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Testi ed edizione: S. Zaenker e D. Weber (Germania), F. Didonna, G. Ragone, V. Balestra, M. Goldoni, Fotografie: K. Bogon (Germania), V. Balestra, E. Lana, F. Maurano
Gli organismi “amanti delle grotte” (gli eutroglofili) hanno costruito popolazioni stabili in ambienti sotterranei, oltre che in superficie.
DiDi particolare interesse sono i cosiddetti “veri” organismi di grotta (troglobi), i quali vivono solo in ambienti sotto la superficie e presentano degli adattamenti specifici, come ad esempio la riduzione degli organi visivi o la perdita dei pigmenti.
Attualmente sono conosciute circa 3000 specie differenti di organismi nelle grotte in Italia.Quelle che entrano accidentalmente in una grotta vengono definite “ospiti della grotta” (troglosseni).Altre specie invece frequentano regolarmente le grotte durante alcuni periodi dell’anno - ad esempio i pipistrelli. Queste sono specie subtroglofile.
Per tutti gli organismi viventi, le grotte sono dei luoghi molto speciali. Il tratto più caratteristico è la mancanza della luce del sole.Quello che in un primo momento può sembrare uno svantaggio, ha in realtà anche i suoi lati positivi:
• Non c’è pericolo d’insolazione o disidratazione, e non occorrono strategie di mimetizzazione;•• Gli organismi di grotta non hanno la necessità di adattarsi ai cicli giornalieri o stagionali, a meno che la loro fonte di cibo non sia soggetta a tali cicli;• Le temperature sono costanti e non c’è pericolo di congelamento.
InIn Europa Centrale, la sfida più significativa per gli abitanti delle caverne è la scarsità di cibo, dunque questi organismi si sono adattati a tale condizione con la riduzione delle dimensioni corporee, movimenti lenti e metabolismo ridotto.
GliGli organismi di grotta sono molto sensibili ai cambiamenti ambientali. Pertanto una rigorosa protezione degli habitat sotterranei è essenziale.