Data
E’ la forza più pericolosa dell’universo . Non si può
eliminare, ma solo riconoscere. Parliamo di stupidità. Un concetto, immediatamente noto a tutti, sfugge però ad una
qualsiasi definizione teorica . Nel 1988 lo storica
ed economista Carlo Cipolla fu l’unico in grado di
darne una definizione soddisfacente ,
stabilendone cinque costanti.
1 Ognuno di noi sottovaluta sempre il numero degli stupidi in circolazione
2 La probabilità che una persona sia stupida è
indipendente da qualsiasi altra sua caratteristica
3 Stupido è chi causa un danno ad altri senza nel
contempo realizzare alcun vantaggio per sé o
addirittura subendo una perdita.
4 Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle
persone stupide. In particolare i non stupidi
dimenticano sempre che in qualsiasi momento e luogo, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra
infallibilmente un costosissimo errore.
5 Lo stupido è la persona più pericolosa che esista
Da queste leggi Gianfranco Livraghi
ha redatto tre corollari: 1 In ognuno di noi c’è un fattore di stupidità che è
sempre maggiore di quello che pensiamo.
2 Quando la stupidità di una
persona si combina con la stupidità di altre, l’effetto
cresce in modo geometrico – cioè per moltiplicazione,
non per addizione, dei fattori individuali di
stupidità. 5 Combinare le
intelligenze di persone diverse è più difficile
che unire le stupidità. La stupidità ha una spiccata
vocazione a tradursi in azione ed è sempre
sottovalutata: per questo motivo è anche più
pericolosa della crudeltà che, avendo una logica
comprensibile, può almeno essere prevista e affrontata.
Lo stesso Codice Penale non si dimostra clemente
nei confronti della stupidità : i “futili motivi” costituiscono
un’aggravante , e non un’attenuante, di una pena.
Sorge spontanea una riflessione : dato che una
caratteristica degli stupidi è non sapere di esserlo,se pensiamo di non esserlo , non possiamo escludere
che invece lo siamo. Almeno qualche volta o
sotto qualche aspetto. Ciò potrebbe anche avere,
però, un riscontro positivo. Vi è infatti una funzione
evolutiva della stupidità:serve a far
compiere atti avventati che, spesso, possono rivelarsi
più utili che il non far nulla. Permette, i
n somma, di sbagliare. E nell’esperienza dell’errore
c’è sempre un progresso della
conoscenza. Per annullare la stupidità, dunque, è fondamentale
riconoscere i propri errori e correggersi.
Uno studio dell’università di Exeter (GB) ha identificato un’area del cervello che si attiva quando si sta per
ripetere un errore già commesso e che impedisce
perciò di ricadere negli stessi sbagli. Se la causa
della stupidità fosse pertanto un’anomalia di
questa regione del cervello, possiamo sperare di
correggerla, un giorno, con un intervento. Incrociando le dita però:non sarebbe
piacevole finire fra le mani di un chirurgo stupido …
Marika Morabito II C
C’E’ UNO STUPIDO DENTRO DI ME. DEVO APPROFITTARE DEI SUOI ERRORI
Il cervello è un organo meraviglioso: inizia a lavorare appena ti svegli e non smette fino a quando non arrivi a scuola …
N ° 4
1
2001 ODISSEA NELLO SPAZIO “2001 Odissea nello
Spazio” è probabilmente il più celebre dei tredici
lungometraggi che il regista Stanley Kubrick ha diretto
nella sua carriera cinematografica. Ispirato al
romanzo omonimo dello scrittore Arthur C. Clarke, il film rimane come modello,
archetipo del genere “Fantascienza”, nonché precursore di una nuova era nel genere stesso.
Molte sequenze di tale film rimangono nella memoria
collettiva, avendo fatto scuola a decine di registi,
mentre i brani musicali utilizzati come colonna
sonora sono ancora oggi spesso sfruttati in pubblicità
e citazioni varie. “2001” ripercorre il
cammino dell’uomo dalla sua nascita, la sua “Alba”,
fino alla sua evoluzione ultima. La cifra 2001
corrisponde al primo anno del terzo millennio, in
quanto simbolica data che all’epoca della realizzazione del film (concluso nel 1968)
corrispondeva al più lontano futuro immaginato. Alle origini dell’uomo, un
misterioso monolito compare sulla terra. La sua
presenza attiva l’intelligenza dei primati, che comprendono l’uso delle ossa degli animali
uccisi, quali prolungamenti delle loro braccia. L’uomo-scimmia uccide un animale
ed insegna ai suoi compagni a cibarsene;
durante l’ennesimo scontro, lo stesso uccide uno
dell’altro gruppo. Urlando il proprio trionfo, l’uomo –
scimmia lancia l’osso verso il cielo.
Anno 2001: sulla Luna, in prossimità del cratere Tyco,
è stato trovato un grande monolito nero, che pare sia
stato deliberatamente sepolto tre milioni di anni
prima, la cui esistenza viene tenuta sotto il
massimo segreto. Floyd e gli altri scienziati stanno per
scattare una foto ricordo, quando il monolito, colpito
dalla luce solare, emette un fortissimo suono, indirizzato
verso il Pianeta Giove. Diciotto mesi dopo,
l’astronave Discovery si dirige verso il pianeta
Giove. A bordo vi sono due astronauti, Frank e David, tre ricercatori ibernati e il
computer della nuova generazione, HAL 9000,
che è in grado di controllare il funzionamento di tutta l’astronave, nonché di
dialogare con gli astronauti. HAL 9000 comincia a dare segni di malfunzionamento,
avvertendo che un elemento esterno è in
avaria, e quindi trancia il tubo dell’ossigeno di Frank e lo scaglia lontano nello
spazio. Quando, poi, David, uscito per recuperare il
corpo del compagno, tenta di rientrare, il computer glielo impedisce. Nel
frattempo HAL ha ucciso il resto dell’equipaggio in
ibernazione. L’astronauta distrugge la memoria del computer, apprendendo il vero scopo della missione
(raggiungere Giove per scoprire il mistero del
monolito): dal monolito, sicuramente di origine
extraterrestre, è partito un misterioso segnale radio
verso Giove. Giunto nell’orbita di Giove,
Dave trova un monolito molto più grande e si
avvicina allo stesso, che si riempie improvvisamente di stelle. Dave viene spinto ad altissima velocità attraverso
il cosmo, verso pianeti lontani. Alla fine si trova in uno strano appartamento
bianco, dove progressivamente
invecchia. Poco prima di morire, egli vede di fronte al
capezzale un monolito nero.
Il corpo di Dave è avvolto dalla luce. Dave Bowman
non c’è più: al suo posto un bambino si muove nello
spazio, verso la terra. E’ il bambino delle stelle…il
quale apre gli occhi verso gli spettatori, negli ultimi
fotogrammi del film, quasi ad indicare la possibilità di rinascita per l’uomo, dalle
proprie ceneri. Capolavoro assoluto nella
storia del cinema, il film rappresenta una delle riflessioni più articolate
giunte sul grande schermo, che ancora oggi, a distanza di quarant’anni dall’uscita dell’opera, conserva molti
elementi di validità sul rapporto civiltà/tecnologia,
nonché sul destino dell’umanità.
E’ il desiderio di scoperta di questo Ulisse moderno a
portarlo verso l’esplorazione dello spazio, in quanto ricerca del suo
destino, ma soprattutto del suo passato; appare fin
dall’inizio, infatti, l’ispirazione profonda del regista al capolavoro di
Omero, l’Odissea. Il protagonista del film,
tuttavia, appare un non –attore: è HAL 9000, o
meglio, il suo occhio, la sua voce. Gli umani appaiono a sua disposizione, mentre lui sembra al loro servizio! Ma HAL non è una macchina
cattiva, né impazzisce: semplicemente e più
drammaticamente va in crisi, perché il suo sistema binario viene stravolto dalla presenza di un segreto da conservare e il computer
non può resistere a questa intrusione dell’umana
doppiezza nei suoi delicati apparati.
HAL ritorna allo stadio infantile, facendo il
medesimo percorso che dovrà fare l’astronauta
Dave, procedendo fino alla propria morte, per poi
risorgere come “feto delle stelle”, in gestazione per
una nuova umanità.
Paride Rossi IV B
ATTENZIONE!!!!!!!!!!!! Il titolo era tutta una
bufala per attirare i nostri amati lettori verso un argomento culturale anche se, per alcuni,
poco stimolante… ..Letture, ricerche e
approfondimenti hanno impegnato in pieno le
giornale di alcuni studenti del nostro liceo, che entro il
30 Marzo 2008 devono rappresentare il nostro
Istituto con un lavoro che
mescola insieme matematica e arte ,
letteratura e religione: un concorso portato avanti con
molto entusiasmo dai professori Attilio Spanò e
Immacolata Aversa, i quali hanno coinvolto la classi II A e I A con una piccola, ma
fondamentale rappresentanza della III C a
sintetizzare e raccogliere materiali che interessano la storia locale e nazionale. La
Matematica nel Medioevo nasce da una
collaborazione con l’Istituto Storico Italiano per il
Medioevo e la Società Italiana di Scienze
Matematiche e Fisiche Mathesis e ha lo scopo di
migliorare e ampliare i livelli di conoscenza e
competenza desti studenti italiani circa lo studio dei
numeri e i loro ambiti interdisciplinari, in particolar
modo l’arte in tutti i suoi aspetti. Materiali cartacei e
prodotti multimediali verranno poi sottoposti al
giudizio di una commissione paritetica che
il giorno 5 Maggio pubblicherà nel sito della Mathesis e nella rivista
Periodico di matematiche l’elaborato vincitore del
bando. Vittoria Scorda IIA
Giuseppe Vigliarolo IIA
2
LA PRIMAVERA DI IBICO
Tra gli autori della terra magno- greca che diedero fama e lustro al territorio si
colloca in una posizione privilegiata il poeta e
musico Ibico, nato nella prima metà del VI secolo a
Reggio. Fin dalla giovinezza si dedicò alla poesia, componendo in
patria canti corali, vicini alla produzione di Stesicoro.
Compose inni destinati ad essere cantati durante i
banchetti accompagnati dal suono della cetra, del flauto
o della lira. L’Antologia Palatina riporta un
frammento anonimo che sembrerebbe attinente alla
produzione dell’autore: “Io canto Reggio la punta
dell’Italia palustre, che sempre il sapore gusta
dell’acqua di Trinacria, che collocò sotto un pioppo
frondifero colui che la lira
amò, che i bei fanciulli amò, quell’Ibico che i piaceri conobbe. Sul tumulo
un’edera folta profuse e canne candide piantò”.
Una svolta nella sua vita si verificò intorno al 564 a.C., quando il poeta si trasferì a Samo alla corte del tiranno
dell’isola, Policrate, che aveva fama di munifico
Mecenate. Qui in ambiente ionico e sotto l’influenza della vicina Lesbo, patria
della poetessa Saffo , l’autore reggino si avvicinò ad un genere di poesia più
lirico e personale, componendo anche un
encomio per Policrate ed uno per l’omonimo figlio
Policrate il giovane. Fino alla morte del suo
protettore, avvenuta nel 540 a. C. Ibico svolse la sua
attività di cantore all’ombra della ricchezza, poi decise
di lasciare Samo e trasferirsi in Grecia. Ma, stando ad una leggenda,
sbarcato sulla solitaria spiaggia di Corinto, fu
assalito e ferito mortalmente da una banda di predoni; in punto di morte
il poeta vide in cielo uno stormo di gru e le pregò di vendicarlo. Ed infatti tra i banditi, rifugiatisi in teatro
sicuri dell’impunità, quando videro volare alcune gru,
uno disse: “Ecco le vendicatrici di Ibico!”. La frase rese sospettoso il
pubblico, poiché la morte del poeta era rimasta avvolta nel mistero, gli
spettatori chiamarono le guardie ed arrestarono gli
assassini; condotti in tribunale e giudicati colpevoli, furono poi
condannati a morte. Questa leggendaria versione della
morte di Ibico, il cui corpo secondo la tradizione fu traslato a Reggio, si lega
forse alla parola greca “ibyx”, che significa gru,
vicina al nome del poeta. Le sue opere furono raccolte
dagli antichi in sette libri, di cui oggi pervengono solo frammenti; il mito e l’eros
rappresentano i temi principali della sua
produzione. In uno dei testi più celebri Ibico canta: “A primavera, quando l’acqua dei fiumi deriva nelle gore e lungo l’orto sacro delle Cariti, ai meli
cidoni apre il fiore, ed altro fiore assale i tralci della vite nel buio delle foglie; in me Eros,che mai alcuna età mi
rasserena, come il vento del nord, rosso di fulmini
rapido si muove……” (fr.6 D)
Davide Codespoti I A
UN PROF CON LE ALL STAR AL LICEO!!! Non capita tutti i giorni di incontrare un prof come
dire?Non strano…semplicemente giovane di spirito come il nostro prof
d’arte Spanò ( non dite ami giovanile perché potrebbe
uccidervi!) Te arrivi la mattina a scuola e vedi
questo tutto fighetto con i Ray Ban, la camicetta
trendy e le all star e ti fermi un attimo a guardarlo
indecisa tra l’ammirazione e la curiosità. Spanò dà
subito l’impressione di una persona semplice, con cui parlare, scherzare…ha un
rapporto fantastico con tutti i suoi alunni e per quanto
l’ho potuto conoscere credo di non avere mai incontrato una persona così positiva, spiritosa e aperta diciamo giovanil…ops volevo dire
giovane!! :-) E’ principalmente per questo che quando ho
saputo che forse il prossimo anno se ne andrà ho sentito
il desiderio di scrivere un articolo per far conoscere
anche a chi non ha l’opportunità una parte di
quell’Attilio che a noi piace da morire. Ci vorrebbero più
insegnanti come lui nelle scuole, prof che sappiano instaurare un rapporto di
fiducia con i propri alunni, che diano rispetto per riceverne e rendano le
lezioni divertenti (non è che si faccia festa quando spiega ma provate a
sentirlo parlare e capirete che sfida ardua sia
prendere appunti, specie se ci sono parole con la “R”
e con la “S”). Ci sono tanti motivi per cui
dovrebbe rimanere e potrei stare qui ad
elencarli uno per uno , ma quale sarebbe poi il
piacere di scoprirli di persona? Vi vogliamo
bene prof restate! E se così non sarà rimarrete sempre
e comunque il nostro “vecchietto” con le all star!!!
Sonia Furina I A
3
C’è voluto un po’, ma alla fine la tanto agognata
assemblea d’istituto si è svolta lunedì 31 marzo. Già, lunedì 31 marzo, e pensare che questa assemblea era in programma prima della
metà del mese, ma i continui rinvii l’hanno fatta slittare dopo le vacanze
pasquali. “L’assemblea si terrà mercoledì…anzi…
sabato…anzi ..la settimana
prossima…oppure dopo le vacanze di Pasqua?”.
Nonostante ci sia stata una serie interminabile di
conferme, smentite e anche qualche mugugno, quasi fosse un tira e molla, alla
fine l’assemblea ha trovato la sua collocazione. Per l’occasione un gruppo
musicale, gli Scarma , è venuto a suonare dal vivo in cortile,nella cornice di una
piacevole giornata primaverile, gli Scarma hanno dato un tocco di
allegria alla mattinata con le loro canzoni e, oltre a farci divertire e ballare, hanno
colto l’occasione per lanciarci un messaggio,
ovvero quanto sia importante la terra in cui viviamo e soprattutto il
nostro ruolo in essa, perché possa un giorno migliorare.
Abbiamo trascorso una giornata diversa dalle altre,
in cui ci siamo divertiti molto, rendendoci conto, al tempo stesso, della nostra importanza nel contesto
sociale della nostra terra.
Vincenzo Meleca V C
31 MARZO, EPILOGO DI UNA LUNGA ODISSEA
I CUSTODI DELLE ANIME PERDUTE È a dir poco straordinario
ammirare, al mattino, i nostri visi sconvolti, stanchi,
annoiati, impauriti, esausti…che osserviamo imperterriti il professore della prima ora, pronti a studiare o a beccarci un ulteriore impreparato da
aggiungere all’interminabile lista.
È così ragazzi, la metà della nostra giornata la
trascorriamo a scuola! E con docenti che hanno il
compito di educarci culturalmente e
umanamente. Che divertimento! In particolare qui, al Liceo Classico “Ivo Oliveti”, abbiamo alcuni esemplari di insegnanti davvero strabilianti. In
primis c’è il prof. Giordano che con le sue fantastiche lezioni, in cui non mancano affatto espressioni dialettali e battute eccezionali, riesce
ad attirare l’attenzione anche dei più svogliati.
Prof. Bovalino caput mundi! Per non parlare dell’unico e
“solo” prof. Gaetano Briguglio che tra libri e giornali è su un altro
pianeta ma con la sua sconfinata cultura,
impartisce a noi alunni insegnamenti ineguagliabili.
Di certo non possono
mancare il “grande” prof Auteritano dall’assoluta passione per la nuova
tecnologia che tenta invano di coinvolgere gli alunni con
la sua fatidica domanda: “Allora ragazzi, chi vuole
partecipare al corso per la patente europea?” e lo
speciale prof. Scordino con i suoi sillogismi che fanno
girare la testa a mezza scuola.
E poi cari lettori, sapete chi sono le Reggio’s teachers? Le professoresse Latella, Iero e De Fontes, giovani, intelligenti e stra puntuali,
che partono dalla stazione, ogni mattina, con una
velocità supersonica per arrivare a scuola in soli
quattro minuti, una perfetta
maratona!! Ma i professori Chilà e
Spanò sono i docenti più stravaganti e innovativi dell’intero liceo che con
orecchino e all stars (converse) sono
simpaticissimi e più colti che mai!
La vicepreside inoltre, Prof. De Angelis, sembra una
donna d’affari, super impegnata tra le sue
straordinarie lezioni di filosofia e l’organizzazione
dell’orario scolastico. E il prof Scabellone lo
conoscete? È un vero e proprio personaggio con il suo stile retrò, lo sguardo
ammaliante, che nelle interminabili lezioni di
matematica attira
l’attenzione degli alunni con battute solitamente
incomprensibili. Non posso fare a meno di nominare le tre charlie’s angels, professoresse
Crupi, Aversa e Cotroneo, famose per il look davvero
fashion e la capigliatura sempre perfetta. Con
assoluta disperazione ci appelliamo alle supreme guerriere: Basta debitiiiii! Ovviamente conoscete fin troppo bene l’originale mix
dell’accento albanese, francese e calabrese della prof. Campagna, esigente
con i suoi alunni ma straordinariamente
comprensiva. Termino il mio resoconto con colei che è uno dei
pilastri portanti dell’istituto,per esperienza e
preparazione,la prof Antonia Montagna,che con gli insegnamenti di chimica e biologia stimola sempre
piu’ il nostro interesse (salvo quando rubano gli
organi del corpo umano,sito nel “nuovo” laboratorio).
Purtroppo lo spazio concesso non mi consente di scrivere ancora, ma la
cosa a cui tengo maggiormente, apparte il sarcasmo e lo scherzo è
rivolgere a tutti gli
IRENE PAPAS Irene Lelekou, meglio conosciuta come Irene
Papas è un’attrice teatrale e cinematografica greca che ha costruito con oltre settanta film una carriera
cinquantennale, collaborando con artisti del calibro di Anthony Quinn e Marlon Brando. L’attrice nasce a Chiliomodi, nei dintorni di Corinto il 3
settembre 1926 e a 12 anni entra a far parte della
scuola d’arte drammatica della sua città. Più tardi si trasferisce ad Atene per
studiare teatro. Negli anni seguenti si afferma come attrice teatrale e diviene
famosa per i ruoli femminili nei drammi di Sofocle ed
Euripide.Nel 1953 approda in Italia sul grande schermo
con “le infedeli” di Mario Monicelli.Nelo steso tempo
rimane in contatto con il regista greco Micheal
Cacoyannis che la invita ad Hollywood e qui comincia
la collaborazione con il cinema americano . Ottiene un ruolo in “Zorba il Greco” a fianco di Anthony Quinn, subito dopo torna in Italia ed interpreta la parte di
Penelope nello sceneggiato televisivo “Odissea” di
Franco Rossi ridistribuito in versione cinematografica e
ridotta a 105 minuti dai 440 originali divisi in otto parti e intitolata “Le avventure di
Ulisse”. In questi anni avrà anche una relazione
sentimentale con Marlon Brando, alla fine della
stessa i due rimarranno in buoni rapporti per molto
tempo. Negli anni 80 partecipa al film “Tutto in
una notte “ di John Landis e al film “Cronaca di una morte annunciata” di
Francesco Rosi. Da citare in questo periodo la collaborazione musicale
con Vangelis e la produzione di due album
“Odes” del 1980 e
“Rapsodies” del 1986. Durante gli anni 90 si
trasferisce in Portogallo dove lavora con Manoel de Oliveira e con John Madden
nel non eccellentissimo “Mandolino del Capitano Corelli”. Nel 2004 ha co -
diretto con Giuliana Berlinguer “Ecuba” dal testo
teatrale di Euripide. Nel 2005 ha diretto, con
assoluto riconoscimento di critica e pubblico,
“Antigone” di Sofocle al teatro greco di Siracusa.
Giovanni Prestia II A
4
MISTER E MISS...BRONZI DEL CLASSICO Sabato 15 marzo il nostro liceo dà prova della forte americanizzazione e da buoni teenagers siamo chiamati agli oneri della patria, perciò ai voti! In
gioco le sorti dell'istituto, si devono eleggere Mr e Mrs Classico. Consistente è il dispiacere in vista della mancata propaganda,
d'altronde essendo 500 i candidati le elezioni
sarebbero state posticipate. Le urne vengono chiuse.
Inizia il conto alla rovescia fino a mercoledì 19, giorno
della proclamazione. Si ipotizzano i vincitori,
nascono le prime voci di corridoio, ciò nonostante tutto in dubbio! C'è chi da poca importanza a questa "carica", chi già prepara il
discorso di ringraziamento, chi vota e fa votare un
proprio conoscente, per finire c'è chi sente la
competizione e il trono vuole guardarselo bene, ma i nostri reali tronisti vantano una fama ancor più grande quelli di Uomini e Donne e spodestarli non è semplice! Arriva il giorno della festa
organizzata da Jacopo Macrì, Rocco Mollace,
Carlo Previte e Giuseppe
Romeo presso i locali del Rikaroca, con la presenza alla consol di Mr FerdY Dj.
Si rendono finalmente pubblici i fantomatici
vincitori, le luci soffuse, la musica crea la suspence, i presenti che osservano, ed ecco che il vocalist Emiliano
annuncia i vincitori. Lucia Condemi e Francesco
Stefàno salgono sul palco e tra imbarazzo una e
fermezza l'altro, accolgono gli applausi del pubblico e la gioia dei loro amici. A conti fatti le imminenti
elezioni politiche perdono di importanza se accostate a
questo grandioso evento...Torniamo un pò
con i piedi per terra ragazzi, e a questi ghirigori diamo
meno peso, perchè svagarsi è lecito, ma una
volta chiuse le danze riprendiamo credibilità; in
fondo quella che non hanno mai perso Lucia e Ciccio
che semplici e ironici e con i loro difetti bene
rappresentano non un prototipo di fisicità ma un
modello di spontanea ironia.
Alessandra Denaro II A
È PRIMAVERA, SBOCCIANO I FIORI E FIORISCONO GLI AMORI Buongiorno a tutti cari
fanciulli.. siamo ormai giunti alla 3° edizione della
famigerata “caccia alle coppie”..
Era nostra intenzione concludere con una
scoppiettante 2° pubblicazione, ma, poiché i continui sbaciucchiamenti
all’interno del nostro istituto si ostinano ad aumentare,
siamo ben felici di procedere con questa
“avventura” . Sapevate che nella scuola c’è un
bravissimo batterista??? Ormai al termine della sua carriera di liceale, ma con
uno splendido futuro davanti grazie alle abili doti musicali, è innamorato da
tempo della giovane e solare solista del nostro
coro, anche lei esperta di musica: è infatti abilissima con la sua chitarra …non c’è che dire, la vostra è
indubbiamente una sintonia perfetta.. Uh!!!che sbadate
che siamo.!!! non c’eravamo accorte che c’e’
un altro super biondo nel liceo.. Ma sicuramente voi si! Firmato dai piedi alla
testa e dal fascino inconfondibile; e’stato
profondamente stregato da una fanciulla
amabile e paziente… Ma e’ proprio vero che sei così geloso?
Ricordati una cosa importante però: Frenesia,
gelosia ed eresia mai son sanate
per alcuna via.La lista non finisce mica qui:
persino l’impaginatore
del giornalino ha perso la testa per una meravigliosa donzella...non fa altro che
amoreggiare con la sua adorata,e gironzola per l’istituto con gli occhi a
cuoricino!☺ Ma i più chiccosi in assoluto sono due ragazzi,a dir poco conosciuti,che si lasciano e
si rincorrono continuamente,un invito disperato. Lui:prova a
trovare un paio di scarpe piu’alte.Lei:pur tremendamente
innamorata,non romperti più una gamba tanto non ti
raggiunge comunque. Siete stupendi!!
È già, proprio vero... la primavera è la stagione in
cui fiorisce l'amore!
Raffaella Griffo IIA Vittoria Scorda IIA
Alessandra Meleca I A
5
NOI,GIOVANI CICERONI Il progetto “Alternanza
scuola-lavoro:guide turistiche” promosso dal
prof Scordino da due anni vede gli alunni delle classi
del liceo protagonisti nell’opera di riscoperta e
valorizzazione della cultura e delle tradizioni della
nostra terra magno greca. E’ un cammino a tappe che, attraverso percorsi storici, incontri con esperti, visite
guidate nei centri di interesse turistico, ha come obiettivo quello di temprare
nuove giovani guide, preparate, accoglienti ed intraprendenti. Siamo dei
piccoli Ciceroni, che vogliono aprire le piccole porte della nostra terra al mondo. Per far amare la Locride è indispensabile che anche noi impariamo ad amarla e per amarla
dobbiamo conoscere i suoi paesaggi, la sua cucina, il
suo sole, il suo mare, la sua gente, ripercorrendo le
tracce della nostra storia millenaria. Dobbiamo
chiamare la nostra terra per nome e cognome, i suoi monti, le sue fiumare, le sue vallate, i suoi golfi, le sue chiese, i suoi parchi, i
suoi musei ci devono essere familiari, e
dobbiamo essere orgogliosi di essere suoi figli. Questo progetto ci ha entusiasmati
perché è un modo alternativo di “fare scuola”, è la scuola che esce dalle
mura dell’edificio per andare ad incontrare il
territorio e si apre al mondo
dei grandi e al mondo del lavoro. Non più la storia che
parla di noi, ma noi che parliamo della storia. E’ un
modo divertente per mettersi in gioco e allargare
i nostri orizzonti. La domanda è: una volta che
ci saranno le guide turistiche, ci saranno anche
i turisti?
Domenico Siciliano II E Marta Maiolo II A
“IL FISCHIO GIA’ SI SENTE, IL FUMO GIA’ SI VEDE” Questo articolo è stato scritto per l’edizione del mese di aprile, mese nel quale il venticinquesimo
giorno è ricordato come “la festa della Liberazione “. Si celebra la data nella quale l’Italia esce dal secondo
conflitto mondiale e si libera definitivamente del fascismo
e del nazismo. Sebbene sottolinei la negatività dei
due regimi dittatoriali, i protagonisti della storia che sto per descrivervi non sono né partigiani, né americani, né rappresentano qualsiasi
altra forza di resistenza contro Mussolini ed Hitler.
Gli eroi sono gli italiani stessi e precisamente due italiani
fascisti o almeno componenti dell’esercito italiano che sottostavano
agli ordini del Duce. Il protagonista, in particolare è un uomo che ho conosciuto molto bene: il suo nome era Commisso Filippo. Filippo, in quel periodo era un ragazzo
come noi, in altre circostanze, avrebbe potuto
frequentare il primo liceo della nostra scuola. Si
trovava a Lecce da 18 mesi, obbligato a prestare servizio
militare. In Calabria c’era una ragazza che amava,
Maria, e per lei sperava di ricevere al più presto il
congedo per fare ritorno a casa. Il congedo non arrivò,
giunse invece una lettera che gli imponeva, senza
fornire motivazioni, di recarsi insieme ai suoi commilitoni a
Genova. Giunto in Liguria apprese che l’esercito
fascista, inviato dal Duce in Etiopia, stava subendo numerose sconfitte, per
questo il distaccamento di Filippo fu costretto a partire per l’Africa per sostenere l’azione bellica. Così nel
settembre del 1934 a bordo della nave “Sardegna”
Filippo salpò per l’Africa.
Molti furono i pensieri che gli attraversarono la mente, tutti
rivolti alla sua amata terra Calabria e soprattutto a
Maria. Egli che giovanissimo non aveva mai partecipato ad un combattimento ora si vedeva costretto ad essere gettato in una vera e propria guerra, in un paese straniero distante migliaia di chilometri
da casa. Giunti in Africa i soldati si stabilirono in Libia fino al 20 dicembre, data del trasferimento , per mare, in
Eritrea. Ad Asmara l’esercito passò sotto la guida del capitano Passeri e dei
tenenti Oliva e Matrubonu. Questi lo guidarono fino a Macallè davanti al futuro
successore di Mussolini al governo: il generale
Badoglio. Filippo sostenne la fatica di un lungo viaggio e conobbe innumerevoli volti e nomi non partecipando, fino a quel momento, ad
alcuna battaglia. Le vicissitudini iniziarono
quando l’esercito marciò attraverso i monti Orcamba,
Ambaradamba e San Pellegrino. Nessuno di loro, nemmeno Badoglio avrebbe
potuto ipotizzare che i nemici fossero appostati in
agguato dietro le insenature e le rocce. Infatti, appena l’esercito si trovò a metà
strada, la resistenza africana li attaccò alle spalle. La battaglia fu durissima e
sanguinosissima, Filippo vide per la prima volta la
morte. Molti furono i caduti, sia dall’una che dall’altra parte. Filippo vide morire
molti compagni. Alla fine del massacra gli italiani
riportarono la vittoria sul nemico. L’esercito
programmò di sostare presso un cantiere italiano: i soldati credevano che giunti
lì finalmente dopo tanto vagare, avrebbero avuto la possibilità di riposarsi. In
realtà quando arrivarono sul luogo dove doveva erigersi
un cantiere, trovarono soltanto fiamme, rottami e
morte. Interrogati i sopravvissuti, Badoglio e i suoi vennero a sapere che la resistenza, la sera prima, con un attacco a sorpresa,
aveva distrutto tutto e ucciso quasi tutti gli italiani che vi lavoravano. Passando in
rassegna i cadaveri Filippo notò due corpi vicini, uno di
uomo e l’altro di donna. Volle conoscere l’identità di
quello femminile, considerato che , a parte le donne africane, non c’erano
italiane sul posto. La risposta non si fece
aspettare: la donna era la moglie del capocantiere,
l’uomo accanto a lei il marito. Un uomo raccontò a
Filippo che il rumore dell’attacco nemico aveva
fatto svegliare il capocantiere che, afferrata
la pistola, fece partire accidentalmente un colpo
contro la consorte, provocandone la morte.
L’uomo si sarebbe tolto la vita per la disperazione.
Il giorno seguente l’esercito di Badoglio si diresse verso Addis Abeba, luogo in cui si unì alle truppe del generale
Graziani. Ora era necessario sostenere le battaglie finali e
decisive, che avrebbero consentito di annettere
l’Etiopia all’Italia. L’esercito italiano disponeva di un aeroplano, il pilota del distaccamento era Tito
Minniti, Filippo lo conobbe. Dopo le stragi a cui aveva
assistito non aveva intenzione di perdere ancora
altri amici, per non doverli piangere, oppure, perché
no, essere pianto. L’esercito etiope si trovava dietro
alcuni colli,non conoscendone la posizione
esatta Graziani ordinò a
Minniti di sorvolare la zona per localizzare i nemici. Il
pilota in volo venne abbattuto dagli africani. Tito non morì precipitando, ma ferito fu fatto prigioniero e torturato, morendo così dissanguato. Graziani
localizzate le basi nemiche, ordinò di lanciare il gas, neutralizzando l’esercito
africano e consegnando la vittoria all’Italia.
Nel settembre 1935 per Filippo finì la guerra in
Etiopia. In Africa egli visse un anno all’insegna della
sofferenza della disperazione, della morte.
Sotto il comando del maggiore Scappini , Filippo fece ritorno in Libia con il
suo distaccamento. Scappini, recatosi alla
caserma militare generale, chiese la possibilità di
rientrare in Italia per le sue truppe.
Filippo era immerso nei suoi pensieri, ricordando tutti i
momenti che aveva vissuto e le persone che aveva conosciuto in un anno di
guerra, quando il maggiore giunse davanti all’esercito pronunciò una frase che rimase impressa nella
memoria di Filippo “Il fischio già si sente, il fumo già si vede” Con queste parole
Scappini alludeva alla nave che avrebbe riportato gli uomini in Italia, a casa. Filippo tornò in Italia il 5 ottobre 1935, diede le
dimissioni a Fossano. Tornò in Calabria, sposò Maria
dalla quale ebbe cinque figli: Giuseppe, Teresa,
Vincenzo, Cosimo e Mario. Da quel giorno cercò di
dimenticare gli orrori della guerra, vivendo attraverso la famiglia i momenti più belli
della sua vita.
Vincenzo Belcastro III A
TU CHIAMALE, SE VUOI, EMOZIONI!!
La mia generazione ancora non esisteva, quando
Battisti saliva sul palcoscenico e cantava con quel suo particolare timbro
di voce , creando una perfetta sintesi fra la canzone italiana e
l’espressione della cultura rock. Eppure mi sono
accorta che, come me, molti giovani accendendo lo stereo insieme a Vasco e a
Liga, ascoltano anche Battisti. Spiegare il perché è
semplice: le sue canzoni sono belle!!!
Il cantante ha messo, nella sua storica collaborazione con Mogol, la sua creatività musicale al servizio delle
piccole emozioni quotidiane. Ed è proprio in
ciò che si nasconde l’essenza del suo successo!
Battisti racconta i primi amori, le gioie e le paure, le
speranze di ragazzi e di ragazze. Sentimenti questi
che, nonostante il trascorrere degli anni, continuano ad essere sempre uguali. Ed è
incredibile come possa toccarti la sua musica. Ti
rendi conto che molte delle sensazioni che provano i
protagonisti dei suoi testi, tu già le conosci e ti vengono i brividi. Difatti a circa dieci anni dalla sua morte ci
sono gruppi musicali che ripropongono le sue
canzoni, vari remakes e sono state prodotte
antologie che contengono inediti (LB – Lucio Battisti 98; Lucio Battisti 2000; Battisti 2003; Pensieri,
Emozioni collection 2003; Le avventure di Lucio
Battisti e Mogol 2002; Le avventure di Battisti e
Mogol 2005; Battisti Panella - il cofanetto 2006; Lucio
Battisti 2007).
Antonella Mercuri I A
GERACE: NIDO DELLA NOSTRA STORIA Cari lettori, nello sfogliare il quarto numero del nostro
stimato giornalino, leggerete, se vi va, questo altro articolo
che dal titolo stesso riconduce ad una relazione
riguardante una visita di istruzione . Giorno 4 aprile
alcuni alunni del nostro liceo si sono recati a Gerace per
visitarla e conoscerne le bellezze storico religiose; accompagnati dai nostri docenti e guidati dagli
studenti dell’Istituto d’Arte di Locri, nell’ambito delle
giornate organizzate dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) ,
abbiamo visitato inizialmente “la madre di tutte le chiese ortodosse” dedicata a San Giovannino, ancora oggi, dopo secoli e secoli , è
utilizzata per le celebrazioni di rito ortodosso. Ciò che colpisce subito di questa
chiesa è il suo essere uno spazio molto piccolo ma che
affascina perché, almeno secondo me, è come se al
suo interno racchiudesse un grande mistero. Dal punto di
vista strutturale è molto semplice e, come normale che sia sono stati eseguiti
dei lavori di ristrutturazione , in particolare è stata creata l’attuale entrata centrale, che originariamente non
c’era perché murata e ve ne erano soltanto una sul lato
sinistro della chiesa; anche
il tetto ed il pavimento hanno subito delle modifiche , però si è cercato di riproporli con lo stesso stile di un tempo. La seconda tappa è stata la
chiesa di San Francesco ormai sconsacrata e
sottoposta anch’essa ad alcuni lavori di
manutenzione: al suo interno sono stati esposti i lavori
degli alunni dell’Istituto d’Arte ispirati alle decorazioni degli atti notarili e gioielli antichi.
Dopo averli ammirati ci siamo diretti verso il posto più spettacolare, almeno a mio parere, di Gerace, “La cripta della fede”! Ecco la definirei proprio così. La
cripta della cattedrale, per l’occasione , è stata adibita a
Museo. In essa sono stati esposti antichi paramenti
sacri utilizzati in particolare dai vescovi e dai presbiteri
della Locride.: oltre ai
paramenti vi erano anche arredi sacri, ,crocefissi,
calici, pissidi, libri antichi, alcuni risalenti all’epoca
bizantina. Si può dire che il nucleo di attenzione di
questa visita è stata proprio tale cripta , luogo misterioso
e ricco di “Storia”!
In seguito siamo andati a visitare una mostra, di riproduzioni di utensili
antichi, organizzata sempre dall’Istituto d’arte. Le ultime due tappe sono state due
chiese, entrambe non complesse dal punto di vista
strutturale , ma ricche di rappresentazioni artistiche.
La prima di queste due chiese è stata “L’Oratorio dell’Addolorata”, qui mi è rimasto impresso il soffitto
barocco al cui centro è dipinta una croce avente una struttura a coda di rondine e decorata al suo interno con
simboli della passione di Cristo.
L’ultima tappa è stata la chiesa di Sant’Anna: ciò che in essa ha attirato subito la mia attenzione è stata la
statua di Santa Veneranda, che teneva in mano la bibbia ed il crocefisso. Vedendola
mi chiedevo; “Cos’è il mistero della vita?” Cosa
differenzia questa generazione da quelle
passate? Beh la risposta naturalmente è soggettiva, anche perché è legata al
credere in una entità superiore. Al termine di questa visita, dopo aver
scattato qualche foto ricordo, ci siamo recati a i pullman
che ci hanno ricondotto davanti la scuola. Ritengo
che a Gerace le associazioni culturali, il comune, il FAI, si
siano bene adoperati per salvaguardare le ricchezze
storiche presenti nel territorio e mantenere “vivi” il legami
con il nostro passato storico, religioso e culturale. Mi
auguro vivamente che tale iniziativa, allargandosi
sempre più, contribuisca a diffondere l’idea di un futuro
dipendente sempre ed in ogni caso dalle vicende
“eterne”del passato.
Maria Cristina Malgeri V C
7
QUELL’ALFABETO COSI’ SCONOCIUTO No, non starò qui a tenere
lezioni di lingua italiana. Né altre, se è ciò che avete
pensato. Non ho intenzione di interpretare il ruolo di
un’insegnante, nossignore. Ho un solo, unico, scopo. Combattere una malattia
mortale: l’ignoranza. Perché tiro in mezzo l’alfabeto, vi starete
chiedendo. Perché è ora di fare le presentazioni.
Potrà non essere piacevole, ma non è il caso di tirarsi
indietro. Dunque, guardatelo bene, eccolo qui.
A come Anoressia, B come Bulimia…DCA come Disturbi
da Comportamento Alimentare.
Coloro che ne soffrono sono un numero sempre
maggiore. Già otto anni fa l’Aba (associazione per lo
studio e la ricerca sull’anoressia, la bulimia e i
disordini alimentari) evidenziava che l’1% della
popolazione italiana soffriva di anoressia e la percentuale
saliva al 3 % parlando di bulimia. La situazione oggi è
tutt’altro che migliorata. Sebbene di recente i mass media si siano interessati
alla causa, la disinformazione tocca
ancora livelli preoccupanti. E’ opinione comune che i disturbi alimentari siano “capricci” da cui si può
guarire armandosi di una buona dose di pazienza e
forza di volontà. Li si guarda in modo distorto vedendoli
come veri disturbi dell’appetito, mentre la
natura di queste patologie è molto più devastante,
purtroppo spesso irrimediabile la loro
conclusione. L’anoressia nervosa è descritta
solitamente analizzando il suo etimo ( dal greco an
“senza” e “orexis” appetito)dimenticando che questo
comportamento esprime una mancanza di appetito per la
vita e non per il cibo. Contrariamente a quanto si crede, infatti, gli anoressici
sonno ossessionati dal cibo: sviluppano una sorta di
delirio di onnipotenza che credono di realizzare
privandosi del cibo, avendo così l’impressione di
esercitare un dominio completo sul proprio corpo. I
luoghi comuni sono caratteristici anche dell’aura
creatasi attorno al tema della bulimia, che da
tantissimi è considerata la malattia degli ingordi che , posseduti da un’inumana
voracità, divorano cibo fino all’inverosimile per poi
vomitare tutto subito dopo. In realtà essa, assieme
all’anoressia, è una muta richiesta di aiuto, che nasce
dal bisogno e dall’incapacità di ricevere amore. Sia la bulimia che
l’anoressia presentano caratteristiche comuni (il rifiuto del cibo nel proprio
stomaco), ma al contempo si differenziano in modo
abissale sotto altri punti di vista: ad esempio gli
anoressici si riconoscono “a colpo d’occhio” mentre i comportamenti bulimici
possono rimanere facilmente nascosti.
A queste due patologie si aggiunge l’obesità nel
quadro dei disturbi alimentari, l’elenco però non
termina qui. Esistono, infatti, mali
psicogeni di cui pochissimi sono a conoscenza.
• il BINGE EATING
DISORDER ( o “disturbo da alimentazione incontrollata”):
è caratterizzato dalla presenza di ricorrenti
abbuffate, non accompagnate però da
alcuna strategia di compensazione (vomito
autoindotto, abuso di lassativi, attività fisica
esasperata) come invece avviene nella bulimia nervosa. Coloro che
soffrono di questo disturbo non riescono a controllare l’impulso di alimentarsi. La
sensazione di perdita di controllo genera un forte
senso di colpa, che può di conseguenza scatenare depressione dovuta ad
insoddisfazione corporea. • La NIGHT EATING
SYNDROME (o “sindrome da alimentazione notturna) scoperta dallo psichiatra
americano Albert Stukard, è caratterizzata da anoressia mattutina, iperfagia serale
ed insonnia. Tre studi (comportamentale,
neuroendocrino e sulla perdita di peso corporeo) hanno dimostrato come nelle persone affette da
NESvi sia un’inversione del ritmo ormonale notte/giorno (cioè tra melatonina – che
influisce sul sonno - e leptina che influisce
sull’appetito-) affiancato da un crollo dell’umore durante
i risvegli. • Il DIETING (o “dieta
cronica”): è un disturbo che implica un’attenzione costante alla dieta , un
esasperato controllo del peso ed un’oppressiva angoscia ogni qualvolta
questo varia. Chi ne soffre vive una vita normale (sebbene il concetto di “normalità” sia alquanto
ambiguo), polarizzando però ogni attenzione verso la cura
esasperata del peso. Gli EDNOS (o “disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati”)
sono patologie che tendono a rimanere latenti e a
cronicizzarsi, sono
caratterizzati da variazioni comportamentali che
spaziano dall’anoressia alla bulimia e comprendono
anomalie che non sono state ben delineate, come ad
esempio la sindrome “mastica e
sputa” (CHEWING AND SPITING SYNDROME): chi ne soffre passa gran parte del suo tempo a masticare grosse quantità di cibo che poi non vengono deglutite . Sono malattie gravi, mortali,
di cui televisioni e radio parlano solo in occasione di
casi eclatanti. E’ ancora molto difficile capire e spiegare cosa siano
realmente i DCA. Fa male, ma bisogna ammettere la
propria ignoranza. Perché si sa poco o niente di tutto
questo. Come non si sa che l’85% dei centri ospedalieri
convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale per le terapie occorrenti è situata nel centro e nel nord Italia –
forza, da bravi terroni è d’obbligo emigrare! – oppure che l’attesa per un ricovero in una di queste strutture
può arrivare a superare i sei mesi – tanto passano in fretta – o che per guarire completamente da queste
malattie possono occorrere anche più di dieci anni –
quando va bene. E comunque i segni di questa
sofferenza rimarranno in ogni caso impressi a fuoco sul corpo e nell’anima. In questo caso l’ignoranza
mette i brividi…e non è un modo di dire! Ai bambini si insegna a farsi coraggio ,
che l’uomo nero non esiste. Gli si insegna a dominare le
proprie paure con la razionalità. Allo stesso modo
il mostro dei DCA va combattuto. Con
l’informazione. Perché non mieta più vittime. Perché
nessuno è un isola in balia delle onde. A volte serve
solo che qualcuno ti ricordi di credere in te stesso.
Marika Morabito II C
Valentina Giardino I A
8
E SE UN GIORNO SCOPRISSI CHE LUI E’ UN VAMPIRO? Se ci viene chiesto di
proporre un libro,noi ne abbiamo addirittura tre da
suggerire che ci hanno tenute letteralmente incollate
alle pagine dall’inizio alla fine:”Twilight”,”New moon” ed “Eclipse”. L ’incompiuta quadrilogia della scrittrice
americana Stephenie Meyer vede protagonista del suo
primo capitolo Isabella Swan:una diciassettenne
figlia di due divorziati che,trasferitasi a Forks,il
paesino sperduto dove vive il padre,incontra qualcosa,o
meglio qualcuno(uno stupendo qualcuno!)che le cambierà la vita. Essendo una nuova arrivata in una
piccola cittadina,la dolce,timida e goffa Bella è
praticamente una celebrità a
cui non sembrano interessati solo Edward Cullen e i suoi
fratelli dalla pelle diafana e gli occhi ambrati.
Inizialmente Edward sembra incomprensibilmente odiare la ragazza,ma tutto cambia il
giorno in cui lui la salva misteriosamente da un incidente mortale. Dopo
varie avventure e disavventure,indagini e la scoperta di una leggenda
degli indiani Quileute,ormai pazzamente innamorata(e sinceramente chi non lo
sarebbe?)Bella scopre che il suo Edward è un vampiro. Pur non avendo la certezza
di poter resistere ai suoi istinti di vampiro,il ragazzo decide di abbandonarsi ai
suoi sentimenti per Isabella. La terribile esperienza che seguirà rischierà di dividerli per sempre,ma… Per non anticipare molto a chi non avesse avuto ancora la
fortuna di leggere questi tre libri,abbiamo scritto solo del
primo capitolo della quadrilogia. Vi
consigliamo,però,di leggerli perché finalmente abbiamo
trovato dei libri che raccontano di un amore adolescenziale senza
essere banali(ogni riferimento ad altri libri o
persone è puramente casuale…). Intanto
aspettiamo il quarto ed ultimo libro della saga che verrà pubblicato in America solo ad agosto,e confidiamo nell’autrice che sicuramente sarà capace di emozionarci
ancora una volta.
Maria Antonietta Amato Alba Coniglio V C
“GOMORRA”: IL RACCONTO DELL’ONNIPOTENZA DELLA CAMORRA “Gomorra” di Roberto
Saviano può essere definito una lunga ed accurata descrizione del potere
economico e sociale della camorra, l’organizzazione
criminale che ha ai suoi piedi l’intera Campania. Una situazione, questa, che
ricorda molto quella della nostra regione, piegata
anch’essa dalla prepotenza mafiosa. Saviano in questo libro ci racconta la struttura dell’economia camorrista ,
strettamente legata a quella campana. Il traffico di droga , ad esempio, organizzato con
precisione impeccabile, è radicato soprattutto nei
quartieri periferici di Napoli, dove la disoccupazione , che
supera la media nazionale porta molti giovani a
diventare spacciatori. La mancanza di lavoro però, ci
spiega Saviano, non è l’unico motivo che spinge
questi ragazzi ad abbracciare la criminalità. I
bambini, infatti, crescono con il mito del camorrista,visto come un imprenditore di
successo, capace di avere tutto ciò che desidera: ville
lussuosissime , soldi a
palate, ma prima di tutto il rispetto, quello conquistato
con le pistole e l’arroganza di chi si sente più forte. Lo
stesso autore ci racconta un episodio della sua infanzia ,
legato proprio alla larga diffusione di questo concetto. Il padre un mattino lo svegliò
presto, dicendogli di raggiungere la spiaggia. Qui aveva organizzato una sorta
di tiro al bersaglio, per insegnare al figlio ad usare
la rivoltella: il piccolo Roberto, ad otto anni,con
una pistola in mano, si sentì in dovere di centrare
l’obiettivo per ricevere i complimenti del padre.
Saviano poi scava ancora nel suo passato e ci lascia senza parole di fronte alla concezione di uomo, che il padre cercava di inculcargli
con questa cantilena: “Robbè, cos’è un uomo con la laurea e con la pistola?” “Uno stronzo con la pistola” “ Bravo. Cos’è un uomo con la laurea e senza pistola?”
“ Uno stronzo con la laurea” “Bravo. Cos’è un uomo con la laurea e con la pistola?”
“ Un uomo , papà!” “ Bravo Robbertino!”
E’ proprio l’uomo con la laurea e la pistola il simbolo
dell’impero economico che la camorra è riuscita a costruire in tutti questi anni: un uomo capace di combinare affari
internazionali ma, allo stesso tempo, capace di mettere mano ad un revolver per
farsi rispettare e temere da tutti. La violenza , quella che
ogni anno in Campania fa centinaia e centinaia di mori ammazzati, si affianca alla
corruzione, presente in molti, troppi ambienti politici: essa
si infiltra nei consigli
comunali dei piccoli paesi e delle grandi città, portando
avanti i suoi piani illeciti. Tra questi c’è l’affare dei rifiuti: scorie radioattive, scarichi industriali provenienti dal Nord Italia ed ogni tipo di
scarto, vengono riversati in Campania , avvelenandone i territori e condannandone a morte la gente, destinata ad ammalarsi di tumore. Uno
scandalo senza fine, insomma, che Saviano ha
sentito l’esigenza di raccontarci, per invitarci ala
riflessione e farci comprendere il degrado
civile in cui viviamo. Scrivere “Gomorra”per
l’autore ha significato anche ricevere minacce di morte .
Niente però è andato perduto: dal libro sono stati
tratti uno spettacolo teatrale, che ha girato l’Italia con
grande successo di pubblico e un film di prossima uscita. Qualcosa si è mosso nella coscienza della gente e questo deve essere solo
l’inizio del cammino verso la legalità.
Veronica Ricupero V A
9
Venerdì 28 Marzo insieme alla classe I C e ad alcuni componenti di tutte le altre prime del nostro Liceo ci
siamo recati a Cosenza per visitare la sede della
redazione di Calabria Ora e la sede di RAI Calabria, in
relazione al progetto “ ALTERNANZA scuola-lavoro: informazione-
comunicazione” curato dai professori Auteritano, Latella e Scordino. Il viaggio verso
Cosenza è stato un po’ lungo ma anche ravvivato
continuamente da fantastici cori e tante risate. Arrivati
verso le ore 11:00 alla sede della redazione di “Calabria
Ora”, siamo stati subito accolti dal dott. Pollichieni,
direttore del giornale, insieme ai suoi collaboratori. L’incontro è stato aperto da
Pollichieni il quale ci ha subito introdotto nel mondo di
una redazione attiva che si occupa di notizie provenienti
da tutta la regione grazie anche all’attività delle altre
redazioni sparse nei più
importanti paesi della Calabria. Il lavoro inizia la mattina molto presto e si
conclude a tarda sera. Una delle maggiori difficoltà per
un quotidiano che deve trovarsi nelle edicole di tutta
la regione è quello della distribuzione,problema dovuto soprattutto alla mancanza di strade
adeguate al breve tempo disponibile. Fondamentale è la scelta dei titoli e sottotitoli dei vari articoli e anche delle
foto e immagini, perché devono sia spiegare in
poche parole il contenuto dell’articolo sia perché
devono invogliare il lettore a leggerlo.
Il ruolo predominante all’interno della redazione è
svolto dagli impaginatori: sistemare i vari articoli all’interno del giornale, valutare quale articolo
inserire in prima pagina, scegliere le varie immagini collegate agli articoli e ogni
cosa deve essere inoltre collocata relativamente alla
sua importanza. Decisivo è il compito delle
agenzie di stampa che forniscono in tempo reale notizie sempre nuove, tra
queste une delle più importanti è l’ANSA.
Un’informazione che ha colpito molto tutti e che
perciò la maggior parte di noi ricorda è stata quella fornita
dal direttore: “ per fare il giornalista non è necessario
saper scrivere bene!”…..questa frase ha
acceso la speranza di molti!!! Infatti chi lavora nella
redazione di un giornale svolge tanti altri compiti
come impaginare,scegliere notizie e immagini e quindi
raramente scrive articoli. Nel pomeriggio abbiamo visitato
la sede di RAI Calabria, dove un operatore, alquanto simpatico e, oseremo dire, un po’ traumatizzato dallo scorrere troppo veloce del tempo, ci ha mostrato le
varie sale di lavoro, spiegandoci nello stesso
tempo la funzione di ognuna. Siamo partiti dalla
regia del TG regionale, dove più persone svolgono
contemporaneamente ruoli diversi. Poi ci ha fatto vedere
lo studio del Tg, dove in diretta sono presenti il
giornalista, che deve seguire gli ordini del regista, e
l’eventuale ospite. Nella sala montaggio vengono
preparati i servizi in modo che possano essere
trasmessi in breve tempo.
Molto interessante è stata la visita nella parte radiofonica
dello studio. La televisione come la radio sono molto legate al fattore del tempo. Infatti la loro è una continua lotta contro il
tempo: devono essere pronti per andare in onda all’orario
prestabilito e in un determinato intervallo di tempo devono riuscire a
trasmettere tutte le notizie previste.
Ovviamente il meglio di noi stessi è stato dato all’enorme centro
commerciale METROPOLIS, dove abbiamo pranzato, qui
siamo riusciti persino a superarci: infatti in meno di mezz’ora siamo riusciti a
mangiare qualcosa e girare contemporaneamente il 70% del centro commerciale!!! Il
nostro unico grande rammarico è quello di non
aver portato con noi 10.000 carte di credito per
approfittare dell’occasione! La giornata è stata molto interessante grazie alle
nuove notizie che abbiamo appreso , ma anche
movimentata e piena di allegria, soprattutto per merito dei nostri mitici
prof……..in particolar modo per il prof Scordino,che tra una battuta e l’altra ha reso
spassosissimo ogni incontro!!!!!
Alessandra Meleca IA
Fabiana Totino I A
CULTURA E SHOPPING A COSENZA!!!
ASSEMBLEA ALL’INSEGNA DEL FOLK A parte le stravaganti feste d’istituto, era da un bel po’
che non si assisteva ad un’assemblea così
divertente e speciale. Ad animarla sono stati Gli
Scarma, ovvero un gruppo musicale di giovani ragazzi, provenienti dal comune di
Mammola, rappresentanti di una nuova generazione di musicisti folk calabresi. Il
gruppo era così composto: Carmelo Scarfò al basso,
Marco Modica al violino, Giuseppe Costa alla
batteria, Francesco Scarfò alla chitarra e le vocalist
Antonia e Giovanna Scarfò. Attraverso le loro canzoni Gli Scarma, sono riusciti a coinvolgerci tutti. C’era chi
si limitava solamente a muovere a ritmo il piede, chi invece si è lanciato
proprio in pista scatenandosi, e non
dimentichiamo, gli spettatori
extra che pur non pagando, hanno assistito ugualmente
con grande piacere ed interesse allo spettacolo. Mi sto riferendo a due donne
che con in braccio un bambino assistevano curiose affacciate al
balcone dirimpetto alla scuola.
È ormai da tanti anni che gli Scarma condividono con piacere questa passione.
Loro suonano di tutto, dalla
tarantella alle sublimi sinfonie di Beethoven,
passando per l’elettricità psichedelica di Hendrix, la
fumosità di Marley e la carica del “metallo
pesante”. La loro bravura oltre tutto li ha fatti
partecipare a più di cento concerti tra Calabria, Sicilia
e Lazio, riuscendo addirittura a conquistare la
vittoria in alcuni festival.
10
ORIZZONTALI 1. Breve riunione 8. Egli poetico 10. Spiritello dell’aria 11. E’ coperto dall’esca 13. Relazione sessuale fra consanguinei 15. Formano l’età 17. Paradiso terrestre 18. Oliare 22. Pesce dal dorso blu e dalle carni pregiate 23. Si ripete nella valle 25. Nome di donna 27. Requiescant in Pace 28. Parte inferiore del pistillo 30. Cotone pregiato 32. Ormai 33. In gergo, indica un tipo alla moda 34. Associazione Nazionale Marinai Italiani 36. Punteggio in una gara sportiva 38. Pungente, penetrante 40. Extremely High Frequency 41. Subdolo intrigo
VERTICALI 1. Guida turistica redatta in varie lingue 2. Insenatura costiera 3. Una metà di ieri 4. Divinità greche vendicatrici dei delitti 5. Piccala imbarcazione a vela da regata 6. Pettegolezzo 7. Famoso per la sua arca 8. Prefisso per sangue 9. Il proprio essere nella coscienza che ha di sé 11. Simbolo chimico dell’Astanio 14. Tipo pieno di idee originali 15. Antico tribunale ateniese 16. Famoso infuso 19. Stato finale di beatitudine per gli asceti buddisti 20. Concedere generosamente 21. Il dio sole per gli egizi 24. Insetto o microspia 26. Serpe d’acqua 29. Due romano 31. Statua votiva di giovinetta 33. Ferrovie delle Stato 35. Manifatture Cotoniere Meridionali 37. Interazione che esprime perplessità 39. Enna per l’ACI
Marika Morabito II C
REBUS
Marika Morabito II C
CRUCIVERBA
Frase ( 9;9 ) Frase ( 3;5;2;5 )
11
REDAZIONE Belcastro Vincenzo III A Griffo Raffaella II A
Meleca Alessandra I A Ricupero Veronica V A
Polifroni Rita III B Commisso Serena II B
Severo Alice V B Bruzzaniti Mario Leo IV B
Morabito Marika II C Frascà Francesco V D
Lacopo Kathryn II E
REDAZIONE VERSIONE ON – LINE E GRAFICA Sansotta Gianmarco V C Messina Nicolò V C Giardino Torchia Valentina I A
Sansotta Daria I A Meleca Alessandra I A
COMITATO DI REDAZIONE
VERSIONE CARTACEA Maiolo Marta II A - Vigliarolo Giuseppe II A - Denaro Alessandra II A - Scorda Vittoria II A
Marando Fabiana VB – Panetta Chiara VB Totino Fabiana IA - Sansotta Daria IA - Furina Sonia IA - Russo Martina IA - Cheren Serena IA
Mercuri Antonella IA - Martina Racco IA - Codespoti Davide IA Strangio Bruno VD - Catalano Paolo VD
Tallura Claudia IVB - Zappavigna Martina IVB - Liliana Barillaro IVB Florio Giovanna VA - Spataro Jordan VA
Amato Maria Antonietta VC - Papalia Azzurra VC - Coniglio Alba VC - Malgeri Maria Cristina VC Meleca Vincenzo VC
Englen Stefania IIB - FemiaValentina IIB Siciliano Domenico IIE
VIGNETTISTI Speziale Maria Teresa IA Meleca Alessandra I A Morabito Marika II C Giardino Torchia Valentina I A
Maria Teresa Speziale I A
12