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\x. 'iii METODO PER LA LETTURA CONTEMPORANEAMENTE ALLA SCRITTURA DI GIULIO GRAZIANI Insegnante nelle Scuole Comunali di Aquila Approvato dal Consi glio Provinciale Scolastico. Adottato nelle Scuole Munl olpall e private di Aquila. PARTE SECONDA = OOMPIMEliTO DEL SILL ABARIO Seconda Edizione - Aprile 1883 AQUILA Tipografia di B. Vecchioni. Prezzo Cent. 10.

x. METODO 'iii - Biblioteca di Filosofiabibliotecafilosofia.uniroma1.it/Fondilibrari/pedagogia/Opuscoli...\x. 'iii ~INSEGNARE METODO PER LA LETTURA CONTEMPORANEAMENTE ALLA SCRITTURA

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\x.

'iii ~INSEGNARE

METODO PER

LA LETTURA CONTEMPORANEAMENTE

ALLA SCRITTURA DI

GIULIO GRAZIANI Insegnante nelle Scuole Comunali di Aquila ~

Approvato dal Consiglio Provinciale Scolastico. Adottato nelle Scuole Munlolpall e private di Aquila.

PARTE SECONDA = OOMPIMEliTO DEL SILLABARIO

Seconda Edizione - Aprile 1883

AQUILA Tipografia di B. Vecchioni.

Prezzo Cent. 10.

, ALCUNI GIUDIZI

emessi sulla. seconda. edizione del Silla.ba.rio

COLLEGA O . .uussuro,

Prima d'ogni altro voglio rallegrarmi con te che sei giunto in si breYe tempo a far pubblicare del tuo Sillabario una seconda edizione : cio dichiara naturalmente esaurita la 1. • che, se non erro, era di ben 3000 copie. Un bravo dunque ai nostri colleghi che han voluto stimare il tuo, per qt:anto modesto, altrettanto utile e ben condotto lavoro.

Le modificazioni apportate in questa nuova ristampa mi piacciono molto; le trovo ottimo risultato dc' tuoi lodevoli studi sulla• buona di-dattica che (n'era tempo davvero) comincia a pigliar piede nelle nostre I scuole popolari. Per quanto io abbi3 lodato il metodo seguito nella' ~rima ' edizione, non posso non tener conto maggiore di quellQ. del la" seconda. Non presenta nuove difficoltà; ed ha il vantaggio di far raggiungere più facilmente la tanto sospirata contemporaneità dell' insegnamento del le~­gere e dello scrivere.

Trovo giusta la nuova graduata disposizione data alle lettere , do· vendosi iYi tener conto non delle difficoltà che esse presentano nella pronunzia, ma di quelle cui si va incontro nello scriverle , secondo la maggiore o minore semplicità della loro forma. Mettiamo dunque da parte la solita divisione delle lellere in l:lbiali, dentali ecc. l'alunno di sei anni non trova maggior ùifficoltà a pronunziare I' n anziché il b ma imparerà certo a scrivere piil facilmente la prima che la seconda.

Mi piace inoltre che con questo metodo l'alunno sia trattenuto per piil giorni nella stessa lettera, apprendendo prima le sillabe semplici dirette che le si riferiscono, poscia I e inverse, andando di mano in mano alle complesse ed alle composte. Non avverra per tal modo che i fan­ciulli confondano il suono di una consonante con quello della •ua affine, ed acquistino una scorretta pronunzia.

In una parola, lu bai modificato con molto accorgimenlo il tuo lavoretto; e questo, senza aver l'aria di cosa nuova, dà dci punti a molti &illabari che, prei;cntando solo un rimpasto di roba vecchia, nitro non · recano di nuovo che la stampa e la covcrtina. I

Sta sano, cd abbiti una stretta di ma uo dal tuo Aquila, 20 settembre l88j.

G. D'ANDREA

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METODO PEB r/~~eJ: YJJ{ h ,

INS EGNA RE LA LETTURA CONTEMPORANEAMENTE

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I Approvato dal Consiglio Provino I aie Soolastloo. Adottato nelle Scuole Munlolpali e private di Aquila.

PA.BTE SECONDA. - COMPIMENTO DEL SILLABA.RIO

Seconda Edizione - Aprile 1883

AQUILA Ti pografta di B. Vecchioni.

L'Autore inte11de ,qodere del privilegio accordato dalle vigenti leggi., avendo adempito a quanto esse prescrivono.

A MIA MOGLIE

MARIANNI NA IPPOLITI

MORTA IL V OTTOBRE MDCCCLXXXII

DEDICO

QUESTO MIO LA. VORE TTO

RICORDERÒ SEMPRE CON AFFETTO

LE CURE L ' Ai'10RE CH' ELLA. PONEVA.

NELL'EDUCARE I BAMBINI

=

w a u uzc: - ç a p u •+: , .,..._...,.""'""_,.

Voi faceste buon viso al mio Sillabario e perciò esaurii dentro un anno la prima edizione di esso eh' era di 3000 copie. Incoraggiato dalla vostra be­nevolenza in novembre ultimo ne feci tirare una seconda edizione di 5000 esemplari.

Ora vi offro It Compimento del Sillabario. Non vi meravigliate se in fronte ad esso si legge : Seconda Edizione, perchè appena avrete data una sfogliata a questo libriccino , vi accorgerete subito eh' esso contiene molti esercizi che si trovano nella pr ima edizione del mio Sillabario. Oltre a ciò ha un po' di lettUJ;a corrente: lettura che servirà a prepa­rare gli alunni che debbono passare nella sezione super iore della prima classe.

In qu osto Compimento e nel Sillabario ancora, potrete forse trovare dei difetti, perchè io al pari d'ogni mortale non sono infallibile; ma ove mai ve ne se or geste taluno , sia nella sostanza , sia ne'lla forma , ed aveste a propormi delle modifiche , vo­gliate pure francamente scrivermene, perchè io ve ne sarò grato, e ne trarrò ammaestramento per con­ciliare , se sia possibile , l' indole del mio Metodo -0oi validi consigli dei miei colleghi.

E intanto vivete tutti felici. Aquila, Aprile 1883.

Devotissimo GIULIO GRAZIANI

6 1.

·a, A; b, .B; e, C; d, D; e, E; f, F; g, G; h, H;i, I; l, L ; m, M; n, N; o, O; p, P; q, Q; r, R; S, S; t, T; u, U; V, v~· z, z.

Agesilao, Berenice, Cesare, Dorotea, Emilio, Faustina, Giulio, fl, Isabella, Licurgo, Marian­nina, Nestore, Olimpia, Pom;pili"o, Quinzio, Ro­saura, Silvio, Teod01·a, Ubaldo, Virginia, Zaira~

2.

a, A; b , B; e, C; d, D; e, E; f, F; g, G; h; H; i, I; I, L; m, M; n, N; o, O; p, P; q, Q; r, R; s, S; t, T; u, U; V, V; z, z.

Ancona, Bologna, Chieti, ·Do­modossola, Este, Firenze, Girgenti, H , Isernia , Livorno , ~1essina , Novara, Oristano, Palermo, Qui­stello, Rovigo, Solmona, Torino,. Urbino, Venezia, Zagarolo.

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· """'"' ~lo ~, ~nleiio a~~ne

4. ' si, ' .se, ' ne, dà, dì, là, lì.

' pero 'l'Olo volò filò sali salì

• mutò dono donò temè ti·ro . ' tiro

• •

am.ò peso ' peso ' poso merito . ' merito

· farò ripete . ' ripete . ' fiori fiorì .aiuto • ' fondo fondò .mori

'l Il filo si aggomitola. - Maria filò la lana.

Luigi è muto. - Anselmo mutò posto. - I mori sono uomini neri. - Ieri morì un mio amico. - l o poso il calamaio sul tavolino. -Arturo posò il libro sul banco. - lo aiuto i miei genitori. - Giannettino aiutò un povero cieco.

5.

Il corpo umano.

Il corpo umano può dividersi in tre parti principali, cioè: il capo o la testa, il tronco o il busto e le estremità.

La testa è quasi rotonda. Essa contiene il cranio, ove viene custodito il cervello, con· tiene ancora la nucca, la faccia e le tempie.

Nella testa si osservano: i capelli, la fronte, le orecchie, gli occhi, il naso, la bocca, le guance ed il mento.

Nella bocca si osservano: i denti fissi nelle gengive, il palato e la lingua.

Il busto o tronco comincia sotto il collo; e contiene: nella parte da vanti il petto, con le mammelle e le costole, ed il ventre con l' ombellico; ai lati i fianchi ; al di dietro la schi·ena.

Le estremità del corpo umano sono quatr tro: due superiori e due inferiori.

8 Le estremità superiori comprendono : le

spalle, le braccia, le avambraccia e le mani. In ciascuna mano si osservano cinque

dita, chiamate: pollice, indice, medio, anulare e mignolo.

Le estremità inferiori comprendono: le anche , le cosce, le ginocchia ; le gambe ed i pi.ed i.

6. Chi sei ·tu, bambino? - Io sono . . .. -

Tuo padre come si chiama? - Mio padre si chiama .... -E tua madre come ha nome?­Mia madre ha n·ome . . ... - Tuo padre che professione. arte o mestz'ere fa? - Mio padre fa ... - Dove sei nato?- Io sono qato in ... -Quanti anni hai? - Io ho ..... anni. - Dove abiti?- Io abito in via .... numero .. . . -Che scuola frequenti? - Io frequento la . . . -Quale è i'l nome del tuo maestro? - Il nome del mio maestro è .... - Chi è il Direttore delle scuole?-11 Direttore delle nostre scuole è ... - Come si chiama ·it nostro sindaco? - Il nostro sindaco si chiama . .. - E i·l Soprain­tendente &olastico Mum'cipale come si chiama? -Il Sopraintendente Scolastico Municipale si chiama .. .. Che nome ha i·z nostro Regi·o De. legato Scolastico? - Il nostro Regio Delegate> Scolastico ha nome .... -

9 7.

Giorni, Mesi, Stagioni ed Anno.

Il sole regola i giorni , le stagioni e gli anni.

Il gi'orno è di 24 ore. L' ora si divide in 60 minuti : dunque 30 minuti fanno mez­z' ora; 20 minuti un terzo d'ora ; 15 mz'nuti un quarto d' ora. Il giorno si divide in mat· tina, mezzo giorno, sera e notte.

Sette giorni formano una settimana. I giorni della settimana sono : Domenica, Lu­nedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, e Sabato.

I mesi delt anno sono 12: Gennaio, Feb­braio, Marzo, Aprile, Maggio, Giugno, Luglio, Agosto , Settembre , Ottobre , Novembre e Di­cembre. - Alcuni contano 30 giorni e altri 31 : Febbraio ne ha 28 : ma ogni quattro anni ne ha 29. L 'anno, che ha il F ebbraio di 29 giorni, si chiama anno bi'sestile.

L e massaie, nelle case dei contadini : sanno tutte a memoria, per comodo loro, la seguente quartina:

Trenta àì conta Novembre, Trenta April, Giugno e Settembre: Di ventotto ve n' ha uno, Tutti uli altri ne han trentmw1

10

L' anno comune é di trecentosessanta-. . . cmque g10r01.

Nell' anno abbiamo 4 stagioni: la Pri­mavera, l' Estate, l'Autunno e l'Inverno.

8.

Ohi quanto è soave la pace del cuore! -La nostra vita ahimè I quanto è fragile. - Ohi come presto passa i·l tempo!- Ohi che piacere egli è mai il dare agli altri di quello che a noi stessi piace. - Mugghia il tuono: crepita la grandine: ohimè ! che guasto. - Ah I che m' i·nterverrà quel che io temo. - Guai a chi vz'lipende suo padre I-Alzate gli occhi al cielo : vedete il sole; guardate poi la luna e le stelle: ohi qual ma­gnificenza. - La gragnuola ohi.me! ha man­dato in rovina tutte le mie fatiche !

9.

L o albero, l'albero;-lo amido, l'amido; -lo orto, l'orto; - lo animale, l'animale; - lo oro, l' oro ; - lo abito, l' abito ; - la anima, l'anima; - la erba, l'erba; - la ape, l'ape; -la elemosina, l'elemosina; - le olive, l' olive; -le erbe, f erbe; - gli ignoranti, g l'ignoranti; -gli impiegati, o l'impiegati~· - una ora, un'ora; -una ala, un' ala.

11 l}uomo dotto è onorato da tutti. - Me·

glio l' uovo oggi che la gallina domani. -L' uragano schianta gli alberi. - L' aquila rapace é la regina dei volatili. - L' aria mattutina è salutifera. - L' Italia è la mia patria diletta: essa è il giardino di Europa.­L'agricoltura è la regina delle arti. - Quando si può si deve fare l'elemosina. - Il bue, la pecora, ed il maiale hanno l'unghie divise in due. -L' aquile s0no armate di ar tigli acuti. -Fuggite gl' ingannatori e gli oziosi. - Non fate amicizia con gl' imbroglioni. - La vita fugge come un'ombra. - Sessanta minuti formano un'ora. -In ogni arnia vi è un'ape regina. - Io mangerei un' acciuga.

10.

Voci di animali.

Il cavallo ni'trisce. - Il mulo nitriglia. -L'asino raglia. - Il bue e la vacca muggi­scono. - La pecora e la ca pra belano. - Il maiale grugnisce. -Il cane latra, abbaia, rin· ghia. - Il gatto miagola o gnaula. - La gal· lina crocchz'a quando vuol covare, e schi"a­mazza quando ha fa llo l' uovo. Il pulcino pigola. - Il tacchino gorgoglia. - Il colombo tuba. - La tortora geme. - - Il corvo grac-

12 chia. - L'usignuolo gorgheggia.- La rondine pispi'ssa e cinguetta. - Il passero cianàa. -Il merlo zirla. - Il canarino, la capinera, l'allodola, il cardellino ed il gallo cantano. -L'oca grida. - Il sorcio stride.- Lo stornello, la gazza e meglio il pappagallo possono edu· carsi a dir qualche parola. - La rana gra­cida. - La volpe squittisce. - Il lupo urla o ulula. - L'elefante barrisce. - Il leone rug­gisce. - Il serpe fischia e sibila. - I pesci sono muti.

L'uomo parla, perchè egli solo ebbe da Dio il dono della parola : per mezzo di essa fa conoscere i proprii pensieri.

11.

copia coppia bevi bevvi cane canne dona donna caro carro fare farre rosa rossa Luca Lucca capelli cappelli seco secco ero erro sego seggo papa pappa note notte casa cassa oso osso rota rotta pena penna velo vello pala palla lego leggo nono nonno vile ville bela bella

13 Adolfo è un mio caro amico. - Ecco un

cm·ro pieno di fieno. - Io mi diverto con una pala e tu con una palla. - Nel mio orto vi sono le canne. - Il cane è fedele. - Sotto i cappelli vi sono i capelli'. - Il nono dì dopo il Natale and~i a visi tare il mio nonno. -Cesarino ebbe in rev.alo una penna. - lo rbbi molla pena. - Tieni ritta la testa. -Rita è una buona fanciu lla. - Rosa ha la faccia rossa. - Tu bevi ora, io bevvi ieri. -La pecora bela.-Aquila è una bellacittà.-1.o mi lego le scarpe. -A casa mia leggo ad alta voce. - Io ho la voce roca. - Annina fila nella rocca.

12. passi pazzi rosso rozzo lesso lezzo orso orzo massa mazza forse forze \,, OSSO pozzo lesione lezione

I pazzi ci muovono a pietà. - Annove· rare i passi significa andar lentissimamente.­Oggi ho vedu to bere del vino rosso ad un uomo rozzo. - Io non posso altineere acqua nel pozzo, perchè sono piccino.

pene passo pelare

bene basso belare

13.

palla pelli rompo

balla belli rombo

u • Le pene devono essere proporzionate ai

reati. - Comincia bene e sempre bene an­drai. - Non puoi muovere un passo1 senza udire il basso popolo gridare.

torto morto sete manto

tordo mordo sede mando

14.

turare arte morte mota

durare arde morde

' moda

Luigino non vuole mai aver torto. -Meglio fringuello in tasca che tordo in fra­sca. - Io imparerò l' arte di mio padre. -Il fu oco arde.

15.

VlSO fiso VICO fico voglio foglio vmo fino vanga fanga inverno inferno volto fo lto volle folle

Io voglio studiare. - Dammi un (oglz'o di carta. - La vanga ha la punta d'oro. -Per le strade ci è troppa fanga, non si può cammmare.

16.

cola gola celo gelo secco seg~o cara gara cucma C':Jgma cesso gesso Ciro giro callo gallo cenere genere celare gelare

15

Questo barile cola. - Uccide più uomini la gola che la spada. - Ciro va in giro per la cam pagna. - Quella cara bambina che è la Giuseppina fa a gara nel lavorare. - Io ho un callo che mi addolora maledettamente.­Il gallo canta.

17.

quanti guanti I quarto guard_o quanto guanto quercia guercia

Quante paia di guanti hai tu in bottega?­Io guar·do il qua1'to arrivato. - Una donna guercia ieri mi portò della l ~gna di quercia.

18.

Arti e m estieri.

L'agrìcolto1'e coltiva i campi.-Il bifolco lavora il terreno coi buoi. - Il giardiniere colti va erbe e fiori nel giardi no. - L 'ortolano coltiva erbaggi nell 'orto.

Il mugnaio macina il grano.- ll fornaio fa il pane e lo cuoce nel forno.

Il cappellaio fa bbrica e vende cappelli. Il sellaio fa selle, briglie, cinghie, collari

cd ogni fornimento da cavallo. - Il bastaio fa basti e bardelle per le bestie da so ma.

Il parrucchiere fa parrucche ; ed anche pettina e acconcia altrui sul ca po i capelli.­Il barbiere rade altrui la barba, tosa i ca pelli e li pettina.

li conciatore è quegli che concia le pelli ,

16 Il sarto fa mantelli, abiti, panciotti, calzoni, eccetera.- La sartrice fa vesti, gonnelle, man· tiglie, eccetera. - La cucitrice cuce camicie.

Il fabbro-ferraio lavora grossi ferramenti, come: zappe, vanghe, vomeri, falci, eccetera.­Il magnano fa lavori minuti di ferro, come: chiavistelli, chiavi, toppe, eccetera. - Il ma· niscalco ferra i cavalli , gli asini, i muli e i buoi. - L'arrotino affila le lame di ferro o d'acciaio. - Lo stagnaio fa laYori di stagno e di latta, come: lanterne, caffettiere, imbuti, eccetera.- Il calderaio fa vasi di rame, come: caldaie, casseruole, paiuoli , scaldaletti, pa­dell e, eccetera. - Il bilanciaio fabbrica bi­lance. -L'argentiere fa lavori in argen to. -L'orefice fa lavori in oro. - L'orologiaio fa ed accomoda orologi.-L'armaiuolo fabbric t

e raccomoda le armi. - II chiodaiuolo fa col ferro chiodi e bollette.

Il falegname fa casse, cassettoni, armadi, tavolini, eccetera. - L1 ebani.sta fa lavori di legno più gentili ed eleganti. - Il bottaio fa e raccomoda vasi di legno a doghe , come : botti, tini , bigo11cie , mastell i e barili. - Il panieraio fa panieri, canes tri , ed altri somi­glianti arnesi. - Il seggiolaio fa e impaglia le seggiole. - Il tornitore lavora il legno al torno.

Il calzolaio fa scarpe, stivali, pantofole.­Il ciabattino ricuce e racconcia scarpe e eia· batte,

11 muratore fabbrica le case,

17 La lavandaia fa il bucato ai pannilini.-

11 tintore tinge pannilani, stoffe di seta e di cotone.

Il pittore dipinge a colori figure d' uo­mini, d' animali, eccetera.

La fioraia vende fi ori . Il vasai·o fabbrica con l'argilla vasi d'o·

gni sorta. Il cerai·uolo lavora la cera. Alcuni attendono ad un' ar te o ad un

mestiere, altri ad un altro, e ciò è bene, pel'ché ciascun uomo non potrebbe da sé provvedersi quanto gli occorre nella vita.

19.

11 S ignore Idd.io. Amiamo il Signore Idùio, pe rchè egli è

buono: esso ha creato il mondo, ed ha fatto l'uomo.

Il Signore ci ha da to la vi la , e ce la conserva finché gli piace.

Il sole riscalda, la luna risplende, le stelle brillano; perché egli lo vuole.

li prato produce erbe e fiori, il campo ci dà il ·grano, gli alberi ci matu rano i fr utti; perché cosi vuole il Signore.

Il Signore , perchè é buono, ci ama , e ci fa del bene.

Il Signore comanda che ci amiamo tutti come fratelli.

18 Chi è buono ama i suoi simili, e fa ad

essi quel bene che può. Facciamo del bene, e avremo del bene:

il Signore ci renderà il bene che avremo fatto ai nostri simili.

Chi non ama il Signore non può amare il suo prossimo, chi ,non ama è cattivo.

Preghiamo il Signore che ci faccia buoni, perché i cattivi sono mollo infelici (1').

20.

La Patria. La nostra patria non è sol tanto la città

o il villaggio dove siamo nati , ma é tutta quella terra dove gli abitanti parlano la stessa lingua.

Come amiamo il luogo natio, così dob­biamo amare la patria.

Noi dobbiamo difendere la patria; dob­biamo ancora lavorare e studiare per ren­derla ricca, fo rte, bella e fe lice.

I Piemontesi, i Lombardi, i Veneti, i Liguri, i Parmensi, i Modenesi , i Toscani, i Romagnoli, gli Abruzzesi, i ·Napoletani, i Sardi e i Siciliani sono tutti Italiani, perché tutti nati nella bella terra italiana.

(*) Matteo Trenta.

19 21.

I genitori. I m1e1 genitori mi hanno dato la vita.

Ora mi danno e mi procurano I' istruzione e l'educazione.

Mio padre lavora da mattina a sera per provvedere a tutti i miei bisogni. Egli mi dà da mangiare; mi compera i vestiti, e tutto quanto mi occorre per la scuola.

Quando io era più piccino, mia madre sopportò per me molti dolori. Essa vegliò tante notti accanto alla mia cu lla. P er me la mamma lasciava anche il piu piccolo di· vertimento; per esser lieta le bastava ve­dermi sano ed allegro.

Voglio rendere felici mio padre e mia madre : voglio amarli e voglio loro obbedire.

22.

I fratelli. Io amo di cuore mio fratello, e mia so­

rella; e se ne avessi dieci, lì amerei egual­men te.

Noi siamo nati dai medesimi genitori , cresciuti insieme, insieme allevati; abbiamo dormito sotto lo stesso tetto, mangiato al medesimo desco, ci siamo riscaldati allo stesso focolare.

Chi ama suo padre e sua madre, ama

}

20

pure i suoi fratelli e le sue sorelle. Chi non ama i fratelli, non può voler bene ai suoi genitori.

Mio fratello sani dunque il mio migliore amico: e non amerò alcuno più teneramente di mia sorella.

28.

Il Maestro e la Maestra.

Il maestro è buono. La maestra è anche buona Io amo il maes

0

tro e la maestra. La mia buona maeslra mi ama. Il maestro mi fa imparare. Viva il maestro e la maestra. Io slo volentieri col maestro. La mia cara maestra vuole che studi. Io studierò e la maestra ci avrà piacere. La maestra ama molto le bambine buone. Eva è buona e la maestra l'ama. Ugo pure é buono ed é amato dal maestro. Se i maestri comandano qual ­che cosa, devono esser tosto ubbiditi. Noi ubbidiremo sempre i nostri maestri. I mae. stri vogliono che siamo buoni. E ciò vogli ono pel nostro bene. E castigano i bambini cat· tivi. I maestri hanno ragione; i cattivi me­ritano castigo. I maes tri amano noi , e noi ameremo sempre i maestri (*).

(*) Oreste Brimi.

21 24 .

. Il Prossimo.

I compagni di scuola, i vicini, i cono­scenti, tutti gli uomini del mondo sono pros· simo tuo, sono tuoi fratelli.

Tutti gli uomini devono amar te , e tu devi amare tutti gli uomini , e fare ad essi il maggior bene che puoi, perché così vuole il Signore.

Dio disse a tutti gli uomini: -Amatevi l'un l'altro come buoni (ratelli, come foste una sola famiglia. Ognuno faccia agli altri· quello che vorrebbe fosse fatto a lui·, e non faccia agli altri ciò che non vorrebbe a lui venisse fatto.

Bambini, amate il vostro possimo come voi stessi, perché cosi comanda il Signore.

25.

La Preghiera.

Buon Gesù, dammi un cuore buono. Fa che io ti ami e ti ub­bidisca con tutta l'anima mia.Fa che io ami davvero la mia fami­glia, i miei maestri, i miei supe-

= 21 = esempio fa· ma le. non si fa la zuppa nel pa rne re. i o a ve va fa me. tu a ve vi se te. fer di nan do a ve va son no. no i a ve va mo fa me. voi a ve va te se te. ft tip po e for tu na to a ve va no son no.

I?>.

Ctt

ca CO cu ca sa, ca ne, co da, cu na, ca po, fi co, tin ca, o ca, ba co, nu ca, e co, pi ca, ron ca, bar ca, ca me ra, sin da co, me di co, sam bu co, or ti ca, lu ma ca, pe co ra, mol li ca, ca mi no, ca vo lo, co to ne, bu ca to, vi co lo, ri ca mo, bai co ne, ca pel Io, ca na pa, men di ca re, ca nari no, do me ni ca, fo co la re, co co me ro.

(') ac cu sa, 0C cupa re, acca nito, ac cu di re, ac cu sa re, oc cu pa to.

cuo cuo re, cuo co, cuo io.

e•) Il maeslro dirà Il voce che il primo e prende il suono del secondo, e {lerciò se dopo il secondo <' \'iene l' a o I' o o l' u1 siccome in tal caso il secondo e ha il suono dui·o, nncnc il primo e prende il suono duro - se invece dopo il secondo e viene l' e o I' i, in tal caso il suono del primo e l' dolce come qnello del secondo; lo sLPsso dicasi pt>I g. (GAGL101,o)

, 23

specialmente q'l!-ando il comando ti viene da persone che curano il tuo bene.

Nella scuola non perdere il tempo; mostrati assiduo, attento e diligente.

Così ricaverai profitto, e sa1·ai· tutti gli anni promosso con lode alla classe superi.ore.

Nel tempo della ricreazione divertiti purer ma moderatamente.

Non gridare, non recar danno ad alcuno. Tieni a te le mani, e ricordati del pro­

verbio che dice: Chiasso di mano, chiasso da villano.

Tornando a casa, dopo la scuola, non cor· rere, non tirar sassi.

Va piano e con portamento gentile. l l resto della giornata non lo spendere a

fare il chiasso ; dopo fatti i tuoi doveri potrai pensare a divertirti.

27.

Le Vacanze. È ormai un anno che veniamo a scuola.

Fra pocn avremo le vacanze. Nelle vacanze ci ricorderemo sempre del nostro buon mae­stro, o del la nostra buona maestra. Nelle vacanze avremo anche un pensiero per i nostri bravi compagni; ci ricorderemo i fa­vori ricevu ti , e dimenticheremo qualche

24 sgarbo, qualche scortesia. Addio compagni carissimi I Dia moci un abbraccio; un bacio di cuore. A rivederci l'anno venturo sani, robusti e soprattutto buoni.

28.

Preghiere Scolastiche. (per canto)

INVOCAZIONE PRIMA. DELLA. SCUOLA

Odi, o Dio, la nostra prece; Fa che fidi a Te viviamo, Fa che siam sostegno e gioia Degli a mati genitor;

E alla Patria e alla virtù Serbiam sacro il braccio e il cor.

RINGR.A.ZI.A.MENTO DOPO L.A. SCUOLA.

N. B. Dal Thouar, con musica del Collega G. Papola.

FINE

Dal giornale la Gauetta di Aquila, 4-5 dicembre i 882, Anno IX, Num. i~9.

Una swmda edizione del Sillabario del Graziani è uscita di questi giorni. Si ricorda da tutti quanto si sia detto bene di tale libriccino in diversi giornali; apprendiamo ora con piacere come esso venga adot· tato negli Istituti pubblici e privati della città; e tanto per parlare un po' di questa seconda edizione, ci riferiamo a quanto ne dice il signor Maestro G. D'Andrea, piacendoci io siffatta circostanza d:ire la parola _ajrsigaori Insegnanti che, meglio di chiunque altro possono darne giu­dizio. (Qui riporta integralmente la soprascritta lettera del collega D'An· drea.)

Dal periodico d'educazione e d'istruzione Il Gran Sasso d' Italia, che esce in Popoli, sotto la direzione di Ignazio Cerasoli, i5 marzo i 883, Anoo lii, N1.;m. 11 e 12. Metodo per insegnare la lettura oontempora11eamente alla scrittura

di Giulio Gra:iiani ·- 2' Edi:none, Aquila, 1883 - L. 0,10. Questo sillabal'io del nostro Amico Graziani ru approvato dal Con·

siglio Provinciale Scolastico di Aquila ed adottato in molte scuole della Provincia e !µori. Ciò vuol dire che è un lavoretto a modo, e che nel compilarlo vi fu studio , pazienza ed esperienza. Noi ce ne compiac­ciam.o col giovine Autore e lo sproniamo a cose maggiori.

Aquila, 2 Aprile 1883.

Collega Carissimo, Molto si è dello tn elogio del tuo Sillabario, e noi non istaremo

a ripeterne i meriti, però che il fatto supera ogni encomio. In tanti anni d'insegnamento, con tanti svariati sillabarf non c' è

mai riuscito, oè sappiamo che ad altri sia toccata la sorte di ottenere alla metà dell' anno scolastico che la Sezione inferiore avesse compiuto il programma ministeriale; e in quest' anno col tuo Sillabario i nostri bambini leggono di già e scrivono qualsivoglia sillaba.

Ed or, giacché il tempo ce lo permette , e il far di P,iù di quel che si deve è s~mpre bene, ti prel(hiamo farci tenere al più presto il promessoci Compimento del dello Sillabario, col quale spenamo presen­tare agli esami finali i nostri allievi in grado di sapere leggere e scri­vere qualunque parola che consti di sillabe le P.iù difficili.

Per ora ti rendiamo ~razie di cuore del Sillabario, e ci riserbiamo di farlo pel Compimento di esso quando lo avremo fra le mani.

Sta sano.

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I maestri di Sezione inferiore. Sinibaldo Sinibaldi Oreste Ferrante Gaetano Papola

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L

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