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Anno VI n. 33 / Estate 2017 della comunità della comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna Nelle pagine interne -in seconda: Il “vizietto” della chiacchiera Un anno per e con le famiglie -in terza: Chiedete e vi sarà dato La gioia del perdono Letto per voi/ A che serve avere le mani pulite... -in quarta: Grazie di cuore a tutti! Le dichiarazioni delle parti nel M.P. Mitis Iudex Voce… della comunità via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado, Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli, Vito Giannelli, Rocco Barbalinardo, Giovanni Capotorto, Marina Capodiferro, Marida Donvito Vieni a trovarci e a leggerci on line su http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com e su http://www.upgo.org/upgov1/ Pagina 1 Don Mimì Miei cari, vacanze da “vacatio” significa libertà...ma io mi libererò mai di voi ...o almeno di qualche brontolio di troppo?!? Ps...ps...ps...ps...ps...ps... . Che le vacanze sono cominciate o continuano, ce ne siamo accorti. La chiesa si è svuotata e non solo per- ché sono finite le prime comunioni e le cresime, ma perché ci sono tante attrazioni. Si ha l'impressione (e magari fosse soltanto un'impressione!) che si mandi in ferie anche Dio: poca gente alle messe domenica- li, alle eventuali iniziative di preghiera, a qualche fu- gace catechesi, al servizio della carità. Su via Roma però si montano palchi per far musica e invitare la gente a ballare. Che bello! Questa si che è vita! Scattano dei meccanismi che si intrecciano, senza distinguere il necessario dal dilettevole. Se chiedete a quei pochi genitori, che ancora vanno in chiesa, perché i loro figli non vengono a messa in questo tempo vi rispondono: "Sa, si è in vacanza, i figli sono a casa, dormono di più, e poi, devono di- vertirsi, no? La domenica andiamo al mare". Insomma, per intenderci: finita la scuola, deve finire "necessariamente" anche il catechismo, e, se finisce il catechismo, deve finire o viene sospesa "logicamente" anche la partecipazione alla messa. La fede assume i ritmi delle stagioni. In chiesa rimane solo il piccolo resto d'Israele, che sostiene la situa- zione, ma potremmo anche dire che c'è qualche cosa nell'educazione e nella convinzione religiosa che non funziona, se queste sono le conclusioni che si tirano, all'arrivo dell'estate, ma si potrebbe anche dire la stessa cosa per gli altri tempi dell'anno: festivi- scolastiche, ponti di vacanze. Non facciamoci illu- sioni! E' vero che molti vanno a trascorrere le vacanze in altre località e chi vuole può andare a messa là dove si trova. Ma provatevi a chiedere ai ragazzi o anche agli adulti se sono andati a messa, quando si trova- vano fuori in vacanza. Sentirete le risposte: "Non c'e- ra tempo, la chiesa era lontana, avevamo gli amici, eravamo al camping, non sapevamo dov'era la chie- sa...". C'è da chiedersi quanto valga allora tutto lo sforzo che mettiamo nel catechismo dei bambini e dei ra- gazzi (che prendono poi esempio dai loro genitori!) per formarli alla vita cristiana se, appena arriva l'esta- te, si molla tutto e... si mette Dio all'angolo! La vita cristiana si scioglie nell'acqua del mare, aspettando settembre o ottobre per l'inizio del nuovo anno cate- chistico e ripetere la stessa musica.. Capisco che anche i cristiani hanno il diritto e il biso- gno di andare in ferie, ma la fede non può permetter- si le ferie! Gesù ha detto: "Senza di me non potete far nulla". L' Angolo di Don Giuseppe Vacanze all'ombra di Dio Lo diceva (già!) Don Milani -Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri. -Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande “I ca- re”. E’ il motto intraducibile dei giovani americani migliori. “Me ne importa, mi sta a cuore”. E’ il contrario del motto fascista “Me ne frego”. -E allora il maestro deve essere per quanto può, profeta, scrutare i “segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ra- gazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso. -Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti so- vrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che biso- gna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto. -Non mi ribellerò mai alla Chiesa perché ho bisogno più volte alla settimana del perdono dei miei peccati e non sa- prei da chi altri andare a cercarlo quando avessi lasciato la Chiesa. sembrano scritte solo ieri!

Voce Estate 2017 - UPGO.org Estate 2017.pdf · figli sono a casa, dormono di più, e poi, devono di-vertirsi, no? La domenica andiamo al mare". Insomma, per intenderci: finita la

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Anno VI n. 33 / Estate 2017

della comunitàdella comunità Parrocchia Santa Lucia - Gioia del Colle - BA Bollettino parrocchiale a diffusione interna

Nelle pagine interne -in seconda: Il “vizietto” della chiacchiera Un anno per e con le famiglie -in terza: Chiedete e vi sarà dato La gioia del perdono Letto per voi/ A che serve avere le mani pulite... -in quarta: Grazie di cuore a tutti! Le dichiarazioni delle parti nel M.P. Mitis Iudex

Voce… della comunità

via Buonarroti 29 - 70023 Gioia del Colle Redazione: don Giuseppe Di Corrado,

Vito Buttiglione, Francesco Giannini, Vito Sportelli, Vito Giannelli, Rocco Barbalinardo, Giovanni Capotorto,

Marina Capodiferro, Marida Donvito Vieni a trovarci e a leggerci on line su

http://parrocchiasantaluciagioiadelcolle.blogspot.com e su http://www.upgo.org/upgov1/ Pagina 1

Don Mimì

Miei cari, vacanze da “vacatio” significa libertà...ma io mi libererò mai di voi

...o almeno di qualche brontolio di troppo?!?

Ps...ps...ps...p

s...ps...ps...

.

Che le vacanze sono cominciate o continuano, ce ne siamo accorti. La chiesa si è svuotata e non solo per-ché sono finite le prime comunioni e le cresime, ma perché ci sono tante attrazioni. Si ha l'impressione (e magari fosse soltanto un'impressione!) che si mandi in ferie anche Dio: poca gente alle messe domenica-li, alle eventuali iniziative di preghiera, a qualche fu-gace catechesi, al servizio della carità. Su via Roma però si montano palchi per far musica e invitare la gente a ballare. Che bello! Questa si che è vita! Scattano dei meccanismi che si intrecciano, senza distinguere il necessario dal dilettevole. Se chiedete a quei pochi genitori, che ancora vanno in chiesa, perché i loro figli non vengono a messa in questo tempo vi rispondono: "Sa, si è in vacanza, i figli sono a casa, dormono di più, e poi, devono di-vertirsi, no? La domenica andiamo al mare". Insomma, per intenderci: finita la scuola, deve finire "necessariamente" anche il catechismo, e, se finisce il catechismo, deve finire o viene sospesa "logicamente" anche la partecipazione alla messa. La fede assume i ritmi delle stagioni. In chiesa rimane solo il piccolo resto d'Israele, che sostiene la situa-zione, ma potremmo anche dire che c'è qualche cosa nell'educazione e nella convinzione religiosa che non funziona, se queste sono le conclusioni che si tirano, all'arrivo dell'estate, ma si potrebbe anche dire la stessa cosa per gli altri tempi dell'anno: festivi-tà scolastiche, ponti di vacanze. Non facciamoci illu-sioni! E' vero che molti vanno a trascorrere le vacanze in altre località e chi vuole può andare a messa là dove si trova. Ma provatevi a chiedere ai ragazzi o anche agli adulti se sono andati a messa, quando si trova-vano fuori in vacanza. Sentirete le risposte: "Non c'e-ra tempo, la chiesa era lontana, avevamo gli amici, eravamo al camping, non sapevamo dov'era la chie-sa...". C'è da chiedersi quanto valga allora tutto lo sforzo che mettiamo nel catechismo dei bambini e dei ra-gazzi (che prendono poi esempio dai loro genitori!) per formarli alla vita cristiana se, appena arriva l'esta-te, si molla tutto e... si mette Dio all'angolo! La vita cristiana si scioglie nell'acqua del mare, aspettando settembre o ottobre per l'inizio del nuovo anno cate-chistico e ripetere la stessa musica.. Capisco che anche i cristiani hanno il diritto e il biso-gno di andare in ferie, ma la fede non può permetter-si le ferie! Gesù ha detto: "Senza di me non potete far nulla".

L' Angolo di Don Giuseppe

Vacanze all'ombra di Dio

Lo diceva (già!) Don Milani -Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da

un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri.

-Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande “I ca-re”. E’ il motto intraducibile dei giovani americani migliori. “Me ne importa, mi sta a cuore”. E’ il contrario del motto fascista “Me ne frego”.

-E allora il maestro deve essere per quanto può, profeta, scrutare i “segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ra-gazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso.

-Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti so-vrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che biso-gna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto.

-Non mi ribellerò mai alla Chiesa perché ho bisogno più volte alla settimana del perdono dei miei peccati e non sa-prei da chi altri andare a cercarlo quando avessi lasciato la Chiesa.

sembrano scritte solo ieri!

Pag.2

Il "vizietto" della chiacchiera

"Chiacchiere da bar", "Chiacchiere da bar-

biere", "Voci di corridoio"… e poi facebo-

ok, Twitter, Whatsapp… e chi più ne ha

(nel vero senso della parola!) più ne met-

ta!. Sociologi, psicologi e…orologi (che

c'entrano gli orologi, domanderà qualcu-

no?)! C'entrano, c'entrano, rispondo io! Vi

siete mai accorti come si “vendicano”,

allorquando ti vedono con un computer,

tablet o smartphone? Di come impietosa-

mente ti sbattono in faccia il tempo che

perdi… (ops, volevo dire: che passa?)

Dunque, dicevo... Ah sì! Sociologi, psicolo-

gi e orologi ne hanno parlato non poco.

Qui ho voluto mettere solo il parere degli

orologi, perché – poverini! – già ampia-

mente soppiantati nel loro proprio servizio

da telefonini, computer e dai succitati

smartphone, se la potrebbero prendere! E,

come ho altresì dimostrato, potrebbero

giocarti brutti scherzi. Per quanto, anche i

sociologi e gli psicologi ci mettono del

loro…Comunque, a prescindere dai pareri

dati a destra e a manca da Soloni e Carne-

adi vari (giusto per alzare il livello del di-

scorso!), ci piace “far chiacchiere” e lo

facciamo volentieri. E fin qui non ci sareb-

be niente di male. Se, nel gioco delle

chiacchiere non fosse presente un

"vizietto" (chiamiamolo pure così: pare

che sia chic!) un po' particolare, di cui non

possiamo fare a meno: quello che una vol-

ta si chiamava "pettegolezzo" e che oggi

che siamo più evoluti e abbiamo più espe-

rienza, chiamiamo "gossip", spacciandolo

per “buona informazione". E qui l'immagi-

nazione corre (ahi come corre!) alle coper-

tine patinate. No, non è di questo che vo-

glio parlare! È un mondo troppo “serio”

per occuparcene su quattro fogli di Parroc-

chia. Quello di cui ci occupiamo è assai

più “dozzinale”. Verrebbe voglia di chia-

marlo "Gossip di Parrocchia"…ma,ahimè,

credo che mi troverei ad inventare, mio

malgrado, un nuovo soggetto sociologico!

Chissà, potrebbero venire i “mandarini”

dei “giornaloni” ad intervistarmi, a fotogra-

farmi… Vabbè, facciamo una cosa…che

rimanga tra noi: lo dico soltanto ai miei

affezionati fratelli… o no? O magari si po-

trebbe dirlo solo a qualche amico fidato…

ma veramente fidato…Ma, che cos'è que-

sto "Gossip di Parrocchia"? Come funzio-

na? Ascoltate: si parte da un fatto appa-

rentemente neutro e casuale, magari un

comportamento o una scelta di qualcuno

(ovviamente per dovere di carità non entro

nei particolari, ma la casistica può essere

ampia e varia!). Si parte dal Parroco e si

finisce magari all'ultimo bambino battezza-

to, che, nella sua innocenza, ha ardito sor-

ridere a quella persona che proprio ci sta

sullo stomaco (e ciascuno ha sicuramente

qualche altro a cui si può riferire!), per poi

allargare gli orizzonti spazio-temporali, e la

circostanza che abbiamo chiamato casua-

le, ma che il più delle volte era uno scam-

polo già confezionato, per mostrare la no-

stra esperienza di “taglio e cucito”, ed ec-

co un abito bello e pronto per “quella” per-

sona! E il fatto è che non è neppure un

abito tagliato su misura, ma è uno straccio

raffazzonato , che mostra tutti i difetti dell’-

altro senza metterne in evidenza la sua

naturale eleganza, la sua bellezza nascosta

da quel lieve o pesante difetto, ma i difetti

degli altri, si sa, sono travi!

Rocco Barbalinardo

E' indubbio che una delle Istituzioni della nostra società maggiormente in crisi è la fa-miglia. L'ha ben presente Papa Francesco il quale il 19 marzo 2016, durante il Giubileo Straor-dinario della Misericordia, dava alle stampe l'Esortazione Apostolica Postsinodale " Amoris Laetitia ". Anche le nostre Parrocchie, facendosi portavoce del bisogno di coinvolgere le fami-glie nell'educazione civile, morale e religiosa della società, hanno messo in campo una serie di iniziative rivolte alle famiglie di Gioia. Si è partiti il 20 novembre 2016 con la celebrazione della " Festa della Famiglia ", a chiusura del Giubileo della Misericordia, con una messa nelle rispettive parrocchie e la successiva benedizione delle famiglie in Piazza Plebiscito, con lancio di palloncini. Il 13 gennaio 2017 sempre a cura dei referenti parrocchiali per la pastorale familiare, si è tenuto un incontro cittadino nel cinema Sacro Cuore sul tema " La famiglia creazione dell'uomo o progetto di Dio? Sono intervenuti l'avv. Gianfranco Amato e il cantante Giuseppe Povia. Il mese di marzo ha avuto luogo una Via Crucis per le famiglie, animata dalle stesse, e una Via Crucis per giovani e ragazzi.

Il 23 aprile presso la parrocchia del Sacro Cuore si è tenuto un ritiro per le famiglie sul tema: " Dall'Eucarestia dome-nicale alla quotidianità della vita familiare ". Sono stati i primi passi per cercare di recuperare le famiglie al loro ruolo fondamentale all'interno della società e della Chiesa locale, ai quali dovranno necessariamente seguire altri momenti tesi ad andare incontro ai vecchi e nuovi biso-gni e alle povertà delle famiglie, così come emerso dai questionari distribuiti nello scorso anno nelle varie parrocchie. Francesco Giannini

Un anno per e con le famiglie

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Cronache catechistiche

La gioia del perdono Lo scorso 28 maggio circa 60 bambini di terza elementare hanno celebrato il sacramento della riconciliazione. I genitori e i familiari sono stati vicini ai loro figli e hanno condiviso con loro la gioia del perdono. Ogni cammino è terreno fertile di apprendimento non solo da piccoli, ma anche da adulti. Preparare i bambini all’amore e al timore di Dio è servito anche a me, per mettere alla prova la mia pazienza e la mia fede, quella fede che spesso si è

nutrita delle risposte dei “piccoli”. La cura e l’attenzio-ne dedicate a questi bambini mi hanno fatto venire in mente che ai miei tempi le cose non andavano proprio così e que-sto non ha permes-

so a quelli della mia generazione di avere un ricordo preciso e soprattutto gioioso della “prima confessio-ne”. Per questo si è lavorato sui simboli, affinché i bambi-ni possano ricordare. Ad ognuno di loro è stato affi-dato un cero in ricordo della luce dello Spirito, che li ha avvolti nel momento del loro Battesimo. Alla fine della celebrazione ho pregato con queste parole:” Ecco, Gesù, li ho condotti a te con perseveranza, con fatica, ma senza mai mollare. Spero di aver seminato il desi-derio di conoscerTi e incontrarTi. Fa’ che il tuo Spirito continui ad illumina-re loro e me oggi è sempre”. Marina Capodiferro

Letto per voi/A che serve avere le mani pulite se si tengono in tascaDon Lorenzo Milani/Editore Chiarelettere

Un libro poco conosciuto di don Lorenzo Milani, che include le lettere degli ultimi anni, periodo in cui il sacerdote fiorentino era sotto processo per apologia di reato dopo la polemica con i cappellani militari riguardo all’obiezione di coscienza, tra cui quella più nota come Lettera ai giudici o “L’obbedienza non è più una virtù”. Una lettura utile per conoscere meglio questo sacerdote controverso, tornato attuale dopo la recente visita di papa Francesco a Barbiana in occasione del cinquantenario della sua morte e le dichiarazioni del card. Betori, decisamente contrario all’apertura di un processo canonico per la sua beatificazione. Poco importa se la frase provocatoria che dà il titolo al libro sia davvero sua o più pro-babilmente di don Primo Mazzolari; in queste parole è ben riassunto il suo pensiero, l’impegno per gli altri e il suo modo di essere fuori dagli schemi, rimanendo sempre comunque fedele alla chiesa. Il testo è stato pubblicato recentemente anche in ebook con il titolo “La scuola della disobbedienza”. Lector in fabula

Gesù spesso ci invita alla preghiera, fornendoci nelle parabole esempi di persone salvate per la loro fede e le loro richieste a volte insisten-ti, quasi moleste. Ci ha fornito nel Padre nostro

un esempio delle cose essenziali da chiedere al Padre: il pane quotidiano, il perdono dei peccati e l’aiuto per vincere le tentazioni. Richieste che hanno un senso so-lo dopo aver riconosciuto l’importanza di Dio Padre nella nostra vita e aver scelto di affidarsi a Lui. Come esseri umani però a volte abbiamo difficoltà a rivolgerci a un essere superiore che non vediamo, pre-feriamo avere degli “intermediari” più al nostro livello, uomini e donne che prima di noi hanno vissuto il cam-mino verso la santità. Niente di male in questo, solo che molto spesso dimen-tichiamo Gesù per rivolgerci alla Madonna o ai vari san-ti, facciamo il segno della croce davanti a ogni statua o quadro religioso presente in chiesa e poi non degnia-mo di uno sguardo il Santissimo o il Cristo crocifisso per noi. Le nostre richieste, il nostro modo di pregare, le nostre parole sembrano a volte solo un’esaltazione di noi stessi e dei nostri desideri. Abbiamo la pretesa di dover essere esauditi per la nostra bravura o le nostre buone azioni piuttosto che affidarci alla volontà del Padre e alla sua misericordia. Nel paese delle raccomandazioni facili persino pregare un santo assume a volte il sapore di una contrattazio-ne, della ricerca di una corsia preferenziale per la santi-tà, fino a diventare sospetto, quasi illecito. La richiesta di una grazia, di un aiuto per sé o per i propri familiari viene vissuta egoisticamente come se fosse una prati-ca da sbloccare grazie a un aiuto dall’alto e non un do-no della bontà di Dio. Gianni Capotorto

Chiedete e vi sarà dato

Pag. 4

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Una delle novità della riforma del processo matrimoniale canonico introdotta dal M.P. Mitis Iu-dex concerne il valore probatorio delle dichiarazioni delle parti. Infatti, il can. 1678§ 1 prevede: “Nelle cause di nullità del matrimonio, la confessione giudiziale e le dichiarazioni delle parti, so-stenute da eventuali testi sulla credibilità delle stesse, possono avere valore di prova piena, da valutarsi dal giudice, considerati gli indizi e gli ammennicoli, se non vi siano altri elementi che le confutino”. Vi è infatti, in tutto il provvedimento pontificio un voler favorire la partecipazione di entrambi i coniugi le cui dichiarazioni non sono più considerate l’inizio della prova, come sinte-tizzava la formula stereotipata della giurisprudenza della Rota Romana, ma piuttosto diventa centrale. Le prove testimoniali o confessione stragiudiziale, diventano di contorno. Tuttavia, non viene meno il tradizionale controllo della credibilità delle dichiarazioni delle parti attraverso il confronto con le circostanze della vicenda, cioè i fatti oggettivi accaduti: la durata del fidanza-mento, la durata della vita matrimoniale, la qualità della relazione affettiva ecc. Inoltre, nel dispo-sitivo si fa cenno ai testi di credibilità. Chi sono costoro? Sono i pastori d’anime: il parroco, il cappellano militare ecc. Perchè sono stati citati? Perché con questo provvedimento si è cerca-to di avvicinare il foro interno con il foro esterno. Se non vi è la volontà di iniziare una revisione di vita e dunque se non si è in contatto costante con il proprio pastore, non vi è la credibilità necessaria per poter raggiungere la certezza morale da parte dei giudici ovvero il grado di cer-tezza intermedio tra la certezza assoluta e la probabilità, quel grado di certezza che, fin dal Pio XII, il foro canonico richiede. Vito Giannelli

Di fronte al bene che la Provvi-denza ci elargisce di anno in an-no e di momento in momento non è possibile rispondere che con due atteggiamenti: il pianto e il ringraziamento. Il pianto può es-sere di gioia o di pentimento per le nostre inadeguatezze e di rico-noscenza per averci fatto ogget-to, benché indegni, della Sua infi-nita misericordia; il ringraziamen-to è un doveroso riconoscimento della Sua munificenza. Munificen-za che passa anche attraverso la vicinanza di chi ci vuol bene e si fa prossimo sulle nostre strade, perché l'amore ricevuto va dona-to. Solo così si moltiplica e diven-ta in grado di portare frutto. En-trando più nel particolare, queste poche righe per dire che, insieme al Signore, e dopo di Lui (ci man-cherebbe!), sentiamo il dovere di ringraziare chi ci ha permesso, con la sua generosità, di essere una presenza costante e proficua. Non si vorrebbero qui fare i titoli di coda o l'elenco di chi ha parte-cipato alla realizzazione del film

"Caritas Santa Lucia" (anche per-ché le vacanze non devono se-gnare la fine del film, ma, per così dire, la pausa pubblicitaria o l'in-tervallo per permetterci di ritem-prare l'attenzione e la concentra-zione), bensì esprimere un senti-mento di vicinanza e di amicizia a chi è stato nostro compagno di viaggio (come le sorelle del Grup-po Vincenziano) e a chi, a sua volta, ci ha avuto compagni di viaggio. È quasi, diremmo, il biso-gno materiale di meravigliarci di fronte al gesto di chi unisce la liturgia celebrata al gesto concre-to di abbracciare la "carne di Cri-sto" nei poveri (Papa Francesco) come ci è stato mostrato dalla Confraternita del Purgatorio con il suo dono in occasione della fe-sta di un santo dell'amore a Cri-sto e all'uomo come fu Antonio di Padova. È l'auspicio che la colla-borazione sporadica di qualcuno – pensiamo, per esempio, ai gio-vani che hanno collaborato con noi alla raccolta di generi alimen-tari nei supermercati – possa di-

ventare più continuativa. Con il desiderio, magari, di conoscere, attraverso altre collaborazioni, un po' meglio il territorio per poter intervenire su quei bisogni non sempre manifestati. Nell'augurare a tutti buone vacanze, dunque, nasce dal profondo del cuore un senso vero di gratitudine che, crediamo, comprenda anche i no-stri assistiti, dei quali emoziona sempre l'udire la parola "Grazie!" o frasi ancora più incisive come quella di chi ci ha detto "Ci avete cambiato la vita!". Rocco Barbalinardo per il Gruppo Caritas

Grazie di cuore a tutti!

L' ANGOLO DEL D. V.

Le dichiarazioni delle parti nel M. P. Mitis Iudex