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Ministero dell’Interno
PIANO TRIENNALE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
per il triennio 2016 - 2018
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Sommario 1.Premessa…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………3
1.1.Finalità e periodo temporale………………………………………………………………………………………………………………………..3
2. Il sistema di prevenzione della corruzione del Ministero dell’Interno……………………………….………………………….3
2.1 Articolazione centrale e periferica..............................................................................…………….…………………….3
2.2 Attività svolta nell’anno 2015………………………………….……………………………………………………………………………………4
2.3 Indirizzi strategici..............................................................................................................................................6
2.4 La rete dei referenti a livello a livello centrale e periferico………………………………………………………..………………….6
2.5 La valutazione del rischio………………………………………………………………………………………………………………………………7
2.6 Il Codice di Comportamento……………………..…………………………………………………………………………………………………8
2.7 Rotazione del personale.………………………………………………………………………………………………………………………………8
2.8 Patti di integrità…………………………………………………………………………………………………………………………….……………..9
2.9 Il sistema del Whistleblowing……………………………………………………………………………………………………………………..10
2.10 Dichiarazioni circa l’insussistenza di cause di inconferibilità o di incompatibilità................….………....………11
2.11 La formazione……………………………….………......……………………………….....…….………………………..…………………..….11
2.12 Vigilanza sugli enti.........................................................................................................................................12
2.13 Ulteriori misure e presidi.…………………………………..………………………………………....…………………………………………12
3. La Trasparenza e l’Integrità................................................................................................................................13
3.1 Finalità............................................................................................................................................................ 13
4.Il collegamento con il ciclo della Performance……………….………………………………………………………………………………14
4.1 Finalità e periodo temporale………………………………………………………………………………………………………………………14
5.Cronoprogramma………………………………………………………………………………………………………………………………………….14
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1. Premessa
1.1 Finalità e periodo temporale.
Il presente Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione contempla la
previsione di misure di prevenzione della corruzione da realizzare per il triennio 2016 –
2018 in continuità con quanto già attuato nel precedente triennio e in un contesto di
progressivo sviluppo delle strategie per la prevenzione amministrativa della corruzione.
Il Piano tiene conto e recepisce le indicazioni contenute nella determinazione
n.12 del 28 ottobre 2015 “ Aggiornamento 2015 al Piano Nazionale Anticorruzione”
emanata dall'Autorità Nazionale Anticorruzione, in attesa dell'adozione dei
provvedimenti attuativi previsti in materia dall'art. 7 lett. d) della legge 7 agosto 2015,
n.124 “ Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni
pubbliche” nei quali saranno, tra l'altro, previste precisazioni in merito al contenuto e al
processo di approvazione dei PTPC.
Pertanto, dopo l’emanazione dei provvedimenti normativi di che trattasi, si provvederà
ad apportare le consequenziali integrazioni ed adeguamenti.
2. Il sistema di prevenzione della corruzione del Ministero dell’Interno
2.1 Articolazione centrale e periferica.
Preliminarmente si evidenzia come il Ministero dell’Interno rappresenti una tra le
maggiori e più complesse organizzazioni amministrative del Paese, all'interno della
quale sono anche presenti talune categorie di personale appartenenti a carriere
caratterizzate, ciascuna, da un proprio ordinamento speciale (personale della carriera
Prefettizia, della Polizia di Stato e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco).
L’Amministrazione Centrale, attualmente, comprende oltre agli Uffici di diretta
collaborazione con l’Autorità politica, n.5 Dipartimenti, comprensivi, al loro interno,
di più Uffici e Direzioni Centrali, l’Organismo Indipendente di Valutazione della
Performance e le strutture di supporto alle attività dei due Commissari straordinari del
Governo di cui all'art.11 della legge 23 agosto 1988, n.400 vale a dire il Commissario
straordinario del Governo per il Coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura e
il Commissario straordinario del Governo per la gestione del fenomeno delle persone
scomparse.
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Appartengono anche all'Amministrazione le strutture di supporto all'attività del
Commissario per il Coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime di reati di
tipo mafioso, nonché all'attività attinente la gestione e l'attuazione del Programma
nazionale servizi di cura all'infanzia ed agli anziani non autosufficienti.
Per quanto attiene l’articolazione periferica, la medesima si presenta
estremamente ampia e capillarmente diffusa sul territorio, attraverso la rete costituita
dalle singole Prefetture - Utg, dai Commissari del Governo per la Provincia di Trento e
Bolzano, dalle Questure e dagli altri Uffici territoriali della Polizia di Stato (Polizia
Stradale, Polizia Ferroviaria, Commissariati, Reparti Volo ecc…) nonché dagli Uffici
territoriali del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ( n.1 Direzione Interregionale,
Direzioni Regionali, Comandi provinciali.).
Per quanto, invece, attiene i procedimenti di natura prefettizia gestiti dal
Presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta, gli stessi sono stati mappati nel
Piano triennale di prevenzione della corruzione della stessa Regione.
Per il funzionamento di tutti gli Uffici richiamati vi è attualmente una forza
organica composta da oltre 154.000 unità di personale appartenente a differenti ruoli
(carriera Prefettizia, personale appartenente alla Polizia di Stato, personale appartenente
al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, personale del comparto Ministeri e personale
Dirigente dell’Area I).
Ad eccezione del personale del comparto Ministeri e del personale Dirigente
dell’Area I, le altre tre categorie di dipendenti sono caratterizzate, come sopra
evidenziato, dalla specificità delle relative carriere trattandosi di personale disciplinato
in regime di diritto pubblico ed ognuno secondo autonome disposizioni ordinamentali
(art. 3 d.lgs. 30 marzo 2001, n.165).
2.2 Attività svolta nell’anno 2015
Nell’elaborazione del presente Piano non può non tenersi conto dell’attività svolta
nell’anno 2015, di cui si forniscono brevi cenni.
Con decreto del sig. Ministro in data 24 marzo 2015, il Prefetto dr.ssa Rosaria
Cicala è stata nominata nuovo Responsabile della prevenzione della corruzione e
Responsabile della trasparenza per il triennio 2014-2016 dell’Amministrazione, in
sostituzione del Prefetto dr.ssa Cinzia Guercio.
L'attività volta all'attuazione del P.T.P.C. si è incentrata peculiarmente sulla
valutazione del rischio, rivelatasi particolarmente complessa ed impegnativa per le
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dimensioni dell'Amministrazione, essendo state coinvolte tanto le strutture centrali che
quelle periferiche.
L'attività di che trattasi è stata espletata sulla base della mappatura dei processi e
dell'individuazione degli eventi rischiosi riferiti agli Uffici centrali e periferici
dell’Amministrazione.
Il catalogo degli eventi rischiosi realizzato, è depositato presso l’Ufficio del
Responsabile.
Si provvederà, altresì, alla sua pubblicazione come allegato al Piano.
In particolare è stata completata l’attività di valutazione del rischio riferita ad
ognuna delle 103 Prefetture – U.T.G., mentre, per quanto attiene le strutture centrali, è
stata definita quella relativa ad ulteriori due Uffici e, precisamente, l’Albo Nazionale dei
Segretari Comunali e Provinciali e l’Autorità di gestione del Programma Nazionale
Servizi di cura all’infanzia ed agli anziani non autosufficienti.
Inoltre, va rilevato come la valutazione non costituisca un dato statico bensì
aggiornabile in relazione a riesame ed approfondimento, come già effettuato da parte
della Direzione Centrale dei Servizi Civili per l’Immigrazione e l’Asilo del
Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione che ha provveduto ad integrare la
valutazione degli eventi rischiosi a suo tempo presentata.
Nell’ambito delle strategie della prevenzione della corruzione si segnala
l’ulteriore ciclo formativo dedicato lo scorso anno ai referenti della prevenzione della
corruzione designati dalle singole strutture centrali dell’Amministrazione e da ciascuna
Prefettura – U.T.G., nonché la predisposizione, in corso di definizione, di uno schema
di “Patto d’Integrità” da poter applicare a tutti i contratti di lavori, servizi e forniture
dell’Amministrazione sia sopra che sotto soglia comunitaria.
Nel corso del 2015 è, inoltre, continuata l’attività volta alla predisposizione del
Codice di comportamento dei dipendenti del Ministero dell’Interno.
Al 31 dicembre 2015 il testo era in consultazione sul sito istituzionale
dell’Amministrazione, nell’ambito della procedura aperta alla partecipazione.
È inoltre proseguita l’attività di monitoraggio riguardante la presentazione,
all’atto del conferimento dell’incarico, dell’apposita dichiarazione circa l’insussistenza
di cause di inconferibilità o incompatibilità, connessa anche alla rotazione negli incarichi
del personale dirigenziale.
Particolare attenzione è stata prestata alla realizzazione del sistema di
Whistleblowing con la predisposizione di un sistema informatico per la gestione delle
segnalazioni delle condotte illecite, attualmente in fase di completamento in ragione
della sua complessità tecnica.
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2.3 Indirizzi strategici
L’attività di prevenzione amministrativa della corruzione del Ministero
dell’Interno si inquadra, più in generale, nell’ambito degli interventi volti a garantire il
rispetto dei principi di legalità, integrità e trasparenza dell’azione amministrativa.
In osservanza a quanto anche recentemente ribadito dagli indirizzi fissati
dall'Autorità Nazionale Anticorruzione con determinazione n.12 del 28 ottobre dello
scorso anno, per cui la mappatura dei processi assume carattere strumentale ai fini
dell'identificazione, valutazione e trattamento dei rischi corruttivi, l'Amministrazione ha
recentemente avviato una verifica e aggiornamento dell'analisi organizzativa a suo
tempo realizzata, per portare a completamento, in una prima fase, una mappatura dei
processi gestiti nell’ambito delle strutture centrali dell’Amministrazione che vede il
pieno coinvolgimento dei Dipartimenti e dell’Organismo Indipendente di Valutazione
della Performance.
Il processo di risk management, attesa la complessa ed articolata organizzazione
del Ministero tanto a livello centrale quanto periferico, proseguirà nella sua progressiva
attuazione con la pianificazione ed attuazione delle diverse misure di prevenzione sulla
base delle indicazioni contenute nella recente determinazione dell'Anac di
aggiornamento del P.N.A., per cui le misure dovranno tradursi in azioni “precise e
fattibili, verificabili nella loro effettiva realizzazione.”
2.4 La rete dei referenti a livello centrale e periferico.
È attiva la rete dei referenti della prevenzione della corruzione appositamente
costituita sia a livello delle strutture centrali dell’Amministrazione che a livello delle
singole strutture periferiche, quale preciso e indispensabile punto di riferimento sia sotto
l’aspetto propositivo che operativo.
Attualmente la rete si presenta numericamente molto significativa (solo a livello
di Amministrazione centrale si contano oltre 50 referenti cui vanno aggiunti quelli
individuati per ognuna delle singole Strutture periferiche ( n.103 Prefetture, n. 2
Commissariati del Governo; n.103 Questure oltre ad altri Uffici periferici della P. di S.,
n.1 Direzione Interregionale VV.FF., n. 17 Direzioni Regionali VV.FF., n.100 Comandi
provinciali VV.FF.).
Tale rilevante entità numerica ha richiesto un impegnativo sforzo organizzativo
per l’Amministrazione, ampiamente compensato dalla circostanza che si è rivelato di
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particolare utilità per la complessa attività di mappatura e valutazione del rischio
effettuata presso ciascuna struttura centrale e periferica dell’Amministrazione.
Stante l’efficacia del sistema dei referenti, si intende implementare e tenere
costantemente aggiornata la rete costituita in relazione alla variazione degli incarichi del
personale che, nella maggior parte dei casi, rivestendo qualifica dirigenziale è sottoposto
a procedure di rotazione.
2.5 La valutazione del rischio
La valutazione del rischio costituisce uno dei punti fondamentali nell’ ambito del
processo cosiddetto del risk management, mediante il quale si identificano i potenziali
eventi rischiosi di varia natura che possono essere di ostacolo ad un’organizzazione per
il perseguimento dei propri obiettivi funzionali.
È stata, pertanto, già svolta, come in precedenza evidenziato, una prima attività di
valutazione degli eventi rischiosi sulla base di dettagliate indicazioni fornite dall’Ufficio
del Responsabile.
Nel corso del triennio in esame, sulla base della nuova mappatura dei processi
gestiti nell’ambito delle strutture centrali dell’Amministrazione, di cui al precedente
punto 2.3, si procederà, sempre tramite l’ausilio dei referenti, ad un primo
aggiornamento della valutazione del rischio già effettuata per tali strutture, sempre
nell'ottica di identificare l’esposizione al rischio di ciascun processo al fine dell’
adozione delle relative misure di risposta.
Progressivamente è intendimento estendere tale aggiornamento della valutazione
del rischio anche alle strutture periferiche dell’Amministrazione.
A tal proposito non si mancherà di richiamare la particolare attenzione su
un'attenta ed efficace attività di analisi del contesto sia esterno che interno, la quale,
come noto, costituisce una fase essenziale del processo di gestione del rischio.
Attraverso tale attività, infatti, è possibile acquisire quelle informazioni necessarie
per comprendere come il rischio corruttivo possa presentarsi all'interno
dell'Amministrazione o a causa del particolare ambiente esterno in cui essa opera ovvero
per le proprie specifiche caratteristiche organizzative interne.
2.6 Il Codice di comportamento.
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Per quanto attiene l’adozione del Codice di Comportamento ai sensi di quanto
disposto dall’art.1, comma 2, del d.P.R. 16 aprile 2013, n.62, la procedura, già di per sé
complessa ed articolata, ha richiesto un particolare approfondimento, per la già ricordata
specificità di talune carriere presenti nell’ Amministrazione caratterizzate da un proprio
ordinamento speciale.
L’avanzato stato dell’iniziativa, con l’avvenuta conclusione della procedura aperta
alla partecipazione, lascia prevedere che, a breve, possa addivenirsi, previa acquisizione
del parere obbligatorio dell’Organismo Indipendente della Valutazione e della
performance, all’adozione definitiva del documento.
Divenuto operativo lo strumento, si provvederà ad effettuare un primo
monitoraggio circa la sua concreta adozione, nonché in merito all’eventuale sussistenza
di segnalazioni di violazioni.
2.7 Rotazione del personale
La rotazione del personale costituisce una misura di rilevante importanza tra gli
strumenti volti a prevenire fenomeni corruttivi nell’ambito delle pubbliche
amministrazioni, specie per quanto concerne il personale operante in settori esposti a
maggior rischio di corruzione.
Nel contesto della programmazione delle misure di prevenzione, la rotazione del
personale qualifica la capacità dell'Amministrazione di identificare adeguati interventi
organizzatori, finalizzati a ridurre il rischio corruttivo al proprio interno, nonché a
rafforzare l'affidamento dei cittadini nell'imparzialità dei soggetti che svolgono attività
di pubblico interesse.
L'avvicendamento del personale, oltre a costituire un’ utile fonte di arricchimento
professionale per il dipendente, risponde anche all’esigenza dell’Amministrazione di
poter disporre di personale qualificato in relazione alle specificità delle funzioni che è
chiamata a svolgere.
La rotazione deve, inoltre, essere programmata e praticata in modo tale da non
comportare rallentamenti o, comunque, nocumenti di alcun genere alla tempestività,
efficacia ed efficienza dell’azione dell’Amministrazione.
Attualmente la rotazione viene già attuata nei rinnovi e nel conferimento degli
incarichi riguardanti il personale dirigenziale appartenente alle diverse carriere presenti
nell’Amministrazione (Carriera Prefettizia, Polizia di Stato, Corpo Nazionale dei Vigili
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del Fuoco, Dirigenti Area I) contribuendo a realizzare la finalità di prevenzione della
corruzione.
Per quanto, invece, concerne le altre categorie di personale con particolare
riferimento alle professionalità funzionali cui fa capo l'assunzione di decisioni ovvero
la gestione delle procedure, si intende provvedere all'individuazione delle priorità e dei
criteri per l'applicazione della misura, che andranno necessariamente correlati alle
specifiche norme ordinamentali che regolano ciascuna delle diverse carriere presenti
nell'Amministrazione.
In particolare, i criteri generali di attuazione della misura riguarderanno l’ambito
soggettivo di applicazione della rotazione, in relazione al periodo temporale di
permanenza del dipendente all’interno dello stesso Ufficio, nonché i tempi della
rotazione medesima, prevedendo una cadenza quantomeno triennale per il personale
operante in aree ad elevato rischio, mentre la frequenza potrebbe variare dai tre ai cinque
anni per i dipendenti operanti in aree a rischio medio – basso.
Tra i criteri verrà, in particolare, valutata anche la possibilità di far precedere la
rotazione da un breve periodo di affiancamento, al fine di salvaguardare l'esigenza
della continuità dell'attività amministrativa nonché, qualora dovesse risultare necessario,
dalla programmazione di apposite attività formative anche in house tramite l'utilizzo di
docenti interni all'Amministrazione.
Sulla tematica si svolgerà ampia consultazione, necessaria per rendere concreta la
misura in funzione della tipicità degli ordinamenti e delle strutture.
2.8 Patti di integrità
I Patti di integrità costituiscono un’ulteriore misura volta alla prevenzione
amministrativa della corruzione, compendiandosi in un documento da sottoscriversi a
cura dei partecipanti alle gare di appalto, al fine di garantire la leale concorrenza e le
pari opportunità nonché una corretta e trasparente esecuzione del contratto una volta
stipulato a seguito dell’avvenuta aggiudicazione.
Lo schema di patto di integrità, predisposto lo scorso anno con il coinvolgimento
dei Dipartimenti, secondo il combinato disposto dell’art.38, comma 2 bis, e 46, comma
1 ter, del D.Lgs. n.163/2006, contiene una serie di obblighi che rafforzano
comportamenti già doverosi sia per l’Amministrazione che per gli operatori economici,
per i quali ultimi l’accettazione del Patto costituisce presupposto necessario e
condizionante la partecipazione alle singole procedure di affidamento dei contratti
pubblici.
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Definita, previa condivisione, la nuova misura, il Patto potrà trovare applicazione
a tutti i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture dell'Amministrazione sia sopra
che sotto soglia comunitaria, mediante l'obbligo della sottoscrizione e presentazione del
documento da chiunque intenda partecipare alle procedure negoziali.
Successivamente all’adozione del Patto, è intendimento programmare una specifica
attività di monitoraggio per valutarne l’efficacia.
2.9 Il sistema di Whistleblowing
Il Whistleblowing si identifica nella realizzazione di un sistema attraverso il quale
l’Amministrazione raccoglie le eventuali segnalazioni riguardanti il verificarsi di
accadimenti e/o comportamenti non etici.
Le segnalazioni di che trattasi oltre che ai dipendenti dell’Amministrazione
possono anche essere riservate a soggetti esterni.
La possibilità di eventuali segnalazioni di fatti illeciti costituisce un rilevante
strumento nella lotta al fenomeno della corruzione, potendosi segnalare non solo
comportamenti costituenti più propriamente fattispecie di illecito ma anche condotte e/o
accadimenti comunque non etici di cui il dipendente sia venuto a conoscenza sul luogo
di lavoro, durante l’attività di Ufficio.
L’adozione dello strumento richiede che siano previste adeguate misure atte ad
assicurare la tutela del segnalante, al fine di evitare che il medesimo possa essere indotto
a desistere dall’effettuare l’eventuale segnalazione nel timore di incorrere in
conseguenze pregiudizievoli per la propria persona o per le persone a lui più prossime.
Pertanto, sulla base anche di quanto contenuto nelle recenti “Linee guida”
emanate in proposito dall’ANAC, lo scorso anno sono state avviate le iniziative volte
alla realizzazione di un sistema che assicuri la riservatezza del flusso dei dati, obiettivo
che si presenta di non semplice predisposizione ed attuazione tenuto conto delle
dimensioni organizzative dell’Amministrazione comprendente, come precisato, oltre
154.000 dipendenti articolati in distinte e specifiche carriere e capillarmente distribuiti
sull’intero territorio nazionale.
Avviato il sistema, imperniato su un apposito applicativo informatico dotato dei
necessari accorgimenti tecnologici atti ad assicurare l'anonimato dell' eventuale
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segnalante, è intendimento di effettuare un report sul numero e tipologia delle eventuali
segnalazioni pervenute.
2.10 Dichiarazioni circa l’insussistenza di cause di inconferibilità o di
incompatibilità.
Nel triennio in esame si proseguirà l’attività di monitoraggio riguardante la
presentazione, all’atto del conferimento dell’incarico, e, annualmente, nel corso
dell’incarico, dell’apposita dichiarazione circa l’insussistenza di cause di inconferibilità
o incompatibilità, connessa anche alla rotazione negli incarichi del personale
dirigenziale.
Verranno effettuate verifiche in merito alla presenza di eventuali casi di esistenza
o di insorgenza di situazioni di inconferibilità ed incompatibilità di incarichi.
2.11 La formazione
Occorre, preliminarmente, evidenziare come, con l’art.21 del decreto legge
24/6/2014 n.90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n.114, la
Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno (SSAI) sia stata soppressa e le
relative funzioni sono state attribuite alla Scuola Nazionale dell’Amministrazione
(SNA).
Alla luce di quanto sopra e nell’ottica di continuare ad assicurare un’adeguata
formazione al personale dipendente trattandosi di una misura strategica nell’ambito della
prevenzione amministrativa della corruzione, è stato già programmato nel corrente anno
lo svolgimento di un Master di II livello rivolto ad accrescere le competenze in materia,
con approfondimenti sugli strumenti utili ad assicurare e migliorare la buona
amministrazione con un’attenta analisi dei fenomeni, tra l’altro, della corruzione e
dell’evoluzione delle politiche italiane ed europee sia sul versante della prevenzione che
della repressione.
E’ intendimento, nel corso del triennio, assumere iniziative volte a implementare
l’attività formativa proponendo l’ organizzazione di specifiche giornate destinate a tale
finalità, la cui partecipazione avrà carattere obbligatorio per il personale dipendente.
In tale occasione si intenderebbe porre particolare attenzione alle tematiche
afferenti la cultura dell’etica, nonché sulle diverse misure di prevenzione della
corruzione e sui contenuti del presente Piano triennale della prevenzione della
corruzione e del Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità.
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Si tenderà a prediligere, ove possibile, l'organizzazione di dibattiti coordinati da
esperti della materia ove potranno essere poste a fattore comune le diverse esperienze
maturate, nonché le varie criticità riscontrate e le possibili misure ed iniziative da
intraprendere per superarle.
Inoltre, come già praticato con positivo riscontro, nel corso delle giornate
formative potrebbero continuare ad essere organizzati appositi laboratori formativi
finalizzati anche al confronto su casistiche specifiche.
2.12 Vigilanza sugli enti
Nel corso del triennio le Strutture che esercitano l’attività di vigilanza sugli enti
assicureranno che gli adempimenti in materia siano rispettati e daranno comunicazione
circa l'esito delle verifiche effettuate.
2.13 Ulteriori misure e presidi.
Compatibilmente con le necessarie risorse finanziare ed organizzative, si intende
proseguire nell’attività volta alla progressiva attuazione di ulteriori presidi in
particolare per quanto concerne:
le misure riguardanti la formazione delle Commissioni in tema di affidamento di
commesse o di concorsi.
Si osserva, in merito, come compete a ciascun Ufficio procedente curare le
misure di prevenzione della corruzione disposte dall’art 35 bis del d.lgs. 30 marzo 2001
n.165, fermo, comunque, restando che la formazione delle Commissioni di che trattasi
dovrà, avvenire nel rispetto dei principi generali di competenza professionale,
rotazione, assenza di situazioni di incompatibilità e inconferibilità e terzietà.
Si prevede, nel corso del triennio in esame, di procedere ad individuare delle idonee
forme di monitoraggio per accertare il rispetto della misura.
Le attività successive alla cessazione del rapporto di lavoro (pantouflage –
revolving doors).
Come noto l’art.53, comma 16 bis, del d.lgs.n.165 del 2001 prevede, con sanzioni
significative nel caso d’inosservanza della norma, che i dipendenti che negli ultimi tre
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anni di servizio abbiano esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle
pubbliche amministrazioni non possano svolgere, per i tre anni successivi alla
cessazione del loro rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale
presso i privati che siano stati destinatari dell’attività dell’amministrazione svolta
attraverso i citati poteri autoritativi o negoziali.
Anche in relazione a tale misura, è intendimento, nel triennio, valutare la
possibilità di porre in essere, con il coinvolgimento dei Dipartimenti ministeriali, un
adeguato sistema di monitoraggio.
Misure aggiuntive.
Per le aree ove è rimessa all’Amministrazione un alto margine di discrezionalità (
a mero titolo esemplificativo: erogazione di contributi, finanziamenti, o altro vantaggio
di natura economica comunque denominato e per qualsiasi ragione o motivo conferito)
è intendimento effettuare un’analisi dei criteri già adottati al fine di fornire,
eventualmente, ulteriori indicazioni che possano costituire una misura aggiuntiva sia
sotto la prevenzione del rischio, ma, soprattutto, a tutela della trasparenza delle
decisioni adottate per l’utente destinatario.
Nel corso del triennio si intende, altresì, valutare l’esigenza di individuare e
introdurre, sempre con il contributo dei Dipartimenti, eventuali ulteriori misure
aggiuntive qualora le medesime dovessero ritenersi necessarie a seguito delle risultanze
sul monitoraggio dell’efficacia delle misure obbligatorie già applicate.
3. La Trasparenza e l’Integrità
3.1 Finalità.
La legge 6 Novembre 2012, n.190 ritiene il principio di trasparenza uno dei punti
fondamentali delle politiche di prevenzione della corruzione.
In particolare la trasparenza viene intesa come accessibilità totale alle
informazioni attinenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni al
fine di realizzare un’Amministrazione che risulti al tempo stesso aperta e al servizio del
cittadino.
Unitamente al Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione è stato redatto
il Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità documento specifico, coerente
con le linee guida del Piano.
4. Il collegamento con il ciclo della Performance
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4.1 Finalità e periodo temporale
Per il triennio 2016 – 2018 si intende portare avanti la connessione tra il Piano
triennale di prevenzione della corruzione e il ciclo della Performance inserendo i
processi e le attività programmate per l’attuazione del presente Piano triennale come
obiettivi ed indicatori per la prevenzione della corruzione.
In particolare, per l’anno 2016, nell’ambito della predisposizione della direttiva
annuale dell’attività amministrativa e la gestione per l’ anno 2016, è stato proposto un
apposito obiettivo strategico, avente ad oggetto il coordinamento delle iniziative volte a
garantire la trasparenza, la legalità e lo sviluppo della cultura dell’integrità, anche
attraverso lo sviluppo del sistema di prevenzione amministrativa della corruzione
nonché a migliorare gli strumenti della qualità dei servizi.
5. Cronoprogramma
TABELLA I
N. Area d'intervento Azione Scadenza
1
PTPC
Adozione Codice di
Comportamento dei dipendenti
del Ministero dell’Interno
2016
2
PTPC
Monitoraggio degli effetti
applicativi del Codice di
Comportamento dei
dipendenti del Ministero
dell’Interno
2016
3 PTPC Adozione Patto di Integrità 2016
4
PTPC Operatività del sistema del
Whistleblower 2016
5
PTPC Avvio individuazione criteri
generali rotazione del personale 2016
TABELLA II
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N. Area d'intervento Azione Scadenza
1
PTPC
Completamento attività della
individuazione criteri generali
rotazione del personale
2017
2
PTPC
Avvio aggiornamento
valutazione rischio presso
strutture centrali
Amministrazione a seguito di
rivisitazione mappatura
processi
2017
3
PTPC Prosecuzione attività
progettazione e
identificazione presidi
2017
4
PTPC
Portare a regime processi di
integrazioni sistemi prevenzione
corruzione con misurazione e
valutazione della performance
2017
TABELLA III
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N. Area
d'intervento
Azione Scadenza
1
PTPC
Prosecuzione aggiornamento
valutazione rischio presso strutture
centrali Amministrazione a seguito
di rivisitazione mappatura processi
2018
2 PTPC
Avvio attività aggiornamento
valutazione rischio presso
Prefetture – UTG
2018
3
PTPC
Avvio attività aggiornamento
valutazione rischio presso
Uffici territoriali della
Polizia di Stato. e Corpo
Nazionale Vigili del Fuoco
2018
4
PTPC Prosecuzione attività monitoraggio 2018