N. 1 Marzo 2012
Magazine
EDIZIONE SPECIALE: ESSERE PAPÀ OGGISette superpapà _ Come si diventa un buon papà? _ Rivedersi dopo 36 anni
45055_OeKK_Magazin-112-i+01-40.indd 1 23.02.12 09:08
be
rgg
asth
of.
ch Museo Svizzero dei Trasporti.
Aperto agli esploratori.
06 PRIMO PIANO
Sette superpapà a confronto
16 ÖKK CLUB
Zero «Noiositis cronica». Garantito
23 SALUTE
Papà per tutto: ma quando è troppo è troppo.
30 REPORTAGE
Come si diventa un bravo papà?
34 IN CASA BERNASCONI
& PIANETA GENITORI
Quando i bambini preferiscono un genitore all’altro
38 RITRATTO CLIENTE
Andy Knöpfel: reincontrare il proprio padre
Indice Editoriale 03
06
38
Superpapà con ambizioni di carriera?
30
I padri di oggi tentano di dedicarsi ai propri figli molto più di quanto non facessero le generazioni precedenti. In parecchi si fanno in quattro per sod-disfare i requisiti del padre modello e per realizzarsi anche a livello professionale. Lo stesso vale per me in qualità di CEO di ÖKK e padre di due figli ado-lescenti. Nonostante la notevole mole di lavoro, ri-tengo essenziale poter partecipare al loro sviluppo ed essere sempre disponibile nei loro confronti. Attual-mente, però, la situazione in casa è un po’ cambiata: ora sono i figli a non avere «quasi» più tempo per me. Assieme a mia moglie sono riuscito a trovare il giusto equilibrio tra la mia professione e il mio ruolo di padre. In questo processo ho imparato che non è solo la quantità di ore trascorse assieme ai figli a essere determinante, bensì piuttosto la qualità del tempo a loro dedicato. Pertanto, ho sempre cercato di ritagliarmi intervalli di tempo in cui dialogare e confrontarmi con loro sulle questioni fondamentali. Inoltre, abbiamo mantenuto l’abitudine di mangiare in famiglia una volta al giorno e trascorrere almeno un paio di giorni di vacanza all’anno tutti assieme. Ammetto però che si tratta di una vera e pro-pria sfida riuscire a conciliare lavoro e paternità. Proprio per questo credo che ogni tanto noi padri meritiamo davvero una pacca sulla spalla. La cam-pagna primaverile di ÖKK si incentra appunto sul tema del «superpapà» e offre anche a lei la possibi-lità di ringraziare finalmente come si conviene il suo papà. Per saperne di più sulla campagna, vada a pagina 12.
Stefan SchenaPresidente della Direzione
PS: Natural-mente, anche le mamme rivesto-no tutti i giorni un ruolo fonda-mentale nella vita familiare. Ma questa volta ci concentriamo sui papà … pardon!
IMPRESSUM ÖKK Magazin / ÖKK Magazine _ rivista trimestrale per
gli assicurati ÖKK _ Anno 24 _ 1 / 2012 TIRATURA 86’000 EDITORE
ÖKK _ Bahnhofstrasse 9 _ 7302 Landquart _ Tel. 058 456 10 10 _
[email protected] RESPONSABILE REDAZIONE Manja Liesch (a.i.)
REDAZIONE Brand Affairs AG _ Christoph Kohler _ Bernhard Widmer
COLLABORAZIONE REDAZIONALE Kathrin Buholzer _ Evelin
Hartmann _ Michael Krobath _ Marietta Widmer FOTO Flurina
Rothenberger _ Gian Marco Castelberg DIREZIONE ARTISTICA
Advico Young & Rubicam _ Sandra Hofacker TRADU ZIONE E REVISIONE
Luisiana Luzii _ Philip Stalder STAMPA gdz AG
APPENA COSTRUITO: WWW.BAUPLAN-BAUANLEITUNG.DE _ _ Per la testa si usa una tavola di legno della grandezza di circa 8 ✕ 6 cen-timetri, un’altra di 12 ✕ 9 centimetri per fare il corpo e un’altra di 8 ✕ 6 centimetri per le gambe. Oltre a ciò, servono spago, seghetto, trapano, carta vetrata e colore. Quale sarà il risultato finale? Una bella marionetta. Ma perché andarla a comperare, se segare, in-collare e costruire da soli è così divertente? A maggior ragione se i bambini danno una mano. Mancano solo le istruzioni giu-ste: al sito bauplan-bauanleitung.de, piccoli e grandi amanti del fai da te trovano tutte le informazioni del caso. Dalla ma-rionetta al castello dei cavalieri fino alla capanna sull ’albero: ogni operazione viene descritta passo dopo passo, compresi progetto di costruzio-ne ed elenco dei materiali necessari.
> www.bauplan-bauanleitung.de
APPENA TAGLIATO: COLTELLINO LAGUIOLE _ _ «L’uomo previdente non esce mai di casa senza il proprio Laguiole», si dice in Avernia, una re-gione della Francia centrale. In Avernia, il Laguiole si usa praticamente per tutto: liberare i pneumatici dei trattori dalla palta, macellare le galline, tagliare il cordone ombelicale del vitello appena nato; in poche parole per qualsiasi tipo di lavoro maschile. Le sue giornate non sono caratterizzate da questo genere di attività? Poco importa, il Laguiole è comunque un ottimo accompagnatore anche in situazioni di vita meno avvincenti. Ad esempio per tagliare baguette e formaggio per gli amici in una tiepida sera d’estate oppure per intagliare rami e farne f lauti per bambini. Da sapere: tradizione vuole che a ogni Laguiole si assegni un nome di donna ormai superato come Lucienne, Joséphine, Mireille o Antoinette, dopodiché il coltellino va custodito con cura nel corso di tutta una vita per poi lasciarlo infine in eredità al figlio maggiore o – oggigiorno – alla figlia maggiore.
> www.finegoods.ch
Appena sfornate ÖKK Magazine
APPENA VINTO: PATERNITÀ _ _ La festa del papà è solo tra alcune settimane, ma perché aspettare fino a giugno per ringraziare nuovamente il miglior papà del mondo della sua presenza quando i compiti di aritmetica sono troppo difficili o quando c’è bisogno di un aiutante per costruire la tanto desiderata automobilina di legno? L’ideale per questa occasione è la famosissima statuetta dorata da 25 centimetri su piedistallo di marmo nero molto conosciuta in ambito cinematografico, che può essere personalizzata. Per il migliore papà del mondo!
> Può essere ordinata su www.geschenkidee.ch Tra i partecipanti al nostro cruciverba a pagina 18 estrarremo a sorte tre statuette con testo personalizzato. In bocca al lupo!
05
APPENA LETTO: UNA GUIDA SUI GENERIS _ _ Come si prepara un corret-to impacco surale quando il bambino ha la febbre? Da cosa è composto il cosiddetto cocktail delle contrazioni? Come deve comportarsi l’uomo all’interno della sala parto, o meglio, come non deve comportarsi? Sven Broder, padre di due figli, nel suo libro «Papa steht seinen Mann» risponde a queste e ad altre domande sul tema della paternità. L’autore descrive in modo spiritoso e accattivante come mantenere l’equilibrio sul sottile filo che unisce il bravo papà, l’amante attraente e il coniuge affidabile.
> Nel nostro concorso di scrittura a pagina 14 mettiamo in palio tre copie di «Papa steht seinen Mann» di Sven Broder (Edizioni Beobachter 2011, 34.90 franchi).
Mirco Walt: conquista il cuore dei suoi figli con chitarra e canzoni
Mirco Walt è un superpapà
… perché nessuno sa cantare bene quanto lui.
Prima dell ’arrivo di mia sorella Aljah (5) e di mio fratello Meo (3) avevo il mio papà tutto per me. Da quando siamo così in tanti però, a casa si vive a cento all ’ora… ed è fantastico! Di giorno il mio papi è al lavoro, ma la sera è lui a metterci a letto. Ci suona la chitarra e cantiamo tutti assieme. La mia canzone preferita è «Der Mond ist aufgegangen»: e nessuno la canta bene come il mio papà. Nemmeno la mamma. I miei giorni preferiti sono sabato e domenica: in questi due giorni infatti mio papà non deve lavorare e perciò fa tante cose fantastiche con noi. Lo scorso inverno ci ha costruito un enorme igloo in giardino con dentro una vera panchina per sedersi. Ci abbiamo mangiato mentre guardavamo fuori dalla finestrella. Ci accompagna al corso di nuoto e poi in pasticceria, dove riceviamo tutti un pezzo di torta. In realtà, ora che sono diventata più grande, accompagna solo Meo e Aljah, io vado da sola al corso di nuoto. Però in cambio posso andare la domenica con lui a prendere i cornetti. Questa cosa mi piace molto perché così ho il mio papà di nuovo tutto per me. Mi alzo apposta prestissimo per uscire con lui e durante il tragitto gli racconto cosa succede all ’asilo.
Leonie Walt (6) di Igis GR
Primo piano ÖKK Magazine 07
Diventare papà non è difficile… ma non tutti riescono
ad essere «superpapà». Cosa rende un semplice papà un
«superpapà» ce lo svelano sette belle storie.
FOTO: Flurina Rothenberger
Sette superpapà
>
Faccia un regalo con ÖKK al Superpapi!(p. 12)
Primo piano ÖKK Magazine 08
>
Ole Rauch è un superpapà
… perché mi ama, non solo come madre dei suoi figli.
Quando mio marito Ole rientra a casa, Lennox (6) e Zora (4), i nostri figli lo assalgo-no. E lui ridiventa bambino. Si mette a giocare con loro alle costruzioni. E continua anche quando i pargoletti si sono stancati e hanno iniziato a fare altro. Ole è un su-perpapà. E non solo perché regala tanto amore ai suoi figli, ma perché ama tantissimo anche me, sua moglie. Cosa voglio dire con questo? Che non mi sento amata solo per-ché sono una supermamma, ma anche come la Silvia che ha incontrato 12 anni fa sul treno e che ha imparato (e molto in fretta!) ad amare. Voglio mantenere vivo l ’amore con Ole. Lui mi desidera ancora e facciamo ancora assieme tutto, come un tempo. Per questo è stato geniale il suo regalo di compleanno, una baby-sitter due volte al mese, il giovedì sera: così possiamo uscire noi due soli. Il nostro amore è nato prima dei nostri figli. E deve restare con noi quando ci lasceranno per seguire la loro strada. Si sa, ci sono coppie che restano assieme solo per i figli: e quando questi crescono e vanno via, l ’unica soluzione è dividersi. E a volte ciò avviene in modo drastico e ter-ribile. Perché, non appena i figli non ci son più, il vuoto s’impossessa delle loro vite. Rimanere assieme solo per i figli è snervante nonché deprimente. Ho una certezza: Ole è e sarà sempre un superpapà proprio perché ama e amerà sempre la sua Silvia!
Silvia Rauch (39) di Berna
Barnaby Stewart è un superpapà
… perché grazie a lui nostra figlia Stellaha più di una Patria.
Barney e io ci siamo conosciuti in Nuova Zelanda, il suo Paese d’origine. Abbiamo vissuto alcuni anni a Londra e nel 2006 ci siamo trasferiti a Zurigo. Da circa tre anni siamo in tre. Barney porta quasi ogni mattina nostra figlia Stella (3) all ’asilo infantile. Nel percorrere il tragitto i due fanno sempre delle grandi scoperte, come le anatre che starnazzano nello Schanzengraben e a cui vogliono dar da mangiare; o i maestosi leoni di bronzo che li fissano imperturbabili dal ponte di Stauffacher.Barney parla inglese con Stella. Assieme contano «one, two, three ...» e nel soggiorno c’è il loro puzzle lungo due metri con sopra l ’alfabeto inglese. Poi le calamite a forma di lettere che lei appiccica sul frigorifero formando le parole che ha imparato come per esempio «moose», «alce». Per Barney la sua cultura e la sua lingua sono importanti e pertanto vuole insegnarle a sua figlia. Nei weekend Barney ci prepara sempre una «english breakfast» come usava a casa sua. Per questo mio marito è un superpapà: riesce a trascinare la Nuova Zelanda, lontana oltre 20’000 chilometri, nel nostro salotto, nella vita di nostra figlia.
Dorothea Bickler-Stewart (38) di Zurigo
Vola Stella, vola! Anche il tuo papà è arrivato dalla Nuova Zelanda in Svizzera volando.
Florian Widmer mostra cosa lo rende un superpapà: fare buon viso a giochi... infantili.
Primo piano ÖKK Magazine 11
>
Mario Robustelli Della Cuna è un superpapà
… perché per noi è diventato allenatore.
In realtà abbiamo due papà: uno è in cielo, il secondo è Mario. Per quanto possiamo ricordare, è sempre stato lui il nostro papà anche quando è stanco. Quando la mam-ma è al lavoro, è lui il capo. Ed è fantastico perché lui ci cucina sempre quello che ci piace di più, ordiniamo il nostro piatto preferito come al ristorante. D’inverno, nei weekend, andiamo a sciare; in estate giochiamo a calcio. È come avere un amico. E a proposito di calcio: visto che ci piace tanto, il nostro papà ha deciso di frequentare un corso per diventare il nostro allenatore nella squadra di Valposchiavo Calcio.
Giovanni (13) und Daniele (11) Branchi di Le Prese GR
Bruno Jachertz è un superpapà
… perché mi ha commosso fino alle lacrime.
Che un papà tenga un discorso alle nozze di un figlio non è inusuale. Per me lo è stato. Mio padre è sempre stato molto presente: ha rappresentato una costante nella mia vita di cui avevo assoluto bisogno. I suoi consigli hanno funto quasi sempre da ago della bilancia per la mia vita. È riuscito a far fronte a tutti gli sforzi e i sacrifici necessari a crescermi, sempre pacatamente: gestiva le mie crisi adolescenziali, la mia diarrea mista a nausea e la mia insaziabile curiosità. Non mi ha mai fatto mancare nulla, so-stenendo anche le spese per garantirmi l ’opportunità di avere la formazione migliore senza pretendere per questo di essere ringraziato o lodato e rimanendo sempre dietro le quinte, come un angelo custode. Fino al mio matrimonio. In questa occasione venne alla ribalta: inaspettatamente, di fronte al folto pubblico degli invitati, si alzò e, con tutti i rif lettori puntati addosso, raccontò a tutti quanto bene mi conosceva e quanto mi stimava. Doveva essere nervosissimo! Con il suo discorso mi ha fatto il più bel regalo di matrimonio che un papà può fare a sua figlia.
Caro Heise (30) di Colonia (D)
Florian Widmer è un superpapà
… perché mi racconta storie bellissime.
Il mio papà gioca tutti i giorni con me. Lo posso truccare, pettinare e persino met-tergli lo smalto. Mi ha costruito una casa per le bambole tutta per me. Ma lui è un superpapà perché ogni sera, prima di mettermi a nanna, mi racconta una nuova storia. No, veramente sono due le storie. La prima me la legge sul divano, da un libro pieno di figure. Mentre legge, questo è molto importante, posso tenere stretto stretto il suo orecchio. Per la seconda storia, ci sediamo a terra, nella mia cameretta. Siamo io, mamma, papà e il nostro cane Bradely. ll mio fratellino Valerio no, lui dorme già perché è ancora piccolino. E qui mio papà inventa sempre qualcosa di nuovo: la storia di un pony rosa e di un cavallo azzurro con ali di fata che si conoscono andando a scuola; o quella della giraffa incastrata all ’albero con il suo lungo collo. Ora il collo va aggiustato… ma papi sa come si fa. Lui sa tutto.
Valentina Widmer (4) di Rudolfstetten AG
Daniel Töngi è un superpapà
… perché ha realizzato il sogno di nostro figlio Silas.
Silas non aveva nemmeno 2 anni quando abbiamo iniziato a progettare la nostra casa. Mentre Daniel e io confabulavamo sulle planimetrie e tracciavamo i dettagli a matita, lui si intrufolava con il suo bel pennarello reclamando attenzione alle sue proposte. Anziché mandarlo via, Daniel lo lasciava disegnare ad un angolo della planimetria, rendendolo felice. Dire che era entusiasta del progetto è un eufemismo: quando poi la ruspa iniziò a scavare le fondamenta, la sua gioia diventò irrefrenabile. Cosa fare quando un bimbo non vuole più andar via da un cantiere? Bisogna avere tanta pazienza, prudenza e tempo. Tempo che mio marito si prendeva, nonostante il mattino uscisse di casa alle ore 6 e tornasse solo la sera, dopo il lavoro. Silas voleva sapere tutto. E suo padre gli spiegava tutto: come funziona una betoniera, quale è la differenza tra una sega a gattuccio e una sega circolare e a cosa serve un compressore. Una volta Silas doveva fare il pisolino pomeridiano assieme al suo fratellino dai nonni. Nemmeno per idea: la loro casa dava direttamente sul nostro terreno edilizio, quindi… In autunno Daniel ha costruito una enorme casa di cartone. Da allora abbiamo un cantiere anche in salotto. Qui si trapana, là si martella … Silas decide che più avanti si collocheranno i tubi per la canalizzazione e intanto costruisce finestre … e poi le smonta. «Come papi», dice. Con gli occhi che gli luccicano, il martelletto di plastica stretto in pugno.
Cornelia Töngi (32) di Egolzwil LU
Primo piano ÖKK Magazine 12
«Superpapi» – Un omaggio da ÖKK a tutti i papà
Lo sapeva che in molto Paesi la Festa del Papà è un giorno
festivo? In Svizzera, a questa ricorrenza, non è riservata
molta attenzione. Peccato. Anche perché oggi i papà si
danno da fare molto di più rispetto al passato: provvedono
in modo consistente al sostegno finanziario della famiglia,
giocano con i figli durante il tempo libero, sono aperti
nell’affrontare questioni educative e riempiono di attenzioni
la loro partner. I tempi sono dunque maturi per … un omag-
gio ai papà. Magari con una bella campagna tutta dedicata
a loro: come la promozione «Superpapi» che ÖKK lancia
dal 5 marzo all’8 aprile 2012. Durante queste cinque set-
timane, partner, mogli e fidanzate potranno sorprendere il
loro «superpapi» con un bel regalo. È sufficiente un pizzico
di fortuna: tante sono le opportunità di vincita, le estrazioni
dei premi in palio avranno luogo ogni ora! ÖKK provvederà
ai costi dei regali (estratti a sorte) e alle spese postali. Gra-
zie alla promozione «Superpapi», migliaia di papà in tutta la
Svizzera saranno sorpresi con regali e dediche personali.
Come si gioca: Chi vuole inviare un
regalo non deve far altro che registrarsi su
www.superpapi.ch e inserire l’indirizzo
del «superpapà» al quale lo si vuole inviare.
In questo è possibile partecipare a tutte le
estrazioni, in programma tutti i giorni, ad ogni
ora. Su www.superpapi.ch troverà tanti articoli,
studi e approfondimenti sul tema «Papà oggi».
E potrà anche scriverci! Svelando perché
suo marito, il suo fidanzato o suo padre è un
«superpapà»: il testo che raccoglierà più voti nel
corso di una settimana sarà premiato con un
buono viaggi.
Faccia un regalo con ÖKK al Superpapi!
Il sogno di ogni bambino: aiutare il papà a costruire la casa. E ovviamente papi aiuta chi l'aiuta...
Concorso di scrittura ÖKK – il testo vincitore
Il papà perfetto
Clienti ÖKK Magazine 14
Nuovo concorso di scrittura:
«Internet-dipendenti»
«Internet-dipendenti» è il tema del prossimo
concorso di scrittura. Bambini e ragazzi trascor-
rono sempre più tempo su Internet. A volte così
tanto, che i critici parlano di dipendenza. Le viene
già in mente – a lei o ai suoi figli oppure a tutta
la classe scolastica – una storia sull’argomento?
Partecipare conviene: ci sono fantastici premi
in palio! Spedisca il suo racconto (max 1’500
caratteri) indicando come oggetto «Concorso
di scrittura», nonché età e indirizzo a
[email protected] entro il 17 aprile 2012.
Il testo vincitore sarà pubblicato sul prossimo
numero della nostra rivista.
1° premio:
Un buono viaggi del valore di 200 franchi.
2° – 4° premio:
Il libro «Papa steht seinen Mann» di Sven Broder
del valore di 34.90 franchi (vedi pagina 5).
Aleandro si avvicinò alla ragazza e le posò una mano sulla spalla. Lasciò cadere lo zaino e alcuni libri si ro-vesciarono sui sassi umidi.
«Non possiamo avere un bambino» disse lei. Gli occhi rif lettevano il colore dell ’acqua che pigramente ondeg-giava verso la riva.
«Certo che possiamo» la contraddisse lui. Il volto spruzzato di lentiggini assunse un’espressione seria. Vittoria si voltò a guardarlo. «Io ho sempre desiderato laurearmi e anche tu. Se avremo un bambino ora non potremo più raggiungere i traguardi che ci siamo pre-fissi. Dovremmo sposarci, cercare una casa, lavorare e rinunciare a tutti i nostri sogni.»
«Ci organizzeremo» si affrettò lui. «Ci laureeremo a turno. Io mi prenderò cura del bambino e mi cercherò un lavoro mentre tu frequenterai i corsi all ’università. Poi, quando ti sarai laureata e avrai trovato un’occupazione, io riprenderò gli studi. Certo non sarà facile, dovremo rinunciare a molte cose e sacrificarci ma ce la possiamo fare Vittoria. Chiederemo aiuto ai nostri genitori. Mia madre adora i bambini. Ci darà una mano. Non rinun-ciare al figlio che porti in grembo. È l’estensione del nostro amore. Certo siamo giovani ma impareremo e presto diventeremo dei bravi genitori. Io mi sento pron-to. Ti prego Vittoria, rif lettici alcuni giorni.»
Lei sorrise lievemente e gli prese la mano. Gli oc-chi lucidi. Alcune lacrime tracciarono il contorno delle guance arrossate. Fece il calcolo. Il bambino sarebbe nato in primavera. La stagione dei nuovi inizi.
Delia Nigro (41), S. Antonino
ÖKK si congratula con Delia Nigro per aver vinto un
pernottamento per due persone presso lo Sporthotel
Valsana di Arosa, comprendente mezza pensione.
Grazie anche a tutti coloro che ci hanno inviato le loro
fantastiche storie.
In palio un buono viaggio del valore di 200 franchi!
Il suo carnet ÖKK Club è fi nito
nelle mani sbagliate?
Ne ordini un altro online su
www.oekk.ch/club.
ÖKK Club Buoni sconto
Attività entusiasmanti a prezzi speciali
Edizione Marzo 2012
Noiositis cronicaUna malattia che da noi non esiste.
30.01.2012 16:28:16
Club ÖKK Magazine
Ormai è ufficiale, i papà di oggi devono essere un po’ dei superman: stress sul lavoro, lavori domestici
durante il weekend e servizio taxi per corsi di nuoto e calcio. Diventa quindi un tantino difficile farsi
venire delle idee entusiasmanti per le gite in famiglia. ÖKK può essere d’aiuto con una dozzina di mete
di ÖKK Club che scacceranno via la noia in un battibaleno! Potrà ad esempio recarsi al Circus Nock e
farsi due risate con i clown Gaston e Roli oppure immergersi nell’era glaciale nel giardino dei ghiacciai
di Lucerna. Il carnet con gli sconti per i clienti ÖKK è a pagina 14. Buon divertimento!
«Noiositis cronica»? Non con ÖKK Club
nock.ch
Magia del circo per
tutta la famiglia
Ammirare clown,
giocolieri e prestigiatori
Tutta la Svizzera
Lo show dei clown
svizzeri Gaston e Roli
Circus Nock
actnews.ch
Musical
Divertirsi con le canzoni cult degli Anni 70
ZH – Theater 11 a Zurigo
Sconto del 20% sugli eventi scelti
«Grease» – Il Musical
kindermusicals.ch
«Heidi» – Il musical per i bambiniDal vivo, la famosa storia che incanta tutti i bambini
Vicinissimo a tutti!
Emoziona anche gli adulti
«Heidi» – Il musical dedicato ai bambini
verkehrshaus.ch
Conoscere il mondo dei
trasporti nel visitatissimo
museo svizzero
Capire, meravigliarsi,
scoprire
LU – Città di Lucerna
Festeggiare complean-
ni indimenticabili
dei bimbi nel museo
Museo dei trasporti
di Lucerna
alpamare.ch
Azione, divertimento e wellness
Bagni, spruzzi e scivoloni
SZ – Pfäffikon sul Lago di Zurigo
Divertimento con scivoli lunghi 1’500 metri
Alpamare
Esperienza
Attività
Regione
Jolly
17
swissholidaypark.ch
Divertimento per tutta
la famiglia nel più grande
villaggio svizzero
Nuoto, scivoli, sauna,
giochi
SZ – Morschach
Go-kart e minigolf
outdoor
Swiss Holiday Park
legoland.de
Mondo dei pirati e sette altri avventurosi universiGioco, meraviglia, scoperta: più Lego di così non si può!
D – Günzburg
Tante sorprese in occasione dei 10 anni di Legoland
Legoland
swissminiatur.ch
120 modelli realizzati a
mano su 14’000 mq
Scoprire tutte le
attrazioni nella Svizzera
in miniatura
TI – Melide
1’500 piante e più di
15’000 fiori nei giardini
Svizzera in miniatura
sauriermuseum.ch
Immergersi in un mondo lontanissimo nel tempoRicerche, giochi, escursioni nella notte con lampade tascabili!
ZH – Aathal
Il Museo dei dinosauri Aathal festeggia 20 anni: sorprese dal 27.4.2012
Museo dei dinosauri Aathal
ÖKK Club Buoni sconto
Attività entusiasmanti a prezzi speciali
Edizione Marzo 2012
Noiositis cronicaUna malattia che da noi non esiste.
01 2012 16:28:16
gletschergarten.ch
Viaggio attraverso il
tempo, fino a 20 milioni
di anni fa
Labirinto degli specchi,
era glaciale e mutamenti
climatici
LU – Città di Lucerna
Speciale «Top of
the Alps» con fotografie
panoramiche
Giardino dei ghiacciao
Lucerna
bruno-weber-skulpturenpark.ch
Scoprire un mondo sor-
prendente su 20’000 mq
Ammirare, sentire e
toccare fantastiche
sculture
ZH – Dietikon
Feste nella nuova
sala-giardino
Parco di sculture
Bruno Weber
giocolandia.ch
Parco divertimenti per tutta la famiglia
Giocare e ridere con fuochi d’artificio, maghi e clown
TI – Mendrisio, Biasca, Lo-carno, Lugano, Bellinzona
Giornata di avventure per bambini
Rivella Giocolandia
AttivitAttivitttivitvitààà entusientusi ent asmantiasm a prezzi speciali
EdizionEdizionEdizionEdizioEdiz eee MarzoMarzo Marz 2012 201
TROVA QUESTE OFFERTE CLUB ANCHE SUwww.oekk.ch/club
Invii la soluzione per posta elettronica all’indirizzo [email protected] o per posta
a ÖKK Magazine, Bahnhofstrasse 9, 7302 Landquart, parola chiave «Cruciverba».
Tra le risposte esatte inviate sorteggeremo tre statuette personalizzate. Termine ultimo
per l’invio: 17 aprile 2012.
VERTICALE
1 Far tacere qualcuno
2 Chi lo toglie, ci lascia finalmente in pace
3 Assume le veci del padre
4 Disordinato, caotico, confuso
6 Giustissimi
7 Consueto
9 Sistema contrapposto al matriarcato
10 Spunta al mattino
11 Liberi da preoccupazioni
14 Passare fra i più
16 Difficile da trovare
18 Lettere e cartoline
19 Lo dai se non dai del tu
20 Non la vede l’impaziente
ORIZZONTALE
2 Una virtù che può essere … nascosta
5 Un tizio
8 Padre, papà
9 Agente in grado di causare una malattia
12 Il padre della madre
13 Può esserlo un’affettuosa ramanzina
14 Quantità ingente, grandezza
15 Elastico nei movimenti
17 Esperti in un mestiere
21 Aumenta con gli anni
22 Lo zio spagnolo
23 C’è chi ha la seconda al mare
Il cruciverba della salute ÖKK Magazine 18
ddddddddddddddddBilddddddildddddddddildlddddld
Bild
Bild
Bilddddildildildildld
Bildildilddddlddlddd
Bildildldld
Bildild
Bildildldddldldldd
BBillil
Bil
Billl
Bilii
Biiii
Biiii
Biii
BBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBBB::::::::::::::::::::::
orrrrororrorCor
CororrCorrrororrorororororooooooo
CoooCooCooCo CoooCooCooCooCoCoCooCoCoCoCoCoCoCoCoCoCooCooCoCCCCCCCCCCCCCC CCCCCCCC
sssrsersssssssssssrserssssss
ersrssers
ersssrsssssssrsssrsrsrsrsrsrsrserrrerrrrerrerne
rerernereeneeeeneeeeeeeeeeneneeeneneneneennnnnnnnnnnnnnnn
one
onenene
tone
toneeeeeonee
one
one
onne
oneeneeeee
toneeeneone
one
one
one
oneneoneneoneen
tonnononton
tononononnnontonnototototootootototototototottttttttttttttttttt
XIXXXXXXXXXIXXPIX
PIX
PIXXXXX
PIXX
/PIX
/PIXX
/PIXIPI/PI
/PIPIIIPI/PI
/PI
/P/P/P/P/P/P/PPP/P/PP/PPPP/P/PPP/P/P/P/P/P/////////////OIOOIOOLIO
LIOIOOI
ELI
ELIII
ELELELELELLELELELEEEEEEEEEEEE
le pecoreDurante l’ultima escursione, Max ha fatto la conoscenza di tanti lanosi quadrupedi: ha incontrato infatti un pastore con il suo piccolo gregge di pecore.
Da lontano gli erano sembrate enormi sfere di
ovatta o bolle di nuvole. Capendo di cosa si
trattava, Max esclamò meravigliato: «Caspita!
Sono pecore! E tante!».
Il loro pastore, con l’aiuto del cane, le riuniva
su di un pascolo. Max le sentiva belare anche
se lontane. «Sono davvero chiassose!» pensò
stupito Max.
Le pecore sono animali di greggeLe pecore stanno bene quando sono assieme.
Il pastore spiega a Max che le pecore sono
animali molto paurosi. In caso di movimenti
repentini o rumori intensi possono spaventar-
si e scappar via. Ma Max è molto cauto e
riesce persino ad accarezzarne una molto
grassa.
RERERERERTERR
TERERTERERTERRR
TER
TET W
OL
WOL
WOL
WOL
WOL
WO
WO
WO
WO
WO
WO
WFFF
DBIL
DBIL
DLBBB
::IXPIXX
PIX
PIX
PI PIP P P P
ELIO
ELIO
ELILE
.DE/
.DE/
DE
LAU
KLA
UKLA
UAULAU
LAUAULAU
LALLKL
ES-
PES-
PES-
PES-
PEPE-PSTTTTTTTT
Max incontra
KIN
DE
RM
AX
.CH EDIZIONE STRAORDINARIA N. 1/2012 | PRIMAVERA 2012 | USCITA TRIMESTRALE
Con AVVENTURE
Indovinelli e consigli per il bricolage
L’ INSERTO PER I BIMBI DAI 6 AI 12 ANNI
LETTURE
che c'è di nuovo
ENIGMI
DISEGNI
Carta d’identitàNome: pecoraEtà: fino a 20 anniTipi: 5Altezza: 56 – 125 cm Peso: 20 – 200 kg
La lana di pecora può essere bianca, marrone o addirittura nera.
BIL
DBIL
DBIL
DBIL
DDBIL
DBIL
DBIL
DDLDBIL
DBIL
DLILD
BIL
DLDDBIL
DBIL
DBIL
DBIL
BIL
DBIL
DLLILLLBILLL
BIL
BILII
BBBBB::::::::::PI
XPI
XPI
X P
IXPIXX
PIX
PIX
PIX
PIXPIX
PIXPIX
PIX
PIX
PIX
PIX
PIX
PIX
PIX
PIX
PPPPPPPPPOOIOO
ELIOO
ELIO
ELIOOO
ELIOOO
ELIO
ELIO
ELIOO
ELIO
ELIOOOLIOIO
ELIOIOO
ELIOOO
ELIOOI
ELILEEE
.DE/
.DE/
DE/
.DE/
.DE/
DE/
.DE/
DE/E/
.DE/
.DE/
.DE/
.DE/E/E//
.DE/
.D/E//
DE/E/
DE/E
.DE
.DE
D.D.DRA
INRA
INRA
INRA
INNRA
INRA
INRA
INRA
INRA
INNRA
INRA
INRA
INRA
IAAARARARARARARRRRRRRRERRERERERERERERRRRERERERERRE
STU
STUTUSTU
STU
STU
STU
STUSTU
STU
STU
STUTUTUSTU
STU
STUUUUUUUUUUUUU
STU
STUTUSTSTSTSSRMRMMRRMRMRMRMRMRMRMRMRMRMRMMRMRRRRR
BILD: PPPPPIPIXIXIXXXXXXXPIXXXELIOELELELELIOELIOOELIO.DE/.DE/.DE/DE/D INGOINGOINGONGNGOGOGONGGINGOO HEE HEEHEEHEEHEEHEEHEEEMMMMMEMEIEMEIEMEIEEM EEI RRRRRRRR
DDBIL
DBIL
DBIL
DBIL
DDDBIL
DBIL
DDLDLBBBBBBB
::::PI
XXXX P
IX P
IXX PIXIX PIX
PI PPEL
IOLIO
LIO
ELIO
ELIO
ELIOLIO
ELIO
ELLEEDE/
.DE/
DE/ E/
.DE
.DDD.TT
GÜNT
GÜNTT
NT
NT
NT
GÜN
ÜN
GÜÜ
GÜÜ
GÜ
GGGGGERRERERERE
HEE
HEE
HE
HE
HEEEE
HE
HEE
HDOT
DOT
DOT
DOT
D DZL
ERZL
EREZLLZ
Lo spesso mantello delle pecore è di fatto la
lana. Questa può essere bianca, marrone o
addirittura nera. Una volta l’anno, le pecore
vanno tosate. Ma questo non arreca loro
nessun danno, il manto ricresce subito dopo.
Le pecore sono poco esigentiLe pecore mangiano principalmente erba, di
qualsiasi qualità. Come le mucche, sono
ruminanti. Un paio di ore dopo aver
mangiato, rigurgitano il cibo e lo masticano
nuovamente per benino, fino ad inghiottirlo
definitivamente.
A due anni una pecora è già adulta e può
concepire agnellini. Subito dopo il parto, la
pecora lecca a fondo il suo piccolo per
asciugarlo. Così gli imprime il suo odore e lo
può riconoscere ovunque. A Max piacciono
questi animali pacifici. Vorrebbe tanto portarsi
a casa un piccolo agnellino: sono così dolci!Gli animali
domestici più antichi
Le pecore vengono allevate da
migliaia di anni, sono tra gli animali
domestici più antichi. Le pecore di casa
nostra sono discendenti del muflone
europeo. Producono lana, carne e latte.
Greggi particolarmente grandi si trovano in
Nuova Zelanda, Asia e Australia.
tichii
La pecora
pieghevolepiegare
piegare
incollare
incollare
incollare
incollareda questa fessura
spunta fuori la testa
la testa/coda va piegata così
da questa fessura spunta fuori la coda
Istruzioni:1. Ritaglia i due disegni raffiguranti la pecora
2. Taglia le due fessure che trovi sul dorso
3. Piega le due sezioni che rappresentano i fianchi della pecora lungo
le linee tratteggiate
4. Incolla le pieghe che riportano la dicitura «incollare»
5. Piega testa e coda come descritto
6. Inserisci ora la testa/coda nelle fessure praticate sul dorso in modo
tale che la testa sia davanti e la coda dietro
7. Spingi e tira la coda con attenzione: così la testa si muove!
SÌ, ORDINO LA RIVISTA KINDERMAX per me come regalo(attenzione: disponibile solo in lingua tedesca)
INDIRIZZO PER LA FATTURA:
Cognome e nome
Via e n.
NPA e località
Data e firma dei tuoi genitori
INDIRIZZO DEL DESTINATARIO DELLA RIVISTA:
Cognome
Nome
Via e n.
NPA e località
Telefono
Inviare l’ordine a: KinderMAX Leserservice, Casella postale, CH-9403 Goldach
Per fax +41(0)71 844 93 45, tel. +41 (0)71 844 91 51 o via mail [email protected]
Regali a scelta per chi si abbona:Abbonamento per 1 anno:
Forbici per contorni per lavoretti creativi con la carta
Astucci con materiale decorativo: 200 perline colorate,
nastri e lucchetti
1 confezione arcobaleno WikkiStix per lavoretti di bricolage
Pacchetto singolo
Abbonamento per 2 anni:
Slitta Racing in alluminio, ideale per piste ghiacciate e
tracciati per slitte. Ultraleggera.
5 sfere di sali da bagno frizzanti e 2 spugne «Bath Beans»
febbraio marzo aprile maggio giugno
luglio settembre ottobre dicembre
Sostituendo i numeri
alle figure scoprirai a
che numero corrisponde
la figura dell’angioletto.
Arte matematicaScribble
Colora tutti i campi che contengono un puntino nero. Le parti colorate formeranno l’immagine nascosta.
Abbonamento di prova CHF 20 – 3 pubblicazioni
Abbonamento per 1 anno CHF 49 anziché CHF 69 – 10 pubblicazioni
Abbonamento per 2 anni CHF 125 – 20 pubblicazioni
Una singola copia della rivista CHF 7.50 più spese postali
Per tutti gli abbonamenti c’è un premio, tranne che per l’abbonamento di prova.
SÌ ORDINO LA RIVISTAA KINDERMAXA l
La rivista KINDERMAX… dal 2012 conterà 9 edizioni l’anno, ognuna di 48 pagine; una delle edizioni conterrà anche un inserto speciale per un totale di 10 riviste. La rivista è suddivisa in due sezioni, una destinata a ragazzi di età compresa tra i 6 e gli 8 anni, l’altra per quelli tra i 9 e i 12 anni. Adatta a casa, in gita e anche a scuola. www.kindermax.ch Il prezzo dell’abbonamento non comprende le spese postali.
MI ABBONO A PARTIRE DA:
Soluzione in alto a sinistraL’angioletto corrisponde al
numero tre.
Soluzione in basso
Daniel Ragaz è un papà. Desidererebbe però fare mol-to di più rispetto ai papà delle passate generazioni. Il 39enne vorrebbe trascorrere più tempo con la sua prole, anche durante le giornate lavorative. Dov’è il problema? «Spesso non so davvero dove trovare il tempo» ammette. Una problematica questa, con cui vengono confrontati diversi papà. Nell’edizione di fine 2011, Pro Familia ha pubblicato un sondaggio realizzato interrogando 1191 uomini sul tema conciliabilità tra vita professionale e vita privata. Il 56 percento degli intervistati era rappre-sentato da padri. Il titolo dello studio era «Cosa voglio-no gli uomini!». E cosa vogliono gli uomini? Soprattutto tempo libero: il 90 percento vorrebbe ridurre l ’orario lavorativo e il 70 percento, nello scegliere un altro datore di lavoro, considererebbe le possibilità di un’occupazio-ne part-time. Tuttavia, se si scandaglia per bene l’orario lavorativo in Svizzera, la realtà si profila diversa: di norma gli uo-
mini, compresi i papà, lavorano a tempo pieno, per una media settimanale di 44,23 ore effettive. Per i nostri vicini europei la media è pressoché la stessa o superio-re. In Germania, l ’Istituto federale per lo studio della popolazione (BiB) ha rilevato che i papà trascorrono più tempo in ufficio rispetto agli uomini senza figli. Perché? Un motivo potrebbe essere il seguente: vogliono tenersi lontano dalla frenesia famigliare. Martin Bujard, collaboratore scientifico dell ’Istituto, ha tuttavia una tesi più convincente: «Ci sono mamme che, dopo la na-scita del primo figlio, decidono di ridurre la percentuale di attività lavorativa. I rispettivi mariti, per garantire la quota di salario mancante, aumentano il numero delle proprie ore lavorative.» È un fatto che creare una fami-glia generi due effetti indiscutibili sulle finanze di casa: meno entrate, più uscite. E poiché anche il papà più mo-derno si ritiene il «sostegno» della famiglia e vuole che
Salute ÖKK Magazine 23
Papà sotto esame
Oggi un papà dev’essere anche: guida spirituale, partner, edu-
catore, compagno di giochi, cuoco, aiuto nei lavori domestici,
amante. Ancora meglio se guadagna molto bene. Attese molto
grandi possono tuttavia mettere in pericolo la salute.
TESTO: Evelin Hartmann
>
Salute ÖKK Magazine
ad essa non manchi nulla, deve lavorare di più rispetto a quando non era papà. Con la conseguenza di avere meno tempo per la famiglia e per se stesso. Nessuna meraviglia che alcuni esperti riconoscano nei moderni padri attivi professionalmente un «gruppo a rischio» dal punto di vista della salute. Da una ricerca dell’Istituto per la programmazione sanitaria di Linz, ri-sulta che solo il 26 percento dei padri di famiglia attivo professionalmente si preoccupa di alimentarsi in modo sano; le madri attente in tale ambito, con una quota pari al 52 percento, rappresentano il doppio mentre gli uomini senza figli, il 37 percento. E: il 73 percento degli uomini con famiglia e attivo professionalmente risulta stressato al lavoro; certo, esistono indubbiamente anche gli stres-sati senza famiglia a carico, ma si scende al 58 percento. Ci sono tuttavia anche studi che mostrano il contra-rio, ovvero: gli uomini con famiglia vivono meglio. «I
papà riescono ad avere più contatti sociali rispetto ai single, per esempio con i vicini o in palestra», afferma la sociologa Renske Keizer dell ’Istituto demografico NIDI dell ’Aia, che nel 2009 ha condotto una ricerca sul tema felicità e paternità. Per tali contatti sociali devono ringraziare infatti i loro figli, perché questi vanno a fare sport trascinandoci i loro papà. La paternità sembra offrire vantaggi anche per la sa-lute. I ricercatori statunitensi hanno infatti documen-tato che gli uomini sposati e i papà si ammalano più raramente di cancro alla prostata e soffrono meno di colesterolo alto. Uno studio della Stanford University di San Franci-sco inoltre dimostra che gli uomini senza figli hanno il 17 percento di probabilità in più di morire a seguito di infarto. Quindi il cuore di babbo Daniel Ragaz non è solo felice, ma pure più sano.
Gli uomini credono che, in caso di gravidanza, sono solo gli ormoni delle donne ad impazzire. In realtà, nemmeno gli uomini restano immuni dall ’oscillazione ormonale generata dalla gravidanza delle loro compa-gne. Diversi studiosi hanno constatato che una folta percentuale di futuri papà – dall ’11 al 79 percento – durante la gravidanza delle loro partner, sono succubi di tutti i tipici sintomi «femminili» delle donne incinte come stanchezza, dolori, nausea o sbalzi d’umore. Il motivo: più si avvicina il parto, più si concentra la quan-tità dell ’ormone che favorisce la lattazione – la prolatti-na. E questo anche negli uomini. Non solo: anche la quantità di testosterone è sotto-posto a forti oscillazioni. Dopo il parto infatti, questa
diminuisce di almeno un terzo. In que-sto modo, il corpo assolve a importanti esigenze di tecnica evolutiva: il livello di testosterone aumenta per l ’eccita-zione sessuale e per la riproduzione; diminuisce a inseminazione riuscita, per tutelare le probabilità di soprav-vivenza della prole. Particolarmente importante è il calo del testosterone all ’arrivo del primo figlio, affermano i ricercatori. Ma torna ovviamente ad aumentare subito dopo, per garantire il ciclo di riproduzione.
Errori della medicina popolare
La gravidanza provoca sbalzi ormonali solo alle donne
Sotto la lente ÖKK Magazine 25
Lo Sperma
Gli uomini sono spreconi. Mentre le donne vengono al mondo con una scorta di al massimo 400’000 ovuli – solo 300 dei quali
hanno la possibilità di essere fecondati –, gli uomini producono da 70 a 150 milioni di spermatozoi. Al giorno. Un’eiaculazione
conta da 200 a 500 milioni di spermatozoi. Giunto nel corpo della donna, l’80 percento si comporta come atleti in una corsa
olimpionica, dove partecipare è più importante che vincere: questi infatti nuotano dalla parte opposta all’ovulo che, nel frattem-
po manda segnali chimici per indirizzarli. Ma quale uomo sta a sentire la donna quando si tratta di indicazioni geografiche? Per
arrivare all’ovulo, gli spermatozoi più veloci necessitano di 45 minuti. A volte il viaggio può durare anche tre giorni. Se l’ovulo
fecondato genererà un bimbo o una bimba, tutto dipende dallo spermatozoo: si avrà un maschietto se si tratta di spermatozoo
sessuale maschile, ovvero con cromosoma Y; femminuccia se lo spermatozoo è di sesso femminile, ovvero con un cromosoma
X. Nella corsa verso l’ovulo, spermatozoi femminili e maschili hanno le stesse opportunità: quelli maschili sono più veloci, ma
quelli femminili sono più resistenti.
FOTO: istockphoto.com
Un concerto dei bambini davvero emozionante quello cui hanno assistito i numerosi genitori che il 15 di-cembre 2011 hanno fatto visita al mercatino di Natale allestito nell ’edificio scolastico di Schlatt, nei pressi di Winterthur. Un papà fischietta ancora canti natalizi tutto assorto nei suoi pensieri, quando a un tratto i ge-nitori sono pregati di lasciare l ’edificio scolastico per dieci minuti. Hoplà! I bambini sfruttano la pausa per i loro scopi – e per uno scopo nobile. Con poche rapide mosse trasformano i banchi di scuola nei corridoi in variopinti stand di mercato su cui sistemano sottopentole fatti con tappi di bibite, appendono ghirlande con gnocchetti di mangime per cince, espongono profumate palline da bagno, anti-tarme di feltro e legno nonché scatoline portafiammiferi deliziosamente decorate. E naturalmente non possono mancare le decorazioni di Natale: angioletti e pecorelle in abbondanza, accompagnati da ogni sorta di golosità natalizia, dalle variazioni di panpepato alla frutta secca graziosamente confezionata, passando per ogni sorta di «Guetsli», i tipici biscotti di Natale. Poi si sente risuonare la campana di fine pausa, che questa volta però non si rivolge ai bambini, ma ai geni-tori, segnalando loro che possono rientrare nell ’edificio scolastico e fare ciò che i bambini desiderano che faccia-no: darsi allo shopping. Nella calca, i genitori passano
da uno stand all ’altro, mentre i bambini s’improvvisano zelanti imbonitori. E con successo. Sarebbe stato bello se i poveri bam-bini del Congo, che spesso durante le ferie sono costret-ti a lavorare nelle pericolose miniere, avessero potuto vedere e ascoltare come i loro coetanei della lontana e ricca Svizzera si prodigavano per loro. Risultato: con il loro mercatino di Natale nell ’ambito della «Settimana delle stelle», i bambini sono riusciti a raccogliere ben 4’700 franchi. Una somma incredibile, e non solo per i bambini. Un risultato che è valso ai piccoli il «Premio settimana delle stelle ÖKK». A proposito: ÖKK si era impegnata ad arrotondare l ’importo raccolto con l’ini-ziativa vincitrice al migliaio successivo. A dimostrazio-ne di quanto abbia apprezzato l ’impegno delle scolare e degli scolari di Schlatt. Questa volta ÖKK ha deciso di chiudere un occhio e di arrotondare l ’importo della donazione a 5’500 franchi.
ÖKK ÖKK Magazine
Bambini aiutano bambini
Nelle ultime due edizioni dell’ÖKK Magazine abbiamo esortato i
bambini a raccogliere fondi per i bambini del Congo durante la
«Settimana delle stelle» indetta dall’UNICEF. La scuola primaria di
Schlatt ZH, con un mercatino di Natale, è riuscita a raccogliere
la ragguardevole somma di 4’700 franchi, che ÖKK ha
arrotondato a 5’500 franchi.
FOTO: Scuola elementare Schlatt ZH
27
ÖKK: Nuovo sistema informatico
Durante il fine settimana di Pasqua 2012 introdurremo un nuovo sistema
informatico. Esso ci consentirà di assisterla in modo più semplice e rapido.
Ci adopereremo affinché il passaggio al nuovo sistema avvenga nel miglior modo possibile e senza intoppi. Tuttavia, nella settimana prima e dopo Pasqua potrebbero verificarsi dei ritardi nei pagamenti. La ringraziamo pertanto anticipatamente della comprensione. Torneremo a tenere fede al più presto possibile al nostro principio di rimborsi rapidi nel giro di 10 giorni. In occasione del passaggio al nuovo sistema abbiamo riorganizzato e reso più chiara la nostra documentazione destinata ai clienti. Nel prossimo numero di ÖKK Magazine (2 / 2012) provvederemo a spiegarle il nuovo conteggio delle prestazioni e le forniremo alcuni utili consigli per un’adeguata lettura dello stesso.
> In caso di domande o necessità di chiarimenti la preghiamo di rivolgersi all’agenzia
ÖKK a lei più vicina: saremo a sua completa disposizione www.oekk.ch/agenzie
ÖKK ÖKK Magazine 28
Lacuna assicurativa:
Faccende domestiche costose
Bettina Müller, mamma e casalinga 34enne di San Gal-lo, è aff litta da circa due settimane da una stanchezza insostenibile. Sono poi sopraggiunti febbre, ingrossa-mento dei linfonodi del collo e dolori muscolari. Tutto ciò che fa presumere il sopraggiungere di un’inf luenza si rivela invece, dopo il prelievo di sangue effettuato presso il medico di famiglia, come una lieve – ma in età adulta talvolta interminabile – malattia contagiosa. Trattasi di mononucleosi infettiva. Il medico consiglia a Bettina di restarsene a letto e di non affaticarsi. Le spiega che per riprendersi completamente dovrà atten-dere diverse settimane. Tale previsione mette Bettina e suo marito di fronte ad una sfida non da poco: chi prov-vederà durante questo periodo alle faccende di casa? E chi starà dietro ai tre figli? Per fortuna Rolf, il marito, può prendere subito una settimana di vacanza. E … poi? Attivo come consulente esterno viaggia parecchio e può star dietro ai figli la sera. La coppia si rende però subito conto che la famiglia ha bisogno di un aiuto esterno. E non basta nemmeno una ditta che offra lavori domestici come fare la spesa, cucinare, lavare e pulire: i due figli più grandi infatti devono essere accompagnati a scuola, al corso di nuoto e a lezione di pianoforte. E per l ’ulti-mo arrivato di 18 mesi, l ’unica soluzione praticabile si rivela un posto provvisorio all ’asilo nido, per 3 giorni a settimana. Ovviamente tutto ciò genera costi conside-revoli. L’assicurazione complementare ÖKK FAMILY paga 100 franchi al giorno (fino a un massimo di 2’000 franchi l ’anno) per aiuti domestici. Questo importo tut-tavia non è sufficiente per coprire tutti i costi. Per fortu-na, Bettina e Rolf, dopo il secondo figlio, hanno deciso di stipulare l ’assicurazione d’indennità giornaliera ÖKK
COMPENSA. Hanno scelto una soluzione assicurativa per 62 franchi al mese.* Da quest’assicurazione com-plementare d’indennità giornaliera, dopo un periodo di attesa di 14 giorni, Bettina riceverà altri 1’500 franchi al mese. Con questi potrà coprire quasi completamente i costi generati dalla sua convalescenza che durerà più settimane, ovvero circa 4’000 franchi.
* Premio ÖKK COMPENSA con copertura malattie e infortunio per una persona di 34 anni residente a San Gallo.
Se una casalinga, a seguito di malattia o infortunio, non riesce a svolgere le faccende
domestiche e nemmeno ad accudire i propri figli, deve delegare tali compiti a terzi. E se
parenti o conoscenti non sono disponibili, bisogna rivolgersi a ditte che offrono aiuti domestici
a livello professionale. Questo può costare davvero molto. Con l’assicurazione d’indennità
giornaliera ÖKK COMPENSA, gran parte di tali costi sono coperti.
TESTO: Bernhard Widmer
L’assicurazione d’indennità giornaliera ÖKK COMPEN-
SA non è consigliata unicamente alle casalinghe.
È adatta anche a dipendenti il cui salario non è intera-
mente assicurato dal datore di lavoro e per gli esercitanti
attività lucrativa indipendente che grazie ad essa, in
caso di incapacità lavorativa, possono far fronte alla
perdita di guadagno come pure ai costi fissi di affitto,
auto e assicurazioni. Si rivolga ai nostri consulenti tele-
fonando al numero verde 0800 838 00. Se ha domande,
non esiti a contattarci. Come per tutte le assicurazioni
complementari ÖKK, per stipulare ÖKK COMPENSA,
bisogna compilare una dichiarazione sulle condizioni di
salute e avere una età inferiore a 60 anni.
ÖKK COMPENSA La protezione finanziaria in caso di malattia o infortunio
Reportage ÖKK Magazine
Un figlio cambia la vita. Trovare il giusto equilibrio tra doveri e i propri spazi è la chiave per essere dei papà felici.
31
Come faccio ad essere un bravo papà?
Il nostro redattore Christoph Kohler diventa papà. Per la prima volta.
È fantastico … ma quante domande! Se un tempo, infatti, i ruoli dei genitori
erano chiaramente definiti, oggi un uomo deve scoprire da solo come
essere un buon papà. Il racconto di come viene vissuta questa esperienza.
TESTO: Christoph Kohler _ _ FOTO: Gian Marco Castelberg
Diventerò padre. Per la prima volta. Femminuccia? Ma-schietto? Fa lo stesso! Il mio cuore fa un salto di gioia. Che arriva fino alla testa. Qui – ahi! – sbatte contro la calotta cranica. E torna a scendere, disincantato, verso il petto. Perché si accorge che una gravidanza genera un paio di domande di difficile risposta: troverò ancora in futuro il tempo per giocare a calcio? Riuscirò ad andare in campeggio con la mia compagna sulle spiagge corse? Sono domande concentrate sul proprio ego, tipiche per me … ma credo che anche tutti gli altri papà se le siano poste. Studi condotti in Germania dimostrano che il più grande desiderio dei papà è quello di avere «più tempo». Ma non tempo per la famiglia, bensì … «tempo libero per se stessi». Credo di poter affermare già sin d’ora, che dovrò rinunciare ad alcuni dei miei passatempi preferiti. Va bene così. Dopo 38 anni senza figli si è vittima di una sorta di mania di ottimizzazione del tempo li-bero, un susseguirsi di rituali irrinunciabili: caffè, gior-nale, lavoro, pranzo, lavoro, calcio, cena, cinema, bar
con amici (quelli che non hanno figli), nanna. E poi si ricomincia. Eppure, negli ultimi anni, mi è venuto il sospetto che l ’imprevedibilità si avvicina molto più a quello che la vita essenzialmente è rispetto a un percor-so individualistico con una successione di divertimenti scrupolosamente programmati. Forse è stato proprio questo sospetto a risvegliare in me il desiderio di figli – a prescindere da quello della mia partner, naturalmente. Ma arriviamo alla domanda vera, quella più importante: come faccio ad essere un buon papà? Un superpapà?
LEZIONI DALLO ZOO
Il mio primo pensiero è stato quello di prendere come riferimento i nostri cugini del regno animale, le scim-mie. Le scimmie non si pongono grandi domande sulla gestione del tempo e sulla distribuzione dei ruoli, men-tre noi umani adattiamo la figura e il ruolo del papà col
>
mutare dei tempi – oggi si fa così, domani in un’altra maniera. Come posso essere sicuro che il ruolo di pa-dre orientato ai dogmi odierni è quello giusto per mio figlio? Allora … vado allo zoo! Prendo appuntamento con Robert Zingg, responsabile dei mammiferi allo Zoo di Zurigo. Davanti a noi, fantastici orangotango e, nel recinto accanto, i gorilla. Solo i signori papà sembrano passivi come un sacco di patate. Giocare coi piccoli? Nemmeno per idea. Zingg spiega: fuori, nella natu-ra, i papà degli orangotango, non riescono nemmeno a vederli i propri cuccioli. Anche la loro relazione con la femmina si limita all ’unione durante il periodo di accoppiamento. I papà degli orangotango, in definitiva, producono il seme e basta. I gorilla invece vivono in gruppi. Il maschio alfa, quello dalla schiena argentata, difende il suo harem e la sua prole con tutti i mezzi. Se accade qualcosa al cucciolo – nella natura per un incidente, nello zoo per una vendita – il gorilla dal dorso d’argento piagnucola per giorni interi. Questo è tutto per quel che concerne la sensibilità paterna. «Ciò che l ’attende come ruolo di padre non può certo apprenderlo dal regno animale», chiude il discorso Zingg.
NELLA GIUNGLA DEI MANUALI
Anche io comunque voglio essere una «schiena d’argen-to», uno che protegge. E poi? Quello che assolutamente non voglio è: perdermi nella giungla dei manuali. Non che io non abbia bisogno di consigli. Su Amazon, chi inserisce nella sezione riservata ai libri le parole chiave «papà» e «guida» trova 1091 risultati corrispondenti. Per quando li avrò letti tutti sarò già diventato bisnon-no. Inoltre mi intimoriscono titoli come «Manuali di sopravvivenza per i papà», «Guida rapida per diventare papà», «Bebè: attivazione e manutenzione». Paternità come lotta per la sopravvivenza? Anteprime per un ap-prendimento rapido del mestiere di padre? Il bebè come uno spazzolino elettrico? Non lascerò ingoiare la gioia della paternità dalle sabbie mobili della manualistica prima ancora che questa sia effettivamente iniziata! E non dimentichiamoci: c’era un tempo in cui nes-suno si arrogava il diritto di dispendiare a noi uomi-ni consigli in materia di paternità! Soltanto all ’inizio dell ’ultimo secolo, nel 1919, si è fatto avanti il pioniere di questo genere, redigendo guida dal sobrio titolo «Pa-dri e figli». Va detto: alcuni consigli sono un tantino datati («Siete voi, oh padri, a decidere per la salute della
vostra casa!»), ma ho trovato un capitolo molto interes-sante e l ’ho sottolineato in più punti: s’intitola «La via verso il cuore dei bambini». Esiste una tesi in base alla quale ci sono due strade che portano fino al cuore dei bambini: un viale dritto e un sentiero dei fiori. Per la seconda, i papà devono passare per il cuore della mam-ma. E quale è il percorso che va per la maggiore tra i signori uomini? Ovvio, il viale dritto. Dimenticando spesso il sentiero dei fiori, fino a quando questo viene ricoperto dalle erbacce e la via per arrivare al cuore della moglie non si trova più. Lo scrittore avvisa: «Non basta prendere tuo figlio sulle ginocchia e coccolarlo [...] Devi continuare a prendere sulle ginocchia anche la mamma, come ai vecchi tempi, e coccolarla [...] Così scegli il sentiero dei fiori!». Trovo geniale quest’allegoria, anche se vecchia di quasi 100 anni. Questa me la segno: per non dimenticare l ’amore che nutro per la mia compagna, anche perché ho ben poca voglia di far parte di quella categoria che sta rapidamente crescendo in Svizzera: i ragazzi padri (triplicati dal 1970).
LA PAROLA MAGICA «TEMPO»
Ho sentito che a Berna mamme e papà possono fre-quentare una sorta di apprendistato per genitori. Ci vado e seguo tre ore di un corso destinato a genitori con bimbi di 5 – 6 mesi. Si parla per lo più di «sonno» e «cibo». I concetti fondamentali sono spiegati in modo non dogmatico, succintamente e in modo simpatico. El-ternLehre® è un ente conosciuto nel Cantone di Berna, è frequentato attualmente da circa 90 coppie di genitori. «Qui si affrontano i temi con un approccio immediato, perché a casa raramente abbiamo il tempo di leggere una guida», mi racconta un simpatico architetto, diventato papà per la prima volta cinque mesi fa. «Mi puoi rivelare cosa riesce a fare un buon papà?», gli chiedo. Rif lette, aggrotta la fronte e dice: «Pazienza e tempo.» «Pazienza e tempo»… mentre fino a 50 anni fa il ri-cercatore della teoria dell’attaccamento John Bowlby ri-teneva che i padri non avessero alcuna importanza per lo sviluppo del neonato, oggi, da un punto di vista econo-mico e sociale, è un dato di fatto che il diploma di bravo papà si riceve trovando tempo – per usarlo attivamente – per il proprio figlio. Detto con le parole del più famoso pediatra svizzero, Remo Largo: «La cosa più preziosa che i genitori possono regalare ai figli è il loro tempo.»E con ciò torno al punto di partenza. Quanto tempo avrò per mio figlio, il mio lavoro, la mia compagna, i miei
Reportage ÖKK Magazine
amici, i miei hobby? Tutto quello che mi farà diventare un buon papà, e che – io credo – possa essere appreso solo in parte studiando o frequentando corsi – dipende da come spartirò questa «torta» del tempo. Secondo uno studio condotto in Germania, il 95 percento degli uomi-ni afferma di voler trovare più tempo per i loro figli. Un altro studio dimostra che il 44 percento dei papà lavora molto di più rispetto a quando non aveva figli. Si tratta di un’incoerenza? Si fa largo una crepa tra desiderio e realtà – per ipocrisia o per esigenze (finanziarie) reali . Sono tuttavia convinto di questo: essere un buon papà è una questione più di volontà che di manualistica. E ora la smetto con tutte queste elucubrazioni su come diven-tare un buon papà. Perché, come scrive furbescamente lo scrittore Martin Walser: «Un buon papà non sa di essere un buon papà.»
> Trucchi e link:
– Intervista con l’ideatrice dei corsi ElternLehre® su
www.oekk.ch/magazine
– I corsi ElternLehre® (www.elternlehre.ch) si dividono in tre
moduli. Ognuno conta sei corsi serali, in base all’età del
bambino. Attualmente vengono offerti nei Cantoni di Ber-
na e Argovia e frequentati da circa 90 coppie di genitori.
I corsi ElternLehre® sono sovvenzionati dall’Associazione
bernese per la formazione dei genitori ABFG che aderi-
sce all’associazione mantello svizzera Genitori in forma.
Ulteriori informazioni su www.elternbildung.ch o al nume-
ro verde 044 253 60 60.
– ElternLehre® fa riferimento agli insegnamenti del noto
pediatra svizzero Remo H. Largo. È autore di una guida
di merito indiscusso: Remo H. Largo «Primi anni, primi
passi: guida per genitori felici», Fabbri 2005.
33
Non ho esattamente pregato – detto sinceramente – per avere questo ruolo. Anzi! Prima di avere figli amavo il rischio e non ero per niente ansiosa. Ero quella che, con gli sci ai piedi, andava alla ricerca delle piste più esaltanti, che si tuffava nel fiume da un ponte senza battere ciglio e trascorreva tutti gli inverni, anche quelli più freddi, senza cappellino di lana … e se mi becca-vo un noioso raffreddore, amen, me lo tenevo, colpa mia. E proprio questo è il punto: i bambini non hanno colpa. E così, lentamente ma inesorabilmente, quando son diventata mamma mi sono trasformata in poliziotto cattivo, insomma nella vigilessa intransigente, la mam-ma antipatica che il mattino saluta i figli sulla soglia di casa con frasette del tipo «Non è che hai dimenticato la merenda?» o «Abbottona la giacca altrimenti ti raffred-di!». Per tutta risposta ricevo degli annoiatissimi «Sìììì» o «Seeee …». Ancora oggi ricordo quanto dessero a me sui nervi quelle raccomandazioni. Ma a farmi uscire davvero dai gangheri in questo giochetto è soprattutto il poliziotto buono: mio marito. Visto che tanto ci penso io ad essere ragionevole e farli rigare dritto, che sono io
il sistema d’allarme della famiglia, quella che urlando ogni secondo «Attenzione!» evita che si collezionino graffi, bernoccoli, ossa rotta o di peggio, mio marito brilla agli occhi dei miei figli, volteggiando sullo skate-board, facendo roteare aeroplanini costruiti ad arte e facendo l’eroe lanciandosi dal trampolino alto dieci me-tri. Non raramente lo chiamo con ironia «superpapà» o definisco i suoi intrattenimenti gli «eventi del babbo». E sono invidiosa. Invidiosa del suo ruolo. E mi domando: come ho fatto a diventare così. Cosa ho fatto di male?
Esistono i buoni e pure i cattivi,
anche in famiglia. Chi abbia scelto quale
ruolo ce lo raccontano i Bernasconi.
ILLUSTRAZIONI: Bianca Litscher
Come vigilessa mi sono inimicata tutta la famiglia!
In casa Bernasconi...
… esistono veramente, solo che in realtà si chiamano
in un altro modo. Sono una famiglia con due figli,
un bambino (8) e una bambina (4), di cui si occupano
entrambi i genitori. Lei (35) lavora come grafica,
lui (35) è giornalista. Vivono in città e trascorrono le
vacanze in campagna.
Poliziotto buono, poliziotto cattivo
In casa Bernasconi … una famiglia che da noi esiste ÖKK Magazine
SIGNORA BERNASCONI:
Mia moglie ha ragione: non è certo l ’immagine della mammina tranquilla e rilassata. Il fatto è che ci – e dico consapevolmente «ci», quindi i bambini e me medesimo – sta continuamente col fiato sul collo. «Piccolo, non mettere le scarpe da ginnastica, piove!»; «Piccola via i cracker, fra un po’ si va a tavola!»; «Tesoro, hai preso l ’appuntamento dal medico?». Fai questo! Molla quel-lo! Non dimenticare …! Ora: potrei veramente sbottare e sfogarmi brontolando, perché in effetti tutto questo eccesso di zelo proprio del ruolo della vigilessa attenta e pedante dà davvero sui nervi. Ma … mi limito a fare esattamente il contrario. E dico grazie, assolutamente senza un briciolo di ironia. Perché se tutto questo non lo facesse lei, dovrei farlo io. Sarei cioè obbligato ad as-sumere il suo ruolo, occuparmi dell ’agenda famigliare, ricordarmi di coprire per benino le orecchie dei piccoli e sarebbe – davvero – un disastro! Per tutti, non solo per me! E inoltre faccio quanto consigliato dai pedagoghi, vale a dire preoccuparsi che nell ’educazione si parli una sola lingua e quindi nessun ribaltamento di ruolo o una volta bianco e una volta nero. Oggi, per me, alcune cose
non sono importanti come per mia moglie – e viceversa. Per esempio: lei è una dormigliona, io no. Per questo, la sera lei riesce a mantenere nervi di acciaio e io no. Così è la vita: e i bambini devono capire che un comportamen-to giusto in alcune occasioni, può non esserlo in altre. Anziché impartire dogmi ferrei, cerco di trasmettere la capacità di capire persone e situazioni. E l’immagine del poliziotto buono e del poliziotto cattivo è ormai stata assimilata in questo modo: mia moglie è di fatto la vigilessa puntigliosa e io il goffo ispettore. Ma … siamo tutti e due poliziotti. Per cui, chi è che urla dalla cameretta la sera quando la situazione sfugge a qualsiasi controllo «Vieni un attimo che non riesco a tenerli!» Lei, ovviamente. Perché lei lo sa. Come lo sanno i bambini: guai se il poliziotto buono diventa cattivo!
> Cosa ne pensa Kathrin Buholzer di Pianeta genitori
lo scoprirà alla pagina successiva.
35
Il fare da poliziotto dà sui nervi. Ma grazie che sei tu a farlo!
SIGNOR BERNASCONI:
In due parole: al momento mio figlio (3) pretende troppo
da me. Farsi lavare i denti, farsi vestire, farsi spalmare il
pane … chiama sempre e solo me. E se la sera mio marito
cerca di sostituirmi, nostro figlio perde completamente la
testa. Quindi mio marito si spazientisce e io m’innervosisco.
Cosa possiamo fare?
TESTO: Kathrin Buholzer
Pianeta genitori ÖKK Magazine
Sempre e solo … «mamiiiiiiiiii!»
È importante che i genitori non prendano l’atteggiamento del piccolo sul personale: se i bim-bi richiedono insistentemente la presenza di un solo genitore, non significa che lo amino più dell ’al-tro. Nella maggior parte dei casi tale comportamento ha a che fare con l’abitudine. Moltissimi com-
piti vengono svolti automaticamente dalle mamme e i bambini lo danno subito per scontato. Se poi si tenta di evitare la routine, capita che i piccoli possano ribellarsi al cambiamento. La cosa migliore è lasciar agire il bambino in modo indipendente. Se chiede aiuto, non manchi di offrirglie-lo, ma non svolga i suoi compiti per lui. Più cose riesce a far da solo, meno dipenderà da lei o suo marito, e ci saranno automaticamente meno discussioni su chi deve aiutarlo e chi no. Soprattutto non tema di delegare, passo dopo passo, singole mansioni al suo uomo. Un buon esempio è ap-punto il rituale della sera. È importante tuttavia che lo
programmi prima e che spieghi a suo figlio chi fa cosa. In caso di rifiuto, suo marito non deve sentirsi offeso. Non è facile ma al comportamento selettivo del figlio, i genitori devono reagire con calma e serenità. La calma smorza al bambino l’istinto a ribellarsi contro il padre o la madre. Altrimenti si rischia che, per evitare discus-sioni, la mamma faccia sempre tutto da sola e finisca per escludere sempre più il papà. È importante anche che suo marito non faccia tutto uguale a lei. I papà dovrebbero, nel loro rapporto con figli – per esempio mentre giocano – differenziarsi dalla madre. In questo modo suo figlio scoprirà in suo padre modi di fare che appartengono a lui solo. Così si creerà il terreno per un bel rapporto padre-figlio esclusivo, un qualcosa che hanno solo loro due.
Trova il link della piattaforma internet Pianeta
genitori di Kathrin Buholzer con altre risposte su
questioni educative su www.oekk.ch/magazine
Escursione in famiglia ÖKK Magazine
Mio nonno aveva tre figli. Mio padre due. Non del tutto inaspettatamente, quindi, il destino ha regalato due figli anche a me. Un compito allo stesso tempo meraviglioso e complesso, poiché padre e figlio riportano alla tanto nota «quadratura del cerchio». Il papà deve certamente essere un modello a cui ispirarsi, ma al contempo deve restare autentico. Deve essere autoritario, ma – per fa-vore – anche comprensivo. Inoltre, le mogli si aspettano che i propri mariti, appena diventano padri, mostrino sentimenti che non conoscono, e nemmeno capiscono. Un profilo caratteriale oltremodo esigente, come con-fermano alcuni studi: solo il 10 percento dei figli reputa di intrattenere un rapporto sincero e soddisfacente con il proprio padre. Gli esperti ritengono che non esista la formula magica per essere un padre modello. Un fatto è comunque insin-dacabile: è fondamentale la presenza. Perché un gruppo composto da soli uomini funzioni bisogna puntare sulla condivisione delle esperienze, magari con delle uscite riservate esclusivamente al «sesso forte». Pertanto, mio figlio Luis ed io ci rechiamo di quando in quando allo stadio a vedere l ’FC Zurigo. In quel momento, il calcio
diventa la nostra vita. Imprechiamo, esultiamo, intonia-mo i cori della nostra squadra del cuore. La nozione del tempo e quella dello spazio sembrano svanire. Il calcio è una zona franca ad uso esclusivo di padre e figlio, delimitata dalla consapevolezza di condividere gli stessi desideri, ma anche le stesse paure. In questa atmosfera di complicità, a Luis capita anche di raccon-tare improvvisamente di come sta andando la scuola o di qualche suo fatto personale. Il calcio è una vera e propria terapia. Con un po’ di malinconia gli racconto alcuni ricordi del mio passato di calciatore. E con molta umiltà accetto le lezioncine di Luis sul calcio internazionale, sapere accumulato grazie alle collezioni Panini. Discutiamo alla pari, come due adulti, e la cosa ci piace. Presto porteremo con noi, per la prima volta, anche Paul (4). Non appena avrà abbandonato il succhietto, questo è il patto. In fin dei conti siamo uomini.
> Consiglio: biglietti a prezzi ribassati per famiglie sono
spesso disponibili solo in prevendita. Sono molto richiesti,
quindi vanno acquistati con largo anticipo.
In patriaTESTO & FOTO: Michael Krobath
37
LUIS E IL GIOCATORE DELLA
NAZIONALE GÖKHAN INLER
PAUL E LUIS HANNO POCO DA RIDERE AL MOMENTO COME FAN DELLA FCZ
Ritratto cliente ÖKK Magazine 38
«Non avevo idea di dove e come cominciare»: inizia così la lettera che potrebbe cambiare la vita di Andy Knöpfel. Una lettera ad alto rischio. D’altra parte non esiste una scienza esatta su come iniziare a scrivere una lettera al proprio padre… che non si è visto per 36 anni e del quale non si ha nient’altro che un vago ricordo, un nome e un indirizzo. Andy Knöpfel portava ancora i pannolini quando i suoi genitori si separarono. Vide suo padre un’altra vol-ta soltanto, dritto sulla soglia mentre sua mamma era scesa a fare il bucato. Un uomo con i baffi, non mol-to alto, i capelli scuri. Quindi sparì per sempre dalla vita di Knöpfel. Da ragazzo riceveva per posta qualche regalino per il compleanno, fino a quando smisero di arrivare anche quelli. È dunque cresciuto in una casa tutta al femminile: divideva infatti la cameretta con le due sorellastre più grandi. Di notte i tre avevano campo libero perché la madre lavorava come conducente di taxi; di giorno vagavano nella parte più lussuosa del quartiere di Winterthur mentre la mamma dormiva. In breve: i fratelli Knöpfel non si sono potuti certo lamentare per la troppa sorveglianza. Facevano del loro meglio: tra-scorrevano le loro vacanze nella piscina di Geiselweid e curavano i loro tre porcellini d’India… così bene che se ne ritrovarono ben presto 47!
ASSENZA DI UN MODELLO
Era tutto molto divertente, ricorda Andy Knöpfel. Ma non si sogna nemmeno per un momento di definire la sua infanzia e la sua adolescenza come spensierate. Nel suo intimo, riconosce, ha sempre avuto paura un po’ di tutto: di fallire, degli esami, delle decisioni… A scuola
il «gigante» se la cavava, ma non è riuscito a superare l ’esame di fine tirocinio e non è riuscito nemmeno a diventare giocatore di pallamano. Ripercorrendo a ri-troso la sua vita, Andy Knöpfel ammette di aver pensato qualche volta che gli è mancato un modello, qualcuno sempre pronto a sostenerlo. Un padre, insomma. Che, appunto, era andato via. Per andare avanti nella sua vita, Knöpfel ha dovuto impegnarsi in più tentativi. Frequenti sono state le crisi, anche relazionali, scatena-te dal suo desiderio di ritrovare suo padre e conoscerlo. Cosa si aspettava? Non lo sapeva nemmeno lui. Ma si è messo a cercarlo. Fino a trovare il suo datore di lavoro, il suo indirizzo, il suo numero di telefono. Con tutti questi dati in mano però, non trovava quanto di più necessario: il coraggio di contattarlo. Fino a una sera di novembre, quando si è messo a scrivere quella lettera al computer. 10 giorni più tardi il padre lo chiamò al telefono. Bat-ticuore. E un appuntamento. E Knöpfel che si ritrova ad aspettarlo davanti alla stazione di Seuzach. Il grande giorno è arrivato. Non è nervoso, piuttosto su di giri. Si guarda attorno e… lo riconosce all ’istante. A pelle. Il batticuore accelera. Un paio di passi, poi, titubante, lo abbraccia. Padre e figlio vanno a pranzo e chiacchierano e si accorgono di avere gli stessi tic. Distanza? Diffi-denza? Nessuna traccia. È come se non si fossero visti da una settimana. Alla fine dell ’incontro il padre lo saluta. Ma stavolta non per sempre. Quando Knöpfel si ritrova solo, avverte finalmente la grandezza di quanto è successo. Sorride. Così leggero, il gigante che pesa 100 chili, non si era mai sentito.
> Andy Knöpfel è Cliente privato ÖKK e lavora
per l’agenzia ÖKK di Frauenfeld.
Andy Knöpfel aveva un anno quando
suo padre abbandonò la sua famiglia.
Ora lo ha rivisto. Dopo 36 anni.
TESTO: Christoph Kohler _ _ FOTO: Gian Marco Castelberg
Fa piacere rivedersi
Appuntamento alla stazione di Seuzach. Qui Andy Knöpfel ha rivisto suo padre dopo 36 anni.
Recommended