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Giovani: “la crisi prima della crisi”
I giovani versano in una situazione critica a più livelli, in modo particolare per quanto riguarda la loro integrazione sul mercato del lavoro, stando alle statistiche europee, la disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni supera di 2,4 volte quella delle persone dai 25 ai 54 anni.
Se Paesi Bassi, l'Irlanda e la Danimarca sono riusciti a portare la disoccupazione giovanile al
di sotto del 10%, in altri paesi come la Francia, l'Italia, la Spagna, la Grecia, il Belgio, la Polonia, la Slovacchia e persino la Svezia i tassi di disoccupazione si mantengono intorno o al di sopra al 30-40%
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Giovani: “la crisi prima della crisi” (2)
I giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, oltre a far registrare un tasso di
disoccupazione superiore al doppio di quello dei lavoratori adulti, sono anche la categoria più coinvolta dalla flessibilità dei rapporti di lavoro.
In alcuni paesi oltre il 60% dei giovani ha contratti atipici: il rischio è un
intrappolamento in tale condizione con conseguenze profonde sull’autonomia, sulle condizioni necessarie per mettere su famiglia, sulle decisioni relative a quando avere figli, come pure sull'espansione e sul finanziamento dei sistemi di sicurezza sociale.
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Giovani: “la crisi prima della crisi” (3)
Il divario tra qualifiche possedute e mansioni svolte riguarda un gran numero di
giovani (nell’Ue i giovani fino ai 35 anni che lavorano in un settore diverso dal proprio ambito di studi vanno dal 29% al 47%), e la situazione appare tanto più preoccupante quanto più basso è il livello d'istruzione raggiunto.
È il gruppo dei giovani lavoratori, inoltre, che fa registrare il maggior numero di
infortuni e di lesioni sul lavoro. Le giovani donne dell'UE guadagnano in media il 26% in meno degli uomini di
età inferiore a 30 anni.
I giovani e la crisi I giovani hanno sofferto un
peggioramento delle loro condizioni di
lavoro :
◦ Maggiore difficoltà a trovare lavoro – assenza di un
sistema di collocamento efficace, dominanza
dell’informalità e della clientela
◦ Ampliamento frattura tra generazioni – aumenta il
differenziale dei tassi di attività e occupazione
◦ Occupazione per i giovani si trova quasi solamente
a termine e poco garantita
◦ Effetto cicatrice (carriere lavorative precarie
condizioneranno la persona durante l’intero
percorso di carriera) dip. formazione usr er 5
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Produzione Impatto sui rapporti di
lavoro
Impatto sulle Politiche
del lavoro
Integrazione profonda
tra innovazione di
prodotto-processo e
rapporti di lavoro.
Aumento della
flessibilità nel rapporto
di lavoro.
Flessibilità nei rapporti
di lavoro.
Alta mobilità del
capitale e delle
tecnologie.
Aumento dei tassi di
mobilità del lavoro.
Evoluzione delle
politiche di workfare.
Evoluzione verso
l’economia dei servizi.
Incremento delle
asimmetrie tra
domanda ed offerta di
lavoro.
Evoluzione dei sistemi
informativi e formativi.
Mutamento del rapporto
tra produzione e
consumatore.
Rapporto tra sostegno
al reddito e politiche
attive del lavoro
I cambiamenti del Mercato e delle Politiche
del Lavoro negli ultimi 20 anni (al netto della crisi…)
Alcune evidenze • In molti paesi europei è in declino la sindacalizzazione in
generale, e la partecipazione dei giovani al sindacato.
• Molto spesso i giovani sono di difficile coinvolgimento
Ma: • I giovani più vulnerabili nel mercato del lavoro (contratti precari
e bassi salari) potrebbero trovare benefici dall’essere
rappresentati dal sindacato)
• Molti studi mostrano che la maggior parte dei giovani non è
insoddisfatta del sindacato, ma c’è una domanda non
esplicitata e non risolta
• Che succede?
• Quali sono I fattori reali che influenzano il rapporto
giovani- sindacato e viceversa?
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Il rinnovamento del sindacato e i giovani
”L’appartenenza non è un insieme casuale di persone, non è
il consenso a un’apparente aggregazione… l’appartenenza è
avere gli altri dentro sé!”
Giorgio Gaber
Giovani come elemento di rinnovamento per il sindacato
Aiutare i giovani a scoprire e valorizzare le loro competenze e il
loro potenziale
I Giovani e la menbership: cosa succede
In molti paesi l’iscrizione dei giovani cade in maniera molto chiara.
Con due eccezioni:
Belgio: il tasso di sindacalizzazione è vicino a quello degli adulti e non
è in diminuzione
Germania: il calo negli ultimi dieci anni è contenuto (il 9%)
Difficoltà strutturali: lavori precari, contratti di breve durata, lavoro in
settori fortemente destrutturati, diversità nel mondo giovanile
Scarsa conoscenza del sindacato da parte dei giovani
Limitato interesse da parte di molti sindacati nella sindacalizzazione
dei giovani e scarse risorse impiegate
Difficoltà dei giovani nell’integrarsi nelle strutture sindacali
(burocrazia, democrazia interna, tappo generazionale, etc.)
Non c’è una diminuzione di interesse dei giovani nelle questioni
sindacali né una così forte diminuzione dell’impegno sociale dei
giovani.
Strategie
- Specifici approcci per supporto
all’inserimento nel mercato del lavoro
(anche sfruttando il sistema duale –
Germania)
- Associazioni sindacali giovanili
confederali o categoriali (es. Olanda)
- Ringiovanire l’immagine del sindacato,
utilizzo dei social media
- Tecniche di organizing
Lezioni possibili
- Contatto diretto rimane essenziale
- Rendere più trasparenti e visibili gli obiettivi
e le campagne del sindacato
- Rivolgersi non ai giovani in generale, ma ai
diversi gruppi di giovani
- Rendere più inclusive le strutture sindacali
- Mostrare permeabilità e accoglienza delle
istanze giovanili nell’ambito sindacale
- Politica dei quadri e valorizzazione dei
giovani attivisti
Come rafforzare la sindacalizzazione dei giovani?
Come approcciare i giovani?
Come adattare le strategie sindacali?
Quale ragionamento sulle strutture sindacali e
sulle dinamiche di democrazia e partecipazione?
Quali buone prassi?
Reasons non-membership trade
unions by age groups in Netherlands
2011 (N=16.998)
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Source: Netherlands reports
Quale può essere il ruolo della
formazione sindacale?
• Collegare i valori, la storia e i modelli sindacali con
una “cassetta degli attrezzi” utile per i nuovi tempi
• Collegare i “committment etici” con i profili e le
competenze necessarie per i giovani sindacalisti
Alcune piste di impegno:
1. Lettura dell’attualità economica e sociale, risposte
collettive
2. Quali risposte sistemiche alla crisi?
3. Ricostruzione del senso di solidarietà e di
cittadinanza attiva
Giovani, formazione e crisi
E’ possibile uscire dalla crisi, senza
cambiamenti e con gli stessi valori e
paradigmi con la quale vi siamo entrati?
1. Principio di efficacia
2. Consumismo e cittadinanza
3. Scarsa fiducia nei processi collettivi
4. Indebolimento dell’etica della responsabilità
(Max Weber)
Assi culturali di sviluppo
• Recupero del senso della storia e del senso del
futuro
• Risposte adeguate alla crisi (nuova visione del
sindacato, della contrattazione e delle alleanze)
• Nuovi modelli di sviluppo (ad esempio relazioni
industriali nell’economia verde e democrazia
economica)
Costruire futuro: il ruolo delle “minoranze attive”
contro l’individualismo disgregatore
GLOBALIZZAZIONE E CRISI DEL SOCIALE
Dalle categorie politiche alle categorie sociali ed economiche.
Trionfo di un individualismo disgregatore?
Scomparsa dell’universo sociale (Alain Touraine)
Soggetti e relazioni culturali
Apertura, mobilità, fratture,inquietudine
“Fine di un mondo non è la fine del mondo”
Attivazione del soggetto ed evoluzione del welfare.(Ricomincio da me…)
Comunicare attraverso la nuova lingua della “modernità”, ruolo delle
“minoranze”
Pensare e agire il futuro
La crisi globale ci obbliga a ricercare e costruire alternative, a prospettare un cambiamento che sappia fare leva sulla fiducia, a partire dalle giovani generazioni.
Lavorare per la costruzione del futuro dei giovani non significa prospettare
soluzioni lontane o utopiche, ma investire in un cambiamento relazionale: ricostruire spazi e tempi per la socio-abilità, lo sviluppo educativo, formativo, professionale di sensibilità e competenze.
Nel pensare all’Italia 2020 è necessario impostare uno sforzo culturale
ambizioso e al tempo stesso realistico al fine di cogliere l’occasione della crisi per ricominciare a pensare il futuro.
Si tratta di un percorso a cui è possibile contribuire rilanciando proposte ed
indicazioni di metodo e di merito sui temi irrinunciabili della qualità delle competenze e dello sviluppo del capitale umano.
Agire sulle tipologie contrattuali può essere importante, ma non bisogna
confidare esclusivamente sul quadro regolatorio, bensì su un’azione che incida su molteplici fattori: dagli incentivi, al matching, all’investimento culturale.
Oltre la crisi ?
Oltre il mito della crescita Immagine positiva del futuro si è rovesciata nel suo contrario Interiorizzato il fallimento degli ideali connessi a una visione progressista e
messianica del futuro, siamo passati direttamente alla convinzione opposta, che ormai e’ dominante, di un futuro pieno di minacce.
Come coltivare il futuro in un rapporto tra generazioni? Rammentare la catastrofe affinche’ questa non diventi realtà, continuare a
immaginare un “dolce avvenire” Coltivare diversita’, fantasia, ricerca anzitutto nelle nostre categorie di pensiero,
nelle nostre menti, nelle nostre pratiche sociali e soprattutto nelle nostre vite.
Muovere oltre la crisi significa agire su: frattura ecologica frattura di tipo politico frattura di tipo culturale frattura di tipo relazionale