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  • 26L’ECO DI BERGAMO

    MERCOLEDÌ 28 DICEMBRE 2016

    Vento forte e imprudenzaFiamme nei boschi a ValcavaL’incendio si è propagato probabilmente da un focolare mal sorvegliatoA pagina 30

    SARA VENCHIARUTTI

    Che fretta c’era, male-detta primavera? A guardare letemperature registrate ieri nella Bergamasca, viene dascomodare la celebre canzoneinterpretata da Loretta Goggi.In gran parte della pianura si èarrivati, infatti, a toccare mas-sime fra i 19 e i 20 gradi: recordassoluto per il mese di dicem-bre, con un clima che –più che le giornate natalizie – ricorda-va quelle pasquali.

    Neanche il tempo di archi-viare pandoro e panettone, chein molti hanno rispolverato gli occhiali da sole: bastava fare ungiro sul Sebino, ieri, per vederele gelaterie piene, i tavolini al-l’aperto ricolmi di visitatori ne-anche troppo «imbacuccati», ituristi in mezze maniche, com-preso qualche coraggioso con i piedi a mollo nell’acqua del la-go.

    Insomma: tanta di quellagente che i mercatini di Nataleallestiti sul lungolago di Sarni-co (e chiusi, «da programma»fino al prossimo weekend)hanno riaperto i battenti.

    Le temperature

    E se il sole delle ultime ore è stato accolto come una manna dal cielo dai bergamaschi in fe-rie (che ne hanno approfittato per organizzare una gita fuori porta), c’è qualcuno che giàrimpiange guanti, sciarpe, cuf-fie. Insomma, il caro vecchioinverno. Di chi si tratta? Dellevalli, in primis. Con i gestori

    Le primule sono sbocciate nei luoghi più esposti al sole

    Caldo senza precedentiIn pianura fino a 19 gradiMa il gelo è in agguatoClima pazzo. Città e lago con le temperature più alte, ma anche 11 gradi oltrei mille metri di quota. Ora la colonnina crollerà: previsti -10 gradi a Foppolo

    degli impianti sciistici (nonchéalbergatori, ristoratori, com-mercianti and company) nonproprio felici di quest’ondata dicaldo improvviso proprio nel periodo dell’anno in cui – di so-lito – più si lavora.

    Non solo. A mettersi le maninei capelli anche agricoltori, apicoltori e tutti coloro che operano nel settore: il caldoinaspettato delle ultime ore, una sorta di primavera in largo,larghissimo anticipo, rischiainfatti di danneggiare l’attivitàdi chi lavora con i prodotti dellaterra e della natura. E pure con

    gli animali: basti pensare che,ieri, 27 dicembre, in cielo vola-vano le api. Alcune temperatu-re: a Sarnico si sono toccati i 19gradi, ai 1.100 metri di Ronco-bello o Valcava gli 11 gradi, 17gradi ai 600 metri di Berben-no, 12 gradi ai 900 metri di Val-bondione, ma anche i 7 gradinella sera di lunedì ai 2.000metri del rifugio «Capanna2000» di Oltre il Colle.

    Clima mite e venti di Föhn

    Ma a cosa è dovuta questa bolladi calore del tutto anomala? Lospiega Andrea Colombo, mete-

    Coni e coppette ieri pomeriggio sul lungolago di Sarnico

    orologo di 3Bmeteo: «Ci sono essenzialmente due fattori chespiegano questo fenomeno inusuale. Il primo è la massa diaria mite che ha investito ilNord Italia già nei giorni scorsi,in particolare a Natale e a San-to Stefano. Il secondo invece ècostituito dai venti di Föhn che, scesi dalle vallate alpine, hanno fatto schizzare le tem-perature. A Bergamo non sierano mai registrate tempera-ture massime fra i 19 e 20 gradia dicembre. Ci si è avvicinatinel 1967, quando nello stessomese il caldo aveva sorpreso lanostra città, ma senza mai arri-vare ai picchi registrati ieri».

    Dunque, c’è davvero da ap-pendere gli sci al chiodo? Pare proprio di no. Secondo i meteo-rologi, infatti, la tregua conces-sa dal maltempo durerà ancorasolo poche ore: a partire doma-ni Bergamo dovrebbe essere investita da una ventata di ariafredda che, entro la notte diSan Silvestro, riporterà la città a temperature nella norma. Fa-cendo calare i termometri, benoltre dieci gradi. Tanto che 3Bmeteo prevede per settima-na prossima, a Foppolo, mini-me anche di meno 10 gradi.

    «Ricordiamoci che l’ultimasettimana di dicembre, insie-me alla prima di gennaio, è fra iperiodi più freddi dell’anno –osserva Colombo–. I valori ti-pici per la fine di questo mese siattestano infatti fra i 6 e i 7 gra-di per le massime».

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    Coni, mezze manichee tavolini all’apertoSul lago è primavera

    Il lungolago di Sarni-co ieri era un via vai unico dituristi, come se ne vedono soloin primavera. C’erano anche vi-sitatori giunti dagli angoli piùlontani dello Stivale. ComeFrancesca e Salvatore Caccia-tore, intenti a scattare una fotoricordo davanti al romantico gazebo del lungolago: «Siamo

    venuti da Gela per venire a tro-vare dei nostri parenti che abi-tano a Bergamo. C’eravamoportati giacconi, cuffie, sciar-pe, guanti e pure le catene per la neve. Chi se lo aspettava un clima così?».

    Anche Elena e Matteo Serrahanno la macchina fotograficain mano: «Veniamo da Reggio

    Emilia. Volevamo visitare lazona del lago d’Iseo da temp eabbiamo approfittato delle fe-ste per concederci due giorni aSarnico. Ci saremmo aspettatidi tutto tranne che questo solee questo caldo. Meglio così». Accanto a loro Mariateresa Da-lena, di Bari, rialza la serrandaalla sua casetta di legno: «Hochiuso la sera di Santo Stefano dopo una giornata fantastica e non avrei dovuto lavorare fino al fine settimana. Ma quandoho visto quanta gente c’era gra-zie a questo clima inaspettato,ci ho ripensato. La Puglia è bel-la, si sa, ma il lago d’Iseo è un incanto. Non ho poi molta vo-glia di tornare a casa…». E frauna casetta di Natale e l’altra

    spuntano turisti in mezze ma-niche, visitatori seduti sullepanchine a godersi il sole conl’immancabile schiscetta por-tata da casa, famiglie a caccia ditavolini all’aperto nei bar e neilocali del lungolago e, soprat-tutto, gente in fila alle gelate-rie. Tanto che i proprietari gongolano, con incassi che ri-calcano in tutto e per tutto ilperiodo di Pasqua. A rinfresca-re la memoria e ricordare che,calendario non mente, siamoancora nel periodo di Natale, cisono i gusti del gelato. Perché,farà pure caldo come in prima-vera, ma quello più apprezzatodelle ultime ore rimane – ne-anche a dirlo – il panettone. Sa. Ve. Passerella sul lago con un sole primaverile

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    Resiste la neve sparata sulle piste, si scia in cinque stazioni Fioriscono , nei giar-

    dini e nei boschi del fondovalledelle valli, le primule gialle e i primi ellebori . Conseguenza delle eccezionali temperature che stanno caratterizzando, in montagna, questo primo scor-cio d’inverno : la colonnina del mercurio segnava ieri, alle 14, otto gradi sopra lo zero a Gro-mo e Ardesio, tre gradi ai 1.500metri delle piste di Lizzola, cir-ca sette gradi sulle piste diMonte Pora e Foppolo, otto gradi agli Spiazzi di Gromo.Temperature che non consen-tono, per ora, di sparare neve

    artificiale sulle piste. Ieri, su al-cune piste, si è dovuto fari i con-ti anche con il forte vento, men-tre per alcune stazioni, nei prossimi giorni, potrebbe es-serci anche il problema dell’ap-provvigionamento idrico per l’innevamento artificiale.

    Nonostante tutto sci in di-verse stazioni sciistiche, in Val Seriana e in Val Brembana. «Qui a Lizzola – esordisce Omar Semperboni della coope-rativa “Nuova Lizzola” che ge-stisce gli impianti – si continuaa sciare sulle piste del campo scuola e Due baite. Gli impianti

    sono comunque tutti in funzio-ne e rimangono aperti sia il ri-fugio Mirtillo, a 2.000 metri, siail Campèl, a 1.550 metri». Stes-sa situazione dei giorni scorsi aMonte Pora: rimangono scia-bili le piste Boschetto, Pian del Tèrmen e campo scuola, così come aperto continua a essere il rifugio Tèrmen. A Spiazzi di Gromo gli appassionati degli sport invernali possono scen-dere lungo la pista del campo scuola, servita da tappetino , e lungo il percorso servito dalla seggiovia triposto. In funzione la seggiovia Spiazzi-Vodala che

    porta in quota i turisti che desi-derano trascorrere qualche oraal rifugio Vodala, posto a 1.600 metri. Si scia tutti i giorni anchea Foppolo-Carona, (ieri buo-ne le presenze) con sette im-pianti di risalita aperti e otto pi-ste. Si può salire sia da Foppolosia da Carona, con il Valgusseraaperto. Venerdì, alle 17,30, aFoppolo, è prevista la fiaccolatadi fine anno. Aperta anche Val-torta-Piani di Bobbio (si sale anche da Ceresola), con sei im-pianti di risalita in funzione e sette piste sciabili.

    In attesa di neve dal cielo lealtre stazioni bergamasche, Colere, Piazzatorre, Piani del-l’Avaro e Alben-Oltre il Colle. Enzo ValentiLa pista del Montebello ieri pomeriggio a Foppolo

    Le piste disegnate con la neve dei cannoni a Foppolo-Carona Ungulati fotografati sulle pendici del Coca Il rifugio Coca senza la neve, il giorno di Natale FOTO MIRCO BONACORSI

    delle fioriture delle robinie, leapi non riescono a raccoglierenettare a sufficienza». Uno“scherzo” della natura che co-sta caro agli apicoltori: «Altroche caro! – conferma Vismara–. La nostra produzione, loscorso anno, è calata del 50%.E se il 2015 è stato un annushorribilis, gli effetti dell’in-nalzamento delle temperatu-re si sono iniziati a registraregià da almeno cinque anni».

    Effetti pesanti, dunque, che– è ancora più intuibile – ri-

    schiano di fare sal-tare non solo qual-che produzione,ma un intero siste-ma. Basti pensarea chi lavora i pro-dotti della terra:«Questa bolla dicalore– aggiungo-no da ColdirettiBergamo – rischiadi essere pericolo-sa anche e soprat-

    tutto per il mondo vegetale.Ingannate dalle temperaturemiti, le piante riprendono lavita vegetativa e si trovano im-preparate ad affrontare even-tuali gelate e nevicate improv-vise. Un pericolo annunciatoanche da Arpa Lombardia che,per i prossimi giorni, prevedetemperature, sia le minimeche le massime, in progressivadiminuzione». Sa. Ve.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    stagionali che hanno pesantiricadute sull’agricoltura. Ba-sti pensare che, negli ultimidieci anni, l’intero settore hasubito danni per 14 miliardi dieuro».

    Apicoltori in difficoltà

    Cifre mastodontiche, che ven-gono confermate dai produt-tori di casa nostra. Un esem-pio su tutti? Gli apicoltori.Una realtà che, a Bergamo, èfatta da 100 professionisti e600 produttori «per passio-ne». «L’effetto delcaldo sulla nostraattività? Tutto innegativo – ammet-te Gianluca Visma-ra, titolare di unadelle aziende pro-duttrici di miele piùgrandi della Berga-masca, con 400 al-veari sparsi in pro-vincia –. Per alme-no due ragioni. Laprima. Se le temperature si al-zano, le api iniziano a svegliar-si dal letargo con largo antici-po, come è successo nelle ulti-me ore. E questo le porta aconsumare più velocementele scorte di miele, con il ri-schio di rimanere senza prov-vigioni. Insomma, con il ri-schio di morire di fame. La se-conda: l’esperienza ci insegnache inverni miti sono seguiti,di solito, da primavere moltopiovose. E se piove nel periodo

    Il mondo agricolo

    Il caldo anomalo del-le ultime ore non è un fenome-no solamente bergamasco. So-le e temperature miti, croce edelizia per chi lavora nel mon-do dell’agricoltura, hanno in-fatti investito tutta l’Italia e, ampliando l’orizzonte, il globointero. La conferma arriva daColdiretti Bergamo, impegna-ta a denunciare una lunga se-rie di effetti collaterali causatidai termometri schizzati allestelle:

    «Il 2016 – spiega l’associa-zione– si classifica come l’an-no più caldo di sempre a livellomondiale con la temperaturamedia registrata nei primi no-ve mesi sulla superficie dellaterra e degli oceani addirittu-ra superiore di 0,89 gradi cel-sius rispetto alla media delventesimo secolo. A preoccu-pare, nel nostro Paese, sonosoprattutto i cambiamenti cli-matici repentini: sfasamenti

    Piante fiorite e api attiveL’allarme dei coltivatori:«Per noi effetti micidiali»

    Un arbusto di calicantus, che di solito fiorisce a fine febbraio BEDOLIS

    Apicoltore in mezzo

    alle arnie

    Telecamere e illuminazioneSicurezza a MartinengoDieci punti monitorati da occhi elettronici hi-gh-tech. Un milione per l’illuminazioneA pagina 36

    L’ospedale di Sarnicoad Habilita per 9 anniIl gruppo che gestisce la struttura dal 2008 si è aggiudicato il bando per la prossima gestioneA pagina 38

    In riva al lago, a piedi nudi e a

    mezze maniche con il

    cagnolino tra le braccia.

    Sembra aprile, invece la foto

    è di ieri SANMARCO

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