo, grazie al reinvestimento di buona parte dei cash flow generati nel potenziamento degli asset e delle reti gestite.

Conclusioni

In un periodo in cui la finanza pubblica è una risorsa estremamente scarsa, il gap infrastrutturale – quantitativo e tecnologico - può essere colmato con il modello proposto da F2i: utilizzare le risorse derivanti da una gestione efficiente delle infrastrutture esistenti per finanziare lo sviluppo di nuove opere.

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Vito Gamberale61

– L'efficacia del lavoro svolto da F2i è dimostrata dal fatto che il Fondo ha praticamente esaurito la propria dotazione in anticipo sul termine minimo dell’investment period.

– Tutto ciò è avvenuto pur avendo operato con grande cautela, al fine di evitare operazioni affrettate, in un momento di forte incertezza e di progressivo aggravamento della crisi internazionale.

Conclusioni

Questo risultato ha spinto F2i a lanciare un nuovo Fondo, che le permetterà di proseguire la propria opera.

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Vito Gamberale62

− In particolare, il nuovo Fondo permetterà ad F2i di:

o rafforzare la propria presenza nelle partecipazioni già in portafoglio (aumenti di capitale a supporto dello sviluppo, acquisto quote di altri soci, ecc.);

o intervenire con nuovi investimenti nelle filiere già avviate, al fine di proseguire il processo di creazione di Gruppi infrastrutturali leader nel proprio settore;

o avviare nuove filiere, approfittando anche delle opportunità di investimento determinate dall’attuale situazione economico-finanziaria del Paese;

per fare:

di tanti nodi piccoli dei grandi nodi;

di taluni rami secchi degli alberi adeguati.

Conclusioni