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xL Settembre 2011 STROKES KICK - ASS CAPOSSELA JOVANOTTI SLASH HORRORS LYKKE LI CAPITAN AMERICA HANNA NICK KENT DEAD ISLAND 69 L’ALTRA COPERTINA: GLI STROKES PENSAVANO DI ESSERE FINITI E INVECE ECCO IL LORO MIGLIOR DISCO... I PROVINATI, UNA NUOVA GENERAZIONE DI ATTORI SENZA RACCOMANDAZIONI KICK - ASS, IL SUPEREROE SFIGATO CHE PERDE CONTRO I CATTIVI SOLO CON XL UN NUOVO EP DI CAPOSSELA: LA NAVE STA ARRIVANDO, DIECI BRANI DEL MARINAIO VINICIO settembre 2,50 anno VII n. 69 2011 LADY GAGA SPIEGA PERCHÉ AMA I PERDENTI Mother Monster L’ALTRA COPERTINA: GLI STROKES PENSAVANO DI ESSERE FINITI E INVECE ECCO IL LORO MIGLIOR DISCO... I PROVINATI, UNA NUOVA GENERAZIONE DI ATTORI SENZA RACCOMANDAZIONI KICK - ASS, IL SUPEREROE SFIGATO CHE PERDE CONTRO I CATTIVI SOLO CON XL UN NUOVO EP DI CAPOSSELA: LA NAVE STA ARRIVANDO, DIECI BRANI DEL MARINAIO VINICIO settembre 2,50 anno VII n. 69 2011 LADY GAGA SPIEGA PERCHÉ AMA I PERDENTI Mother Monster

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Settembre

2011STROKES

KICK-ASSCAPOSSELAJOVANOTTISLASHHORRORSLYKKELICAPITAN

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ISLAND

69

L’ALTRA COPERTINA: GLI STROKES PENSAVANO DI ESSERE FINITI E INVECE ECCO IL LORO MIGLIOR DISCO... I PROVINATI, UNA NUOVA GENERAZIONE DI ATTORI SENZA RACCOMANDAZIONI KICK - ASS, IL SUPEREROE SFIGATO CHE PERDE CONTRO I CATTIVI SOLO CON XL UN NUOVO EP DI CAPOSSELA: LA NAVE STA ARRIVANDO, DIECI BRANI DEL MARINAIO VINICIO

settembre€2,50

anno VII n. 69

2011

LADY GAGASPIEGA PERCHÉ

AMA I PERDENTI

MotherMonster

L’ALTRA COPERTINA: GLI STROKES PENSAVANO DI ESSERE FINITI E INVECE ECCO IL LORO MIGLIOR DISCO... I PROVINATI, UNA NUOVA GENERAZIONE DI ATTORI SENZA RACCOMANDAZIONI KICK - ASS, IL SUPEREROE SFIGATO CHE PERDE CONTRO I CATTIVI SOLO CON XL UN NUOVO EP DI CAPOSSELA: LA NAVE STA ARRIVANDO, DIECI BRANI DEL MARINAIO VINICIO

settembre€2,50

anno VII n. 69

2011

LADY GAGASPIEGA PERCHÉ

AMA I PERDENTI

MotherMonster

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XL xxxxxmbre 201X 3

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sette

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2011foto di copertina: Mattia Zoppellaro/Contrasto

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4 XL xxxxxmbre 201X4 XL settembre 2011

23 LA POSTA26 IL MEGLIO DEL MESE

di Emiliano Coraretti29 MONDO31 FLASHBACK 35 FUTURAMA

di Bruce Sterling37 LA NERA

di Carlo Lucarelli41 I LOVE ZOMBIES

di Niccolò Ammaniti44 POP UP!

di Mika46 WORLD WORST WIDEO

del Trio Medusa

52VERDENA di Luca Valtortae Lorenza Biasi

134LONDON RAVINGdi Giacomo Cosua

176MODA: HEART OF GLASS

156BIENNALE E VIDEOGAME di Matteo Bittanti e Debora Ferrari

50 ZOOM

100X-MEN L’INIZIOdi Deborah Ameri

99 WHAT’S UP

62 ARCTIC MONKEYSdi Deborah Ameri

68 MORGAN E I DOORS di Marco Philopat

74 MOBY di Anna Lombardi

75 FATBOY SLIM di Christian Zingales

76 BATTLESdi Christian Zingales

79 DEPECHE MODE di Giulio Brusati

80 MICHAEL FRANTI di Stefano Gilardino

82 JAMIE WOON di Deborah Ameri

85 DANGER MOUSE & DANIELE LUPPI di Deborah Ameri

86 CASINO ROYALE di Lorenza Biasi

89 AFRICA UNITE di Alberto Castelli

90 THE WATCHER di Valeria Rusconi

92 HITS93 PLAYLIST

di Emiliano Coraretti94 CLASSIC COVER

di David Vecchiato

182 MITI D’OGGIdi Lorenza Biasi

186 DETTAGLI Country, Surf,Costumi, Boot Camp

190 BEAUTY CASE

160 CHILD OF EDEN di Roberto Magistretti

164 SWORD & SWORCERY di Stefano Picchi

166 ALICE MADNESS RETURNS di Sergio Pennacchini

168 GEEK WORLD

170 GRAND TEST AUTOa cura diAlessandra Roncato

172 PIT STOPdi Paolo Volpato

140 SUKRAN MORALdi Igiaba Scego

144 A L.A. IN HARLEYdi Roberto Croci aka La Bestia

146 X-FIGHTERSdi Barbara Pantanella

148 VIAGGI: VENEZIAdi Paolo Apice

153 ON THE ROAD di Claudia Franco

104 13 ASSASSINIdi Diego Malara

106 APOCALYPSE NOWdi Ian Freer

110 MISFITSdi Mina Timossi

114 I SOLITI IDIOTI di Christian Zingales

116 BIOGRAFILM FESTIVALdi Anna Lombardi

120 CARICATUREdi Daniel Clowes

126 STRISCEdi AlePOP, Diavù,Corradi, Creanza,Giacon, Giorgini,Maicol & Mirco, Tuono Pettinato

131 TOYSdi David Vecchiato

.it

su www.xelle.itpotete trovare video, foto e musicacollegati ai nostriservizi di carta

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Così cantava Bob Dylan, in Ballad Of A Thin Man presagendo che “i tempi stavanocambiando”. C’è un’anomalia in Italia (o meglio una delle tante): in tutti gli altri paesiquando scoppia un fenomeno dal basso, ovvero non guidato da un potere forte, nel nostrocaso, una casa discografica (anche perché potere forte le major ormai non sono più), tutti i

media fanno a gara per parlarne: gli inviti in tv e nelle radio si moltiplicano, un fremito dieccitazione per la novità percorre l’aria e non si parla d’altro. In Italia invece non succede niente. Apassare in tv sono sempre i soliti noti per lo più legati a un immaginario pop di vent’anni fa. Glisconosciuti non fanno ascolti, si dice. Ma come possono diventare conosciuti se non gli si dà spazio?E poi c’è anche una televisione pubblica che avrebbe in teoria la missione di educare, come untempo lontano (basta guardare Rai Storia) effettivamente avveniva. Vedremo se il moltiplicarsi deicanali sul digitale terrestre potrà svolgere questa funzione. Altrimenti, come già succede, ci penseràla rete. Anche perché ormai è la rete a riflettere la realtà reale, quella delle cose che accadono mentrei grandi media sempre più rispecchiano un mondo che non esiste. Per entrare nello specifico, il casoè questo: c’è una giovane band (giovane come può esserlo in Italia: anni oggi ma suonano dasempre) che ha fatto un disco bellissimo. Si chiama Verdena. È una cosa rara, che in altri paesinormali dove la musica e il rockfanno parte delle cose importanti,quelle che formano il gusto dellapersona insieme ai libri, al cinema eall’arte, verrebbe celebrata ancheperché è una ricchezza per il Paesestesso. Che cos’è un Paese che nonvalorizza i suoi talenti? Noi di XL,nel nostro piccolo crediamo di averriconosciuto questi fenomeni anchein passato, quando si sonomanifestati. I due più grossi: FabriFibra, un tempo visto come il rozzorappresentante di una sottocultura eoggi finalmente riconosciuto comeuno degli artisti più innovativi delpanorama. Baus non gli si dàspazio? E poi c’è anche unatelevisione pubblica che avrebbe inteoria la missione di educare, comeun tempo lontano (basta guardareRai Storia) effettivamente avveniva.Vedremo se il moltiplicarsi deicanali sul digitale terrestre potràsvolgere questa funzione.Altrimenti, come già succede, cipenserà la rete. Anche perché ormaiè la rete a riflettere la realtà reale,quella delle cose che accadonomentre i grandi media sempre piùrispecchiano un mondo che non esiste. Per entrare nello specifico, il caso è questo: c’è una giovaneband (giovane come può Verdena. È una cosa rara, che in altri paesi normali dove la musica e ilrock fanno parte delle cose importanti, quelle che formano il gusieme ai libri, ezza per il Paesestesso. Che cos’è un Paese che non valorizza i suoi talenti? Noi di XL, nel ntelle, al contrarioconsiderati un gruppo di intellettuali snob, incapaci di un successo più allargato. Oggi stiamoseguendo molto da vicino anche Vasco Brondi, altro grande talento che lascerà un segno. Maintanto gustatevi i Verdena. E fateci sapere. Luca Valtorta

XL settembre 2011 7

editoriale

C’È QUALCOSACHE STA

SUCCEDENDO QUIMA TU NON SAI

COS’È. VERO, MRJONES? OGGI SI

CHIAMA VERDENA

XL dà il benvenuto alle vostre lettere.

Scrivete a Repubblica XL via Cristoforo Colombo 90

00147 Roma, oppure via mail

a [email protected]

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XL settembre 2011 9

E non è ancora finita:continuate a votare!Attraverso un sondaggio lanciato sullanostra pagina Facebookvi abbiamo chiesto qual è il vostrogruppo italiano preferito. L’adesione èstata inaspettata: oltre 200.000 voti nelgiro di pochi giorni distribuiti su unpanorama di ben 100 band. Ognigiorna di tornasole della scena musicaleitaliana. Riusciremo ad arrivare a unmilione di voti? Contribuite anche voi.Qui di seguito vi proponiamo alcunicommenti ai risultati e le vostreopinioni sulla classifica delle miglioriband italiane. E presto lanceremoanche quella sui singoli. Restatecollegati!

Doppio voto per me: tecnicamente e alivello individuale Elio e le Storie Tesesono di gran lunga i migliori in Italia senon a livello europeo. Sono ineccepibili:la loro complessità di arrangiamento èunica in Italia senza contare che riesco-no a spaziare in una marea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loro pezzi c’è sempreun profondo studio delle sonorità dei lo-ro viaggi.

Ephraim

Ho già votato gli Afterhours, anche se ilmio gruppo preferito di sempre sono iLitfiba, loro mi hanno avvicinato sin dapiccolo alla musica, ma un gruppo comegli After hanno rivoluzionato la musicain Italia, anche più dei miei secondi pre-feriti, i Subsonica!

Mauro Eden

È incredibile quanta gente dia ancora fi-ducia a certe band attaccate alla poltronacome certi politici bavosi. Se davvero esi-ste un meglio nella musica italiana nonpuò essere rappres una marea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loroentato da chi spe-cula sulla memoria corta e superficialedel pubblico di oggi. Offlaga Disco Pax?Ma senza i CCCP sarebbero esistiti?Subsonica? Se hai più di 16 anni li ascol-ti ancora? Preferisco la solitudine di Fe-derico Fiumani al Paese (IR)Reale.

Fattifritto

“Se la sala è piena, il film fa schifo”! È daanni ormai che cerco di capire il meccan-smo perverso del successo, della notorie-tà musicale, del consenso popolare, dellaqualità artistica, della gratificazione fi-nanziaria e di tutto quello che ruota in-discogerché i peggiori dischi degli artistiottengono il maggior consenso popolare?Perché la gente si scandalizza al suonodella parola discografia? Perché mi ritro-vo a un concerto di Niccolò Fabi com-pletamente deserto per poi ritrovarlo sul-la bocca di tutti solo per compatirne latragedia? Perché gli artisti favorisconoiTunes (dopo averlo condannrafia? Per-ché mi ritrovo a un concerto di NiccolòFabi completamente deserto per poi ri-trovarlo sulla bocca di tutti solo per com-patirne la tragedia? Perché gli artisti fa-

voriscono iTunes (dopo averlo condan-nato) con bonus track ed extra e io mi ri-trovo con cd originali dalla grafica e con-tenuti miserabili? Perché devo sopporta-re la voce del divino Rino e di FrancoBattiato nella pubblicità di una Perché lamusica è stata prostituita? Per elencaretutti i miei perché dovrei, come direbbeJovanotti, «unire i puntini dall’uno all’infi-nito».

Samuele

Trovo veramente ridicola la à di voto so-lo tramite Facebook, di conseguenza chinon si piega al controllo del “grande fra-tello” mediatico viene tagliato fuori... Eva bene, fuori si sta molto meglio. Co-munque: Verdena su tutti, gli unicico.

Clarenz

IL SONDAGGIO DI XL: 200.000 VOTIPER LA PIÙ GRANDE MAPPA DELLASCENA ITALIANA MAI REALIZZATA

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XL settembre 2011 11

Amicizie pericolose!Scarica da XL

facebookI Verdena e quello che ruota loro

intorno. Ovvero le band della

scena bergamasca. Le potete

conoscere leggendo a pagina 52

ma anche collegandovi al sito di

XL. Questo mese, infatti,

su xelle.it potete scaricare gratis

una compilation esclusiva con

i brani di alcuni dei gruppi più

innovativi del momento. 14 brani

in tutto, due per ogni artista. Sette

gruppi da scoprire (anche

attraverso i loro video):

dal cantautorato di Andrea Casali,

in arte Caso, al blues sporco e i

paesaggi post-apocalittici dei

Bancale. Passando dai

Torquemada che hanno appena

prodotto il loro primo concept

album in italiano, Humalaya, e i

Miss Chain And The Broken Heels

che hanninnovativi del momento.

14 brani o suonato in mezzo

mondo. E ancora: The Gaffas, i cui

sette membri si definiscono il

gruppo più punk degli ultimi dieci

anni; i Sakee Sed che al loro attivo

hanno un album dal titolo bizzarro,

Alle basi della roncola, e un ep

tutto nuovo, Bacco; gli Spread,

insieme dal ’99 e con un album

appena finito,

C’è tutto il tempo per dormiresottoterra. Buon ascolto!

I Verdena e quello che ruota loro

intorno. Ovvero le band della

scena bergamasca. Le potete

conoscere leggendo a pagina 52

ma anche collegandovi al sito di

XL. Questo mese, infatti,

su xelle.it potete scaricare gratis

una compilation esclusiva con

i brani di alcuni dei gruppi più

innovativi del momento. 14 brani

in tutto, due per ogni artista.

Sette gruppi da scoprire (anche

attraverso i loro video):

dal cantautorato di Andrea

Casali, in arte Caso, al blues

sporco e i paesaggi post-

apocalittici dei Bancale.

Passando dai Torquemada che

hanno appena prodotto il loro

primo concept album in italiano,

Humalaya, e i Miss Chain And The

Broken Heels che hanno suonato

in mezzo mondo. E ancora: The

Gaffas, i cui sette membri si

definiscono il gruppo più punk

degli ultimi dieci anni; i Sakee Sed

che al loro attivo hanno un album

dal titolo bizzarro, Alle basi dellaroncola, e un ep tutto nuovo,

Bacco; gli Spread.

http://www.facebook.com/RepubblicaXL

Se Facebook ti offre dei mezzi tecnolo-gicamente più avanzati perché non uti-lizzarlo? Non vedete che quando XL fa isondaggi sulla sua pagina mette al massi-mo una decina di opzioni? È evidenteche questa nuova applicazione Facebookè una potenza. Non demonizziamo apriori. Vi ricordate quando buona partedella sinistra era contro i computer e icellulari? Cerchiamo piuttosto di usare imezzi che ci vengono offerti in manieraintelligente.

Giulio

In effetti ci dispiace che il sondaggio sipossa fare solo su Facebook ma illettore Giulio ha ragione: un sondaggiocon la possibilità di inserire 100soggetti non è nelle nostre disponibilitàtecnologiche. E comunque, se decidetedi iscrivervi e di seguire XL su Fb nonve ne pentirete: news, opportunità,concorsi e reportage da eventi, festivale concerti. Come avere insomma un XLquotidiano sempre con voi.

Complimenti a Capossela.E anche un po’ a XL...!Complimenti, bellissimo numero! Mi pia-ce molto Vinicio Capossela e il tipo di ser-vizio che avete realizzato. Poi i contenutimusicali come al solito sono belli tutti, lerubriche interebelliato. Poi i contenutimusicali come al solito sono belli tutti, lerubriche interessantissime e originali e glispazi riservati al fumettossantissime e ori-ginali e gli spazi riservati al fumetto sonofantastici! Grazie mille davvero.

Federica

Il bello di XL è che riesce sempre a stu-pirti anche quando in copertina non c’è iltuo cantabellissimo numero! Mi piacemolto Vinicio Camusicali come al solitosono belli tutti, le possela e il tipo di servi-zio che avete realizzato. Poi i contenutimusicali come al solito sono belli tutti, lerubriche interessantissime e originali e glispazi riservati al fumettonte preferito o gliarticoli sembrano poco interessanti. Lo-de a voi!

Ang Hell’one

Stupenda l’intervista. Stupenda la vide-ointervista. E XL come ogni mese nonsmette mai di sorprendere con Fleet Fo-

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XL settembre 2011 13

E dopo i Verdena? Unascena tutta da scaricare

xelle.itI Verdena e quello che ruota loro

intorno. Ovvero le band della

scena bergamasca. Le potete

conoscere leggendo a pagina 52

ma anche collegandovi al sito di

XL. Questo mese, infatti,

su xelle.it potete scaricare gratis

una compilation esclusiva con

i brani di alcuni dei gruppi più

innovativi del momento. 14 brani

in tutto, due per ogni artista.

Sette gruppi da scoprire (anche

dal cantautorato di Andrea

Casali, in arte Caso, al blues

sporco e i paesaggi post-

apocalittici dei Bancale.

Passando dai

Torquemada che hanno

appena prodotto il loro

primo concept album in italiano,

Humalaya, e i Miss Chain And The

Broken Heels che hanno suonato

in mezzo mondo. E ancora: The

Gaffas, i cui sette membri si

definiscono il gruppo più punk

degli ultimi dieci anni; i Sakee Sed

che al loro attivo hanno un album

dal titolo bizzarro, Alle basi dellaroncola, e un ep tutto nuovo,

Bacco; gli Spread, insieme dal ’99

e con un album appena finito,

C’è tutto il tempo per dormiresottoterra. Buon ascolto!

xes e Ben Harper. Il lavoro con VinicioCapossela, dopo l’ep di aprile, è stato co-ronato con un’intervista, foto e filmatiesclusivi e unici. Grazie per aver fattotutto questo! Complimenti per l’impe-gno che profondete e per ciò che diffon-dete!

Alfred

Doppio voto per me: tecnicamente e alivello individuale Elio e le Storie Tesesono di gran lunga i migliori in Italia senon a livello europeo. Sono ineccepibili:la loro complessità dinato la musica inItalia, anche più dei arrangiamento èunica in Italia senza contare che riesco-no a spaziare in una mafinanziaria e ditutto quello che ruota inrea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loro pezzi c’è sempreun profondo studio delle sonorità dei lo-ro viaggi.

Ephraim

Ho già votato gli Afterhours, anche se ilmio gruppo preferito di sempre sono iLitfiba, loro mi hanno avvicinato sin dapiccolo alla musica, ma un gruppo comegli After hanno rivoluzionato la musicain Italia, anche più dei miei secondi pre-feriti, i Subsonica!

Mauro Eden

È incredibile quanta gente dia ancora fi-ducia a certe band attaccate alla poltronacome certi politici bavon una marea digeneri musicali. A livello di energia tra-smessa però voto i Modena City Ram-

blers, sono energici e nei losi. Se davveroesiste un meglio nella musica italiananon può essere rappresentato da chi spe-cula sulla memoria corta e superficialedel pubblico di oggi. Offlaga Disco Pax?Ma senza i CCCP sarebbero esistiti?Subsonica? Se hai più di 16 anni li ascol-ti ancora? Preferisco la solitudine di Fe-derico Fiumani al Paese (IR)Reale.

Fattifritto

“Se la sala è piena, il film schifo”! È daanni ormai che cerco di capire il mecca-nismo perverso del successo, della noto-rietà musicale, del consenso popolare,della qualità artistica, della gratificazionefinanziaria e di tutto quello che ruota in-torno alla musica, ma a oggi, navigo an-cora in un mare di interrogativi... Perchéi peggiori dischi degli artisti ottengono ilmaggior consenso popolare? Perché lagente si scandaondannrafia? Perché miritrovo a un concerto di Niccolò Fabicompletamente deserto per poi ritrovarlosulla bocca di tutti solo per compatirne latragedia? Perché gli artisti favorisconoiTunes (dopo averlo condannato) conbonus track ed ischi degli artisti ottengo-no il maggior consenso popolare? Perchéla gente si scandaondannrafia? Perché miritrovo a un con soextra e io mi ritrovocon cd originali dalla grafica e contenutimiserabili? Perché devo sopportare la vo-ce del divino Rino e di Franco Battiatonella pubblicità di una Perché la musica èstata prostituita? Per elencare tutti i mieiperché dovrei, come direbbe Jovanotti,«unire i puntini dall’uno all’infinito».

Samuele

il proclama di David Tibet(fondatore dei Current 93)

traduzione:

in copto:

«Che il potere venga meno a tutti coloroche desiderano portarmi via completamenteimpotenti, coloro che desiderano portarmivia completamente la luce».

Pistis Sophia parlando in Pistis Sophia, Libro 1, Capitolo 50, verso 4

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XL settembre 2011 19

Subito dopo la mortedi Osama bin Laden,l’Interpol ci haprontamente

segnalato un nuovo pericolopubblico numero unomondiale. È Joaquin Guzman,in diretta dai monti dello statomessicano Sinaloa. Questogrande criminale, meglioconosciuto come El Chapo (ilcorto), non è un rivoluzionariomusulmano ma un trafficanteinternazionale di droga. Una canzone famosa del gruppo LosTucanes de Tijuana lo descrive come un leader che incute timorea tutti, pure al diavolo in persona. Poche settimane fa sono statoa Tijuana per un festival letterario. Lì il narcotraffico è nellemani dei nemici di El Chapo, la famiglia criminale ArellanoFélix. Questo cartello fu combattuto dall’esercito messicano dueanni fa, ma qualche arresto poco può fare contro questo potentebusiness. Troppi i soldi di mezzo, e troppi i ghiotti consumatori:come il mercato globale di petrolio, anche quello deglistupefacenti non chiude mai i battenti. Ogni droga ha il suo sound: il reggae canta lamarijuana, il rap il crack e l’acid rock l’LSD.Anche il narcotraffico in Messico ha i suoimenestrelli, che lo raccontavano anche quandole autorità negavano la sua esistenza. Il genere sichiama “Narcocorrido” ed è molto popolare nel Paese: la gentecompra i dischi e si gode i concerti. Il periodo dal 2002 al 2008 èstato un po’ l’età d’oro per la narcomusica messicana: qualcheartista ci ha lasciato le penne, nella stessa modalità in cui sonostati ammazzati i rapper gangsta americani, ma mai fino al puntodi penalizzare le vendite. Negli ultimi anni la violenza èaumentata e alcuni musicisti sono stati sequestrati, torturati euccisi. Gli eventi non hpper gangsta americani, ma mai fino alpunto di penalizzare le vendite. Negli ultimi anni la violenza èaumentata e alcuni muannofermato la musica ma moltiartisti hanno preferito spostarsiin California, a Los Angeles, unposto decisamente più sicuro.

Migliaia di persone sono rimaste coinvolte nelle sparatorie emolti sono stati trucidati in maniera Praticamente ogni giornoviene versato del sangue, la Rete si riempie in continuazione divideo raccapriccianti che documentano tutto, impedendo aimessicani di fingere di non conoscere l’esistenza dell’industriadei narcotici. Dopo la musica è arrivata la “narco letteratura”,una nuova corrente sviluppatasi nelle regioni del nord, dove laviolenza era stata più intensa. A differenza di quanto possiatepensare, non parla del consumo di droga, ma racconta conun linguaggio da strada la quotidianità dellagente del posto sotto il cupo regime dei cartelli.Parla di società distrutte e in ostaggio, dicomplicità e opposizione, e del senso della vita inqueste buie circostanze. Un asesino solitario di Elmer Mendoza è

uno dei più importanti romanzidel genere, ma gli autorisono tanti, da LuisHumberto Crosthwaite (diTijuana) a Gabriel TrujilloMuñoz, abbastanza dacomporre un movimento eattirare attenzione dallacritica. Questi libri vendonocome vendeva lanarcomusica anni fa. E lagente li ama perché

riconosce i temi scottanti e d’attualità. Anche l’arte non potevarestare indifferente al potente linguaggio ura è si è messa aritrarre i gangster con gidi, stivali fatti di pelli esotiche - tipostruzzo o iguana - e tanti monilino in jeep e furgoncini coi vetrioscurati osttini della Santa Muerte, uno scheletro femminile conuna falce in mano, molto popolare nel Paese.Ma la narco cultura gode anche di fama internazionale. Nel 2002 il romanziere spagnolo Arturo Perez-Reverte scrisseun thriller, La regina del sud, che è poi diventato una serie tv.Anche in questa storia non c’è molta droga: èpiuttosto un avvincente fantasy che parla diricchezza, potere e globalizzazione, di una ragazza

messicana che ha sofisticati europei ai suoipiedi, incapaci di resistere a quello che ha daoffrire. Praticamente il sogno che ognifanciulla del pianeta può fare, solo qui èsenza limiti e legge, fuori giustizia.

(traduzionediMarioPellizzari)

la tecnologia che incombe vi esalta o vi toglie ilsonno? Scrivete le vostreopinioni [email protected]@

Messico: santi,droga, kalashnikove una serie tv

di Bruce Sterling

Bruce Sterling, scrittore americano, è uno dei padri della fantascienza “cyberpunk”. Giro di vite contro gli hackerè fra i suoi romanzi più famosi

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Ultimamente mi sono diviso tra gli States, Montreal eStoccolma per lavorare al mio terzo album, ormai abuon punto. Passare ore e ore in sala di registrazionecrea inevitabilmente dei problemi. Innanzitutto l’udito

peggiora e io già sono un po’ sordo. Poi si ordinano i pasti al ta-ke away e il caffè si beve nei bicchieroni di carta. Il caffè mi aiutaa staccare dalla musica e dachi lavora con me. Ciascunoha un suo cerimoniale per ilcaffè, il mio è un rito solitario.Mi siedo, bevo, mentalmenteelenco le cose che mi manda-no in bestia. Finito il caffè stobene di nuovo, butto la nega-tività nel cestino assieme albicchiere e torno in studio piùequilibrato. Io bevo tanti caffèe mi ha sempre incuriosito ilmotivo per cui crea dipenden-za. Oggi il caffè è ilprodotto agricolo piùcommercializzato nelmondo. Nel 2004 il volumetotale delle vendite di caffè al dettaglio superava gli 80 miliardidi dollari. Tutto iniziò con una capra ballerina. Leggenda vuoleche, nel nono secolo, un pastore etiope di nome Kaldi si incurio-sisse osservando come le sue capre diventavano più vivaci dopoaver mangiato le bacche della pianta del caffè.

Provò egli stesso a masticarne i semi. Subì lui stesso un effet-to energizzante che fu notato dai monaci, che a loro volta man-giarono i chicchi e scoprirono di sentirsi più vigili a Dio durantela preghiera. Nei cinque secoli a venire gli sviluppi furono straor-dinari. Giunto in Arabia attraverso il Mar Rosso il caffè vennelavorato e diventò la bevanda che conosciamo ora. Utilizzato ascopi religiosi, era coadiuvante nel culto. Si strinse così il legametra caffè e Islam. L’espansione dell’Islam coincise con la sua dif-fusione, anche in Turchia. Da Istanbul i semi furono importati a

Venezia, per la primavolta fuori dal mondomusulmano. I chicchiper l’export venivanosterilizzati e bolliti per

impedire la riproduzionedella pianta. Era una stra-tegia dei mercanti arabiper mantenere l’esclusivadel raccolto. I tentativi dicontrabbandarne piante esemi fallirono tutti, finchél’indiano Baba Budan nonriuscì a portare in patriaalcuni chicchi assicuran-doli al petto con delle fa-sce. Subito diede vita apiantagioni, sorvegliate daguardie armate. Dall’Indiala pianta giunse in Olan-da, e da lì nei Caraibi (do-po un furto a Parigi), perapprodare infine nelleAmeriche negli anni 20del Settecento grazie a...un mazzo di rose!

Un ufficiale brasiliano,inviato nella Guyana fran-cese dal suo governo percontrabbandare chicchi dicaffè, ebbe una relazionecon la moglie del governa-tore. Lei gli regalò unmazzo di rose in cui celòsemi fertili. Da quei chic-chi sarebbe nato il piùgrande impero mondialedel caffè: il Brasile è il pri-mo produttore di caffè almondo grazie ad una don-na innamorata.

A zonzo per VeniceBeach, a Los Angeles, hovisto molte persone in co-

da con il talloncino numerato davanti ad una caffetteria. Il tem-po di attesa? 45 minuti. Il locale si chiama Intelligentsia Café, faparte di una catena, come Starbucks. La California è lapatria delle caffetterie, la prima fu Pete’s nel 1966. An-che nei paesi europei ogni tre isolati si trova uno Starbucks. Soloin Italia no. Come mai? In Francia tutti pensavamo che sarebbestata dura competere con la cultura del caffè, ma Starbucks hadimostrato più vigili a Dio durante la preghiera. Nei cinque se-coli a venire gli sviluppi furono straordinari.

Giunto in Arabia attraverso il Mar Rosso il caffè venne lavo-rato e diventò la bevanda che conosciamo ora. Utilizzato a scopireligiosi, era coadiuvante nel culto. Si strinse così il legame tracaffè e Islam. L’espansione dell’Islam coiche avevamo torto.L’Italia resiste e farebbe bene ad andarne orgogliosa, ma la nuo-va mania americana per il caffè di qualità, equo e solidale, mi fariflettere. La gente fa la coda da Intelligentsia non solo perché ilcaffè è ottimo, ma perché è declinato in tante varietà e ogni chic-co ha una sua storia. In tazza finisce il caffè acquistato diret-tamente dai produttori, privilegiando.

XL settembre 2011 21

Viva il caffèe viva la caprache lo scoprì

di Mika

Mika, scrittore americano, è uno dei padri della fantascienza “cyberpunk”. Giro di vite contro gli hackerè fra i suoi romanzi più famosi

il cantante ci offre ogni mese il suooriginale punto di vista sui fatti della vita:

arte, cronaca, sentimenti e...

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XL settembre 2011 23

Ultimamente mi sono diviso tra gli States, Montreal eStoccolma per lavorare al mio terzo album, ormai a buon punto. Passare ore e ore in sala di registrazione crea inevitabilmente dei problemi.

Innanzitutto l’udito peggiora e io già sono un po’ sordo. Poi siordinano i pasti al take away e il caffè si beve nei bicchieroni dicarta. Il caffè mi aiuta a staccare dalla musica e da chi lavora conme. Ciascuno ha un suo cerimoniale per il caffè, il mio è un ritosolitario. Mi siedo, bevo, mentalmente elenco le cose che mimandano in bestia. Finito il caffè sto bene di nuovo, butto lanegatività nel cestino assieme al bicchiere e torno in studio piùequilibrato. Io bevo tanti caffè e mi ha sempre incuriosito ilmotivo per cui crea dipendenza. Oggi il caffè è ilprodotto agricolo più commercializzato nelmondo. Nel 2004 il volume totale delle vendite di caffè aldettaglio superava gli 80 miliardi di dollari. Tutto iniziò con una capra ballerina. Leggenda vuole che, nelnono secolo, un pastore etiope di nome Kaldi si incuriosisseosservando come le sue caprediventavano più vivaci dopoaver mangiato le bacche dellapianta del caffè. Provò eglistesso a masticarne i semi.Subì lui stesso un effettoenergizzante che fu notato daimonaci, che a loro voltamangiarono i chicchi escoprirono di sentirsi più vigilia Dio durante la preghiera.Nei cinque secoli a venire glisviluppi furono straordinari.Giunto in Arabia attraverso ilMar Rosso il caffè vennelavorato e diventò la bevandache conosciamo ora. Utilizzatoa scopi religiosi, eracoadiuvante nel culto. Sistrinse così il legame tra caffèe Islam. L’espansionedell’Islam coincise con la suadiffusione, anche in Turchia.Da Istanbul i semi furono

importati a Venezia, per la prima volta fuori dal mondomusulmano. I chicchi per l’export venivano sterilizzati e bollitiper impedire la riproduzione della pianta. Era una strategia deimercanti arabi per mantenere l’esclusiva del raccolto. I tentatividi contrabbandarne piante e semi fallirono tutti, finché l’indianoBaba Budan non riuscì a portare in patria alcuni chicchiassicurandoli al petto con delle fasce. Subito diede vita apiantagioni, sorvegliate da guardie armate. Dall’India la piantagiunse in Olanda, e da lì nei Caraibi (dopo un furto a Parigi),per approdare infine nelle Americhe negli anni 20 del Settecentograzie a... un mazzo di rose! Un ufficiale brasiliano, inviato nellaGuyana francese dal suo governo per contrabbandare chicchi dicaffè, ebbe una relazione con la moglie del governatore. Lei gliregalò un mazzo di rose in cui celò semi fertili. Da quei chicchisarebbe nato il più grande impero mondiale del caffè: il Brasile èil primo produttore di caffè al mondo grazie ad una donnainnamorata.A zonzo per Venice Beach, a Los Angeles, ho visto moltepersone in coda con il talloncino numerato davanti ad unacaffetteria. Il tempo di attesa? 45 minuti. Il locale si chiamaIntelligentsia Café, fa parte di una catena, come Starbucks. LaCalifornia è la patria delle caffetterie, la prima fuPete’s nel 1966. Anche nei paesi europei ogni tre isolati si trovauno Starbucks. Solo in Italia no. Come mai? In Francia tuttipensavamo che sarebbe stata dura competere con la cultura delcaffè, ma Starbucks ha dimostrato più vigili a Dio durante lapreghiera. Nei cinque secoli a venireUltimamente mi sono divisotra gli States, Montreal e Stoccolma per lavorare al mio terzoalbum, ormai a buon punto. Passare ore e ore in sala di registrazione crea inevitabilmente dei problemi. Innanzituttol’udito peggiora e io già sono un po’ sordo. Poi si ordinano i pastial take away e il caffè si beve nei bicchieroni di carta. Il caffè mi

aiuta a staccare dalla musica e da chi lavoracon me. Ciascuno ha un suo cerimonialeper il caffè, il mio è un rito solitario. Misiedo, bevo, mentalmente elenco le cose chemi mandano in bestia. Finito il caffè stobene di nuovo, butto la negatività nelcestino assieme al bicchiere e torno instudio più equilibrato. Io bevo tanti caffè emi ha sempre incuriosito il motivo per cuicrea dipendenza. Nel 2004 il volume totaledelle vendite di caffè al dettaglio superavagli 80 miliardi di dollari. Tutto iniziòcon una capra ballerina.

Indipendentima non riconosciuti,i vivi fantasmi

di Nicolai Lilin

Nicolai Lilin,scrittore russo, è uno dei padridella fantascienza “cyberpunk”. Girodi vite contro glihackerè fra i suoi romanzipiù famosi

il cantante ci offre ogni mese il suooriginale punto di vista sui fatti della vita:

arte, cronaca, sentimenti e...

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random ci ha selezionati come possibili vie premi fantastici. Per un attimo ci guardiamo bene intorno pensando ad unoscherzo ma, verificata l’assenza di telecamere nascoste, iniziamoa cliccare come forsennati su tutti i banner che ci danno vincitoriassaporando già i nostri premi. Ohhhh, delusione. Veniamoindirizzati a siti che chiedono i nostri dati per l’iscrizione a deiconcorsi ad estrazione (chiariamo subito: del tutto leciti) incambio della nostra email. Se andiamo avanti ed inseriamo idati, poi sarebbe difficile lamentarsi per l’ondata di spam. Alloradecidiamo di mollare la grandiosa opportunità di vincere tuttiquei premi e ci dirigiamo verso altri siti. Notiamo subito deibanner rettangolari che ci pongono dei quesiti. Non riusciamo aresistere e rispondiamo sul senso di rotazione delle ruote, suglieffetti ottici, su quelli dell’alcol e soprattutto su dove avessimovisto un canguro con le corna di muflone ed il manto zebrato.Ohhhh, delusione. Anche questa volta si apre una nuova finestradove ci viene proposta una ricarica per il cellulare in cambiodell’adesione ad un servizio in abbonamento di suonerie. Laricarica ovviamente non è per le chiamate, ma per il costodelle cosette che andremo a decidiamo di mollare.

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Resoconto di una navigata in Internet del Trio Medusa.Accensione computer e posizionamento di fronte almonitor (non è una cosa scontata, abbiamo conosciutogente che continuava a premere il pulsante on/off del

monitor convinta che quello fosse il computer - non vale per ipossessori di iMac). Sguardi interessati alla videata del bootstrap(termine che sta ad indicare tutte quelle scrittine all’avvio delcomputer che ti fanno sentire tanto stupido). Avvio del browserpredefinito. Pagina bianca del noto motore di ricerca che ognitanto si diverte a modificare il proprio logo, insomma Google.Attimi di panico. Nei primi quindici minuti non ci vengono inmente altro che portali di matedecidiamo di mollare la grandiosaopportunità di vincere tutti riale pornografico, ma sappiamo chenel nostro sgabuzzino a Repubblica i firewall ci impedirebbero diaprirli. Allora gettiamo un occhio alla barra dei preferiti eclicchiamo su un link a caso che ora non vi stiamo a dire perchénon è importante. Ma... che succede? Tutti e tre ci guardiamocon occhi sgranati e ci abbracciamo. Evviva! In unbanner del sito compare un avviso che ciavverte di essere il 999.999esimo visitatore esolo per questo possiamo vincereun’automobile. Che colpo di fortuna! Ma apriamo un’altrapagina del browser ed andiamo su un altro sito. Incredibile!!! IlTrio Medusa è l’utente numero 1.000.000 e siamo possibiliVINCITORI di un ESCLUSIVO premio APPLE. Ma oggisentiamo che è il nostro giorno fortunato ed apriamo un’altrapagina di navigazione e... NON È UNO SCHERZO il sistema

Chi l’ha dettoclicca che ti passa...anzi t’ammorba

il Trio Medusa presenta...

worldworst wideo

horror top

1

Scary Maze GameI grandi classici non muoionomai. Lo spavento è dato dallacomparsa a tutto schermo diLinda Blair ai tempidell’Esorcista.

2

Best Scary Maze PrankLa famiglia ci protegge e nonci fa mancare nulla. Ma è infamiglia che troviamo gliautori degli scherzi più infernali al mondo.

3

Fat Guy Maze GameGuardando bene il video, sinotano gli effetti speciali (unfake), ma ha raggiunto più diundici milioni divisualizzazioni...

il Trio alle prese con l’universodelirante dei video online. Specchiofedele di un mondo pazzo e malato

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Nessuna carriera:Narcoletteratie romanzi zigani

di Vasco Brondi

Subito dopo la morte di Osama bin Laden, l’Interpol ciha prontamente segnalato un nuovo pericolo pubbliconumero uno mondiale. È Joaquin Guzman, in direttadai monti dello stato messicano Sinaloa. Questo grande

criminale, meglio conosciuto come El Chapo (il corto), non è unrivoluzionario musulmano maun trafficante internazionaledi droga. Una canzonefamosa del gruppo LosTucanes de Tijuana lodescrive come un leader cheincute timore a tutti, pure aldiavolo in persona. Pochesettimane fa sono stato aTijuana per un festivalletterario. Lì il narcotraffico ènelle mani dei nemici di ElChapo, la famiglia criminaleArellano Félix. Questocartello fu combattutodall’esercito messicano dueanni fa, ma qualche arrestopoco può fare contro questopotente business. Troppi isoldi di mezzo, e troppi ighiotti consumatori: come ilmercato globale di petrolio,anche quello deglistupefacenti non chiude mai ibattenti. Ogni droga ha il suosound: il reggae cantala marijuana, il rap ilcrack e l’acid rockl’LSD. Anche ilnarcotraffico inMessico ha i suoimenestrelli, che loraccontavano anchequando le autoritànegavano la suaesistenza. Il genere si

chiama “Narcocorrido” ed è molto popolare nel Paese: la gentecompra i dischi e si gode i concerti. Il periodo dal 2002 al 2008 èstato un po’ l’età d’oro per la narcomusica messicana: qualcheartista ci ha lasciato le penne, nella stessa modalità in cui sonostati ammazzati i rapper gangsta americani, ma mai fino al puntodi penalizzare le vendite. Negli ultimi anni la violenza èaumentata e alcuni musicisti sono stati sequestrati, torturati euccisi. Gli eventi non hanno fermato la musica ma molti artistihanno preferito spostarsi in California, a Los Angeles, un postodecisamente più sicuro. Migliaia di persone sono rimastecoinvolte nelle sparatorie e molti sono stati trucidati in manieraPraticamente ogni giorno viene versato del sangue, la Rete siriempie in continuazione di video raccapriccianti chedocumentano tutto, impedendo ai messicani di fingere di nonconoscere l’esistenza dell’industria dei narcotici. Dopo la musicaè arrivata la “narco letteratura”, una nuova corrente sviluppatasinelle regioni del nord, dove la violenza era stata più intensa. Adifferenza di quanto possiate pensare, non parla del consumo didroga, ma racconta con un linguaggio da strada laquotidianità della gente del posto sotto il cuporegime dei cartelli. Parla di società distrutte e

in ostaggio, dicomplicità eopposizione, e del sensodella vita in queste buiecircostanze. Un asesinosolitario di Elmer Mendoza èuno dei più importantiromanzi del genere, ma gliautori sono tanti, da LuisHumberto Crosthwaite (diTijuana) a Gabriel Tanni fa.E la gente li ama perchériconosce i temi scottanti ed’attualità. Anche l’arte nonpoteva restareindifferentegster con gidi,stivali fatti di pelli esotiche -tipo struzzo o iguana - e tantimonilino in jeep e furgoncinicoi vetri oscurati ostentandok, uno scheletro femminilecon una falce in mano, moltopopolare nel Paese.Ma la narco cultura godeanche di fama internazionale. Nel 2002 il romanzierespagnolo Arturo Perez-Reverte scrisse un thriller, Laregina del sud, che è poidiventato una serie tv. Anche

in questa storia non c’è molta droga: èpiuttosto un avvincente fantasy che parla diricchezza, potere e globalizzazione, di una ragazzamessicana che ha sofisticati europei ai suoi piedi, incapaci diresistere a quello che ha da offrire. Praticamente il sogno cheogni fanciulla del pianeta può fare, solo che qui è senza limitie legge, fuori dalla giustizia e con un sacco di morti.

Vasco Brondi, scrittore russo, è uno dei padri della fantascienza

“cyberpunk”. Giro di vite contro glihacker

è fra i suoi romanzi più famosi

il cantante ci offre ogni mese il suooriginale punto di vista sui fatti della

vita: arte, cronaca, sentimenti

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XL settembre 2011 25

Esistono i vampiri? Quando ero piccolino e mi lasciavospaventare dai vari mostri del cinema e della tv miripetevo sempre che non erano veri ma solo unattore con il trucco da mostro. Ma per ivampiri no, quelli - pensavo - esistono davvero e l’attore

non stava recitando una parte quanto facendo un’imitazione. Poisono cresciuto e adesso non lo so se ci credo ancora ai vampiri.Ma se parliamo di musica allora divento ancora più possibilista,perché lì, di gente che assomiglia a un vampiro, ce n’è e ce n’èstata parecchia. David Bowie, per esempio, Peter Murphy,naturalmente - cantava Bela Lugosi’s Dead - Iggy Pop, SiouxsieSioux. E Ian Curtis.Magro, bianco come un vampiro, appunto, i capelli corti

appiccicati alla fronte dal sudore e unasemplice camicia a mezze maniche chelo fa sembrare ancora più esangue epiù magro, più sofferente e malato.Ian Curtis canta attaccato almicrofono, gli occhi chiusi. Canta nelbuio, nella penombra polverosa di unoscantinato, tagliata dagli scorci di lucedei riflettori che la disegnano in chiarie scuri da film espressionista,in bianco e nero.Canta piano, Ian Curtis, come sesussurrasse, e così, con gli occhi chiusi,pallido e magro, sembra davvero unvampiro.In un certo senso un vampiro lo èdavvero, Ian Curtis. Soffre di unamalattia, epilessia fotosensibile - unaforma di epilessia, appunto - che lorende particolarmente esposto aglistimoli visivi, alle luci forti eintermittenti, per cui cerca di evitarlivivendo il più possibile nell’ombra. Maè un vampiro di tipo diverso da quelliche potrebbero sembrare, per esempio,Peter Murphy dei Bauhaus, o DavidBowie. Loro sono vampiri predatori,pronti ad attaccare.

Ian Curtis no. Appartiene ad una specie diversa. È un vampiromalinconico. Uno che soffre per la sua condizione, che soffre pertutto. Perché non è cattivo, il vampiro Ian Curtis, è soltantosensibile, troppo sensibile. «Abbiamo bussato alla porta dellacamera più oscura dell’inferno», canta Ian Curtis, «civediamo come non ci eravamo mai visti,ritratto del trauma e della degenerazione».Non sono temi allegri quelli che canta il vampiro Ian Curtis, eneanche la sua musica è allegra. È elettrica, a volte, arrabbiata, disperata, ma mai allegra. Anchese il gruppo con cui la fa ha un nome che ispira immediatamentefelicità e simpatia.Il suo gruppo si chiama Joy Division, la

Divisione della Gioia, ma nonostanteil nome non è certo un gruppo dachiamare per matrimoni o feste daballo. Joy Division vuol direun’altra cosa. È un paradosso, una

Ian, vampiro gentileche si ucciseascoltando Iggy Pop

il giallista affronta ogni mese un caso di cronaca o un mistero legato

al mondo della musica e dello spettacolo di Carlo Lucarelli

Carlo Lucarelli, scrittore noir e autore tv, ha tra l’altro pubblicato La faccia nascosta della luna(Einaudi, pp. 224, euro 17), che raccoglie anche gli articoli di XL

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26 XL settembre 2011

Esistono i vampiri? Quando ero piccolino e mi lasciavospaventare dai vari mostri del cinema e della tv mi ripetevosempre che non erano veri ma solo un attore con iltrucco da mostro. Ma per i vampiri no, quelli - pensavo -esistono davvero e l’attore non stava recitando una parte quantofacendo un’imitazione. Poi sono cresciuto e adesso non lo so seci credo ancora ai vampiri. Ma se parliamo di musica alloradivento ancora più possibilista, perché lì, di gente che assomigliaa un vampiro, ce n’è e ce n’è stata parecchia. David Bowie, peresempio, Peter Murphy, naturalmente - cantava Bela Lugosi’sDead - Iggy Pop, Siouxsie Sioux. E Ian Curtis.Magro, bianco come un vampiro, appunto, i capelli cortiappiccicati alla fronte dal sudore e una semplice camicia a mezzemaniche che lo fa sembrare ancora più esangue e più magro, piùsofferente e malato. Ian Curtis canta attaccato al microfono, gliocchi chiusi. Canta nel buio, nella penombra polverosa di unoscantinato, tagliata dagli scorci di luce dei riflettori che ladisegnano in chiari e scuri da film espressionista, inbianco e nero.Canta piano, Ian Curtis, come se sussurrasse, e così, con gliocchi chiusi, pallido e magro, sembra davvero un vampiro.In un certo senso un vampiro lo è davvero, Ian Curtis. Soffre diuna malattia, epilessia fotosensibile - una forma di epilessia,appunto - che lo rende particolarmente esposto agli stimolivisivi, alle luci forti e intermittenti, per cui cerca di evitarlivivendo il più possibile nell’ombra. Ma è un vampiro di tipodiverso da quelli che potrebbero sembrare, per esempio, PeterMurphy dei Bauhaus, o David Bowie. Loro sono vampiripredatori, pronti ad attaccare.Ian Curtis no. Appartiene ad una specie diversa. È un vampiromalinconico. Uno che soffre per la sua condizione, che soffre pertutto. Perché non è cattivo, il vampiro Ian Curtis, è soltantosensibile, troppo sensibile. «Abbiamo bussato alla porta dellacamera più oscura dell’inferno», canta Ian Curtis, «civediamo come non ci eravamo mai visti,ritratto del trauma e della degenerazione».Non sono temi allegri quelli che canta il vampiro Ian Curtis, eneanche la sua musica è allegra. È elettrica, a volte, arrabbiata, disperata, ma mai allegra. Anche

se il gruppo con cui la fa ha un nomeche ispira immediatamente felicità esimpatia.Il suo gruppo si chiama JoyDivision, la Divisione della Gioia, manonostante il nome non è certo ungruppo da chiamare per matrimoni ofeste da ballo. Joy Division vuol direun’altra cosa. È un paradosso, unacontraddizione, perfettamente in lineacon la musica crepuscolare e intimistadi quegli anni, a metà tra gli anni 70 egli anni 80.Joy Division viene da un libro, scrittoda un autore che si nasconde sotto ilnome di Ka-tzetnik, che sarebbe comevenivano chiamati i deportati deicampi di sterminio nazisti. Illibro infatti si chiama The House OfDolls, la casa delle bambole, e la Joy

Division di cui parla è un gruppo di detenute ebree trattate comeschiave sessuali in un lager.Sono importanti i libri per il vampiro Ian Curtis. Ne ha lettitanti prima di mettersi con gli altri della band, libri importantiper tutta una generazione, libri che stanno rifondandol’immaginario di quegli anni, a metà tra noir,fantastico, fantascienza e minimalismointimista.Il giovane Ian Kevin Curtis nella sua adolescenza a Manchester,in Inghilterra, legge Joseph Conrad, legge i romanzi di J. G.Ballard e di William Burroughs, legge i poeti decadenti francesi,e infatti all’inizio pensa di diventare un poeta, perché gli piacescrivere, e lo fa da quando aveva undici anni.Però non è quella la sua strada. La poesia c’entra, sì, ma le parolenon devono restare mute sulla carta. Possono diventare musica,possono diventare canzoni.Perché Ian il vampiro vive in un momento particolare in cui lamusica, quella da fare praticamente, quella che adesso si può farefacilmente, è molto importante. Perché è la fine degli anni 70 edè ancora forte lo spontaneismo della musica punk.Così Ian il vampiro si mette assieme a tre amici che hannoappena visto un concerto dei Sex Pistols e sono rimasti folgoratidalla voglia di suonare che c’era in quegli anni. Niente tecnica,niente di niente, solo energia e passione. I tre amici cercano uncantante, mettono un annuncio sul giornale e si presenta questoragazzo pallido come un morto, che scrive come un poeta.È il 1976 e all’inizio si chiamano Warsaw, Varsavia, per lesuggestioni oscure e lontane che quella città ancora oltre lacortina di ferro può dare e che loro sentono in una canzone diDavid Bowie che si chiama, appunto, Warszawa. Poi peròscoprono che esiste già un gruppo che si chiama così, un gruppo punk che durerà pochissimo, appena un anno, maintanto già c’è e bisogna cambiare nome. Così a Ian viene inmente quel libro che ha letto, quello sul campo diconcentramento, e allora cambiano nome e si chiamano JoyDivision.Ma anche se sono nati negli anni dei Sex Pistols e dei Clash, iJoy Division sono diversi. Nella loro musica c’è qualcosa dilontano dalla rabbia e dalla violenza del punk, anche dalla sua

Da sinistra: la casa di Ian Curtis a Macclesfield, vicinoa Manchester;i Joy Division sulpalco; il libro suilager nazisti da cuihanno tratto il nome;la copertina di TheIdiot di Iggy Pop:il disco che ascoltavaIan prima diuccidersi. A pag.37Ian Curtis e lacopertina dell’album Closer(1980)

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Allora, cari lettori, vi riepilogo brevemente gli ultimisviluppi della mia storia sentimentale con Sara Ceci, labella, volubile biologa marina esperta incefalopodi che mi ha distrutto l’esistenza. La prima cosaimportante da sapere è che, un bel giorno, è scomparsa.

Ci dovevamo vedere alle nove e mezza, al Bar Benaco, vicinopiazza Verbano, per farci un cornetto e un cappuccino nel nostrobar preferito ma non è mai arrivata. Non credo, onestamente, cheabbia avuto incidenti o cose peggiori, semplicemente è migrata daun’altra parte e il mio tempo accanto a lei è terminato. La madre di Sara, la Contessa Ondina Ceci Borlotti, non haidea di dove sia sua figlia e non mi pare, francamente, che la cosala turbi più di tanto. «Mio caro... Com’è che ti chiami?». La

vecchia non si ricordava nemmeno ilmio nome e non è colpadell’Alzheimer. «Stanislao, signora».«Che nome curioso... Comunque Saraè una ragazza cresciuta in un ambienteanglosassone, diverso dal tuo, quello diRoma Nord - quartiere africano. Hafatto i primi passi in una grande villasettecentesca appartenuta ai Fraser,antico casato scozzese. Ha avuto unpadre che ha scoperto una tribù diindigeni nel Borneo che nonavevano mai incontratol’uomo bianco e che ha passato ilresto della sua esistenza girando ilmondo e cercando di capire il sensodell’esistenza in una grotta vicinoRocca di Papa. Sara ha preso tutto dalui, è una ragazza imprevedibile,affascinante, appassionata di polipi,seppie e calamari. Non so che dirti,caro. Mi dispiace tanto. So che soffricome un cane e che il tuo stomaco èrattrappito come uno straccio secco. Èuna reazione tipica e fisiologica:secchezza delle fauci, tremori,insonnia e irritabilità. Non sei il primodisgraziato che mia figlia fa soffrire.. Enon credo sarai l’ultimo». Mi haspiegato la contessa Ceci Borlottimentre spiluzzicava come un cricetoanoressico un tramezzino con robiolae rughetta seduta a un tavolino del BarHungaria.

Sembrava che l’avessero estratta da dentro unsarcofago dal museo egizio di Torino, le avesserotolto di dosso le bende e infilato un vestito a fiori e cacciato unaparrucca bionda sul teschio scuro e rattrappito come unapergamena medievale. Accanto le sedeva il suo amante, il

Colonnello Lupi. Che tipo... Era altopiù di due metri. Occhi piccoli esporgenti come quelli di un’aragosta,incorniciati da grandi cespugli disetole grigiastre. Rigido come una

Niccolò Ammaniti è l’autore di Come Dio comanda (Mondadori, pp. 512, euro 19),premio Strega 2007. Il suo ultimo libro è Io e te(Einaudi Stile Libero, pp. 124, euro 10)

Loschi scambi di coppia e la donnascomparsa ieri

viaggio nell’orrore della vita quotidiana di uno scrittore tranquillo di Niccolò Ammaniti

XL xxxxxmbre 201X 29

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Allora, cari lettori, vi riepilogo brevemente gli ultimi sviluppidella mia storia sentimentale con Sara Ceci, la bella,volubile biologa marina esperta in cefalopodi che mi hadistrutto l’esistenza. La prima cosa importante da sapere è che,un bel giorno, è scomparsa. Ci dovevamo vedere alle nove emezza, al Bar Benaco, vicino piazza Verbano, per farci un cornettoe un cappuccino nel nostro bar preferito ma non è mai arrivata.Non credo, onestamente, che abbia avuto incidenti o cose peggiori,semplicemente è migrata da un’altra parte e il mio tempoaccanto a lei è terminato. La madre di Sara, la Contessa Ondina Ceci Borlotti, non haidea di dove sia sua figlia e non mi pare, francamente, che la cosala turbi più di tanto. «Mio caro... Com’è che ti chiami?». Lavecchia non si ricordava nemmeno il mio nome e non è colpadell’Alzheimer. «Stanislao, signora».«Che nome curioso... Comunque Sara è una ragazza cresciuta inun ambiente anglosassone, diverso dal tuo, quello di Roma Nord -quartiere africano. Ha fatto i primi passi in una grande villasettecentesca appartenuta ai Fraser, antico casato scozzese. Haavuto un padre che ha scoperto una tribù di indigeni nelBorneo che non avevano mai incontratol’uomo bianco e che ha passato il resto della sua esistenzagirando il mondo e cercando di capire il senso dell’esistenza inuna grotta vicino Rocca di Papa. Sara ha preso tutto da lui, è unaragazza imprevedibile, affascinante, appassionata di polipi,seppie e calamari. Non so che dirti, caro. Mi dispiace tanto. Soche soffri come un cane e che il tuo stomaco è rattrappito comeuno straccio secco. È una reazione tipica e fisiologica: secchezzadelle fauci, tremori, insonnia e irritabilità. Non sei il primodisgraziato che mia figlia fa soffrire.. E non credo sarai l’ultimo».Mi ha spiegato la contessa Ceci Borlotti mentre spiluzzicavacome un criceto anoressico un tramezzino con robiola e rughettaseduta a un tavolino del Bar Hungaria.Sembrava che l’avessero estratta da dentro unsarcofago dal museo egizio di Torino, le avesserotolto di dosso le bende e infilato un vestito a fiori e cacciato unaparrucca bionda sul teschio scuro e rattrappito come unapergamena medievale. Accanto le sedeva il suo amante, ilColonnello Lupi. Che tipo... Era alto più di due metri. Occhipiccoli e sporgenti come quelli di un’aragosta, incorniciati dagrandi cespugli di setole grigiastre. Rigido come una mantidereligiosa. Teneva le lunghe braccia piegate e appoggiate al bustoproprio come fa l’insetto. Io personalmente non l’ho mai sentitoparlare ma Sara mi ha assicurato che quando vuole parla, parlaeccome. Quello che io ho potuto notare è che la faccia delcolonnello Lupi è attraversata continuamente da espressioni

diverse e opposte, tra il perplesso, lo smarrito el’irritato. Tiene le labbra sottili strette strette come se dentrolo stomaco avesse una gran quantità di gas metano che ha paurache gli scappi fuori. Sara, una volta, mi ha confessato che ilcolonnello non perde occasione per farle lamano morta. Roba di un attimo... Abbassa con uno scattorigido l’arto anteriore destro, ruota il palmo e tac... ti appizza lamano al culo mentre la faccia viene devastata da strizzamenti diocchi, sollevamenti di sopracciglia, corrugamenti di fronte,gonfiamenti di guance.

«Colonnello Lupi, ma che cosa stafacendo?».Il colonnello dondola la testa comeun indiano che fa sì. «Cosa,cara?».«Come cosa? Quella mano!».Il colonnello piega la testa e strizzagli occhi. «In che senso?».«Nel senso che me l’ha appoggiatasulla chiappa. E fa anche una certapressione con le dita».Il colonnello sorride con mezzabocca. «Cara Sara, intende forse lamia mano destra?».«E certo! Me la può scrostare dalculo?».«Non c’è problema. Ma che hacapito, dolce Sara... Lei potrebbeessere mia figlia. Non mi permettereimai... È una necessità per la mia poveramano devastata dall’artrite. Habisogno di calore corporeo... Sara, leiè molto calda». Insomma ilcolonnello è un tipo così.. Allamano. E alla fine Sara Ceci lo

lasciava fare. Comunque quei due non parevano molto interessati ai destinidi Sara e nemmeno al mio. Devo ricostruire le tappe prima della scomparsa di Sara. Tregiorni prima di scomparire mi ha proposto uno scambio dicoppie. Non sapevo che fosse una scambista (in effettistavamo insieme da soli tre mesi) e sono rimasto a bocca aperta.Poi mi ha fatto capire. Questa pratica Sara Ceci la riteneva unacosa assolutamente naturale e positiva. Mi ha raccontato chemolte specie animali, soprattutto marine, laattuano abitualmente per la riproduzione. Mifaceva l’esempio delle piccole sardine che si riproducono inbanchi di migliaia di individui. Contemporaneamente femminee maschi spruzzano milioni di uova e spermatozoi e lasciano chele uova, trasportate dalla corrente, si incontrino e si fecondino tradi loro in un’immensa orgia. «Alla fine è tutta colpa del dannatopassaggio alla vita terrestre se oggi siamo costretti a incollarcil’uno all’altro come sanguisughe. I mammiferi hanno lafecondazione interna e lo sviluppo del feto nell’utero femminile,gli uccelli e i rettili hanno la fecondazione interna e poi lafemmina produce delle uova (poche e preziose) che rilasciaall’esterno e che sono protette da gusci che impediscono ildisidratamento e le proteggono (parzialmente) da urti

30 XL settembre 2011

IL PANINO DEL MESELeggero e poco

proteico: salsiccia di San Quiricoe gorgonzolamaremmano.

Lo dedico a Matteo Nucci, ottimo

compagnodi scuola e grandescrittore romano

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XL settembre 2011 33

a pag. 23

Quante vite si sonointrecc

iate

nell’agosto ‘68, quando

EL SANTO lottò

controil sistem

a

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

ibike!

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34 XL settembre 2011

EASY RIDER

Si intitola When You’reStrange il documentariosulla band californiana

che esce a 40 anni dallamorte del suo leader,

voce narrante nel film,racconta JimMorrison

di Marco Philopat

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XL settembre 2011 35

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36 XL settembre 2011

«Tu credi agli alieni?», mi do-manda Morgan appena entronel salotto di casa sua.«Mmm... Sì!». Gli rispondosubito allontanando i dubbi.Nella stanza ci sono diversistrumenti, alcuni acustici evintage, altri elettronici pienidi pulsanti e microschermi.«Ottimo!», riprende lui, «per-ché quando si parla dei Doorsbisogna sempre fare i conticon i mondi paralleli che po-

trebbero aprirsi da un momento all’altro». Sono qui per un’intervi-sta su When You’re Strange, un film documentario scritto e direttoda Tom DiCillo di cui Morganè la voce narrante (nella versioneoriginale è Johnny Depp). L’uscita è prevista nei cinema il 21 giu-gno. Il 3 luglio alle 21, invece, sarà trasmesso sul canale del digita-le terrestre Studio Universal, proprio in occasione del quarantesi-mo anniversario della scomparsa di Jim Morrison.

Il film l’ho appena visto e mi viene in mente di citare la poe-sia di William Blake che diede il nome ai Doors. Se le porte del-la percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all’uomocosì com’è: infinita. «Esatto! Allora ci siamo capiti». Mi dicespiegandomi quanta attenzione ha impiegato per tradurre il testo.«Abbiamo lavorato davvero tanto, soffermandoci per ore su unaparola. Volevamo essere precisi soprattutto a proposito delle tec-

EASY RIDER

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XL settembre 2011 37

Nella paginaaccanto JimMorrison, leaderdei Doors. Sopra,Morgan, vocenarrante del filmdocumentarioWhen You’reStrange

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nichedi registrazione». Ci mettiamo a ricordare il collage di rarispezzoni del video, per esempio quando un sedicenne Jim leggeun telegramma del padre infuriato. «Sono cose pazzesche, mai vi-ste prima! Chissà dove le hanno scovate.

C’è quel pezzo nel backstage quando accarezza la ragazzache si è fatta male sotto il palco, Jim le mette a postoi capelli, la rincuora. È dolcissimo in quel momen-to. È il vero Morrison. Lui eraun tipo strampalato,buono, completamente sulle nuvole.E quando vuolefare l’intervista ai poliziotti?». Morgan mi descrive lesue sensazioni a valanga, evoca con immagini forti ilcantante dei Doors ed è talmente contagioso che perun attimo mi sembra di intravedere Morrison in car-ne e ossa che s’aggira nella stanza. Sento un rumore!«C’è qualcuno di là? Un gatto?», chiedo un po’ preoc-cupato. «No. Deve essere un mio amico», rispondeMorgan. Per fortuna adesso si parla d’altro e mi ripi-glio. «Quando presenteremo il film farò delle coverdei Doors, ho lo stesso Piano Bass di Ray Manzarek(tastierista dei Doors, ndr), forse sono l’unico ad aver-lo in Italia.

Ho registrato due album con quello strumento.Per me Ray è scuola assoluta, era capace di mischiaremusica classica, jazz, tecnica e virtuosismo, ma sapevaessere anche sintetico e pop. Inventava mirabili riffcon la mano destra mentre con la sinistra si arrampi-cava in giri di basso coinvolgenti come mantra. Eracompleto, unico negli incastri. Ancora oggi è moder-nissimo». Tento di parlare anche del valore intergene-razionale dei Doors, purtroppo lui torna a bomba suMorrison. «Aveva una luce diversa dagli altri e poi si èspento. Ma come sidice alla fine delfilm: non puoi bru-ciare se prima nonti sei acceso. Morri-son si accende ognivolta che lo ascolti,dopo ti faccio unsuo pezzo e vedrai...

Erano braniche duravano unquarto d’ora e cheti spedivano in orbita. Una specie di stream of consciousnessmusicale, una perdita completa di struttura, eppure c’era sem-pre un dialogo tra i musicisti che diventavano compari di unviaggio verso l’ignoto, trascinandosi dietro il pubblico. Una gangche combatteva per una causa sconosciuta. Forse per la libertà nelsenso più allargato del termine. Bruciare di vita, divorare le espe-rienze assorbendole tutte nello stesso tempo. Voler sentire con latotalità dei propri sensi lo scorrere della giornata... L’essere umanoha bisogno di tutto ciò per scoprire nuovi confini». Intanto i con-fini della mia realtà cominciano a sgretolarsi. Dopo il presuntogassalgono delle interferenze sonore. Sento in lontananza una lorocelebre canzone, forse The Crystal Ship. Non ho il tempo di inda-gare sulla provenienza, Morgan continua a prendere in mano stru-

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Sopra, la locandinadi When You’reStrange. Il filmfirmato da TomDiCillo esce nellesale il 21 giugno. Il3 luglio alle 21 saràtrasmesso da StudioUniversal. Dal6 luglio sarà in dvdarricchito dicontenuti extra

“il vero Morrisonè dolcissimo.Lui era un tipostrampalato, buono,

completamentesulle nuvole”

EASY RIDER

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menti strani e a confondereipiani della percezione.

«“Ho deciso di perdermi nelmondo anche se sprofondo”, dice-va il testo di una mia canzone.Questa cosa l’hanno insegnatai Doors. Sprofondavano nellamusica, perdendosi nell’uni-verso a bordo di un battello spaziale costruito da note e testi in-trecciati. Jim era il leader, colui che diceva: “Non vi preoccupatese stiamo precipitando. Non importa se naufragheremo. Comeandiamo a fondo noi non ci va nessuno, seguitemi... Sarà l’espe-rienza più bella della nostra vita”. Ecco cosa voleva più d’ogni al-tra cosa Morrison». Poi si alza dal divano, si mette al clavicem-balo e comincia a suonare proprio The Crystal Ship dal primo al-bum dei Doors: «Is being filled/ A thousand girls/ A thousandthrills». La coincidenzaè fatale per la mia psiche e mentre ascoltoentro davvero in un altro mondo. Quando finisce la canzone, dalmonitor del computer scorrono le immagini del documentario.

Jim Morrison mi appare tridimensionale con i soliti pantalo-ni di pelle aderenti,il cinturone e la camicia bianca. La sagomaancora mal sintonizzata ci dice: «Lo stato d’animo che ho

la maggior parte del tempo, è una sensazione di profonda tri-stezza. Come quando non ti senti bene, non sei abbastanza tran-quillo... Non sei sicuro di niente». Morgan sembra parlare tran-

quillamente con quell’immagineche piano piano si trasforma in pre-senza reale. «Jim, i tuoi sottintesi mihanno sempre fatto impazzire». «Loso. Sono canzoni che piacciono al di-verso, all’emarginato, una musica chetrascina quel tipo di persone nel ma-gico regno del sogno». A quel puntoMorgan si lancia in un racconto au-tobiografico. «Mia madre suonava ilpianoforte e mio padre era un mania-co dei dischi, da bambino ascoltavoArt Ensemble, Of Chicago, Bach,Debussy e Mingus, anche i PinkFloyd e i grandi talenti del momentocome i Talking Heads. A cinque anni

già cantavo Psicho Killer. A 15 andavo alla ricerca delle lacune,dovevo riempire gli spazi come si fa con le parole crociate. Lì,Jim, ho scoperto i Doors e le tue poesie». Jim ci guarda e ripren-de la parola: «Però non ho mai detto: “Ehi! Ragazzi, andiamotutti contro la polizia”. Ho solo rappresentatoun personaggiofantastico, un attore che scopriva un nuovo linguaggio. Era laprima volta che nel rock entrava il teatro d’avanguardia. Ogniconcerto era un evento, uno diverso dall’altro e allora si creava ilbrivido in sala nell’attesa che qualcosa di inaspettato sarebbe pri-

Sopra, la locandinadi When You’reStrange. Il filmfirmato da TomDiCillo esce nellesale il 21 giugno. Il3 luglio alle 21 saràtrasmesso da StudioUniversal. Dal 6luglio saràdisponibile in dvd

“l’hanno accusatodi tutto, insultato,arrestato. Ha subito

violenza. La figuradi Morrison è un po’

cristologica”

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Hanks insieme a Nixon? Ed erail1994, adesso le tecniche di manipola-zione delle immagini sono molto piùavanti. Dopoil 3D ci aspettano gliologrammi». «Ma va? Infatti, primamiè sembrato di...». «Te l’avevo det-to. Con Jim Morrison ci sono sempredelle sorprese».

«Tu credi agli alieni?», mi do-manda Morgan appena entro nel sa-lotto di casa sua. «Mmm... Sì!». Glirispondo subito allontanando i dubbi.Nella stanza ci sono diversi strumen-ti, alcuni acustici e vintage, altri elet-tronici pieni di pulsanti e microscher-mi. «Ottimo!», riprende lui, «perché

quando si parla dei Doors bisogna sempre fare i conti con imondi paralleli che potrebbero aprirsi da un momento all’altro».Sono qui per un’intervista su When You’re Strange, un film docu-mentario scritto e diretto da Tom DiCillo di cui Morganè la vo-ce narrante (nella versione originale è Johnny Depp). L’uscita èprevista nei cinema il 21 giugno. Il 3 luglio alle 21, invece, saràtrasmesso sul canale del digitale terrestre Studio Universal, pro-

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ma o poi accaduto». «Piùavanti ci fu il concerto di Mia-mi, da allora sei stato dipintocome un depravato che tirafuori il cazzo davanti a tutti».«Sì, ma non era vero. Attiravoi desideri e le perversioni delperiodo come una calamita.

Mi limitavo a tirarle fuori all’istante seguendo la musica. Nonero un provocatore, ero un performer». «Lo vedi? Lo vedi?», midice Morgan mettendo in pausa il video e facendo svanire l’allu-cinazione, «quella figura a me ispira solo bontà, un valore che siè inesorabilmente perso nella scena musicale contemporanea.L’hanno accusato di tutto, insultato, arrestato, ha subito violenzacome Gesù Cristo... Sì, è un po’ cristologica la figura di Morri-son». La battuta a dir poco bizzarra mi fa rientrare nella più affi-dabile razionalità e finalmente si ritorna sul prodotto in questio-ne. «Il documentario rende giustizia, non parla solo di droghee scandali, è lontano dalla fascinazione del culto, inquadra Jimnella sua sensibilità, raffinatezza, nel suo amore per il teatro eper la poesia, nella capacità di scrivere testi assai rivoluzionari perl’epoca. Ricordiamoci che c’erano i Beatles e i Rolling Stones chein quel periodo scrivevano puttanate. Morrison era su un altro li-vello, proveniva da un’altra dimensione». «Come un alieno?», glichiedo. «Già! Ti ricordi Forrest Gump dove inserirono Tom Marco Philopat

AHYSDFOYIUASDIJKKO

FGUSABHO SAGOINNDFSJK DFJKHGDFSGKJH DSFGSDKJHF GDSFGKJHSDFDFKJOJKKOQuesto è un testo grezzo. Duro,segnato, praticamente ilnumero 1. L’appuntamento èstasera al tramonto, ci si vedrànoi 2 soli, piccolo barsemivuoto, osceno cartellopubblicità birra 3ccani. Il primocontatto è da shock, facciamoin silenzio 4 passi, il suo odore è

fortissimo, d’inchiostro andatoa male. «5 minuti!» mmh.«Ritardo...». «Ah, ecco... scusa,statale 6, un casino pazzesco».Mi guarda, gli occhiliquidi, sbatte 7 volte lepalpebre con un movimentoinnaturale, quasi illogico. 8volante dell’umore mio, canefetido e rabbioso, adesso ha 9piccoli bastardi perduti, vendutio regalati. Forse in 10 cittàdiverse abbandonati, caniumani bruciano di rimorso, 11anni di mancanza d’affettocolpiscono la carne, fuococome 12 soli, piccolo bar

semivuoto, osceno cartellopubblicità birra 13ccani. Il primocontatto è da shock, facciamoin silenzio 14 passi, il suo odoreè fortissimo, d’inchiostroandato a male. «15 minuti!»mmh. «Ritardo...». «Ah, ecco...scusa, statale 16, un casinopazzesco». Mi guarda, gli occhi liquidi,sbatte 17 volte le palpebre conmossa innaturale, quasi illogica.18 volante dell’umore mio, canefetido e rabbioso, ora ha 19piccoli bastardi perduti, vendutio regalati. In 20 città diverseabbandonati, bruciano di

rimorso, 21 anni di mancanzad’affetto colpiscono la carne,fuoco come 22 soli, piccolo barsemivuoto, osceno cartellopubblicità birra 23ccani. Ilcontatto è da shock, facciamoin silenzio 24 passi, il suo odoreè fortissimo, d’inchiostroandato a male. «25 minuti!»mmh. «Ritardo...». «Ah,ecco... scusa, statale 26, uncasino pazzesco». Mi guarda,gli occhi liquidi, sbatte 27 voltele palpebre con mossainnaturale, quasi illogica. 28 volante dell’umore mio,cane fetido e rabbioso.

“l’hanno accusatodi tutto, insultato,arrestato. Ha subito

violenza. La figuradi Morrison è un po’

cristologica”

Nella paginaaccanto JimMorrison, leader deiDoors. Sopra,Morgan, vocenarrante del filmdocumentarioWhen You’reStrange accantoJim Morrison,leader dei Doors

EASY RIDER

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Un bacio, un giorno:

quanti scatti, quante vite

si sono intrecciate il 14 agosto ‘68, quando PIETER HUGO

scattò questa foto...

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

alienialienialieni

a pag. 142

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Così si intitola il documentario sulla band

californiana che esce a 40 anni dalla morte E Pieter Hugo, vocenarrante nel film,

ci racconta JimMorrison, con quale,

pare, riesce anche a comunicare

di Marco Philopat

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no ywo

odNella paginaaccanto Jim

Morrison, leaderdei Doors. Sopra,

Morgan,voce narrante

del filmdocumentario

When You’reStrange

ALIENS

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Junior Ofokansi Enugu, Nigeria, 2008

«Tu credi agli alieni?», mi do-manda Morgan appena entronel salotto di casa sua.«Mmm... Sì!». Gli rispondo

subito allontanando i dubbi. Nella stanzaci sono diversi strumenti, alcuni acustici evintage, altri elettronici pieni di pulsanti emicroschermi. «Ottimo!», riprende lui,«perché quando si parla dei Doors bisognasempre fare i conti con i mondi paralleliche potrebbero aprirsi da un momento al-l’altro». Sono qui per un’intervista su WhenYou’re Strange, un film documentario scrit-

to e diretto da Tom DiCillo di cui Morga-nè la voce narrante (nella versione originaleè Johnny Depp). L’uscita è prevista nei ci-nema il 21 giugno. Il 3 luglio alle 21, inve-ce, sarà trasmesso sul canale del digitaleterrestre Studio Universal, proprio in occa-sione del quarantesimo anniversario dellascomparsa di Jim Morrison.

Il film l’ho appena visto e mi viene inmente di citare la poesia di William Bla-ke che diede il nome ai Doors. Se le portedella percezione fossero purificate, ognicosa apparirebbe all’uomo così com’è: in-

finita. «Esatto! Allora ci siamo capiti». Midice spiegandomi quanta attenzione haimpiegato per tradurre il testo. «Abbiamolavorato davvero tanto, soffermandoci perore su una parola. Volevamo essere precisisoprattutto a proposito delle tecnichedi re-gistrazione». Ci mettiamo a ricordare ilcollage di rari spezzoni del video, peresempio quando un sedicenne Jim leggeun telegramma del padre infuriato. «Sonocose pazzesche, mai viste prima! Chissàdove le hanno scovate.

C’è quel pezzo nel backstage quando

ALIENS

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Chris Nkulo and Patience Umeh Enugu, Nigeria, 2008

accarezza la ragazza che si è fatta malesotto il palco, Jim le mette a posto i capel-li, la rincuora. È dolcissimo in quel mo-mento. È il vero Morrison. Lui eraun tipostrampalato, buono, completamente sullenuvole.E quando vuole fare l’intervista aipoliziotti?». Morgan mi descrive le suesensazioni a valanga, evoca con immaginiforti il cantante dei Doors ed è talmentecontagioso che per un attimo mi sembra diintravedere Morrison in carne e ossa ches’aggira nella stanza. Sento un rumore!«C’è qualcuno di là? Un gatto?», chiedo un

po’ preoccupato. «No. Deve essere un mioamico», risponde Morgan. Per fortunaadesso si parla d’altro e mi ripiglio. «Quan-do presenteremo il film farò delle cover deiDoors, ho lo stesso Piano Bass di RayManzarek (tastierista dei Doors, ndr), for-se sono l’unico ad averlo in Italia.

Ho registrato due album con quellostrumento. Per me Ray è scuola assoluta,era capace di mischiare musica classica,jazz, tecnica e virtuosismo, ma sapeva esse-re anche sintetico e pop. Inventava mirabiliriff con la mano destra mentre con la sini-

“il vero Morrisonè dolcissimo.Lui era un tipostrampalato, buono,

completamente sulle nuvole”

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Escort Kama Enugu, Nigeria, 2008

stra si arrampicava in giri di basso coinvol-genti come mantra. Era completo, uniconegli incastri. Ancora oggi è modernissi-mo». Tento di parlare anche del valore in-tergenerazionale dei Doors, purtroppo luitorna a bomba su Morrison. «Aveva unaluce diversa dagli altri e poi si è spento. Macome si dice alla fine del film: non puoibruciare se prima non ti sei acceso. Morri-son si accende ogni volta che lo ascolti, do-po ti faccio un suo pezzo e vedrai...

Erano brani che duravano un quartod’ora e che ti spedivano in orbita. Una

specie di stream of consciousness musi-cale, una perdita completa di struttura,eppure c’era sempre un dialogo tra i mu-sicisti che diventavano compari di un viag-gio verso l’ignoto, trascinandosi dietro ilpubblico. Una gang che combatteva peruna causa sconosciuta. Forse per la libertànel senso più allargato del termine. Brucia-re di vita, divorare le esperienze assorben-dole tutte nello stesso tempo. Voler sentirecon la totalità dei propri sensi lo scorreredella giornata... L’essere umano ha bisognodi tutto ciò per scoprire nuovi confini». In-

tanto i confini della mia realtà comincianoa sgretolarsi. Dopo il presunto gassalgonodelle interferenze sonore. Sento in lonta-nanza una loro celebre canzone, forse TheCrystal Ship. Non ho il tempo di indagaresulla provenienza, Morgan continua aprendere in mano strumenti strani e a con-fonderei piani della percezione.

«“Ho deciso di perdermi nel mondo anchese sprofondo”, diceva il testo di una mia can-zone. Questa cosa l’hanno insegnata i Do-ors. Sprofondavano nella musica, perden-dosi nell’universo a bordo di un battello

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Izunna Onwe and Uju Mbamalu Enugu, Nigeria, 2008

spaziale costruito da note e testi intrecciati.Jim era il leader, colui che diceva: “Non vipreoccupate se stiamo precipitando. Nonimporta se naufragheremo. Come andiamoa fondo noi non ci va nessuno, seguitemi...Sarà l’esperienza più bella della nostra vi-ta”. Ecco cosa voleva più d’ogni altra cosaMorrison». Poi si alza dal divano, si metteal clavicembalo e comincia a suonare pro-prio The Crystal Ship dal primo album deiDoors: «Is being filled/ A thousand girls/ Athousand thrills». La coincidenzaè fatale perla mia psiche e mentre ascolto entro davve-

ro in un altro mondo. Quando finisce lacanzone, dal monitor del computer scorro-no le immagini del documentario.

Jim Morrison mi appare tridimensio-nale con i soliti pantaloni di pelleaderenti,il cinturone e la camicia bianca.La sagoma ancora mal sintonizzata ci dice:«Lo stato d’animo che ho

la maggior parte del tempo, è una sen-sazione di profonda tristezza. Come quan-do non ti senti bene, non sei abbastanzatranquillo... Non sei sicuro di niente».Morgan sembra parlare tranquillamente

“l’hanno accusatodi tutto, insultato,arrestato. Ha subito

violenza. La figuradi Morrison è un po’

cristologica”

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Gabazzini Zuo Enugu, Nigeria, 2008

con quell’immagine che piano piano sitrasforma in presenza reale. «Jim, i tuoisottintesi mi hanno sempre fatto impazzi-re». «Lo so. Sono canzoni che piaccionoal diverso, all’emarginato, una musica chetrascina quel tipo di persone nel magicoregno del sogno». A quel punto Morgansi lancia in un racconto autobiografico.«Mia madre suonava il pianoforte e miopadre era un maniaco dei dischi, da bam-bino ascoltavo Art Ensemble, Of Chica-go, Bach, Debussy e Mingus, anche iPink Floyd e i grandi talenti del momento

come i Talking Heads. A cinque anni giàcantavo Psicho Killer. A 15 andavo alla ri-cerca delle lacune, dovevo riempire glispazi come si fa con le parole crociate. Lì,Jim, ho scoperto i Doors e le tue poesie».Jim ci guarda e riprende la parola: «Perònon ho mai detto: “Ehi! Ragazzi, andia-mo tutti contro la polizia”. Ho solo rap-presentatoun personaggio fantastico, unattore che scopriva un nuovo linguaggio.Era la prima volta che nel rock entrava ilteatro d’avanguardia. Ogni concerto eraun evento, uno diverso dall’altro e allora si

creava il brivido in sala nell’attesa chequalcosa di inaspettato sarebbe prima opoi accaduto». «Più avanti ci fu il concertodi Miami, da allora sei stato dipinto comeun depravato che tira fuori il cazzo davan-ti a tutti». «Sì, ma non era vero. Attiravo idesideri e le perversioni del periodo comeuna calamita. Mi limitavo a tirarle fuoriall’istante seguendo la musica. Non ero unprovocatore, ero un performer». «Lo vedi?Lo vedi?», mi dice Morgan.

Marco Philopat

ALIENS

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a pag. 142

Un bacio, un giorno:quanti scatti,

quante vite si sonointrecciate il 14

agosto ‘68, quandoLINDA McCARTNEY

scattò questa foto...

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

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a pag. 142

Un bacio, un giorno: quantiscatti, quante vite si sono

intrecciate il 14 agosto ‘68,quando EL SANTO scattò

questa foto...

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

luchador

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DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

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co!

a pag. 142

Molte vite si sono intrecciate tramite la GIOCOLERIA che ora arriva ad una svolta!

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

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XL xxxxxmbre 201X 3

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sette

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2011foto di copertina: Mattia Zoppellaro/Contrasto

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4 XL xxxxxmbre 201X4 XL settembre 2011

23 LA POSTA26 IL MEGLIO DEL MESE

di Emiliano Coraretti29 MONDO31 FLASHBACK 35 FUTURAMA

di Bruce Sterling37 LA NERA

di Carlo Lucarelli41 I LOVE ZOMBIES

di Niccolò Ammaniti44 POP UP!

di Mika46 WORLD WORST WIDEO

del Trio Medusa

52VERDENA di Luca Valtortae Lorenza Biasi

134LONDON RAVINGdi Giacomo Cosua

176MODA: HEART OF GLASS

156BIENNALE E VIDEOGAME di Matteo Bittanti e Debora Ferrari

50 ZOOM

100X-MEN L’INIZIOdi Deborah Ameri

99 WHAT’S UP

62 ARCTIC MONKEYSdi Deborah Ameri

68 MORGAN E I DOORS di Marco Philopat

74 MOBY di Anna Lombardi

75 FATBOY SLIM di Christian Zingales

76 BATTLESdi Christian Zingales

79 DEPECHE MODE di Giulio Brusati

80 MICHAEL FRANTI di Stefano Gilardino

82 JAMIE WOON di Deborah Ameri

85 DANGER MOUSE & DANIELE LUPPI di Deborah Ameri

86 CASINO ROYALE di Lorenza Biasi

89 AFRICA UNITE di Alberto Castelli

90 THE WATCHER di Valeria Rusconi

92 HITS93 PLAYLIST

di Emiliano Coraretti94 CLASSIC COVER

di David Vecchiato

182 MITI D’OGGIdi Lorenza Biasi

186 DETTAGLI Country, Surf,Costumi, Boot Camp

190 BEAUTY CASE

160 CHILD OF EDEN di Roberto Magistretti

164 SWORD & SWORCERY di Stefano Picchi

166 ALICE MADNESS RETURNS di Sergio Pennacchini

168 GEEK WORLD

170 GRAND TEST AUTOa cura diAlessandra Roncato

172 PIT STOPdi Paolo Volpato

140 SUKRAN MORALdi Igiaba Scego

144 A L.A. IN HARLEYdi Roberto Croci aka La Bestia

146 X-FIGHTERSdi Barbara Pantanella

148 VIAGGI: VENEZIAdi Paolo Apice

153 ON THE ROAD di Claudia Franco

104 13 ASSASSINIdi Diego Malara

106 APOCALYPSE NOWdi Ian Freer

110 MISFITSdi Mina Timossi

114 I SOLITI IDIOTI di Christian Zingales

116 BIOGRAFILM FESTIVALdi Anna Lombardi

120 CARICATUREdi Daniel Clowes

126 STRISCEdi AlePOP, Diavù,Corradi, Creanza,Giacon, Giorgini,Maicol & Mirco, Tuono Pettinato

131 TOYSdi David Vecchiato

.it

su www.xelle.itpotete trovare video, foto e musicacollegati ai nostriservizi di carta

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Così cantava Bob Dylan, in Ballad Of A Thin Man presagendo che “i tempi stavanocambiando”. C’è un’anomalia in Italia (o meglio una delle tante): in tutti gli altri paesiquando scoppia un fenomeno dal basso, ovvero non guidato da un potere forte, nel nostrocaso, una casa discografica (anche perché potere forte le major ormai non sono più), tutti i

media fanno a gara per parlarne: gli inviti in tv e nelle radio si moltiplicano, un fremito dieccitazione per la novità percorre l’aria e non si parla d’altro. In Italia invece non succede niente. Apassare in tv sono sempre i soliti noti per lo più legati a un immaginario pop di vent’anni fa. Glisconosciuti non fanno ascolti, si dice. Ma come possono diventare conosciuti se non gli si dà spazio?E poi c’è anche una televisione pubblica che avrebbe in teoria la missione di educare, come untempo lontano (basta guardare Rai Storia) effettivamente avveniva. Vedremo se il moltiplicarsi deicanali sul digitale terrestre potrà svolgere questa funzione. Altrimenti, come già succede, ci penseràla rete. Anche perché ormai è la rete a riflettere la realtà reale, quella delle cose che accadono mentrei grandi media sempre più rispecchiano un mondo che non esiste. Per entrare nello specifico, il casoè questo: c’è una giovane band (giovane come può esserlo in Italia: anni oggi ma suonano dasempre) che ha fatto un disco bellissimo. Si chiama Verdena. È una cosa rara, che in altri paesinormali dove la musica e il rockfanno parte delle cose importanti,quelle che formano il gusto dellapersona insieme ai libri, al cinema eall’arte, verrebbe celebrata ancheperché è una ricchezza per il Paesestesso. Che cos’è un Paese che nonvalorizza i suoi talenti? Noi di XL,nel nostro piccolo crediamo di averriconosciuto questi fenomeni anchein passato, quando si sonomanifestati. I due più grossi: FabriFibra, un tempo visto come il rozzorappresentante di una sottocultura eoggi finalmente riconosciuto comeuno degli artisti più innovativi delpanorama. Baus non gli si dàspazio? E poi c’è anche unatelevisione pubblica che avrebbe inteoria la missione di educare, comeun tempo lontano (basta guardareRai Storia) effettivamente avveniva.Vedremo se il moltiplicarsi deicanali sul digitale terrestre potràsvolgere questa funzione.Altrimenti, come già succede, cipenserà la rete. Anche perché ormaiè la rete a riflettere la realtà reale,quella delle cose che accadonomentre i grandi media sempre piùrispecchiano un mondo che non esiste. Per entrare nello specifico, il caso è questo: c’è una giovaneband (giovane come può Verdena. È una cosa rara, che in altri paesi normali dove la musica e ilrock fanno parte delle cose importanti, quelle che formano il gusieme ai libri, ezza per il Paesestesso. Che cos’è un Paese che non valorizza i suoi talenti? Noi di XL, nel ntelle, al contrarioconsiderati un gruppo di intellettuali snob, incapaci di un successo più allargato. Oggi stiamoseguendo molto da vicino anche Vasco Brondi, altro grande talento che lascerà un segno. Maintanto gustatevi i Verdena. E fateci sapere. Luca Valtorta

XL settembre 2011 7

editoriale

C’È QUALCOSACHE STA

SUCCEDENDO QUIMA TU NON SAI

COS’È. VERO, MRJONES? OGGI SI

CHIAMA VERDENA

XL dà il benvenuto alle vostre lettere.

Scrivete a Repubblica XL via Cristoforo Colombo 90

00147 Roma, oppure via mail

a [email protected]

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XL settembre 2011 9

E non è ancora finita:continuate a votare!Attraverso un sondaggio lanciato sullanostra pagina Facebookvi abbiamo chiesto qual è il vostrogruppo italiano preferito. L’adesione èstata inaspettata: oltre 200.000 voti nelgiro di pochi giorni distribuiti su unpanorama di ben 100 band. Ognigiorna di tornasole della scena musicaleitaliana. Riusciremo ad arrivare a unmilione di voti? Contribuite anche voi.Qui di seguito vi proponiamo alcunicommenti ai risultati e le vostreopinioni sulla classifica delle miglioriband italiane. E presto lanceremoanche quella sui singoli. Restatecollegati!

Doppio voto per me: tecnicamente e alivello individuale Elio e le Storie Tesesono di gran lunga i migliori in Italia senon a livello europeo. Sono ineccepibili:la loro complessità di arrangiamento èunica in Italia senza contare che riesco-no a spaziare in una marea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loro pezzi c’è sempreun profondo studio delle sonorità dei lo-ro viaggi.

Ephraim

Ho già votato gli Afterhours, anche se ilmio gruppo preferito di sempre sono iLitfiba, loro mi hanno avvicinato sin dapiccolo alla musica, ma un gruppo comegli After hanno rivoluzionato la musicain Italia, anche più dei miei secondi pre-feriti, i Subsonica!

Mauro Eden

È incredibile quanta gente dia ancora fi-ducia a certe band attaccate alla poltronacome certi politici bavosi. Se davvero esi-ste un meglio nella musica italiana nonpuò essere rappres una marea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loroentato da chi spe-cula sulla memoria corta e superficialedel pubblico di oggi. Offlaga Disco Pax?Ma senza i CCCP sarebbero esistiti?Subsonica? Se hai più di 16 anni li ascol-ti ancora? Preferisco la solitudine di Fe-derico Fiumani al Paese (IR)Reale.

Fattifritto

“Se la sala è piena, il film fa schifo”! È daanni ormai che cerco di capire il meccan-smo perverso del successo, della notorie-tà musicale, del consenso popolare, dellaqualità artistica, della gratificazione fi-nanziaria e di tutto quello che ruota in-discogerché i peggiori dischi degli artistiottengono il maggior consenso popolare?Perché la gente si scandalizza al suonodella parola discografia? Perché mi ritro-vo a un concerto di Niccolò Fabi com-pletamente deserto per poi ritrovarlo sul-la bocca di tutti solo per compatirne latragedia? Perché gli artisti favorisconoiTunes (dopo averlo condannrafia? Per-ché mi ritrovo a un concerto di NiccolòFabi completamente deserto per poi ri-trovarlo sulla bocca di tutti solo per com-patirne la tragedia? Perché gli artisti fa-

voriscono iTunes (dopo averlo condan-nato) con bonus track ed extra e io mi ri-trovo con cd originali dalla grafica e con-tenuti miserabili? Perché devo sopporta-re la voce del divino Rino e di FrancoBattiato nella pubblicità di una Perché lamusica è stata prostituita? Per elencaretutti i miei perché dovrei, come direbbeJovanotti, «unire i puntini dall’uno all’infi-nito».

Samuele

Trovo veramente ridicola la à di voto so-lo tramite Facebook, di conseguenza chinon si piega al controllo del “grande fra-tello” mediatico viene tagliato fuori... Eva bene, fuori si sta molto meglio. Co-munque: Verdena su tutti, gli unicico.

Clarenz

IL SONDAGGIO DI XL: 200.000 VOTIPER LA PIÙ GRANDE MAPPA DELLASCENA ITALIANA MAI REALIZZATA

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XL settembre 2011 11

Amicizie pericolose!Scarica da XL

facebookI Verdena e quello che ruota loro

intorno. Ovvero le band della

scena bergamasca. Le potete

conoscere leggendo a pagina 52

ma anche collegandovi al sito di

XL. Questo mese, infatti,

su xelle.it potete scaricare gratis

una compilation esclusiva con

i brani di alcuni dei gruppi più

innovativi del momento. 14 brani

in tutto, due per ogni artista. Sette

gruppi da scoprire (anche

attraverso i loro video):

dal cantautorato di Andrea Casali,

in arte Caso, al blues sporco e i

paesaggi post-apocalittici dei

Bancale. Passando dai

Torquemada che hanno appena

prodotto il loro primo concept

album in italiano, Humalaya, e i

Miss Chain And The Broken Heels

che hanninnovativi del momento.

14 brani o suonato in mezzo

mondo. E ancora: The Gaffas, i cui

sette membri si definiscono il

gruppo più punk degli ultimi dieci

anni; i Sakee Sed che al loro attivo

hanno un album dal titolo bizzarro,

Alle basi della roncola, e un ep

tutto nuovo, Bacco; gli Spread,

insieme dal ’99 e con un album

appena finito,

C’è tutto il tempo per dormiresottoterra. Buon ascolto!

I Verdena e quello che ruota loro

intorno. Ovvero le band della

scena bergamasca. Le potete

conoscere leggendo a pagina 52

ma anche collegandovi al sito di

XL. Questo mese, infatti,

su xelle.it potete scaricare gratis

una compilation esclusiva con

i brani di alcuni dei gruppi più

innovativi del momento. 14 brani

in tutto, due per ogni artista.

Sette gruppi da scoprire (anche

attraverso i loro video):

dal cantautorato di Andrea

Casali, in arte Caso, al blues

sporco e i paesaggi post-

apocalittici dei Bancale.

Passando dai Torquemada che

hanno appena prodotto il loro

primo concept album in italiano,

Humalaya, e i Miss Chain And The

Broken Heels che hanno suonato

in mezzo mondo. E ancora: The

Gaffas, i cui sette membri si

definiscono il gruppo più punk

degli ultimi dieci anni; i Sakee Sed

che al loro attivo hanno un album

dal titolo bizzarro, Alle basi dellaroncola, e un ep tutto nuovo,

Bacco; gli Spread.

http://www.facebook.com/RepubblicaXL

Se Facebook ti offre dei mezzi tecnolo-gicamente più avanzati perché non uti-lizzarlo? Non vedete che quando XL fa isondaggi sulla sua pagina mette al massi-mo una decina di opzioni? È evidenteche questa nuova applicazione Facebookè una potenza. Non demonizziamo apriori. Vi ricordate quando buona partedella sinistra era contro i computer e icellulari? Cerchiamo piuttosto di usare imezzi che ci vengono offerti in manieraintelligente.

Giulio

In effetti ci dispiace che il sondaggio sipossa fare solo su Facebook ma illettore Giulio ha ragione: un sondaggiocon la possibilità di inserire 100soggetti non è nelle nostre disponibilitàtecnologiche. E comunque, se decidetedi iscrivervi e di seguire XL su Fb nonve ne pentirete: news, opportunità,concorsi e reportage da eventi, festivale concerti. Come avere insomma un XLquotidiano sempre con voi.

Complimenti a Capossela.E anche un po’ a XL...!Complimenti, bellissimo numero! Mi pia-ce molto Vinicio Capossela e il tipo di ser-vizio che avete realizzato. Poi i contenutimusicali come al solito sono belli tutti, lerubriche interebelliato. Poi i contenutimusicali come al solito sono belli tutti, lerubriche interessantissime e originali e glispazi riservati al fumettossantissime e ori-ginali e gli spazi riservati al fumetto sonofantastici! Grazie mille davvero.

Federica

Il bello di XL è che riesce sempre a stu-pirti anche quando in copertina non c’è iltuo cantabellissimo numero! Mi piacemolto Vinicio Camusicali come al solitosono belli tutti, le possela e il tipo di servi-zio che avete realizzato. Poi i contenutimusicali come al solito sono belli tutti, lerubriche interessantissime e originali e glispazi riservati al fumettonte preferito o gliarticoli sembrano poco interessanti. Lo-de a voi!

Ang Hell’one

Stupenda l’intervista. Stupenda la vide-ointervista. E XL come ogni mese nonsmette mai di sorprendere con Fleet Fo-

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XL settembre 2011 13

E dopo i Verdena? Unascena tutta da scaricare

xelle.itI Verdena e quello che ruota loro

intorno. Ovvero le band della

scena bergamasca. Le potete

conoscere leggendo a pagina 52

ma anche collegandovi al sito di

XL. Questo mese, infatti,

su xelle.it potete scaricare gratis

una compilation esclusiva con

i brani di alcuni dei gruppi più

innovativi del momento. 14 brani

in tutto, due per ogni artista.

Sette gruppi da scoprire (anche

dal cantautorato di Andrea

Casali, in arte Caso, al blues

sporco e i paesaggi post-

apocalittici dei Bancale.

Passando dai

Torquemada che hanno

appena prodotto il loro

primo concept album in italiano,

Humalaya, e i Miss Chain And The

Broken Heels che hanno suonato

in mezzo mondo. E ancora: The

Gaffas, i cui sette membri si

definiscono il gruppo più punk

degli ultimi dieci anni; i Sakee Sed

che al loro attivo hanno un album

dal titolo bizzarro, Alle basi dellaroncola, e un ep tutto nuovo,

Bacco; gli Spread, insieme dal ’99

e con un album appena finito,

C’è tutto il tempo per dormiresottoterra. Buon ascolto!

xes e Ben Harper. Il lavoro con VinicioCapossela, dopo l’ep di aprile, è stato co-ronato con un’intervista, foto e filmatiesclusivi e unici. Grazie per aver fattotutto questo! Complimenti per l’impe-gno che profondete e per ciò che diffon-dete!

Alfred

Doppio voto per me: tecnicamente e alivello individuale Elio e le Storie Tesesono di gran lunga i migliori in Italia senon a livello europeo. Sono ineccepibili:la loro complessità dinato la musica inItalia, anche più dei arrangiamento èunica in Italia senza contare che riesco-no a spaziare in una mafinanziaria e ditutto quello che ruota inrea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loro pezzi c’è sempreun profondo studio delle sonorità dei lo-ro viaggi.

Ephraim

Ho già votato gli Afterhours, anche se ilmio gruppo preferito di sempre sono iLitfiba, loro mi hanno avvicinato sin dapiccolo alla musica, ma un gruppo comegli After hanno rivoluzionato la musicain Italia, anche più dei miei secondi pre-feriti, i Subsonica!

Mauro Eden

È incredibile quanta gente dia ancora fi-ducia a certe band attaccate alla poltronacome certi politici bavon una marea digeneri musicali. A livello di energia tra-smessa però voto i Modena City Ram-

blers, sono energici e nei losi. Se davveroesiste un meglio nella musica italiananon può essere rappresentato da chi spe-cula sulla memoria corta e superficialedel pubblico di oggi. Offlaga Disco Pax?Ma senza i CCCP sarebbero esistiti?Subsonica? Se hai più di 16 anni li ascol-ti ancora? Preferisco la solitudine di Fe-derico Fiumani al Paese (IR)Reale.

Fattifritto

“Se la sala è piena, il film schifo”! È daanni ormai che cerco di capire il mecca-nismo perverso del successo, della noto-rietà musicale, del consenso popolare,della qualità artistica, della gratificazionefinanziaria e di tutto quello che ruota in-torno alla musica, ma a oggi, navigo an-cora in un mare di interrogativi... Perchéi peggiori dischi degli artisti ottengono ilmaggior consenso popolare? Perché lagente si scandaondannrafia? Perché miritrovo a un concerto di Niccolò Fabicompletamente deserto per poi ritrovarlosulla bocca di tutti solo per compatirne latragedia? Perché gli artisti favorisconoiTunes (dopo averlo condannato) conbonus track ed ischi degli artisti ottengo-no il maggior consenso popolare? Perchéla gente si scandaondannrafia? Perché miritrovo a un con soextra e io mi ritrovocon cd originali dalla grafica e contenutimiserabili? Perché devo sopportare la vo-ce del divino Rino e di Franco Battiatonella pubblicità di una Perché la musica èstata prostituita? Per elencare tutti i mieiperché dovrei, come direbbe Jovanotti,«unire i puntini dall’uno all’infinito».

Samuele

il proclama di David Tibet(fondatore dei Current 93)

traduzione:

in copto:

«Che il potere venga meno a tutti coloroche desiderano portarmi via completamenteimpotenti, coloro che desiderano portarmivia completamente la luce».

Pistis Sophia parlando in Pistis Sophia, Libro 1, Capitolo 50, verso 4

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XL settembre 2011 19

Subito dopo la mortedi Osama bin Laden,l’Interpol ci haprontamente

segnalato un nuovo pericolopubblico numero unomondiale. È Joaquin Guzman,in diretta dai monti dello statomessicano Sinaloa. Questogrande criminale, meglioconosciuto come El Chapo (ilcorto), non è un rivoluzionariomusulmano ma un trafficanteinternazionale di droga. Una canzone famosa del gruppo LosTucanes de Tijuana lo descrive come un leader che incute timorea tutti, pure al diavolo in persona. Poche settimane fa sono statoa Tijuana per un festival letterario. Lì il narcotraffico è nellemani dei nemici di El Chapo, la famiglia criminale ArellanoFélix. Questo cartello fu combattuto dall’esercito messicano dueanni fa, ma qualche arresto poco può fare contro questo potentebusiness. Troppi i soldi di mezzo, e troppi i ghiotti consumatori:come il mercato globale di petrolio, anche quello deglistupefacenti non chiude mai i battenti. Ogni droga ha il suo sound: il reggae canta lamarijuana, il rap il crack e l’acid rock l’LSD.Anche il narcotraffico in Messico ha i suoimenestrelli, che lo raccontavano anche quandole autorità negavano la sua esistenza. Il genere sichiama “Narcocorrido” ed è molto popolare nel Paese: la gentecompra i dischi e si gode i concerti. Il periodo dal 2002 al 2008 èstato un po’ l’età d’oro per la narcomusica messicana: qualcheartista ci ha lasciato le penne, nella stessa modalità in cui sonostati ammazzati i rapper gangsta americani, ma mai fino al puntodi penalizzare le vendite. Negli ultimi anni la violenza èaumentata e alcuni musicisti sono stati sequestrati, torturati euccisi. Gli eventi non hpper gangsta americani, ma mai fino alpunto di penalizzare le vendite. Negli ultimi anni la violenza èaumentata e alcuni muannofermato la musica ma moltiartisti hanno preferito spostarsiin California, a Los Angeles, unposto decisamente più sicuro.

Migliaia di persone sono rimaste coinvolte nelle sparatorie emolti sono stati trucidati in maniera Praticamente ogni giornoviene versato del sangue, la Rete si riempie in continuazione divideo raccapriccianti che documentano tutto, impedendo aimessicani di fingere di non conoscere l’esistenza dell’industriadei narcotici. Dopo la musica è arrivata la “narco letteratura”,una nuova corrente sviluppatasi nelle regioni del nord, dove laviolenza era stata più intensa. A differenza di quanto possiatepensare, non parla del consumo di droga, ma racconta conun linguaggio da strada la quotidianità dellagente del posto sotto il cupo regime dei cartelli.Parla di società distrutte e in ostaggio, dicomplicità e opposizione, e del senso della vita inqueste buie circostanze. Un asesino solitario di Elmer Mendoza è

uno dei più importanti romanzidel genere, ma gli autorisono tanti, da LuisHumberto Crosthwaite (diTijuana) a Gabriel TrujilloMuñoz, abbastanza dacomporre un movimento eattirare attenzione dallacritica. Questi libri vendonocome vendeva lanarcomusica anni fa. E lagente li ama perché

riconosce i temi scottanti e d’attualità. Anche l’arte non potevarestare indifferente al potente linguaggio ura è si è messa aritrarre i gangster con gidi, stivali fatti di pelli esotiche - tipostruzzo o iguana - e tanti monilino in jeep e furgoncini coi vetrioscurati osttini della Santa Muerte, uno scheletro femminile conuna falce in mano, molto popolare nel Paese.Ma la narco cultura gode anche di fama internazionale. Nel 2002 il romanziere spagnolo Arturo Perez-Reverte scrisseun thriller, La regina del sud, che è poi diventato una serie tv.Anche in questa storia non c’è molta droga: èpiuttosto un avvincente fantasy che parla diricchezza, potere e globalizzazione, di una ragazza

messicana che ha sofisticati europei ai suoipiedi, incapaci di resistere a quello che ha daoffrire. Praticamente il sogno che ognifanciulla del pianeta può fare, solo qui èsenza limiti e legge, fuori giustizia.

(traduzionediMarioPellizzari)

la tecnologia che incombe vi esalta o vi toglie ilsonno? Scrivete le vostreopinioni [email protected]@

Messico: santi,droga, kalashnikove una serie tv

di Bruce Sterling

Bruce Sterling, scrittore americano, è uno dei padri della fantascienza “cyberpunk”. Giro di vite contro gli hackerè fra i suoi romanzi più famosi

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Ultimamente mi sono diviso tra gli States, Montreal eStoccolma per lavorare al mio terzo album, ormai abuon punto. Passare ore e ore in sala di registrazionecrea inevitabilmente dei problemi. Innanzitutto l’udito

peggiora e io già sono un po’ sordo. Poi si ordinano i pasti al ta-ke away e il caffè si beve nei bicchieroni di carta. Il caffè mi aiutaa staccare dalla musica e dachi lavora con me. Ciascunoha un suo cerimoniale per ilcaffè, il mio è un rito solitario.Mi siedo, bevo, mentalmenteelenco le cose che mi manda-no in bestia. Finito il caffè stobene di nuovo, butto la nega-tività nel cestino assieme albicchiere e torno in studio piùequilibrato. Io bevo tanti caffèe mi ha sempre incuriosito ilmotivo per cui crea dipenden-za. Oggi il caffè è ilprodotto agricolo piùcommercializzato nelmondo. Nel 2004 il volumetotale delle vendite di caffè al dettaglio superava gli 80 miliardidi dollari. Tutto iniziò con una capra ballerina. Leggenda vuoleche, nel nono secolo, un pastore etiope di nome Kaldi si incurio-sisse osservando come le sue capre diventavano più vivaci dopoaver mangiato le bacche della pianta del caffè.

Provò egli stesso a masticarne i semi. Subì lui stesso un effet-to energizzante che fu notato dai monaci, che a loro volta man-giarono i chicchi e scoprirono di sentirsi più vigili a Dio durantela preghiera. Nei cinque secoli a venire gli sviluppi furono straor-dinari. Giunto in Arabia attraverso il Mar Rosso il caffè vennelavorato e diventò la bevanda che conosciamo ora. Utilizzato ascopi religiosi, era coadiuvante nel culto. Si strinse così il legametra caffè e Islam. L’espansione dell’Islam coincise con la sua dif-fusione, anche in Turchia. Da Istanbul i semi furono importati a

Venezia, per la primavolta fuori dal mondomusulmano. I chicchiper l’export venivanosterilizzati e bolliti per

impedire la riproduzionedella pianta. Era una stra-tegia dei mercanti arabiper mantenere l’esclusivadel raccolto. I tentativi dicontrabbandarne piante esemi fallirono tutti, finchél’indiano Baba Budan nonriuscì a portare in patriaalcuni chicchi assicuran-doli al petto con delle fa-sce. Subito diede vita apiantagioni, sorvegliate daguardie armate. Dall’Indiala pianta giunse in Olan-da, e da lì nei Caraibi (do-po un furto a Parigi), perapprodare infine nelleAmeriche negli anni 20del Settecento grazie a...un mazzo di rose!

Un ufficiale brasiliano,inviato nella Guyana fran-cese dal suo governo percontrabbandare chicchi dicaffè, ebbe una relazionecon la moglie del governa-tore. Lei gli regalò unmazzo di rose in cui celòsemi fertili. Da quei chic-chi sarebbe nato il piùgrande impero mondialedel caffè: il Brasile è il pri-mo produttore di caffè almondo grazie ad una don-na innamorata.

A zonzo per VeniceBeach, a Los Angeles, hovisto molte persone in co-

da con il talloncino numerato davanti ad una caffetteria. Il tem-po di attesa? 45 minuti. Il locale si chiama Intelligentsia Café, faparte di una catena, come Starbucks. La California è lapatria delle caffetterie, la prima fu Pete’s nel 1966. An-che nei paesi europei ogni tre isolati si trova uno Starbucks. Soloin Italia no. Come mai? In Francia tutti pensavamo che sarebbestata dura competere con la cultura del caffè, ma Starbucks hadimostrato più vigili a Dio durante la preghiera. Nei cinque se-coli a venire gli sviluppi furono straordinari.

Giunto in Arabia attraverso il Mar Rosso il caffè venne lavo-rato e diventò la bevanda che conosciamo ora. Utilizzato a scopireligiosi, era coadiuvante nel culto. Si strinse così il legame tracaffè e Islam. L’espansione dell’Islam coiche avevamo torto.L’Italia resiste e farebbe bene ad andarne orgogliosa, ma la nuo-va mania americana per il caffè di qualità, equo e solidale, mi fariflettere. La gente fa la coda da Intelligentsia non solo perché ilcaffè è ottimo, ma perché è declinato in tante varietà e ogni chic-co ha una sua storia. In tazza finisce il caffè acquistato diret-tamente dai produttori, privilegiando.

XL settembre 2011 21

Viva il caffèe viva la caprache lo scoprì

di Mika

Mika, scrittore americano, è uno dei padri della fantascienza “cyberpunk”. Giro di vite contro gli hackerè fra i suoi romanzi più famosi

il cantante ci offre ogni mese il suooriginale punto di vista sui fatti della vita:

arte, cronaca, sentimenti e...

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XL settembre 2011 23

Ultimamente mi sono diviso tra gli States, Montreal eStoccolma per lavorare al mio terzo album, ormai a buon punto. Passare ore e ore in sala di registrazione crea inevitabilmente dei problemi.

Innanzitutto l’udito peggiora e io già sono un po’ sordo. Poi siordinano i pasti al take away e il caffè si beve nei bicchieroni dicarta. Il caffè mi aiuta a staccare dalla musica e da chi lavora conme. Ciascuno ha un suo cerimoniale per il caffè, il mio è un ritosolitario. Mi siedo, bevo, mentalmente elenco le cose che mimandano in bestia. Finito il caffè sto bene di nuovo, butto lanegatività nel cestino assieme al bicchiere e torno in studio piùequilibrato. Io bevo tanti caffè e mi ha sempre incuriosito ilmotivo per cui crea dipendenza. Oggi il caffè è ilprodotto agricolo più commercializzato nelmondo. Nel 2004 il volume totale delle vendite di caffè aldettaglio superava gli 80 miliardi di dollari. Tutto iniziò con una capra ballerina. Leggenda vuole che, nelnono secolo, un pastore etiope di nome Kaldi si incuriosisseosservando come le sue caprediventavano più vivaci dopoaver mangiato le bacche dellapianta del caffè. Provò eglistesso a masticarne i semi.Subì lui stesso un effettoenergizzante che fu notato daimonaci, che a loro voltamangiarono i chicchi escoprirono di sentirsi più vigilia Dio durante la preghiera.Nei cinque secoli a venire glisviluppi furono straordinari.Giunto in Arabia attraverso ilMar Rosso il caffè vennelavorato e diventò la bevandache conosciamo ora. Utilizzatoa scopi religiosi, eracoadiuvante nel culto. Sistrinse così il legame tra caffèe Islam. L’espansionedell’Islam coincise con la suadiffusione, anche in Turchia.Da Istanbul i semi furono

importati a Venezia, per la prima volta fuori dal mondomusulmano. I chicchi per l’export venivano sterilizzati e bollitiper impedire la riproduzione della pianta. Era una strategia deimercanti arabi per mantenere l’esclusiva del raccolto. I tentatividi contrabbandarne piante e semi fallirono tutti, finché l’indianoBaba Budan non riuscì a portare in patria alcuni chicchiassicurandoli al petto con delle fasce. Subito diede vita apiantagioni, sorvegliate da guardie armate. Dall’India la piantagiunse in Olanda, e da lì nei Caraibi (dopo un furto a Parigi),per approdare infine nelle Americhe negli anni 20 del Settecentograzie a... un mazzo di rose! Un ufficiale brasiliano, inviato nellaGuyana francese dal suo governo per contrabbandare chicchi dicaffè, ebbe una relazione con la moglie del governatore. Lei gliregalò un mazzo di rose in cui celò semi fertili. Da quei chicchisarebbe nato il più grande impero mondiale del caffè: il Brasile èil primo produttore di caffè al mondo grazie ad una donnainnamorata.A zonzo per Venice Beach, a Los Angeles, ho visto moltepersone in coda con il talloncino numerato davanti ad unacaffetteria. Il tempo di attesa? 45 minuti. Il locale si chiamaIntelligentsia Café, fa parte di una catena, come Starbucks. LaCalifornia è la patria delle caffetterie, la prima fuPete’s nel 1966. Anche nei paesi europei ogni tre isolati si trovauno Starbucks. Solo in Italia no. Come mai? In Francia tuttipensavamo che sarebbe stata dura competere con la cultura delcaffè, ma Starbucks ha dimostrato più vigili a Dio durante lapreghiera. Nei cinque secoli a venireUltimamente mi sono divisotra gli States, Montreal e Stoccolma per lavorare al mio terzoalbum, ormai a buon punto. Passare ore e ore in sala di registrazione crea inevitabilmente dei problemi. Innanzituttol’udito peggiora e io già sono un po’ sordo. Poi si ordinano i pastial take away e il caffè si beve nei bicchieroni di carta. Il caffè mi

aiuta a staccare dalla musica e da chi lavoracon me. Ciascuno ha un suo cerimonialeper il caffè, il mio è un rito solitario. Misiedo, bevo, mentalmente elenco le cose chemi mandano in bestia. Finito il caffè stobene di nuovo, butto la negatività nelcestino assieme al bicchiere e torno instudio più equilibrato. Io bevo tanti caffè emi ha sempre incuriosito il motivo per cuicrea dipendenza. Nel 2004 il volume totaledelle vendite di caffè al dettaglio superavagli 80 miliardi di dollari. Tutto iniziòcon una capra ballerina.

Indipendentima non riconosciuti,i vivi fantasmi

di Nicolai Lilin

Nicolai Lilin,scrittore russo, è uno dei padridella fantascienza “cyberpunk”. Girodi vite contro glihackerè fra i suoi romanzipiù famosi

il cantante ci offre ogni mese il suooriginale punto di vista sui fatti della vita:

arte, cronaca, sentimenti e...

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random ci ha selezionati come possibili vie premi fantastici. Per un attimo ci guardiamo bene intorno pensando ad unoscherzo ma, verificata l’assenza di telecamere nascoste, iniziamoa cliccare come forsennati su tutti i banner che ci danno vincitoriassaporando già i nostri premi. Ohhhh, delusione. Veniamoindirizzati a siti che chiedono i nostri dati per l’iscrizione a deiconcorsi ad estrazione (chiariamo subito: del tutto leciti) incambio della nostra email. Se andiamo avanti ed inseriamo idati, poi sarebbe difficile lamentarsi per l’ondata di spam. Alloradecidiamo di mollare la grandiosa opportunità di vincere tuttiquei premi e ci dirigiamo verso altri siti. Notiamo subito deibanner rettangolari che ci pongono dei quesiti. Non riusciamo aresistere e rispondiamo sul senso di rotazione delle ruote, suglieffetti ottici, su quelli dell’alcol e soprattutto su dove avessimovisto un canguro con le corna di muflone ed il manto zebrato.Ohhhh, delusione. Anche questa volta si apre una nuova finestradove ci viene proposta una ricarica per il cellulare in cambiodell’adesione ad un servizio in abbonamento di suonerie. Laricarica ovviamente non è per le chiamate, ma per il costodelle cosette che andremo a decidiamo di mollare.

XL settembre 2011 25

Resoconto di una navigata in Internet del Trio Medusa.Accensione computer e posizionamento di fronte almonitor (non è una cosa scontata, abbiamo conosciutogente che continuava a premere il pulsante on/off del

monitor convinta che quello fosse il computer - non vale per ipossessori di iMac). Sguardi interessati alla videata del bootstrap(termine che sta ad indicare tutte quelle scrittine all’avvio delcomputer che ti fanno sentire tanto stupido). Avvio del browserpredefinito. Pagina bianca del noto motore di ricerca che ognitanto si diverte a modificare il proprio logo, insomma Google.Attimi di panico. Nei primi quindici minuti non ci vengono inmente altro che portali di matedecidiamo di mollare la grandiosaopportunità di vincere tutti riale pornografico, ma sappiamo chenel nostro sgabuzzino a Repubblica i firewall ci impedirebbero diaprirli. Allora gettiamo un occhio alla barra dei preferiti eclicchiamo su un link a caso che ora non vi stiamo a dire perchénon è importante. Ma... che succede? Tutti e tre ci guardiamocon occhi sgranati e ci abbracciamo. Evviva! In unbanner del sito compare un avviso che ciavverte di essere il 999.999esimo visitatore esolo per questo possiamo vincereun’automobile. Che colpo di fortuna! Ma apriamo un’altrapagina del browser ed andiamo su un altro sito. Incredibile!!! IlTrio Medusa è l’utente numero 1.000.000 e siamo possibiliVINCITORI di un ESCLUSIVO premio APPLE. Ma oggisentiamo che è il nostro giorno fortunato ed apriamo un’altrapagina di navigazione e... NON È UNO SCHERZO il sistema

Chi l’ha dettoclicca che ti passa...anzi t’ammorba

il Trio Medusa presenta...

worldworst wideo

horror top

1

Scary Maze GameI grandi classici non muoionomai. Lo spavento è dato dallacomparsa a tutto schermo diLinda Blair ai tempidell’Esorcista.

2

Best Scary Maze PrankLa famiglia ci protegge e nonci fa mancare nulla. Ma è infamiglia che troviamo gliautori degli scherzi più infernali al mondo.

3

Fat Guy Maze GameGuardando bene il video, sinotano gli effetti speciali (unfake), ma ha raggiunto più diundici milioni divisualizzazioni...

il Trio alle prese con l’universodelirante dei video online. Specchiofedele di un mondo pazzo e malato

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XL settembre 2011 27

Nessuna carriera:Narcoletteratie romanzi zigani

di Vasco Brondi

Subito dopo la morte di Osama bin Laden, l’Interpol ciha prontamente segnalato un nuovo pericolo pubbliconumero uno mondiale. È Joaquin Guzman, in direttadai monti dello stato messicano Sinaloa. Questo grande

criminale, meglio conosciuto come El Chapo (il corto), non è unrivoluzionario musulmano maun trafficante internazionaledi droga. Una canzonefamosa del gruppo LosTucanes de Tijuana lodescrive come un leader cheincute timore a tutti, pure aldiavolo in persona. Pochesettimane fa sono stato aTijuana per un festivalletterario. Lì il narcotraffico ènelle mani dei nemici di ElChapo, la famiglia criminaleArellano Félix. Questocartello fu combattutodall’esercito messicano dueanni fa, ma qualche arrestopoco può fare contro questopotente business. Troppi isoldi di mezzo, e troppi ighiotti consumatori: come ilmercato globale di petrolio,anche quello deglistupefacenti non chiude mai ibattenti. Ogni droga ha il suosound: il reggae cantala marijuana, il rap ilcrack e l’acid rockl’LSD. Anche ilnarcotraffico inMessico ha i suoimenestrelli, che loraccontavano anchequando le autoritànegavano la suaesistenza. Il genere si

chiama “Narcocorrido” ed è molto popolare nel Paese: la gentecompra i dischi e si gode i concerti. Il periodo dal 2002 al 2008 èstato un po’ l’età d’oro per la narcomusica messicana: qualcheartista ci ha lasciato le penne, nella stessa modalità in cui sonostati ammazzati i rapper gangsta americani, ma mai fino al puntodi penalizzare le vendite. Negli ultimi anni la violenza èaumentata e alcuni musicisti sono stati sequestrati, torturati euccisi. Gli eventi non hanno fermato la musica ma molti artistihanno preferito spostarsi in California, a Los Angeles, un postodecisamente più sicuro. Migliaia di persone sono rimastecoinvolte nelle sparatorie e molti sono stati trucidati in manieraPraticamente ogni giorno viene versato del sangue, la Rete siriempie in continuazione di video raccapriccianti chedocumentano tutto, impedendo ai messicani di fingere di nonconoscere l’esistenza dell’industria dei narcotici. Dopo la musicaè arrivata la “narco letteratura”, una nuova corrente sviluppatasinelle regioni del nord, dove la violenza era stata più intensa. Adifferenza di quanto possiate pensare, non parla del consumo didroga, ma racconta con un linguaggio da strada laquotidianità della gente del posto sotto il cuporegime dei cartelli. Parla di società distrutte e

in ostaggio, dicomplicità eopposizione, e del sensodella vita in queste buiecircostanze. Un asesinosolitario di Elmer Mendoza èuno dei più importantiromanzi del genere, ma gliautori sono tanti, da LuisHumberto Crosthwaite (diTijuana) a Gabriel Tanni fa.E la gente li ama perchériconosce i temi scottanti ed’attualità. Anche l’arte nonpoteva restareindifferentegster con gidi,stivali fatti di pelli esotiche -tipo struzzo o iguana - e tantimonilino in jeep e furgoncinicoi vetri oscurati ostentandok, uno scheletro femminilecon una falce in mano, moltopopolare nel Paese.Ma la narco cultura godeanche di fama internazionale. Nel 2002 il romanzierespagnolo Arturo Perez-Reverte scrisse un thriller, Laregina del sud, che è poidiventato una serie tv. Anche

in questa storia non c’è molta droga: èpiuttosto un avvincente fantasy che parla diricchezza, potere e globalizzazione, di una ragazzamessicana che ha sofisticati europei ai suoi piedi, incapaci diresistere a quello che ha da offrire. Praticamente il sogno cheogni fanciulla del pianeta può fare, solo che qui è senza limitie legge, fuori dalla giustizia e con un sacco di morti.

Vasco Brondi, scrittore russo, è uno dei padri della fantascienza

“cyberpunk”. Giro di vite contro glihacker

è fra i suoi romanzi più famosi

il cantante ci offre ogni mese il suooriginale punto di vista sui fatti della

vita: arte, cronaca, sentimenti

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XL settembre 2011 25

Esistono i vampiri? Quando ero piccolino e mi lasciavospaventare dai vari mostri del cinema e della tv miripetevo sempre che non erano veri ma solo unattore con il trucco da mostro. Ma per ivampiri no, quelli - pensavo - esistono davvero e l’attore

non stava recitando una parte quanto facendo un’imitazione. Poisono cresciuto e adesso non lo so se ci credo ancora ai vampiri.Ma se parliamo di musica allora divento ancora più possibilista,perché lì, di gente che assomiglia a un vampiro, ce n’è e ce n’èstata parecchia. David Bowie, per esempio, Peter Murphy,naturalmente - cantava Bela Lugosi’s Dead - Iggy Pop, SiouxsieSioux. E Ian Curtis.Magro, bianco come un vampiro, appunto, i capelli corti

appiccicati alla fronte dal sudore e unasemplice camicia a mezze maniche chelo fa sembrare ancora più esangue epiù magro, più sofferente e malato.Ian Curtis canta attaccato almicrofono, gli occhi chiusi. Canta nelbuio, nella penombra polverosa di unoscantinato, tagliata dagli scorci di lucedei riflettori che la disegnano in chiarie scuri da film espressionista,in bianco e nero.Canta piano, Ian Curtis, come sesussurrasse, e così, con gli occhi chiusi,pallido e magro, sembra davvero unvampiro.In un certo senso un vampiro lo èdavvero, Ian Curtis. Soffre di unamalattia, epilessia fotosensibile - unaforma di epilessia, appunto - che lorende particolarmente esposto aglistimoli visivi, alle luci forti eintermittenti, per cui cerca di evitarlivivendo il più possibile nell’ombra. Maè un vampiro di tipo diverso da quelliche potrebbero sembrare, per esempio,Peter Murphy dei Bauhaus, o DavidBowie. Loro sono vampiri predatori,pronti ad attaccare.

Ian Curtis no. Appartiene ad una specie diversa. È un vampiromalinconico. Uno che soffre per la sua condizione, che soffre pertutto. Perché non è cattivo, il vampiro Ian Curtis, è soltantosensibile, troppo sensibile. «Abbiamo bussato alla porta dellacamera più oscura dell’inferno», canta Ian Curtis, «civediamo come non ci eravamo mai visti,ritratto del trauma e della degenerazione».Non sono temi allegri quelli che canta il vampiro Ian Curtis, eneanche la sua musica è allegra. È elettrica, a volte, arrabbiata, disperata, ma mai allegra. Anchese il gruppo con cui la fa ha un nome che ispira immediatamentefelicità e simpatia.Il suo gruppo si chiama Joy Division, la

Divisione della Gioia, ma nonostanteil nome non è certo un gruppo dachiamare per matrimoni o feste daballo. Joy Division vuol direun’altra cosa. È un paradosso, una

Ian, vampiro gentileche si ucciseascoltando Iggy Pop

il giallista affronta ogni mese un caso di cronaca o un mistero legato

al mondo della musica e dello spettacolo di Carlo Lucarelli

Carlo Lucarelli, scrittore noir e autore tv, ha tra l’altro pubblicato La faccia nascosta della luna(Einaudi, pp. 224, euro 17), che raccoglie anche gli articoli di XL

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26 XL settembre 2011

Esistono i vampiri? Quando ero piccolino e mi lasciavospaventare dai vari mostri del cinema e della tv mi ripetevosempre che non erano veri ma solo un attore con iltrucco da mostro. Ma per i vampiri no, quelli - pensavo -esistono davvero e l’attore non stava recitando una parte quantofacendo un’imitazione. Poi sono cresciuto e adesso non lo so seci credo ancora ai vampiri. Ma se parliamo di musica alloradivento ancora più possibilista, perché lì, di gente che assomigliaa un vampiro, ce n’è e ce n’è stata parecchia. David Bowie, peresempio, Peter Murphy, naturalmente - cantava Bela Lugosi’sDead - Iggy Pop, Siouxsie Sioux. E Ian Curtis.Magro, bianco come un vampiro, appunto, i capelli cortiappiccicati alla fronte dal sudore e una semplice camicia a mezzemaniche che lo fa sembrare ancora più esangue e più magro, piùsofferente e malato. Ian Curtis canta attaccato al microfono, gliocchi chiusi. Canta nel buio, nella penombra polverosa di unoscantinato, tagliata dagli scorci di luce dei riflettori che ladisegnano in chiari e scuri da film espressionista, inbianco e nero.Canta piano, Ian Curtis, come se sussurrasse, e così, con gliocchi chiusi, pallido e magro, sembra davvero un vampiro.In un certo senso un vampiro lo è davvero, Ian Curtis. Soffre diuna malattia, epilessia fotosensibile - una forma di epilessia,appunto - che lo rende particolarmente esposto agli stimolivisivi, alle luci forti e intermittenti, per cui cerca di evitarlivivendo il più possibile nell’ombra. Ma è un vampiro di tipodiverso da quelli che potrebbero sembrare, per esempio, PeterMurphy dei Bauhaus, o David Bowie. Loro sono vampiripredatori, pronti ad attaccare.Ian Curtis no. Appartiene ad una specie diversa. È un vampiromalinconico. Uno che soffre per la sua condizione, che soffre pertutto. Perché non è cattivo, il vampiro Ian Curtis, è soltantosensibile, troppo sensibile. «Abbiamo bussato alla porta dellacamera più oscura dell’inferno», canta Ian Curtis, «civediamo come non ci eravamo mai visti,ritratto del trauma e della degenerazione».Non sono temi allegri quelli che canta il vampiro Ian Curtis, eneanche la sua musica è allegra. È elettrica, a volte, arrabbiata, disperata, ma mai allegra. Anche

se il gruppo con cui la fa ha un nomeche ispira immediatamente felicità esimpatia.Il suo gruppo si chiama JoyDivision, la Divisione della Gioia, manonostante il nome non è certo ungruppo da chiamare per matrimoni ofeste da ballo. Joy Division vuol direun’altra cosa. È un paradosso, unacontraddizione, perfettamente in lineacon la musica crepuscolare e intimistadi quegli anni, a metà tra gli anni 70 egli anni 80.Joy Division viene da un libro, scrittoda un autore che si nasconde sotto ilnome di Ka-tzetnik, che sarebbe comevenivano chiamati i deportati deicampi di sterminio nazisti. Illibro infatti si chiama The House OfDolls, la casa delle bambole, e la Joy

Division di cui parla è un gruppo di detenute ebree trattate comeschiave sessuali in un lager.Sono importanti i libri per il vampiro Ian Curtis. Ne ha lettitanti prima di mettersi con gli altri della band, libri importantiper tutta una generazione, libri che stanno rifondandol’immaginario di quegli anni, a metà tra noir,fantastico, fantascienza e minimalismointimista.Il giovane Ian Kevin Curtis nella sua adolescenza a Manchester,in Inghilterra, legge Joseph Conrad, legge i romanzi di J. G.Ballard e di William Burroughs, legge i poeti decadenti francesi,e infatti all’inizio pensa di diventare un poeta, perché gli piacescrivere, e lo fa da quando aveva undici anni.Però non è quella la sua strada. La poesia c’entra, sì, ma le parolenon devono restare mute sulla carta. Possono diventare musica,possono diventare canzoni.Perché Ian il vampiro vive in un momento particolare in cui lamusica, quella da fare praticamente, quella che adesso si può farefacilmente, è molto importante. Perché è la fine degli anni 70 edè ancora forte lo spontaneismo della musica punk.Così Ian il vampiro si mette assieme a tre amici che hannoappena visto un concerto dei Sex Pistols e sono rimasti folgoratidalla voglia di suonare che c’era in quegli anni. Niente tecnica,niente di niente, solo energia e passione. I tre amici cercano uncantante, mettono un annuncio sul giornale e si presenta questoragazzo pallido come un morto, che scrive come un poeta.È il 1976 e all’inizio si chiamano Warsaw, Varsavia, per lesuggestioni oscure e lontane che quella città ancora oltre lacortina di ferro può dare e che loro sentono in una canzone diDavid Bowie che si chiama, appunto, Warszawa. Poi peròscoprono che esiste già un gruppo che si chiama così, un gruppo punk che durerà pochissimo, appena un anno, maintanto già c’è e bisogna cambiare nome. Così a Ian viene inmente quel libro che ha letto, quello sul campo diconcentramento, e allora cambiano nome e si chiamano JoyDivision.Ma anche se sono nati negli anni dei Sex Pistols e dei Clash, iJoy Division sono diversi. Nella loro musica c’è qualcosa dilontano dalla rabbia e dalla violenza del punk, anche dalla sua

Da sinistra: la casa di Ian Curtis a Macclesfield, vicinoa Manchester;i Joy Division sulpalco; il libro suilager nazisti da cuihanno tratto il nome;la copertina di TheIdiot di Iggy Pop:il disco che ascoltavaIan prima diuccidersi. A pag.37Ian Curtis e lacopertina dell’album Closer(1980)

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Allora, cari lettori, vi riepilogo brevemente gli ultimisviluppi della mia storia sentimentale con Sara Ceci, labella, volubile biologa marina esperta incefalopodi che mi ha distrutto l’esistenza. La prima cosaimportante da sapere è che, un bel giorno, è scomparsa.

Ci dovevamo vedere alle nove e mezza, al Bar Benaco, vicinopiazza Verbano, per farci un cornetto e un cappuccino nel nostrobar preferito ma non è mai arrivata. Non credo, onestamente, cheabbia avuto incidenti o cose peggiori, semplicemente è migrata daun’altra parte e il mio tempo accanto a lei è terminato. La madre di Sara, la Contessa Ondina Ceci Borlotti, non haidea di dove sia sua figlia e non mi pare, francamente, che la cosala turbi più di tanto. «Mio caro... Com’è che ti chiami?». La

vecchia non si ricordava nemmeno ilmio nome e non è colpadell’Alzheimer. «Stanislao, signora».«Che nome curioso... Comunque Saraè una ragazza cresciuta in un ambienteanglosassone, diverso dal tuo, quello diRoma Nord - quartiere africano. Hafatto i primi passi in una grande villasettecentesca appartenuta ai Fraser,antico casato scozzese. Ha avuto unpadre che ha scoperto una tribù diindigeni nel Borneo che nonavevano mai incontratol’uomo bianco e che ha passato ilresto della sua esistenza girando ilmondo e cercando di capire il sensodell’esistenza in una grotta vicinoRocca di Papa. Sara ha preso tutto dalui, è una ragazza imprevedibile,affascinante, appassionata di polipi,seppie e calamari. Non so che dirti,caro. Mi dispiace tanto. So che soffricome un cane e che il tuo stomaco èrattrappito come uno straccio secco. Èuna reazione tipica e fisiologica:secchezza delle fauci, tremori,insonnia e irritabilità. Non sei il primodisgraziato che mia figlia fa soffrire.. Enon credo sarai l’ultimo». Mi haspiegato la contessa Ceci Borlottimentre spiluzzicava come un cricetoanoressico un tramezzino con robiolae rughetta seduta a un tavolino del BarHungaria.

Sembrava che l’avessero estratta da dentro unsarcofago dal museo egizio di Torino, le avesserotolto di dosso le bende e infilato un vestito a fiori e cacciato unaparrucca bionda sul teschio scuro e rattrappito come unapergamena medievale. Accanto le sedeva il suo amante, il

Colonnello Lupi. Che tipo... Era altopiù di due metri. Occhi piccoli esporgenti come quelli di un’aragosta,incorniciati da grandi cespugli disetole grigiastre. Rigido come una

Niccolò Ammaniti è l’autore di Come Dio comanda (Mondadori, pp. 512, euro 19),premio Strega 2007. Il suo ultimo libro è Io e te(Einaudi Stile Libero, pp. 124, euro 10)

Loschi scambi di coppia e la donnascomparsa ieri

viaggio nell’orrore della vita quotidiana di uno scrittore tranquillo di Niccolò Ammaniti

XL xxxxxmbre 201X 29

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Allora, cari lettori, vi riepilogo brevemente gli ultimi sviluppidella mia storia sentimentale con Sara Ceci, la bella,volubile biologa marina esperta in cefalopodi che mi hadistrutto l’esistenza. La prima cosa importante da sapere è che,un bel giorno, è scomparsa. Ci dovevamo vedere alle nove emezza, al Bar Benaco, vicino piazza Verbano, per farci un cornettoe un cappuccino nel nostro bar preferito ma non è mai arrivata.Non credo, onestamente, che abbia avuto incidenti o cose peggiori,semplicemente è migrata da un’altra parte e il mio tempoaccanto a lei è terminato. La madre di Sara, la Contessa Ondina Ceci Borlotti, non haidea di dove sia sua figlia e non mi pare, francamente, che la cosala turbi più di tanto. «Mio caro... Com’è che ti chiami?». Lavecchia non si ricordava nemmeno il mio nome e non è colpadell’Alzheimer. «Stanislao, signora».«Che nome curioso... Comunque Sara è una ragazza cresciuta inun ambiente anglosassone, diverso dal tuo, quello di Roma Nord -quartiere africano. Ha fatto i primi passi in una grande villasettecentesca appartenuta ai Fraser, antico casato scozzese. Haavuto un padre che ha scoperto una tribù di indigeni nelBorneo che non avevano mai incontratol’uomo bianco e che ha passato il resto della sua esistenzagirando il mondo e cercando di capire il senso dell’esistenza inuna grotta vicino Rocca di Papa. Sara ha preso tutto da lui, è unaragazza imprevedibile, affascinante, appassionata di polipi,seppie e calamari. Non so che dirti, caro. Mi dispiace tanto. Soche soffri come un cane e che il tuo stomaco è rattrappito comeuno straccio secco. È una reazione tipica e fisiologica: secchezzadelle fauci, tremori, insonnia e irritabilità. Non sei il primodisgraziato che mia figlia fa soffrire.. E non credo sarai l’ultimo».Mi ha spiegato la contessa Ceci Borlotti mentre spiluzzicavacome un criceto anoressico un tramezzino con robiola e rughettaseduta a un tavolino del Bar Hungaria.Sembrava che l’avessero estratta da dentro unsarcofago dal museo egizio di Torino, le avesserotolto di dosso le bende e infilato un vestito a fiori e cacciato unaparrucca bionda sul teschio scuro e rattrappito come unapergamena medievale. Accanto le sedeva il suo amante, ilColonnello Lupi. Che tipo... Era alto più di due metri. Occhipiccoli e sporgenti come quelli di un’aragosta, incorniciati dagrandi cespugli di setole grigiastre. Rigido come una mantidereligiosa. Teneva le lunghe braccia piegate e appoggiate al bustoproprio come fa l’insetto. Io personalmente non l’ho mai sentitoparlare ma Sara mi ha assicurato che quando vuole parla, parlaeccome. Quello che io ho potuto notare è che la faccia delcolonnello Lupi è attraversata continuamente da espressioni

diverse e opposte, tra il perplesso, lo smarrito el’irritato. Tiene le labbra sottili strette strette come se dentrolo stomaco avesse una gran quantità di gas metano che ha paurache gli scappi fuori. Sara, una volta, mi ha confessato che ilcolonnello non perde occasione per farle lamano morta. Roba di un attimo... Abbassa con uno scattorigido l’arto anteriore destro, ruota il palmo e tac... ti appizza lamano al culo mentre la faccia viene devastata da strizzamenti diocchi, sollevamenti di sopracciglia, corrugamenti di fronte,gonfiamenti di guance.

«Colonnello Lupi, ma che cosa stafacendo?».Il colonnello dondola la testa comeun indiano che fa sì. «Cosa,cara?».«Come cosa? Quella mano!».Il colonnello piega la testa e strizzagli occhi. «In che senso?».«Nel senso che me l’ha appoggiatasulla chiappa. E fa anche una certapressione con le dita».Il colonnello sorride con mezzabocca. «Cara Sara, intende forse lamia mano destra?».«E certo! Me la può scrostare dalculo?».«Non c’è problema. Ma che hacapito, dolce Sara... Lei potrebbeessere mia figlia. Non mi permettereimai... È una necessità per la mia poveramano devastata dall’artrite. Habisogno di calore corporeo... Sara, leiè molto calda». Insomma ilcolonnello è un tipo così.. Allamano. E alla fine Sara Ceci lo

lasciava fare. Comunque quei due non parevano molto interessati ai destinidi Sara e nemmeno al mio. Devo ricostruire le tappe prima della scomparsa di Sara. Tregiorni prima di scomparire mi ha proposto uno scambio dicoppie. Non sapevo che fosse una scambista (in effettistavamo insieme da soli tre mesi) e sono rimasto a bocca aperta.Poi mi ha fatto capire. Questa pratica Sara Ceci la riteneva unacosa assolutamente naturale e positiva. Mi ha raccontato chemolte specie animali, soprattutto marine, laattuano abitualmente per la riproduzione. Mifaceva l’esempio delle piccole sardine che si riproducono inbanchi di migliaia di individui. Contemporaneamente femminee maschi spruzzano milioni di uova e spermatozoi e lasciano chele uova, trasportate dalla corrente, si incontrino e si fecondino tradi loro in un’immensa orgia. «Alla fine è tutta colpa del dannatopassaggio alla vita terrestre se oggi siamo costretti a incollarcil’uno all’altro come sanguisughe. I mammiferi hanno lafecondazione interna e lo sviluppo del feto nell’utero femminile,gli uccelli e i rettili hanno la fecondazione interna e poi lafemmina produce delle uova (poche e preziose) che rilasciaall’esterno e che sono protette da gusci che impediscono ildisidratamento e le proteggono (parzialmente) da urti

30 XL settembre 2011

IL PANINO DEL MESELeggero e poco

proteico: salsiccia di San Quiricoe gorgonzolamaremmano.

Lo dedico a Matteo Nucci, ottimo

compagnodi scuola e grandescrittore romano

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XL settembre 2011 33

a pag. 23

Quante vite si sonointrecc

iate

nell’agosto ‘68, quando

EL SANTO lottò

controil sistem

a

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

ibike!

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34 XL settembre 2011

EASY RIDER

Si intitola When You’reStrange il documentariosulla band californiana

che esce a 40 anni dallamorte del suo leader,

voce narrante nel film,racconta JimMorrison

di Marco Philopat

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XL settembre 2011 35

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36 XL settembre 2011

«Tu credi agli alieni?», mi do-manda Morgan appena entronel salotto di casa sua.«Mmm... Sì!». Gli rispondosubito allontanando i dubbi.Nella stanza ci sono diversistrumenti, alcuni acustici evintage, altri elettronici pienidi pulsanti e microschermi.«Ottimo!», riprende lui, «per-ché quando si parla dei Doorsbisogna sempre fare i conticon i mondi paralleli che po-

trebbero aprirsi da un momento all’altro». Sono qui per un’intervi-sta su When You’re Strange, un film documentario scritto e direttoda Tom DiCillo di cui Morganè la voce narrante (nella versioneoriginale è Johnny Depp). L’uscita è prevista nei cinema il 21 giu-gno. Il 3 luglio alle 21, invece, sarà trasmesso sul canale del digita-le terrestre Studio Universal, proprio in occasione del quarantesi-mo anniversario della scomparsa di Jim Morrison.

Il film l’ho appena visto e mi viene in mente di citare la poe-sia di William Blake che diede il nome ai Doors. Se le porte del-la percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all’uomocosì com’è: infinita. «Esatto! Allora ci siamo capiti». Mi dicespiegandomi quanta attenzione ha impiegato per tradurre il testo.«Abbiamo lavorato davvero tanto, soffermandoci per ore su unaparola. Volevamo essere precisi soprattutto a proposito delle tec-

EASY RIDER

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Nella paginaaccanto JimMorrison, leaderdei Doors. Sopra,Morgan, vocenarrante del filmdocumentarioWhen You’reStrange

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nichedi registrazione». Ci mettiamo a ricordare il collage di rarispezzoni del video, per esempio quando un sedicenne Jim leggeun telegramma del padre infuriato. «Sono cose pazzesche, mai vi-ste prima! Chissà dove le hanno scovate.

C’è quel pezzo nel backstage quando accarezza la ragazzache si è fatta male sotto il palco, Jim le mette a postoi capelli, la rincuora. È dolcissimo in quel momen-to. È il vero Morrison. Lui eraun tipo strampalato,buono, completamente sulle nuvole.E quando vuolefare l’intervista ai poliziotti?». Morgan mi descrive lesue sensazioni a valanga, evoca con immagini forti ilcantante dei Doors ed è talmente contagioso che perun attimo mi sembra di intravedere Morrison in car-ne e ossa che s’aggira nella stanza. Sento un rumore!«C’è qualcuno di là? Un gatto?», chiedo un po’ preoc-cupato. «No. Deve essere un mio amico», rispondeMorgan. Per fortuna adesso si parla d’altro e mi ripi-glio. «Quando presenteremo il film farò delle coverdei Doors, ho lo stesso Piano Bass di Ray Manzarek(tastierista dei Doors, ndr), forse sono l’unico ad aver-lo in Italia.

Ho registrato due album con quello strumento.Per me Ray è scuola assoluta, era capace di mischiaremusica classica, jazz, tecnica e virtuosismo, ma sapevaessere anche sintetico e pop. Inventava mirabili riffcon la mano destra mentre con la sinistra si arrampi-cava in giri di basso coinvolgenti come mantra. Eracompleto, unico negli incastri. Ancora oggi è moder-nissimo». Tento di parlare anche del valore intergene-razionale dei Doors, purtroppo lui torna a bomba suMorrison. «Aveva una luce diversa dagli altri e poi si èspento. Ma come sidice alla fine delfilm: non puoi bru-ciare se prima nonti sei acceso. Morri-son si accende ognivolta che lo ascolti,dopo ti faccio unsuo pezzo e vedrai...

Erano braniche duravano unquarto d’ora e cheti spedivano in orbita. Una specie di stream of consciousnessmusicale, una perdita completa di struttura, eppure c’era sem-pre un dialogo tra i musicisti che diventavano compari di unviaggio verso l’ignoto, trascinandosi dietro il pubblico. Una gangche combatteva per una causa sconosciuta. Forse per la libertà nelsenso più allargato del termine. Bruciare di vita, divorare le espe-rienze assorbendole tutte nello stesso tempo. Voler sentire con latotalità dei propri sensi lo scorrere della giornata... L’essere umanoha bisogno di tutto ciò per scoprire nuovi confini». Intanto i con-fini della mia realtà cominciano a sgretolarsi. Dopo il presuntogassalgono delle interferenze sonore. Sento in lontananza una lorocelebre canzone, forse The Crystal Ship. Non ho il tempo di inda-gare sulla provenienza, Morgan continua a prendere in mano stru-

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Sopra, la locandinadi When You’reStrange. Il filmfirmato da TomDiCillo esce nellesale il 21 giugno. Il3 luglio alle 21 saràtrasmesso da StudioUniversal. Dal6 luglio sarà in dvdarricchito dicontenuti extra

“il vero Morrisonè dolcissimo.Lui era un tipostrampalato, buono,

completamentesulle nuvole”

EASY RIDER

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menti strani e a confondereipiani della percezione.

«“Ho deciso di perdermi nelmondo anche se sprofondo”, dice-va il testo di una mia canzone.Questa cosa l’hanno insegnatai Doors. Sprofondavano nellamusica, perdendosi nell’uni-verso a bordo di un battello spaziale costruito da note e testi in-trecciati. Jim era il leader, colui che diceva: “Non vi preoccupatese stiamo precipitando. Non importa se naufragheremo. Comeandiamo a fondo noi non ci va nessuno, seguitemi... Sarà l’espe-rienza più bella della nostra vita”. Ecco cosa voleva più d’ogni al-tra cosa Morrison». Poi si alza dal divano, si mette al clavicem-balo e comincia a suonare proprio The Crystal Ship dal primo al-bum dei Doors: «Is being filled/ A thousand girls/ A thousandthrills». La coincidenzaè fatale per la mia psiche e mentre ascoltoentro davvero in un altro mondo. Quando finisce la canzone, dalmonitor del computer scorrono le immagini del documentario.

Jim Morrison mi appare tridimensionale con i soliti pantalo-ni di pelle aderenti,il cinturone e la camicia bianca. La sagomaancora mal sintonizzata ci dice: «Lo stato d’animo che ho

la maggior parte del tempo, è una sensazione di profonda tri-stezza. Come quando non ti senti bene, non sei abbastanza tran-quillo... Non sei sicuro di niente». Morgan sembra parlare tran-

quillamente con quell’immagineche piano piano si trasforma in pre-senza reale. «Jim, i tuoi sottintesi mihanno sempre fatto impazzire». «Loso. Sono canzoni che piacciono al di-verso, all’emarginato, una musica chetrascina quel tipo di persone nel ma-gico regno del sogno». A quel puntoMorgan si lancia in un racconto au-tobiografico. «Mia madre suonava ilpianoforte e mio padre era un mania-co dei dischi, da bambino ascoltavoArt Ensemble, Of Chicago, Bach,Debussy e Mingus, anche i PinkFloyd e i grandi talenti del momentocome i Talking Heads. A cinque anni

già cantavo Psicho Killer. A 15 andavo alla ricerca delle lacune,dovevo riempire gli spazi come si fa con le parole crociate. Lì,Jim, ho scoperto i Doors e le tue poesie». Jim ci guarda e ripren-de la parola: «Però non ho mai detto: “Ehi! Ragazzi, andiamotutti contro la polizia”. Ho solo rappresentatoun personaggiofantastico, un attore che scopriva un nuovo linguaggio. Era laprima volta che nel rock entrava il teatro d’avanguardia. Ogniconcerto era un evento, uno diverso dall’altro e allora si creava ilbrivido in sala nell’attesa che qualcosa di inaspettato sarebbe pri-

Sopra, la locandinadi When You’reStrange. Il filmfirmato da TomDiCillo esce nellesale il 21 giugno. Il3 luglio alle 21 saràtrasmesso da StudioUniversal. Dal 6luglio saràdisponibile in dvd

“l’hanno accusatodi tutto, insultato,arrestato. Ha subito

violenza. La figuradi Morrison è un po’

cristologica”

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Hanks insieme a Nixon? Ed erail1994, adesso le tecniche di manipola-zione delle immagini sono molto piùavanti. Dopoil 3D ci aspettano gliologrammi». «Ma va? Infatti, primamiè sembrato di...». «Te l’avevo det-to. Con Jim Morrison ci sono sempredelle sorprese».

«Tu credi agli alieni?», mi do-manda Morgan appena entro nel sa-lotto di casa sua. «Mmm... Sì!». Glirispondo subito allontanando i dubbi.Nella stanza ci sono diversi strumen-ti, alcuni acustici e vintage, altri elet-tronici pieni di pulsanti e microscher-mi. «Ottimo!», riprende lui, «perché

quando si parla dei Doors bisogna sempre fare i conti con imondi paralleli che potrebbero aprirsi da un momento all’altro».Sono qui per un’intervista su When You’re Strange, un film docu-mentario scritto e diretto da Tom DiCillo di cui Morganè la vo-ce narrante (nella versione originale è Johnny Depp). L’uscita èprevista nei cinema il 21 giugno. Il 3 luglio alle 21, invece, saràtrasmesso sul canale del digitale terrestre Studio Universal, pro-

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ma o poi accaduto». «Piùavanti ci fu il concerto di Mia-mi, da allora sei stato dipintocome un depravato che tirafuori il cazzo davanti a tutti».«Sì, ma non era vero. Attiravoi desideri e le perversioni delperiodo come una calamita.

Mi limitavo a tirarle fuori all’istante seguendo la musica. Nonero un provocatore, ero un performer». «Lo vedi? Lo vedi?», midice Morgan mettendo in pausa il video e facendo svanire l’allu-cinazione, «quella figura a me ispira solo bontà, un valore che siè inesorabilmente perso nella scena musicale contemporanea.L’hanno accusato di tutto, insultato, arrestato, ha subito violenzacome Gesù Cristo... Sì, è un po’ cristologica la figura di Morri-son». La battuta a dir poco bizzarra mi fa rientrare nella più affi-dabile razionalità e finalmente si ritorna sul prodotto in questio-ne. «Il documentario rende giustizia, non parla solo di droghee scandali, è lontano dalla fascinazione del culto, inquadra Jimnella sua sensibilità, raffinatezza, nel suo amore per il teatro eper la poesia, nella capacità di scrivere testi assai rivoluzionari perl’epoca. Ricordiamoci che c’erano i Beatles e i Rolling Stones chein quel periodo scrivevano puttanate. Morrison era su un altro li-vello, proveniva da un’altra dimensione». «Come un alieno?», glichiedo. «Già! Ti ricordi Forrest Gump dove inserirono Tom Marco Philopat

AHYSDFOYIUASDIJKKO

FGUSABHO SAGOINNDFSJK DFJKHGDFSGKJH DSFGSDKJHF GDSFGKJHSDFDFKJOJKKOQuesto è un testo grezzo. Duro,segnato, praticamente ilnumero 1. L’appuntamento èstasera al tramonto, ci si vedrànoi 2 soli, piccolo barsemivuoto, osceno cartellopubblicità birra 3ccani. Il primocontatto è da shock, facciamoin silenzio 4 passi, il suo odore è

fortissimo, d’inchiostro andatoa male. «5 minuti!» mmh.«Ritardo...». «Ah, ecco... scusa,statale 6, un casino pazzesco».Mi guarda, gli occhiliquidi, sbatte 7 volte lepalpebre con un movimentoinnaturale, quasi illogico. 8volante dell’umore mio, canefetido e rabbioso, adesso ha 9piccoli bastardi perduti, vendutio regalati. Forse in 10 cittàdiverse abbandonati, caniumani bruciano di rimorso, 11anni di mancanza d’affettocolpiscono la carne, fuococome 12 soli, piccolo bar

semivuoto, osceno cartellopubblicità birra 13ccani. Il primocontatto è da shock, facciamoin silenzio 14 passi, il suo odoreè fortissimo, d’inchiostroandato a male. «15 minuti!»mmh. «Ritardo...». «Ah, ecco...scusa, statale 16, un casinopazzesco». Mi guarda, gli occhi liquidi,sbatte 17 volte le palpebre conmossa innaturale, quasi illogica.18 volante dell’umore mio, canefetido e rabbioso, ora ha 19piccoli bastardi perduti, vendutio regalati. In 20 città diverseabbandonati, bruciano di

rimorso, 21 anni di mancanzad’affetto colpiscono la carne,fuoco come 22 soli, piccolo barsemivuoto, osceno cartellopubblicità birra 23ccani. Ilcontatto è da shock, facciamoin silenzio 24 passi, il suo odoreè fortissimo, d’inchiostroandato a male. «25 minuti!»mmh. «Ritardo...». «Ah,ecco... scusa, statale 26, uncasino pazzesco». Mi guarda,gli occhi liquidi, sbatte 27 voltele palpebre con mossainnaturale, quasi illogica. 28 volante dell’umore mio,cane fetido e rabbioso.

“l’hanno accusatodi tutto, insultato,arrestato. Ha subito

violenza. La figuradi Morrison è un po’

cristologica”

Nella paginaaccanto JimMorrison, leader deiDoors. Sopra,Morgan, vocenarrante del filmdocumentarioWhen You’reStrange accantoJim Morrison,leader dei Doors

EASY RIDER

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XL settembre 2011 45

Un bacio, un giorno:

quanti scatti, quante vite

si sono intrecciate il 14 agosto ‘68, quando PIETER HUGO

scattò questa foto...

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

alienialienialieni

a pag. 142

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Così si intitola il documentario sulla band

californiana che esce a 40 anni dalla morte E Pieter Hugo, vocenarrante nel film,

ci racconta JimMorrison, con quale,

pare, riesce anche a comunicare

di Marco Philopat

46 XL settembre 2011

no ywo

odNella paginaaccanto Jim

Morrison, leaderdei Doors. Sopra,

Morgan,voce narrante

del filmdocumentario

When You’reStrange

ALIENS

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XL settembre 2011 47

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48 XL settembre 2011

Junior Ofokansi Enugu, Nigeria, 2008

«Tu credi agli alieni?», mi do-manda Morgan appena entronel salotto di casa sua.«Mmm... Sì!». Gli rispondo

subito allontanando i dubbi. Nella stanzaci sono diversi strumenti, alcuni acustici evintage, altri elettronici pieni di pulsanti emicroschermi. «Ottimo!», riprende lui,«perché quando si parla dei Doors bisognasempre fare i conti con i mondi paralleliche potrebbero aprirsi da un momento al-l’altro». Sono qui per un’intervista su WhenYou’re Strange, un film documentario scrit-

to e diretto da Tom DiCillo di cui Morga-nè la voce narrante (nella versione originaleè Johnny Depp). L’uscita è prevista nei ci-nema il 21 giugno. Il 3 luglio alle 21, inve-ce, sarà trasmesso sul canale del digitaleterrestre Studio Universal, proprio in occa-sione del quarantesimo anniversario dellascomparsa di Jim Morrison.

Il film l’ho appena visto e mi viene inmente di citare la poesia di William Bla-ke che diede il nome ai Doors. Se le portedella percezione fossero purificate, ognicosa apparirebbe all’uomo così com’è: in-

finita. «Esatto! Allora ci siamo capiti». Midice spiegandomi quanta attenzione haimpiegato per tradurre il testo. «Abbiamolavorato davvero tanto, soffermandoci perore su una parola. Volevamo essere precisisoprattutto a proposito delle tecnichedi re-gistrazione». Ci mettiamo a ricordare ilcollage di rari spezzoni del video, peresempio quando un sedicenne Jim leggeun telegramma del padre infuriato. «Sonocose pazzesche, mai viste prima! Chissàdove le hanno scovate.

C’è quel pezzo nel backstage quando

ALIENS

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XL settembre 2011 49

Chris Nkulo and Patience Umeh Enugu, Nigeria, 2008

accarezza la ragazza che si è fatta malesotto il palco, Jim le mette a posto i capel-li, la rincuora. È dolcissimo in quel mo-mento. È il vero Morrison. Lui eraun tipostrampalato, buono, completamente sullenuvole.E quando vuole fare l’intervista aipoliziotti?». Morgan mi descrive le suesensazioni a valanga, evoca con immaginiforti il cantante dei Doors ed è talmentecontagioso che per un attimo mi sembra diintravedere Morrison in carne e ossa ches’aggira nella stanza. Sento un rumore!«C’è qualcuno di là? Un gatto?», chiedo un

po’ preoccupato. «No. Deve essere un mioamico», risponde Morgan. Per fortunaadesso si parla d’altro e mi ripiglio. «Quan-do presenteremo il film farò delle cover deiDoors, ho lo stesso Piano Bass di RayManzarek (tastierista dei Doors, ndr), for-se sono l’unico ad averlo in Italia.

Ho registrato due album con quellostrumento. Per me Ray è scuola assoluta,era capace di mischiare musica classica,jazz, tecnica e virtuosismo, ma sapeva esse-re anche sintetico e pop. Inventava mirabiliriff con la mano destra mentre con la sini-

“il vero Morrisonè dolcissimo.Lui era un tipostrampalato, buono,

completamente sulle nuvole”

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50 XL settembre 2011

Escort Kama Enugu, Nigeria, 2008

stra si arrampicava in giri di basso coinvol-genti come mantra. Era completo, uniconegli incastri. Ancora oggi è modernissi-mo». Tento di parlare anche del valore in-tergenerazionale dei Doors, purtroppo luitorna a bomba su Morrison. «Aveva unaluce diversa dagli altri e poi si è spento. Macome si dice alla fine del film: non puoibruciare se prima non ti sei acceso. Morri-son si accende ogni volta che lo ascolti, do-po ti faccio un suo pezzo e vedrai...

Erano brani che duravano un quartod’ora e che ti spedivano in orbita. Una

specie di stream of consciousness musi-cale, una perdita completa di struttura,eppure c’era sempre un dialogo tra i mu-sicisti che diventavano compari di un viag-gio verso l’ignoto, trascinandosi dietro ilpubblico. Una gang che combatteva peruna causa sconosciuta. Forse per la libertànel senso più allargato del termine. Brucia-re di vita, divorare le esperienze assorben-dole tutte nello stesso tempo. Voler sentirecon la totalità dei propri sensi lo scorreredella giornata... L’essere umano ha bisognodi tutto ciò per scoprire nuovi confini». In-

tanto i confini della mia realtà comincianoa sgretolarsi. Dopo il presunto gassalgonodelle interferenze sonore. Sento in lonta-nanza una loro celebre canzone, forse TheCrystal Ship. Non ho il tempo di indagaresulla provenienza, Morgan continua aprendere in mano strumenti strani e a con-fonderei piani della percezione.

«“Ho deciso di perdermi nel mondo anchese sprofondo”, diceva il testo di una mia can-zone. Questa cosa l’hanno insegnata i Do-ors. Sprofondavano nella musica, perden-dosi nell’universo a bordo di un battello

ALIENS

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XL settembre 2011 51

Izunna Onwe and Uju Mbamalu Enugu, Nigeria, 2008

spaziale costruito da note e testi intrecciati.Jim era il leader, colui che diceva: “Non vipreoccupate se stiamo precipitando. Nonimporta se naufragheremo. Come andiamoa fondo noi non ci va nessuno, seguitemi...Sarà l’esperienza più bella della nostra vi-ta”. Ecco cosa voleva più d’ogni altra cosaMorrison». Poi si alza dal divano, si metteal clavicembalo e comincia a suonare pro-prio The Crystal Ship dal primo album deiDoors: «Is being filled/ A thousand girls/ Athousand thrills». La coincidenzaè fatale perla mia psiche e mentre ascolto entro davve-

ro in un altro mondo. Quando finisce lacanzone, dal monitor del computer scorro-no le immagini del documentario.

Jim Morrison mi appare tridimensio-nale con i soliti pantaloni di pelleaderenti,il cinturone e la camicia bianca.La sagoma ancora mal sintonizzata ci dice:«Lo stato d’animo che ho

la maggior parte del tempo, è una sen-sazione di profonda tristezza. Come quan-do non ti senti bene, non sei abbastanzatranquillo... Non sei sicuro di niente».Morgan sembra parlare tranquillamente

“l’hanno accusatodi tutto, insultato,arrestato. Ha subito

violenza. La figuradi Morrison è un po’

cristologica”

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52 XL settembre 2011

Gabazzini Zuo Enugu, Nigeria, 2008

con quell’immagine che piano piano sitrasforma in presenza reale. «Jim, i tuoisottintesi mi hanno sempre fatto impazzi-re». «Lo so. Sono canzoni che piaccionoal diverso, all’emarginato, una musica chetrascina quel tipo di persone nel magicoregno del sogno». A quel punto Morgansi lancia in un racconto autobiografico.«Mia madre suonava il pianoforte e miopadre era un maniaco dei dischi, da bam-bino ascoltavo Art Ensemble, Of Chica-go, Bach, Debussy e Mingus, anche iPink Floyd e i grandi talenti del momento

come i Talking Heads. A cinque anni giàcantavo Psicho Killer. A 15 andavo alla ri-cerca delle lacune, dovevo riempire glispazi come si fa con le parole crociate. Lì,Jim, ho scoperto i Doors e le tue poesie».Jim ci guarda e riprende la parola: «Perònon ho mai detto: “Ehi! Ragazzi, andia-mo tutti contro la polizia”. Ho solo rap-presentatoun personaggio fantastico, unattore che scopriva un nuovo linguaggio.Era la prima volta che nel rock entrava ilteatro d’avanguardia. Ogni concerto eraun evento, uno diverso dall’altro e allora si

creava il brivido in sala nell’attesa chequalcosa di inaspettato sarebbe prima opoi accaduto». «Più avanti ci fu il concertodi Miami, da allora sei stato dipinto comeun depravato che tira fuori il cazzo davan-ti a tutti». «Sì, ma non era vero. Attiravo idesideri e le perversioni del periodo comeuna calamita. Mi limitavo a tirarle fuoriall’istante seguendo la musica. Non ero unprovocatore, ero un performer». «Lo vedi?Lo vedi?», mi dice Morgan.

Marco Philopat

ALIENS

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XL settembre 2011 61

a pag. 142

Un bacio, un giorno:quanti scatti,

quante vite si sonointrecciate il 14

agosto ‘68, quandoLINDA McCARTNEY

scattò questa foto...

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

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XL settembre 2011 55

a pag. 142

Un bacio, un giorno: quantiscatti, quante vite si sono

intrecciate il 14 agosto ‘68,quando EL SANTO scattò

questa foto...

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

luchador

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XL settembre 2011 57

a pag. 142

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

magiabianca

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XL settembre 2011 59

alcr

co!

a pag. 142

Molte vite si sono intrecciate tramite la GIOCOLERIA che ora arriva ad una svolta!

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

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XL xxxxxmbre 201X 3

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2011foto di copertina: Mattia Zoppellaro/Contrasto

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4 XL xxxxxmbre 201X4 XL settembre 2011

23 LA POSTA26 IL MEGLIO DEL MESE

di Emiliano Coraretti29 MONDO31 FLASHBACK 35 FUTURAMA

di Bruce Sterling37 LA NERA

di Carlo Lucarelli41 I LOVE ZOMBIES

di Niccolò Ammaniti44 POP UP!

di Mika46 WORLD WORST WIDEO

del Trio Medusa

52VERDENA di Luca Valtortae Lorenza Biasi

134LONDON RAVINGdi Giacomo Cosua

176MODA: HEART OF GLASS

156BIENNALE E VIDEOGAME di Matteo Bittanti e Debora Ferrari

50 ZOOM

100X-MEN L’INIZIOdi Deborah Ameri

99 WHAT’S UP

62 ARCTIC MONKEYSdi Deborah Ameri

68 MORGAN E I DOORS di Marco Philopat

74 MOBY di Anna Lombardi

75 FATBOY SLIM di Christian Zingales

76 BATTLESdi Christian Zingales

79 DEPECHE MODE di Giulio Brusati

80 MICHAEL FRANTI di Stefano Gilardino

82 JAMIE WOON di Deborah Ameri

85 DANGER MOUSE & DANIELE LUPPI di Deborah Ameri

86 CASINO ROYALE di Lorenza Biasi

89 AFRICA UNITE di Alberto Castelli

90 THE WATCHER di Valeria Rusconi

92 HITS93 PLAYLIST

di Emiliano Coraretti94 CLASSIC COVER

di David Vecchiato

182 MITI D’OGGIdi Lorenza Biasi

186 DETTAGLI Country, Surf,Costumi, Boot Camp

190 BEAUTY CASE

160 CHILD OF EDEN di Roberto Magistretti

164 SWORD & SWORCERY di Stefano Picchi

166 ALICE MADNESS RETURNS di Sergio Pennacchini

168 GEEK WORLD

170 GRAND TEST AUTOa cura diAlessandra Roncato

172 PIT STOPdi Paolo Volpato

140 SUKRAN MORALdi Igiaba Scego

144 A L.A. IN HARLEYdi Roberto Croci aka La Bestia

146 X-FIGHTERSdi Barbara Pantanella

148 VIAGGI: VENEZIAdi Paolo Apice

153 ON THE ROAD di Claudia Franco

104 13 ASSASSINIdi Diego Malara

106 APOCALYPSE NOWdi Ian Freer

110 MISFITSdi Mina Timossi

114 I SOLITI IDIOTI di Christian Zingales

116 BIOGRAFILM FESTIVALdi Anna Lombardi

120 CARICATUREdi Daniel Clowes

126 STRISCEdi AlePOP, Diavù,Corradi, Creanza,Giacon, Giorgini,Maicol & Mirco, Tuono Pettinato

131 TOYSdi David Vecchiato

.it

su www.xelle.itpotete trovare video, foto e musicacollegati ai nostriservizi di carta

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Così cantava Bob Dylan, in Ballad Of A Thin Man presagendo che “i tempi stavanocambiando”. C’è un’anomalia in Italia (o meglio una delle tante): in tutti gli altri paesiquando scoppia un fenomeno dal basso, ovvero non guidato da un potere forte, nel nostrocaso, una casa discografica (anche perché potere forte le major ormai non sono più), tutti i

media fanno a gara per parlarne: gli inviti in tv e nelle radio si moltiplicano, un fremito dieccitazione per la novità percorre l’aria e non si parla d’altro. In Italia invece non succede niente. Apassare in tv sono sempre i soliti noti per lo più legati a un immaginario pop di vent’anni fa. Glisconosciuti non fanno ascolti, si dice. Ma come possono diventare conosciuti se non gli si dà spazio?E poi c’è anche una televisione pubblica che avrebbe in teoria la missione di educare, come untempo lontano (basta guardare Rai Storia) effettivamente avveniva. Vedremo se il moltiplicarsi deicanali sul digitale terrestre potrà svolgere questa funzione. Altrimenti, come già succede, ci penseràla rete. Anche perché ormai è la rete a riflettere la realtà reale, quella delle cose che accadono mentrei grandi media sempre più rispecchiano un mondo che non esiste. Per entrare nello specifico, il casoè questo: c’è una giovane band (giovane come può esserlo in Italia: anni oggi ma suonano dasempre) che ha fatto un disco bellissimo. Si chiama Verdena. È una cosa rara, che in altri paesinormali dove la musica e il rockfanno parte delle cose importanti,quelle che formano il gusto dellapersona insieme ai libri, al cinema eall’arte, verrebbe celebrata ancheperché è una ricchezza per il Paesestesso. Che cos’è un Paese che nonvalorizza i suoi talenti? Noi di XL,nel nostro piccolo crediamo di averriconosciuto questi fenomeni anchein passato, quando si sonomanifestati. I due più grossi: FabriFibra, un tempo visto come il rozzorappresentante di una sottocultura eoggi finalmente riconosciuto comeuno degli artisti più innovativi delpanorama. Baus non gli si dàspazio? E poi c’è anche unatelevisione pubblica che avrebbe inteoria la missione di educare, comeun tempo lontano (basta guardareRai Storia) effettivamente avveniva.Vedremo se il moltiplicarsi deicanali sul digitale terrestre potràsvolgere questa funzione.Altrimenti, come già succede, cipenserà la rete. Anche perché ormaiè la rete a riflettere la realtà reale,quella delle cose che accadonomentre i grandi media sempre piùrispecchiano un mondo che non esiste. Per entrare nello specifico, il caso è questo: c’è una giovaneband (giovane come può Verdena. È una cosa rara, che in altri paesi normali dove la musica e ilrock fanno parte delle cose importanti, quelle che formano il gusieme ai libri, ezza per il Paesestesso. Che cos’è un Paese che non valorizza i suoi talenti? Noi di XL, nel ntelle, al contrarioconsiderati un gruppo di intellettuali snob, incapaci di un successo più allargato. Oggi stiamoseguendo molto da vicino anche Vasco Brondi, altro grande talento che lascerà un segno. Maintanto gustatevi i Verdena. E fateci sapere. Luca Valtorta

XL settembre 2011 7

editoriale

C’È QUALCOSACHE STA

SUCCEDENDO QUIMA TU NON SAI

COS’È. VERO, MRJONES? OGGI SI

CHIAMA VERDENA

XL dà il benvenuto alle vostre lettere.

Scrivete a Repubblica XL via Cristoforo Colombo 90

00147 Roma, oppure via mail

a [email protected]

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XL settembre 2011 9

E non è ancora finita:continuate a votare!Attraverso un sondaggio lanciato sullanostra pagina Facebookvi abbiamo chiesto qual è il vostrogruppo italiano preferito. L’adesione èstata inaspettata: oltre 200.000 voti nelgiro di pochi giorni distribuiti su unpanorama di ben 100 band. Ognigiorna di tornasole della scena musicaleitaliana. Riusciremo ad arrivare a unmilione di voti? Contribuite anche voi.Qui di seguito vi proponiamo alcunicommenti ai risultati e le vostreopinioni sulla classifica delle miglioriband italiane. E presto lanceremoanche quella sui singoli. Restatecollegati!

Doppio voto per me: tecnicamente e alivello individuale Elio e le Storie Tesesono di gran lunga i migliori in Italia senon a livello europeo. Sono ineccepibili:la loro complessità di arrangiamento èunica in Italia senza contare che riesco-no a spaziare in una marea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loro pezzi c’è sempreun profondo studio delle sonorità dei lo-ro viaggi.

Ephraim

Ho già votato gli Afterhours, anche se ilmio gruppo preferito di sempre sono iLitfiba, loro mi hanno avvicinato sin dapiccolo alla musica, ma un gruppo comegli After hanno rivoluzionato la musicain Italia, anche più dei miei secondi pre-feriti, i Subsonica!

Mauro Eden

È incredibile quanta gente dia ancora fi-ducia a certe band attaccate alla poltronacome certi politici bavosi. Se davvero esi-ste un meglio nella musica italiana nonpuò essere rappres una marea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loroentato da chi spe-cula sulla memoria corta e superficialedel pubblico di oggi. Offlaga Disco Pax?Ma senza i CCCP sarebbero esistiti?Subsonica? Se hai più di 16 anni li ascol-ti ancora? Preferisco la solitudine di Fe-derico Fiumani al Paese (IR)Reale.

Fattifritto

“Se la sala è piena, il film fa schifo”! È daanni ormai che cerco di capire il meccan-smo perverso del successo, della notorie-tà musicale, del consenso popolare, dellaqualità artistica, della gratificazione fi-nanziaria e di tutto quello che ruota in-discogerché i peggiori dischi degli artistiottengono il maggior consenso popolare?Perché la gente si scandalizza al suonodella parola discografia? Perché mi ritro-vo a un concerto di Niccolò Fabi com-pletamente deserto per poi ritrovarlo sul-la bocca di tutti solo per compatirne latragedia? Perché gli artisti favorisconoiTunes (dopo averlo condannrafia? Per-ché mi ritrovo a un concerto di NiccolòFabi completamente deserto per poi ri-trovarlo sulla bocca di tutti solo per com-patirne la tragedia? Perché gli artisti fa-

voriscono iTunes (dopo averlo condan-nato) con bonus track ed extra e io mi ri-trovo con cd originali dalla grafica e con-tenuti miserabili? Perché devo sopporta-re la voce del divino Rino e di FrancoBattiato nella pubblicità di una Perché lamusica è stata prostituita? Per elencaretutti i miei perché dovrei, come direbbeJovanotti, «unire i puntini dall’uno all’infi-nito».

Samuele

Trovo veramente ridicola la à di voto so-lo tramite Facebook, di conseguenza chinon si piega al controllo del “grande fra-tello” mediatico viene tagliato fuori... Eva bene, fuori si sta molto meglio. Co-munque: Verdena su tutti, gli unicico.

Clarenz

IL SONDAGGIO DI XL: 200.000 VOTIPER LA PIÙ GRANDE MAPPA DELLASCENA ITALIANA MAI REALIZZATA

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XL settembre 2011 11

Amicizie pericolose!Scarica da XL

facebookI Verdena e quello che ruota loro

intorno. Ovvero le band della

scena bergamasca. Le potete

conoscere leggendo a pagina 52

ma anche collegandovi al sito di

XL. Questo mese, infatti,

su xelle.it potete scaricare gratis

una compilation esclusiva con

i brani di alcuni dei gruppi più

innovativi del momento. 14 brani

in tutto, due per ogni artista. Sette

gruppi da scoprire (anche

attraverso i loro video):

dal cantautorato di Andrea Casali,

in arte Caso, al blues sporco e i

paesaggi post-apocalittici dei

Bancale. Passando dai

Torquemada che hanno appena

prodotto il loro primo concept

album in italiano, Humalaya, e i

Miss Chain And The Broken Heels

che hanninnovativi del momento.

14 brani o suonato in mezzo

mondo. E ancora: The Gaffas, i cui

sette membri si definiscono il

gruppo più punk degli ultimi dieci

anni; i Sakee Sed che al loro attivo

hanno un album dal titolo bizzarro,

Alle basi della roncola, e un ep

tutto nuovo, Bacco; gli Spread,

insieme dal ’99 e con un album

appena finito,

C’è tutto il tempo per dormiresottoterra. Buon ascolto!

I Verdena e quello che ruota loro

intorno. Ovvero le band della

scena bergamasca. Le potete

conoscere leggendo a pagina 52

ma anche collegandovi al sito di

XL. Questo mese, infatti,

su xelle.it potete scaricare gratis

una compilation esclusiva con

i brani di alcuni dei gruppi più

innovativi del momento. 14 brani

in tutto, due per ogni artista.

Sette gruppi da scoprire (anche

attraverso i loro video):

dal cantautorato di Andrea

Casali, in arte Caso, al blues

sporco e i paesaggi post-

apocalittici dei Bancale.

Passando dai Torquemada che

hanno appena prodotto il loro

primo concept album in italiano,

Humalaya, e i Miss Chain And The

Broken Heels che hanno suonato

in mezzo mondo. E ancora: The

Gaffas, i cui sette membri si

definiscono il gruppo più punk

degli ultimi dieci anni; i Sakee Sed

che al loro attivo hanno un album

dal titolo bizzarro, Alle basi dellaroncola, e un ep tutto nuovo,

Bacco; gli Spread.

http://www.facebook.com/RepubblicaXL

Se Facebook ti offre dei mezzi tecnolo-gicamente più avanzati perché non uti-lizzarlo? Non vedete che quando XL fa isondaggi sulla sua pagina mette al massi-mo una decina di opzioni? È evidenteche questa nuova applicazione Facebookè una potenza. Non demonizziamo apriori. Vi ricordate quando buona partedella sinistra era contro i computer e icellulari? Cerchiamo piuttosto di usare imezzi che ci vengono offerti in manieraintelligente.

Giulio

In effetti ci dispiace che il sondaggio sipossa fare solo su Facebook ma illettore Giulio ha ragione: un sondaggiocon la possibilità di inserire 100soggetti non è nelle nostre disponibilitàtecnologiche. E comunque, se decidetedi iscrivervi e di seguire XL su Fb nonve ne pentirete: news, opportunità,concorsi e reportage da eventi, festivale concerti. Come avere insomma un XLquotidiano sempre con voi.

Complimenti a Capossela.E anche un po’ a XL...!Complimenti, bellissimo numero! Mi pia-ce molto Vinicio Capossela e il tipo di ser-vizio che avete realizzato. Poi i contenutimusicali come al solito sono belli tutti, lerubriche interebelliato. Poi i contenutimusicali come al solito sono belli tutti, lerubriche interessantissime e originali e glispazi riservati al fumettossantissime e ori-ginali e gli spazi riservati al fumetto sonofantastici! Grazie mille davvero.

Federica

Il bello di XL è che riesce sempre a stu-pirti anche quando in copertina non c’è iltuo cantabellissimo numero! Mi piacemolto Vinicio Camusicali come al solitosono belli tutti, le possela e il tipo di servi-zio che avete realizzato. Poi i contenutimusicali come al solito sono belli tutti, lerubriche interessantissime e originali e glispazi riservati al fumettonte preferito o gliarticoli sembrano poco interessanti. Lo-de a voi!

Ang Hell’one

Stupenda l’intervista. Stupenda la vide-ointervista. E XL come ogni mese nonsmette mai di sorprendere con Fleet Fo-

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XL settembre 2011 13

E dopo i Verdena? Unascena tutta da scaricare

xelle.itI Verdena e quello che ruota loro

intorno. Ovvero le band della

scena bergamasca. Le potete

conoscere leggendo a pagina 52

ma anche collegandovi al sito di

XL. Questo mese, infatti,

su xelle.it potete scaricare gratis

una compilation esclusiva con

i brani di alcuni dei gruppi più

innovativi del momento. 14 brani

in tutto, due per ogni artista.

Sette gruppi da scoprire (anche

dal cantautorato di Andrea

Casali, in arte Caso, al blues

sporco e i paesaggi post-

apocalittici dei Bancale.

Passando dai

Torquemada che hanno

appena prodotto il loro

primo concept album in italiano,

Humalaya, e i Miss Chain And The

Broken Heels che hanno suonato

in mezzo mondo. E ancora: The

Gaffas, i cui sette membri si

definiscono il gruppo più punk

degli ultimi dieci anni; i Sakee Sed

che al loro attivo hanno un album

dal titolo bizzarro, Alle basi dellaroncola, e un ep tutto nuovo,

Bacco; gli Spread, insieme dal ’99

e con un album appena finito,

C’è tutto il tempo per dormiresottoterra. Buon ascolto!

xes e Ben Harper. Il lavoro con VinicioCapossela, dopo l’ep di aprile, è stato co-ronato con un’intervista, foto e filmatiesclusivi e unici. Grazie per aver fattotutto questo! Complimenti per l’impe-gno che profondete e per ciò che diffon-dete!

Alfred

Doppio voto per me: tecnicamente e alivello individuale Elio e le Storie Tesesono di gran lunga i migliori in Italia senon a livello europeo. Sono ineccepibili:la loro complessità dinato la musica inItalia, anche più dei arrangiamento èunica in Italia senza contare che riesco-no a spaziare in una mafinanziaria e ditutto quello che ruota inrea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loro pezzi c’è sempreun profondo studio delle sonorità dei lo-ro viaggi.

Ephraim

Ho già votato gli Afterhours, anche se ilmio gruppo preferito di sempre sono iLitfiba, loro mi hanno avvicinato sin dapiccolo alla musica, ma un gruppo comegli After hanno rivoluzionato la musicain Italia, anche più dei miei secondi pre-feriti, i Subsonica!

Mauro Eden

È incredibile quanta gente dia ancora fi-ducia a certe band attaccate alla poltronacome certi politici bavon una marea digeneri musicali. A livello di energia tra-smessa però voto i Modena City Ram-

blers, sono energici e nei losi. Se davveroesiste un meglio nella musica italiananon può essere rappresentato da chi spe-cula sulla memoria corta e superficialedel pubblico di oggi. Offlaga Disco Pax?Ma senza i CCCP sarebbero esistiti?Subsonica? Se hai più di 16 anni li ascol-ti ancora? Preferisco la solitudine di Fe-derico Fiumani al Paese (IR)Reale.

Fattifritto

“Se la sala è piena, il film schifo”! È daanni ormai che cerco di capire il mecca-nismo perverso del successo, della noto-rietà musicale, del consenso popolare,della qualità artistica, della gratificazionefinanziaria e di tutto quello che ruota in-torno alla musica, ma a oggi, navigo an-cora in un mare di interrogativi... Perchéi peggiori dischi degli artisti ottengono ilmaggior consenso popolare? Perché lagente si scandaondannrafia? Perché miritrovo a un concerto di Niccolò Fabicompletamente deserto per poi ritrovarlosulla bocca di tutti solo per compatirne latragedia? Perché gli artisti favorisconoiTunes (dopo averlo condannato) conbonus track ed ischi degli artisti ottengo-no il maggior consenso popolare? Perchéla gente si scandaondannrafia? Perché miritrovo a un con soextra e io mi ritrovocon cd originali dalla grafica e contenutimiserabili? Perché devo sopportare la vo-ce del divino Rino e di Franco Battiatonella pubblicità di una Perché la musica èstata prostituita? Per elencare tutti i mieiperché dovrei, come direbbe Jovanotti,«unire i puntini dall’uno all’infinito».

Samuele

il proclama di David Tibet(fondatore dei Current 93)

traduzione:

in copto:

«Che il potere venga meno a tutti coloroche desiderano portarmi via completamenteimpotenti, coloro che desiderano portarmivia completamente la luce».

Pistis Sophia parlando in Pistis Sophia, Libro 1, Capitolo 50, verso 4

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XL settembre 2011 19

Subito dopo la mortedi Osama bin Laden,l’Interpol ci haprontamente

segnalato un nuovo pericolopubblico numero unomondiale. È Joaquin Guzman,in diretta dai monti dello statomessicano Sinaloa. Questogrande criminale, meglioconosciuto come El Chapo (ilcorto), non è un rivoluzionariomusulmano ma un trafficanteinternazionale di droga. Una canzone famosa del gruppo LosTucanes de Tijuana lo descrive come un leader che incute timorea tutti, pure al diavolo in persona. Poche settimane fa sono statoa Tijuana per un festival letterario. Lì il narcotraffico è nellemani dei nemici di El Chapo, la famiglia criminale ArellanoFélix. Questo cartello fu combattuto dall’esercito messicano dueanni fa, ma qualche arresto poco può fare contro questo potentebusiness. Troppi i soldi di mezzo, e troppi i ghiotti consumatori:come il mercato globale di petrolio, anche quello deglistupefacenti non chiude mai i battenti. Ogni droga ha il suo sound: il reggae canta lamarijuana, il rap il crack e l’acid rock l’LSD.Anche il narcotraffico in Messico ha i suoimenestrelli, che lo raccontavano anche quandole autorità negavano la sua esistenza. Il genere sichiama “Narcocorrido” ed è molto popolare nel Paese: la gentecompra i dischi e si gode i concerti. Il periodo dal 2002 al 2008 èstato un po’ l’età d’oro per la narcomusica messicana: qualcheartista ci ha lasciato le penne, nella stessa modalità in cui sonostati ammazzati i rapper gangsta americani, ma mai fino al puntodi penalizzare le vendite. Negli ultimi anni la violenza èaumentata e alcuni musicisti sono stati sequestrati, torturati euccisi. Gli eventi non hpper gangsta americani, ma mai fino alpunto di penalizzare le vendite. Negli ultimi anni la violenza èaumentata e alcuni muannofermato la musica ma moltiartisti hanno preferito spostarsiin California, a Los Angeles, unposto decisamente più sicuro.

Migliaia di persone sono rimaste coinvolte nelle sparatorie emolti sono stati trucidati in maniera Praticamente ogni giornoviene versato del sangue, la Rete si riempie in continuazione divideo raccapriccianti che documentano tutto, impedendo aimessicani di fingere di non conoscere l’esistenza dell’industriadei narcotici. Dopo la musica è arrivata la “narco letteratura”,una nuova corrente sviluppatasi nelle regioni del nord, dove laviolenza era stata più intensa. A differenza di quanto possiatepensare, non parla del consumo di droga, ma racconta conun linguaggio da strada la quotidianità dellagente del posto sotto il cupo regime dei cartelli.Parla di società distrutte e in ostaggio, dicomplicità e opposizione, e del senso della vita inqueste buie circostanze. Un asesino solitario di Elmer Mendoza è

uno dei più importanti romanzidel genere, ma gli autorisono tanti, da LuisHumberto Crosthwaite (diTijuana) a Gabriel TrujilloMuñoz, abbastanza dacomporre un movimento eattirare attenzione dallacritica. Questi libri vendonocome vendeva lanarcomusica anni fa. E lagente li ama perché

riconosce i temi scottanti e d’attualità. Anche l’arte non potevarestare indifferente al potente linguaggio ura è si è messa aritrarre i gangster con gidi, stivali fatti di pelli esotiche - tipostruzzo o iguana - e tanti monilino in jeep e furgoncini coi vetrioscurati osttini della Santa Muerte, uno scheletro femminile conuna falce in mano, molto popolare nel Paese.Ma la narco cultura gode anche di fama internazionale. Nel 2002 il romanziere spagnolo Arturo Perez-Reverte scrisseun thriller, La regina del sud, che è poi diventato una serie tv.Anche in questa storia non c’è molta droga: èpiuttosto un avvincente fantasy che parla diricchezza, potere e globalizzazione, di una ragazza

messicana che ha sofisticati europei ai suoipiedi, incapaci di resistere a quello che ha daoffrire. Praticamente il sogno che ognifanciulla del pianeta può fare, solo qui èsenza limiti e legge, fuori giustizia.

(traduzionediMarioPellizzari)

la tecnologia che incombe vi esalta o vi toglie ilsonno? Scrivete le vostreopinioni [email protected]@

Messico: santi,droga, kalashnikove una serie tv

di Bruce Sterling

Bruce Sterling, scrittore americano, è uno dei padri della fantascienza “cyberpunk”. Giro di vite contro gli hackerè fra i suoi romanzi più famosi

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Ultimamente mi sono diviso tra gli States, Montreal eStoccolma per lavorare al mio terzo album, ormai abuon punto. Passare ore e ore in sala di registrazionecrea inevitabilmente dei problemi. Innanzitutto l’udito

peggiora e io già sono un po’ sordo. Poi si ordinano i pasti al ta-ke away e il caffè si beve nei bicchieroni di carta. Il caffè mi aiutaa staccare dalla musica e dachi lavora con me. Ciascunoha un suo cerimoniale per ilcaffè, il mio è un rito solitario.Mi siedo, bevo, mentalmenteelenco le cose che mi manda-no in bestia. Finito il caffè stobene di nuovo, butto la nega-tività nel cestino assieme albicchiere e torno in studio piùequilibrato. Io bevo tanti caffèe mi ha sempre incuriosito ilmotivo per cui crea dipenden-za. Oggi il caffè è ilprodotto agricolo piùcommercializzato nelmondo. Nel 2004 il volumetotale delle vendite di caffè al dettaglio superava gli 80 miliardidi dollari. Tutto iniziò con una capra ballerina. Leggenda vuoleche, nel nono secolo, un pastore etiope di nome Kaldi si incurio-sisse osservando come le sue capre diventavano più vivaci dopoaver mangiato le bacche della pianta del caffè.

Provò egli stesso a masticarne i semi. Subì lui stesso un effet-to energizzante che fu notato dai monaci, che a loro volta man-giarono i chicchi e scoprirono di sentirsi più vigili a Dio durantela preghiera. Nei cinque secoli a venire gli sviluppi furono straor-dinari. Giunto in Arabia attraverso il Mar Rosso il caffè vennelavorato e diventò la bevanda che conosciamo ora. Utilizzato ascopi religiosi, era coadiuvante nel culto. Si strinse così il legametra caffè e Islam. L’espansione dell’Islam coincise con la sua dif-fusione, anche in Turchia. Da Istanbul i semi furono importati a

Venezia, per la primavolta fuori dal mondomusulmano. I chicchiper l’export venivanosterilizzati e bolliti per

impedire la riproduzionedella pianta. Era una stra-tegia dei mercanti arabiper mantenere l’esclusivadel raccolto. I tentativi dicontrabbandarne piante esemi fallirono tutti, finchél’indiano Baba Budan nonriuscì a portare in patriaalcuni chicchi assicuran-doli al petto con delle fa-sce. Subito diede vita apiantagioni, sorvegliate daguardie armate. Dall’Indiala pianta giunse in Olan-da, e da lì nei Caraibi (do-po un furto a Parigi), perapprodare infine nelleAmeriche negli anni 20del Settecento grazie a...un mazzo di rose!

Un ufficiale brasiliano,inviato nella Guyana fran-cese dal suo governo percontrabbandare chicchi dicaffè, ebbe una relazionecon la moglie del governa-tore. Lei gli regalò unmazzo di rose in cui celòsemi fertili. Da quei chic-chi sarebbe nato il piùgrande impero mondialedel caffè: il Brasile è il pri-mo produttore di caffè almondo grazie ad una don-na innamorata.

A zonzo per VeniceBeach, a Los Angeles, hovisto molte persone in co-

da con il talloncino numerato davanti ad una caffetteria. Il tem-po di attesa? 45 minuti. Il locale si chiama Intelligentsia Café, faparte di una catena, come Starbucks. La California è lapatria delle caffetterie, la prima fu Pete’s nel 1966. An-che nei paesi europei ogni tre isolati si trova uno Starbucks. Soloin Italia no. Come mai? In Francia tutti pensavamo che sarebbestata dura competere con la cultura del caffè, ma Starbucks hadimostrato più vigili a Dio durante la preghiera. Nei cinque se-coli a venire gli sviluppi furono straordinari.

Giunto in Arabia attraverso il Mar Rosso il caffè venne lavo-rato e diventò la bevanda che conosciamo ora. Utilizzato a scopireligiosi, era coadiuvante nel culto. Si strinse così il legame tracaffè e Islam. L’espansione dell’Islam coiche avevamo torto.L’Italia resiste e farebbe bene ad andarne orgogliosa, ma la nuo-va mania americana per il caffè di qualità, equo e solidale, mi fariflettere. La gente fa la coda da Intelligentsia non solo perché ilcaffè è ottimo, ma perché è declinato in tante varietà e ogni chic-co ha una sua storia. In tazza finisce il caffè acquistato diret-tamente dai produttori, privilegiando.

XL settembre 2011 21

Viva il caffèe viva la caprache lo scoprì

di Mika

Mika, scrittore americano, è uno dei padri della fantascienza “cyberpunk”. Giro di vite contro gli hackerè fra i suoi romanzi più famosi

il cantante ci offre ogni mese il suooriginale punto di vista sui fatti della vita:

arte, cronaca, sentimenti e...

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XL settembre 2011 23

Ultimamente mi sono diviso tra gli States, Montreal eStoccolma per lavorare al mio terzo album, ormai a buon punto. Passare ore e ore in sala di registrazione crea inevitabilmente dei problemi.

Innanzitutto l’udito peggiora e io già sono un po’ sordo. Poi siordinano i pasti al take away e il caffè si beve nei bicchieroni dicarta. Il caffè mi aiuta a staccare dalla musica e da chi lavora conme. Ciascuno ha un suo cerimoniale per il caffè, il mio è un ritosolitario. Mi siedo, bevo, mentalmente elenco le cose che mimandano in bestia. Finito il caffè sto bene di nuovo, butto lanegatività nel cestino assieme al bicchiere e torno in studio piùequilibrato. Io bevo tanti caffè e mi ha sempre incuriosito ilmotivo per cui crea dipendenza. Oggi il caffè è ilprodotto agricolo più commercializzato nelmondo. Nel 2004 il volume totale delle vendite di caffè aldettaglio superava gli 80 miliardi di dollari. Tutto iniziò con una capra ballerina. Leggenda vuole che, nelnono secolo, un pastore etiope di nome Kaldi si incuriosisseosservando come le sue caprediventavano più vivaci dopoaver mangiato le bacche dellapianta del caffè. Provò eglistesso a masticarne i semi.Subì lui stesso un effettoenergizzante che fu notato daimonaci, che a loro voltamangiarono i chicchi escoprirono di sentirsi più vigilia Dio durante la preghiera.Nei cinque secoli a venire glisviluppi furono straordinari.Giunto in Arabia attraverso ilMar Rosso il caffè vennelavorato e diventò la bevandache conosciamo ora. Utilizzatoa scopi religiosi, eracoadiuvante nel culto. Sistrinse così il legame tra caffèe Islam. L’espansionedell’Islam coincise con la suadiffusione, anche in Turchia.Da Istanbul i semi furono

importati a Venezia, per la prima volta fuori dal mondomusulmano. I chicchi per l’export venivano sterilizzati e bollitiper impedire la riproduzione della pianta. Era una strategia deimercanti arabi per mantenere l’esclusiva del raccolto. I tentatividi contrabbandarne piante e semi fallirono tutti, finché l’indianoBaba Budan non riuscì a portare in patria alcuni chicchiassicurandoli al petto con delle fasce. Subito diede vita apiantagioni, sorvegliate da guardie armate. Dall’India la piantagiunse in Olanda, e da lì nei Caraibi (dopo un furto a Parigi),per approdare infine nelle Americhe negli anni 20 del Settecentograzie a... un mazzo di rose! Un ufficiale brasiliano, inviato nellaGuyana francese dal suo governo per contrabbandare chicchi dicaffè, ebbe una relazione con la moglie del governatore. Lei gliregalò un mazzo di rose in cui celò semi fertili. Da quei chicchisarebbe nato il più grande impero mondiale del caffè: il Brasile èil primo produttore di caffè al mondo grazie ad una donnainnamorata.A zonzo per Venice Beach, a Los Angeles, ho visto moltepersone in coda con il talloncino numerato davanti ad unacaffetteria. Il tempo di attesa? 45 minuti. Il locale si chiamaIntelligentsia Café, fa parte di una catena, come Starbucks. LaCalifornia è la patria delle caffetterie, la prima fuPete’s nel 1966. Anche nei paesi europei ogni tre isolati si trovauno Starbucks. Solo in Italia no. Come mai? In Francia tuttipensavamo che sarebbe stata dura competere con la cultura delcaffè, ma Starbucks ha dimostrato più vigili a Dio durante lapreghiera. Nei cinque secoli a venireUltimamente mi sono divisotra gli States, Montreal e Stoccolma per lavorare al mio terzoalbum, ormai a buon punto. Passare ore e ore in sala di registrazione crea inevitabilmente dei problemi. Innanzituttol’udito peggiora e io già sono un po’ sordo. Poi si ordinano i pastial take away e il caffè si beve nei bicchieroni di carta. Il caffè mi

aiuta a staccare dalla musica e da chi lavoracon me. Ciascuno ha un suo cerimonialeper il caffè, il mio è un rito solitario. Misiedo, bevo, mentalmente elenco le cose chemi mandano in bestia. Finito il caffè stobene di nuovo, butto la negatività nelcestino assieme al bicchiere e torno instudio più equilibrato. Io bevo tanti caffè emi ha sempre incuriosito il motivo per cuicrea dipendenza. Nel 2004 il volume totaledelle vendite di caffè al dettaglio superavagli 80 miliardi di dollari. Tutto iniziòcon una capra ballerina.

Indipendentima non riconosciuti,i vivi fantasmi

di Nicolai Lilin

Nicolai Lilin,scrittore russo, è uno dei padridella fantascienza “cyberpunk”. Girodi vite contro glihackerè fra i suoi romanzipiù famosi

il cantante ci offre ogni mese il suooriginale punto di vista sui fatti della vita:

arte, cronaca, sentimenti e...

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random ci ha selezionati come possibili vie premi fantastici. Per un attimo ci guardiamo bene intorno pensando ad unoscherzo ma, verificata l’assenza di telecamere nascoste, iniziamoa cliccare come forsennati su tutti i banner che ci danno vincitoriassaporando già i nostri premi. Ohhhh, delusione. Veniamoindirizzati a siti che chiedono i nostri dati per l’iscrizione a deiconcorsi ad estrazione (chiariamo subito: del tutto leciti) incambio della nostra email. Se andiamo avanti ed inseriamo idati, poi sarebbe difficile lamentarsi per l’ondata di spam. Alloradecidiamo di mollare la grandiosa opportunità di vincere tuttiquei premi e ci dirigiamo verso altri siti. Notiamo subito deibanner rettangolari che ci pongono dei quesiti. Non riusciamo aresistere e rispondiamo sul senso di rotazione delle ruote, suglieffetti ottici, su quelli dell’alcol e soprattutto su dove avessimovisto un canguro con le corna di muflone ed il manto zebrato.Ohhhh, delusione. Anche questa volta si apre una nuova finestradove ci viene proposta una ricarica per il cellulare in cambiodell’adesione ad un servizio in abbonamento di suonerie. Laricarica ovviamente non è per le chiamate, ma per il costodelle cosette che andremo a decidiamo di mollare.

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Resoconto di una navigata in Internet del Trio Medusa.Accensione computer e posizionamento di fronte almonitor (non è una cosa scontata, abbiamo conosciutogente che continuava a premere il pulsante on/off del

monitor convinta che quello fosse il computer - non vale per ipossessori di iMac). Sguardi interessati alla videata del bootstrap(termine che sta ad indicare tutte quelle scrittine all’avvio delcomputer che ti fanno sentire tanto stupido). Avvio del browserpredefinito. Pagina bianca del noto motore di ricerca che ognitanto si diverte a modificare il proprio logo, insomma Google.Attimi di panico. Nei primi quindici minuti non ci vengono inmente altro che portali di matedecidiamo di mollare la grandiosaopportunità di vincere tutti riale pornografico, ma sappiamo chenel nostro sgabuzzino a Repubblica i firewall ci impedirebbero diaprirli. Allora gettiamo un occhio alla barra dei preferiti eclicchiamo su un link a caso che ora non vi stiamo a dire perchénon è importante. Ma... che succede? Tutti e tre ci guardiamocon occhi sgranati e ci abbracciamo. Evviva! In unbanner del sito compare un avviso che ciavverte di essere il 999.999esimo visitatore esolo per questo possiamo vincereun’automobile. Che colpo di fortuna! Ma apriamo un’altrapagina del browser ed andiamo su un altro sito. Incredibile!!! IlTrio Medusa è l’utente numero 1.000.000 e siamo possibiliVINCITORI di un ESCLUSIVO premio APPLE. Ma oggisentiamo che è il nostro giorno fortunato ed apriamo un’altrapagina di navigazione e... NON È UNO SCHERZO il sistema

Chi l’ha dettoclicca che ti passa...anzi t’ammorba

il Trio Medusa presenta...

worldworst wideo

horror top

1

Scary Maze GameI grandi classici non muoionomai. Lo spavento è dato dallacomparsa a tutto schermo diLinda Blair ai tempidell’Esorcista.

2

Best Scary Maze PrankLa famiglia ci protegge e nonci fa mancare nulla. Ma è infamiglia che troviamo gliautori degli scherzi più infernali al mondo.

3

Fat Guy Maze GameGuardando bene il video, sinotano gli effetti speciali (unfake), ma ha raggiunto più diundici milioni divisualizzazioni...

il Trio alle prese con l’universodelirante dei video online. Specchiofedele di un mondo pazzo e malato

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Nessuna carriera:Narcoletteratie romanzi zigani

di Vasco Brondi

Subito dopo la morte di Osama bin Laden, l’Interpol ciha prontamente segnalato un nuovo pericolo pubbliconumero uno mondiale. È Joaquin Guzman, in direttadai monti dello stato messicano Sinaloa. Questo grande

criminale, meglio conosciuto come El Chapo (il corto), non è unrivoluzionario musulmano maun trafficante internazionaledi droga. Una canzonefamosa del gruppo LosTucanes de Tijuana lodescrive come un leader cheincute timore a tutti, pure aldiavolo in persona. Pochesettimane fa sono stato aTijuana per un festivalletterario. Lì il narcotraffico ènelle mani dei nemici di ElChapo, la famiglia criminaleArellano Félix. Questocartello fu combattutodall’esercito messicano dueanni fa, ma qualche arrestopoco può fare contro questopotente business. Troppi isoldi di mezzo, e troppi ighiotti consumatori: come ilmercato globale di petrolio,anche quello deglistupefacenti non chiude mai ibattenti. Ogni droga ha il suosound: il reggae cantala marijuana, il rap ilcrack e l’acid rockl’LSD. Anche ilnarcotraffico inMessico ha i suoimenestrelli, che loraccontavano anchequando le autoritànegavano la suaesistenza. Il genere si

chiama “Narcocorrido” ed è molto popolare nel Paese: la gentecompra i dischi e si gode i concerti. Il periodo dal 2002 al 2008 èstato un po’ l’età d’oro per la narcomusica messicana: qualcheartista ci ha lasciato le penne, nella stessa modalità in cui sonostati ammazzati i rapper gangsta americani, ma mai fino al puntodi penalizzare le vendite. Negli ultimi anni la violenza èaumentata e alcuni musicisti sono stati sequestrati, torturati euccisi. Gli eventi non hanno fermato la musica ma molti artistihanno preferito spostarsi in California, a Los Angeles, un postodecisamente più sicuro. Migliaia di persone sono rimastecoinvolte nelle sparatorie e molti sono stati trucidati in manieraPraticamente ogni giorno viene versato del sangue, la Rete siriempie in continuazione di video raccapriccianti chedocumentano tutto, impedendo ai messicani di fingere di nonconoscere l’esistenza dell’industria dei narcotici. Dopo la musicaè arrivata la “narco letteratura”, una nuova corrente sviluppatasinelle regioni del nord, dove la violenza era stata più intensa. Adifferenza di quanto possiate pensare, non parla del consumo didroga, ma racconta con un linguaggio da strada laquotidianità della gente del posto sotto il cuporegime dei cartelli. Parla di società distrutte e

in ostaggio, dicomplicità eopposizione, e del sensodella vita in queste buiecircostanze. Un asesinosolitario di Elmer Mendoza èuno dei più importantiromanzi del genere, ma gliautori sono tanti, da LuisHumberto Crosthwaite (diTijuana) a Gabriel Tanni fa.E la gente li ama perchériconosce i temi scottanti ed’attualità. Anche l’arte nonpoteva restareindifferentegster con gidi,stivali fatti di pelli esotiche -tipo struzzo o iguana - e tantimonilino in jeep e furgoncinicoi vetri oscurati ostentandok, uno scheletro femminilecon una falce in mano, moltopopolare nel Paese.Ma la narco cultura godeanche di fama internazionale. Nel 2002 il romanzierespagnolo Arturo Perez-Reverte scrisse un thriller, Laregina del sud, che è poidiventato una serie tv. Anche

in questa storia non c’è molta droga: èpiuttosto un avvincente fantasy che parla diricchezza, potere e globalizzazione, di una ragazzamessicana che ha sofisticati europei ai suoi piedi, incapaci diresistere a quello che ha da offrire. Praticamente il sogno cheogni fanciulla del pianeta può fare, solo che qui è senza limitie legge, fuori dalla giustizia e con un sacco di morti.

Vasco Brondi, scrittore russo, è uno dei padri della fantascienza

“cyberpunk”. Giro di vite contro glihacker

è fra i suoi romanzi più famosi

il cantante ci offre ogni mese il suooriginale punto di vista sui fatti della

vita: arte, cronaca, sentimenti

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XL settembre 2011 25

Esistono i vampiri? Quando ero piccolino e mi lasciavospaventare dai vari mostri del cinema e della tv miripetevo sempre che non erano veri ma solo unattore con il trucco da mostro. Ma per ivampiri no, quelli - pensavo - esistono davvero e l’attore

non stava recitando una parte quanto facendo un’imitazione. Poisono cresciuto e adesso non lo so se ci credo ancora ai vampiri.Ma se parliamo di musica allora divento ancora più possibilista,perché lì, di gente che assomiglia a un vampiro, ce n’è e ce n’èstata parecchia. David Bowie, per esempio, Peter Murphy,naturalmente - cantava Bela Lugosi’s Dead - Iggy Pop, SiouxsieSioux. E Ian Curtis.Magro, bianco come un vampiro, appunto, i capelli corti

appiccicati alla fronte dal sudore e unasemplice camicia a mezze maniche chelo fa sembrare ancora più esangue epiù magro, più sofferente e malato.Ian Curtis canta attaccato almicrofono, gli occhi chiusi. Canta nelbuio, nella penombra polverosa di unoscantinato, tagliata dagli scorci di lucedei riflettori che la disegnano in chiarie scuri da film espressionista,in bianco e nero.Canta piano, Ian Curtis, come sesussurrasse, e così, con gli occhi chiusi,pallido e magro, sembra davvero unvampiro.In un certo senso un vampiro lo èdavvero, Ian Curtis. Soffre di unamalattia, epilessia fotosensibile - unaforma di epilessia, appunto - che lorende particolarmente esposto aglistimoli visivi, alle luci forti eintermittenti, per cui cerca di evitarlivivendo il più possibile nell’ombra. Maè un vampiro di tipo diverso da quelliche potrebbero sembrare, per esempio,Peter Murphy dei Bauhaus, o DavidBowie. Loro sono vampiri predatori,pronti ad attaccare.

Ian Curtis no. Appartiene ad una specie diversa. È un vampiromalinconico. Uno che soffre per la sua condizione, che soffre pertutto. Perché non è cattivo, il vampiro Ian Curtis, è soltantosensibile, troppo sensibile. «Abbiamo bussato alla porta dellacamera più oscura dell’inferno», canta Ian Curtis, «civediamo come non ci eravamo mai visti,ritratto del trauma e della degenerazione».Non sono temi allegri quelli che canta il vampiro Ian Curtis, eneanche la sua musica è allegra. È elettrica, a volte, arrabbiata, disperata, ma mai allegra. Anchese il gruppo con cui la fa ha un nome che ispira immediatamentefelicità e simpatia.Il suo gruppo si chiama Joy Division, la

Divisione della Gioia, ma nonostanteil nome non è certo un gruppo dachiamare per matrimoni o feste daballo. Joy Division vuol direun’altra cosa. È un paradosso, una

Ian, vampiro gentileche si ucciseascoltando Iggy Pop

il giallista affronta ogni mese un caso di cronaca o un mistero legato

al mondo della musica e dello spettacolo di Carlo Lucarelli

Carlo Lucarelli, scrittore noir e autore tv, ha tra l’altro pubblicato La faccia nascosta della luna(Einaudi, pp. 224, euro 17), che raccoglie anche gli articoli di XL

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26 XL settembre 2011

Esistono i vampiri? Quando ero piccolino e mi lasciavospaventare dai vari mostri del cinema e della tv mi ripetevosempre che non erano veri ma solo un attore con iltrucco da mostro. Ma per i vampiri no, quelli - pensavo -esistono davvero e l’attore non stava recitando una parte quantofacendo un’imitazione. Poi sono cresciuto e adesso non lo so seci credo ancora ai vampiri. Ma se parliamo di musica alloradivento ancora più possibilista, perché lì, di gente che assomigliaa un vampiro, ce n’è e ce n’è stata parecchia. David Bowie, peresempio, Peter Murphy, naturalmente - cantava Bela Lugosi’sDead - Iggy Pop, Siouxsie Sioux. E Ian Curtis.Magro, bianco come un vampiro, appunto, i capelli cortiappiccicati alla fronte dal sudore e una semplice camicia a mezzemaniche che lo fa sembrare ancora più esangue e più magro, piùsofferente e malato. Ian Curtis canta attaccato al microfono, gliocchi chiusi. Canta nel buio, nella penombra polverosa di unoscantinato, tagliata dagli scorci di luce dei riflettori che ladisegnano in chiari e scuri da film espressionista, inbianco e nero.Canta piano, Ian Curtis, come se sussurrasse, e così, con gliocchi chiusi, pallido e magro, sembra davvero un vampiro.In un certo senso un vampiro lo è davvero, Ian Curtis. Soffre diuna malattia, epilessia fotosensibile - una forma di epilessia,appunto - che lo rende particolarmente esposto agli stimolivisivi, alle luci forti e intermittenti, per cui cerca di evitarlivivendo il più possibile nell’ombra. Ma è un vampiro di tipodiverso da quelli che potrebbero sembrare, per esempio, PeterMurphy dei Bauhaus, o David Bowie. Loro sono vampiripredatori, pronti ad attaccare.Ian Curtis no. Appartiene ad una specie diversa. È un vampiromalinconico. Uno che soffre per la sua condizione, che soffre pertutto. Perché non è cattivo, il vampiro Ian Curtis, è soltantosensibile, troppo sensibile. «Abbiamo bussato alla porta dellacamera più oscura dell’inferno», canta Ian Curtis, «civediamo come non ci eravamo mai visti,ritratto del trauma e della degenerazione».Non sono temi allegri quelli che canta il vampiro Ian Curtis, eneanche la sua musica è allegra. È elettrica, a volte, arrabbiata, disperata, ma mai allegra. Anche

se il gruppo con cui la fa ha un nomeche ispira immediatamente felicità esimpatia.Il suo gruppo si chiama JoyDivision, la Divisione della Gioia, manonostante il nome non è certo ungruppo da chiamare per matrimoni ofeste da ballo. Joy Division vuol direun’altra cosa. È un paradosso, unacontraddizione, perfettamente in lineacon la musica crepuscolare e intimistadi quegli anni, a metà tra gli anni 70 egli anni 80.Joy Division viene da un libro, scrittoda un autore che si nasconde sotto ilnome di Ka-tzetnik, che sarebbe comevenivano chiamati i deportati deicampi di sterminio nazisti. Illibro infatti si chiama The House OfDolls, la casa delle bambole, e la Joy

Division di cui parla è un gruppo di detenute ebree trattate comeschiave sessuali in un lager.Sono importanti i libri per il vampiro Ian Curtis. Ne ha lettitanti prima di mettersi con gli altri della band, libri importantiper tutta una generazione, libri che stanno rifondandol’immaginario di quegli anni, a metà tra noir,fantastico, fantascienza e minimalismointimista.Il giovane Ian Kevin Curtis nella sua adolescenza a Manchester,in Inghilterra, legge Joseph Conrad, legge i romanzi di J. G.Ballard e di William Burroughs, legge i poeti decadenti francesi,e infatti all’inizio pensa di diventare un poeta, perché gli piacescrivere, e lo fa da quando aveva undici anni.Però non è quella la sua strada. La poesia c’entra, sì, ma le parolenon devono restare mute sulla carta. Possono diventare musica,possono diventare canzoni.Perché Ian il vampiro vive in un momento particolare in cui lamusica, quella da fare praticamente, quella che adesso si può farefacilmente, è molto importante. Perché è la fine degli anni 70 edè ancora forte lo spontaneismo della musica punk.Così Ian il vampiro si mette assieme a tre amici che hannoappena visto un concerto dei Sex Pistols e sono rimasti folgoratidalla voglia di suonare che c’era in quegli anni. Niente tecnica,niente di niente, solo energia e passione. I tre amici cercano uncantante, mettono un annuncio sul giornale e si presenta questoragazzo pallido come un morto, che scrive come un poeta.È il 1976 e all’inizio si chiamano Warsaw, Varsavia, per lesuggestioni oscure e lontane che quella città ancora oltre lacortina di ferro può dare e che loro sentono in una canzone diDavid Bowie che si chiama, appunto, Warszawa. Poi peròscoprono che esiste già un gruppo che si chiama così, un gruppo punk che durerà pochissimo, appena un anno, maintanto già c’è e bisogna cambiare nome. Così a Ian viene inmente quel libro che ha letto, quello sul campo diconcentramento, e allora cambiano nome e si chiamano JoyDivision.Ma anche se sono nati negli anni dei Sex Pistols e dei Clash, iJoy Division sono diversi. Nella loro musica c’è qualcosa dilontano dalla rabbia e dalla violenza del punk, anche dalla sua

Da sinistra: la casa di Ian Curtis a Macclesfield, vicinoa Manchester;i Joy Division sulpalco; il libro suilager nazisti da cuihanno tratto il nome;la copertina di TheIdiot di Iggy Pop:il disco che ascoltavaIan prima diuccidersi. A pag.37Ian Curtis e lacopertina dell’album Closer(1980)

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Allora, cari lettori, vi riepilogo brevemente gli ultimisviluppi della mia storia sentimentale con Sara Ceci, labella, volubile biologa marina esperta incefalopodi che mi ha distrutto l’esistenza. La prima cosaimportante da sapere è che, un bel giorno, è scomparsa.

Ci dovevamo vedere alle nove e mezza, al Bar Benaco, vicinopiazza Verbano, per farci un cornetto e un cappuccino nel nostrobar preferito ma non è mai arrivata. Non credo, onestamente, cheabbia avuto incidenti o cose peggiori, semplicemente è migrata daun’altra parte e il mio tempo accanto a lei è terminato. La madre di Sara, la Contessa Ondina Ceci Borlotti, non haidea di dove sia sua figlia e non mi pare, francamente, che la cosala turbi più di tanto. «Mio caro... Com’è che ti chiami?». La

vecchia non si ricordava nemmeno ilmio nome e non è colpadell’Alzheimer. «Stanislao, signora».«Che nome curioso... Comunque Saraè una ragazza cresciuta in un ambienteanglosassone, diverso dal tuo, quello diRoma Nord - quartiere africano. Hafatto i primi passi in una grande villasettecentesca appartenuta ai Fraser,antico casato scozzese. Ha avuto unpadre che ha scoperto una tribù diindigeni nel Borneo che nonavevano mai incontratol’uomo bianco e che ha passato ilresto della sua esistenza girando ilmondo e cercando di capire il sensodell’esistenza in una grotta vicinoRocca di Papa. Sara ha preso tutto dalui, è una ragazza imprevedibile,affascinante, appassionata di polipi,seppie e calamari. Non so che dirti,caro. Mi dispiace tanto. So che soffricome un cane e che il tuo stomaco èrattrappito come uno straccio secco. Èuna reazione tipica e fisiologica:secchezza delle fauci, tremori,insonnia e irritabilità. Non sei il primodisgraziato che mia figlia fa soffrire.. Enon credo sarai l’ultimo». Mi haspiegato la contessa Ceci Borlottimentre spiluzzicava come un cricetoanoressico un tramezzino con robiolae rughetta seduta a un tavolino del BarHungaria.

Sembrava che l’avessero estratta da dentro unsarcofago dal museo egizio di Torino, le avesserotolto di dosso le bende e infilato un vestito a fiori e cacciato unaparrucca bionda sul teschio scuro e rattrappito come unapergamena medievale. Accanto le sedeva il suo amante, il

Colonnello Lupi. Che tipo... Era altopiù di due metri. Occhi piccoli esporgenti come quelli di un’aragosta,incorniciati da grandi cespugli disetole grigiastre. Rigido come una

Niccolò Ammaniti è l’autore di Come Dio comanda (Mondadori, pp. 512, euro 19),premio Strega 2007. Il suo ultimo libro è Io e te(Einaudi Stile Libero, pp. 124, euro 10)

Loschi scambi di coppia e la donnascomparsa ieri

viaggio nell’orrore della vita quotidiana di uno scrittore tranquillo di Niccolò Ammaniti

XL xxxxxmbre 201X 29

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Allora, cari lettori, vi riepilogo brevemente gli ultimi sviluppidella mia storia sentimentale con Sara Ceci, la bella,volubile biologa marina esperta in cefalopodi che mi hadistrutto l’esistenza. La prima cosa importante da sapere è che,un bel giorno, è scomparsa. Ci dovevamo vedere alle nove emezza, al Bar Benaco, vicino piazza Verbano, per farci un cornettoe un cappuccino nel nostro bar preferito ma non è mai arrivata.Non credo, onestamente, che abbia avuto incidenti o cose peggiori,semplicemente è migrata da un’altra parte e il mio tempoaccanto a lei è terminato. La madre di Sara, la Contessa Ondina Ceci Borlotti, non haidea di dove sia sua figlia e non mi pare, francamente, che la cosala turbi più di tanto. «Mio caro... Com’è che ti chiami?». Lavecchia non si ricordava nemmeno il mio nome e non è colpadell’Alzheimer. «Stanislao, signora».«Che nome curioso... Comunque Sara è una ragazza cresciuta inun ambiente anglosassone, diverso dal tuo, quello di Roma Nord -quartiere africano. Ha fatto i primi passi in una grande villasettecentesca appartenuta ai Fraser, antico casato scozzese. Haavuto un padre che ha scoperto una tribù di indigeni nelBorneo che non avevano mai incontratol’uomo bianco e che ha passato il resto della sua esistenzagirando il mondo e cercando di capire il senso dell’esistenza inuna grotta vicino Rocca di Papa. Sara ha preso tutto da lui, è unaragazza imprevedibile, affascinante, appassionata di polipi,seppie e calamari. Non so che dirti, caro. Mi dispiace tanto. Soche soffri come un cane e che il tuo stomaco è rattrappito comeuno straccio secco. È una reazione tipica e fisiologica: secchezzadelle fauci, tremori, insonnia e irritabilità. Non sei il primodisgraziato che mia figlia fa soffrire.. E non credo sarai l’ultimo».Mi ha spiegato la contessa Ceci Borlotti mentre spiluzzicavacome un criceto anoressico un tramezzino con robiola e rughettaseduta a un tavolino del Bar Hungaria.Sembrava che l’avessero estratta da dentro unsarcofago dal museo egizio di Torino, le avesserotolto di dosso le bende e infilato un vestito a fiori e cacciato unaparrucca bionda sul teschio scuro e rattrappito come unapergamena medievale. Accanto le sedeva il suo amante, ilColonnello Lupi. Che tipo... Era alto più di due metri. Occhipiccoli e sporgenti come quelli di un’aragosta, incorniciati dagrandi cespugli di setole grigiastre. Rigido come una mantidereligiosa. Teneva le lunghe braccia piegate e appoggiate al bustoproprio come fa l’insetto. Io personalmente non l’ho mai sentitoparlare ma Sara mi ha assicurato che quando vuole parla, parlaeccome. Quello che io ho potuto notare è che la faccia delcolonnello Lupi è attraversata continuamente da espressioni

diverse e opposte, tra il perplesso, lo smarrito el’irritato. Tiene le labbra sottili strette strette come se dentrolo stomaco avesse una gran quantità di gas metano che ha paurache gli scappi fuori. Sara, una volta, mi ha confessato che ilcolonnello non perde occasione per farle lamano morta. Roba di un attimo... Abbassa con uno scattorigido l’arto anteriore destro, ruota il palmo e tac... ti appizza lamano al culo mentre la faccia viene devastata da strizzamenti diocchi, sollevamenti di sopracciglia, corrugamenti di fronte,gonfiamenti di guance.

«Colonnello Lupi, ma che cosa stafacendo?».Il colonnello dondola la testa comeun indiano che fa sì. «Cosa,cara?».«Come cosa? Quella mano!».Il colonnello piega la testa e strizzagli occhi. «In che senso?».«Nel senso che me l’ha appoggiatasulla chiappa. E fa anche una certapressione con le dita».Il colonnello sorride con mezzabocca. «Cara Sara, intende forse lamia mano destra?».«E certo! Me la può scrostare dalculo?».«Non c’è problema. Ma che hacapito, dolce Sara... Lei potrebbeessere mia figlia. Non mi permettereimai... È una necessità per la mia poveramano devastata dall’artrite. Habisogno di calore corporeo... Sara, leiè molto calda». Insomma ilcolonnello è un tipo così.. Allamano. E alla fine Sara Ceci lo

lasciava fare. Comunque quei due non parevano molto interessati ai destinidi Sara e nemmeno al mio. Devo ricostruire le tappe prima della scomparsa di Sara. Tregiorni prima di scomparire mi ha proposto uno scambio dicoppie. Non sapevo che fosse una scambista (in effettistavamo insieme da soli tre mesi) e sono rimasto a bocca aperta.Poi mi ha fatto capire. Questa pratica Sara Ceci la riteneva unacosa assolutamente naturale e positiva. Mi ha raccontato chemolte specie animali, soprattutto marine, laattuano abitualmente per la riproduzione. Mifaceva l’esempio delle piccole sardine che si riproducono inbanchi di migliaia di individui. Contemporaneamente femminee maschi spruzzano milioni di uova e spermatozoi e lasciano chele uova, trasportate dalla corrente, si incontrino e si fecondino tradi loro in un’immensa orgia. «Alla fine è tutta colpa del dannatopassaggio alla vita terrestre se oggi siamo costretti a incollarcil’uno all’altro come sanguisughe. I mammiferi hanno lafecondazione interna e lo sviluppo del feto nell’utero femminile,gli uccelli e i rettili hanno la fecondazione interna e poi lafemmina produce delle uova (poche e preziose) che rilasciaall’esterno e che sono protette da gusci che impediscono ildisidratamento e le proteggono (parzialmente) da urti

30 XL settembre 2011

IL PANINO DEL MESELeggero e poco

proteico: salsiccia di San Quiricoe gorgonzolamaremmano.

Lo dedico a Matteo Nucci, ottimo

compagnodi scuola e grandescrittore romano

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XL settembre 2011 33

a pag. 23

Quante vite si sonointrecc

iate

nell’agosto ‘68, quando

EL SANTO lottò

controil sistem

a

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

ibike!

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EASY RIDER

Si intitola When You’reStrange il documentariosulla band californiana

che esce a 40 anni dallamorte del suo leader,

voce narrante nel film,racconta JimMorrison

di Marco Philopat

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«Tu credi agli alieni?», mi do-manda Morgan appena entronel salotto di casa sua.«Mmm... Sì!». Gli rispondosubito allontanando i dubbi.Nella stanza ci sono diversistrumenti, alcuni acustici evintage, altri elettronici pienidi pulsanti e microschermi.«Ottimo!», riprende lui, «per-ché quando si parla dei Doorsbisogna sempre fare i conticon i mondi paralleli che po-

trebbero aprirsi da un momento all’altro». Sono qui per un’intervi-sta su When You’re Strange, un film documentario scritto e direttoda Tom DiCillo di cui Morganè la voce narrante (nella versioneoriginale è Johnny Depp). L’uscita è prevista nei cinema il 21 giu-gno. Il 3 luglio alle 21, invece, sarà trasmesso sul canale del digita-le terrestre Studio Universal, proprio in occasione del quarantesi-mo anniversario della scomparsa di Jim Morrison.

Il film l’ho appena visto e mi viene in mente di citare la poe-sia di William Blake che diede il nome ai Doors. Se le porte del-la percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all’uomocosì com’è: infinita. «Esatto! Allora ci siamo capiti». Mi dicespiegandomi quanta attenzione ha impiegato per tradurre il testo.«Abbiamo lavorato davvero tanto, soffermandoci per ore su unaparola. Volevamo essere precisi soprattutto a proposito delle tec-

EASY RIDER

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Nella paginaaccanto JimMorrison, leaderdei Doors. Sopra,Morgan, vocenarrante del filmdocumentarioWhen You’reStrange

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nichedi registrazione». Ci mettiamo a ricordare il collage di rarispezzoni del video, per esempio quando un sedicenne Jim leggeun telegramma del padre infuriato. «Sono cose pazzesche, mai vi-ste prima! Chissà dove le hanno scovate.

C’è quel pezzo nel backstage quando accarezza la ragazzache si è fatta male sotto il palco, Jim le mette a postoi capelli, la rincuora. È dolcissimo in quel momen-to. È il vero Morrison. Lui eraun tipo strampalato,buono, completamente sulle nuvole.E quando vuolefare l’intervista ai poliziotti?». Morgan mi descrive lesue sensazioni a valanga, evoca con immagini forti ilcantante dei Doors ed è talmente contagioso che perun attimo mi sembra di intravedere Morrison in car-ne e ossa che s’aggira nella stanza. Sento un rumore!«C’è qualcuno di là? Un gatto?», chiedo un po’ preoc-cupato. «No. Deve essere un mio amico», rispondeMorgan. Per fortuna adesso si parla d’altro e mi ripi-glio. «Quando presenteremo il film farò delle coverdei Doors, ho lo stesso Piano Bass di Ray Manzarek(tastierista dei Doors, ndr), forse sono l’unico ad aver-lo in Italia.

Ho registrato due album con quello strumento.Per me Ray è scuola assoluta, era capace di mischiaremusica classica, jazz, tecnica e virtuosismo, ma sapevaessere anche sintetico e pop. Inventava mirabili riffcon la mano destra mentre con la sinistra si arrampi-cava in giri di basso coinvolgenti come mantra. Eracompleto, unico negli incastri. Ancora oggi è moder-nissimo». Tento di parlare anche del valore intergene-razionale dei Doors, purtroppo lui torna a bomba suMorrison. «Aveva una luce diversa dagli altri e poi si èspento. Ma come sidice alla fine delfilm: non puoi bru-ciare se prima nonti sei acceso. Morri-son si accende ognivolta che lo ascolti,dopo ti faccio unsuo pezzo e vedrai...

Erano braniche duravano unquarto d’ora e cheti spedivano in orbita. Una specie di stream of consciousnessmusicale, una perdita completa di struttura, eppure c’era sem-pre un dialogo tra i musicisti che diventavano compari di unviaggio verso l’ignoto, trascinandosi dietro il pubblico. Una gangche combatteva per una causa sconosciuta. Forse per la libertà nelsenso più allargato del termine. Bruciare di vita, divorare le espe-rienze assorbendole tutte nello stesso tempo. Voler sentire con latotalità dei propri sensi lo scorrere della giornata... L’essere umanoha bisogno di tutto ciò per scoprire nuovi confini». Intanto i con-fini della mia realtà cominciano a sgretolarsi. Dopo il presuntogassalgono delle interferenze sonore. Sento in lontananza una lorocelebre canzone, forse The Crystal Ship. Non ho il tempo di inda-gare sulla provenienza, Morgan continua a prendere in mano stru-

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Sopra, la locandinadi When You’reStrange. Il filmfirmato da TomDiCillo esce nellesale il 21 giugno. Il3 luglio alle 21 saràtrasmesso da StudioUniversal. Dal6 luglio sarà in dvdarricchito dicontenuti extra

“il vero Morrisonè dolcissimo.Lui era un tipostrampalato, buono,

completamentesulle nuvole”

EASY RIDER

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menti strani e a confondereipiani della percezione.

«“Ho deciso di perdermi nelmondo anche se sprofondo”, dice-va il testo di una mia canzone.Questa cosa l’hanno insegnatai Doors. Sprofondavano nellamusica, perdendosi nell’uni-verso a bordo di un battello spaziale costruito da note e testi in-trecciati. Jim era il leader, colui che diceva: “Non vi preoccupatese stiamo precipitando. Non importa se naufragheremo. Comeandiamo a fondo noi non ci va nessuno, seguitemi... Sarà l’espe-rienza più bella della nostra vita”. Ecco cosa voleva più d’ogni al-tra cosa Morrison». Poi si alza dal divano, si mette al clavicem-balo e comincia a suonare proprio The Crystal Ship dal primo al-bum dei Doors: «Is being filled/ A thousand girls/ A thousandthrills». La coincidenzaè fatale per la mia psiche e mentre ascoltoentro davvero in un altro mondo. Quando finisce la canzone, dalmonitor del computer scorrono le immagini del documentario.

Jim Morrison mi appare tridimensionale con i soliti pantalo-ni di pelle aderenti,il cinturone e la camicia bianca. La sagomaancora mal sintonizzata ci dice: «Lo stato d’animo che ho

la maggior parte del tempo, è una sensazione di profonda tri-stezza. Come quando non ti senti bene, non sei abbastanza tran-quillo... Non sei sicuro di niente». Morgan sembra parlare tran-

quillamente con quell’immagineche piano piano si trasforma in pre-senza reale. «Jim, i tuoi sottintesi mihanno sempre fatto impazzire». «Loso. Sono canzoni che piacciono al di-verso, all’emarginato, una musica chetrascina quel tipo di persone nel ma-gico regno del sogno». A quel puntoMorgan si lancia in un racconto au-tobiografico. «Mia madre suonava ilpianoforte e mio padre era un mania-co dei dischi, da bambino ascoltavoArt Ensemble, Of Chicago, Bach,Debussy e Mingus, anche i PinkFloyd e i grandi talenti del momentocome i Talking Heads. A cinque anni

già cantavo Psicho Killer. A 15 andavo alla ricerca delle lacune,dovevo riempire gli spazi come si fa con le parole crociate. Lì,Jim, ho scoperto i Doors e le tue poesie». Jim ci guarda e ripren-de la parola: «Però non ho mai detto: “Ehi! Ragazzi, andiamotutti contro la polizia”. Ho solo rappresentatoun personaggiofantastico, un attore che scopriva un nuovo linguaggio. Era laprima volta che nel rock entrava il teatro d’avanguardia. Ogniconcerto era un evento, uno diverso dall’altro e allora si creava ilbrivido in sala nell’attesa che qualcosa di inaspettato sarebbe pri-

Sopra, la locandinadi When You’reStrange. Il filmfirmato da TomDiCillo esce nellesale il 21 giugno. Il3 luglio alle 21 saràtrasmesso da StudioUniversal. Dal 6luglio saràdisponibile in dvd

“l’hanno accusatodi tutto, insultato,arrestato. Ha subito

violenza. La figuradi Morrison è un po’

cristologica”

EASY RIDER

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Hanks insieme a Nixon? Ed erail1994, adesso le tecniche di manipola-zione delle immagini sono molto piùavanti. Dopoil 3D ci aspettano gliologrammi». «Ma va? Infatti, primamiè sembrato di...». «Te l’avevo det-to. Con Jim Morrison ci sono sempredelle sorprese».

«Tu credi agli alieni?», mi do-manda Morgan appena entro nel sa-lotto di casa sua. «Mmm... Sì!». Glirispondo subito allontanando i dubbi.Nella stanza ci sono diversi strumen-ti, alcuni acustici e vintage, altri elet-tronici pieni di pulsanti e microscher-mi. «Ottimo!», riprende lui, «perché

quando si parla dei Doors bisogna sempre fare i conti con imondi paralleli che potrebbero aprirsi da un momento all’altro».Sono qui per un’intervista su When You’re Strange, un film docu-mentario scritto e diretto da Tom DiCillo di cui Morganè la vo-ce narrante (nella versione originale è Johnny Depp). L’uscita èprevista nei cinema il 21 giugno. Il 3 luglio alle 21, invece, saràtrasmesso sul canale del digitale terrestre Studio Universal, pro-

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ma o poi accaduto». «Piùavanti ci fu il concerto di Mia-mi, da allora sei stato dipintocome un depravato che tirafuori il cazzo davanti a tutti».«Sì, ma non era vero. Attiravoi desideri e le perversioni delperiodo come una calamita.

Mi limitavo a tirarle fuori all’istante seguendo la musica. Nonero un provocatore, ero un performer». «Lo vedi? Lo vedi?», midice Morgan mettendo in pausa il video e facendo svanire l’allu-cinazione, «quella figura a me ispira solo bontà, un valore che siè inesorabilmente perso nella scena musicale contemporanea.L’hanno accusato di tutto, insultato, arrestato, ha subito violenzacome Gesù Cristo... Sì, è un po’ cristologica la figura di Morri-son». La battuta a dir poco bizzarra mi fa rientrare nella più affi-dabile razionalità e finalmente si ritorna sul prodotto in questio-ne. «Il documentario rende giustizia, non parla solo di droghee scandali, è lontano dalla fascinazione del culto, inquadra Jimnella sua sensibilità, raffinatezza, nel suo amore per il teatro eper la poesia, nella capacità di scrivere testi assai rivoluzionari perl’epoca. Ricordiamoci che c’erano i Beatles e i Rolling Stones chein quel periodo scrivevano puttanate. Morrison era su un altro li-vello, proveniva da un’altra dimensione». «Come un alieno?», glichiedo. «Già! Ti ricordi Forrest Gump dove inserirono Tom Marco Philopat

AHYSDFOYIUASDIJKKO

FGUSABHO SAGOINNDFSJK DFJKHGDFSGKJH DSFGSDKJHF GDSFGKJHSDFDFKJOJKKOQuesto è un testo grezzo. Duro,segnato, praticamente ilnumero 1. L’appuntamento èstasera al tramonto, ci si vedrànoi 2 soli, piccolo barsemivuoto, osceno cartellopubblicità birra 3ccani. Il primocontatto è da shock, facciamoin silenzio 4 passi, il suo odore è

fortissimo, d’inchiostro andatoa male. «5 minuti!» mmh.«Ritardo...». «Ah, ecco... scusa,statale 6, un casino pazzesco».Mi guarda, gli occhiliquidi, sbatte 7 volte lepalpebre con un movimentoinnaturale, quasi illogico. 8volante dell’umore mio, canefetido e rabbioso, adesso ha 9piccoli bastardi perduti, vendutio regalati. Forse in 10 cittàdiverse abbandonati, caniumani bruciano di rimorso, 11anni di mancanza d’affettocolpiscono la carne, fuococome 12 soli, piccolo bar

semivuoto, osceno cartellopubblicità birra 13ccani. Il primocontatto è da shock, facciamoin silenzio 14 passi, il suo odoreè fortissimo, d’inchiostroandato a male. «15 minuti!»mmh. «Ritardo...». «Ah, ecco...scusa, statale 16, un casinopazzesco». Mi guarda, gli occhi liquidi,sbatte 17 volte le palpebre conmossa innaturale, quasi illogica.18 volante dell’umore mio, canefetido e rabbioso, ora ha 19piccoli bastardi perduti, vendutio regalati. In 20 città diverseabbandonati, bruciano di

rimorso, 21 anni di mancanzad’affetto colpiscono la carne,fuoco come 22 soli, piccolo barsemivuoto, osceno cartellopubblicità birra 23ccani. Ilcontatto è da shock, facciamoin silenzio 24 passi, il suo odoreè fortissimo, d’inchiostroandato a male. «25 minuti!»mmh. «Ritardo...». «Ah,ecco... scusa, statale 26, uncasino pazzesco». Mi guarda,gli occhi liquidi, sbatte 27 voltele palpebre con mossainnaturale, quasi illogica. 28 volante dell’umore mio,cane fetido e rabbioso.

“l’hanno accusatodi tutto, insultato,arrestato. Ha subito

violenza. La figuradi Morrison è un po’

cristologica”

Nella paginaaccanto JimMorrison, leader deiDoors. Sopra,Morgan, vocenarrante del filmdocumentarioWhen You’reStrange accantoJim Morrison,leader dei Doors

EASY RIDER

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Un bacio, un giorno:

quanti scatti, quante vite

si sono intrecciate il 14 agosto ‘68, quando PIETER HUGO

scattò questa foto...

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

alienialienialieni

a pag. 142

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Così si intitola il documentario sulla band

californiana che esce a 40 anni dalla morte E Pieter Hugo, vocenarrante nel film,

ci racconta JimMorrison, con quale,

pare, riesce anche a comunicare

di Marco Philopat

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no ywo

odNella paginaaccanto Jim

Morrison, leaderdei Doors. Sopra,

Morgan,voce narrante

del filmdocumentario

When You’reStrange

ALIENS

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XL settembre 2011 47

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48 XL settembre 2011

Junior Ofokansi Enugu, Nigeria, 2008

«Tu credi agli alieni?», mi do-manda Morgan appena entronel salotto di casa sua.«Mmm... Sì!». Gli rispondo

subito allontanando i dubbi. Nella stanzaci sono diversi strumenti, alcuni acustici evintage, altri elettronici pieni di pulsanti emicroschermi. «Ottimo!», riprende lui,«perché quando si parla dei Doors bisognasempre fare i conti con i mondi paralleliche potrebbero aprirsi da un momento al-l’altro». Sono qui per un’intervista su WhenYou’re Strange, un film documentario scrit-

to e diretto da Tom DiCillo di cui Morga-nè la voce narrante (nella versione originaleè Johnny Depp). L’uscita è prevista nei ci-nema il 21 giugno. Il 3 luglio alle 21, inve-ce, sarà trasmesso sul canale del digitaleterrestre Studio Universal, proprio in occa-sione del quarantesimo anniversario dellascomparsa di Jim Morrison.

Il film l’ho appena visto e mi viene inmente di citare la poesia di William Bla-ke che diede il nome ai Doors. Se le portedella percezione fossero purificate, ognicosa apparirebbe all’uomo così com’è: in-

finita. «Esatto! Allora ci siamo capiti». Midice spiegandomi quanta attenzione haimpiegato per tradurre il testo. «Abbiamolavorato davvero tanto, soffermandoci perore su una parola. Volevamo essere precisisoprattutto a proposito delle tecnichedi re-gistrazione». Ci mettiamo a ricordare ilcollage di rari spezzoni del video, peresempio quando un sedicenne Jim leggeun telegramma del padre infuriato. «Sonocose pazzesche, mai viste prima! Chissàdove le hanno scovate.

C’è quel pezzo nel backstage quando

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Chris Nkulo and Patience Umeh Enugu, Nigeria, 2008

accarezza la ragazza che si è fatta malesotto il palco, Jim le mette a posto i capel-li, la rincuora. È dolcissimo in quel mo-mento. È il vero Morrison. Lui eraun tipostrampalato, buono, completamente sullenuvole.E quando vuole fare l’intervista aipoliziotti?». Morgan mi descrive le suesensazioni a valanga, evoca con immaginiforti il cantante dei Doors ed è talmentecontagioso che per un attimo mi sembra diintravedere Morrison in carne e ossa ches’aggira nella stanza. Sento un rumore!«C’è qualcuno di là? Un gatto?», chiedo un

po’ preoccupato. «No. Deve essere un mioamico», risponde Morgan. Per fortunaadesso si parla d’altro e mi ripiglio. «Quan-do presenteremo il film farò delle cover deiDoors, ho lo stesso Piano Bass di RayManzarek (tastierista dei Doors, ndr), for-se sono l’unico ad averlo in Italia.

Ho registrato due album con quellostrumento. Per me Ray è scuola assoluta,era capace di mischiare musica classica,jazz, tecnica e virtuosismo, ma sapeva esse-re anche sintetico e pop. Inventava mirabiliriff con la mano destra mentre con la sini-

“il vero Morrisonè dolcissimo.Lui era un tipostrampalato, buono,

completamente sulle nuvole”

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50 XL settembre 2011

Escort Kama Enugu, Nigeria, 2008

stra si arrampicava in giri di basso coinvol-genti come mantra. Era completo, uniconegli incastri. Ancora oggi è modernissi-mo». Tento di parlare anche del valore in-tergenerazionale dei Doors, purtroppo luitorna a bomba su Morrison. «Aveva unaluce diversa dagli altri e poi si è spento. Macome si dice alla fine del film: non puoibruciare se prima non ti sei acceso. Morri-son si accende ogni volta che lo ascolti, do-po ti faccio un suo pezzo e vedrai...

Erano brani che duravano un quartod’ora e che ti spedivano in orbita. Una

specie di stream of consciousness musi-cale, una perdita completa di struttura,eppure c’era sempre un dialogo tra i mu-sicisti che diventavano compari di un viag-gio verso l’ignoto, trascinandosi dietro ilpubblico. Una gang che combatteva peruna causa sconosciuta. Forse per la libertànel senso più allargato del termine. Brucia-re di vita, divorare le esperienze assorben-dole tutte nello stesso tempo. Voler sentirecon la totalità dei propri sensi lo scorreredella giornata... L’essere umano ha bisognodi tutto ciò per scoprire nuovi confini». In-

tanto i confini della mia realtà comincianoa sgretolarsi. Dopo il presunto gassalgonodelle interferenze sonore. Sento in lonta-nanza una loro celebre canzone, forse TheCrystal Ship. Non ho il tempo di indagaresulla provenienza, Morgan continua aprendere in mano strumenti strani e a con-fonderei piani della percezione.

«“Ho deciso di perdermi nel mondo anchese sprofondo”, diceva il testo di una mia can-zone. Questa cosa l’hanno insegnata i Do-ors. Sprofondavano nella musica, perden-dosi nell’universo a bordo di un battello

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XL settembre 2011 51

Izunna Onwe and Uju Mbamalu Enugu, Nigeria, 2008

spaziale costruito da note e testi intrecciati.Jim era il leader, colui che diceva: “Non vipreoccupate se stiamo precipitando. Nonimporta se naufragheremo. Come andiamoa fondo noi non ci va nessuno, seguitemi...Sarà l’esperienza più bella della nostra vi-ta”. Ecco cosa voleva più d’ogni altra cosaMorrison». Poi si alza dal divano, si metteal clavicembalo e comincia a suonare pro-prio The Crystal Ship dal primo album deiDoors: «Is being filled/ A thousand girls/ Athousand thrills». La coincidenzaè fatale perla mia psiche e mentre ascolto entro davve-

ro in un altro mondo. Quando finisce lacanzone, dal monitor del computer scorro-no le immagini del documentario.

Jim Morrison mi appare tridimensio-nale con i soliti pantaloni di pelleaderenti,il cinturone e la camicia bianca.La sagoma ancora mal sintonizzata ci dice:«Lo stato d’animo che ho

la maggior parte del tempo, è una sen-sazione di profonda tristezza. Come quan-do non ti senti bene, non sei abbastanzatranquillo... Non sei sicuro di niente».Morgan sembra parlare tranquillamente

“l’hanno accusatodi tutto, insultato,arrestato. Ha subito

violenza. La figuradi Morrison è un po’

cristologica”

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Gabazzini Zuo Enugu, Nigeria, 2008

con quell’immagine che piano piano sitrasforma in presenza reale. «Jim, i tuoisottintesi mi hanno sempre fatto impazzi-re». «Lo so. Sono canzoni che piaccionoal diverso, all’emarginato, una musica chetrascina quel tipo di persone nel magicoregno del sogno». A quel punto Morgansi lancia in un racconto autobiografico.«Mia madre suonava il pianoforte e miopadre era un maniaco dei dischi, da bam-bino ascoltavo Art Ensemble, Of Chica-go, Bach, Debussy e Mingus, anche iPink Floyd e i grandi talenti del momento

come i Talking Heads. A cinque anni giàcantavo Psicho Killer. A 15 andavo alla ri-cerca delle lacune, dovevo riempire glispazi come si fa con le parole crociate. Lì,Jim, ho scoperto i Doors e le tue poesie».Jim ci guarda e riprende la parola: «Perònon ho mai detto: “Ehi! Ragazzi, andia-mo tutti contro la polizia”. Ho solo rap-presentatoun personaggio fantastico, unattore che scopriva un nuovo linguaggio.Era la prima volta che nel rock entrava ilteatro d’avanguardia. Ogni concerto eraun evento, uno diverso dall’altro e allora si

creava il brivido in sala nell’attesa chequalcosa di inaspettato sarebbe prima opoi accaduto». «Più avanti ci fu il concertodi Miami, da allora sei stato dipinto comeun depravato che tira fuori il cazzo davan-ti a tutti». «Sì, ma non era vero. Attiravo idesideri e le perversioni del periodo comeuna calamita. Mi limitavo a tirarle fuoriall’istante seguendo la musica. Non ero unprovocatore, ero un performer». «Lo vedi?Lo vedi?», mi dice Morgan.

Marco Philopat

ALIENS

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XL settembre 2011 61

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Un bacio, un giorno:quanti scatti,

quante vite si sonointrecciate il 14

agosto ‘68, quandoLINDA McCARTNEY

scattò questa foto...

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

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a pag. 142

Un bacio, un giorno: quantiscatti, quante vite si sono

intrecciate il 14 agosto ‘68,quando EL SANTO scattò

questa foto...

DANIEL CLOWES a pag. 120

SBLATTEROON THE ROADa pag. 153

X-MEN. L’INIZIOa pag. 100

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DANIEL CLOWES a pag. 120

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co!

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Molte vite si sono intrecciate tramite la GIOCOLERIA che ora arriva ad una svolta!

DANIEL CLOWES a pag. 120

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XL xxxxxmbre 201X 3

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2011foto di copertina: Mattia Zoppellaro/Contrasto

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4 XL xxxxxmbre 201X4 XL settembre 2011

23 LA POSTA26 IL MEGLIO DEL MESE

di Emiliano Coraretti29 MONDO31 FLASHBACK 35 FUTURAMA

di Bruce Sterling37 LA NERA

di Carlo Lucarelli41 I LOVE ZOMBIES

di Niccolò Ammaniti44 POP UP!

di Mika46 WORLD WORST WIDEO

del Trio Medusa

52VERDENA di Luca Valtortae Lorenza Biasi

134LONDON RAVINGdi Giacomo Cosua

176MODA: HEART OF GLASS

156BIENNALE E VIDEOGAME di Matteo Bittanti e Debora Ferrari

50 ZOOM

100X-MEN L’INIZIOdi Deborah Ameri

99 WHAT’S UP

62 ARCTIC MONKEYSdi Deborah Ameri

68 MORGAN E I DOORS di Marco Philopat

74 MOBY di Anna Lombardi

75 FATBOY SLIM di Christian Zingales

76 BATTLESdi Christian Zingales

79 DEPECHE MODE di Giulio Brusati

80 MICHAEL FRANTI di Stefano Gilardino

82 JAMIE WOON di Deborah Ameri

85 DANGER MOUSE & DANIELE LUPPI di Deborah Ameri

86 CASINO ROYALE di Lorenza Biasi

89 AFRICA UNITE di Alberto Castelli

90 THE WATCHER di Valeria Rusconi

92 HITS93 PLAYLIST

di Emiliano Coraretti94 CLASSIC COVER

di David Vecchiato

182 MITI D’OGGIdi Lorenza Biasi

186 DETTAGLI Country, Surf,Costumi, Boot Camp

190 BEAUTY CASE

160 CHILD OF EDEN di Roberto Magistretti

164 SWORD & SWORCERY di Stefano Picchi

166 ALICE MADNESS RETURNS di Sergio Pennacchini

168 GEEK WORLD

170 GRAND TEST AUTOa cura diAlessandra Roncato

172 PIT STOPdi Paolo Volpato

140 SUKRAN MORALdi Igiaba Scego

144 A L.A. IN HARLEYdi Roberto Croci aka La Bestia

146 X-FIGHTERSdi Barbara Pantanella

148 VIAGGI: VENEZIAdi Paolo Apice

153 ON THE ROAD di Claudia Franco

104 13 ASSASSINIdi Diego Malara

106 APOCALYPSE NOWdi Ian Freer

110 MISFITSdi Mina Timossi

114 I SOLITI IDIOTI di Christian Zingales

116 BIOGRAFILM FESTIVALdi Anna Lombardi

120 CARICATUREdi Daniel Clowes

126 STRISCEdi AlePOP, Diavù,Corradi, Creanza,Giacon, Giorgini,Maicol & Mirco, Tuono Pettinato

131 TOYSdi David Vecchiato

.it

su www.xelle.itpotete trovare video, foto e musicacollegati ai nostriservizi di carta

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Così cantava Bob Dylan, in Ballad Of A Thin Man presagendo che “i tempi stavanocambiando”. C’è un’anomalia in Italia (o meglio una delle tante): in tutti gli altri paesiquando scoppia un fenomeno dal basso, ovvero non guidato da un potere forte, nel nostrocaso, una casa discografica (anche perché potere forte le major ormai non sono più), tutti i

media fanno a gara per parlarne: gli inviti in tv e nelle radio si moltiplicano, un fremito dieccitazione per la novità percorre l’aria e non si parla d’altro. In Italia invece non succede niente. Apassare in tv sono sempre i soliti noti per lo più legati a un immaginario pop di vent’anni fa. Glisconosciuti non fanno ascolti, si dice. Ma come possono diventare conosciuti se non gli si dà spazio?E poi c’è anche una televisione pubblica che avrebbe in teoria la missione di educare, come untempo lontano (basta guardare Rai Storia) effettivamente avveniva. Vedremo se il moltiplicarsi deicanali sul digitale terrestre potrà svolgere questa funzione. Altrimenti, come già succede, ci penseràla rete. Anche perché ormai è la rete a riflettere la realtà reale, quella delle cose che accadono mentrei grandi media sempre più rispecchiano un mondo che non esiste. Per entrare nello specifico, il casoè questo: c’è una giovane band (giovane come può esserlo in Italia: anni oggi ma suonano dasempre) che ha fatto un disco bellissimo. Si chiama Verdena. È una cosa rara, che in altri paesinormali dove la musica e il rockfanno parte delle cose importanti,quelle che formano il gusto dellapersona insieme ai libri, al cinema eall’arte, verrebbe celebrata ancheperché è una ricchezza per il Paesestesso. Che cos’è un Paese che nonvalorizza i suoi talenti? Noi di XL,nel nostro piccolo crediamo di averriconosciuto questi fenomeni anchein passato, quando si sonomanifestati. I due più grossi: FabriFibra, un tempo visto come il rozzorappresentante di una sottocultura eoggi finalmente riconosciuto comeuno degli artisti più innovativi delpanorama. Baus non gli si dàspazio? E poi c’è anche unatelevisione pubblica che avrebbe inteoria la missione di educare, comeun tempo lontano (basta guardareRai Storia) effettivamente avveniva.Vedremo se il moltiplicarsi deicanali sul digitale terrestre potràsvolgere questa funzione.Altrimenti, come già succede, cipenserà la rete. Anche perché ormaiè la rete a riflettere la realtà reale,quella delle cose che accadonomentre i grandi media sempre piùrispecchiano un mondo che non esiste. Per entrare nello specifico, il caso è questo: c’è una giovaneband (giovane come può Verdena. È una cosa rara, che in altri paesi normali dove la musica e ilrock fanno parte delle cose importanti, quelle che formano il gusieme ai libri, ezza per il Paesestesso. Che cos’è un Paese che non valorizza i suoi talenti? Noi di XL, nel ntelle, al contrarioconsiderati un gruppo di intellettuali snob, incapaci di un successo più allargato. Oggi stiamoseguendo molto da vicino anche Vasco Brondi, altro grande talento che lascerà un segno. Maintanto gustatevi i Verdena. E fateci sapere. Luca Valtorta

XL settembre 2011 7

editoriale

C’È QUALCOSACHE STA

SUCCEDENDO QUIMA TU NON SAI

COS’È. VERO, MRJONES? OGGI SI

CHIAMA VERDENA

XL dà il benvenuto alle vostre lettere.

Scrivete a Repubblica XL via Cristoforo Colombo 90

00147 Roma, oppure via mail

a [email protected]

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XL settembre 2011 9

E non è ancora finita:continuate a votare!Attraverso un sondaggio lanciato sullanostra pagina Facebookvi abbiamo chiesto qual è il vostrogruppo italiano preferito. L’adesione èstata inaspettata: oltre 200.000 voti nelgiro di pochi giorni distribuiti su unpanorama di ben 100 band. Ognigiorna di tornasole della scena musicaleitaliana. Riusciremo ad arrivare a unmilione di voti? Contribuite anche voi.Qui di seguito vi proponiamo alcunicommenti ai risultati e le vostreopinioni sulla classifica delle miglioriband italiane. E presto lanceremoanche quella sui singoli. Restatecollegati!

Doppio voto per me: tecnicamente e alivello individuale Elio e le Storie Tesesono di gran lunga i migliori in Italia senon a livello europeo. Sono ineccepibili:la loro complessità di arrangiamento èunica in Italia senza contare che riesco-no a spaziare in una marea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loro pezzi c’è sempreun profondo studio delle sonorità dei lo-ro viaggi.

Ephraim

Ho già votato gli Afterhours, anche se ilmio gruppo preferito di sempre sono iLitfiba, loro mi hanno avvicinato sin dapiccolo alla musica, ma un gruppo comegli After hanno rivoluzionato la musicain Italia, anche più dei miei secondi pre-feriti, i Subsonica!

Mauro Eden

È incredibile quanta gente dia ancora fi-ducia a certe band attaccate alla poltronacome certi politici bavosi. Se davvero esi-ste un meglio nella musica italiana nonpuò essere rappres una marea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loroentato da chi spe-cula sulla memoria corta e superficialedel pubblico di oggi. Offlaga Disco Pax?Ma senza i CCCP sarebbero esistiti?Subsonica? Se hai più di 16 anni li ascol-ti ancora? Preferisco la solitudine di Fe-derico Fiumani al Paese (IR)Reale.

Fattifritto

“Se la sala è piena, il film fa schifo”! È daanni ormai che cerco di capire il meccan-smo perverso del successo, della notorie-tà musicale, del consenso popolare, dellaqualità artistica, della gratificazione fi-nanziaria e di tutto quello che ruota in-discogerché i peggiori dischi degli artistiottengono il maggior consenso popolare?Perché la gente si scandalizza al suonodella parola discografia? Perché mi ritro-vo a un concerto di Niccolò Fabi com-pletamente deserto per poi ritrovarlo sul-la bocca di tutti solo per compatirne latragedia? Perché gli artisti favorisconoiTunes (dopo averlo condannrafia? Per-ché mi ritrovo a un concerto di NiccolòFabi completamente deserto per poi ri-trovarlo sulla bocca di tutti solo per com-patirne la tragedia? Perché gli artisti fa-

voriscono iTunes (dopo averlo condan-nato) con bonus track ed extra e io mi ri-trovo con cd originali dalla grafica e con-tenuti miserabili? Perché devo sopporta-re la voce del divino Rino e di FrancoBattiato nella pubblicità di una Perché lamusica è stata prostituita? Per elencaretutti i miei perché dovrei, come direbbeJovanotti, «unire i puntini dall’uno all’infi-nito».

Samuele

Trovo veramente ridicola la à di voto so-lo tramite Facebook, di conseguenza chinon si piega al controllo del “grande fra-tello” mediatico viene tagliato fuori... Eva bene, fuori si sta molto meglio. Co-munque: Verdena su tutti, gli unicico.

Clarenz

IL SONDAGGIO DI XL: 200.000 VOTIPER LA PIÙ GRANDE MAPPA DELLASCENA ITALIANA MAI REALIZZATA

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XL settembre 2011 11

Amicizie pericolose!Scarica da XL

facebookI Verdena e quello che ruota loro

intorno. Ovvero le band della

scena bergamasca. Le potete

conoscere leggendo a pagina 52

ma anche collegandovi al sito di

XL. Questo mese, infatti,

su xelle.it potete scaricare gratis

una compilation esclusiva con

i brani di alcuni dei gruppi più

innovativi del momento. 14 brani

in tutto, due per ogni artista. Sette

gruppi da scoprire (anche

attraverso i loro video):

dal cantautorato di Andrea Casali,

in arte Caso, al blues sporco e i

paesaggi post-apocalittici dei

Bancale. Passando dai

Torquemada che hanno appena

prodotto il loro primo concept

album in italiano, Humalaya, e i

Miss Chain And The Broken Heels

che hanninnovativi del momento.

14 brani o suonato in mezzo

mondo. E ancora: The Gaffas, i cui

sette membri si definiscono il

gruppo più punk degli ultimi dieci

anni; i Sakee Sed che al loro attivo

hanno un album dal titolo bizzarro,

Alle basi della roncola, e un ep

tutto nuovo, Bacco; gli Spread,

insieme dal ’99 e con un album

appena finito,

C’è tutto il tempo per dormiresottoterra. Buon ascolto!

I Verdena e quello che ruota loro

intorno. Ovvero le band della

scena bergamasca. Le potete

conoscere leggendo a pagina 52

ma anche collegandovi al sito di

XL. Questo mese, infatti,

su xelle.it potete scaricare gratis

una compilation esclusiva con

i brani di alcuni dei gruppi più

innovativi del momento. 14 brani

in tutto, due per ogni artista.

Sette gruppi da scoprire (anche

attraverso i loro video):

dal cantautorato di Andrea

Casali, in arte Caso, al blues

sporco e i paesaggi post-

apocalittici dei Bancale.

Passando dai Torquemada che

hanno appena prodotto il loro

primo concept album in italiano,

Humalaya, e i Miss Chain And The

Broken Heels che hanno suonato

in mezzo mondo. E ancora: The

Gaffas, i cui sette membri si

definiscono il gruppo più punk

degli ultimi dieci anni; i Sakee Sed

che al loro attivo hanno un album

dal titolo bizzarro, Alle basi dellaroncola, e un ep tutto nuovo,

Bacco; gli Spread.

http://www.facebook.com/RepubblicaXL

Se Facebook ti offre dei mezzi tecnolo-gicamente più avanzati perché non uti-lizzarlo? Non vedete che quando XL fa isondaggi sulla sua pagina mette al massi-mo una decina di opzioni? È evidenteche questa nuova applicazione Facebookè una potenza. Non demonizziamo apriori. Vi ricordate quando buona partedella sinistra era contro i computer e icellulari? Cerchiamo piuttosto di usare imezzi che ci vengono offerti in manieraintelligente.

Giulio

In effetti ci dispiace che il sondaggio sipossa fare solo su Facebook ma illettore Giulio ha ragione: un sondaggiocon la possibilità di inserire 100soggetti non è nelle nostre disponibilitàtecnologiche. E comunque, se decidetedi iscrivervi e di seguire XL su Fb nonve ne pentirete: news, opportunità,concorsi e reportage da eventi, festivale concerti. Come avere insomma un XLquotidiano sempre con voi.

Complimenti a Capossela.E anche un po’ a XL...!Complimenti, bellissimo numero! Mi pia-ce molto Vinicio Capossela e il tipo di ser-vizio che avete realizzato. Poi i contenutimusicali come al solito sono belli tutti, lerubriche interebelliato. Poi i contenutimusicali come al solito sono belli tutti, lerubriche interessantissime e originali e glispazi riservati al fumettossantissime e ori-ginali e gli spazi riservati al fumetto sonofantastici! Grazie mille davvero.

Federica

Il bello di XL è che riesce sempre a stu-pirti anche quando in copertina non c’è iltuo cantabellissimo numero! Mi piacemolto Vinicio Camusicali come al solitosono belli tutti, le possela e il tipo di servi-zio che avete realizzato. Poi i contenutimusicali come al solito sono belli tutti, lerubriche interessantissime e originali e glispazi riservati al fumettonte preferito o gliarticoli sembrano poco interessanti. Lo-de a voi!

Ang Hell’one

Stupenda l’intervista. Stupenda la vide-ointervista. E XL come ogni mese nonsmette mai di sorprendere con Fleet Fo-

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E dopo i Verdena? Unascena tutta da scaricare

xelle.itI Verdena e quello che ruota loro

intorno. Ovvero le band della

scena bergamasca. Le potete

conoscere leggendo a pagina 52

ma anche collegandovi al sito di

XL. Questo mese, infatti,

su xelle.it potete scaricare gratis

una compilation esclusiva con

i brani di alcuni dei gruppi più

innovativi del momento. 14 brani

in tutto, due per ogni artista.

Sette gruppi da scoprire (anche

dal cantautorato di Andrea

Casali, in arte Caso, al blues

sporco e i paesaggi post-

apocalittici dei Bancale.

Passando dai

Torquemada che hanno

appena prodotto il loro

primo concept album in italiano,

Humalaya, e i Miss Chain And The

Broken Heels che hanno suonato

in mezzo mondo. E ancora: The

Gaffas, i cui sette membri si

definiscono il gruppo più punk

degli ultimi dieci anni; i Sakee Sed

che al loro attivo hanno un album

dal titolo bizzarro, Alle basi dellaroncola, e un ep tutto nuovo,

Bacco; gli Spread, insieme dal ’99

e con un album appena finito,

C’è tutto il tempo per dormiresottoterra. Buon ascolto!

xes e Ben Harper. Il lavoro con VinicioCapossela, dopo l’ep di aprile, è stato co-ronato con un’intervista, foto e filmatiesclusivi e unici. Grazie per aver fattotutto questo! Complimenti per l’impe-gno che profondete e per ciò che diffon-dete!

Alfred

Doppio voto per me: tecnicamente e alivello individuale Elio e le Storie Tesesono di gran lunga i migliori in Italia senon a livello europeo. Sono ineccepibili:la loro complessità dinato la musica inItalia, anche più dei arrangiamento èunica in Italia senza contare che riesco-no a spaziare in una mafinanziaria e ditutto quello che ruota inrea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loro pezzi c’è sempreun profondo studio delle sonorità dei lo-ro viaggi.

Ephraim

Ho già votato gli Afterhours, anche se ilmio gruppo preferito di sempre sono iLitfiba, loro mi hanno avvicinato sin dapiccolo alla musica, ma un gruppo comegli After hanno rivoluzionato la musicain Italia, anche più dei miei secondi pre-feriti, i Subsonica!

Mauro Eden

È incredibile quanta gente dia ancora fi-ducia a certe band attaccate alla poltronacome certi politici bavon una marea digeneri musicali. A livello di energia tra-smessa però voto i Modena City Ram-

blers, sono energici e nei losi. Se davveroesiste un meglio nella musica italiananon può essere rappresentato da chi spe-cula sulla memoria corta e superficialedel pubblico di oggi. Offlaga Disco Pax?Ma senza i CCCP sarebbero esistiti?Subsonica? Se hai più di 16 anni li ascol-ti ancora? Preferisco la solitudine di Fe-derico Fiumani al Paese (IR)Reale.

Fattifritto

“Se la sala è piena, il film schifo”! È daanni ormai che cerco di capire il mecca-nismo perverso del successo, della noto-rietà musicale, del consenso popolare,della qualità artistica, della gratificazionefinanziaria e di tutto quello che ruota in-torno alla musica, ma a oggi, navigo an-cora in un mare di interrogativi... Perchéi peggiori dischi degli artisti ottengono ilmaggior consenso popolare? Perché lagente si scandaondannrafia? Perché miritrovo a un concerto di Niccolò Fabicompletamente deserto per poi ritrovarlosulla bocca di tutti solo per compatirne latragedia? Perché gli artisti favorisconoiTunes (dopo averlo condannato) conbonus track ed ischi degli artisti ottengo-no il maggior consenso popolare? Perchéla gente si scandaondannrafia? Perché miritrovo a un con soextra e io mi ritrovocon cd originali dalla grafica e contenutimiserabili? Perché devo sopportare la vo-ce del divino Rino e di Franco Battiatonella pubblicità di una Perché la musica èstata prostituita? Per elencare tutti i mieiperché dovrei, come direbbe Jovanotti,«unire i puntini dall’uno all’infinito».

Samuele

il proclama di David Tibet(fondatore dei Current 93)

traduzione:

in copto:

«Che il potere venga meno a tutti coloroche desiderano portarmi via completamenteimpotenti, coloro che desiderano portarmivia completamente la luce».

Pistis Sophia parlando in Pistis Sophia, Libro 1, Capitolo 50, verso 4

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Subito dopo la mortedi Osama bin Laden,l’Interpol ci haprontamente

segnalato un nuovo pericolopubblico numero unomondiale. È Joaquin Guzman,in diretta dai monti dello statomessicano Sinaloa. Questogrande criminale, meglioconosciuto come El Chapo (ilcorto), non è un rivoluzionariomusulmano ma un trafficanteinternazionale di droga. Una canzone famosa del gruppo LosTucanes de Tijuana lo descrive come un leader che incute timorea tutti, pure al diavolo in persona. Poche settimane fa sono statoa Tijuana per un festival letterario. Lì il narcotraffico è nellemani dei nemici di El Chapo, la famiglia criminale ArellanoFélix. Questo cartello fu combattuto dall’esercito messicano dueanni fa, ma qualche arresto poco può fare contro questo potentebusiness. Troppi i soldi di mezzo, e troppi i ghiotti consumatori:come il mercato globale di petrolio, anche quello deglistupefacenti non chiude mai i battenti. Ogni droga ha il suo sound: il reggae canta lamarijuana, il rap il crack e l’acid rock l’LSD.Anche il narcotraffico in Messico ha i suoimenestrelli, che lo raccontavano anche quandole autorità negavano la sua esistenza. Il genere sichiama “Narcocorrido” ed è molto popolare nel Paese: la gentecompra i dischi e si gode i concerti. Il periodo dal 2002 al 2008 èstato un po’ l’età d’oro per la narcomusica messicana: qualcheartista ci ha lasciato le penne, nella stessa modalità in cui sonostati ammazzati i rapper gangsta americani, ma mai fino al puntodi penalizzare le vendite. Negli ultimi anni la violenza èaumentata e alcuni musicisti sono stati sequestrati, torturati euccisi. Gli eventi non hpper gangsta americani, ma mai fino alpunto di penalizzare le vendite. Negli ultimi anni la violenza èaumentata e alcuni muannofermato la musica ma moltiartisti hanno preferito spostarsiin California, a Los Angeles, unposto decisamente più sicuro.

Migliaia di persone sono rimaste coinvolte nelle sparatorie emolti sono stati trucidati in maniera Praticamente ogni giornoviene versato del sangue, la Rete si riempie in continuazione divideo raccapriccianti che documentano tutto, impedendo aimessicani di fingere di non conoscere l’esistenza dell’industriadei narcotici. Dopo la musica è arrivata la “narco letteratura”,una nuova corrente sviluppatasi nelle regioni del nord, dove laviolenza era stata più intensa. A differenza di quanto possiatepensare, non parla del consumo di droga, ma racconta conun linguaggio da strada la quotidianità dellagente del posto sotto il cupo regime dei cartelli.Parla di società distrutte e in ostaggio, dicomplicità e opposizione, e del senso della vita inqueste buie circostanze. Un asesino solitario di Elmer Mendoza è

uno dei più importanti romanzidel genere, ma gli autorisono tanti, da LuisHumberto Crosthwaite (diTijuana) a Gabriel TrujilloMuñoz, abbastanza dacomporre un movimento eattirare attenzione dallacritica. Questi libri vendonocome vendeva lanarcomusica anni fa. E lagente li ama perché

riconosce i temi scottanti e d’attualità. Anche l’arte non potevarestare indifferente al potente linguaggio ura è si è messa aritrarre i gangster con gidi, stivali fatti di pelli esotiche - tipostruzzo o iguana - e tanti monilino in jeep e furgoncini coi vetrioscurati osttini della Santa Muerte, uno scheletro femminile conuna falce in mano, molto popolare nel Paese.Ma la narco cultura gode anche di fama internazionale. Nel 2002 il romanziere spagnolo Arturo Perez-Reverte scrisseun thriller, La regina del sud, che è poi diventato una serie tv.Anche in questa storia non c’è molta droga: èpiuttosto un avvincente fantasy che parla diricchezza, potere e globalizzazione, di una ragazza

messicana che ha sofisticati europei ai suoipiedi, incapaci di resistere a quello che ha daoffrire. Praticamente il sogno che ognifanciulla del pianeta può fare, solo qui èsenza limiti e legge, fuori giustizia.

(traduzionediMarioPellizzari)

la tecnologia che incombe vi esalta o vi toglie ilsonno? Scrivete le vostreopinioni [email protected]@

Messico: santi,droga, kalashnikove una serie tv

di Bruce Sterling

Bruce Sterling, scrittore americano, è uno dei padri della fantascienza “cyberpunk”. Giro di vite contro gli hackerè fra i suoi romanzi più famosi

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Ultimamente mi sono diviso tra gli States, Montreal eStoccolma per lavorare al mio terzo album, ormai abuon punto. Passare ore e ore in sala di registrazionecrea inevitabilmente dei problemi. Innanzitutto l’udito

peggiora e io già sono un po’ sordo. Poi si ordinano i pasti al ta-ke away e il caffè si beve nei bicchieroni di carta. Il caffè mi aiutaa staccare dalla musica e dachi lavora con me. Ciascunoha un suo cerimoniale per ilcaffè, il mio è un rito solitario.Mi siedo, bevo, mentalmenteelenco le cose che mi manda-no in bestia. Finito il caffè stobene di nuovo, butto la nega-tività nel cestino assieme albicchiere e torno in studio piùequilibrato. Io bevo tanti caffèe mi ha sempre incuriosito ilmotivo per cui crea dipenden-za. Oggi il caffè è ilprodotto agricolo piùcommercializzato nelmondo. Nel 2004 il volumetotale delle vendite di caffè al dettaglio superava gli 80 miliardidi dollari. Tutto iniziò con una capra ballerina. Leggenda vuoleche, nel nono secolo, un pastore etiope di nome Kaldi si incurio-sisse osservando come le sue capre diventavano più vivaci dopoaver mangiato le bacche della pianta del caffè.

Provò egli stesso a masticarne i semi. Subì lui stesso un effet-to energizzante che fu notato dai monaci, che a loro volta man-giarono i chicchi e scoprirono di sentirsi più vigili a Dio durantela preghiera. Nei cinque secoli a venire gli sviluppi furono straor-dinari. Giunto in Arabia attraverso il Mar Rosso il caffè vennelavorato e diventò la bevanda che conosciamo ora. Utilizzato ascopi religiosi, era coadiuvante nel culto. Si strinse così il legametra caffè e Islam. L’espansione dell’Islam coincise con la sua dif-fusione, anche in Turchia. Da Istanbul i semi furono importati a

Venezia, per la primavolta fuori dal mondomusulmano. I chicchiper l’export venivanosterilizzati e bolliti per

impedire la riproduzionedella pianta. Era una stra-tegia dei mercanti arabiper mantenere l’esclusivadel raccolto. I tentativi dicontrabbandarne piante esemi fallirono tutti, finchél’indiano Baba Budan nonriuscì a portare in patriaalcuni chicchi assicuran-doli al petto con delle fa-sce. Subito diede vita apiantagioni, sorvegliate daguardie armate. Dall’Indiala pianta giunse in Olan-da, e da lì nei Caraibi (do-po un furto a Parigi), perapprodare infine nelleAmeriche negli anni 20del Settecento grazie a...un mazzo di rose!

Un ufficiale brasiliano,inviato nella Guyana fran-cese dal suo governo percontrabbandare chicchi dicaffè, ebbe una relazionecon la moglie del governa-tore. Lei gli regalò unmazzo di rose in cui celòsemi fertili. Da quei chic-chi sarebbe nato il piùgrande impero mondialedel caffè: il Brasile è il pri-mo produttore di caffè almondo grazie ad una don-na innamorata.

A zonzo per VeniceBeach, a Los Angeles, hovisto molte persone in co-

da con il talloncino numerato davanti ad una caffetteria. Il tem-po di attesa? 45 minuti. Il locale si chiama Intelligentsia Café, faparte di una catena, come Starbucks. La California è lapatria delle caffetterie, la prima fu Pete’s nel 1966. An-che nei paesi europei ogni tre isolati si trova uno Starbucks. Soloin Italia no. Come mai? In Francia tutti pensavamo che sarebbestata dura competere con la cultura del caffè, ma Starbucks hadimostrato più vigili a Dio durante la preghiera. Nei cinque se-coli a venire gli sviluppi furono straordinari.

Giunto in Arabia attraverso il Mar Rosso il caffè venne lavo-rato e diventò la bevanda che conosciamo ora. Utilizzato a scopireligiosi, era coadiuvante nel culto. Si strinse così il legame tracaffè e Islam. L’espansione dell’Islam coiche avevamo torto.L’Italia resiste e farebbe bene ad andarne orgogliosa, ma la nuo-va mania americana per il caffè di qualità, equo e solidale, mi fariflettere. La gente fa la coda da Intelligentsia non solo perché ilcaffè è ottimo, ma perché è declinato in tante varietà e ogni chic-co ha una sua storia. In tazza finisce il caffè acquistato diret-tamente dai produttori, privilegiando.

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Viva il caffèe viva la caprache lo scoprì

di Mika

Mika, scrittore americano, è uno dei padri della fantascienza “cyberpunk”. Giro di vite contro gli hackerè fra i suoi romanzi più famosi

il cantante ci offre ogni mese il suooriginale punto di vista sui fatti della vita:

arte, cronaca, sentimenti e...

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XL settembre 2011 23

Ultimamente mi sono diviso tra gli States, Montreal eStoccolma per lavorare al mio terzo album, ormai a buon punto. Passare ore e ore in sala di registrazione crea inevitabilmente dei problemi.

Innanzitutto l’udito peggiora e io già sono un po’ sordo. Poi siordinano i pasti al take away e il caffè si beve nei bicchieroni dicarta. Il caffè mi aiuta a staccare dalla musica e da chi lavora conme. Ciascuno ha un suo cerimoniale per il caffè, il mio è un ritosolitario. Mi siedo, bevo, mentalmente elenco le cose che mimandano in bestia. Finito il caffè sto bene di nuovo, butto lanegatività nel cestino assieme al bicchiere e torno in studio piùequilibrato. Io bevo tanti caffè e mi ha sempre incuriosito ilmotivo per cui crea dipendenza. Oggi il caffè è ilprodotto agricolo più commercializzato nelmondo. Nel 2004 il volume totale delle vendite di caffè aldettaglio superava gli 80 miliardi di dollari. Tutto iniziò con una capra ballerina. Leggenda vuole che, nelnono secolo, un pastore etiope di nome Kaldi si incuriosisseosservando come le sue caprediventavano più vivaci dopoaver mangiato le bacche dellapianta del caffè. Provò eglistesso a masticarne i semi.Subì lui stesso un effettoenergizzante che fu notato daimonaci, che a loro voltamangiarono i chicchi escoprirono di sentirsi più vigilia Dio durante la preghiera.Nei cinque secoli a venire glisviluppi furono straordinari.Giunto in Arabia attraverso ilMar Rosso il caffè vennelavorato e diventò la bevandache conosciamo ora. Utilizzatoa scopi religiosi, eracoadiuvante nel culto. Sistrinse così il legame tra caffèe Islam. L’espansionedell’Islam coincise con la suadiffusione, anche in Turchia.Da Istanbul i semi furono

importati a Venezia, per la prima volta fuori dal mondomusulmano. I chicchi per l’export venivano sterilizzati e bollitiper impedire la riproduzione della pianta. Era una strategia deimercanti arabi per mantenere l’esclusiva del raccolto. I tentatividi contrabbandarne piante e semi fallirono tutti, finché l’indianoBaba Budan non riuscì a portare in patria alcuni chicchiassicurandoli al petto con delle fasce. Subito diede vita apiantagioni, sorvegliate da guardie armate. Dall’India la piantagiunse in Olanda, e da lì nei Caraibi (dopo un furto a Parigi),per approdare infine nelle Americhe negli anni 20 del Settecentograzie a... un mazzo di rose! Un ufficiale brasiliano, inviato nellaGuyana francese dal suo governo per contrabbandare chicchi dicaffè, ebbe una relazione con la moglie del governatore. Lei gliregalò un mazzo di rose in cui celò semi fertili. Da quei chicchisarebbe nato il più grande impero mondiale del caffè: il Brasile èil primo produttore di caffè al mondo grazie ad una donnainnamorata.A zonzo per Venice Beach, a Los Angeles, ho visto moltepersone in coda con il talloncino numerato davanti ad unacaffetteria. Il tempo di attesa? 45 minuti. Il locale si chiamaIntelligentsia Café, fa parte di una catena, come Starbucks. LaCalifornia è la patria delle caffetterie, la prima fuPete’s nel 1966. Anche nei paesi europei ogni tre isolati si trovauno Starbucks. Solo in Italia no. Come mai? In Francia tuttipensavamo che sarebbe stata dura competere con la cultura delcaffè, ma Starbucks ha dimostrato più vigili a Dio durante lapreghiera. Nei cinque secoli a venireUltimamente mi sono divisotra gli States, Montreal e Stoccolma per lavorare al mio terzoalbum, ormai a buon punto. Passare ore e ore in sala di registrazione crea inevitabilmente dei problemi. Innanzituttol’udito peggiora e io già sono un po’ sordo. Poi si ordinano i pastial take away e il caffè si beve nei bicchieroni di carta. Il caffè mi

aiuta a staccare dalla musica e da chi lavoracon me. Ciascuno ha un suo cerimonialeper il caffè, il mio è un rito solitario. Misiedo, bevo, mentalmente elenco le cose chemi mandano in bestia. Finito il caffè stobene di nuovo, butto la negatività nelcestino assieme al bicchiere e torno instudio più equilibrato. Io bevo tanti caffè emi ha sempre incuriosito il motivo per cuicrea dipendenza. Nel 2004 il volume totaledelle vendite di caffè al dettaglio superavagli 80 miliardi di dollari. Tutto iniziòcon una capra ballerina.

Indipendentima non riconosciuti,i vivi fantasmi

di Nicolai Lilin

Nicolai Lilin,scrittore russo, è uno dei padridella fantascienza “cyberpunk”. Girodi vite contro glihackerè fra i suoi romanzipiù famosi

il cantante ci offre ogni mese il suooriginale punto di vista sui fatti della vita:

arte, cronaca, sentimenti e...

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random ci ha selezionati come possibili vie premi fantastici. Per un attimo ci guardiamo bene intorno pensando ad unoscherzo ma, verificata l’assenza di telecamere nascoste, iniziamoa cliccare come forsennati su tutti i banner che ci danno vincitoriassaporando già i nostri premi. Ohhhh, delusione. Veniamoindirizzati a siti che chiedono i nostri dati per l’iscrizione a deiconcorsi ad estrazione (chiariamo subito: del tutto leciti) incambio della nostra email. Se andiamo avanti ed inseriamo idati, poi sarebbe difficile lamentarsi per l’ondata di spam. Alloradecidiamo di mollare la grandiosa opportunità di vincere tuttiquei premi e ci dirigiamo verso altri siti. Notiamo subito deibanner rettangolari che ci pongono dei quesiti. Non riusciamo aresistere e rispondiamo sul senso di rotazione delle ruote, suglieffetti ottici, su quelli dell’alcol e soprattutto su dove avessimovisto un canguro con le corna di muflone ed il manto zebrato.Ohhhh, delusione. Anche questa volta si apre una nuova finestradove ci viene proposta una ricarica per il cellulare in cambiodell’adesione ad un servizio in abbonamento di suonerie. Laricarica ovviamente non è per le chiamate, ma per il costodelle cosette che andremo a decidiamo di mollare.

XL settembre 2011 25

Resoconto di una navigata in Internet del Trio Medusa.Accensione computer e posizionamento di fronte almonitor (non è una cosa scontata, abbiamo conosciutogente che continuava a premere il pulsante on/off del

monitor convinta che quello fosse il computer - non vale per ipossessori di iMac). Sguardi interessati alla videata del bootstrap(termine che sta ad indicare tutte quelle scrittine all’avvio delcomputer che ti fanno sentire tanto stupido). Avvio del browserpredefinito. Pagina bianca del noto motore di ricerca che ognitanto si diverte a modificare il proprio logo, insomma Google.Attimi di panico. Nei primi quindici minuti non ci vengono inmente altro che portali di matedecidiamo di mollare la grandiosaopportunità di vincere tutti riale pornografico, ma sappiamo chenel nostro sgabuzzino a Repubblica i firewall ci impedirebbero diaprirli. Allora gettiamo un occhio alla barra dei preferiti eclicchiamo su un link a caso che ora non vi stiamo a dire perchénon è importante. Ma... che succede? Tutti e tre ci guardiamocon occhi sgranati e ci abbracciamo. Evviva! In unbanner del sito compare un avviso che ciavverte di essere il 999.999esimo visitatore esolo per questo possiamo vincereun’automobile. Che colpo di fortuna! Ma apriamo un’altrapagina del browser ed andiamo su un altro sito. Incredibile!!! IlTrio Medusa è l’utente numero 1.000.000 e siamo possibiliVINCITORI di un ESCLUSIVO premio APPLE. Ma oggisentiamo che è il nostro giorno fortunato ed apriamo un’altrapagina di navigazione e... NON È UNO SCHERZO il sistema

Chi l’ha dettoclicca che ti passa...anzi t’ammorba

il Trio Medusa presenta...

worldworst wideo

horror top

1

Scary Maze GameI grandi classici non muoionomai. Lo spavento è dato dallacomparsa a tutto schermo diLinda Blair ai tempidell’Esorcista.

2

Best Scary Maze PrankLa famiglia ci protegge e nonci fa mancare nulla. Ma è infamiglia che troviamo gliautori degli scherzi più infernali al mondo.

3

Fat Guy Maze GameGuardando bene il video, sinotano gli effetti speciali (unfake), ma ha raggiunto più diundici milioni divisualizzazioni...

il Trio alle prese con l’universodelirante dei video online. Specchiofedele di un mondo pazzo e malato

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Nessuna carriera:Narcoletteratie romanzi zigani

di Vasco Brondi

Subito dopo la morte di Osama bin Laden, l’Interpol ciha prontamente segnalato un nuovo pericolo pubbliconumero uno mondiale. È Joaquin Guzman, in direttadai monti dello stato messicano Sinaloa. Questo grande

criminale, meglio conosciuto come El Chapo (il corto), non è unrivoluzionario musulmano maun trafficante internazionaledi droga. Una canzonefamosa del gruppo LosTucanes de Tijuana lodescrive come un leader cheincute timore a tutti, pure aldiavolo in persona. Pochesettimane fa sono stato aTijuana per un festivalletterario. Lì il narcotraffico ènelle mani dei nemici di ElChapo, la famiglia criminaleArellano Félix. Questocartello fu combattutodall’esercito messicano dueanni fa, ma qualche arrestopoco può fare contro questopotente business. Troppi isoldi di mezzo, e troppi ighiotti consumatori: come ilmercato globale di petrolio,anche quello deglistupefacenti non chiude mai ibattenti. Ogni droga ha il suosound: il reggae cantala marijuana, il rap ilcrack e l’acid rockl’LSD. Anche ilnarcotraffico inMessico ha i suoimenestrelli, che loraccontavano anchequando le autoritànegavano la suaesistenza. Il genere si

chiama “Narcocorrido” ed è molto popolare nel Paese: la gentecompra i dischi e si gode i concerti. Il periodo dal 2002 al 2008 èstato un po’ l’età d’oro per la narcomusica messicana: qualcheartista ci ha lasciato le penne, nella stessa modalità in cui sonostati ammazzati i rapper gangsta americani, ma mai fino al puntodi penalizzare le vendite. Negli ultimi anni la violenza èaumentata e alcuni musicisti sono stati sequestrati, torturati euccisi. Gli eventi non hanno fermato la musica ma molti artistihanno preferito spostarsi in California, a Los Angeles, un postodecisamente più sicuro. Migliaia di persone sono rimastecoinvolte nelle sparatorie e molti sono stati trucidati in manieraPraticamente ogni giorno viene versato del sangue, la Rete siriempie in continuazione di video raccapriccianti chedocumentano tutto, impedendo ai messicani di fingere di nonconoscere l’esistenza dell’industria dei narcotici. Dopo la musicaè arrivata la “narco letteratura”, una nuova corrente sviluppatasinelle regioni del nord, dove la violenza era stata più intensa. Adifferenza di quanto possiate pensare, non parla del consumo didroga, ma racconta con un linguaggio da strada laquotidianità della gente del posto sotto il cuporegime dei cartelli. Parla di società distrutte e

in ostaggio, dicomplicità eopposizione, e del sensodella vita in queste buiecircostanze. Un asesinosolitario di Elmer Mendoza èuno dei più importantiromanzi del genere, ma gliautori sono tanti, da LuisHumberto Crosthwaite (diTijuana) a Gabriel Tanni fa.E la gente li ama perchériconosce i temi scottanti ed’attualità. Anche l’arte nonpoteva restareindifferentegster con gidi,stivali fatti di pelli esotiche -tipo struzzo o iguana - e tantimonilino in jeep e furgoncinicoi vetri oscurati ostentandok, uno scheletro femminilecon una falce in mano, moltopopolare nel Paese.Ma la narco cultura godeanche di fama internazionale. Nel 2002 il romanzierespagnolo Arturo Perez-Reverte scrisse un thriller, Laregina del sud, che è poidiventato una serie tv. Anche

in questa storia non c’è molta droga: èpiuttosto un avvincente fantasy che parla diricchezza, potere e globalizzazione, di una ragazzamessicana che ha sofisticati europei ai suoi piedi, incapaci diresistere a quello che ha da offrire. Praticamente il sogno cheogni fanciulla del pianeta può fare, solo che qui è senza limitie legge, fuori dalla giustizia e con un sacco di morti.

Vasco Brondi, scrittore russo, è uno dei padri della fantascienza

“cyberpunk”. Giro di vite contro glihacker

è fra i suoi romanzi più famosi

il cantante ci offre ogni mese il suooriginale punto di vista sui fatti della

vita: arte, cronaca, sentimenti

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XL settembre 2011 25

Esistono i vampiri? Quando ero piccolino e mi lasciavospaventare dai vari mostri del cinema e della tv miripetevo sempre che non erano veri ma solo unattore con il trucco da mostro. Ma per ivampiri no, quelli - pensavo - esistono davvero e l’attore

non stava recitando una parte quanto facendo un’imitazione. Poisono cresciuto e adesso non lo so se ci credo ancora ai vampiri.Ma se parliamo di musica allora divento ancora più possibilista,perché lì, di gente che assomiglia a un vampiro, ce n’è e ce n’èstata parecchia. David Bowie, per esempio, Peter Murphy,naturalmente - cantava Bela Lugosi’s Dead - Iggy Pop, SiouxsieSioux. E Ian Curtis.Magro, bianco come un vampiro, appunto, i capelli corti

appiccicati alla fronte dal sudore e unasemplice camicia a mezze maniche chelo fa sembrare ancora più esangue epiù magro, più sofferente e malato.Ian Curtis canta attaccato almicrofono, gli occhi chiusi. Canta nelbuio, nella penombra polverosa di unoscantinato, tagliata dagli scorci di lucedei riflettori che la disegnano in chiarie scuri da film espressionista,in bianco e nero.Canta piano, Ian Curtis, come sesussurrasse, e così, con gli occhi chiusi,pallido e magro, sembra davvero unvampiro.In un certo senso un vampiro lo èdavvero, Ian Curtis. Soffre di unamalattia, epilessia fotosensibile - unaforma di epilessia, appunto - che lorende particolarmente esposto aglistimoli visivi, alle luci forti eintermittenti, per cui cerca di evitarlivivendo il più possibile nell’ombra. Maè un vampiro di tipo diverso da quelliche potrebbero sembrare, per esempio,Peter Murphy dei Bauhaus, o DavidBowie. Loro sono vampiri predatori,pronti ad attaccare.

Ian Curtis no. Appartiene ad una specie diversa. È un vampiromalinconico. Uno che soffre per la sua condizione, che soffre pertutto. Perché non è cattivo, il vampiro Ian Curtis, è soltantosensibile, troppo sensibile. «Abbiamo bussato alla porta dellacamera più oscura dell’inferno», canta Ian Curtis, «civediamo come non ci eravamo mai visti,ritratto del trauma e della degenerazione».Non sono temi allegri quelli che canta il vampiro Ian Curtis, eneanche la sua musica è allegra. È elettrica, a volte, arrabbiata, disperata, ma mai allegra. Anchese il gruppo con cui la fa ha un nome che ispira immediatamentefelicità e simpatia.Il suo gruppo si chiama Joy Division, la

Divisione della Gioia, ma nonostanteil nome non è certo un gruppo dachiamare per matrimoni o feste daballo. Joy Division vuol direun’altra cosa. È un paradosso, una

Ian, vampiro gentileche si ucciseascoltando Iggy Pop

il giallista affronta ogni mese un caso di cronaca o un mistero legato

al mondo della musica e dello spettacolo di Carlo Lucarelli

Carlo Lucarelli, scrittore noir e autore tv, ha tra l’altro pubblicato La faccia nascosta della luna(Einaudi, pp. 224, euro 17), che raccoglie anche gli articoli di XL

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26 XL settembre 2011

Esistono i vampiri? Quando ero piccolino e mi lasciavospaventare dai vari mostri del cinema e della tv mi ripetevosempre che non erano veri ma solo un attore con iltrucco da mostro. Ma per i vampiri no, quelli - pensavo -esistono davvero e l’attore non stava recitando una parte quantofacendo un’imitazione. Poi sono cresciuto e adesso non lo so seci credo ancora ai vampiri. Ma se parliamo di musica alloradivento ancora più possibilista, perché lì, di gente che assomigliaa un vampiro, ce n’è e ce n’è stata parecchia. David Bowie, peresempio, Peter Murphy, naturalmente - cantava Bela Lugosi’sDead - Iggy Pop, Siouxsie Sioux. E Ian Curtis.Magro, bianco come un vampiro, appunto, i capelli cortiappiccicati alla fronte dal sudore e una semplice camicia a mezzemaniche che lo fa sembrare ancora più esangue e più magro, piùsofferente e malato. Ian Curtis canta attaccato al microfono, gliocchi chiusi. Canta nel buio, nella penombra polverosa di unoscantinato, tagliata dagli scorci di luce dei riflettori che ladisegnano in chiari e scuri da film espressionista, inbianco e nero.Canta piano, Ian Curtis, come se sussurrasse, e così, con gliocchi chiusi, pallido e magro, sembra davvero un vampiro.In un certo senso un vampiro lo è davvero, Ian Curtis. Soffre diuna malattia, epilessia fotosensibile - una forma di epilessia,appunto - che lo rende particolarmente esposto agli stimolivisivi, alle luci forti e intermittenti, per cui cerca di evitarlivivendo il più possibile nell’ombra. Ma è un vampiro di tipodiverso da quelli che potrebbero sembrare, per esempio, PeterMurphy dei Bauhaus, o David Bowie. Loro sono vampiripredatori, pronti ad attaccare.Ian Curtis no. Appartiene ad una specie diversa. È un vampiromalinconico. Uno che soffre per la sua condizione, che soffre pertutto. Perché non è cattivo, il vampiro Ian Curtis, è soltantosensibile, troppo sensibile. «Abbiamo bussato alla porta dellacamera più oscura dell’inferno», canta Ian Curtis, «civediamo come non ci eravamo mai visti,ritratto del trauma e della degenerazione».Non sono temi allegri quelli che canta il vampiro Ian Curtis, eneanche la sua musica è allegra. È elettrica, a volte, arrabbiata, disperata, ma mai allegra. Anche

se il gruppo con cui la fa ha un nomeche ispira immediatamente felicità esimpatia.Il suo gruppo si chiama JoyDivision, la Divisione della Gioia, manonostante il nome non è certo ungruppo da chiamare per matrimoni ofeste da ballo. Joy Division vuol direun’altra cosa. È un paradosso, unacontraddizione, perfettamente in lineacon la musica crepuscolare e intimistadi quegli anni, a metà tra gli anni 70 egli anni 80.Joy Division viene da un libro, scrittoda un autore che si nasconde sotto ilnome di Ka-tzetnik, che sarebbe comevenivano chiamati i deportati deicampi di sterminio nazisti. Illibro infatti si chiama The House OfDolls, la casa delle bambole, e la Joy

Division di cui parla è un gruppo di detenute ebree trattate comeschiave sessuali in un lager.Sono importanti i libri per il vampiro Ian Curtis. Ne ha lettitanti prima di mettersi con gli altri della band, libri importantiper tutta una generazione, libri che stanno rifondandol’immaginario di quegli anni, a metà tra noir,fantastico, fantascienza e minimalismointimista.Il giovane Ian Kevin Curtis nella sua adolescenza a Manchester,in Inghilterra, legge Joseph Conrad, legge i romanzi di J. G.Ballard e di William Burroughs, legge i poeti decadenti francesi,e infatti all’inizio pensa di diventare un poeta, perché gli piacescrivere, e lo fa da quando aveva undici anni.Però non è quella la sua strada. La poesia c’entra, sì, ma le parolenon devono restare mute sulla carta. Possono diventare musica,possono diventare canzoni.Perché Ian il vampiro vive in un momento particolare in cui lamusica, quella da fare praticamente, quella che adesso si può farefacilmente, è molto importante. Perché è la fine degli anni 70 edè ancora forte lo spontaneismo della musica punk.Così Ian il vampiro si mette assieme a tre amici che hannoappena visto un concerto dei Sex Pistols e sono rimasti folgoratidalla voglia di suonare che c’era in quegli anni. Niente tecnica,niente di niente, solo energia e passione. I tre amici cercano uncantante, mettono un annuncio sul giornale e si presenta questoragazzo pallido come un morto, che scrive come un poeta.È il 1976 e all’inizio si chiamano Warsaw, Varsavia, per lesuggestioni oscure e lontane che quella città ancora oltre lacortina di ferro può dare e che loro sentono in una canzone diDavid Bowie che si chiama, appunto, Warszawa. Poi peròscoprono che esiste già un gruppo che si chiama così, un gruppo punk che durerà pochissimo, appena un anno, maintanto già c’è e bisogna cambiare nome. Così a Ian viene inmente quel libro che ha letto, quello sul campo diconcentramento, e allora cambiano nome e si chiamano JoyDivision.Ma anche se sono nati negli anni dei Sex Pistols e dei Clash, iJoy Division sono diversi. Nella loro musica c’è qualcosa dilontano dalla rabbia e dalla violenza del punk, anche dalla sua

Da sinistra: la casa di Ian Curtis a Macclesfield, vicinoa Manchester;i Joy Division sulpalco; il libro suilager nazisti da cuihanno tratto il nome;la copertina di TheIdiot di Iggy Pop:il disco che ascoltavaIan prima diuccidersi. A pag.37Ian Curtis e lacopertina dell’album Closer(1980)

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XL xxxxxmbre 201X 3

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sette

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e

2011foto di copertina: Mattia Zoppellaro/Contrasto

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4 XL xxxxxmbre 201X4 XL settembre 2011

23 LA POSTA26 IL MEGLIO DEL MESE

di Emiliano Coraretti29 MONDO31 FLASHBACK 35 FUTURAMA

di Bruce Sterling37 LA NERA

di Carlo Lucarelli41 I LOVE ZOMBIES

di Niccolò Ammaniti44 POP UP!

di Mika46 WORLD WORST WIDEO

del Trio Medusa

52VERDENA di Luca Valtortae Lorenza Biasi

134LONDON RAVINGdi Giacomo Cosua

176MODA: HEART OF GLASS

156BIENNALE E VIDEOGAME di Matteo Bittanti e Debora Ferrari

50 ZOOM

100X-MEN L’INIZIOdi Deborah Ameri

99 WHAT’S UP

62 ARCTIC MONKEYSdi Deborah Ameri

68 MORGAN E I DOORS di Marco Philopat

74 MOBY di Anna Lombardi

75 FATBOY SLIM di Christian Zingales

76 BATTLESdi Christian Zingales

79 DEPECHE MODE di Giulio Brusati

80 MICHAEL FRANTI di Stefano Gilardino

82 JAMIE WOON di Deborah Ameri

85 DANGER MOUSE & DANIELE LUPPI di Deborah Ameri

86 CASINO ROYALE di Lorenza Biasi

89 AFRICA UNITE di Alberto Castelli

90 THE WATCHER di Valeria Rusconi

92 HITS93 PLAYLIST

di Emiliano Coraretti94 CLASSIC COVER

di David Vecchiato

182 MITI D’OGGIdi Lorenza Biasi

186 DETTAGLI Country, Surf,Costumi, Boot Camp

190 BEAUTY CASE

160 CHILD OF EDEN di Roberto Magistretti

164 SWORD & SWORCERY di Stefano Picchi

166 ALICE MADNESS RETURNS di Sergio Pennacchini

168 GEEK WORLD

170 GRAND TEST AUTOa cura diAlessandra Roncato

172 PIT STOPdi Paolo Volpato

140 SUKRAN MORALdi Igiaba Scego

144 A L.A. IN HARLEYdi Roberto Croci aka La Bestia

146 X-FIGHTERSdi Barbara Pantanella

148 VIAGGI: VENEZIAdi Paolo Apice

153 ON THE ROAD di Claudia Franco

104 13 ASSASSINIdi Diego Malara

106 APOCALYPSE NOWdi Ian Freer

110 MISFITSdi Mina Timossi

114 I SOLITI IDIOTI di Christian Zingales

116 BIOGRAFILM FESTIVALdi Anna Lombardi

120 CARICATUREdi Daniel Clowes

126 STRISCEdi AlePOP, Diavù,Corradi, Creanza,Giacon, Giorgini,Maicol & Mirco, Tuono Pettinato

131 TOYSdi David Vecchiato

.it

su www.xelle.itpotete trovare video, foto e musicacollegati ai nostriservizi di carta

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Così cantava Bob Dylan, in Ballad Of A Thin Man presagendo che “i tempi stavanocambiando”. C’è un’anomalia in Italia (o meglio una delle tante): in tutti gli altri paesiquando scoppia un fenomeno dal basso, ovvero non guidato da un potere forte, nel nostrocaso, una casa discografica (anche perché potere forte le major ormai non sono più), tutti i

media fanno a gara per parlarne: gli inviti in tv e nelle radio si moltiplicano, un fremito dieccitazione per la novità percorre l’aria e non si parla d’altro. In Italia invece non succede niente. Apassare in tv sono sempre i soliti noti per lo più legati a un immaginario pop di vent’anni fa. Glisconosciuti non fanno ascolti, si dice. Ma come possono diventare conosciuti se non gli si dà spazio?E poi c’è anche una televisione pubblica che avrebbe in teoria la missione di educare, come untempo lontano (basta guardare Rai Storia) effettivamente avveniva. Vedremo se il moltiplicarsi deicanali sul digitale terrestre potrà svolgere questa funzione. Altrimenti, come già succede, ci penseràla rete. Anche perché ormai è la rete a riflettere la realtà reale, quella delle cose che accadono mentrei grandi media sempre più rispecchiano un mondo che non esiste. Per entrare nello specifico, il casoè questo: c’è una giovane band (giovane come può esserlo in Italia: anni oggi ma suonano dasempre) che ha fatto un disco bellissimo. Si chiama Verdena. È una cosa rara, che in altri paesinormali dove la musica e il rockfanno parte delle cose importanti,quelle che formano il gusto dellapersona insieme ai libri, al cinema eall’arte, verrebbe celebrata ancheperché è una ricchezza per il Paesestesso. Che cos’è un Paese che nonvalorizza i suoi talenti? Noi di XL,nel nostro piccolo crediamo di averriconosciuto questi fenomeni anchein passato, quando si sonomanifestati. I due più grossi: FabriFibra, un tempo visto come il rozzorappresentante di una sottocultura eoggi finalmente riconosciuto comeuno degli artisti più innovativi delpanorama. Baus non gli si dàspazio? E poi c’è anche unatelevisione pubblica che avrebbe inteoria la missione di educare, comeun tempo lontano (basta guardareRai Storia) effettivamente avveniva.Vedremo se il moltiplicarsi deicanali sul digitale terrestre potràsvolgere questa funzione.Altrimenti, come già succede, cipenserà la rete. Anche perché ormaiè la rete a riflettere la realtà reale,quella delle cose che accadonomentre i grandi media sempre piùrispecchiano un mondo che non esiste. Per entrare nello specifico, il caso è questo: c’è una giovaneband (giovane come può Verdena. È una cosa rara, che in altri paesi normali dove la musica e ilrock fanno parte delle cose importanti, quelle che formano il gusieme ai libri, ezza per il Paesestesso. Che cos’è un Paese che non valorizza i suoi talenti? Noi di XL, nel ntelle, al contrarioconsiderati un gruppo di intellettuali snob, incapaci di un successo più allargato. Oggi stiamoseguendo molto da vicino anche Vasco Brondi, altro grande talento che lascerà un segno. Maintanto gustatevi i Verdena. E fateci sapere. Luca Valtorta

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editoriale

C’È QUALCOSACHE STA

SUCCEDENDO QUIMA TU NON SAI

COS’È. VERO, MRJONES? OGGI SI

CHIAMA VERDENA

XL dà il benvenuto alle vostre lettere.

Scrivete a Repubblica XL via Cristoforo Colombo 90

00147 Roma, oppure via mail

a [email protected]

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XL settembre 2011 9

E non è ancora finita:continuate a votare!Attraverso un sondaggio lanciato sullanostra pagina Facebookvi abbiamo chiesto qual è il vostrogruppo italiano preferito. L’adesione èstata inaspettata: oltre 200.000 voti nelgiro di pochi giorni distribuiti su unpanorama di ben 100 band. Ognigiorna di tornasole della scena musicaleitaliana. Riusciremo ad arrivare a unmilione di voti? Contribuite anche voi.Qui di seguito vi proponiamo alcunicommenti ai risultati e le vostreopinioni sulla classifica delle miglioriband italiane. E presto lanceremoanche quella sui singoli. Restatecollegati!

Doppio voto per me: tecnicamente e alivello individuale Elio e le Storie Tesesono di gran lunga i migliori in Italia senon a livello europeo. Sono ineccepibili:la loro complessità di arrangiamento èunica in Italia senza contare che riesco-no a spaziare in una marea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loro pezzi c’è sempreun profondo studio delle sonorità dei lo-ro viaggi.

Ephraim

Ho già votato gli Afterhours, anche se ilmio gruppo preferito di sempre sono iLitfiba, loro mi hanno avvicinato sin dapiccolo alla musica, ma un gruppo comegli After hanno rivoluzionato la musicain Italia, anche più dei miei secondi pre-feriti, i Subsonica!

Mauro Eden

È incredibile quanta gente dia ancora fi-ducia a certe band attaccate alla poltronacome certi politici bavosi. Se davvero esi-ste un meglio nella musica italiana nonpuò essere rappres una marea di generimusicali. A livello di energia trasmessaperò voto i Modena City Ramblers, so-no energici e nei loroentato da chi spe-cula sulla memoria corta e superficialedel pubblico di oggi. Offlaga Disco Pax?Ma senza i CCCP sarebbero esistiti?Subsonica? Se hai più di 16 anni li ascol-ti ancora? Preferisco la solitudine di Fe-derico Fiumani al Paese (IR)Reale.

Fattifritto

“Se la sala è piena, il film fa schifo”! È daanni ormai che cerco di capire il meccan-smo perverso del successo, della notorie-tà musicale, del consenso popolare, dellaqualità artistica, della gratificazione fi-nanziaria e di tutto quello che ruota in-discogerché i peggiori dischi degli artistiottengono il maggior consenso popolare?Perché la gente si scandalizza al suonodella parola discografia? Perché mi ritro-vo a un concerto di Niccolò Fabi com-pletamente deserto per poi ritrovarlo sul-la bocca di tutti solo per compatirne latragedia? Perché gli artisti favorisconoiTunes (dopo averlo condannrafia? Per-ché mi ritrovo a un concerto di NiccolòFabi completamente deserto per poi ri-trovarlo sulla bocca di tutti solo per com-patirne la tragedia? Perché gli artisti fa-

voriscono iTunes (dopo averlo condan-nato) con bonus track ed extra e io mi ri-trovo con cd originali dalla grafica e con-tenuti miserabili? Perché devo sopporta-re la voce del divino Rino e di FrancoBattiato nella pubblicità di una Perché lamusica è stata prostituita? Per elencaretutti i miei perché dovrei, come direbbeJovanotti, «unire i puntini dall’uno all’infi-nito».

Samuele

Trovo veramente ridicola la à di voto so-lo tramite Facebook, di conseguenza chinon si piega al controllo del “grande fra-tello” mediatico viene tagliato fuori... Eva bene, fuori si sta molto meglio. Co-munque: Verdena su tutti, gli unicico.

Clarenz

IL SONDAGGIO DI XL: 200.000 VOTIPER LA PIÙ GRANDE MAPPA DELLASCENA ITALIANA MAI REALIZZATA

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