1
INDICE : I – La riapertura dei conti e stesura del Bilancio di
Apertura
II – Raccordo e rielaborazione di Bilancio
III – Le forme e le strutture aziendali
1. Compensi agli organi sociali
IV – Le società di persone
1. I conferimenti 2. I costi d’impianto 3. La destinazione dell’utile 4. La perdita d’esercizio e la sua copertura 5. Aspetti contabili 6. I finanziamenti 7. Gli aumenti del capitale sociale 8. Le riduzioni del capitale sociale
V – Le società di capitali
1. Gli organi sociali 2. L’atto costitutivo 3. Aspetti contabili 4. La destinazione dell’utile 5. Rilevazione contabile della costituzione di una S.p.A. 6. Rilevazione contabile della costituzione di una S.p.A. con apporto
da parte di un socio di un’azienda già funzionante 7. Gli acconti sui dividendi 8. Rilevazione contabile della costituzione di una S.r.l. 9. La copertura della perdita d’esercizio 10. Gli aumenti del capitale sociale 11. Le riduzioni del capitale sociale 12. I prestiti obbligazionari
2
VI – La gestione dei beni strumentali 1. L’acquisizione dei beni strumentali 2. L’utilizzo dei beni strumentali
a. Le manutenzioni e le riparazioni b. Gli ammodernamenti e gli ampliamenti c. La svalutazione e la rivalutazione d. La dismissione
VII – La gestione del personale
1. L’amministrazione del personale 2. La retribuzione e i suoi elementi 3. Le assicurazioni sociali obbligatorie: l’INPS e l’INAIL 4. Il conguaglio fiscale 5. La certificazione unica e la dichiarazione dei redditi dei lavoratori
dipendenti 6. Il trattamento di fine rapporto lavoro dipendente 7. La compilazione del foglio paga o busta paga
VIII – La gestione del magazzino
1. La logistica 2. Il magazzino e la gestione delle scorte 3. La contabilità di magazzino e la valutazione delle scorte
IX – La gestione delle vendite
4. Introduzione al marketing: la funzione 5. Il sistema informativo di marketing
3
La riapertura dei conti
La riapertura dei conti avviene con l’inizio del nuovo esercizio amministrativo, cioè all’1/1 dell’anno n. Con la riapertura non si fa altro checollocare i valori parziali dello Stato Patrimoniale nella loro sezione originaria. Ciò significa che tutti gli elementi attivi patrimoniali ritornano in dare destinandoli all’ultima vocebilancio di apertura, la quale riporta il totale delleattività. Lo stesso procedimento vale per le passività: si riportano tutte le voci parziali in avere rilevando come prima voce il bilancio di apertura che riporta il totale delle passività in dare. Successivamente si rilevano i saldi dei conti deidebiti per IVA, debiti v/istituti previdenziali, le banche (tenendo conto della passività o attività delle stesse), le esistenze iniziali, che costituiscono dei costi sospesi nell’anno precedente e diventano costi d’esercizio nel nuovo esercizio amministrativo (ad esempio, le merci in magazzino vengono girate nel conto merci c/esistenze iniziali e vengono rilevate in dare del conto economico d’esercizio). Si aggiungono: i costi e i ricavi sospesi riferiti ai risconti attivi e passivi; la manifestazione finanziaria dei ratei; l’eventuale utilizzo delfondo rischi e oneri; lo storno delle fatture da ricevere e da emettere. Successivamente andiamo a girare i saldi debiti per IVA a IVA c/liquidazione. Lo stesso facciamo per i debiti v/istituti previdenziali e per la banca attiva e passiva. I costi e ricavi sospesi con riferimento a riscontivengono stornati nella sezione opposta, istituendo il suo costo originario. In seguito, le fatture da emettere e da ricevere, vengono girate rispettivamente nel conto crediti v/clienti e debiti v/fornitori. Le scritture che riguardano essenzialmente la riapertura, in base a quello che è stato elencato precedentemente, sono:
Merci c/esistenze iniziali Merci
X X
Materie prime c/esistenze iniziali Materie prime
X X
Materie di consumo c/esistenze iniziali Materie di consumo
X X
Prodotti finiti c/esistenze iniziali Prodotti finiti
X X
Debiti per Iva Iva c/liquidazione
X X
Iva c/liquidazione Crediti per Iva
X X
Debiti v/istituti previdenziali Istituti previdenziali
X X
Banche x c/c Banche x c/c attiva
X X
Banche x c/c passiva Banche x c/c
X X
4
Costi d’esercizio Risconti attivi
X X
Risconti passivi Ricavi d’esercizio
X X
Fatture da ricevere Debiti v/fornitori
X X
Crediti v/clienti Fatture da emettere
X X
Interessi passivi su mutui Ratei passivi Banche x c/c
X X
X
Banche x c/c Interessi attivi v/clienti Ratei attivi
X X X
È da precisare che i ratei attivi e passivi, per comodità, vengono rilevati e annullati alla scadenza dell’operazione finanziaria degli stessi. Esempio 1 : Mutuo : € 100 000,00 Tasso : 5% 6 mesi dall’1/4
I = ∗ ∗
= 2 493,15
R = ∗ ∗
= 1 246,57
Interessi passivi su mutui Ratei passivi Banche x c/c
1 246,57 1 246, 58
2 493,15
5
Il bilancio di apertura
Fabbricati Impianti Attrezzature Crediti v/clienti Socio A c/prelevamenti Socio B c/prelevamenti Denaro in cassa Risconti attivi Merci Bilancio d’apertura
510000,00 288000,00 180000,00 130800,00 15600,00 15600,00 34000,00 2400,00 115200,00
1 291 600,00
Bilancio d’apertura F. do amm. to fabbricati F. do amm. to impianti F. do amm. to attrezzature F. do rischi su crediti Debiti v/fornitori Mutui passivi Debiti per TFR Debiti per iva Debiti per ritenute da versare Ratei passivi Debiti per imposte Banche x c/c passivi Riserva volontaria Utile d’esercizio Capitale sociale
1291600,00 56400,00 148800,00 88800,00 1854,00 84000,00 108000,00 41773,45 12000,00 147,35 1969,15 1833,00 15450,00 600000,00 30000,00 100573,05
Merci c/esistenze iniziali Merci
115 200,00 115 200,00
Banche x c/c passivi Banche x c/c
15 450,00 15 450,00
Costi per servizi Risconti attivi
2 400,00 2 400,00
Ratei passivi Interessi passivi su mutui Banche x c/
1 969,15 976,44
2 945,59
6
Raccordo e rielaborazione di bilancio
Dopo aver rielaborato il bilancio di chiusura per poter estrapolare i prospetti dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico, è necessario strutturare il prospetto di raccordo, al fine di determinare la situazione contabile del bilancio d’esercizio. La prima fase riguarda la rielaborazione dello Stato Patrimoniale, se si tratta di un’azienda individuale si inizia dalle immobilizzazioni, elencando quelle materiali e quelle immateriali al netto del fondo ammortamento del bene strumentale o immobilizzazione. Si analizza l’attivo circolante prendendo in considerazione le rimanenze delle merci e tutti i crediti al netto del fondo svalutazione e del fondo rischi e le disponibilità liquide prendendo in considerazione le voci attinenti. È da precisare anche che gli eventuali ratei o risconti attivi vengono inseriti nelle voci delle attività. Dopo la rielaborazione delle attività, si considerano le passività: in primo luogo si delinea il patrimonio netto, considerando gli eventuali prelevamenti extra gestione, le ritenute subite e il risultato economico (che può essere positivo e negativo). Successivamente si prendono in considerazione il fondo per rischi oneri, i debiti per TFR e in seguito tutti i debiti, suddividendoli in base ai gruppi di appartenenza: debiti finanziari, debiti commerciali, debiti per imposte, debiti previdenziali e infine ratei o risconti passivi. Per quanto riguarda l’analisi economica, ovvero il conto economico d’esercizio si inizia con il valore della produzione che è così impostato: Valore della produzione :
Ricavi di vendita + Proventi vari ‐ Resi su vendite ‐ Ribassi e abbuoni passivi ‐ Premi su vendite +/‐ Incremento rimanenze (prodotti finiti, semilavorati, ecc.)
I costi della produzione invece, riguardano soprattutto le seguenti voci: Costi della produzione :
Costi per le merci ‐ Resi su acquisti ‐ Ribassi e abbuoni attivi ‐ Premi su acquisti +/‐ Incremento rimanenze (materie prime, materie di consumo…) Se le rimanenze finali sono maggiori delle esistenze iniziali, la differenza determina un incremento rilevato con il segno meno (‐). Se invece, le esistenze iniziali sono maggiori delle rimanenze finali, la differenza determina un decremento rilevato con il segno più (+). In seguito, si considerano tutti i costi per servizi e i costi per il personale, i quali comprendono: salari e stipendi, oneri sociali e TFR; poi gli ammortamenti, la svalutazione dei crediti e le minusvalenze ordinarie. Successivamente si calcola la differenza tra valore della produzione e costi della produzione. A seguire si considerano i proventi e oneri finanziari che comprendono gli interessi attivi e passivi bancari, gli interessi attivi v/clienti, gli interessi passivi v/fornitori, gli sconti passivi bancari stabilendo se oneri o proventi sono maggiori o minori: se i proventi sono maggiori degli
7
oneri, si sommano alla differenza tra valore e costi della produzione; se invece, gli oneri sono maggiori dei proventi si sottraggono. In seguito, si considerano i proventi e oneri straordinari che comprendono le sopravvenienze attive e passive straordinarie e le insussistenze attive e passive straordinarie, stabilendo se proventi o oneri sono maggiori o minori. Si conclude lo schema con le imposte d’esercizio che sottratte al reddito lordo determinano l’utile d’esercizio.
A) VALORE DELLA PRODUZIONE Ricavi delle vendite + Proventi vari (Fitti attivi, plusvalenze ordinarie, rimborso costi di vendita) ± incremento delle rimanenze ‐ Resi su vendite ‐ Ribassi e abbuoni passivi ‐ Premi su vendite ________________________
TOTALE A
B) COSTI DELLA PRODUZIONE Costi per le merci ± Incremento delle rimanenze ‐ Resi su acquisti ‐ Ribassi e abbuoni attivi ‐ Premi su acquisti + Costi previdenziali + Costi per il personale + Ammortamenti + Svalutazione crediti + Minusvalenze ordinarie + Sopravvenienze passive ordinarie __________________________
TOTALE B
C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI Interessi attivi bancari + Interessi attivi v/clienti + Interessi passivi bancari + Interessi passivi su mutui ‐ Sconti passivi bancari ‐ Interessi passivi v/fornitori ______________________
TOTALE C
8
D) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI Insussistenze attive straordinarie + Sopravvenienze attive straordinarie + Plusvalenze straordinarie ‐ Insussistenze passive straordinarie ‐ Sopravvenienze passive straordinarie ‐ Minusvalenze ordinarie ______________________________
TOTALE D
E) IMPOSTE D’ESERCIZIO
(A – B) ± C ± D – E = RISULTATO ECONOMICO
Immobilizzazioni Fabbricati Attrezzature commerciali Macchine d’ufficio Arredamento Automezzi Rimanenze Merci Crediti Crediti v/clienti Crediti per Iva Fatture da emettere Disponibilità liquide Denaro in cassa Ratei e risconti attivi Ratei attivi Risconti attivi TOTALE ATTIVITÀ
280 000,00 13 000,00 14 000,00 27 000,00 27 000,00
75 000,00
851 000,00 386,00
3 904,00
941,25
408,89 461,21
527 201,35
F. di ammortamento F. do amm. to fabbricati F. do amm. to attrezz. comm. F. do amm. to machine d’ufficio F. do amm. to arredamento F. do amm. to automezzi Debiti a medio/lungo termine Debiti per TFR Debiti a breve termine Debiti v/fornitori Debiti per ritenute da versare Banche x c/c passiva Banche y c/c passiva Debiti per imposte Debiti v/istituti previdenziali Fatture da ricevere F. di per rischi e oneri F.do rischi su crediti Patrimonio netto Capitale proprio Prelevamenti Ritenute subite Rettifiche per arrotondamento Utile d’esercizio TOTALE PASSIVITÀ
47 200,00 13 000,00 11 800,00 17 740,00 16 900,00
20 077,56
828 000,00 53,71
2 810,25 3 425,50 1 679,00 1 110,00 355,00
1 471,75
310 000,00 ‐ 27 300,00
‐ 750,58
23 328,00
527 201,35
9
SITUAZIONE PATRIMONIALE STATO PATRIMONIALE
Valori di conto
Valori di rettifica
Software F. do amm. to software
6 000,00 ‐ 4 000,00
Immobilizzazioni Immobiliz. ni imm. li lorde F. do ammortamento Immobiliz. ni imm. li nette Immobiliz. ni mat.li lorde F.do ammortamento Immobilizn ni mat.li nette Totale immobilizzazioni
6 000,00 ‐ 4 000,00 2 000,00
294 200,00 ‐ 90 008,00 204 192,00
206 192,00
Fabbricati Impianti e macchinari Attrezzature commerciali Automezzi Imballaggi durevoli F. do amm. to fabbricati F. do amm. to imp. e mac. F. do amm. to attr. com. F. do amm. to automezzi F. do amm. to imb. durev.
200 000,00 38 000,00 15 000,00 29 200,00 12 000,00
‐ 43 000,00 ‐ 17 300,00 ‐ 8 800,00 ‐ 6 708,00 ‐ 9 200,00
Merci
102 000,00
Attivo circolante Rimanenze Crediti Disponibilità liquide Totale attivo circolante
102 000,00
125 437,00
18 050,00 245 487,00
Crediti v/clienti Cambiali attive Cambiali insolute Risconti attivi F. do rischi su crediti
112 407,00 17 090,00 1 700,00 800,00
6 559,85
‐ 6 559,85 + 6 559,85
Denaro in cassa C/c postale Banco di Sardegna c/c
492,50 4 648,50 12 909,25
TOTALE ATTIVO 451 679,40 TOTALE 451 679,00
Patrimonio netto Risultato economic Prelevamenti extragest. Titolare c/ritenute subite
256 000,00 ‐ 58 408,61 ‐ 27 100,00 ‐ 203,00
Patrimonio netto Capitale proprio Rettifiche per arrotond. Perdita d’esercizio Totale patrimonio netto
228 697,00 ‐ 1,00
58 408,00 170 288,00
Debiti per TFR
45 768,48
Trattam. to fine rapporto
45 768,00
Mutui passivi Debiti v/fornitori Cambiali passive Debiti per rit. da versare Fatture da ricevere Debiti per imposte Debiti per Iva Debiti v/istituti previdenz. Unicredit banca c/c pass. Ratei passivi
80 000,00 88 729,00 22 062,00
948,37 8 662,00 2 469,00 18 290,00 5 029,00 7 841,93 1 591,23
Debiti Totale debiti
235 623,00
TOTALE PASSIVO 451 679,01 TOTALE 451 679,00
10
SITUAZIONE ECONOMICA CONTO ECONOMICO
Valori di conto
Valori di rettifica
Merci c/vendite Fitti attivi Plusvalenza ordinaria Rimborso costi di vendita Resi su vendite Ribassi e abbuoni passivi Premi su vendite
1223 000,00
‐ 1 200,00
‐ 18 600,00 5 703,00
‐
‐ 24 303,00 + 24 303,00
A) VALORE DELLA PROD. Ricavi delle vendite Totale valore della prod. B) COSTI DELLA PRODUZ. Costi per le merci Variazione delle rimanenze (incremento) Costi per servizi Costi per il personale Ammortamenti Svalutazione crediti Oneri diversi di gestione Totale costi della produz. DIFFERENZA TRA A e B C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI Proventi finanziari Interessi e altri oneri Tot. proventi e oneri fin.
1199 897,00
1199 897,00
1022 895,00
‐ 5 000,00
76 650,00
120 917,00
26 828,00
3 960,00
680,00
1246 930,00
‐ 47 033,00
1 064,00
‐ 7 271,00
‐ 6 207,00
Merci c/acquisti Resi su acquisti Ribassi e abbuoni attivi Premi su acquisti Merci c/esistenze iniziali Merci c/rimanenze finali
1046 100,00 ‐ 19 100,00 ‐ 4 105,00
‐ 97 000,00 102 000,00
Costi per servizi Canoni di leasing
75 050,00 1 600,00
Salari e stipendi Oneri sociali TFR
84 400,00 29 520,00 6 996,85
Amm. to automezzi Amm. to software Amm. to fabbricati Amm. to impianti e macc. Amm. to attrezz. comm. Amm. to imballaggi dur.
5 728,00 2 000,00 8 000,00 5 700,00 3 000,00 2 400,00
Svalutazione crediti 3 959,85
Minusvalenze ordinarie
Interessi attivi v/clienti Interessi attivi bancari Interessi attivi postali
49,32 900,00 115,00
Interessi passivi bancari Interessi passivi su mutui
2 480,00 4 791,23
11
Minusvalenze straordin.
1 000,00
D) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI Oneri straordinari Tot. proventi e oneri str.
1 000,00
‐ 1 000,00
Imposte d’esercizio Imposte d’esercizio ‐ 4 169,00
Risultato economico UTILE D’ESERCIZIO 58 409,00
STATO PATRIMONIALE
Immobilizzazioni : Immobilizzazioni immateriali Costi originari ‐ F. di ammortamento Valore netto Immobilizzazioni materiali Costi originari ‐ F. di ammortamento Valore netto Totale immobilizzazioni Attivo circolante Rimanenze Crediti Disponibilità liquide Totale attivo circolante TOTALE ATTIVO
6 000,00 ‐ 4 000,00
Patrimonio netto: Capitale proprio Rettifiche per arrotondamento Perdita d’esercizio Totale patrimonio netto Trattamento fine rapporto Debiti TOTALE PASSIVO
228 697,00
‐ 1,00 58 408,00
170 288,00
2 000,00
294 200,00 ‐ 90 008,00
45 768,00
235 623,00
204 192,00
206 192,00
102 000,00 125 437,00 18 050,00
245 487,00
451 679,00
451 679,00
12
CONTO ECONOMICO
A) VALORE DELLA PRODUZIONE Ricavi delle vendite e delle prestazioni
Totale valore della produzione B) COSTI DELLA PRODUZIONE Costi per le merci Costi per servizi Costi per il personale :
1. Salari e stipendi 2. Oneri sociali 3. TFR
Ammortamenti e svalutazioni : 1. Ammortamenti immobilizzazioni imm. e mat. 2. Svalutazione crediti
Variazione delle rimanenze di merci (incremento) Oneri diversi di gestione
Totale costi della produzione
Differenza tra A e B C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI Proventi finanziari Interessi e oneri finanziari
Totale proventi e oneri finanziari D) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI Oneri straordinari
Totale proventi e oneri straordinari Risultato prima delle imposte Imposte d’esercizio PERDITA D’ESERCIZIO
1 199 897,00
1 199 897,00
1 022 895,00 76 650,00
84 400,00 29 520,00 6 996,85
26 828,00 3 960,00 ‐ 5 000,00
680,00
1 246 930,00
‐ 47 033,00
1 064,00 ‐ 7 271,00 ‐ 6 207,00
1 000,00 ‐ 1 000,00
‐ 54 240,00 ‐ 4 169,00 58 408,00
13
FORME E STRUTTURE AZIENDALI
Le aziende possono essere classificate in base:
al settore di appartenenza;
alla produzione;
alla forma giuridica. In base al settore di appartenenza possiamo distinguere:
aziende del settore primario (caccia, pesca, agricoltura e prodotti ittici);
aziende del settore secondario (costruzione, industrie);
aziende del settore terziario (servizi tradizionali come trasporto, istruzione ecc.);
aziende del settore terziario avanzato (tutti i servizi innovativi nati tramite l’uso della telematica e informatica, ad esempio internet).
In base alla produzione possiamo distinguere:
aziende a produzione diretta;
aziende a produzione indiretta. Per produzione diretta si intende la trasformazione della materia prima tramite un processo chimico‐fisico in un prodotto finito (aziende industriali). Per produzione indiretta, invece, si intende la collocazione nel tempo e nello spazio di un prodotto finito: nel tempo tramite il sistema della conservazione, nello spazio da un luogo ad un altro (aziende commerciali e mercantili). In base alla forma giuridica possiamo distinguere:
aziende individuali (a conduzione familiare);
aziende collettive. Le aziende collettive a loro volta si suddividono in:
società di persone;
società di capitali. Le società di persone sono: SNC(società in nome collettivo) e SAS (società in accomandita semplice). Queste società sono definite società imperfette ciò significa che non avendo personalità giuridica non godono di autonomia patrimoniale, quindi in caso di fallimento, se è necessario, devono subentrare obbligatoriamente i soci con il patrimonio personale. Le società di capitali, invece sono: SPA (società per azioni), SAPA (società in accomandita per azioni) e Srl (società a responsabilità limitata) e nel campo del credito le cooperative per azioni ( vedi credito cooperativo). Le società di capitali, a differenza delle società di persone, vengono definite società perfette in quanto avendo personalità giuridica godono di autonomia patrimoniale, pertanto in caso di fallimento,rispondono solo per le quote conferite e sottoscritte. Per quanto riguarda la SPA ela SAPA, il capitale sociale è costituito dalla sottoscrizione di azioni, infatti tutti i soci vengono definiti azionisti. All’atto della costituzione, il capitale sociale di ogni SPA o SAPA non deve essere inferiore a € 120.000,00. Invece, il capitale della S.r.l. non è costituito da azioni bensì da quote di sottoscrizione e, all’atto della costituzione, non deve essere inferiore a € 10.000,00. Tutti i conferimenti e le quote di sottoscrizione che costituiscono il capitale sociale vengono forniti tramite gli apporti dei soci. Gli apporti conferiti possono essere sia in denaro (contanti e assegni) che in natura (terreni, fabbricati, macchinari, automezzi ecc.). I soggetti che conducono e portano avanti la vita aziendale sono: il soggetto economico e il soggetto giuridico. Il soggetto economico è colui che porta avanti gli interessi dell’azienda (imprenditori, soci, azionisti e dipendenti). Il soggetto giuridico che può essere pubblico o
14
privato, si assume obblighi e diritti inerenti all’azienda stessa (Stato, Pubblica Amministrazione e nome della società). Nelle imprese individuali e nelle società di persone, il soggetto economico e il soggetto giuridico si identificano in un unico soggetto mentre, come già detto, nelle società di capitali sono due soggetti distinti, per esempio il soggetto economico è dato dagli azionisti e il soggetto giuridico è dato dalla FIAT (in questo caso, il soggetto giuridico viene rappresentato dall’amministratore delegato).
Compensi agli organi sociali
Nell’atto costitutivo delle società devono essere indicate le persone chiamate ad amministrare l’impresa e le persone che hanno il compito di controllare l’operato degli amministratori. Gli amministratori sono persone incaricate di “governare” la società, prendono decisioni strategiche e compiono degli atti necessari a perseguire il fine dell’azienda stessa. Gli amministratori possono essere soggetti interni e soggetti esterni all’azienda; essi vengono remunerati tramite un compenso fisso oppure tramite la partecipazione agli utili conseguiti. Se il compenso risulta fisso contabilmente si scrive nella situazione economica e appare tra i costi per servizi con la voce competenza amministratori. Se il compenso rientra nei redditi assimilati a quello da lavoro subordinato il compenso è colpito da un contributo previdenziale che per i 2/3 è a carico dell’azienda e per 1/3 a carico dell’amministratore. Sul piano fiscale il suo reddito è assimilato a quello da lavoro dipendente e la società deve procedere a tutte le ritenute fiscali tenendo conto anche delle eventuali detrazioni spettanti. Se invece, l’incarico di amministratore viene dato ad un soggetto autonomo o libero professionista (ragionieri, dottori commercialisti, fiscalisti, ecc.) il compenso deve essere documentato dalla relativa parcella che è soggetta la 4% della cassa previdenza che determina la base imponibile ai fini del calcolo dell’IVA e di una ritenuta fiscale del 20% calcolata sul compenso o costi onorari. In partita doppia abbiamo:
Compensi amministratori Iva ns/credito Amministratori c/competenze
X X
X
Amministratori c/competenze Debiti per ritenute da versare Banca x c/c
X X X
Quando si determina il pagamento delle imposte abbiamo:
Debiti per ritenute da versare Banca x c/c
X X
L’altro organo che regola la vita di una società, chiamato anche organo di controllo è il consiglio di sorveglianza o i sindaci in cui rientrano anche i revisori dei conti. I sindaci o Consiglio di sorveglianza sono organi di controllo della gestione della società e hanno il compito di vigilare sul rispetto delle disposizioni di legge dell’atto costitutivo e sull’operato degli amministratori. Se i componenti degli organi di controllo sono liberi
15
professionisti è necessario, come per gli amministratori, rilevare la parcella alle stesse condizioni. In partita doppia abbiamo:
Competenze sindaci Iva ns/credito Sindaci c/competenze
X X
X
Sindaci c/competenze Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X X X
Quando avviene il pagamento dei tributi abbiamo:
Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X X
16
LE SOCIETÀ DI PERSONE
Le società di persone si riconoscono nella s.n.c e nella s.a.s.La s.n.c viene costituita da una pluralità di soci che rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni assunte, questo significa che in caso di fallimento se necessario hanno l’obbligo di rispondere con il proprio patrimonio personale.La s.a.s. invece, è costituita dalla presenza di due categorie di soci, definiti soci accomandatari e soci accomandanti. I soci accomandataridevono rispondere solidalmente e illimitatamente, mentre i soci accomandanti, in caso di fallimento, devono rispondere solo per le quote conferite. Le quote di partecipazione dei soci non possono essere rappresentate da azioni ma in contabilità vengono rilevate con la voce quote di conferimento. Sia la s.n.c che la s.a.s si costituiscono tramite atto scritto che può assumere la forma di scrittura privata con firme autenticate o di atto pubblico. L’ atto costitutivo deve essere depositato entro 30 giorni dalla sua redazione presso l’ufficio del registro delle imprese e può essere modificato solo con l’esplicito consenso di tutti i soci. Nella s.a.s inoltre, devono essere indicati i nomi dei sociaccomandatari e accomandanti. Con la stipulazione dell’atto costitutivo, i soci si impegnano a effettuare i cosiddetti apporti che vanno a costituire il capitale sociale. Inizialmente si rileva la quota e successivamente l’effettivo conferimento in base alla natura dell’impresa, infatti gli apporti conferiti possono essere in denaro o in natura.
I conferimenti
Nelle società di persone, a differenza delle imprese individuali, tutti gli apporti non vanno a patrimonio netto ma sono destinati a capitale sociale, il quale insieme ad altre voci determina il patrimonio netto. Contabilmente i conferimenti dei soci vengono rilevati con la seguente scrittura:
Socio X c/conferimenti Socio Y c/ conferimenti Capitale sociale
X X
X
Gli apporti in denaro e in assegni vengono rilevati con la seguente scrittura:
Denaro in cassa
Socio X c/conferimenti X
X
Assegni Socio Y c/conferimenti
X X
Gli apporti in natura vengono rilevati con la seguente scrittura:
Fabbricati
Socio X c/conferimenti X
X
Automezzi Socio Y c/conferimenti
X X
17
Quando gli apporti vengono conferiti in ritardo rispetto alla data stabilita, in aggiunta vengono rilevati degli interessi di mora a favore dell’azienda definiti interessi attivi v/soci; e in partita doppia abbiamo:
Assegni
Denaro in cassa Socio X c/conferimenti Interessi attivi v/soci
X X
X X
Quando gli apporti conferiti sono costituiti da crediti contabilmente rileviamo:
Crediti diversi
Socio X c/conferimenti X
X
Se i suddetti crediti non vengono conferiti entro la scadenza prevista, il socio è soggetto al pagamento di interessi di mora e la relativa scrittura sarà: Crediti diversi
Interessi attivi v/soci Socio X c/conferimenti
X X
X
Se i suddetti crediti vanno a buon fine, in partita doppia si rileva la seguente scrittura: Banche X c/c
Crediti diversi X
X
Se invece, una parte dei crediti risulta insoluta (non vanno a buon fine), la società chiede il reintegro al socio e in partita doppia rileviamo: Banche X c/c
Socio Y c/reintegro Crediti diversi
X X X
Assegni Socio Y c/reintegro
X X
I costi d’impianto
I costi d’impianto, inerenti alla costituzione della società, fanno riferimento, in modo particolare, a tutte le consulenze che l’azienda intrattiene con i liberi professionisti scindendo dalla parcella i costi documentati e gli onorari. Per costi documentati si intendono tutti quei costi definiti oneri fiscali, i quali non sono soggetti a IVA. Se i costi fiscali non fanno parte della parcella, l’azienda esegue direttamente il pagamento rilevando la seguente scrittura:
Costi d’impianto Banche X c/c
X X
18
Se invece, vengono sostenuti dal libero professionista ma sempre a carico dell’azienda, essi devono essere inseriti nella parcella seguendo la seguente impostazione: ONORARI + 4 % CASSA PREVIDENZA ______________________ BASE IMPONIBILE + 22 % IVA ______________________ IMPORTO + IVA + COSTI DOCUMENTATI ____________________ TOTALE PARCELLA
‐20 % RITENUTA FISCALE ____________________ TOTALE DA PAGARE
Contabilmente abbiamo:
Costi di impianto Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X X
Debiti v/fornitori Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X X X
Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X
X
I costi d’impianto essendo immobilizzazioni immateriali, in sede di scritture di assestamento, al 31/12 si rileva il relativo ammortamento; in partita doppia abbiamo:
Amm. to costi d’impianto F. do amm. to costi d’impianto
X X
La destinazione dell’utile d’esercizio
Al 31/12, dopo aver eseguito il bilancio di chiusura, si rileva il risultato economico che può essere positivo o negativo: se è positivo si ha un utile, se è negativo si ha una perdita. Nelle società di persone, l’utile viene ripartito, entro il 30/04, fra i soci in base alla quota conferita, tenendo conto di un eventuale prelevamento in conto utile da parte dei soci. Contabilmente rileviamo:
Conto del risultato economico Utile d’esercizio
X X
Utile d’esercizio Riserva volontaria Socio A c/utile
X X X
19
Socio B c/utile Socio C c/utile
X X
La riserva, che non è obbligatoria, se viene calcolata, è quella parte di utile che viene messa da parte dalla società attuando la procedura definita autofinanziamento. Successivamente si passa al pagamento della quota di utile spettante ad ogni socio in base alla seguente scrittura:
Socio A c/utile Banche x c/c
X X
Socio B c/utile Banche x c/c
X X
Socio C c/utile Banche x c/c
X X
Ipotizziamo che durante l’esercizio amministrativo i soci abbiano chiesto e ottenuto un prelevamento in c/utile (acconto). In questo caso si rileva, prima di tutto, l’acconto chiesto durante l’esercizio amministrativo, successivamente l’utile al 31/12 e per finire il pagamento da parte dell’azienda la quota dell’utile al netto dell’acconto. Esempio :
29/10 Socio A c/prelevamenti Socio B c/prelevamenti Socio C c/prelevamenti Banche x c/c
X X X
X
31/12 Conto del risultato economico Utile d’esercizio
X X
15/03 Utile d’esercizio Riserva volontaria Socio A c/utile Socio B c/utile Socio C c/utile
X
X X X X
15/03 Socio A c/utile Socio A c/prelevamenti Banche x c/c
X X X
15/03 Socio B c/utile Socio B c/prelevamenti Banche x c/c
X X X
15/03 Socio C c/utile Socio C c/prelevamenti Banche x c/c
X X X
Per quanto riguarda la rilevazione dei costi di impianto, si può verificare il versamento iniziale da parte dell’azienda di un acconto a favore del libero professionista. In questo caso è necessario rilevare l’acconto con la seguente voce:
20
Fornitori immob. ni imm. li c/acconto Banche x c/c
X X
Costi di impianto Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Debiti v/fornitori Fornitori immob. ni imm. li c/acconto Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X X X X
Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X X
Nella costituzione di una società di persone fra i soci, è possibile che ci sia il cosiddetto socio d’opera, definito così in quanto presta attività lavorativa all’interno della sua società. In questo caso, nel momento in cui, l’azienda decide di ripartire l’utile d’esercizio deve destinare una parte dell’utile al socio d’opera e deve avvenire prima della ripartizione fra i soci stessi e, successivamente, la parte restante deve essere destinata a tutti i soci che compongono la società. Esempio 1 :
Una SNC è composta da tre soci con un capitale sociale distribuito per il 40% al socio A, per il 25% al socio B e per il 65% al socio C, tenendo conto che il socio C presta, essendo un socio d’opera, la sua attività lavorativa, venendogli riconosciuto inizialmente il 10% dell’utile ottenuto. La società decide anche di destinare il 5% a riserva volontaria. Al 31/12 l’azienda ottiene un utile di 71200,00 €. La ripartizione avviene il 10/02. Determinare la percentuale spettante al socio d’opera e la successiva ripartizione dell’utile ad ogni socio in base alla percentuale conferita.
UTILE ‘ESERCIZIO 71200,00 € ‐5% RISERVA VOLONT. ‐ 3560,00 ______________________________________ UTILE DA RIPARTIRE 67640,00 ‐10% SOCIO D’OPERA ‐ 6764,00 ______________________________________ UTILE DA RIPARTIRE TRA SOCI 60876,00
SOCIO A 40% 24350,40
SOCIO B 25% + 15219,00
SOCIO C 65% + 21306,60 + 10% SOCIO D’OPERA + 6764,00 ______________________________________
28070,60
Contabilmente rileviamo:
21
Conto del risultato economico
Utile d’esercizio 71200,00
71200,00
Utile d’esercizio Riserva volontaria Socio A c/utile Socio B c/utile Socio C c/utile
71200,00
3560,00 24350,40 15219,00 28070,60
Socio A c/utile Banche x c/c
24350,40 24350,40
Socio B c/utile Banche x c/c
15219,00 15219,00
Socio C c/utile Banche x c/c
28070,60 28070,60
Se la società nel corso dell’esercizio amministrativo ha subito ritenute d’acconto per interessi attivi maturati, in sede di riparto dell’utile trasferisce la competenza delle ritenute subite direttamente sui soci in base alla quota dell’utile spettante. In partita doppia abbiamo:
Conto del risultato economico Utile d’esercizio
X X
Utile d’esercizio Riserva volontaria Socio A c/utile Socio B c/utile
X X X X
Socio A c/utile Socio B c/utile Soci c/ritenute subite
X X
X
Dopo aver rilevato le ritenute fiscali a carico dei soci, la società esegue il pagamento della quota di utile spettante ai vari soci al netto della ritenuta fiscale con la seguente scrittura:
Socio A c/utile Socio B c/utile Banche x c/c
X X
X
Se il prelevamento d’acconto è maggiore della quota di utile spettante, contabilmente l’azienda rileva:
Socio A c/utile Socio A c/reintegro Socio A c/prelevamenti
100,00 10,00
110,00
Banche x c/c Socio A c/reintegro
10,00 10,00
22
La perdita d’esercizio e la sua copertura
Al 31/12 può succedere che il risultato economico sia negativo. In tal caso, l’azienda non rileva l’utile bensì una perdita. Nelle aziende individuali la sua copertura avviene direttamente tramite il patrimonio netto; nelle società di persone, la sua copertura può avvenire mediante le seguenti ipotesi: utilizzo delle riserve; rinvio al futuro della successiva copertura con utile d’esercizio; reintegro da parte soci; riduzione del capitale sociale.
Utilizzo delle riserve
Se l’azienda decide di coprire la perdita tramite l’utilizzo delle riserve è necessario constatare se la riserva è sufficiente o si presenta insufficiente. Se è sufficiente, in partita doppia abbiamo:
Perdita d’esercizio
Conto del risultato economico X
X
Riserva volontaria Perdita d’esercizio
X X
Se invece, le riserve sono insufficienti, la differenza può essere coperta tramite reintegro dei soci oppure destinata come perdita a nuovo. Nel primo caso in partita doppia abbiamo:
Perdita d’esercizio
Conto del risultato economico X
X
Riserva volontaria Soci c/reintegro Perdita d’esercizio
X X
X
Nel secondo caso, in partita doppia abbiamo:
Perdita d’esercizio
Conto del risultato economico X
X
Perdita a nuovo Perdita d’esercizio
X
X
Rinvio al futuro e successiva copertura con utili d’esercizio
L’azienda può decidere di destinare per intero la perdita subita come perdita a nuovo, sperando che nell’esercizio successivo ottenga un risultato positivo che gli permetta di coprire la precedente perdita e destinare poi, l’eventuale differenza, come quota di utile ai soci. Contabilmente rileviamo: Perdita d’esercizio
Conto del risultato economico X
X
23
Perdita a nuovo Perdita d’esercizio
X
X
Se nell’anno n+1 l’azienda ottiene il risultato positivo sperato, al 31/12 nell’anno n+1 rileviamo:
Conto del risultato economico
Utile d’esercizio X
X
Utile d’esercizio Perdita a nuovo Socio A c/utile Socio B c/utile
X
X X X
Reintegro da parte dei soci
Per reintegro si intende che i soci intervengono direttamente per appianare la perdita d’esercizio. In partita doppia rileviamo: Perdita d’esercizio
Conto del risultato economico X
X
Socio A c/reintegro Socio B c/reintegro Perdita d’esercizio
X
X X
Banche x c/c Socio A c/reintegro Socio B c/reintegro
X X X
Per quanto riguarda il reintegro da parte dei soci, la copertura della perdita può avvenire anche oltre al reintegro, attraverso le riserve. In questo caso, contabilmente si rileva:
Riserva volontaria Socio A c/reintegro Socio B c/reintegro Perdita d’esercizio
X X X X
Banche x c/c Socio A c/reintegro Socio B c/reintegro
X
X X
Riduzione del capitale sociale
Se la perdita viene coperta per intero tramite la riduzione del capitale sociale, in partita doppia si rileva:
Perdita d’esercizio Conto del risultato economico
X X
Capitale sociale Perdita d’esercizio
X
X
24
Aspetti contabili
Rispetto alle società individuali, nelle società di persone, le novità essenziali riguardano l’inserimento di qualche voce contabile nuova, in sede di riepilogo in modo particolare, per quanto riguarda le attività e le passività. Ma quello che bisogna precisare riguarda la rilevazione contabile al 31/12 degli interessi attivi bancari e postali. In quanto alla ritenuta fiscale del 20% che si va a calcolare, non è destinata al conto titolare c/ritenute subite in cui la copertura avviene tramite l’utilizzo diretto del risultato economico bensì la si rileva la voce soci c/ritenute subite, che non si annulla con il risultato economico ma si porta come voce di riepilogo tra le attività, in quanto vengono considerati come crediti. È da precisare che il riepilogo delle passività, dato che si tratta di società di persone, come ultime voci vanno inserite tutte le voci che compongono il patrimonio netto, come: il capitale sociale, l’eventuale riserva volontaria, l’eventuale utile a nuovo e il risultato d‘esercizio (utile o perdita), l’eventuale perdita a nuovo e il versamento socio in c/capitale.
I finanziamenti
Tutte le imprese, per portare avanti la propria attività devono soddisfare il fabbisogno finanziario e questo può avvenire tramite il ricorso a fonti interne ed esterne. Le fonti interne fanno riferimento alla cosiddetta politica dell’autofinanziamento (ad esempio la riserva volontaria, ovvero una parte di utile non distribuito ma reinvestito nell’azienda). Le fonti esterne si suddividono in: capitale proprio e capitale di terzi. Il capitale proprio definito anche capitale di rischio, costituisce tutti gli apporti in denaro o in natura conferiti dai soci. Il capitale di terzi o di debito è formato da tutti i finanziamenti che possono provenire dalle banche, dalle società finanziarie, dai mercati finanziari e da debiti di fornitura (pagamento dilazionato tramite rateizzazione del debito con l’utilizzo delle cambiali o delle Ri.Ba.). Per quanto riguarda il capitale proprio, tecnicamente e formalmente, la società non ha l’obbligo di restituzione in quanto non è prevista alcuna scadenza; la restituzione o il rimborso può avvenire solo in caso direcesso di uno o più soci ed è infruttifero, cioè non comporta nessuna remunerazione di interesse. Contabilmente, viene definito versamenti in c/capitale, infatti, nel momento in cui si determina tale conferimento in partita doppia abbiamo:
Banche x c/c
Versamenti socio A c/capitale Versamenti socio B c/capitale
X X X
Se invece dobbiamo rilevare il capitale di debito o di terzi, in partita doppia si rileva:
Socio A c/finanziamento Socio B c/finanziamento Interessi passivi v/soci Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X X X
X X
Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X X
25
Gli interessi passivi per la società ma a favore dei soci sono soggetti a una ritenuta fiscale del 12,5%.
Gli aumenti del capitale sociale
Gli aumenti del capitale sociale possono comportare sia la variazione del patrimonio netto sia la non variazione del patrimonio netto. Vi è la variazione del patrimonio netto quando si verificano rapporti effettuati da vecchi soci o apporti conferiti da nuovi soci. Non si verifica, invece, la variazione del patrimonio netto quando l’azienda attua la politica della capitalizzazione delle riserve e la capitalizzazione di precedenti versamenti effettuati da soci (versamenti in conto capitale).
FONTI INTERNE
FONTI ESTERNE
Ricorso al capitale proprio
Ricorso al capitale di debito: a breve termine; a medio
termine; a lungo termine.
autofinanziamenti con utili accantonati a riserva volontaria
apporti dei soci
versamenti infruttiferi dei soci in conto capitale
versamenti dei soci a titolo di finanziamento
debiti verso banche e altri intermediari finanziari
debiti di fornitura
AUMENTI DI CAPITALE SOCIALE
senza variazione patrimonio netto
con variazione patrimonio netto
capitalizzazione delle riserve
capitalizzazione precedenti
versamenti di soci
conferimenti di nuovi soci
apporti effettuati da vecchi soci
26
In partita doppia si rileva:
Riserva volontaria Capitale sociale
X X
Se la variazione del patrimonio netto si determina con i conferimenti dei vecchi soci mantenendo inalterati i rapporti di partecipazione (rimane la stessa quota percentuale), contabilmente si rileva:
Esempio 1 :
Si ipotizza che una SNC alla costituzione si presenta con un capitale sociale di 500 000,00 €, appartenente per il 55% al socio A e per il 45% al socio B. Il 10/05 l’azienda decide di aumentare il capitale sociale portandolo a 750 000,00 € e di mantenere inalterato il rapporto di partecipazione.
NUOVO CAPITALE CONFERITO : 750 000,00
500 000,00 _________ 150 000,00
SOCIO A 150 000,00 * 55% = 82 500,00 € SOCIO B 150 000,00 * 45% = 67 500,00 €
Socio A c/conferimenti Socio B c/conferimenti Capitale sociale
82500,00 67500,00
150000,00
Banche x c/c Socio A c/conferimenti Socio B c/conferimenti
150000,00 82500,00 67500,00
SOCI QUOTE PRIMA DELL’AUMENTO QUOTE DOPO L’AUMENTO
Socio A Socio B
VALORE NOMINALE
% VALORE
NOMINALE %
275 000,00 225 000,00
55% 45%
3 575 000,00 2 925 000,00
55% 45%
TOTALE 500 000,00 100 % 650 000,00 100 %
Se la variazione avviene con l’ingresso di nuovi soci l’azienda è tenuta a stipulare durante l’esercizio amministrativo stabilito per statuto un bilancio straordinario che serve a
Socio A c/conferimenti Socio B c/conferimenti Capitale sociale
X X
X
Banche x c/c Socio A c/conferimenti Socio B c/conferimenti
X X X
27
determinare il valore economico dell’azienda che serve poi a stabilire il valore della quota di ingresso dei nuovi soci. Il calcolo della quota di ingresso dei nuovi soci avviene:
% PARTECIPAZIONE VECCHI SOCI : % NUOVI SOCI = VALORE ECONOMICO : X Esempio 2 :
Una SNC ha un capitale sociale di 400 000,00 € appartenente per il 60% al socio A per il 40% al socio B. In data 20/09 vi è l’ingresso nella società del socio C dove conferisce una quota di partecipazione iniziale di 140 000,00 €. L’accredito avviene presso la banca della società. Dopo la stesura del bilancio straordinario, il valore economico attribuito all’azienda risulta 610 450,00 €. A fine anno l’azienda ottiene un utile d’esercizio di 79 840,00 €, di cui il 10% viene destinato a riserva volontaria. Determinare le quote di partecipazione prima e dopo l’ingresso del nuovo socio e successivamente tramite il valore economico attribuito all’azienda la quota di ingresso effettiva destinando la quota di 140 000,00 € a capitale sociale e la differenza a riserva volontaria.
SOCI QUOTE PRIMA DELL’AUMENTO QUOTE DOPO L’AUMENTO
Socio A Socio B Socio C
VALORE NOMINALE
% VALORE
NOMINALE %
240 000,00 160 000,00
60 % 40 %
240 000,00 160 000,00 140 000,00
44,44 % 29,63 % 25,93 %
TOTALE 400 000,00 100 % 540 000,00 100 %
(44,44 + 29,63) : 25,93 % = 610 450,00 : X
, ∗ , %
,
X = 213 702,83
Le riduzioni del capitale sociale
La riduzione del capitale sociale come già visto nell’analisi dell’aumento del capitale sociale essendo un fattore rilevante comporta, nel momento in cui si verifica, una modifica all’atto costitutivo. Tale modifica deve essere iscritta presso il Registro delle Imprese. La riduzione può comportare, a seconda dei casi, sia una variazione del patrimonio netto sia una non variazione del patrimonio netto. Si ha una non variazione del patrimonio netto quando si deve intervenire per un’eventuale copertura della perdita d’esercizio. Si verifica, invece, una variazione del patrimonio netto quando si procede ad un’eventuale rimborso proporzionale rispetto alla quotaoppure per un eventuale recesso di uno o più soci. Il rimborso si può verificare quando l’azienda procede ad una fase di ristrutturazione. La fase di ristrutturazione può determinare sia una situazione di esubero oppure un ridimensionamento dell’attività produttiva. Questo si verifica quando l’azienda decide la sua esclusione (es. inaffidabilità) oppure per causa di morte; in questo caso l’azienda da un lato ha l’obbligo di liquidare i soci per l’esclusione e nei casi di recesso, gli eredi. Se avviene ciò, l’azienda deve
28
procedere alla stipulazione di un bilancio straordinario determinando il valore economico dell’azienda. Per quanto riguarda la riduzione con rimborso ai soci, sotto l’aspetto contabile si rilevano le seguenti scritture:
Capitale sociale Socio A c/rimborso Socio B c/rimborso
X
X X
Socio A c/rimborso Socio B c/rimborso Banche x c/c
X X
X
Se la riduzione avviene con il recesso di uno o più soci, contabilmente si procede in base alle seguenti modalità:
Composizione del capitale sociale prima del recesso di uno o più soci: si ipotizza che il capitale sociale sia di € 540 000,00 di cui il 50 % al socio A (quota conferita € 270 000,00), il 20 % al socio B (quota conferita € 108 000,00) e il 30 % al socio C (quota conferita € 162 000,00).
Al 31/12 l’azienda ha ottenuto un utile d’esercizio pari a € 64 800,00 che in base alle quote conferite spetta per il 50 %, ossia € 32 400,00 al socio A; per il 20 %, ossia € 12 960,00 al socio B; per il 30 %, ossia € 19 440,00 al socio C.
Si ipotizza che il socio B decida di uscire dalla società, infatti, l’azienda deve procedere alla formulazione o determinazione della quota da pagare al socio uscente. Per determinare la quota complessiva bisogna considerare il valore economico dell’azienda che è pari a € 702 000,00. Successivamente si procede a estrapolare la quota spettante al socio uscente tramite il seguente calcolo: 100 : 20 = 702 000,00 : X X = 140 400,00 La quota di 140 400,00 è così suddivisa: € 108 000,00 come quota conferita, € 32 400,00 come quota di uscita.
La buon uscita deve essere sostenuta dai soci che subentrano nella quota del socio B e, in base ai calcoli versati, devono sborsare o versare la quota, così calcolata: (100 – 20) : 50 = 140 400,00 : X X = 87 750,00 (Socio A) (100 – 20) : 30 = 140 400,00 : X X = 52 650,00 (Socio B)
Dopo il calcolo delle quote spettanti ai soci, si ripartisce la buona uscita calcolata in base al coefficiente di riparto, nel modo seguente:
C.R. = ,
, , = 0,23076923
0, 23076923 * 87 750,00 = 20 250,00 0, 23076923 * 52 650,00 = 12 150,00
Dopo la ripartizione della buona uscita, si calcolano le nuove quote di
partecipazione, in base alla seguente tabella:
29
SOCI QUOTE PRIMA DEL RECESSO QUOTE DOPO IL RECESSO
Socio A Socio B Socio C
VALORE NOMINALE
% VALORE
NOMINALE %
270 000,00 108 000,00 162 000,00
50 % 20 % 30 %
337 500,00
202 500,00
62,50 %
37,50%
TOTALE 400 000,00 100 % 540 000,00 100 %
Le quote di partecipazione vengono così calcolate:
SOCIO A 270 000,00 + (87 750,00 – 20 250,00) = 337 500,00 SOCIO B 162 000.00 + (52 650,00 – 12 150,00) = 202 500,00 Contabilmente, le scritture che riguardano la ripartizione dell’utile sono:
Conto del risultato economico Utile d’esercizio
64 800,00 64 800,00
Utile d’esercizio Socio A c/utile Socio B c/utile Socio C c/utile
64 800,00
32 400,00 12 960,00 19 440,00
Socio A c/utile Socio B c/utile Socio C c/utile Banche x c/c
32 400,00 12 960,00 19 440,00
64 800,00
Se la riduzione del capitale sociale avviene a causa del recesso di uno o più soci ma i soci restanti non subentrano e non si appropriano delle quote dei soci che all’atto della costituzione avevano sottoscritto, l’azienda deve formulare la quota effettiva che spetta al socio o ai soci che hanno deciso di abbandonare la società. Dato che il recesso avviene durante l’esercizio amministrativo, l’azienda deve stipulare un bilancio straordinario, stabilire il valore economico dell’azienda e formulare l’utile in corso di maturazione, in quanto in base alla percentuale della propria quota è necessario stabilire la parte di utile spettante. Per calcolare la quota del socio uscente bisogna considerare:
le quote espresse in valore nominale e percentuale;
il valore economico dell’azienda;
l’utile in corso;
il valore della riserva volontaria. Esempio 1 :
Si ipotizza che all’atto della costituzione, il capitale sociale sia di € 600 000,00 così suddiviso: il 50% al socio A (€ 300 000,00), il 30% al socio B (€ 180 000,00) e il 20% al socio C (€ 120 000,00). L’utile in corso sia di € 54 000,00; il valore economico dell’azienda sia di € 816 000,00 e la riserva volontaria di € 42 000,00. QUOTA SPETTANTE = 100 : 20 = 816 000,00 : X
X = 163 200,00
30
Tale quota viene così suddivisa: € 120 000,00 per la quota conferita al capitale sociale € 10 800,00 per l’utile in corso (così calcolato: 100 : 20 = 54 000,00 : X) € 32 400,00 per la riserva volontaria
In base all’esempio, la quota complessiva viene ricoperta per € 120 000,00 da parte della società, per € 10 800,00 dall’utile in corso e per la differenza dalla riserva volontaria. Qualora non vi fosse stata la riserva volontaria, la parte restante doveva essere coperta tramite il cosiddetto reintegro.
SOCI QUOTE PRIMA DEL RECESSO QUOTE DOPO IL RECESSO
Socio A Socio B Socio C
VALORE NOMINALE
% VALORE
NOMINALE %
300 000,00 180 000,00 120 000,00
50 % 30 % 20 %
300 000,00 180 000,00
62,50 % 37,50 %
TOTALE 600 000,00 100 % 480 000,00 100 %
Contabilmente si rileva:
Capitale sociale
Riserva volontaria Quota utile socio C Socio C c/liquidazione
120 000,00 32 400,00 10 800,00
163 200,00
Socio C c/liquidazione Banche x c/c
163 200,00
163 200,00
Si ipotizza che al 31/12, l’azienda ottenga un utile di € 114 000,00 di cui il 10% destinato a riserva volontaria e il restante suddiviso tra il socio A e il socio B in base alle relative percentuali:
Conto del risultato economico Utile d’esercizio
114 000,00
114 000,00
Utile d’esercizio Riserva volontaria Socio A c/utile Socio B c/utile
114 000,00
11 400,00 64 125,00 38 475,00
31
LE SOCIETÀ DI CAPITALI
A differenza delle società di persone, vengono definite società perfette: questo termine indica che le società prese in considerazione, avendo personalità giuridica,godono di autonomia patrimoniale, ossia in caso di fallimento nei confronti dei debitori rispondono solo per le quote sottoscritte. Le società di capitali si suddividono in:
S.p.A. = Società per Azioni;
S.A.P.A = Società in Accomandita Per Azioni;
S.r.l. = Società a Responsabilità Limitata;
le Cooperative per azioni. La differenza tra la S.p.A. e la S.A.P.A. riguarda la presenza, nella S.p.A., di una sola tipologia di soci o azionisti invece, nella S.A.P.A. esistono due tipologie di soci: i soci accomandatari e i soci accomandanti. I soci accomandatari rispondono solidalmente e illimitatamente mentre, i soci accomandanti rispondono solo per le quote conferite. Il capitale di entrambe le società deve essere costituito dalla sottoscrizione di azioni (titoli azionari) infatti, i soci vengono chiamati azionisti. Il capitale sociale non deve essere inferiore a € 120 000,00. Una delle ultime caratteristiche riguarda gli artt. 2328‐2463 del Codice Civile, secondo cui si possono costituire anche S.p.A. uni personali, cioè formata da un solo socio. Nella S.r.l. invece, a differenza della S.p.A. e della S.A.P.A., il capitale sociale non è costituito da azioni ma da quote di sottoscrizione e non deve essere inferiore a € 10 000,00.
Gli organi sociali
Gli organi sociali che compongono le società di capitali e che determinano poi la gerarchia aziendale sono:
gli organi volitivi che si occupano della strategia aziendale; gli organi direttivi che, invece, applicano la strategia aziendale; gli organi di controllo o collegio sindacale che ha il compito di tenere sottocontrollo
gli aspetti amministrativi, contabili e sociali all’interno dell’azienda; gli organi esecutivi che costituiscono la base aziendale, rappresentata da dipendenti
che hanno il compito di eseguire l’attività produttiva . L’organo volitivo, che si occupa della strategia aziendale, si identifica nell’assemblea dei soci o azionisti. L’assemblea degli azionisti può essere convocata in sede di assemblea ordinaria o straordinaria: quella ordinaria viene convocata almeno una volta in un anno per deliberare e approvare il bilancio d’esercizio e per decidere la ripartizione dell’utile tramite l’assegnazione del dividendo; l’assemblea straordinaria, invece, viene convocata quando si deve deliberare per un eventuale cambiamento dell’atto costitutivo, per un eventuale aumento o riduzione del capitale sociale oppure in caso di fusione, trasformazione o scioglimento della società. I soggetti che governano un’azienda sono il soggetto giuridico (che può essere pubblico o privato) e il soggetto economico. Nelle società di capitali, a differenza delle società di persone, questi soggetti sono distinti e separati: il soggetto giuridico è colui che si assume diritti e obblighi, si identifica nel nome della società e, giuridicamente, è rappresentato dall’amministratore unico, il quale nella S.p.A. è un soggetto esterno mentre nella S.A.P.A. è un socio accomandatario; il soggetto economico, invece, è colui che porta avanti gli interessi dell’azienda e si identifica nella figura dei soci e dei dipendenti.
32
Nella S.r.l., salvo diverse disposizioni dell’atto costitutivo, i poteri di amministrazione spettano a uno o più soci e, nel caso di pluralità di persone, l’amministrazione può essere attribuita in maniera congiunta o disgiunta. Il controllo della gestione, invece, viene esercitato, salvo altre disposizioni dell’atto costitutivo, dal collegio sindacale. Le condizioni affinché una società di capitale si costituisca sono: il capitale sociale deve essere interamente sottoscritto; all’atto della costituzione, deve essere versato almeno il 25% del capitale sottoscritto
(espresso in denaro o assegni). Tale percentuale deve essere depositata presso un conto vincolato di una banca delegata dalla società. Successivamente si deve versare il restante 75%. Nel momento in cui si annulla il vincolo, il 25% confluisce direttamente nel conto corrente bancario della società e, per il tempo intercorso, maturano interessi attivi v/soci soggetti a ritenuta fiscale (20%) rilevata con la voce Crediti per ritenute subite;
deve essere presentata una relazione giurata da un esperto designato dal tribunale, relativa ai valori conferiti in beni e crediti. Nella S.r.l., invece, viene eseguita dai revisori contabili;
l’oggetto sociale deve avvenire su sussistenza delle autorità governative in base alle condizioni di legge.
L’atto costitutivo
Nel rispetto della legge, l’atto costitutivo deve essere accompagnato dallo statuto, il quale diventa parte integrante del contratto di società. L’atto costitutivo deve essere depositato entro venti giorni, a cura del notaio che lo ha redatto, presso l’ufficio del registro delle imprese e deve contenere i documenti comprovanti l’avvenuto versamento del 25% dei conferimenti in assegni e in denaro, con l’eventuale relazione giurata sui conferimenti in natura e tutte le altre autorizzazioni prescritte in funzione dell’oggetto sociale. Con l’iscrizione all’ufficio del registro delle imprese la società nasce giuridicamente, in quanto acquista personalità giuridica. La costituzione può avvenire in forma simultanea o tramite pubblica sottoscrizione. Le società di capitali, dopo la loro costituzione e la loro nascita, devono sottoporre a numerazione, bollatura e vidimazione i cosiddetti libri obbligatori (libro dei soci o azionisti, libro delle obbligazioni, libro delle adunanze, libro degli amministratori e libro del collegio sindacale).
Gli aspetti contabili
Per quanto riguarda gli aspetti contabili, si inizia dalla costituzione rilevando le sottoscrizioni delle azioni o quote effettuate dai soci o azionisti in denaro e in natura che confluiscono direttamente al capitale sociale. Nel momento in cui si costituisce una S.p.A., si rileva l’intero ammontare del capitale sociale, successivamente il cosiddetto vincolo del 25% che viene depositato presso una banca indicata dal notaio per poi essere annullato e accreditato direttamente alla banca della società, tenendo conto degli interessi attivi bancari maturati durante il periodo del vincolo e soggetti a ritenuta fiscale. Tale ritenuta si rileva con la voce crediti per ritenute subite.
33
Azionisti c/sottoscrizione Capitale sociale
X X
Banca x c/vincolato Azionisti c/sottoscrizione
X X
Bene strumentale Azionisti c/sottoscrizione
X X
Azionisti c/versamenti richiamati‐ Azionisti c/sottoscrizione
X X
Denaro in cassa Azionisti c/versamenti richiamati
X X
Costi di impianto Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Debiti v/fornitori Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X X X
Banche x c/c Crediti per ritenute subite Banca x c/vincolato Interessi attivi bancari
X X
X X
Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X
X
Si può verificare che i restanti versamenti da richiamare, che devono essere effettuati dagli azionisti, avvengano con ritardo rispetto alla data stabilita. In tal caso sulla somma da versare maturano a favore della società interessi attivi ma a carico degli azionisti stessi. La rilevazione comprende i cosiddetti interessi attivi v/soci tramite la seguente scrittura:
Denaro in cassa Azionisti c/versamenti richiamati Interessi attivi v/soci
X X X
La destinazione dell’utile
Dopo la chiusura dell’esercizio amministrativo, se il risultato economico è positivo, sempre su decisione dell’assemblea degli azionisti, si distribuisce il dividendo che deve essere arrotondato sempre per difetto. La differenza va a costituire poi il cosiddetto utile a nuovo che, come le riserve calcolate sull’intero utile, va a determinare una forma di autofinanziamento.
D =
Conto del risultato economico
Utile d’esercizio X
X
34
Utile d’esercizio Riserva legale Riserva statutaria Azionisti c/dividendo Utile a nuovo
X X X X X
Azionisti c/dividendo Banche x c/c
X X
Esempio :
Si ipotizza che una S.p.A. abbia ottenuto un utile d’esercizio di € 197 620,00 di cui il 5% è destinato a riserva legale e l’8% a riserva statutaria. Effettuare il calcolo delle riserve e la distribuzione del dividendo tenendo conto che il capitale sociale è costituito da 140 000 azioni. UTILE D’ESERCIZIO 197 620,00 ‐5% RISERVA LEGALE ‐ 9 981,00
_________ 187 739,00
‐8% RISERVA STATUTARIA ‐ 15 809,60 _________
UTILE DA DISTRIBUIRE 171 929,40
D = ,
= 1,22806
1,22 * 140 000 = 170 800,00 0,00806 * 140 000 = 1 128,40
Conto del risultato economico
Utile d’esercizio 197 620,00
197 620,00
Utile d’esercizio Riserva legale Riserva statutaria Azionisti c/dividendo Utile a nuovo
197 620,00 9 881,00
15 809,60 170 800,00
1128,40
Rilevazione contabile della costituzione di una S.p.A.
Azionista A c/sottoscrizione Azionista B c/sottoscrizione Azionista C c/sottoscrizione Capitale sociale
X X X
X
Banca x c/vincolato Azionista A c/sottoscrizione Azionista B c/sottoscrizione Azionista C c/sottoscrizione
X X X X
Bene strumentale Azionista A c/sottoscrizione
X X
35
Azionista B c/sottoscrizione Azionista C c/sottoscrizione
X X
Azionista A c/versamenti richiamati Azionista B c/versamenti richiamati Azionista C c/versamenti richiamati
X X X
Azionista A c/sottoscrizione Azionista B c/sottoscrizione Azionista C c/sottoscrizione
X X X
Banche x c/c Azionista A c/versamenti richiamati Azionista B c/versamenti richiamati Azionista C c/versamenti richiamati
X X X X
Banche x c/c Crediti per ritenute subite Banca x c/vincolato Interessi attivi bancari
X X
X X
Costi di impianto Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Debiti v/fornitori Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X X X
Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X
X
Esempio 1 :
Si costituisce una S.p.A. con capitale sociale di € 480 000,00 suddiviso in 24 000 azioni con valore nominale di € 20,00. Il capitale è così suddiviso: azionista A per il 50%, azionista B per il 40% e azionista C per il 10%. L’azionista A, in base alla sua percentuale, apporta: fabbricato di € 100 000,00, un automezzo di € 50 000,00, assegni per 85 000,00 e la differenza con denaro. L’azionista B apporta: attrezzature di € 22 000,00, merci per € 70 000,00, assegni per € 85 000,00 e la differenza in contanti.L’azionista C, invece, apporta: assegni per € 40 000,00 e la differenza con denaro contante.I costi notarili, sostenuti dall’azienda all’atto della costituzione, ammontano a € 6 000,00, i costi documentati a € 20 000,00. Gli onorari sono soggetti al calcolo del 4% per la cassa previdenza e la base imponibile all’IVA ordinaria. Al 31/12, l’azienda ottiene un utile di € 119 100,00 di cui il 5% è destinato a riserva legale e il 3% a riserva statutaria. La differenza viene distribuita tramite l’assegnazione di un dividendo agli azionisti. Rilevare le scritture in partita doppia.
CAPITALE SOCIALE = AZIONISTA A € 480 000,00 * 0,50 = 240 000,00
AZIONISTA B € 480 000,00 * 0,40 = 192 000,00 AZIONISTA C € 480 000,00 * 0,10 = 48 000,00
AZIONISTA A = FABBRICATO 100 000,00 AUTOMEZZO 50 000,00
36
ASSEGNI 85 000,00 22 500,00 DENARO 5 000,00 (vincolo 25%)
AZIONISTA B = ATTREZZATURE 22 000,00
MERCI 70 000,00 ASSEGNI 85 000,00 25 000,00
DENARO 15 000,00 (vincolo 25%) AZIONISTA C = ASSEGNI 12 000,00 DENARO (vincolo 25%)
Azionista A c/sottoscrizione Azionista B c/sottoscrizione Azionista C c/sottoscrizione Capitale sociale
240 000,00 192 000,00 48 000,00
480 000,00
Banca x c/vincolato Azionista A c/sottoscrizione Azionista B c/sottoscrizione Azionista C c/sottoscrizione
59 500,00 22 500,00 25 000,00 12 000,00
Fabbricati Automezzi Azionista A c/sottoscrizione
100 000,00 50 000,00
150 000,00
Attrezzature Merci Azionista B c/sottoscrizione
22 000,00 70 000,00
92 000,00
Azionista A c/versamenti richiamati Azionista B c/versamenti richiamati Azionista C c/versamenti richiamati Azionista A c/sottoscrizione Azionista B c/sottoscrizione Azionista C c/sottoscrizione
67 500,00 75 000,00 36 000,00
67 500,00 75 000,00 36 000,00
Banche x c/c Azionista A c/versamenti richiamati Azionista B c/versamenti richiamati Azionista C c/versamenti richiamati
178 500,00 67 500,00 75 000,00 36 000,00
Banche x c/c Crediti per ritenute subite Banca x c/vincolato Interessi attivi bancari
59 678,31 44,83
59 500,00 224,14
ONORARI 6 000,00
+ 4% CASSA PREVIDENZA + 240,00 ________ BASE IMPONIBILE 6 240,00 + IVA 22% 1 372,80 ________ IMPORTO + IVA 7 612,80
37
+ COSTI DOCUMENTATI 20 000,00 ________ TOTALE PARCELLA 27 612,80 ‐20% RITENUTA FISCALE ‐ 1 200,00 ________ IMPORTO DA PAGARE 26 412,80
Costi di impianto Iva ns/credito Debiti v/fornitori
26 240,00 1 372,80
27 612,80
Debiti v/fornitori Debiti per ritenute da versare Banca x c/c
27 612,80 1 200,00 26 412,80
Debiti per ritenute da versare Banca x c/c
1 200,00
1 200,00
UTILE D’ESERCIZIO 119 100,00 ‐5% RISERVA LEGALE ‐ 5 955,00 _________ 113 145,00 ‐3% RISERVA STATUTARIA ‐ 9051,60 _________ UTILE DA DISTRIBUIRE 104 093,40
D = ,
= 4,337225
D = 4,33 * 24 000 = 103 920,00 UTILE A NUOVO = 0,007225 = 173,40
Conto del risultato economico Utile d’esercizio
119 100,00 119 100,00
Utile d’esercizio Riserva legale Riserva statutaria Azionisti c/dividendo Utile a nuovo
119 100,00 5 955,00 9 051,60
103 920,00 173,40
38
Rilevazione contabile della costituzione di una S.p.A con apporto da parte di un socio di una azienda già funzionante
Quando si costituisce una società di capitale, nella quale un azionista apporta un’azienda già funzionante, è necessario rilevare tutti gli elementi attivi e passivi dell’azienda apportata considerando il suo valore economico, il quale determinerà il calcolo dell’avviamento. In partita doppia si rilevano le seguenti scritture:
Azionista A c/sottoscrizione Azionista B c/sottoscrizione Azionista C c/sottoscrizione Capitale sociale
X X X
X
Impianti Attrezzature commerciali Macchinari Automezzi Merci Avviamento Mutui passivi Debiti v/fornitori Debiti per TFR Ratei passivi Azionista B c/sottoscrizione
X X X X X X
X X X X X
Merci c/apporti Merci
X X
Banca X c/vincolato Azionista A c/sottoscrizione Azionista C c/sottoscrizione
X X X
Azionista A c/versamenti richiamati Azionista C c/versamenti richiamati Azionista A c/sottoscrizione Azionista C c/sottoscrizione
X X
X X
Banca X c/c Azionista A c/versamenti richiamati Azionista C c/versamenti richiamati
X
X X
Banca X c/c Crediti per ritenute subite Banca X c/vincolato Interessi attivi bancari
X X
X X
Costi di impianto Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Debiti v/fornitori Debiti per ritenute da versare Banca X c/c
X X X
Debiti per ritenute da versare Banca X c/c
X X
Conto del risultato economico Utile d’esercizio
X
X
39
Gli acconti sui dividendi
Durante l’esercizio, la società può decidere di distribuire degli acconti sul presunto utile del periodo. Affinché si proceda a tale distribuzione è necessario che si rispettino per legge i seguenti presupposti: il bilancio della società deve essere assoggettato al controllo da parte di una società di revisione iscritta nell’albo speciale e tale società deve rilasciare un giudizio positivo sul bilancio dell’esercizio precedente. L’ammontare degli acconti sui dividendi non può essere superiore alla somma tra l’importo degli utili in corso diminuito delle quote che dovranno essere destinate, obbligatoriamente, a riserva. Sotto l’aspetto fiscale, l’erogazione degli acconti sui dividendi è soggetta alle stesse norme che regolano la distribuzione dei dividendi. La ritenuta fiscale, per quanto riguarda le partecipazioni non qualificate è del12,5%, mentre per le partecipazioni qualificate si applica la tassazione ordinaria, la quale per le persone fisiche, non in registro di impresa, viene calcolata sul 40% del dividendo percepito (lo stesso vale per le società di persone e imprese individuali), per le società di capitali, invece, viene applicata sul 5% del dividendo percepito. In partita doppia si rilevano le seguenti scritture:
29/09 Acconti sui dividendi Azionisti c/acconti su dividendi
1 500,00 1 500,00
Azionisti c/acconti su dividendi Debiti per ritenute da versare Banca X c/c
1 500,00 75,00
1 425,00
16/01 Debiti per ritenute da versare Banca X c/c
75,00
75,00
20/03 Utile d’esercizio Riserva legale Riserva statutaria Acconti su dividendi Azionisti c/dividendi Utili a nuovo
3 600,00 180,00 288,00
1 500,00 1 620,00
12,00
Bisogna tener presente che prima del versamento delle ritenute da versare, è necessario rilevare, al 31/12, il risultato economico ed entro il 16/01 il versamento di eventuali ritenute fiscali, la distribuzione del dividendo (annullando gli eventuali acconti ricevuti dagli azionisti con le riserve).
Rilevazione contabile della costituzione di una S.r.l.
A differenza di una S.p.A., il capitale sociale di una S.r.l. non è costituito da azioni bensì da quote di sottoscrizione e non deve essere inferiore a € 10 000,00. In partita doppia si rilevano le seguenti scritture:
Socio A c/sottoscrizione Socio B c/sottoscrizione Socio C c/sottoscrizione Capitale sociale
X X X
X
40
Banca X c/vincolato Socio A c/sottoscrizione (25%) Socio B c/sottoscrizione (25%) Socio C c/sottoscrizione (25%)
X X X X
Bene strumentale Socio A c/sottoscrizione Socio B c/sottoscrizione Socio C c/sottoscrizione
X
X X X
Banca X c/c Crediti per ritenute subite Banca X c/vincolato Interessi attivi bancari
X X
X X
Costi di impianto Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Debiti v/fornitori Debiti per ritenute da versare Banca X c/c
X X X
Debiti per ritenute da versare Banca X c/c
X X
Socio A c/versamenti richiamati Socio B c/versamenti richiamati Socio C c/versamenti richiamati Socio A c/sottoscrizione (75%) Socio B c/sottoscrizione (75%) Socio C c/sottoscrizione (75%)
X X X
X X X
Banca X c/c Socio A c/versamenti richiamati Socio B c/versamenti richiamati Socio C c/versamenti richiamati
X X X X
Al 31/12, in sede di scritture di assestamento, è necessario calcolare la quota di ammortamento delle immobilizzazioni materiali e immateriali e, nello stesso tempo, rilevare le imposte d’esercizio annullando l’eventuale acconto o crediti per ritenute subite al fine di stabilire se si ha un debito o un credito per imposte. Quando le imposte d’esercizio sono maggiori dell’acconto e dei crediti per ritenute subite, in partita doppia si rilevano le seguenti scritture:
Amm.to costi di impianto F.do amm.to costi di impianto
X X
Amm.to bene strumentale F.do amm.to bene strumentale
X X
Imposte d’esercizio Imposte c/acconto Crediti per ritenute subite Debiti per imposte
X X X X
41
Quando, invece, l’acconto e i crediti per ritenute subite sono maggiori delle imposte, in partita doppia si rilevano le seguenti scritture:
Imposte d’esercizio Crediti per imposte Crediti per ritenute subite Imposte c/acconto
X X
X X
Se nell’anno successivo, si ha un debito per imposte, entro e non oltre il 16/01 in partita doppia si rileva:
Debiti per imposte Banca X c/c
X X
Se uno dei soci svolge attività di consulenza (diretta e interna all’azienda), all’atto della stipulazione della parcella non si rilevano costi di impianto ma costi di consulenza, infatti in partita doppia si ha:
Costi di consulenza Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Debiti v/fornitori Debiti per ritenute da versare Banca X c/c
X X X
Debiti per ritenute da versare Banca X c/c
X X
Esempio 1 :
AVVIAMENTO = VALORE ECONOMICO – (ATTIVITÀ – PASSIVITÀ) = 585 000,00 – (751 500,00 – 190 500,00) = 24 000,00
CAPITALE SOCIALE = 600 000,00 VALORE NOMINALE AZIONI = 100,00 AZIONISTA A = 585 000,00 AZIONISTA B = 15 000,00
Azionista A c/sottoscrizione
Azionista B c/sottoscrizione Capitale sociale
585 000,00 15 000,00
600 000,00
Fabbricati Automezzi Macchine d’ufficio Merci Crediti v/clienti Avviamento Debiti per TFR
390 000,00 35 000,00 25 000,00 190 500,00 111 000,00 24 000,00
58 500,00
42
Debiti v/fornitori Azionista A c/sottoscrizione
132 000,00 585 000,00
Merci c/apporti Merci
190 500,00 190 500,00
Banca X c/vincolato Azionista B c/sottoscrizione
3 750,00 3 750,00
ONORARI 1 200,00 + 4% CASSA PREVIDENZA 48,00
________ 1 248,00
+ IVA 22% 274,56 ________ 1 522, 56
+ SPESE DOCUMENTATE 6 268,75 ________ 7 791,31
‐20% RITENUTA FISCALE 240,00 ________ 7 551,31
Costi di impianto
Iva ns/credito Debiti v/fornitori
7 516,75 274,56
7 791,31
Debiti v/fornitori Debiti per ritenute da versare Assegno bancario
7 791,31 240,00 7 551,31
Banca X c/c Crediti per ritenute subite Banca X c/vincolato Interessi attivi bancari
3 756,80 1,70
3 750,00 8,50
Azionista B c/versamenti richiamati Azionista B c/sottoscrizione
11 250,00
11 250,00
Banca X c/c Azionista B c/versamenti richiamati
11 250,00
11 250,00
UTILE D’ESERCIZIO 90 500,00 ‐5% RISERVA LEGALE 4 525,00
________ 85 975,00
‐RISERVA STRAORDINARIA 5 975,00 ________ 80 000,00
DIVIDENDO = ,
= 13,3333
UTILE DA DISTRIBUIRE = 13,3 * 6 000 = 79 800,00 UTILE A NUOVO = 0,0333 * 6 000 = 200,00
43
Conto del risultato economico Utile d’esercizio
90 500,00
90 500,00
Debiti per ritenute da versare Banca X c/c
240,00 240,00
Utile d’esercizio Riserva legale Riserva straordinaria Azionisti c/dividendo Utile a nuovo
90 500,00 4 525,00 5 975,00
79 800,00 200,00
AZIONISTA A = 585 000 : 100 = 5 850 * 13,3 = 77 805,00 AZIONISTA B = 15 000 : 100 = 150 * 13,3 = 1 995,00
Azionista A c/dividendo
Banca x c/c 77 805,00
77 805,00
Azionista B c/dividendo Debiti per ritenute da versare Banca X c/c
1 995,00 249,38
1 745,62
Esempio 2 :
N° AZIONI = 200 000 VALORE NOMINALE AZIONI = 4,00 CAPITALE SOCIALE = 200 000 * 4,00 = 800 000,00
Azionisti c/sottoscrizione
Capitale sociale 800 000,00
800 000,00
Banca X c/vincolato Azionisti c/sottoscrizione
100 000,00 100 000,00
Fabbricati Azionisti c/sottoscrizione
400 000,00
400 000,00
Azionisti c/ versamenti richiamati Azionisti c/sottoscrizione
300 000,00 300 000,00
ONORARI 2 240,00 + 4% CASSA PREVIDENZA 89,60
________ 2 329,60
+ IVA 22% 512,51 ________ 2 842,11
+ SPESE DOCUMENTATE 3 576,00 ________ 6 418,11
‐20% RITENUTA FISCALE 448,00 ________ 5 970,11
44
Denaro in cassa Azionisti c/versamenti richiamati
300 000,00 300 000,00
Costi di impianto Iva ns/credito Debiti v/fornitori
5 905,60 512,51
6 418, 11
Debiti v/fornitori Debiti per ritenute da versare Banca X c/c
6418,11 448,00 5 970,11
I = ∗ , ∗
= 193,15
Banca x c/c Crediti per ritenute subite Banca X c/vincolato Interessi attivi bancari
100 154,52 38,63
100 000,00 193,15
Amm.to costi di impianto F.do amm.to costi di impianto
1 181,12 1 181,12
Imposte d’esercizio Crediti per ritenute subite Debiti per imposte
52 610,00 38,63
52 571,37
Conto del risultato economico Utile d’esercizio
77 290,00 77 290,00
Debiti per ritenute da versare Banca x c/c
448,00 448,00
DIVIDENDO = ,
= 0,33578
UTILE DA DISTRIBUIRE = 0,33 * 200 000 = 66 000,00 UTILE A NUOVO = 0,00578 * 200 000 = 1 156,00
Utile d’esercizio Riserva legale Riserva statutaria Riserva straordinaria Azionisti c/dividendo Utile a nuovo
77 290,00 3 864,50 1 545,80 4 724,48
66 000,00 1 156,00
CALCOLO RITENUTA FISCALE = ∗ ∗ ,
= 1 500,00
Azionisti c/dividendo Debiti per ritenute da versare Banca x c/c
66 000,00 1 500,00
64 500,00
45
La copertura della perdita d’esercizio
La perdita d’esercizio costituisce per l’azienda un risultato economico negativo determinato dall’incapacità dei ricavi di remunerare i costi della produzione. La sua copertura può avvenire in base a diverse modalità:
utilizzo delle riserve e dell’eventuale utile a nuovo;
riduzione del capitale sociale;
reintegro da parte dei soci;
procedimento misto. Se la perdita viene coperta attraversol’utilizzo delle riserve e dell’eventuale utile a nuovo, in partita doppia si rileva:
Perdita d’esercizio Conto del risultato economico
X X
Utile a nuovo Riserva legale Riserva statutaria Riserva straordinaria Perdita d’esercizio
X X X X
X
Se invece la perdita viene coperta attraverso una riduzione del capitale sociale, contabilmente si rileva:
Capitale sociale Perdita d’esercizio
X X
Se la perdita viene coperta attraverso il reintegro dei soci, in una S.p.A. si rileva:
Socio A c/reintegro Socio B c/reintegro Socio C c/reintegro Perdita d’esercizio
X X X
X
Se invece la copertura avviene in base al procedimento misto, in partita doppia si rileva:
Riserva legale Riserva statutaria Riserva straordinaria Capitale sociale Perdita d’esercizio
X X X X
X
46
Gli aumenti del capitale sociale
Nel corso degli anni si può verificare che l’azienda provveda ad un aumento del capitale sociale. Gli aumenti del capitale sociale, in base alla politica portata avanti dall’azienda possono modificare o non modificare il patrimonio netto. Gli aumenti che lasciano invariato il patrimonio netto si dicono a titolo gratuito perché i soci non conferiscono nuovi mezzi nella società ma l’aumento si determina riducendo un’altra posta del patrimonio netto. Ai soci vengono assegnate nuove azioni gratuite oppure viene maggiorato gratuitamente il valore nominale delle vecchie azioni (anche se non avviene quasi mai). Gli aumenti che, invece, fanno variare il patrimonio netto sono detti a pagamento, in quanto, i soci devono effettuare dei conferimenti in denaro e/o in natura. L’aumento può avvenire con l’emissione di nuove azioni o con l’aumento del valore nominale delle vecchie azioni.
L’assegnazione delle azioni a titolo gratuito può avvenire attraverso la capitalizzazione delle riserve. Tale procedimento può essere effettuata solo dalle aziende che, negli anni trascorsi, hanno condotto una politica di autofinanziamento e che, sono in grado, per il futuro, di garantire un’adeguata distribuzione del dividendo. Esempio:
CAPITALE SOCIALE 840 000,00 RISERVE DA CAPITALIZZARE 120 000 VALORE NOMINALE AZIONI 10,00
Per calcolare il rapporto di assegnazione tra azioni nuove e azioni vecchie che spetta a ciascun azionista, si effettua il seguente calcolo:
AUMENTI DEL CAPITALE SOCIALE
senza variazione del patrimonio netto
(gratuiti)
aumento del valore nominale azioni esistenti
emissione di nuove azioni
con variazione del patrimonio netto (a pagamento)
con capitalizzazione delle riserve
emissione di nuove azioni
aumento del valore nominale azioni esistenti
con conferimenti in denaro o in natura
47
AZIONI NUOVE = 120 000 : 10,00 = 12 000,00
AZIONI VECCHIE = 840 000 : 10,00 = 84 000,00
RAPPORTO DI ASSEGNAZIONE =
=
,
,=
Da tale rapporto quindi si deduce che viene assegnata un’azione nuova su sette azioni già possedute. Sotto l’aspetto speculativo (che si determina all’interno dei mercati finanziari),spesso, questa politica viene condotta dall’azienda per evitare eventuali scalate esterne, in quanto soggetti che, avendo avuto informazioni su quella società, tentano l’appropriazione della società stessa. In tal caso, con la politica dell’assegnazione a titolo gratuito la società immette azioni proprie offrendole agli azionisti stessi e annullando le azioni a titolo gratuito. La scalata può avvenire tramite azioni illegali definite aggiotaggio di borsa e mentagio di borsa. L’aumento del capitale sociale a pagamento si può verificare quando l’azienda decide in caso di necessità di soddisfare il proprio fabbisogno finanziario non rivolgendosi a terzi tramite il capitale di debito ma attraverso la forma di capitale proprio. Questa fase viene definita anche fase della ricapitalizzazione aziendale. La decisione viene presa in riferimento ad un indicatore che mette in evidenza il rapporto fra capitale proprio e capitale di debito; se tale rapporto è inferiore a 1 questo valore sta ad indicare che i capitali di debito sono maggiori del capitale proprio. L’aumento del capitale sociale può avvenire in base a due modalità, quali:
aumento nominale delle azioni che sono in circolazione;
emissione di nuove azioni. Per quanto riguarda l’aumento del valore nominale delle azioni in circolazione si può dire che è un’operazione poco frequente in quanto trova poca disponibilità finanziaria da parte dei soci stessi. La strada preferita da parte della società è quella dell’emissione di nuove azioni che avviene in modo particolare attraverso i mercati finanziari che vanno a costituire poi tramite i vari andamenti il capitale di rischio. Tutto questo può avvenire solo nel momento in cui, in base alle disposizioni legislative, le vecchie azioni sono state interamente liberate. Le nuove azioni che vengono emesse sono regolamentate in base al prezzo di emissione, al diritto di opzione e al godimento dei titoli emessi. Il prezzo di emissione deve essere emesso sul mercato alla pari e sopra la pari, mai al di sotto della pari. Alla pari quando il valore di emissione è uguale al valore nominale; sopra la pari quando il valore di emissione è maggiore del valore nominale, sotto la pari quando il valore di emissione è minore del valore nominale. Se il valore di emissione è sopra la pari, la differenza va a determinare un valore definito sovrapprezzo azioni che, contabilmente, va a costituire una voce ideale del patrimonio netto chiamata riserva sovrapprezzo azioni. Il diritto di opzioneè una legge che tutela soprattutto e in modo particolare i vecchi azionisti in quanto permette, tramite un diritto acquisito, di sottoscrivere prima di altri le nuove azioni in base ad un rapporto che si determina tra il nuovo e il vecchio capitale. Il riconoscimento del diritto di opzione risponde alle esigenze di conservare inalterati i rapporti di partecipazione alla società. Per ogni aumento di capitale è possibile staccare da ogni azione un solo diritto, la
48
società stabilisce il numero dei diritti che devono essere presentati per poter acquisire una nuova azione. Tuttavia, i diritti possono essere anche venduti sul mercato da parte dei vecchi azionisti, questo accade quando gli stessi non hanno intenzione di sottoscrivere nuove azioni e sono disposti a cedere il diritto acquisito dietro il pagamento di un corrispettivo prezzo. Quindi il vecchio azionista ha tre possibilità:
sottoscrivere le azioni di nuova emissione esercitando il diritto di opzione;
non sottoscrivere le azioni nuove e vendere sul mercato i diritti di opzione che gli competono;
sottoscrivere solo in parte le azioni di nuova emissione e vendere i diritti non utilizzati. Il prezzo di mercato nella quasi totalità del diritto di opzione viene rilevato della MTA (Mercato Telematico Azionario). Il diritto di opzione viene così calcolato:
D = °°
Esempio:
CAPITALE SOCIALE 1 500 000,00 VALORE NOMINALE AZIONI 10,00 dopo l’aumento il CAPITALE NUOVO 2 250 000,00 PREZZO DI MERCATO 19,60 PREZZO DI EMISSIONE 13,00
AUMENTO CAPITALE = 2 250 000,00 – 1 500 000,00 = 750 000,00 N° AZIONI VECCHIE = 1 500 000 : 10 = 150 000 N° AZIONI NUOVE = 750 000 : 10 = 75 000
°
°=
=
D = , ,
= ,
= 2,20
Si ipotizza che l’azionista decida di sottoscrivere le nuove azioni in rapporto a quelle già possedute; in tal caso il valore dell’azione optata sarà:
n° 2 AZIONI VECCHIE x QUOTA DI MERCATO 19,60 = 39,20 n° 1 AZIONE NUOVA SOTTOSCRITTA 13,00 = 13,00
________ 62,20 : 3 = 17,40 Se l’azionista non esercita direttamente il diritto di opzione può cederlo a terzi: la differenza tra la quota di mercato e il valore dell’azione optata ( 19,60 – 17,40 = 2,20 ) moltiplicata per il numero di azioni che si vogliono cedere, permette di ottenere l’ammontare complessivo del diritto di opzione da riscuotere.
49
Colui che decide di acquistare le azioni, oltre all’importo per l’acquisizione del diritto di opzione, deve versare l’importo ottenuto dalla somma tra il diritto d’opzione e il valore della nuova azione. DIRITTO D’OPZIONE VENDUTO + 13,00 Se il nuovo azionista decide di sottoscrivere n° 2 azioni paga invece: (2,20 x 2) + 13,00 = 4,40 + 13,00 = 17,40 Per quanto riguarda l’aspetto contabile, l’aumento del capitale sociale può essere menzionato negli atti della società solo dopo che sia avvenuta l’iscrizione della relativa delibera nel Registro delle imprese. I versamenti effettuati dai soci in conto capitale, prima dell’iscrizione della delibera, devono essere provvisoriamente contabilizzati nel conto versamenti c/aumento capitali. Quest’ultimo rappresenta una riserva che andrà a costituire una voce ideale del patrimonio netto e, di seguito all’iscrizione, sarà destinato a capitale sociale. Nel caso in cui il valore di emissione delle azioni sia alla pari, all’atto della sottoscrizione, deve essere versato presso la cassa o la banca almeno il 25% del valore nominale. In partita doppia si rileva:
Azionisti c/sottoscrizione Versamenti c/aumento capitale
X X
Banca x c/c Azionisti c/sottoscrizione
X X
Versamenti c/aumento capitale Capitale sociale
X X
Nel caso in cui invece l’emissione delle azioni avvenga sopra la pari, gli azionisti devono versare, oltre al 25%, l’intero soprapprezzo, il quale può essere distribuito contabilmente a : riserva soprapprezzo azioni; riserva conguaglio utili in corso; fondo rimborso spese.
Azionisti c/sottoscrizione
Versamenti c/aumento capitale Riserva soprapprezzo azioni Riserva conguaglio utili in corso Fondo rimborso spese
X X X X X
Banca x c/c Azionisti c/sottoscrizione (25%+sopr.)
X X
Versamenti c/aumento capitale Capitale sociale
X X
Esempio :
Una S.p.A. decide di aumentare il capitale sociale per un valore complessivo di 30000 azioni, il valore nominale di ogni azione è 10,00. All’atto della sottoscrizione vengono emesse a 11,45. Rilevare contabilmente il soprapprezzo azioni che viene distribuito:
50
per valore 1 a riserva soprapprezzo azioni;
per valore 0,40 a riserva conguaglio utili in corso;
per valore 0,05 a fondo rimborso spese. Successivamente rilevare il 25% più il soprapprezzo destinando tutto al capitale sociale della società. PREZZO DI EMISSIONE 11,45 VALORE NOMINALE 10,00
SOPRAPPREZZO 1,45 1
0,400,05
N° AZIONI x VALORE NOMINALE = VERSAMENTO C/AUMENTO CAPITALE 30 000 x 10,00 = 300 000,00 30 000 x 1 = 30 000 a riserva soprapprezzo azioni 30 000 x 0,40 = 12 000 a riserva conguaglio utili in corso 30 000 x 0,05 = 1500 a fondo rimborso spese
Azionisti c/sottoscrizione Versamenti c/aumento capitale Riserva soprapprezzo azioni Riserva conguaglio utili in corso Fondo rimborso spese
343 500,00 300 000,00 30 000,00 12 000,00 1 500,00
Banca x c/c Azionisti c/sottoscrizione (25%+sopr.)
105 000,00 105 000,00
100 : 25 = 300 000 : x x = 75 000
Versamenti c/aumento capitale Capitale sociale
75 000,00 75 000,00
Dopo aver rilevato l’aumento del capitale sociale a pagamento, dato che l’emissione delle azioni sopra la pari deve avvenire, formalmente e giuridicamente, tramite l’intervento di un notaio, è necessario rilevare le seguenti scritture:
Costi di ampliamento Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Debiti v/fornitori Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X X X
F. do rimborso spese Costi di ampliamento
X X
51
Le riduzioni del capitale sociale
La riduzione del capitale sociale può avvenire con la riduzione del patrimonio netto e senza la riduzione del patrimonio netto. Avviene senza la riduzione del patrimonio netto nel caso in cui l’azienda non effettua alcun tipo di rimborso anzi deve intervenire per coprire un’eventuale perdita. Tale operazione si rileva contabilmente nel seguente modo:
Capitale sociale Riserva legale Perdita d’esercizio
X X
X
Avviene, invece, con la riduzione del patrimonio netto quando: si hauna restituzione di somme ai soci; si ha l’acquisto e l’annullamento di azioni proprie sul mercato; si ha la scissione; si ha un recesso di soci;
1. Quando si ha una restituzione di somme ai soci, contabilmente l’azienda rileva:
Capitale sociale Azionisti c/rimborso
X
X
Azionisti c/rimborso Banche x c/c
X X
L’azienda può decidere però anche il rimborso di una parte delle azioni complessive, in tal caso è necessario applicare il principio dell’estrazione o sorteggio, infatti, la scrittura contabile sarà:
Capitale sociale
Debiti per azioni estratte X
X
Debiti per azioni estratte Banche x c/c
X X
2. L’assemblea straordinaria degli azionisti può deliberare l’eventuale riduzione del
capitale sociale mediante il riscatto e l’annullamento di azioni proprie acquistate precedentemente sul mercato. La stessa assemblea può deliberare anche come le azioni possono essere acquisite: alla pari, sotto la pari e sopra la pari. La finalità principale è quella di far sostenere all’azienda il prezzo delle azioni e di ridurre le azioni sul mercato al fine di evitare il cosiddetto fenomeno del “rastrellamento”, ossia la possibilità di un’eventuale scalata di soggetti esterni all’azienda e di acquisire azioni.Tale fenomeno è conosciuto anche come “buy buck”, dall’inglese “ritorno di azioni”. Se l’assemblea decide di acquisire azioni alla pari, contabilmente si rileva:
Azioni proprie da annullare Banche x c/c
10,00 10,00
52
Riserva straordinaria Riserva azioni proprie
10,00 10,00
Capitale sociale Azioni proprie da annullare
10,00 10,00
Se invece l’acquisizione di azioni avviene sopra la pari, contabilmente si rileva:
Azioni proprie da annullare Banche x c/c
12,00 12,00
Riserva straordinaria Riserva azioni proprie
12,00 12,00
Capitale sociale Riserva soprapprezzo azioni Riserva straordinaria Azioni proprie da annullare
10,00 1,50 0,50
12,00
Se le azioni vengono acquisite sotto la pari, invece, contabilmente si rileva:
Azioni proprie da annullare Banche x c/c
8,00 8,00
Riserva straordinaria Riserva azioni proprie
8,00 8,00
Capitale sociale Riserva soprapprezzo azioni Azioni proprie da annullare
10,00 2,00 8,00
I prestiti obbligazionari
Le obbligazioni, a differenza delle azioni, fanno parte dei capitali di terzi o di debito. I possessori vengono remunerati con un tasso di interesse che matura attraverso una cedola: ogni cedola è riferita ad un determinato periodo di tempo che può essere trimestrale, semestrale o annuale. Tal periodo è detto godimento. A differenza delle azioni, essendo prestiti, oltre agli interessi maturati, devono essere rimborsate alla scadenza, la quale è sempre riferita ad un medio o lungo periodo ma dà la possibilità ad ogni possessore di decidere, in base all’andamento del mercato, di poter vendere i propri titoli in qualsiasi momento, ottenendo come rimborso il prezzo quotato sul mercato e il rateo della cedola maturata. La remunerazione delle obbligazioni, ovvero gli interessi maturati, vengono tecnicamente definiti dietimi. Le obbligazioni, a differenza delle azioni, possono essere emesse alla pari, sopra la pari e sotto la pari e subiscono, per la loro quotazione, le contrattazioni di mercato: se l’emissione delle obbligazioni avviene alla pari ciò indica che il prezzo di emissione è uguale al valore nominale, quindi non si registrerà né un aggio né un disaggio. Contabilmente la scrittura da rilevare è la seguente:
Obbligazionisti c/sottoscrizione Prestiti obbligazionari
100,00 100,00
53
Se invece, le obbligazioni vengono emesse sotto la pari rispetto al valore nominale, contabilmente si rileva il disaggio su prestiti, il quale rappresenta un valore economico di reddito acceso a costi pluriennali. Il disaggio contabilmente accoglie anche tutte le spese sostenute relative alla sottoscrizione. La scrittura contabile è la seguente:
Obbligazionisti c/sottoscrizione Disaggio su prestiti Prestiti obbligazionari
95,00 5,00
100,00
Se le obbligazioni vengono emesse sopra la pari si rileva un aggio sui prestiti che, come il disaggio, è un valore economico di reddito acceso però a ricavi pluriennali. Tale valore deve essere ammortizzato, cioè ripartito nel tempo in base alla durata del prestito. La sottoscrizione di obbligazioni per l’azienda rappresenta una forma di afflusso di mezzi monetari e, nello stesso tempo, un debito a medio o lungo termine con remunerazione di interessi e obbligo di rimborso alla scadenza. La sottoscrizione può presentare due casi ben distinti: può accadere che la data di sottoscrizione coincida con l’inizio della data di godimento
della cedola (in tal caso non matura alcun interesse perché non è presente alcun periodo tra le due date) e contabilmente si rileva:
Banche x c/c
Obbligazionisti c/sottoscrizione 100,00
100,00
può accadere che la data di sottoscrizione non coincida con l’inizio della data di
godimento della cedola (in tal caso è presente il periodo che permette di calcolare gli interessi) e contabilmente si rileva:
Banche x c/c
Interessi su obbligazioni Obbligazionisti c/sottoscrizione
120,00 20,00 100,00
Per quanto riguarda il trattamento fiscale, se le obbligazioni vengono sottoscritte da persone fisiche, gli interessi maturati sulla cedola sono soggetti a ritenuta fiscale del 20%; se invece vengono sottoscritte da società di capitali o di persone, gli interessi vengono riscossi a lordo, ossia senza tassazione di imposta in quanto questa avverrà unitamente a tutti gli altri redditi ottenuti o percepiti dall’azienda. Gli interessi vengono percepiti dai soggetti interessati alla scadenza di ogni cedola. Per quanto riguarda la sottoscrizione delle obbligazioni è necessario considerare: il valore nominale; il valore di emissione; il calcolo dell’aggio o del disaggio; la sottoscrizione delle obbligazioni; le spese accessorie rilevate con la voce del disaggio; il calcolo degli interessi all’atto della sottoscrizione; il calcolo della cedola maturata considerando se la stessa si presenta annuale,
semestrale o trimestrale. Con una cedola annuale, il tasso di interesse viene considerato
54
per intero; con cedola semestrale, il tasso viene diviso per due; con cedola trimestrale, il tasso viene diviso per quattro.
il pagamento della cedola a favore degli obbligazionisti; il calcolo dell’eventuale rateo passivo e il calcolo dell’ammortamento del disaggio al
31/12. Contabilmente ciò viene registrato con le seguenti scritture:
Obbligazionisti c/sottoscrizione Disaggio/Aggio su prestiti Prestiti obbligazionari
X X
Disaggio su prestiti Banche x c/c
X X
Banche x c/c Obbligazionisti c/sottoscrizione Interessi su obbligazioni
X X X
Interessi su obbligazioni Obbligazionisti c/interessi
X X
Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
X X X
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
X X
Interessi su obbligazioni Ratei passivi
X X
Amm. to disaggio Disaggio su prestiti
X X
Esempio 1 :
L’1/4 una S.p.A. emette obbligazioni per 900 000,00 dal valore nominale di 10,00 € al tasso del 4%. Il godimento è semestrale e il prezzo di emissione è di 9,90 €. Le obbligazioni vengono sottoscritte il 20/4. La commissione ammonta a 0,01% sul valore nominale delle obbligazioni. Rilevare tutto in partita doppia tenendo conto delle contrattazioni di mercato regolamentato. La sottoscrizione deve avvenire entro tre giorni lavorativi di borsa aperta.
Valore nominale 10,oo 9,50prezzodiemissione
0,50disaggio
900 000 * 9,50 = 8 550 000,00 900 000 * 0,50 = 450 000,00 , ∗
= 90,00
Tasso semestrale = 2%
55
1/4 20/4 1/10 I = ∗ ∗
∗= 2 163,93
+ 3 gg Cedola =
I = ∗ ∗
∗ = 18 000,00 ‐ 20% ritenuta fiscale
= 18 000,00 – 3 600,00 = 14 400,00 Rateo =
I = ∗ ∗
∗= 9 000,00
1/4 20/4 1/10 I = ∗ ∗
∗= 18 000,00
Obbligazionisti c/sottoscrizione Disaggio su prestiti Prestiti obbligazionari
8 550 000,00 450 000,00
9 000 000,00
Disaggio su prestiti Banche x c/c
90,00 90,00
Banche x c/c Obbligazionisti c/sottoscrizione Interessi su obbligazioni
8 552 163,93 8 550 000,00
2 163,93
Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
18 000,00
3 600,00 14 400,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
14 400,00 14 400,00
Interessi su obbligazioni Ratei passivi
9 000,00 9 000,00
Ratei passivi Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interesse
9 000,00 9 000,00
3 600,00 14 400,00
Nel caso in cui l’esercizio chiedesse anche il rimborso di una quota di capitale, è necessario suddividere il valore delle obbligazioni per gli anni di scadenza delle stesse: 900 000 * 10 = 9 000 000 : 5 = 1 800 000,00 Le relative scritture in partita doppia saranno le seguenti:
56
Prestiti obbligazionari Obbligazionisti c/rimborsi
1 800 000,00 1 800 000,00
Obbligazionisti c/rimborsi Banche x c/c
1 800 000,00 1 800 000,00
Esempio 2 :
L’ 1/4 una S.p.A. emette sopra la pari obbligazioni per 1 000 000 dal valore nominale di 2,00 € al tasso del 4,50%. Il godimento è trimestrale e il prezzo di emissione è pari a 2,50 €. Le obbligazioni vengono sottoscritte il 10/5. La commissione ammonta a 0,01% sul valore nominale delle obbligazioni. Rilevare tutto in partita doppia tenendo conto delle contrattazioni di mercato regolamentato. La sottoscrizione deve avvenire entro tre giorni lavorativi di borsa aperta.
Valore nominale 2,50 2,00prezzodiemissione
0,50disaggio
1 000 000 * 2,00 = 2 000 000,00 1 000 000 * 0,50 = 500 000,00 , ∗
= 100,00
Tasso trimestrale = (4,50% : 4) = 1,125%
1/4 10/5 1/7 I = ∗ , ∗
∗= 5 192,31
+ 3 gg Cedola =
I = ∗ , ∗
∗ = 11 250,00 ‐ 20% ritenuta fiscale
= 11 250,00 – 2 250,00 = 9 000,00 Rateo =
I = ∗ , ∗
∗= 9 000,00
1/4 20/4 1/10
Obbligazionisti c/sottoscrizione Aggio su prestiti Prestiti obbligazionari
2 500 000,00 500 000,00
2 000 000,00
57
Disaggio su prestiti Banche x c/c
100,00 100,00
Banche x c/c Obbligazionisti c/sottoscrizione Interessi su obbligazioni
2 505 192,31 2 500 000,00
5 192,31
Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
11 250,00
2 250,00 9 000,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
9 000,00 9 000,00
Interessi su obbligazioni Ratei passivi
11 127,72 11 127,72
Ratei passivi Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interesse
11 127,72 122,28
2 250,00 9 000,00
Esempio 3 :
L’ 1/4 una S.p.A. emette un prestito obbligazionario di 1 000 000,00al tasso del 4,50%. Il godimento è semestrale. Le obbligazioni vengono sottoscritte il 25/3. LaRilevare tutto in partita doppia tenendo conto delle contrattazioni di mercato regolamentato. La sottoscrizione deve avvenire entro tre giorni lavorativi di borsa aperta.
Tasso semestrale = (4,50% : 2) = 2,25%
1/4 10/5 1/7 I = ∗ , ∗
∗= 3 301,36
+ 3 gg Cedola =
I = ∗ , ∗
∗ = 22 500,00 ‐ 20% ritenuta fiscale
= 22 500,00 – 4 500,00 = 18 000,00 Rateo =
I = ∗ , ∗
∗= 15 041,44
1/4 20/4 1/10 I = ∗ , ∗
∗= 22 500,00
Obbligazionisti c/sottoscrizione Prestiti obbligazionari
1 000 000,00 1 000 000,00
58
Banche x c/c Obbligazionisti c/sottoscrizione Interessi su obbligazioni
1 003 301,36 1 000 000,00
3 301,36
Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
22 500,00
4 500,00 18 000,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
18 000,00 18 000,00
Interessi su obbligazioni Ratei passivi
15 041,44 15 041,44
Ratei passivi Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interesse
15 041,44 7 458,56
4 500,00 18 000,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
18 000,00 18 000,00
Calcolo del piano di ammortamento delle obbligazioni e del disagio
Per attuare il piano di ammortamento delle obbligazioni e del disaggio è necessario seguire la seguente procedura: ammortamento delle obbligazioni (tenendo conto del numero delle azioni, del loro
valore nominale e degli anni di scadenza secondo il metodo dell’estrazione a sorte); calcolare il totale del disaggio (prendendo in considerazione la differenza tra il valore di
emissione e il valore nominale e inoltre il valore delle commissioni o eventuali oneri accessori);
calcolare il totale interessi di competenza (tenendo conto che il primo annovengono calcolati dalla data di sottoscrizione mentre per gli anni successivi dall’inizio dell’anno 1/1, successivamente bisogna calcolare quelli relativi all’intera cedola e poi quelli fino al 31/12);
calcolare il coefficiente di riparto dato dal rapporto tra il totale disaggio e il totale
degli interessi:
; tale coefficiente viene moltiplicato al totale interessi
di ogni singolo anno e il risultato rappresenta la quota di ammortamento del disaggio che poi si inserirà nelle scritture di assestamento.
Esercizio 1 :
Una S.p.A. (non quotata in borsa) emette in data 1/4 un prestito obbligazionario da rimborsare entro cinque anni, i quali costituiscono la scadenza naturale del prestito, al tasso annuale del 4%. Il godimento è semestrale e inizia l’1/3. Il prestito è costituito da 470 000 obbligazioni dal valore nominale di 10,00 € emesse a 9,80 €. Per la sottoscrizione si sostengono commissioni pari allo 0,10% del valore nominale. Si presenti il piano di ammortamento del rimborso del prestito obbligazionario e del disaggio totale con relative scritture (sottoscrizione dei titoli, calcolo interessi, calcolo e pagamento cedola tenendo conto che gli azionisti sono definiti “nettisti”, il rateo maturato al 31/12, all’1/1 il rimborso delle obbligazioni attraverso l’estrazione a sorte, l’annullamento).
59
470 000 * 10,00 = 4 700 000,00 4 700 000,00 : 5 = 940 000,00
ANNI PRESTITO INIZIALE QUOTA RIMBORSABILE ALL’1/3
PRESTITO ESIGUO AL 31/12
n n+1 n+2 n+3 n+4 n+5
4 700 000,00 4 700 000,00 3 720 000,00 2 820 000,00 1 880 000,00 940 000,00
‐ 940 000,00 940 000,00 940 000,00 940 000,00 940 000,00
4 700 000,00 3 720 000,00 2 820 000,00 1 880 000,00 940 000,00
‐
Valore nominale 10,00 9,80prezzodiemissione
0,20disaggio
470 000 * 9,80 = 4 606 000,00 470 000 * 0,20 = 94 000,00 , ∗
= 4 700,00
Tasso semestrale = (4% : 2) = 2%
1/3 15/4 1/9 I = ∗ ∗
∗= 22 989,13
+ 3 gg Cedola =
I = ∗ ∗
∗ = 94 000,00 ‐ 20% ritenuta fiscale
= 94 000,00 – 18 800,00 = 75 200,00 Rateo =
I = ∗ ∗
∗= 62 839,78
1/9 31/12 1/3
ANNI PRESTITO ALL’1/1
PRESTITO DOPO L’1/4
INTERESSI RATEI AL 31/12
TOT INTERESSI
n n+1 n+2 n+3 n+4 n+5
‐ 4 700 000,00 3 760 000,00 2 820 000,00 1 880 000,00 940 000,00
4 700 000,00 3 760 000,00 2 820 000,00 1 880 000,00 940 000,00
‐
71 010,87 106 360,22 81 328,18 56 296,13 31 264,09 6 232,04
62 839,78 50 271,82 37 703,87 25 135,91 12 567,96
‐
133 850,65 156 632,04 119 032,05 81 432,04 43832,05 6 232,04
541 010,87
60
ANNO n 1/1 1/3 15/4 1/9 31/12 1/3
I = ∗ ∗
∗= 71 010,87
I = ∗ ∗
∗= 62 839,78
TOTALE INTERESSI ANNO n = 133 850,65
ANNO n+1 1/1 1/3 1/9 31/12 1/3
I = ∗ ∗
∗= 31 160,22
I = ∗ ∗
∗= 75 200,00
I = ∗ ∗
∗= 50 271,82
TOTALE INTERESSI ANNO n+1 = 156 632,04
ANNO n+2 1/9 1/1 1/3 1/9 31/12 1/3
I = ∗ ∗
∗=24 928,18
I = ∗ ∗
∗=56 400,00
I = ∗ ∗
∗=37 703,87
TOTALE INTERESSI ANNO n+2 = 119 032,05
ANNO n+3 1/9 1/1 1/3 1/9 31/12 1/3
I = ∗ ∗
∗=18 696,13
I = ∗ ∗
∗=37 600,00
I = ∗ ∗
∗=25 135,91
61
TOTALE INTERESSI ANNO n+3 = 81 432,04
ANNO n+4 1/9 1/1 1/3 1/9 31/12 1/3
I = ∗ ∗
∗=12 464,09
I = ∗ ∗
∗=18 800,00
I = ∗ ∗
∗=12 567,96
TOTALE INTERESSI ANNO n+4 = 43 832,05
ANNO n+5 1/9 1/1 1/3 1/9 31/12 1/3
I = ∗ ∗
∗=6 232,04
TOTALE INTERESSI ANNO n+5 =6 232,04
C. R. =
=
,
,= 0,18243626
0,18243626 *
133850,65 24419,21156632,04 28575,36119032,05 21715,7681432,04 14856,1643832,05 7996,566232,04 1136,95
Obbligazionisti c/sottoscrizione Disaggio su prestiti Prestiti obbligazionari
4 606 000,00 94 000,00
4 700 000,00
Disaggio su prestiti Banche x c/c
4 700,00 4 700,00
Banche x c/c Obbligazionisti c/sottoscrizione Interessi su obbligazioni
4 628 989,13 4 606 000,00
22 989,13
Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
94 000,00
18 800,00 75 200,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
75 200,00 75 200,00
62
Interessi su obbligazioni Ratei passivi
62 839,78 62 839,78
Ratei passivi Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
62 839,78 31 160,22
18 800,00 75 200,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
75 200,00 75 200,00
Prestiti obbligazionari Debiti per obbligazioni estratte
940 000,00 940 000,00
Debiti per obbligazioni estratte Banche x c/c
940 000,00 940 000,00
Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
75 200,00 15 040,00 60 160,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
60 160,00 60 160,00
Interessi su obbligazioni Ratei passivi
50 271,82 50 271,82
Amm. to disaggio Disaggio su prestiti
28 575,36 28 575,36
Ratei passivi Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
50 271,82 24 928,18
15 040,00 60 160,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
60 160,00 60 160,00
Prestiti obbligazionari Debiti per obbligazioni estratte
940 000,00 940 000,00
Debiti per obbligazioni estratte Banche x c/c
940 000,00 940 000,00
Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
56 400,00 11 280,00 45 120,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
45 120,00 45 120,00
Interessi su obbligazioni Ratei passivi
37 703,87 37 703,87
Amm. to disaggio Disaggio su prestiti
21 715,76 21 715,76
Ratei passivi Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
37 703,87 18 696,13
11 280,00 45 120,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
45 120,00 45 120,00
Prestiti obbligazionari Debiti per obbligazioni estratte
940 000,00 940 000,00
63
Debiti per obbligazioni estratte Banche x c/c
940 000,00 940 000,00
Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
37 600,00 7 520,00
30 080,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
30 080,00 30 080,00
Interessi su obbligazioni Ratei passivi
25 135,91 25 135,91
Amm. to disaggio Disaggio su prestiti
14 856,16 14 856,16
Ratei passivi Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
25 135,91 12 464,09
7 520,00 30 080,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
30 080,00 30 080,00
Prestiti obbligazionari Debiti per obbligazioni estratte
940 000,00 940 000,00
Debiti per obbligazioni estratte Banche x c/c
940 000,00 940 000,00
Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
18 800,00 3 760,00 15 040,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
15 040,00 15 040,00
Interessi su obbligazioni Ratei passivi
6 232,04 6 232,04
Amm. to disaggio Disaggio su prestiti
7 996,56 7 996,56
Ratei passivi Interessi su obbligazioni Debiti per ritenute da versare Obbligazionisti c/interessi
6 232,04 12 567,96
3 760,00 15 040,00
Obbligazionisti c/interessi Banche x c/c
15 040,00 15 040,00
64
LA GESTIONE DEI BENI STRUMENTALI L’acquisizione di beni strumentali
Le immobilizzazioni che vengono categorizzate nello Stato Patrimoniale si suddividono in: immobilizzazioni immateriali; immobilizzazioni materiali; immobilizzazioni finanziarie.
Esse vengono definite costi pluriennali o beni strumentali in quanto partecipano attivamente alla creazione di una nuova ricchezza. La struttura patrimoniale presenta un equilibrio perfetto quando l’attivo immobilizzato è minore o uguale al capitale permanente e l’attivo corrente è maggiore o uguale alle passività correnti. Il capitale permanente è dato dalla somma tra il patrimonio netto e i debiti a medio/lungo termine. Ovviamente le immobilizzazioni devono essere inferiori rispetto al capitale permanente, in quanto devono avere obbligatoriamente la copertura finanziaria e, nello stesso tempo, anche l’attivo corrente deve ricoprire totalmente i debiti a breve termine. I beni strumentali possono essere acquisiti dall’azienda tramite diverse modalità: tramite apporto da parte degli imprenditori o soci; tramite acquisizione da terzi o fornitori; tramite costruzioni interne o in economia; tramite locazione finanziaria o leasing; tramite locazione o fitto.
1. Se le immobilizzazioni vengono acquisite tramite apporto, ogni bene va a costituire il
capitale sociale. Se tale apporto avviene all’atto della costituzione dell’azienda viene rilevato direttamente e confluito a capitale sociale, se invece l’apporto avviene durante il corso dell’esercizio amministrativo viene rilevato come versamento in aumento c/capitale e successivamente girato a capitale sociale.
2. Se le immobilizzazioni vengono acquisite tramite terzi si rileva contabilmente la relativa
fattura:
Beni strumentali Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Nel momento in cui l’acquisizione avviene tramite acquisto da terzi, il fornitore all’atto della stipulazione del contratto può chiedere all’azienda acquirente il versamento di un acconto iniziale, che viene rilevato come fornitori immobilizzazioni immateriali c/acconto. In tal caso contabilmente si rileva:
Debiti v/fornitori Banche x c/c
X X
Fornitori imm. ni imm. li c/acconto Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Beni strumentali Iva ns/credito
X X
65
Fornitori imm. ni imm. li c/acconto Debiti v/fornitori
X X
Debiti v/fornitori Banche x c/c
X X
3. Quando le immobilizzazioni vengono acquisite attraverso la realizzazione dei beni
all’interno dell’azienda stessa, ossia il processo definito costruzioni interne in economia si rileva, se il bene strumentale viene completato durante l’esercizio amministrativo:
Beni strumentali Costruzioni interne in economia
X X
Se invece il bene strumentale non viene completato entro l’esercizio amministrativo si rileva contabilmente la parte realizzata nell’esercizio al 31/12 e successivamente il bene completato:
Immobilizzazioni in corso Costruzioni interne in economia
10,00 10,00
Beni strumentali Immobilizzazioni in corso Costruzioni interne in economia
30,00 10,00 20,00
Il conto costruzioni interne in economia costituisce un elemento positivo di reddito che infatti nella riclassificazione e rielaborazione di bilancio viene categorizzato nel valore della produzione.
4. Se i beni strumentali vengono acquisiti tramite contratto di leasing, l’azienda
utilizzatrice paga un canone periodico alla società di leasing in quanto, la stessa, ha chiesto e ottenuto la disponibilità del bene strumentale all’azienda produttrice. I soggetti relativi a tale contratto quindi sono: l’azienda produttrice; la società di leasing; l’azienda utilizzatrice.
Contabilmente si rilevano le scritture della stipulazione del contratto fino a quelle relative al calcolo del risconto attivo che permette di determinare l’effettiva competenza del costo. A tal fine bisogna considerare: la durata del contratto; il canone periodico (mensile, bimestrale, trimestrale… ecc.); il max canone iniziale; il pagamento dei canoni periodici; il calcolo del canone medio mensile di competenza che è dato dal rapporto tra la
somma del max canone iniziale e i canoni periodici e il totale dei mesi:
CANONE MEDIO MENSILE = ;
il pagamento dei canoni dell’anno n; l’imputazione dei costi nell’anno n (che si ottiene moltiplicando il costo medio
mensile per i mesi dell’anno n fino al 31/12;
66
il calcolo del risconto che si ottiene tramite la differenza tra il totale versato nell’anno n (quindi anticipatamente come il max canone e i canoni pagati) e il totale da imputare effettivamente entro il 31/12: RISCONTO ATTIVO = COSTI ANNO n PAGATI ANTICIPATAMENTE – COSTI EFFETTUATI NELL’ANNO n
Contabilmente le scritture relative all’acquisizione di beni strumentali attraverso contratto di leasing sono:
Impegni per beni in leasing Creditori c/leasing
X X
Canoni di leasing Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Debiti v/fornitori Banche x c/c
X X
Canoni di leasing Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Debiti v/fornitori Banche x c/c
X X
Creditori c/leasing Impegni per beni in leasing
X X
Risconti attivi Canoni di leasing
X X
Canoni di leasing Risconti attivi
X X
Nel contratto l’azienda può decidere che con il pagamento dell’ultimo canone, il riscatto del bene strumentale stesso. Se l’azienda opta per tale decisione bisogna rilevare la fattura e il relativo pagamento; contabilmente le scritture sono:
Beni strumentali Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Debiti v/fornitori Banche x c/c
X X
5. Se l’azienda decide di acquisire i beni strumentali attraverso locazione o fitto, bisogna
considerare se la locazione riguarda la stipulazione di un nuovo contratto. In tal caso, bisogna rilevare contabilmente anche la cauzione che il locatore pretende all’atto della concessione del fitto al locatario. La cauzione è esente dal calcolo dell’IVA. Contabilmente le scritture sono:
Fitti passivi Iva ns/credito Crediti per cauzione
X X X
67
Debiti v/fornitori X
Per tutti gli altri fitti da rilevare contabilmente, la scrittura sarà:
Fitti passivi Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Alla chiusura del contratto, se la struttura concessa in affitto, non presenta danni e quindi non è necessario alcun risarcimento, si annulla tramite la compensazione dei debiti con la cauzione versata all’atto della stipulazione. In partita doppia le scritture sono:
Debiti per cauzione Crediti per cauzione
X X
Debiti v/fornitori Banche x c/c
X X
Esempio 1.
Il contratto di locazione viene stipulato in data 1/3. Il versamento iniziale è pari a 3 645,00 €. A partire dal trimestre successivo il contratto prevede il pagamento di dodici canoni anticipati di € 1 500,00. Il valore di riscatto è pari a € 900,00. 31/12 31/12 31/12
1/3 1/6 1/9 1/12 1/3 1/6 1/91 1/12 1/3 1/6 1/9 1/12 1/3 1/6
12 canoni * 3 + 3 = 39 mesi Canone medio mensile di competenza:
MAXI CANONE INIZIALE 3 645,00 CANONI TRIMESTRALI (12*1500) 18 000,00 _________ 21 645,00
=
,= 555,00
Costo effettivo sostenuto fino al 31/12 MAXI CANONE INIZIALE 3 645,00 CANONE PERIODICO (1500*3) 4500,00 _________ 8 145,00
Costo da imputare al 31/12/n1 CANONE MEDIO * MESI FINO AL 31/12 = 555,00 * 10 = 5 550,00
68
Calcolo risconto 8 145,00 – 5 550,00 = 2 595,00
Anno n2 555,00 * 12 = 6 660,00 Costo di competenza 1 500 * 4 = 6000,00 + 2 595,00 = 8 595,00 8 595,00 – 6 660,00 = 1 935,00 Risconto
Anno n3
555,00 * 12 = 6 660,00 Costo di competenza 1 500 * 4 = 6000,00 + 1 935,00 = 7 935,00 7 935,00 – 6 660,00 = 1 275,00 Risconto
Anno n2 555,00 * 2 = 1 110,00 Costo di competenza 1 500 * 1 = 1 500,00 + 1 275,00 = 2 775,00 2 775,00 – 1 110,00 = 1 665,00 Risconto
Impegni per beni in leasing
Creditori c/leasing 21 645,00
21 645,00
Canoni di leasing Iva ns/credito Debiti v/fornitori
3 645,00 801,90
4 446,90
Debiti v/fornitori Banche x c/c
4 446,90 4 446,90
Canoni di leasing Iva ns/credito Debiti v/fornitori
1 500,00 330,00
1 830,00
Debiti v/fornitori Banche x c/c
1 830,00 1 830,00
Creditori c/leasing Impegni per beni in leasing
1 500,00 1 500,00
Canoni di leasing Iva ns/credito Debiti v/fornitori
1 500,00 330,00
1 830,00
Debiti v/fornitori Banche x c/c
1 830,00 1 830,00
Creditori c/leasing Impegni per beni in leasing
1 500,00 1 500,00
Canoni di leasing Iva ns/credito Debiti v/fornitori
1 500,00 330,00
1 830,00
Debiti v/fornitori Banche x c/c
1 830,00 1 830,00
Creditori c/leasing Impegni per beni in leasing
1 500,00 1 500,00
Risconti attivi Canone di leasing
2 595,00 2 595,00
69
Canone di leasing Risconti attivi
2 595,00 2 595,00
Impegni per beni in leasing Creditori c/leasing
17 145,00 17 145,00
Dopo aver rilevato le scritture di tutti i canoni periodici fino al 31/12/n2 bisogna rilevare:
Risconti attivi
Canoni di leasing 1 935,00
1 935,00
Canone di leasing Risconti attivi
1 935,00 1 935,00
Creditori c/leasing Impegni per beni in leasing
11 145,00 11 145,00
Dopo aver rilevato le scritture di tutti i canoni periodici fino al 31/12/n3 bisogna rilevare:
Risconti attivi Canoni di leasing
1 275,00
1 275,00
Canone di leasing Risconti attivi
1 275,00 1 275,00
Creditori c/leasing Impegni per beni in leasing
5 145,00 5 145,00
Canoni di leasing Iva ns/credito Debiti v/fornitori
1 500,00 330,00
1 830,00
Debiti v/fornitori Banche x c/c
1 830,00 1 830,00
Creditori c/leasing Impegni per beni in leasing
3 645,00 3 645,00
Macchine d’ufficio Iva ns/credito Debiti v/fornitori
900,00 198,00
1 098,00
Debiti v/fornitori Banche x c/c
1 098,00 1 098,00
70
L’utilizzo dei beni strumentali Le manutenzioni e le riparazioni
Dopo l’acquisizione dei beni strumentali, l’azienda, in base al loro utilizzo, per mantenerne inalterata la loro efficienza, deve procedere alla considerazione delle manutenzioni e delle riparazioni. Tale intervento viene effettuato dall’azienda nel breve periodo e comporta per l’azienda il sostenimento di un costo. Il costo può essere rilevato tramite appalto (concesso a terzi) oppure sostenuto in economia. Se viene concesso a terzi, quindi tramite appalto, l’azienda deve rilevare la fattura destinando tutto a debiti v/fornitori; infatti, la relativa scrittura contabile sarà:
Manutenzioni e riparazioni Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Se invece, viene sostenuto dall’azienda in economia, ossia nell’azienda stessa, non viene registrata alcuna fattura ma viene rilevato attraverso i fatti interni di gestione riferiti alla contabilità gestionale e industriale. È tale contabilità che imputa il costo ad oggetto di calcolo e determina quello complessivo per la realizzazione del prodotto finale. Oltre ai costi sostenuti relativi ad interventi per manutenzione e riparazione, l’azienda per mantenere inalterata l’efficienza dei beni strumentali, effettua delle operazioni ad intervalli periodici. Tali operazioni prendono il nome di intervento per manutenzioni programmate; il costo di tale intervento viene sostenuto dall’azienda attraverso l’istituzione di un fondo chiamato fondo manutenzioni programmate in cui vanno a confluire gli accantonamenti, ossia i costi d’esercizio. Ciò in partita viene rilevato con la seguente scrittura:
Accan. to manutenzioni programmate F. do manutenzioni programmate
X X
Gli ammodernamenti e gli ampliamenti
Differente dagli interventi di manutenzione e riparazione sono quelli di ammodernamento e ampliamento. Questi ultimi rappresentano un costo pluriennale e vengono patrimonializzati tramite il bene strumentale di riferimento. Se gli ammodernamenti e gli ampliamenti vengono eseguiti dalla stessa azienda che ha fornito il bene strumentale, i costi sostenuti vengono sommati in un’unica fattura. In tal caso la scrittura contabile sarà la seguente:
Bene strumentale Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Se invece, vengono eseguiti da un’azienda diversa, è necessario rilevare due distinte fatture. La scrittura contabile sarà:
71
Bene strumentale Iva ns/credito Debiti v/fornitori*
X X
X
Bene strumentale Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
La svalutazione e la rivalutazione
Le cause per cui un bene strumentale perde valore possono essere diverse, chiaro è che una di tali motivazioni è il fattore fisiologico per cui il bene si usura e “invecchia”. Quando un bene strumentale perde valore per usura si procede all’analisi dell’ammortamento. Quando invece perde valore per altri fattori si considera l’effetto svalutativo. La svalutazione può determinarsi per situazioni di inadeguatezza, in quanto non conforme all’esigenza dell’attività produttiva dell’azienda stessa oppure per effetti di politica monetaria o amministrativa (vedi piano regolatore). Per alcuni beni strumentali, in modo particolare per terreni e fabbricati, l’effetto svalutativo può determinarsi per scelte di politica amministrativa oppure ancora per scelte di politica monetaria.La scelta amministrativa riguarda essenzialmente la programmazione del piano regolatore, in quanto può decidere la destinazione di determinati terreni a zona verde oppure a zona edificabile o agricola. L’effetto svalutativo si ha quando si passa da zona edificabile a zona verde o agricola, al contrario, l’effetto rivalutativo si ha quando si passa da zona verde o agricola a zona edificabile. Si può verificare un effetto svalutativo anche quando un terreno subisce danni causati volutamente dall’uomo (vedi rifiuti chimici e industrializzazione selvaggia) oppure un effetto rivalutativo quando nel sottosuolo si scoprono presenti risorse estrattive. L’aspetto contabile della svalutazione viene registrato con la seguente scrittura:
Svalutazione bene strumentale F. do svalutazione bene strumentale
X X
Se la svalutazione riguarda terreni e fabbricati, è necessario considerare che questi ultimi possono, a seconda del periodo, subire effetti svalutativi e allo stesso tempo rivalutativi. Nel caso in cui terreni e fabbricati subiscono effetti svalutativi bisogna rilevare la seguente scrittura:
Svalutazione terreni e fabbricati F. do svalutazione terreni e fabbricati
X X
Se invece terreni e fabbricati subiscono effetti rivalutativi per via di fattori amministrativi o casi eccezionali, bisogna rilevare la seguente scrittura in cui si annulla il fondo e si registra in avere la rettifica positiva di valore:
F. do svalutazione terreni e fabbricati Rivalutazione terreni e fabbricati
X X
72
Per quanto riguarda l’aspetto contabile della rivalutazione è necessario analizzare se questa sia obbligatoria o facoltativa. La rivalutazione facoltativa, che dipende da fattori essenzialmente macroeconomici, incide in modo particolare sul patrimonio netto dell’azienda in quanto viene destinata a riserva di rivalutazione, la quale ne rappresenta una voce ideale. Tale riserva può essere utilizzata per la copertura di un eventuale perdita oppure per la copertura di emissioni gratuite di nuove azioni da parte della società. Contabilmente, dato che la rivalutazione subisce il calcolo di un’importa sostitutiva, si rileva in avere il saldo di rivalutazione che viene girato successivamente, a seguito di eventuali compensazioni con l’imposta o ritenuta, a riserva di rivalutazione. Le scritture in tal caso saranno le seguenti:
Bene strumentale Saldo di rivalutazione
100,00 100,00
Imposta sostitutiva Debiti tributari
20,00 20,00
Saldo di rivalutazione Imposta sostitutiva Riserva di rivalutazione
100,00 20,00 80,00
La dismissione dei beni strumentali
Per dismissione si intende l’estromissione dal sistema produttivo i beni strumentali che l’azienda ritiene non più idonei. La dismissione può avvenire per alienazione o per eliminazione volontaria o involontaria. Se la dismissione avviene per alienazione possiamo avere la dismissione per rottamazione o tramite permuta.Se avviene per rottamazione si rileva il valore contabile, la cessione del bene e l’eventuale plusvalenza o minusvalenza ordinaria. Se invece, avviene per permuta, oltre alla fattura di cessione, è necessario rilevare la fattura di acquisto e la compensazione di eventuali crediti o debiti. Contabilmente le scritture relative alla rottamazione sono le seguenti:
Amm. to bene strumentale Bene strumentale
X X
F. do amm. to bene strumentale Bene strumentale
X X
Crediti commerciali diversi Bene strumentale Iva ns/debito
X X X
Banche x c/c Crediti commerciali diversi
X X
Misusvalenza ordinaria Bene strumentale
X X
Oppure
Bene strumentale Plusvalenza ordinaria
X X
73
Le scritture contabili invece relative alla permuta sono le seguenti:
Bene strumentale Iva ns/credito Debiti v/fornitori
X X
X
Debiti v/fornitori Crediti commerciali diversi Banche x c/c
X X X
Se la dismissione avviene per eliminazione, essa può avvenire su base volontaria o su base involontaria. Se avviene su base volontaria, l’azienda non ritiene più idoneo il bene strumentale alla produzione aziendale. In tal caso la differenza tra costo storico e il fondo ammortamento non rileva il valore contabile ma un’insussistenza passiva ordinaria. Se invece, l’eliminazione avviene su base involontaria quindi non decisa dall’azienda ma causata da effetti di dolo o climatici (terremoto, alluvione, maremoto), la differenza tra costo storico e fondo ammortamento rileva un’insussistenza passiva straordinaria. Se il danno subito è coperto da assicurazione, l’azienda può ottenere il risarcimento del danno. Tale risarcimento viene rilevato contabilmente con la voce sopravvenienza attiva straordinaria. Le scritture contabili da rilevare in caso di eliminazione su base volontaria sono le seguenti:
Amm. to bene strumentale F. do amm. to bene strumentale
X X
Insussistenza passiva ordinaria Bene strumentale
X X
In caso di eliminazione su base involontaria invece bisogna rilevare:
Amm. to bene strumentale Bene strumentale
X X
F. do amm. to bene strumentale Bene strumentale
X X
Insussistenza passiva straordinaria Bene strumentale
X X
in caso di copertura
Assegni Sopravvenienza attiva straordinaria
X X
Se però l’azienda ha predisposto, al fine di far fronte all’eliminazione involontaria, un apposito fondo rischi su beni strumentali, l’eventuale insussistenza passiva può essere ricoperta totalmente o parzialmente con tale fondo. In tal caso se l’insussistenza viene ricoperta totalmente bisogna rilevare:
F. do rischi su beni strumentali Beni strumentali
X X
Se invece l’insussistenza non viene coperta totalmente bisogna rilevare:
75
LA GESTIONE DEL PERSONALE L’amministrazione del personale
Quando parliamo di amministrazione del personale si ricorre a tutti gli adempimenti del personale sotto l’aspetto civile, fiscale e sociale. Infatti l’amministrazione del personale ha il compito di applicare tutte le normative in materia di lavoro, in modo particolare relative alla liquidazione delle retribuzioni (salari e stipendi), dei rapporti con gli enti previdenziali (vedi contributi sociali), dei rapporti con l’amministrazione finanziaria e della tenuta dei libri obbligatori, come il libro‐paga, il libro‐matricola e il registro degli infortuni.
La retribuzione e i suoi elementi
La retribuzione è quel compenso che viene dato o riconosciuto ad ogni lavoratore in base alla prestazione fornita. In base ai contratti collettivi che vengono definiti con le parti sociali (Governo, Confindustria, sindacati) la retribuzione può essere stabilita a tempo, a cottimo oppure con il riconoscimento di una provvigione (lavoratori autonomi o ausiliari). La retribuzione stabilita a tempo si basa sulle ore di lavoro settimanali o sulle giornate lavorative. La retribuzione stabilita a cottimo invece, si basa sul volume di lavoro; la provvigione invece viene riconosciuta a tutti i lavoratori ausiliari, come l’agente, il rappresentante e altri, in base al volume di contratti di vendita eseguiti. Gli elementi che determinano la retribuzione o la busta paga vengono definiti fissi e accessori. Quelli fissi sono: il minimo tabellare; gli scatti di anzianità; l’indennità di contingenza.
Quelli accessori invece sono: il premio di produzione; assegni ad personam (individuali, per impegno e capacità o minore assenteismo); l’indennità lavorative per funzione di trasferta; compenso straordinario; il riconoscimento retributivo delle ferie (ad ogni lavoratore viene riconosciuto il
riconoscimento retributivo delle ferie attraverso il versamento dei contributi sociali e delle forme assicurative per la copertura di eventuali infortuni, malattie, invalidità, disoccupazione o vecchiaia. In Italia i contributi sociali vengono versati presso determinati enti pubblici che sono l’INPS e l’INAIL).
Le assicurazioni sociali obbligatorie: l’INPS e l’INAIL
L’INPS si occupa essenzialmente di malattie, disoccupazioni, indennità lavorative, assegni familiari, maternità, allattamento (naturale e artificiale) e pensioni (invalidità, sociale e contributiva). I contributi sociali che vengono versati all’INPS sono per la maggior parte a carico dell’azienda e una minima parte a carico del lavoratore dipendente. Invece l’INAIL si occupa, a differenza dell’INPS, essenzialmente di infortunistica sul lavoro. Ha il compito, tramite una commissione medica, di procedere al riconoscimento di danni personali subiti durante l’attività lavorativa. Il riconoscimento dell’infortunio può essere temporaneo o indeterminato (parziale o permanente).
76
I contributi sociali a carico dell’azienda vengono rilevati come oneri sociali e destinati a istituti previdenziali mentre quelli a carico del lavoratore vengono rilevati direttamente in avere con la voce istituti previdenziali. Gli assegni familiari, eventuali malattie, maternità, vengono rilevati in dare con la voce istituti previdenziali, in quanto non soggetti al calcolo delle imposte. Questi ultimi, inoltre, vengono sommati con i salari e gli stipendi costituendo in avere il conto personale c/retribuzione. Contabilmente, per quanto riguarda il pagamento delle retribuzioni e il versamento dei contributi sociali, bisogna tener conto di eventuali acconti chiesti e ottenuti sia in denaro che in natura e rilevare:
Personale c/acconto
Banche x c/c X
X
Salari e stipendi Istituti previdenziali Personale c/retribuzioni
X X
Personale c/retribuzioni Istituti previdenziali Debiti per ritenute da versare Personale c/acconto Banche x c/c
X X
Oneri sociali Istituti previdenziali
X X
Quando si devono versare i contributi e le imposte e, allo stesso tempo, anche la liquidazione dell’Iva entro il 16 del mese successivo, la Pubblica Amministrazione permette di effettuare un unico versamento; in tal caso contabilmente si rileva:
Debiti per ritenute da versare
Iva c/liquidazione Istituti previdenziali Banche x c/c
X X X
X
Il conguaglio fiscale
Per quanto riguarda il versamento e il conguaglio INAIL, il cui premio corrisponde al 22*1000, è necessario prendere in considerazione il premio provvisorio versato nell’anno n e quello da versare nell’anno n+1 in base all’ammontare delle retribuzioni pagate ai dipendenti. In tal modo viene calcolato il conguaglio da versare entro il 16 dell’anno n+1. Contabilmente si rileva:
Oneri sociali
Istituti previdenziali X
X
Esempio 1 : Premio versato anno n € 5,00 Premio presunto da versare anno n+1 € 7,00
Premio a conguaglio = differenza da versare entro il 16 del mese successivo dell’anno n+1 € 2,00
77
Oneri sociali Istituti previdenziali
2,00 2,00
Contabilmente, per quanto riguarda i contributi INAIL, al 31/12 è necessario rilevare il conguaglio INAIL e l’anno successivo sia il conguaglio INAIL sia gli oneri sociali:
Oneri sociali Istituti previdenziali
X X
Oneri sociali Istituti previdenziali Banche x c/c
X X
X
La certificazione unica e la dichiarazione dei redditi dei lavoratori dipendenti
L’aspetto fiscale della retribuzione spettante ai dipendenti prevede il calcolo dell’IRPEF (Imposta di Reddito sulle Persone Fisiche) o IRE (Imposta di Reddito). È un’imposta diretta, personale e progressiva calcolata in base allo scaglionamento del reddito. Attualmente le aliquote sono: da 0 a 15 000,00 = 23 % ; da 15 000,00 a 28 000,00 = 27 % ; da 28 000,00 a 55 000,00 = 38 % ; da 56 000,00 a 75 000,00 = 41 % ; oltre i 75 000,00 = 43 %.
L’imposta si calcola al netto dei contributi sociali. Ogni lavoratore dipendente o soggetto IRPEF può usufruire di determinate detrazioni di imposta. Tali detrazioni possono riguardare: detrazioni per carico di famiglia (coniuge o figli); detrazioni per reddito di lavoro dipendente; detrazioni per spese mediche; detrazioni per gli interessi pagati sui mutui ipotecari; detrazioni per energia rinnovabile; detrazioni per spese scolastiche (comprese quelle universitarie).
Oltre alle detrazioni vi sono delle spese che possono essere riportate nella dichiarazione dei redditi come oneri riducibili. La differenza riguarda il fatto che le detrazioni al 19% vengono detratte direttamente dall’imposta complessiva mentre gli oneri deducibili vengono sottratti dalla base imponibile del reddito. Entro la fine di febbraio (28/2) dell’anno successivo è previsto anche il cosiddetto conguaglio fiscale che si determina in base a quello versato e a quello realmente da versare. La dichiarazione dei redditi può essere riportata e compilata su due modelli specifici: il 730 da compilare attraverso i cosiddetti CAF (sindacati, dottori commercialisti, consulenti del lavoro); usando questo modello il lavoratore ha la possibilità, nel momento in cui vanta un credito nei confronti dello Stato, di avere l’importo spettante entro e non oltre il mese di agosto in busta paga, oppure il modello UNICO, che deve essere presentato presso gli sportelli bancari e postali entro la fine di giugno (30/6), se invece avviene telematicamente, entro la fine di luglio (31/7).
78
La differenza della tempistica è data dal fatto che se il contribuente vanta un credito nei confronti dello Stato, il rimborso può avvenire in tempi lunghi (a volte anche entro cinque anni) riconoscendo al contribuente gli eventuali interessi di mora.
Il trattamento di fine rapporto lavoro dipendente
Per ogni lavoratore dipendente, ogni anno matura un’indennità “una tantum” che indica il TFR (Trattamento Fine Rapporto), il quale, in base agli anni di servizio prestati determinerà l’ammontare complessivo dei Debiti per TFR, definito anche liquidazione. Tale liquidazione viene percepita per cessata attività lavorativa, per licenziamento o per causa morte. Contabilmente il TFR si rileva con la seguente scrittura:
TFR Debiti per ritenute da versare Debiti per TFR
X X X
Nel momento in cui avviene la liquidazione e il pagamento del TFR bisogna annullare i Debiti per TFR, rilevare il TFR dell’anno e sottoporlo al calcolo della ritenuta fiscale e procedere alla liquidazione. Contabilmente tale situazione si rileva:
Debiti per TFR TFR Debiti per ritenute da versare Personale c/liquidazione
X X
X X
Personale c/liquidazione Debiti per ritenute da versare Banche x c/c
X X X
Se una parte di TFR maturato viene destinato, totalmente o parzialmente, ad un fondo pensionistico (che può essere gestito direttamente dall’INPS o da altri enti), si parla di pensione integrativa. Contabilmente quando il TFR viene destinato a fondi pensione bisogna rilevare:
TFR Debiti per TFR
X X
Debiti per TFR Debiti f. do pensioni
X X
Debiti f. do pensioni Banche x c/c
X X
Compilazione del foglio paga o busta paga
Il foglio paga non è altro che un prospetto compilato dal datore di lavoro a favore di ogni dipendente in cui vengono elencate tutte le voci necessarie al fine di compilare l’importo netto della retribuzione (salario o stipendio). Le voci di richiamo che servono ad elencare tutti gli elementi che costituiscono la busta paga sono:
79
MINIMO TABELLARE + EVENTUALI SCATTI DIANZIANITÀ + EVENTUALE SUPER MINIMO + EVENTUALE LAVORO STRAORDINARIO + EVENTUALI INDENNITÀ _________________________________________________ IMPONIBILE CONTRIBUTIVO ‐ CONTRIBUTI SOCIALI (INPS) _________________________________________________ IMPOSIZIONE FISCALE O BASE IMPONIBILE (IRPEF O IRE) ‐ RITENUTA FISCALE (imposta totale IRPEF – detrazioni)
‐ ADDIZIONALE IRPEF REGIONALE ‐ ADDIZIONALE IRPEF COMUNALE ‐ ACCONTO IRPEF _________________________________________________ TOTALE AL NETTO DELLE RITENUTE + EVENTUALI ASSEGNI NUCLEO FAMILIARE + EVENTUALI INDENNITÀ DI MALATTIA _________________________________________________ IMPORTO TOTALE DELLA RETRIBUZIONE
Per la compilazione della busta paga si considerano le seguenti voci: calcolo degli assegni familiari in base alla composizione del nucleo familiare e del
reddito familiare in relazione ai cosiddetti indicatori fissi; calcolo dei contributi sociali a carico del lavoratore dipendente: nel settore industriale i
contributi sociali vengono calcolati tramite una percentuale in base anche al numero dei dipendenti (9,19% per tutte le aziende che hanno un numero di dipendenti inferiore a quindici, 9,49% per le aziende che hanno un numero di dipendenti superiore a quindici);
calcolo dell’IRPEF o dell’IRE che è un’imposta diretta, personale e progressiva calcolata in base allo scaglionamento del reddito. Le aliquote attualmente sono:
SCAGLIONI DI REDDITO ALIQUOTA SCAGLIONI IMPOSIZIONE
ANNUALI MENSILI ANNUALE MENSILE
Fino a 15 000,00 da 15 000,00 a 28 000,00 da 28 000,01 a 55 000,00 da 55 000,01 a 75 000,00 oltre i 75 000,00
23 % 27 % 38 % 41 % 43 %
15 000,00 13 000,00 27 000,00 20 000,00
‐
1 250,00 1 083,33 2 250,00 1 666,67
‐
3 450,00 6 960,00 17 220,00 25 420,00
‐
287,50 580,00
1 435,00 2 118,33
‐
calcolo delle detrazioni fiscali che riguardano eventuali figli e/o coniuge a carico. Sono
considerati familiari a carico a condizione che non abbiano un reddito annuo superiore a € 2 840,51: il coniuge non legalmente o effettivamente separato e i figli equiparati (adottati e/o affidati), i genitori, i generi, le nuore, i suoceri, i fratelli, le sorelle che convivono e risultano all’interno dello Stato familiare. Le detrazioni devono essere calcolate in base al reddito annuo del contribuente. La detrazione è unica per ciascuna persona a carico e in caso di coniugi titolari di redditi propri può essere ripartita (a scelta
80
dei contribuenti) per il 50% tra ciascuno di essi oppure, tramite accordo comune, attribuita per intero al coniuge con reddito complessivo più elevato. Il calcolo delle detrazioni vengono calcolate in base alla capacità di reddito e in base ad indicatori fissi, attraverso le seguenti tabelle:
DETRAZIONI ANNUE PER CONIUGE A CARICO
Reddito complessivo annuo Detrazione
Fino a € 15 000,00 800 – ∗
)
Da € 15 000,01 a € 40 000,00 690,00
Da € 40 000,01 a € 80 000,00 690 *
)
Oltre gli € 80 000,00 nessuna detrazione
I rapporti di detrazione vengono calcolati con quattro cifre decimali, applicando il meccanismo del troncamento.
DETRAZIONI AGGIUNTIVE ANNUE PER CONIUGE A CARICO
Reddito complessivo annuo Detrazione
Da € 29 000,01 a € 29 200,00 10
Da € 29 200,01 a € 34 700,00 20
Da € 34 700,01 a € 35 000,00 30
Da € 35 000,01 a € 35 100,00 20
Da € 35 100,01 a € 35 200,00 10
DETRAZIONI ANNUE PER FIGLI E ALTRI FAMILIARI A CARICO
Reddito complessivo annuo Detrazione
Figlio (anche naturale riconosciuto, adottivo, affidato o affiliato) di età non inferiore a tre anni
800 *
)
Figlio (anche naturale riconosciuto, adottivo, affidato o affiliato) di età inferiore a tre anni
900 *
)
Figli portatori di handicap Le precedenti detrazioni sono aumentate di 220,00 € per ogni figlio portatore di handicap
Figli oltre il primo Per ogni figlio oltre il primo l’importo di 95 000 € aumenta di 15 000,00 per ciascun figlio
Quarto figli e successivo L’importo base della detrazione è aumentato di € 200,00 per ogni figlio, inclusi i primi tre
Per ogni altro familiare a carico 750 *
)
Queste detrazioni spettano di diritto a tutti i lavoratori che svolgono attività subordinata, ovvero alle dipendenze di un datore di lavoro, vengono calcolate in considerazione dell’anno solare e successivamente riportate mensilmente in busta paga (infatti vengono suddivise in base ai mesi e ai 365 giorni dell’anno solare o civile). Tale calcolo viene effettuato secondo gli indicatori della seguente tabella:
81
DETRAZIONI ANNUE PER REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE
Reddito complessivo annuo Detrazione
Fino a € 8 000,00 1 840,00
Da € 8 000,01 a € 15 000,00 1 338 +
)
Da € 15 000,01 a € 55 000,00 1 338 *
)
Oltre gli € 55 000,00 nessuna detrazione
I rapporti di detrazione vengono calcolati con quattro cifre decimali, applicando il meccanismo del troncamento.
NUCLEI FAMILIARI CON ALMENO UN FIGLIO MINORE E IN ASSENZA DI FIGLI ANABILI
Reddito complessivo annuo Detrazione
1 componente oltre il genitore o i genitori
Fino a € 12 500,00 1 650,00
Da € 12 500,01 a € 24 000,00 1 650 – 0,093 (reddito familiare – 12 500,00)
Da € 24 000,01 a € 40 000,00 580,50 – 0,005 (reddito familiare – 24 000,00)
Da € 40 000,01 500,50 – 0,023 (reddito familiare – 40 000,00)
2 componenti oltre il genitore o i genitori
Fino a € 12 500,00 3 100,00
Da € 12 500,01 a € 29 000,00 3 100 – 0,13 (reddito familiare – 12 500,00)
Da € 29 000,01 a € 40 000,00 955,00 – 0,009 (reddito familiare – 29 000,00)
Da € 40 000,01 856,00 – 0,031 (reddito familiare – 40 000,00)
3 componenti oltre il genitore o i genitori
Fino a € 12 500,00 4 500,00
Da € 12 500,01 a € 34 700,00 4 500 – 0,115 (reddito familiare – 12 500,00)
Da € 34 700,01 a € 40 000,00 1 947 – 0,014 (reddito familiare – 34 700,00)
Da € 40 000,01 1 872,80 – 0,048 (reddito familiare – 40 000)
4 componenti oltre il genitore o i genitori
Fino a € 12 500,00 6 000,00
Da € 12 500,01 a € 21 300,00 6 000 – 0,05 (reddito familiare – 12 500,00)
Da € 21 300,01 a € 36 100,00 5 560 – 0,105 (reddito familiare – 21 300,00)
Da € 36 100,01 a € 45 000,00 4 006 – 0,196 (reddito familiare – 36 100,00)
Da € 45 000,01 2 261,60 ‐ 0,062 (reddito familiare – 45 000)
5 componenti oltre il genitore o i genitori
Fino a € 12 500,00 7 500,00
Da € 12 500,01 a € 21 300,00 7 500 – 0,075 (reddito familiare – 12 500,00)
Da € 21 300,01 a € 36 100,00 6 840 – 0,112 (reddito familiare – 21 300,00)
Da € 36 100,01 a € 39 000,00 5 182,40 – 0,016 (reddito familiare – 36 100)
Da € 39 000,01 a € 45 000,00 5 136,00 ‐ 0,25 (reddito familiare – 39 000,00)
Da € 45 000,01 3 636 – 0,088 (reddito familiare – 45 000,00)
Per i nuclei familiari con un solo genitore o almeno tre componenti oltre il genitore sono previsti assegni aggiuntivi rispetto all’importo base calcolato secondo la presente tabella. Per i nuclei familiari con più di cinque componenti oltre il genitore o i genitori, l’importo dell’assegno è quello previsto per i nuclei con cinque componenti (oltre il genitore)
maggiorato del 15 % e di € 660,00 per ogni componente oltre il quinto.
82
Esempio : MINIMO TABELLARE 1 364,85 SCATTI DI ANZIANITÀ 71,06 SUPER MINIMO 41,32 REDDITO PRESUNTO 19 980,00 REDDITO FAMILIARE 21 100,00 ADDIZIONALE IRPEF REGIONALE 19,80 ADDIZIONALE IRPEF COMUNALE 4,55 ORE DI SRTAORDINARIATO 2 ORE + 25% su base 100 2 ORE + 30% su base 100 DUE FIGLI A CARICO (uno minorenne > 3) ORE DI LAVORO COMPLESSIVE 173 Calcolo retribuzione lorda
MINIMO TABELLARE 1 364,85 SCATTI DI ANZIANITÀ 71,06 SUPER MINIMO 41,32 _______ 1 477,23
Calcolo straordinariato
Il calcolo avviene dividendo retribuzione lorda per il numero ore determinando il costo medio orario:
COSTO MEDIO ORARIO =
=
,= 8,54
Attraverso il costo medio orario è possibile calcolare le maggiorazioni: 8,54 (100 + 25) % * 2 = 21,35 8,54 (100 + 30) % * 6 = 66,61 _______ 87,96 La somma ottenuta deve essere aggiunta al valore lordo del reddito: 1 477,23 + 87,96 = 1 565,19 Il reddito ottenuto è soggetto al calcolo dei contributi sociali e imposta (IRPEF)
Calcolo contributi sociali ai fini INPS
Dato che si tratta di un’azienda con un numero di dipendenti inferiore a quindici, i contributi sociali a carico del lavoratore vengono calcolati per il 9,19%:
100 : 1 565,19 = 9,19 : X X = , ∗ ,
= 143,82
Il valore calcolato viene detratto dal reddito complessivo al fine di determinare la base imponibile IRPEF:
83
REDDITO COMPLESSIVO 1 565,19 CONTRIBUTI SOCIALI 143,82 _______ 1 421,37 Il reddito ottenuto è soggetto al calcolo dell’IRPEF secondo lo scaglionamento. Da 0 a 1 250,00 = 23 % (1 250,00 * 23) : 100 = 287,50 Da 1 250,00 a 1 421,37 = 27 % (171,37 * 27) : 100 = 46,27 ______ 333,77 Al fine di stabilire l’imposta netta o un eventuale credito da rimborsare, è necessario calcolare le detrazioni tramite il CUD per la Dichiarazione dei redditi.
Calcolo delle detrazioni per familiare a carico
Ai fini del calcolo delle detrazioni bisogna tener conto del reddito presunto e, dato che è compreso tra € 15 000,01 e € 40 000,00, le detrazioni sono pari a € 690,00. Successivamente, dato che il contribuente ha due figli a carico di cui uno minorenne con età superiore ai tre anni, nell’indicatore stabilito dalla tabella vengono sommati € 15 000,00: 95 000,00 + 15 000,00 = 110 000,00 indicatore fisso
800 * –
) = 800 * ( 0,8183) = 654,64
Dato che i figli sono due : 654,64 * 2 = 1 309,28 Successivamente bisogna sommare tutte le detrazioni e suddividerle per 12 mesi : CONIUGE A CARICO 690,00 FIGLI A CARICO 1 309,28 _______ 1 999,28 : 12 = 166,61
Calcolo delle detrazioni per lavoro dipendente
Anche per il calcolo delle detrazioni per lavoro dipendente è necessario considerare la relativa tabella e, dato che il reddito è compreso tra € 15 000,01 e € 55 000,00, si tiene conto della seguente formula e degli indicatori fissi:
1 338,00 * , –
) = 1 338,00 * (0,8755) = 1 171,42
Il totale espresso su base annua viene suddiviso per i giorni dell’anno in modo tale da calcolare le detrazioni mensili: 1 171,42 : 365 * 30 = 96,28
84
Calcolo dell’assegno per nucleo familiare Per calcolare tale assegno bisogna considerare il reddito familiare, non più quello complessivo, che, secondo la relativa tabella, è compreso tra € 12 500,00 e € 24 000,00.
1 650,00 – 0,093 (21 100,00 – 12 500,00 ) = 1 650,00 – 0,093 (8 600,00) = 1 650,00 – 799,80 = 850,20 : 12 = 70,85 Calcolo definitivo della busta paga
REDDITO LORDO 1 565,19 CONTRIBUTI SOCIALI 143,82 CALCOLO IMPOSTA ‐ 95,23* CALCOLO DETRAZIONI ASSEGNO FAMILIARE 70,85 _______ 1 396,99 *Il risultato 95,23 riporta la differenza tra l’imposta IRPEF e il totale delle detrazioni più le addizionali regionale e comunale. IMPOSTA IRPEF 333,77 DETRAZIONI TOTALI MENSILI 262,89 ______ 70,88 ADDIZIONALE IRPEF REGIONALE 19,80 ADDIZIONALE IRPEF COMUNALE 4,55 ______ 95,23
85
LA GESTIONE DEL MAGAZZINO
La gestione del magazzino analizza, in modo particolare, alcuni aspetti fondamentali della funzionalità del magazzino stesso al fine di ridurne i costi di gestione. Tali aspetti sono: la logistica; il magazzino e la gestione delle scorte; la contabilità di magazzino e la valutazione delle scorte.
La logistica
La logisticaserve a collocare e a collegare, in modo razionale, l’acquisizione dei fattori al fine di attuare lo svolgimento del processo di trasformazione delle materie prime e la distribuzione del prodotto finito tenendo conto della tipologia aziendale (se azienda commerciale o mercantile o industriale).Se si considera un’azienda commerciale, si deve tener conto della presenza di un solo magazzino in quanto l’azienda ha il compito di collocare i prodotti finiti e, nello stesso tempo, di procedere alla commercializzazione o distribuzione nel tempo e nello spazio. Se si considera invece, un’azienda industriale, si deve tener conto della presenza di due magazzini: uno idoneo a ricevere le materie prime e l’altro dedito alla conservazione del prodotto finito. La logistica si è sviluppata principalmente nel campo militare, in quanto vi era la necessità all’interno del sistema militare di attuare con tempestività le azioni strategiche, infatti, la finalità della logistica è quella di soddisfare i clienti (consegna con tempestività, risposta rapida, riduzione dei tempi e delle scorte in eccesso). Nella riduzione dei costi ha contribuito in modo particolare sia il processo della globalizzazione sia le nuove tecnologie (telematica e informatica). Infatti quando si parla di globalizzazione ci si riferisce ad un mercato, non solo interno ma soprattutto esterno, che costringe l’azienda a cercare di restare sul mercato, ciò deve avvenire al minor costo di produzione. I costi della produzione possono essere contenuti soprattutto quando l’azienda riesce a far uso in modo efficiente delle nuove tecnologie avendo la capacità di adeguarsi sempre di più alle innovazioni in modo tale da evitare il fenomeno della delocalizzazione o esternalizzazione. Per delocalizzazione o esternalizzazione si intende la scelta effettuata da determinate aziende di trasferire la propria produzione in luoghi depressi o in via di sviluppo, dove il costo della manodopera risulta decisamente più basso.
Il magazzino e la gestione delle scorte
Il magazzino, in termini tecnici, viene definito come parte fondamentale o centrale della logistica aziendale che contribuisce allo svolgimento dei processi decisionali e operativi che servono a garantire l’approvvigionamento continuo delle materie prime, consentendo la produttività e la distribuzione del prodotto finito nei mercati di sbocco. Sotto l’aspetto fisico si presenta, in base alla sua struttura e in base alle sue scorte o stock di magazzino. Per struttura si intendono i fabbricati, le attrezzature, materiali vari e accessori; per scorta invece si intendono le materie prime, le merci, i semilavorati e i prodotti finiti.
86
merci disponibili per la distribuzione
materie disponibili
per il processo produttivo
Magazzino nelle imprese commerciali
MAGAZZINO MERCI
OUT
Magazzino nelle imprese industriali
MAGAZZINO MATERIE MAGAZZINO PRODOTTI FINITI
acquisti da fornitori
merci danneggiate o difettose
merci rese a fornitori
vendite a clienti
merci rese da clienti
materie utilizzate per
la lavorazione
acquisti da fornitori
materie danneggiate o difettose
materie rese dalla
produzione
materie rese a fornitori
P R ODU Z I ONE T E CN I C A
carico prodotti finiti
scarico prodotti finiti ai clienti
prodotti resi alla
produzione
prodotti resi da clienti
MERCATO DI APPROVVIGIONAMENTO Scelta dei fornitori in base a Prezzo; Qualità; Costi accessori; Tempi di consegna; Modalità e tempi di pagamento.
IMPRESA INDUSTRIALE
Il magazzino deve garantire continuità
nei processi di trasformazione
tecnico‐economica indipendentemente dagli andamenti dei mercati di approvvigionamento e di sbocco. Esso consente di sfruttare i momenti di
congiuntura favorevole e di neutralizzare quelli di congiuntura negativa.
magazzino materie prime
magazzino materie prime
IMPRESA INDUSTRIALE
magazzino merci
trasformazione economica
87
All’interno di questa struttura agisce il personale
qualificato che si deve occupare: del ricevimento delle merci; del magazzino‐collaudo; del magazzino centrale;
del magazzino materiale di consumo; del magazzino spedizioni.
La funzionalità del magazzino è legata anche all’organizzazione e all’utilizzo degli spazi, alla modalità di conservazione delle merci in determinati spazi e luoghi particolari e all’utilizzo del sistema informativo. Infatti
tramite tale sistema, la collocazione e la classificazione delle merci avviene tramite la codificazione, costituita da codici alfanumerici che servono ad individuare in modo immediato la tipologia del bene in considerazione. Un altro elemento fondamentale nella gestione del magazzino è il just in time: esso nasce in Giappone per attuare quel processo produttivo definito di qualità totale. Il termine significa intervenire o produrre al momento giusto eliminando i “tempi morti”. Questa metodologia viene ereditata anche dai paesi occidentali, tra cui l’Italia, verso la metà degli anni Ottanta. Affinché un magazzino sia in perfetta efficienza, al fine di evitare qualsiasi intoppo alla produzione e alla commercializzazione del prodotto, è necessario tenere sottocontrollo il livello di riordino e la scorta di sicurezza. Il livello di riordino viene concepito come un “campanello d’allarme” che segnala il momento in cui è necessario intervenire per mettere in ordine e regolare lo svolgimento del magazzino. La scorta di sicurezza indica la quantità al di sotto della quale l’impresa rischia di rimanere senza merci o senza materia prima, compromettendo la regolare attività aziendale; infatti, è necessario intervenire nell’immediato quando la curva del livello di riordino si avvicina alla curva della scorta di sicurezza.La scorta di sicurezza è stata costituita al fine di intervenire in casi estremi, come in caso di crisi internazionale, in modo particolare quando si tratta di una crisi che coinvolge in principal modo i paesi che forniscono le materie prime all’Occidente. Graficamente il livello di riordino e la scorta di sicurezza vengono rappresentati come un dente a sega, dove, in base ai movimenti di entrata e di uscita della merce e della materia prima, si stabiliscono i cosiddetti livelli, i quali indicano: la scorta massima; il livello di riordino; il livello di allarme; la scorta di sicurezza.
MERCATO DI SBOCCO
Trasformazione tecnica
88
Quantità Fase ottimale Scorta massima Livello di riordino Livello di allarme Scorta di sicurezza Tempo Campanello di allarme o punto di intervento
La vita del magazzino viene anche compromessa, oltre in caso di crisi internazionale, in caso di crisi climatica. L’efficienza del magazzino viene valutata attraverso un indicatore definito indice di rotazione di magazzino che può essere calcolato sia a quantità fisiche che a valori. Esso esprime il numero di volte in cui, in un determinato periodo, avviene il rinnovo totale del magazzino, dando così all’azienda la possibilità di recuperare le risorse finanziarie che vengono investite precedentemente nell’acquisizione delle scorte. Un indice di rotazione elevato indica un magazzino efficiente. Se l’indice è basso indica un magazzino con difficoltà in quanto rivela una giacenza di merci molto elevata.
89
Esempio Calcolo Indice di Rotazione di un Articolo :
SCHEDA DI MAGAZZINO
DATA N° OPERAZIONI CARICO SCARICO ESISTENZA
1/10 5/10 11/10 24/10 5/11 12/11 16/11 23/11 5/12 7/12 16/12 17/12
‐ 121 245 432 499 1 899 712 832 3 438 985 1 125 2 609
Carico iniziale a magazzino Carico Scarico Scarico Scarico Carico Scarico Scarico Carico Scarico Scarico Scarico
200
100
300
150 220 170
210 280
90 140 60
900 1 100 950 730 560 660 450 170 470 380 240 180
600 1 320
ESISTENZA DATA GIORNI NUMERI
900 1 100 950 730 560 660 450 170 470 380 240 180
30/9 5/10 11/10 24/10 5/11 12/11 16/11 23/11 5/12 7/12 16/12 17/12
5 6 13 12 7 4 7 12 2 9 1 14
4 500 6 600 12 350 8 760 3 920 2 640 3 150 2 040 940 3 420 240 2 520
92 51 080
CONSISTENZA MEDIA =
= 555,2173913
. À
=
,= 2,38
GIACENZA MEDIA = 92 : 2,38 = 39 giorni
90
La contabilità di magazzino e la valutazione delle scorte
La contabilità di magazzino è l’insieme delle rilevazioni dei movimenti dei beni che hanno la finalità di determinare la composizione qualitativa e quantitativa espressa in moneta delle scorte in magazzino. La rilevazione avviene tramite i movimenti in entrata o di carico e in uscita o di scarico. La valorizzazione delle merci avviene in base a tre metodi di valutazione: metodo del costo medio ponderato; metodo L.I.F.O. (Last In First Out); metodo F.I.F.O. (First In First Out),
Il metodo del costo medio ponderato è un metodo poco utilizzato dall’azienda. Il metodo L.I.F.O. indica che il movimento di magazzino deve avvenire in base all’ultimo prezzo di entrata fino ad esaurimento scorte. Se lo scarico è maggiore rispetto all’ultima entrata, il movimento avviene in base al penultimo movimento. Il metodo F.I.F.O. invece indica che il movimento di magazzino avviene in base al primo prezzo in entrata fino ad esaurimento scorte. Se il carico iniziale è insufficiente si prende in considerazione quello entrato successivamente (il secondo).
METODO L.I.F.O.
DATA DESCRIZIONE QUANTITÀ PREZZO DI CARICO PREZZO DI SCARICO IMPORTI
1/1 3/2
Scorta iniziale Acquisto o carico
350 200
30,00 31,00
10 500,00 6 200,00
4/5
Scorta Acquisto o carico
550 100
31,90
16 700,00 3 190,00
12/5
Scorta Vendita o scarico
650 100 200 70
31,90 31,90 30,00
19 890,00 ‐ 3 190,00 ‐ 6 200,00 ‐ 2 100,00
10/6
Scorta Vendita o scarico
280 80
30,00
8 400,00 ‐ 2 400,00
12/7
Scorta Vendita o scarico
200 120
30,00
6 000,00 ‐ 3 600,00
4/9
Scorta Acquisto o carico
80 320
31,00
2 400,00 9 920,00
11/11
Scorta Vendita o scarico
400 90
31,00
12 320,00 ‐ 2 790,00
9/12
Scorta Vendita o scarico
310 120
31,00
9 530,00 ‐ 3 720,00
12/12
Scorta Acquisto o carico
190 30
35,50
5 810,00 1065,00
Scorta 220 6 875,00
91
METODO F.I.F.O.
DATA DESCRIZIONE QUANTITÀ PREZZO DI CARICO PREZZO DI SCARICO IMPORTI
1/1 3/2
Scorta iniziale Acquisto o carico
350 200
30,00 31,00
10 500,00 6 200,00
4/5
Scorta Acquisto o carico
550 100
31,90
16 700,00 3 190,00
12/5
Scorta Vendita o scarico
650 350 20
30,00 31,00
19 890,00 ‐ 10 500,00 ‐ 620,00
10/6
Scorta Vendita o scarico
280 80
31,00
8 770,00 ‐ 2 480,00
12/7
Scorta Vendita o scarico
200 100 20
31,00 31,90
6 290,00 ‐ 3 100,00 ‐ 638,00
4/9
Scorta Acquisto o carico
80 320
31,00
2 552,00 9 920,00
11/11
Scorta Vendita o scarico
400 80 10
31,90 31,00
12 472,00 ‐ 2 552,00 ‐3 100,00
9/12
Scorta Vendita o scarico
310 120
31,00
6 820,00 ‐ 3 720,00
12/12
Scorta Acquisto o carico
190 30
35,50
3 100,00 1065,00
Scorta 220 4 165,00
92
LA GESTIONE DELLE VENDITE Introduzione al marketing: la funzione
Il marketing è una strategia portata avanti dall’azienda che, attraverso la ricerca di mercato, cerca di gestire la vendita individuando e capendo i gusti del consumatore, al fine di eliminare il problema della sovrapproduzione o l’eccesso di offerta sul mercato. Gestire la vendita significa anche capire la domanda che entra nel contesto di un mercato globale: la globalizzazione pone l’azienda in un sistema di mercato fortemente concorrenziale infatti, per starci dentro, l’azienda deve produrre ad un prezzo sempre più competitivo cercando di diminuire i costi di produzione e nello stesso tempo, offrire al consumatore prodotti di qualità. Rispetto al passato, in cui il mercato si presentava prevalentemente statico, negli ultimi anni ha subito una trasformazione: tale metamorfosi presenta oggi un mercato dinamico, turbolento e complesso. Dinamico in quanto si lega agli intensi cambiamenti e abitudini del consumatore. Turbolento in quanto si lega all’evoluzione tecnologica e complesso in quanto si riferisce all’internazionalizzazione e globalizzazione dei mercati.
Il sistema informativo di marketing
Dunque, il marketing è l’insieme di tutte le attività portate avanti da un’impresa al fine di creare un’immagine positiva e di qualità attraverso l’offerta di prodotti e servizi che soddisfano i gusti e le esigenze dei consumatori. Per raggiungere tali obiettivi, avvalendosi dell’utilizzo delle nuove tecnologie, l’azienda attua e applica il marketing strategico e marketing operativo, in modo tale da giungere alla creazione di un sistema informativo di marketing. Tale sistema si può definire anche come struttura che, attraverso personale qualificato, attrezzature professionali, riesce a raccogliere, classificare, analizzare, valutare e distribuire informazioni utili al marketing stesso. La prima fase si identifica in una fase analitica che prende in considerazione: il macroambiente, il microambiente, l’analisi della domanda e l’analisi della concorrenza.L’analisi del macroambiente si riferisce all’aspetto demografico della popolazione inserita in un contesto territoriale. L’analisi del microambiente invece, si riferisce a informazioni specifiche del mercato. L’analisi della domanda serve a capire in anticipo, rispetto alla concorrenza, i gusti del consumatore sia sotto l’aspetto qualitativo che quantitativo. La seconda fase riguarda l’aspetto decisionale, per cui è necessario che l’azienda sviluppi una determinata strategia che gli permetta a prendere decisioni riguardo: la scelta del segmento di mercato in cui vuole operare; quali strumenti utilizzare; quali obiettivi si vogliono perseguire.
Per segmentazione si intende la capacità dell’azienda di aggregare clienti eterogenei, identificando i vari modelli di consumo e le varie tipologie di acquisto. I criteri che vengono seguiti sono: socio‐demografico (età, sesso, famiglia, reddito, istruzione, status o categoria sociale); geografico.
In base a questi criteri, l’azienda sceglierà il proprio “mercato‐obiettivo”. La necessità di soddisfare sempre di più i segmenti specifici, comporta all’azienda la scelta di praticare la micro segmentazione. Gli strumenti che vengono prevalentemente utilizzati nel marketing sono:
93
il prodotto; il prezzo; la comunicazione; la distribuzione.
L’insieme di tali strumenti determina il marketing mix. L’ultima fase è quella di controllo e ha il compito di accertare se gli obiettivi della vendita prefissata sono stati raggiunti, se è stata raggiunta la quota di mercato prevista, se il nuovo prodotto lanciato sul mercato soddisfa il gusto del consumatore e se è necessario apportare modifiche al marketing mix.
94
ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE PER IL GEOMETRA E IL TURISMO di Acri “ G. Falcone” Lezioni di Economia Aziendale (Didattica Semplice) Impostazione didattica del programma di contabilità sulle società collettive Elaborato dal Prof. Turano Damiano - Con la collaborazione: - Prof.ssa: Maria Luisa Minerva; - alunna Lorenza Fabbricatore