ALEA Associazione Laureati Economia Aziendale Università Ca’ Foscari – Venezia, Business Community dal 1985 www.aleacafoscari.com
Alea News, Luglio 2015
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editoriale
di Maurizio Beraldo
Non siamo tutti nativi digitali, però ci rendiamo conto di dover affrontare una
realtà sempre più pervasa da questi sistemi, realtà che ci tocca prima di tutto
come singoli, perché abbiamo ora a disposizione informazioni in tempo reale,
possibilità di effettuare operazioni on line, dagli acquisti di beni alla
prenotazione di un ristorante, o un “passaggio” in auto con il contestato Uber.
E le aziende ? Il nuovo contesto porta alla modifica della struttura
organizzativa: le attività legate al Web non sono più di competenza della
funzione IT ma nascono nuove figure all‟interno delle aziende per governare
nuovi modelli di business.
Questi concetti sono delineati in un articolo che pubblichiamo della
Fondazione Università Ca’ Foscari, un esempio di come l‟università si
inserisce nelle dinamiche delle aziende di fronte ai cambiamenti richiesti da
nuovi modelli di business.
La rubrica Imprese nuove riporta, anche in questo numero, le iniziative di
alcuni incubatori di start up, dirette alla formazione dei neo imprenditori e a
promuovere la collaborazione libero-professionale.
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Sommario
Dagli ecosistemi digitali, alla stampa 3D: l’Ateneo veneziano si candida a motore del futuro con il DIGITAL ENTERPRISE LAB, di
Angela Marigo, Project Manager Digital Enterprise Lab
Imprese nuove
Così virtuale, così reale, di Leo Brattoli, AREA Science Park, Trieste Innovation Academy: i neo imprenditori vanno a scuola di business, di Davide Modena, Trentino Sviluppo
Quando la condivisione diventa la base di un nuovo stile lavorativo: a Friuli Innovazione nasce Area Co-working per i professionisti italiani e stranieri, di Giulia Gortan, Friuli Innovazione E’ l’ora degli orologi in legno, di Astrid Brunetti, Heiko Schoberwalter, Anna Preißler, TIS innovation park Una giovane realtà approdata a BIC Incubatori FVG S.p.A ed in crescita: PSG s.r.l, da BIC Incubatori FVG S.p.A
L’agricoltura è sempre più digitale, di Alessandro Tibaldeschi, I3P, Torino
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Dagli ecosistemi digitali, alla stampa 3D: l‟Ateneo veneziano si candida a motore del futuro con il DIGITAL ENTERPRISE LAB
Stiamo entrando nella terza era dell‟Enterprise IT. Dopo il primo periodo dell‟ “IT
Craftsmanship”, fondato su capabilities quasi artigianali, passando per la fase
dell‟ “IT Industrialization”, focalizzata su Servizi IT di elevata qualità, - spiega il
Prof. Giovanni Vaia, docente di Global Sourcing ed Economia Aziendale al
Dipartimento di Management di Ca‟ Foscari - si è arrivati all‟uso delle nuove
tecnologie per l‟abilitazione dei nuovi business model, ad una nuova cultura e a
nuovi modelli organizzativi attraverso l‟utilizzo di devices mobili, social media,
dati destrutturati e multimediali, internet delle cose, in una parola il “Digital”.
E il Digital Business richiede nuove professionalità e nuove competenze
basate su un approccio interdisciplinare che permetta di rispondere con una
strategia corretta alle sfide di business, derivanti da un mondo diffusamente
digitale.
La parola d‟ordine, insomma, è contaminazione tra ICT, business strategy e
marketing planning.
E‟ in questo contesto che nasce il Workshop Executive DIGITAL
ENTERPRISE LAB: non è un corso di formazione, non è un seminario, è un
percorso di sviluppo manageriale, un laboratorio in senso proprio, volto alla
formazione di figure professionali ad alto potenziale: deputy manager della
funzione aziendale ICT o di funzioni finalizzate all‟abilitazione dei nuovi business
model digitali, che intendono confrontarsi su temi di frontiera e innovazione al
fine di acquisire conoscenze e competenze di orientamento strategico e
manageriale, oggi considerate trasversali rispetto alle diverse funzioni aziendali.
Non basta più avere in azienda degli “esperti” in Innovation Technology. È ormai
tempo di riconoscere le competenze che stanno dietro a quelle figure un po‟ ibride
di Angela Marigo, Project
Manager Digital Enterprise Lab
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che possiamo chiamare Chief Digital Officer, Chief Marketing Technologist
piuttosto che Digital Business Model Designer.
Il percorso, iniziato il 9-10 gennaio 2015, composto di sei moduli di due giornate
consecutive ciascuno in formula weekend, per un totale di 12 giornate, si è
concluso il 24 giugno scorso con la presentazione dei progetti realizzati in team
nell'ambito di un "Digital Innovation Contest" finalizzati alla creazione di un
nuovo oceano blu: un progetto teso a innovare, creare, trasformare un modello di
business attraverso il digitale.
“TIR” è il progetto vincitore: una soluzione che “trasforma ogni viaggio in
un‟opportunità di trasporto merce tra privati”, ideata da Carlo Centofanti e Igor
Marcolongo di InfoCert SpA, e da Francesco Dalan di Lago SpA.
Il Workshop Executive fa parte, però, di un disegno più ampio. Il Digital
Enterprise Lab (DEL), non è solo un percorso di sviluppo manageriale, è un
laboratorio di sperimentazione, ricerca e formazione sul digitale a
360 gradi, che attraverso attività di ricerca, didattica ed eventi, punta a
contribuire alla crescita delle competenze digitali del paese e a facilitare
l‟introduzione degli strumenti digitali all‟interno delle imprese italiane. Il DEL
supporta infatti studenti, imprese ed enti pubblici nei processi di valorizzazione
delle nuove tecnologie digitali, stimolando processi di innovazione attraverso lo
sviluppo di percorsi formativi e offrendo la possibilità di sperimentare gli
strumenti a supporto del business aziendale.
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Il DEL fonda la propria attività sulla seguente Vision: “Creare una Visione
Digitale in ogni Impresa Italiana e nel nostro Sistema Paese”, che si
traduce nella seguente Mission: “Accompagnare le Imprese e le
Organizzazioni nei loro processi di Digital Transformation”.
Il DEL è guidato dal Prof. Vaia e ha sede presso la Fondazione Università Ca’
Foscari, la quale supporta il progetto provvedendo alla sua gestione
amministrativa. Il DEL si è dotato di un regolamento e si è strutturato in un
Comitato di Gestione ed un Comitato Strategico, all‟interno del quale vi è
una rappresentanza di imprese della domanda e dell‟offerta, associazioni, media,
agenzie, imprenditoria e accademia. Il DEL ha inoltre attivato una serie di
partnership con le principali associazioni ed aziende del settore, che intende
implementare nel corso del 2015. In corso di perfezionamento sono anche alcuni
accordi con la Pubblica Amministrazione. Ha inoltre avviato collaborazioni con
università straniere, tra le prime la University of Maryland ed il suo Center for
Digital Innovation, Technology, and Strategy (DIGITS).
Il DEL raggiunge una community di centinaia di professionals ed esperti che
gravitano intorno al mondo dell‟Information Technology e non solo; raggiunge
anche PMI, studenti, neo-laureati, giovani in età scolare, insieme ad insegnanti e
genitori, cittadini in senso ampio e la Pubblica Amministrazione, tramite diverse
iniziative con l‟obiettivo di trasmettere loro il valore della digitalizzazione.
Il DEL opera attraverso tre Direttrici Strategiche - Digital Awareness, Digital
Competencies, Digital Projects - alle quali corrispondono tre principali Aree di
Intervento – Events, Education and Research.
Events. Tramite l‟organizzazione di eventi, conferenze ed attività di
comunicazione, il DEL intende contribuire alla Digital Awareness su più livelli,
dalla sensibilizzazione del pubblico più ampio, alla disseminazione dei risultati
della ricerca accademica e delle best practice aziendali. Ne è un esempio la
partecipazione annuale alla Notte Europea della Ricerca – Venetonight (la
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prossima edizione si terrà il 25 settembre p.v.) e la partecipazione alla Digital
Week, un evento innovativo e trasversale, con cadenza biennale, che unisce
persone, istituzioni e aziende per esplorare le trasformazioni indotte dalle
tecnologie digitali nei vari ambiti della società, dell‟economia e della cultura,
prevista nella sua terza edizione nella primavera 2016.
Education. Attraverso lo sviluppo di percorsi formativi e offrendo la possibilità di
sperimentare gli strumenti a supporto del business aziendale, il DEL intende
stimolare processi di innovazione e contribuire allo sviluppo delle Digital
Competencies. Tra le attività di maggior successo, oltre al Workshop Executive
DEL, troviamo un percorso rivolto a giovani neolaureati – l‟Academy in Digital
Innovation & CRM - finalizzato alla trasformazione di giovani e brillanti
neolaureati in professionisti propensi all'innovazione digitale al servizio della
crescita delle aziende. I ragazzi usciti dall‟Academy, grazie al supporto di Modis
Italia, divisione specializzata del gruppo Adecco, stanno già muovendo i primi
passi nel mondo del lavoro: l‟obiettivo del placement per la maggior parte di loro
è già stato raggiunto.
Research. Attraverso attività di ricerca scientifica e ricerca-azione che utilizza
strumenti e metodi sia qualitativi che quantitativi, come case study, focus group,
tavoli di lavoro, survey, il DEL intende dar vita a numerosi Digital Projects di
approfondimento sui temi più svariati del Digitale.
E‟ finalmente possibile annunciare l‟imminente inaugurazione del DEL FabLab,
laboratorio di stampa 3D, che verrà attivato grazie ai fondi stanziati dalla
Regione Veneto nell'ambito dell'Agenda Digital del Veneto. Il laboratorio si
troverà al Campus Economico di San Giobbe, a Cannaregio, a pochi minuti a
piedi da Venezia S. Lucia. L‟obiettivo del DEL FabLab è quello di diffondere la
conoscenza delle tecnologie di produzione digitale e favorire
l’innovazione nel tessuto universitario, economico e produttivo del Nord-Est e
della società civile. Il DEL FabLab è un progetto democratico e sociale dove
far incontrare diverse community specializzate dal design ai prodotti,
contribuendo alla diffusione del Made in Italy in tutto il mondo, e alla ripresa
del vantaggio competitivo del Nord-Est.
www.unive.it/del
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Così virtuale, così reale
I mock-up digitali sono di grande utilità nella progettazione
industriale, grazie al rendering real-time frutto del ricalcolo
istantaneo di decine di geometrie 3D complesse al secondo.
L’esperienza di Arsenal.
Durante lo sviluppo di un progetto complesso, è
sempre più frequente che l'industria delle
costruzioni faccia ricorso a rendering statici o
animati con lo scopo principale di mostrare
anteprime alla committenza. Ciò facilita di certo
la visualizzazione delle soluzioni da adottare ma
non è di per sé di aiuto per i progettisti, ai quali serve verificare, soprattutto in
fase di sviluppo, aspetti molto più legati alle funzionalità del progetto (dinamica,
ergonomia, manutenzione, sicurezza) che alla sua estetica. Per questa ragione,
quando possibile, si ricorre a modelli fisici in scala reale o ridotta (mock-up)
completi di parte delle funzionalità previste. Si tratta generalmente di modelli
costosi, che richiedono inevitabili aggiornamenti e la cui realizzazione richiede
tempi che spesso allungano la durata del lavoro.
In questo scenario, i mock-up digitali (DMU) vengono incontro alle esigenze di
una progettazione efficace, grazie alla potenza delle attuali graphic processor unit
(GPU), sviluppate soprattutto per il ricco mercato dei videogiochi ma che hanno
notevoli potenzialità di utilizzo anche per applicazioni tecniche. Il fattore
fondamentale è costituito dal rendering real-time, cioè la possibilità di produrre
immagini, anche stereoscopiche, ottenute dal ricalcolo istantaneo di decine di
geometrie 3D complesse al secondo, in grado di restituire sequenze fluide come
un video. Ciò si traduce, per esempio, nella possibilità di variare rapidamente il
punto di vista della geometria 3D, dando l‟impressione all'osservatore di
muoversi liberamente nell'ambiente virtuale. Aggiungendo a ciò altre
funzionalità, come modelli matematici e software di controllo e d'interfaccia, si
possono costruire DMU che virtualizzano in toto il progetto, con tutte le sue
forme e funzioni.
di Leo Brattoli,
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Per essere un ausilio efficace alla progettazione, il processo di realizzazione del
digital mock-up deve essere velocissimo, così come gli aggiornamenti della sua
configurazione devono essere sincroni con gli sviluppi del progetto, acquisendo
input diretti dai formati CAD professionali presenti sul mercato. In sostanza, con
il DMU un team di progettazione può effettuare design review avendo davanti la
rappresentazione virtuale del progetto nel suo stato di avanzamento più
aggiornato, usufruendo in pratica di un vero simulatore, che assume molte
funzionalità e caratteristiche del prodotto (interfaccia uomo-macchina,
ergonomia, sicurezza, usabilità, accessibilità, manutenibilità ecc.), ad esclusione
della sua materialità (ad es. qualità strutturali o termiche). L‟applicazione può
essere controllata tramite interfacce virtuali, ad esempio tablet, ma anche fisiche,
come pannelli di comando identici a quelli previsti nella realtà operativa.
PROXIMA drillship (Courtesy of Fincantieri)
Un proprio spazio nel mondo del digital mock-up se lo è ritagliato negli ultimi
quindici anni Arsenal, società che sviluppa software per la simulazione. “La
geometria del modello 3D può essere molto complessa – spiega Pietro Miceu,
responsabile di Arsenal in AREA Science Park - arrivando anche a diversi di
milioni di triangoli, che sono l‟elemento base della rappresentazione 3D. E‟
questo ad esempio il caso della modellizzazione di una nave per l'offshore al quale
stiamo lavorando per Fincantieri”.
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L‟obiettivo della simulazione deve essere sempre quello di garantire un rendering
real-time fluido, in cui la libera manipolazione del modello virtuale, la possibilità
di identificarne le parti, smontarle e rimontarle, sono fattori strategici per un
efficace design review. Gli utilizzatori dovranno essere messi nelle condizioni di
esaminare l‟oggetto da ogni angolo visuale, di procedere all‟eliminazione di un
componente oppure alla sua sostituzione immediata con uno alternativo. Se poi il
progetto prevede movimenti di parti e meccanismi azionati da motori e comandi
elettronici, il digital mock-up deve poterli replicare e consentirne il controllo
completo. Per questo deve avere in sé tutte le funzionalità dinamiche,
implementate nel software come logica o modello matematico.
“E' di fondamentale importanza anche la dimensione con cui viene percepito il
modello virtuale – sottolinea Miceu -. Se il modello viene visto in scala 1:1, tutta
l'attenzione dell'osservatore può essere dedicata all'analisi dell'oggetto su una
molteplicità di aspetti quali ergonomia, accessibilità, manutenzione ecc..
Modellini in scala, o peggio immagini stampate e rendering, per essere rapportati
alla realtà obbligano ad uno sforzo d'immaginazione che impedisce molto spesso
di valutare tutti gli aspetti in modo oggettivo.
Infine, la caratteristica che completa il realismo della percezione è la visione
stereoscopica, che aggiunge alla simulazione il senso della profondità, „di solido‟
del modello virtuale”.
Quanto questo sia un aspetto cruciale lo rivela anche l‟esperienza avuta qualche
tempo fa da Arsenal con un cliente che necessitava di un progetto di architettura
presentato al cliente in digital mock-up per un locale di ristorazione. L'architetto
aveva progettato una soluzione interpretando i desideri, alquanto originali, dei
proprietari, marito e moglie. Una volta giunta nel laboratorio in Area Science
Park, la coppia fu invitata a indossare degli occhialini 3D, trovandosi così
immersa nel ristorante virtuale percepito nella sua dimensione reale, nel quale ci
si poteva muovere esaminando gli spazi da qualunque punto di vista. Si scatenò
una discussione accesa tra marito e moglie, che si sentivano già operativi in
quell'ambiente, come fosse reale: uno trovava problematico il transito dalla
dispensa alla cucina, l'altra criticava la tortuosità del percorso dei camerieri, e
così via.
“La lite fu reale e il progetto venne bocciato – commenta divertito Miceu – ma,
superato il momento di delusione, l'architetto ammise che quella del digital
mock-up era stata un'ottima idea, che aveva evitato probabilmente più gravi
dispiaceri futuri...”.
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Quando la condivisione diventa la base di un nuovo stile lavorativo: a Friuli Innovazione nasce Area Co-working per i professionisti italiani e stranieri
Circa un decennio fa Brad Neuberg,
programmatore informatico di San Francisco, ha
rivoluzionato il modo di lavorare di molti freelance
mettendo in piedi il primo co-working, un luogo
dove degli sconosciuti condividono
temporaneamente uno spazio di lavoro, entrando
così in contatto con altri professionisti e potenzialmente avviando nuove e
inaspettate collaborazioni.
La filosofia che sta alla base di questo stile lavorativo, rilanciato recentemente a
Udine da Friuli Innovazione con AREA CO-WORKING come completamento
delle modalità per accedere al Parco Scientifico e Tecnologico di Udine, attrae
liberi professionisti, “homeworkers” e aspiranti startupper che cercano una
soluzione al potenziale isolamento in cui possono incombere lavorando da casa,
mantenendo al contempo la propria autonomia professionale.
L‟ubicazione di AREA CO-WORKING di Friuli Innovazione, vicina al centro di
Udine ma nel verde di un parco di 80mila metri e nelle immediate vicinanze
dall‟autostrada A23, lo rende particolarmente fruibile anche per i professionisti di
altre regioni italiane o dei paesi limitrofi - Austria, Slovenia e Croazia - che
possono approfittarne per incontrare clienti e prospect o nuovi partner in un
ambiente attrezzato e professionale.
Dopo “Hat Factory”, la vecchia fabbrica di cappelli adibita da Neuberg a ufficio
condiviso, nel giro di pochi anni il co-working è un fenomeno che si è diffuso in
tutto il mondo, vedendo nascere solo in Italia circa 300 spazi che si differenziano
nello stile, numero di postazioni, regole di accesso e altri dettagli, ma che
condividono tutti l‟assunto di base di un luogo dove sconosciuti si ritrovano per
lavorare, per pochi giorni o alcune settimane, pagando per il tempo
effettivamente utilizzato.
di Giulia Gortan,
giulia.gortan@friulinnovazione.
it
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Molto amato dai più giovani per la sua economicità e flessibilità, questo modo di
lavorare sta interessando sempre di più anche imprenditori che si stanno
reinventando, perché permette di unire le competenze maturate nel corso degli
anni con la freschezza delle nuove generazioni. Una combinazione che mette in
contatto esperienze complementari, consente di ampliare il proprio network e
vivere una fase di transizione che spesso può guidare verso l‟auto-
imprenditorialità o alla generazione di nuove opportunità di business.
Con AREA CO-WORKING Friuli Innovazione intende creare una comunità di
professionisti e creativi di tutti i settori che interagisca anche con le imprese
innovative ubicate al Parco e con la rete di ricercatori e startupper che
frequentano l‟incubatore certificato Techno Seed, generando una contaminazione
virtuosa.
Pensare dunque che il co-working sia soltanto la condivisione di uno spazio fisico
è riduttivo. Il suo valore aggiunto sta appunto nella possibilità di creare
all‟interno di uno spazio-ufficio una rete di competenze a cui attingere nello
sviluppo e crescita del proprio business.
“La missione principale di Friuli Innovazione è proprio fare rete – spiega il
direttore Fabio Feruglio – quindi abbiamo deciso di dare una risposta anche a
coloro che necessitano di avere una sede temporanea dove lavorare, incontrare
clienti o partner ed interagire con noi e le imprese del Parco. Questa nuova
offerta rende ancora più ampia la rosa di soluzioni che il Parco propone al
territorio, dimostrando il nostro intento nel proseguire con la qualificazione di
azioni a sostegno dello sviluppo dell’occupazione locale e
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dell’internazionalizzazione, mettendo in campo strumenti concreti per favorire
l’arrivo di professionisti anche da fuori regione.”
Sono diversi gli imprenditori del territorio che hanno già colto questa nuova
occasione. Professionisti con una visione orientata alla condivisione che hanno
capito come sia importante fare rete per raggiungere nuovi target e nuovi mercati.
Le caratteristiche distintive del co-working di Friuli Innovazione sono, oltre
all‟ubicazione al centro di 80mila metri quadri di verde in un edificio Casa Clima
Classe A, la semplicità e flessibilità di utilizzo. Le 8 postazioni uso ufficio dotate di
wi-fi, la zona relax e la sala riunioni sono accessibili H24, sette giorni su sette. Per
prenotare una scrivania è sufficiente inviare un‟email a
[email protected] ed entro 24 ore il co-worker potrà ritirare il
proprio badge nominativo e prendere possesso dell‟ufficio temporaneo, ad un
costo di 10 euro al giorno o di 120 euro al mese, chiavi in mano.
Tutte le informazioni www.friulinnovazione.it/coworking
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Innovation Academy: i neo imprenditori vanno a scuola di business
Prosegue fino a dicembre il percorso organizzato da Trentino
Sviluppo e Stein Lab
L‟anno scolastico si è appena concluso,
ma non per le startup che “tornano sui
banchi di scuola” per affinare il proprio
stile imprenditoriale ed acquisire competenze specialistiche indispensabili a
rafforzare l‟attività d‟impresa.
E‟ partita infatti la seconda edizione di Innovation Academy, il percorso
formativo progettato da Trentino Sviluppo in collaborazione con Stein Lab, il
Laboratorio di strategia, imprenditorialità e innovazione del Dipartimento di
Economia e Management dell‟Università degli Studi di Trento.
Il programma prevede percorsi di studio organizzati a moduli, con lezioni tenute
da docenti universitari e specialisti nei vari ambiti.
Una proposta gratuita per le startup ospitate negli spazi di “pre-incubazione” di
Progetto Manifattura e Polo Meccatronica, è offerta a condizioni di favore per le
aziende dei BIC o di altri incubatori privati ma è aperta a costi contenuti anche
alla partecipazione di altre iniziative imprenditoriali non solo trentine.
Analisi e studio delle reti di commercializzazione e vendita, pianificazione
finanziaria, redazione di contratti con fornitori e clienti, forme e regole del
credito, strategie di marketing e comunicazione, strumenti per proteggere la
proprietà intellettuale (marchi, brevetti), accenni di controllo di gestione e
imposte, il rapporto con gli investitori. Sono queste le materie di studio previste
da Innovation Academy. Ad insegnarle sarà un team di qualificati docenti
universitari e tutor specialistici, che si soffermeranno sia sui concetti generali sia
sulle competenze più strettamente tecnico–specialistiche orientate alla gestione
d‟impresa. Nell‟offerta formativa particolare attenzione verrà dedicata a quel
particolare stile, proprio dell‟imprenditore, che miscela in dosi ideali propensione
al rischio, capacità tecnica, creatività individuale e dei collaboratori.
di Davide Modena,
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Una trentina gli iscritti ai primi moduli, partiti a fine maggio, nei quali si sono
approfondite le nozioni di diritto commerciale e d‟impresa, si è imparato a
leggere un bilancio, a conoscere i principi di pianificazione e di controllo gestione.
Si è anche parlato di pianificazione strategica ed economico–finanziaria, di
posizionamento di prezzo e canali di vendita, di marketing e presenza nel mondo
digitale.
A settembre (iscrizioni entro il 24 agosto) si parlerà di “Percorsi di innovazione”
con Alessandro Rossi, “Finanza d‟impresa” con Giacomo Manzana, “Strategie di
marketing” con Eugenio Lo Maglio, “Marchi e brevetti” con Paolo Guarda,
“Project management” con Loris Gaio, ed “Elevator‟s Pitch” con Augusto Coppola.
Dal 5 novembre al 10 dicembre (iscrizioni entro il 29 settembre) si terranno
inoltre dei corsi specialistici riservati agli ambiti meccatronica e green.
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Il programma completo dell‟Innovation Academy 2015 è disponibile sul portale
trentinsviluppo.it (http://bit.ly/1EfXLJD) dove è anche possibile iscriversi on-
line.
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E‟ l‟ora degli orologi in legno
“START UP!” Il concorso di business planning: HOLBA convince i
giurati.
Il team HOLBA dei giovani imprenditori Anna Kröll,
Oliver Leitner e Armin Silginer è il vincitore del
concorso di business planning START UP!”. Il premio
da parte del pubblico di START UP! se lo è aggiudicato
ieri sera il Team As Cosmeceutic Labor della giovane
imprenditrice Anna Pellicari. Attraverso un pitch di tre
minuti entrambi i team sono riusciti a convincere la
giuria e il pubblico con le loro idee imprenditoriali e business plan. Il concorso di
business planning START UP! è stato avviato dal Gruppo dei Giovani
Imprenditori di Assoimprenditori Alto Adige e dal TIS innovation park. Sono stati
conferiti premi per un ammontare totale di 53.000 euro.
In totale sono sei i partecipanti arrivati in finale al concorso START UP!. L‟ultimo
passo nella competizione per aggiudicarsi il premio per il miglior business plan
dell‟anno consisteva in un pitch dalla durata tre minuti – quindi una breve
di Astrid Brunetti, Heiko
Schoberwalter, Anna Preißler
TIS innovation park
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presentazione, con la quale i team in gara dovevano convincere delle proprie idee
imprenditoriali i nove giurati e i circa 100 spettatori presenti in sala al TIS.
Il team migliore è stato HOLBA è riuscito a illustrare al meglio – secondo il
parere dei giurati – i vantaggi del suo prodotto, attraverso la sua coinvolgente
presentazione. Il team “HOLBA southtyrolean watch design“ vuole portare sul
mercato orologi da polso in legno e metallo; un prodotto che affascina non solo
grazie al suo design esclusivo e personalizzabile, bensì anche grazie al fatto che
vengono prodotti in collaborazione con fornitori altoatesini e a partire da materie
prime locali.
Il pubblico presente nella sala plenaria del TIS innovation park ha preferito,
attraverso il live- voting elettronico, l‟idea della As Cosmeceutic Labor presentata
dalla giovane imprenditrice Sara Pellicari. Si tratta di una gamma di prodotti
cosmetici per pelli sensibili allergici a partire da materia prima locale.
Il secondo posto del concorso se l„è assicurato Armin Oberhollenzer con la sua
azienda Leaos, che vuole portare sul mercato una bicicletta alimentata ad energia
solare da produrre in serie. Il terzo posto è andato a Marius Bauer, Lukas
Bürgstaller e Alex Corazzaridel team Documee: i tre neoimprenditori hanno
sviluppato un software che funziona da interfaccia per collegare diversi servizi
web.
«I business plan dei sei finalisti erano stati elaborati molto bene» spiega Thomas
Moriggl, Presidente del Gruppo dei Giovani Imprenditori di Assoimprenditori
Alto Adige. «Ma alla fine sono state le brevi presentazioni dei finalisti a fare la
differenza decisiva. Una cosa è mettere per iscritto un‟idea imprenditoriale
strategicamente ben pensata; totalmente differente è invece convincere un
pubblico di 100 persone in soli tre minuti e vendere la propria idea» conclude
Moriggl.
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Il Presidente del TIS Nikolaus Tribus si è mostrato molto soddisfatto dell‟intero
sviluppo del concorso di business planning. Circa 90 team si sono iscritti con le
loro idee al concorso, e più di 30 hanno consegnato il proprio business plan
completo «Con queste cifre possiamo essere molto soddisfatti al TIS e in Alto
Adige» conclude Tribus.
Il Presidente della Provincia Arno Kompatscher ha ricordato nel suo discorso che
il concorso di business planning ha permesso a tutti i partecipanti, e non solo ai
vincitori, di ottenere un valore aggiunto. «Penso che soprattutto i coaching
durante lo svolgimento del concorso aiutano le aspiranti imprese a riordinare e
sviluppare nel modo giusto le proprie idee. Secondo me è proprio questo il vero
valore aggiunto del concorso» conclude il Presidente della Provincia.
HOLBA, il vincitore ufficiale di START UP!, ora può godersi due anni di
insediamento nell‟Incubatore del TIS innovation park, dei buoni dal valore di
10.000 euro del TIS innovation park e dalla Banca di Trento e Bolzano destinati
alla fase iniziale della creazione dell‟impresa, e ancora: un buono dal valore di
massimo 3.000 euro per la fornitura di gas e luce da parte di aew, e servizi
assicurativi da parte di ITAS dal valore di 2.500 euro. Ma non è finita qui: il
vincitore avrà a disposizione anche un servizio di consulenza dal valore di 1.500
Euro da parte del Bureau Plattner e un voucher per la formazione da parte della
WIFI della Camera di commercio di Bolzano dal valore di 600 euro.
Il concorso di business planning START UP! è un‟iniziativa del Gruppo dei
Giovani Imprenditori di Assoimprenditori Alto Adige e del TIS innovation park
con il gentile sostegno di Provincia Autonoma di Bolzano (Ripartizione per
l‟Innovazione, Ricerca, Sviluppo e Cooperative), Camera di commercio di Bolzano
- servizio Creazione d'impresa e WIFI, Libera Università di Bolzano – Facoltà
delle scienze dell‟economia, Banca di Trento e Bolzano, ITAS Assicurazioni, aew,
Bureau Plattner, Dolomiten.
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Giurati
Alfred Aberer, Camera di
commercio di Bolzano
(rappresentato durante la
premiazione da Irmgard
Lantschner) - Dietmar
Blasbichler, ITAS
Assicurazioni - Franco
dall'Armellina, Banca di
Trento e Bolzano
(rappresentato durante la
premiazione da Federico
Bison) - Armin Hilpold,
Bureau Plattner - Hubert
Hofer, TIS innovation park -
Christian Krapf, Gruppo dei
Giovani Imprenditori di
Assoimprenditori Alto Adige
- Flora Kröss, EWO -
Andrea Lanzingher, aew -
Alessandro Narduzzo,
Libera Università di Bolzano
Vincitori START UP!
Punteggio dalla giuria:
Primo posto: HOLBA, Anna
Kröll, Oliver Leitner e Armin
Silginer,, orologi da polso
in legno e metallo
Secondo posto: Leaos,
Armin Oberhollenzer,
bicicletta alimentata a
energia solare
Terzo posto: Team,
Vertreter, Produkt
Documee, Marius Bauer,
Lukas Bürgstaller e Alex
Corazzari, interfaccia
software
Quarto posto:
LEGIOINSTITUTE,
Bernhard Pircher, Mark
Raffeiner e Denis Tavella,
marchio di qualità per
l’acqua potabile
Quinto posto: As
Cosmeceutic Labor, Sara
Pellicari , prodotti di
cosmesi
Sesto posto: Snow &
Efficiency, Florian
Profanter e il suo team,
servizi per i comprensori
sciistici
Premio dal Pubblico:
As Cosmeceutic Labor,
Sara Pellicari , prodotti di
cosmesi
Coaches
Fernando Armellini -
Johannes Brunner, TIS -
Luigi Cavaliere, TIS -
Michaela Egebrecht, TIS -
Alexander Fritzi, ITAS
Assicurazioni - Thomas
Gemasser, Bureau Plattner
- Jürgen Hafner, Pronorm -
Stefan Jäger - Claudio
Manfrini - Gisella Novelli -
Florian Pichler, Hemime -
Ulrich Raffeiner, Pronorm -
Daniel Reiterer, TIS -
Bettina Schmid, TIS -
Sabine Schnarf, TIS -
Stefano Seppi, TIS - Alois
Spitaler, A-Solutions -
Manfred Trienbacher –
Walter Weissensteiner, TIS
- Marion Zelger, Business
Lex
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Una giovane realtà approdata a BIC Incubatori FVG S.p.A ed in crescita: PSG S.r.l
La più grande soddisfazione per chi svolge attività di
incubazione è di vedere in pochissimo tempo un business
plan ed idea imprenditoriale concretizzarsi in una società
che cresce sia in termini di fatturato che di personale
assunto. Particolare soddisfazione, per un incubatore, porta
un„iniziativa imprenditoriale promossa da giovani e questo è il caso di PSG S.r.l.
(www.psgrl.it). La società infatti viene fondata alla fine 2012 da 3 soci coetanei
che, a soli 24 anni, decidono di mettersi in proprio dando vita a PSG come società
di consulenza nello sviluppo e progettazione di schemi elettrici e cablaggio. Nel
2013 decidono di stabilire la propria sede operativa in BIC Incubatori FVG S.p.A
e, a poco più di 1 anno di permanenza nell‟incubatore, lo sviluppo dell‟azienda e la
conseguente esigenza di spazi più ampi, li vede “costretti” ad ampliare la sede
operativa raddoppiando lo spazio a disposizione.
Se parte del business della PSG è riconducibile all‟impiantistica elettrica civile -
fonte di confronto e di implementazione delle conoscenze da mettere a
disposizione del cliente - il settore che ha visto una particolare trend di crescita è
quello dell‟automazione navale. I tre soci, prima di fondare la PSG, avevano già
esperienza pratica e teorica nell‟automazione navale, e ora, con la propria società,
con capitale interamente italiano e con sede a Trieste, offrono al cliente un
servizio di affiancamento continuo per arrivare alla massima ottimizzazione delle
sue risorse e colmano il vuoto di mercato nel settore dell‟automazione navale
presente sul territorio, confrontandosi anche con un mercato globale. La scelta di
insediarsi al BIC è stata anche dettata dal fatto di poter qui cogliere la possibilità
di confrontarsi con altre aziende operanti nel settore e di creare con esse nuove
sinergie
Fin da subito la PSG ha avuto un riscontro positivo di mercato grazie ai propri
designer - giovani e motivati – che garantiscono duttilità di pensiero, prezzo
concorrenziale e alti standard qualitativi.
Ufficio Relazioni Esterne
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La proficua attività nel settore navale ha gettato le basi per creare - in particolare
- una forte sinergia tra PSG e un‟azienda leader mondiale nella produzione di
grandi motori marini e generativi.
Nel corso del 2014 la PSG ha fornito quasi 10.000 ore di consulenze suddivise tra
progetti hardware, progetti software e test; l‟esperienza maturata ha indotto i
clienti a richiedere la partecipazione attiva di PSG nei continui processi di
miglioramento dell‟automazione.
L‟ obiettivo è continuare a crescere mantenendo gli alti standard qualitativi con
una costante attenzione alle esigenze del cliente e all‟innovazione continua.
Allo scopo di aumentare efficacia ed efficenza dei propri processi, la PSG si sta
dotando di una certificazione di qualità UNI EN ISO 9001, ad imparziale ed
esterna garanzia degli alti standard qualitativi della consulenza offerta.
In conclusione, pare che le premesse per realizzare la mission della PSG S.r.l.,
ovvero di Non accontentarsi di soddisfare le aspettative del cliente, ma di
superarle, creando valore aggiunto per poter crescere assieme con vicendevole
profitto, ci siano tutte.
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L‟agricoltura è sempre più digitale
Tecniche innovative per
misurare l‟intensità della
pioggia, risoluzioni delle criticità
in ambito idrogeologico, analisi
da remoto di parametri
ambientali in campo agricolo e
viticolo. Ma anche controllo di
ambienti di conservazione e
stoccaggio di alimenti e
monitoraggio delle emissioni
odorigene. Sono alcune delle soluzioni che diverse startup incubate presso I3P,
l'Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino, hanno sviluppato
per rispondere alle problematiche attuali ed emergenti in campo ambientale e
agricolo.
Dalla Xylella, il batterio che sta uccidendo gli ulivi del Salento, alla moria delle api
causata da pesticidi e parassiti, è sempre più impellente in agricoltura l'esigenza
di monitorare in tempo reale lo stato di salute di piante e colture. E non solo.
Anche i parametri ambientali e idrogeologici sono fondamentali per il successo di
un raccolto e la sicurezza delle persone. Ma se fino a qualche anno fa i controlli
potevano essere garantiti solo dall'uomo, oggi arrivano in aiuto le nuove
tecnologie per rendere più smart ed efficienti queste operazioni.
“La filiera agroalimentare - ha sottolineato Marco Cantamessa, presidente di I3P
- è un ambito in grande trasformazione, nel quale la costante ricerca di valore
aggiunto porta a una domanda di soluzioni e tecnologie molto eterogenee tra
loro”. Una sintesi di questo quadro è stata offerta dall'evento “Soluzioni
innovative per il monitoraggio ambientale e l'agricoltura” che si è svolto lo scorso
14 Aprile a Torino. Nel corso dell'appuntamento è stato possibile toccare con
mano le innovazioni grazie ad un‟area espositiva allestita dalle startup che hanno
ideato i prodotti: Waterview, Resolving, iXem, Microla, Evolvea e ItalianID.
di Alessandro Tibaldeschi,
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Waterview nasce per sviluppare il sistema SmartRain, una tecnica innovativa
basata sull‟elaborazione delle immagini che permette di misurare a costi
accessibili l‟intensità delle precipitazioni piovose. La sua applicazione in ambito
agricolo permette di facilitare il controllo e la gestione dell'acqua e i trattamenti
delle piante, fattori chiave per il successo del raccolto.
Resolving, startup specializzata in ambito idrogeologico, fornisce servizi
specialistici per la risoluzione delle problematiche connesse con la progettazione
e la realizzazione di opere in sotterraneo (gallerie, caverne, condotte, miniere) in
condizioni difficili e per la gestione e risoluzione delle criticità connesse con la
stabilità dei pendii naturali e fronti minerari.
iXem è un sistema di rilevamento che permette di effettuare da remoto sia
l‟analisi di parametri ambientali, sia un‟analisi visiva in campo agricolo. Tramite
l‟impiego di sensori e telecamere wireless, un agronomo potrà consultare in
tempo reale e da remoto lo stato delle proprie piante analizzando diversi
parametri. Già applicata in campo viticolo, la tecnologia verrà sperimentata
anche nella coltivazione degli ulivi e all‟interno dei frutteti.
Microla ha invece sviluppato il sistema di monitoraggio GMCA (Gas Monitoring
for Controlled Atmophere) per il controllo remoto delle aree di stoccaggio dei
prodotti ortofrutticoli. Questa tecnologia è una soluzione ideale per ambienti
commerciali ed industriali dediti alla trasformazione degli alimenti ed allo
stoccaggio degli stessi.
Un'altra innovazione è targata Evolvea, startup che ha sviluppato CROMoS, un
sistema per il monitoraggio delle emissioni odorigene che consente di misurare in
continuo l‟impatto creato da impianti che generano cattivi odori. CROMoS,
basato su una rete di sensori off-grid, è facilmente installabile senza impattare
sulla normale attività lavorativa delle aziende.
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ItaliaID, infine, ha presentato Italcheck, sistema internazionale di certificazione e
tracciabilità per riconoscere l'autenticità del Made in Italy tramite l'utilizzo di una
smart utility in grado di leggere il codice o il Qrcode del prodotto. Un sistema per
tracciare la produzione attraverso l'etichetta e dare la possibilità al consumatore
di verificare attraverso lo smartphone la provenienza sicura del prodotto.