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Paradigmi del Romanico Il Portico della Gloria nella Cattedrale di Santiago de Compostela La Cattedrale di Santiago de Compostela
Giacomo detto il Maggiore, diventò discepolo di Ge-‐
sù dopo Andrea, Giovanni e Simone (Pietro) ed è
presente ai principali miracoli di Cristo, alla sua
trasfigurazione sul monte Tabor e alla sua agonia
nell’orto del Getsemani. Di carattere impetuoso, lui
e suo fratello sono chiamati da Gesù stesso con
l’appellativo di “figli del tuono”, fu il primo degli
apostoli a subire il martirio, a Gerusalemme, nella
primavera del 42 d.C., la notizia è riferita stringa-‐
tamente da Luca negli Atti degli Apostoli: «In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni
membri della Chiesa, e fece uccidere di spada Giacomo fratello di Giovanni» (At 12, 1-2).
Esistono tante e discordanti tradizioni che assegnano reliquie dell’apostolo San Giacomo il Maggiore,
spesso confondendolo con l’omonimo apostolo San Giacomo il Minore, a diversi luoghi in tutta Europa,
ma quella spagnola è in assoluto la tradizione prevalente, cioè la tomba dell’apostolo si trova in Galizia,
all’estremità nord-‐occidentale della penisola iberica.
Non si sa quando, né ad opera di chi, le reliquie dell’apostolo sarebbero giunte in Spagna, in un luogo
chiamato Compostela. Il nome del luogo, che una etimologia ricorrente -‐ legata alla narrazione del ri-‐
trovamento -‐ vorrebbe far derivare da campus stellae, deve invece intendersi probabilmente derivato
dall’espressione compostum tellus, cioè necropoli. Secondo tale tradizione, il sepolcro contenente le
spoglie di San Giacomo sarebbe stato scoperto al tempo di Carlo Magno, tra l’812 e l’814. Al X secolo
risalgono i primi testi che raccontano la traslazione del corpo di San Giacomo, subito dopo il martirio,
da Gerusalemme alla Spagna, mentre la descrizione della scoperta del sepolcro e la sua precisa collo-‐
cazione cronologica la si trova ancora più tardi, in un atto del 1077 e poi in testi di fine XI e inizio XII
secolo.
Se la tradizione del rinvenimento delle reliquie di San Giacomo, ed in particolare della loro traslazione
da Gerusalemme, sono state oggetto di numerose interpretazioni, sul loro valore storico gli scavi ar-‐
cheologici presso la tomba (effettuati prevalentemente tra il 1878-‐1879 e, successivamente, tra il
1946-‐1959) hanno invece confermato quanto affermato dalle fonti. Il papa Leone XIII, con la bolla
“Deus omnipotens” del 1° novembre 1884, ha dichiarato solennemente l’autenticità delle reliquie con-‐
servate a Santiago de Compostela. Al sepolcro quasi da subito inizia la consuetudine del pellegrinaggio. Su di esso viene costruita una
prima chiesetta da Alfonso II, ingrandita ed abbellita nell’899 da Alfonso III il Grande, distrutta nel 997
da Almanzor capo dei Berberi (ma senza che il sepolcro sia toccato) e riedificata. La costruzione
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dell’attuale cattedrale ebbe inizio nel 1075
durante il regno di Alfonso VI per mandato
del vescovo che desiderava un gran santu-‐
ario per accogliere i resti dell'Apostolo, un
monumento degno della rinomanza che
godeva Compostela in tutta la cristianità
(in tutto il mondo conosciuto le principali e
più importanti direttrici viarie conduceva-‐
no ai luoghi oggetto di pellegrinaggio dei
fedeli, i centri della cristianità: Roma, Ge-‐
rusalemme, Santiago de Compostela). An-‐
che se la Cattedrale venne terminata
nell'anno 1122, l'opera non venne dichiara-‐
ta finita fino alla fine del secolo XII, quando
venne terminato il Portico de la Gloria.
Andando oggi a Santiago, una volta superato il portale della facciata barocca, si entra nel nartece1 della
Cattedrale, noto come Portico da Gloria.
Il portico è un capolavoro della scultura romanica, costruito per volere di re Ferdinando II di León tra
il 1168 e il 1188, ad opera del Maestro Mateo.
La sua bellezza ed il suo mistero, hanno affascinato i pellegrini di tutti i tempi.
Proviamo ad avvicinarci a questa creazione, cercando di decifrare il suo significato: cosa voleva tra-‐
smettere il suo autore? a chi era diretta? di cosa ci parla oggi?
Cristo Re, figura centrale e dominante l’intera composizione, seduto sul trono nella gloria, non è il giu-‐
dice nel giudizio finale dell’apocalisse, ma è colui che sta aspettando il pellegrino, cioè l’uomo che gli si
avvicina tramite l’Apostolo Giacomo; è Gesù che alla fine del cammino (che per i pellegrini del medioe-‐
vo era un cammino lungo -‐ arrivavano da tutte le parti dell’Europa -‐ e pericoloso), ci aspetta come si
aspetta sull’uscio l’arrivo di un amico che si attende da molto.
L’arte ha sempre la pretesa di trasmettere un messaggio dall’artista all’osservatore. Chi arrivava ed ar-‐
riva davanti al Portico della Gloria, in quanto pellegrino, porta con se la domanda “qual è il significato
1 Nartece: portico destinato ai catecumeni presente ed adiacente alla facciata, può essere esterno (esonarcete) o interno (endonarcete) alla chiesa.
Pianta attuale della Cattedrale di Santiago de Compostela
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di questo cammino e della vita intera?” Nel portico trova la risposta, magistralmente scolpita nella pie-‐
tra, risposta comprensibile in modo semplice dall’uomo medievale che non sapeva leggere, ma che a-‐
veva una concezione della vita che riconosceva, nell’incrociare lo sguardo di quella figura che ti aspetta
sulla porta, il significato della propria esistenza.
È paradossale che ora questo messaggio, per noi moderni e colti, sia diventato incomprensibile anche
se il nostro cuore di uomini desidera le stesse identiche cose di quegli uomini medievali: Bellezza, Giu-‐
stizia, Amicizia, Verità.
Otero Pedrayo, scrittore ed intellettuale spagnolo vissuto nell’ultimo secolo, a proposito di questo
scriveva: “È commovente osservare la reazione dei contadini di fronte alle figure espressive del Portico
(…) Tutti conoscono l’argomento, che si trasmette di padre in figlio. La Cattedrale parla a loro”.
Riscostruzione fotografica frontale del Portico della Gloria
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Cosa “ci dice” il Portico
Nel Portico è rappresentata la storia dell’umanità salvata da Cristo. Il Maestro Mateo ha voluto descri-‐
vere il rapporto tra gli uomini ed il Mistero secondo uno schema semplice e ben visibile:
1) le linee verticali scandiscono il tempo, Cristo è l’asse della storia e divide la linea del tempo
rappresentando “l’umanità prima di Cristo” -‐ nella parte a sinistra rispetto all’asse centrale sul quale si
trova Cristo in trono, e “l’umanità dopo di Cristo” – nella parte a destra dell’asse centrale;
2) le linee orizzontali indicano, invece, le situazioni attraverso cui passano gli uomini -‐ nel percor-‐
so di conoscenza del Mistero -‐ durante la loro vita terrena ed in quella eterna.
Vista dell'intero Portico della Gloria
Schema rappresentativo del Portico della Gloria
umanità prima di Cristo umanità dopo di Cristo
la vita terrena il dramma dell’esistenza
le vie che conducono l’uomo alla conoscenza del Mistero
gli araldi i messaggeri di Dio
la vita eterna
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Primo Livello: la vita terrena, il dramma dell’esistenza.
Il primo livello è costituito dalle basi delle colonne e rappresenta la “lotta” tra il bene ed il male, co-‐
stante e drammatica, presente nella vita con la domanda di significato che da sempre accompagna
l’uomo. Questo dramma è rappresentato, dal Maestro Mateo, mediante l’uomo che lotta con il leone (la
ragione contro l’istinto) nelle basi delle colonne all’estrema sinistra ed all’estrema destra. Il grifone,
animale fantastico metà leone e metà aquila, rappresenta l’uomo diviso da questa lotta (legato alla ter-‐
ra ma desideroso di infinito) e le pupille, di alcuni di questi grifoni, sono rivolte verso l’alto, nella spe-‐
ranza che il Mistero si riveli loro (nel basamento delle colonne di sinistra). L’uomo, di fronte al mistero
di Dio che si è fatto uomo, gioca la sua libertà: può accoglierlo o rifiutarlo (gli animali rappresentano il
rifiuto dell’uomo verso Dio e perciò i peccati capitali: la pigrizia, la lussuria, l’avarizia, la superbia,
l’invidia, l’ira – tutte nel basamento delle colonne di destra). Il basamento della colonna centrale raffi-‐
gura l’uomo alla sua origine, Adamo, quando, prima del peccato originale, dominava il creato (le sue
mani, vicino alle fauci, tengono abbracciati i due leoni che ha accanto).
Senza che io lo voglia una strana inclinazione mi trascina, e la passione mi suggerisce una cosa, la mente un'altra:
vedo quindi il meglio, e dico è "giusto" e faccio il peggio.
(Ovidio. Classica)
Il non poter essere soddisfatto da alcuna cosa terrena , né, per dir così dalla terra intera, considerare l'ampiezza i-
nestimabile dello spazio, il numero e la mole meravigliosa dei mondi, e trovare che tutto è poco e piccino alla capa-
cità dell'animo proprio; immaginarsi il numero dei mondi infinito, e l'universo infinito, e sentire che l'animo ed il de-
siderio nostro sarebbe ancora più grande che sì fatto universo; e sempre accusare le cose d'insufficienza e di nullità,
e patire mancamento e voto, e però noia, pare a me il maggior segno di grandezza e nobiltà, che si veggia nella na-
tura umana.
(Giacomo Leopardi. Pensieri)
Secondo Livello: le “vie di accesso” al Mistero.
Nel portico quattro colonne risaltano rispetto a tutte le altre, sia per la qualità del marmo sia per la lo-‐
ro decorazione. Queste indicano, metaforicamente, le vie che permettono all’uomo di andare verso il
Mistero, le strade che l’uomo ha percorso e può percorrere per raggiungere il destino.
Prima colonna.
La prima di queste, indicata con il numero 1, si trova all’estrema sinistra del gruppo di colonne di sini-‐
stra (nella parte di portico che indica l’umanità prima di Cristo). È l’unico fusto privo di spirale ascen-‐
dente. Tutte le figure umane rappresentate sono “imprigionate” tra i rami che escono dalla bocca di un
leone, e queste figure umane, che lottano fra di loro per arrivare in alto, man mano che si sale dalla ba-‐
se della colonna verso il capitello, diventano centauri (che nel Medioevo erano il simbolo
dell’abbrutimento dell’uomo). In questa prima colonna, il Maestro Mateo, rappresenta e sottolinea
l’incapacità dell’uomo di raggiungere il suo destino con le sue sole forze. L’uomo non può conoscere il
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Mistero senza che questo gli si riveli.
Seconda colonna.
La seconda colonna, indicata con il numero 2, si trova all’estrema destra del gruppo di colonne di sini-‐
stra (sempre nella parte di portico che indica l’umanità prima di Cristo). Rappresenta la via delle fede.
Vi è raffigurata la scena del sacrificio di Isacco da parte di suo padre Abramo. Questi tiene la testa di
Isacco che, con un atteggiamento obbediente, aspetta il colpo mortale che suo padre sta per assestare
con la spada. Un angelo ferma la mano di Abramo ed indica un agnello impigliato in un cespuglio da sa-‐
crificare al posto di Isacco. Rappresenta la fede di Abramo che aveva aderito totalmente all’alleanza
con Dio che lo aveva scelto, tanto da essere disposto a sacrificare il suo unico figlio Isacco.
Terza colonna (il “Parteluz”).
La terza colonna, indicata con il numero 3, si trova nell’asse centrale che divide in due la storia, sotto la
figura del Cristo. Indica che con Cristo non è più l’uomo che cerca di rapportarsi con Dio ma è Dio stes-‐
so che si fa compagno all’uomo diventando, egli stesso, uomo ed indicandogli la via “io sono la via…”
Questa è la via “privilegiata”, quella principale (infatti sta al centro della composizione). Il fusto rap-‐
presenta il tronco di Jesse che simbolegga la genealogia di Gesù, vale a dire la stirpe umana che Dio ha
preparato durante la storia fino alla nascita di Cristo. Inizia dal basso con Jesse, seguono Davide, Salo-‐
mone, etc… fino ad arrivare, in alto alla Vergine Maria, madre di Cristo. È l’unica figura della colonna
che non è intrecciata nei rami della pianta, che – per il Maestro Mateo – rappresenta il fatto che Maria
sia l’unico essere umano senza peccato originale. Al di sopra di questa colonna vi è un capitello nel
quale è rappresentata la Trinità: il Padre, Dio, con la stessa corona che porta in testa il Cristo nel tim-‐
pano del portico, tiene in braccio il Figlio (Cristo), sopra di loro -‐ sotto forma di colomba -‐ lo Spirito
Santo; sui lati quattro angeli con l’incensieri sottolineano la natura divina delle figure.
Quarta colonna.
La quarta colonna, indicata con il numero 4, all’estrema sinistra del gruppo di colonne di destra (nella
parte di portico che indica l’umanità dopo di Cristo). Indica la via dell’obbedienza che, dopo la venuta
Cristo, è l’unica che consente a chiunque di arrivare alla conoscenza, seguendolo. Nel fusto è rappre-‐
sentato un uomo adulto che invita un suo discepolo a seguirlo verso l’alto tendendogli la mano; anche
in questa colonna le figure sono come imprigionate dentro rami ma i loro volti non sono tristi (come
nelle colonne 1 e 2) ma sono allegri ed i personaggi, man mano che salgono, ringiovaniscono a rappre-‐
sentare che l’approssimarsi al Mistero rinnova l’uomo.
Terzo Livello: i messaggeri di Dio, gli araldi.
Nella parte di sinistra del portico, in questo livello, sono rappresentati i Profeti (coloro che annuncia-‐
vano la prossima venuta del Re d’Israele) e che, perciò, indicavano agli uomini le via per raggiungere la
Gerusalemme celeste. Ridestano il desiderio di felicità nel cuore dell’uomo e perciò questo si mette in
cammino. Vi sono raffigurati, dall’interno verso l’esterno: Mosè (con le tavole della legge), Isaia, Danie-‐
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le (che sorride per testimoniare all’osservatore, di essere stato salvato da Dio dai leoni) ed ultimo Ge-‐
remia.
Nella parte di destra del portico, in questo livello, sono rappresentati gli Apostoli (gli amici di Gesù). Il
primo, dall’interno verso l’esterno, è Pietro, vestito come un papa, con le tre chiavi in mano, simbolo
dell’intera Chiesa, quella dei fedeli (rappresentata dalla chiave che punta verso terra), e le altre due
(che puntano verso il cielo) che indicano il purgatorio ed il paradiso; segue Paolo, subito dopo San Gia-‐
como, ha una tunica blu con iris d’oro (simbolo di parentela con Cristo) ed ultimo Giovanni con ai suoi
piedi un’aquila, simbolo del suo vangelo.
Quarto Livello: la vita eterna.
Nella parte di sinistra del portico, in questo livello, è rappresentato il “limbo”, cioè il luogo dove vive-‐
vano i giusti che sono vissuti prima di Cristo e che attendono la sua venuta liberatrice.
Nella parte di destra del portico, in questo livello, è rappresentato il “purgatorio”, cioè il luogo dove si
trovano gli uomini che stanno compiendo un cammino di purificazione necessario ad entrare nella glo-‐
ria del Paradiso.
Agli angoli del timpano centrale si trovano, a questo livello, le “porte di ingresso” al Regno di Cristo.
A sinistra due angeli accolgono le anime degli uomini salvati (rappresentate come bambini) che pro-‐
vengono dal “limbo” (salvate in virtù dell’aver osservato le leggi di Mosè), mettendo sulla loro testa
una corona.
A destra gli angeli che accolgono le anime degli uomini salvati, provenienti dal purgatorio (salvati in
virtù del rapporto con Cristo) passano in braccio i bambini che rappresentano quelle anime.
Il Maestro Mateo rappresenta nella porta di sinistra tre bambini ed in quella di destra cinque bambini
ad indicare la maggior “efficacia” della via rappresentata da Cristo.
Nel timpano centrale è rappresentato il Regno di Cristo.
L’arco superiore raffigura 24 figure incoronate che rappresentano cantori e musici che parlano tra di
loro a due a due. I due al centro, in altro, rappresentano, per il Maestro Mateo, l’unità del popolo
dell’antica alleanza con il popolo della nuova alleanza, questi due non solo parlano tra di loro ma suo-‐
nano insieme lo stesso strumento. Rappresenta quell’impossibile unità che solo Cristo è riuscito a ge-‐
nerare “non esiste più né giudeo né greco, né schiavo né libero, né uomo né donna, poiché tutti voi siete
uno in Cristo Gesù” (San Paolo Lettera ai Galati 3,275).
Nel timpano, al di sotto dell’arco, Cristo domina la scena con la sua imponente Maestà ed è circondato
dal suo popolo in due gruppi: a sinistra il popolo di Israele ed a destra i cristiani; hanno lo stesso spa-‐
zio, lo stesso numero di figure (19), sono distribuiti su due file e sono tutti coronati a rappresentare la
scelta di Cristo. A destra ed a sinistra di Cristo sono raffigurati quattro cronisti, per i quali il maestro
Mateo si è ispirato all’ambiente della corte del suo tempo e li ha rappresentati con i quettro evangelisti
(Luca, Marco, Giovanni e Matteo), tesi ad ascoltare e pronti a trascrivere quanto Cristo dice; allo stesso
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tempo guardano verso i pellegrini come a voler registrare, prendere nota, delle loro personali richie-‐
ste. In basso a sinistra ed a destra dei Cristo, sotto il popolo, si trovano gli scudieri; nel Medioevo erano
coloro che accompagnavano, servivano, assistevano i cavalieri, portavano le loro armi che avevano so-‐
pra le effigi a testimoniarne le gesta. Il Maestro Mateo li rappresenta con le armi del trionfo di Cristo
nella sua Passione: quelli di sinistra portano la colonna della flagellazione, la croce, la corona di spine;
quelli di destra portano i chiodi e la lancia, la brocca, un martello ed i flagelli, la canna con la spugna ed,
in ultimo, una pergamena con verosimilmente la scritta INRI. Le mani di coloro che portano questi og-‐
getti, sono coperte da un velo perché toccano le “insegne” proprie di Cristo.
Al centro del timpano, la figura principale e più grande della composizione, è Cristo Re, seduto in tro-‐
no, alto più di tre metri, rappresenta Cristo vivo e risorto che mostra le piaghe ed i segni della sua pas-‐
sione e della sua vittoria definitiva sulla morte. Ha un volto sereno che guarda verso i pellegrini. Ai
suoi piedi non presenta uno sgabello, come era solito in quel periodo rappresentare un re, ma il Mae-‐
stro Mateo, mette l’apostolo San Giacomo, colui su cui il Re può confidare e posare i piedi.
CONCLUSIONE
Colpisce -‐ nel guardare le figure del timpano, dai musici ai personaggi del popolo -‐ osservare che que-‐
ste sembrino distratte, conversano tra loro; i loro volti sono distesi, lieti, lo stesso Cristo è rappresen-‐
tato con un volto lieto, con un atteggiamento di “attesa”.
Perché il Maestro Mateo li ha raffigurati cosi? Cosa stanno aspettando?
Aspettano l’arrivo dei pellegrini! Perché chi andava li, avendo percorso anche migliaia di chilometri a
rischio della propria vita, potesse camminare con la coscienza certa che c’è qualcuno che ti aspetta e
che è lì per te.
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Elenco Immagini della presentazione
1) #01 Vista di Santiago de Compostela 2) #01 bis Pianta della Cattedrale 3) #01 ter Vista frontale del portico 4) #02 Vista dal lato sinistro del portico 5) #03 Vista dal lato destro del portico 6) #03 bis Vista particolare dell’ingresso principale 7) #04 Sezione sull’ingresso della Cattedrale 8) #05 Particolare della sezione sull’ingresso con indicata l’originaria e l’attuale prospettiva 9) #06 Vista frontale del portico (con immagine raddrizzata) 10) #06 bis Vista frontale del portico (con immagine composita) 11) #07 Disegno del portico 12) #08 Schema di lettura 13) #09 I°liv Base della colonna centrale (uomo domina la natura) 14) #09 bis I°liv Base della colonna centrale (uomo domina la natura) 15) #10 I°liv Base della colonna laterale sxsx (leone vincitore della lotta con l’uomo) 16) #11 I°liv Base della colonna laterale sx (grifoni) 17) #12 I°liv Base della colonna laterale dx (peccati capitali) 18) #13 I°liv Base della colonna laterale dxdx (uomo vincitore della lotta con leone) 19) #14 II°liv Vista della colonna centrale (albero di Jesse) 20) #15 II°liv Vista della base della colonna centrale 21) #16 II°liv Vista particolari della colonna centrale 22) #17 II°liv Vista capitello della colonna centrale 23) #18 III°liv I messaggeri – Profeti Abdias ed Amos 24) #19 III°liv I messaggeri – Profeti Oseas e Joel 25) #20 III°liv I messaggeri – Profeti Geremia, Daniele, Isaia, Mosè 26) #21 III°liv I messaggeri – particolare Geremia e Daniele 27) #22 III°liv I messaggeri – L’angelo con la profezia dei profeti 28) #23 III°liv I messaggeri – San Giacomo 29) #24 III°liv I messaggeri – San Giacomo 30) #25 III°liv I messaggeri – Apostoli Pietro, Paolo, Giacomo, Giovanni Ev. 31) #26 III°liv I messaggeri – Particolare dell’angelo con pergamena 32) #27 III°liv I messaggeri – Giacomo 33) #28 III°liv I messaggeri – Andrea e Matteo 34) #29 III°liv I messaggeri – Tommaso e Bartolomeo 35) #30 III°liv I messaggeri – Giovanni Battista 36) #31 IV°liv Il Limbo 37) #32 IV°liv Il Limbo – La creazione: Dio con Adamo ed Eva 38) #33 IV°liv La porta dal Limbo al Paradiso 39) #34 IV°liv Il Timpano centrale: vista complessiva 40) #35 IV°liv Il Timpano centrale: lato sx il popolo d’Israele 41) #35 bis IV°liv Il Timpano centrale: particolare dei musici 42) #35 ter IV°liv Il Timpano centrale: particolare dei musici nella chiave di volta 43) #35 x IV°liv Il Timpano centrale: particolare dei musici 44) #36 IV°liv Il Timpano centrale: lato dx il popolo Cristiano 45) #36 bis IV°liv Il Timpano centrale: conversazione tra il popolo 46) #37 IV°liv Il Timpano centrale: Cristo con i quattro cronisti (evangelisti) 47) #38 IV°liv Il Timpano centrale: particolare Cristo 48) #39 IV°liv Il Timpano centrale: particolare Cristo 49) #40 IV°liv Il Timpano centrale: i cronisti (i quattro evangelisti) 50) #41 IV°liv La porta dal Purgatorio al Paradiso 51) #42 IV°liv Il Purgatorio 52) #43 IV°liv Il Purgatorio Particolare di Cristo e San Michele 53) #44 IV°liv Il Purgatorio Particolare Cristo rifiuta di adorare satana 54) #45 Retro colonna centrale Maestro Mateo 55) #46 Retro colonna centrale Maestro Mateo