LA RETE
III CircoloGrossetoIII CircoloGrosseto
Scuola Secondaria I Grado
Pascoli-Ungaretti
Scuola Secondaria I Grado
Pascoli-Ungaretti
Unità funzionale salute mentale
infanzia adolescenza
ASL 9
Unità funzionale salute mentale
infanzia adolescenza
ASL 9
Associazione Grossetana
Genitori Bambini portatori
di Handicap
Associazione Grossetana
Genitori Bambini portatori
di Handicap
LE DUE SCUOLE, PERCHE’ …….
Condividono:• sensibilità e attenzione particolari nei
confronti della disabilità/integrazione
• bacino di utenza comune
• esperienze progettuali pregresse comuni
L’AGGBH, PERCHE’ …..
Per imparare dai genitori :
• a conoscere le specificità del figlio,
• l’accettazione e rispetto per la sua identità
• la continua tensione verso la soluzione dei problemi
L’UFSMIA ASL 9 PERCHE’ …..
• Ha in carico e segue i nostri ragazzi
• Si incontra periodicamente con famiglie e scuola
• Offre consulenza , formazione e aggiornamento ai docenti
BISOGNIa) necessità di costituire una rete tra le Scuole coinvolte nel
progetto ed altri soggetti del territorio ai fini di un intervento integrato.
b) necessità di formare il personale scolastico ed extrascolastico delle istituzioni scolastiche coinvolte, con particolare riferimento ai docenti curricolari , alle famiglie degli alunni e agli operatori del settore sulle tematiche relative:1. al progetto ICF;2. alla disabilità;3. all’integrazione in un’ottica sistemica;
BISOGNIc) necessità di creare strumenti di osservazione e di rilevazione di dati sul contesto e sulla persona, stilati in collaborazione tra le scuole della rete, famiglie, ASL ispirati all’ICF d) necessità di ampliare la continuità tra:
- i vari ordini di scuola;- scuola/famiglia;-scuola/famiglia/ Enti/ASL/Associazioni del territorio che si occupano di tematiche inerenti al progetto;
e) necessità di rinforzare il dialogo con i genitori;
OBIETTIVI
1. Avviare una Rete territoriale per l’inclusione scolastica e sociale
2. Apprendere, sperimentare e adottare l’approccio bio-psico-sociale del modello ICF nel contesto della vita scolastica
3. Elaborazione di una nuova modulistica (DF, PDF, PEI) alla luce dei principi dell’ICF
3. Conoscere l’alunno nella sua integrità di persona, i suoi problemi, le sue capacità, l’ambiente in cui vive
OBIETTIVI
4. Analizzare e individuare gli elementi contestuali (ambientali e personali) che condizionano negativamente la qualità della vita e le sue performance (barriere fisiche, sociali, cognitive ecc.)
5. Modificare il contesto ambientale rimuovendo gli ostacoli e fornendo facilitatori materiali, tecnologici , relazionali, sociali che garantiscano una migliore partecipazione sociale, un miglior benessere e il “funzionamento” a tutti i livelli della persona con disabilità.
METODOLOGIA DI LAVORORICERCA-AZIONE • identificare una situazione-problema;
• sviluppare il piano di ricerca;
• pianificare un intervento in risposta alla situazione-problema, basandolo su obiettivi realistici e raggiungibili, definiti nel modo più preciso possibile;
• agire per metterlo in atto;
• rilevare gli effetti dell’intervento stesso;
• riflettere su di essi per capire se l’intervento ha sortito gli effetti sperati oppure no, quali sono stati gli effetti indesiderati, e come utilizzare questa conoscenza per pianificare un nuovo intervento.
Il percorso si articolerà in tre fasi cicliche:
1. rilevazione delle capacità dell’alunno 2. Individuazione di eventuali fattori che ne ostacolano lo
sviluppo (barriere)3. Individuazione e messa in atto di facilitatori nel contesto4. Rilevazione della performance in funzione
dell’intervento di facilitazione
DIAGRAMMA DI GANTT DELLE AZIONI PROGRAMMATE
Azione programmata
Anno 2011 Anno 2012
sett ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug sett ott
1 Sottoscrizione accordo di rete tra le istituzioni coinvolte
2 Formazione e presentazione della qualità dichiarata
3 Costituzione gruppi di lavoro, pianificazione e realizzazione documenti
4 Sperimentazione
5 Monitoraggio finale e rilevazione della qualità apprezzata
6 Conclusione della sperimentazione e raccolta materiali. Pubblicazione e documentazione finale
Concludendo…“SENZA BARRIERE”
per un’integrazione scolastica produttiva e serena
“Ognuno di noi deve essere facilitatore e non barriera” dalla Prefazione di Matilde Leonardi all’edizione italiana dell’ICF adottato dall’OMS
Accettare la filosofia dell'ICF vuol dire considerare la disabilità un problema che non riguarda i singoli cittadini che ne sono colpiti e le loro famiglie ma, coinvolge di tutta la comunità e, innanzitutto… LE ISTITUZIONI ...
ICFICFClassificazione Internazionale Classificazione Internazionale
del Funzionamento, del Funzionamento, della Disabilità e della Salutedella Disabilità e della Salute
dal modello ICF
dell’OMS…
…alla progettazione nella scuola