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IL CUOR DI MARIA - Anno CLII dalla sua fondazione - Numero 3 - Novembre 2017
poeti per maria
EnricoCastelli
CARLO ALBERTO SALUSTRI (1871-1950), notissimo con lo pseudonimo di Trilussa, anagramma del suo cognome, è stato poeta, scrittore e giornalista. A po-che settimane dalla morte fu nominato dal Pre-
sidente della Repubblica Luigi Einaudi senatore a vita. Ebbe grande fama per le sue composizioni in dialetto romanesco in cui usava con maestria la satira per imme-diate annotazioni critiche sui limiti della condizione uma-na. Nonostante le riserve di alcuni per la vita mondana da lui condotta, da diverse opere traspare spesso una certa sua vena di religiosità:
Pensanno a la MadonnaQuann’ero regazzino, mamma mia me diceva: "Ricordati, fijolo, quanno te senti veramente solo tu prova a recità n’Ave Maria. L’anima tua da sola spicca er volo e se solleva, come pe’ maggìa". Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato; da un pezzo s’è addormita la vecchietta, ma quer consijo nun l’ho mai scordato. Come me sento veramente solo, io prego la Madonna benedetta e l’anima da sola pija er volo! (Trilussa)
“Credo in Dio Padre onnipotente, ma...c'hai quarche dubbio? tiettelo pe' te.
La fede è bella senza li chissà,senza li forse e senza li perché”.
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...A PROPOSITODI CALENDARI EDALMANACCHI
“Uno de pì, uno de manco, un calendario el va sempre ben” diranno i nostri cari amici veneti. Proprio così. In questo numero del Cuor di Maria abbiamo voluto offrire ai nostri affezionati lettori uno strumento da tenere appeso ad una parete lungo tutto il corso dell’anno. Per saperne di più vi rimandiamo alla copertina del calendario stesso. Qui ci preme sottoli-neare che anche in questo siamo perfettamente in linea con le scelte di Francesco. Nel 1853, per rispondere al desiderio dei Vescovi di offrire alla gente facili, utili e istruttivi strumenti di lettura, curò la produzione di un Almanacco intitolato: Il Galantuomo. Piacque molto a don Bosco e, quando l’amico tornò a Parigi per laurearsi alla Sorbona,non lo lasciò cadere, ma continuò a pubblicarlo. Noi non abbiamo l’ambizione di imitare l’opera di Francesco e di don Bosco, ma quella di farla conoscere sì.Vi rimandiamo quindi ai molti siti web che ne parlano. Ma... mi raccomando!Non dimenticate di leggere ogni mese la pagina del Ca-lendario del Cuor di Maria.
Buon Natale!Felice 2018!
La Redazione
In copertina:Disegno natalizio di Emanuele (5 anni).
POETI PER MARIA ............. pag. 2
SOMMARIO ...................... pag. 3
FILO DIRETTO CON LASUPERIORA GENERALE ..... pag. 4
SPIRITUALITà .................... pag. 5- Sfogliando il Cuor di Maria ...... pag. 5- Meditazione con P. Terrinoni ..... pag. 6
CONGREGAZIONE ........... pag. 7- Torre Maura ............................ pag. 7
CALENDARIO .......... pag. 11- 38
ATTUALITà & CULTURA ...... pag. 39- La condizione femminile ......... pag. 39- La gravidanza in terra straniera ... pag. 41
CENTRO STUDI F. FAA' DI BRUNO ..... pag. 42- Il telescopio di Foucault ......... pag. 42- L'eredità matematica e civile di Francesco Faà di Bruno ...... pag. 43
VERSO IL CIELO ................. pag. 45
LA VOSTRA PAGINA ......... pag. 47
SOMMARIO
Direttore responsabile: Prof. GiacomoBrachet Contol
Redattori:Suor Maddalena Carollo, Enrico Castelli,Daniele Bolognini
Hanno collaborato:Madre Chiara Busin,sr Antonella Lazzaro,sr Costanza Salbego,sr Margherita Messa,sr Maria Luisa Miotto,Angela Quattrocchi,Francesca Oria,Stefania Inacco , Padre Ubaldo Terrinoni,Casimiro Rasiej,Alessandro Faà di Bruno
Un grazie di cuore per il loro intervento a: TizianaBenedetti, Caterina Contin,e a Marco Lardino per il servizio fotografico delle reliquie
Progetto Grafico:Miriam Virgili
Stampa:GRAFICHE DESTE srl-Bari
Con il permessodella Ven. Curia Arciv.Registr. nella Cancelleria del Tribunale di Torino n. 2148 del 12.03.1971. Tutela della privacy - Dlgs 196 del 30 giugno 2003
Redazione: “Il Cuor di Maria”Via San Donato, 31 - 10144 Torino - Tel. 011489145E-mail: [email protected]
Istituto Suore Minime di N.S. del SuffragioVia San Donato, 31 - 10144 Torino - Tel. 011489145
PER EVENTUALI OFFERTE O DONAZIONI:Istituto Suore Minime di N.S. del SuffragioIBAN: IT67 F076 0101 0000 0002 5134 107Ccp: 25134107
IL CUOR DI MARIA - Anno CLII dalla sua fondazione - Numero 3 - Novembre 2017
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filo diretto con la Superiora Generale
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà si-mile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cin-
que di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non pre-sero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle ver-gini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, per-ché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte en-trarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e inco-minciarono a dire: “Signore, Signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora»” (Matteo 25,1-13).Ascoltando questa parabola mi verrebbe da dire che saggio è chi non si addormenta, chi è sempre pronto, chi ha sempre i muscoli tesi in attesa del “via!”. Ma in realtà così non è. Anche i migliori, i sag-gi, quelli che si impegnano davvero possono addormentarsi. Saggio non è chi ha la prestazione mi-gliore, ma chi ha la lungimiranza più grande. È la lungimiranza di chi sa fare scorta di ciò che conta “in piccoli vasi”, ci dice il Vangelo. È l’eterno valore delle piccole cose, più ancora che delle grandi. La vita, l’amore, l’amicizia, una passione, una relazione, una fede rimangono in piedi se si ha il coraggio di investire quotidianamente in piccole ma significative cose. Cristo non ci chiede di essere eroi, ma saggi, ci chiede di diventare esperti nelle “delicatezze”. È la piccola goccia quotidiana che scava la pietra e non un fiume in piena. Coraggio, facciamo la prova e vedrete miracoli.
Carissimi lettrici e lettori,vorrei meditare con voi una parabola di Gesù, molto interessante per le applicazioni che si possono fare. La parabola è tratta dal vangelo di Matteo e dice:
◊ Inoltre in questo nuovo anno vi chiedo di pregare per ottenere dal Signore numerose e sante vocazioni. Tutta la Congregazione lo farà e quindi lo chiedo anche a voi, affinché il Signore ci faccia questo grande dono. Grazie
Le Vergini saggefilo diretto con la Superiora Generale
Madre ChiaraBusin
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Sfogliando il Cuor di Maria del 1876Spiritualita’
suor AntonellaLazzaro
Maria, la prima grande adoratriceCONTINUA FRANCESCO:
Maria appiè del Tabernacolo parlava al suo GesùNon più lo vedeva cogli occhi sensibili, ma agli sguardi della fede era lì Gesù per ascoltarla, per parlare, per rispondere alla diletta sua madre.....Maria irraggiata da un lume particolare dello Spirito Santo, intendendo più d'ogni altro i sensi nascosti nelle parole del Vangelo, comprendendo il perchè dell'istituzione della S. Eucaristia, penetrando nei disegni amorevoli di Gesù nella sua vita Eucaristica, vedendo come pochi pensavano a Gesù e molti lo offendevano, oh! quanto era dolce per Maria il trattenersi appiè del Tabernacolo a sfogare il proprio cuore, a consolare Gesù abbandonato, a pregare per i peccatori, a domandar grazia per tutti!Vinum non habent, non hanno più vino, parmi sentirla esclamare con quel cuore tutto amore e bontà per gli uomini; o mio Gesù, fortifica gli Apostoli, conforta i tribolati, perdona ai peccatori, infiamma i tiepidi, soccorri gli infelici, aiuta i miseri...; e Gesù le avrà forse risposto altrimenti che coll'esaudirla nei giusti e santi suoi desideri? Ma tra questi e simili pensieri, quante ore passava-no dolci per Maria ai piedi del Tabernacolo! - O anima pia imita tua madre, portati frequente a visitar Gesù in Sacramen-to, godi passar lunghe ore a parlare col tuo Dio; invece degli inutili discorsi cogli uomini, invece delle mormorazioni, de-gli sfoghi d'amor proprio, fa' tua delizia il parlare con Gesù, il trattenerti con lui.
(Il Cuor di Maria, 1874, X-4 pag. 49-50).
Possiamo dire che Maria ha esercitato la sua fede eucaristica ancor prima
che l'Eucaristia fosse istituita, per il fatto stesso di aver offerto il suo grembo ver-ginale per l'incarnazione del Verbo di Dio. (cfr Ecclesia de Eucharistia di Gio-vanni Paolo II, cap. VI). Come una ma-dre parla col suo bambino nel grembo così faceva Maria.Maria parlava e parla ancora a Gesù di noi, in lei troviamo una madre accorta e un'amica potente che intercede per la nostra gioia, per il "vino" che spesso viene a mancare nelle nostre vite, quel "vino" di cui abbiamo bisogno per vivere la festa della presenza di Gesù.
Seconda parte
Le Vergini sagge
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“...E il verbo si è fatto carne” (Gv 1,14)(estratto dalla meditazione di P. Terrinoni)
Una meditazione con Padre Terrinoni
Padre UbaldoTerrinoni
Il verbo così tanto umanoL’autore della lettera agli Ebrei afferma che il Cristo “doveva rendersi in tutto simile ai fratelli” (Ebr 2,17). Ed è proprio ciò che egli ha compiuto fedelmente. Facendosi uomo con gli uomini e per gli uomini, ha accettato tutti i limiti della condizione uma-na e, quindi, anche il dolore e la morte. Ha portato e sopportato queste due amare realtà. Quindi, tutt’altro che mostrarsi im-passibile e insensibile, si è commosso, ha pianto e tremato di fronte alle terribili de-vastazioni del dolore e della morte.L’evangelista Giovanni, per esprimere tutto il peso del sentire umano di Gesù, non ha tro-
vato di meglio della formula "si fece carne”. Con il vocabolo “carne” vuole sottolinea-re tutta la fragilità, la debolezza, l’esistenza povera e precaria del Cristo. Questa “car-ne”, come in ogni uomo così in lui, talvolta si è ribellata alle prove, alle sofferenze, agli strazi, alla morte. Ha compiuto pienamente l’immersione profonda nella geografia del dolore umano. Anch’egli, come ognuno di noi, ha sperimentato il travaglio quotidiano del lavoro, della fatica, dell’insuccesso, della solitudine, dell’indifferenza, dell’ingratitudine, della paura e del pianto. Lo si ode gridare e lamentarsi, piangere, spaventarsi e fuggi-re. Giovanni ricorda il suo pianto cocente e
le sue forti emozioni per la morte dell’amico Lazzaro (Gv 11, 18-44). Dà inizio alla sua mis-sione, rivolgendo le attenzioni e le preferenze agli ultimi, ai declassati della società e a tutte le forme di disgrazie umane: poveri, oppres-si, schiavi, malati, perseguitati e tutti gli afflitti da menomazioni fisiche, psichiche e morali. Il gruppo più emarginato dalla società giudai-ca era quello costituito da pubblicani e pec-catori. Proprio questa umanità squalificata, questi “rottami” della società diventano og-getto delle sue premure. Solidarizza volen-tieri con loro, senza però giustificare la loro vita sviata e senza attenuare minimamente la gravità dei loro errori. Mai e per nessuno egli si fa complice del male.D’altra parte, non teme le critiche delle autorità religiose, non si lascia condiziona-re dall’indignazione scandalizzata degli Scribi e dei Farisei, non paventa neppure di risultare squalificato agli occhi dei “ben-pensanti”. È anche per questo che scatta una bella intesa tra lui e gli sfortunati della società e si cercano a vicenda. Ma an-notano puntualmente gli evangelisti: “(I Farisei) non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole” (Lc 19, 48); apertamente disorientati per i prodigi che operava, dichiarano: “Che facciamo? Quest’uomo compie molti se-gni. Se lo lasciamo fare tutti crederanno in lui” (Gv 11,48). A corto di argomenti per ribattere le sue dichiarazioni, decidono di ricorrere alla violenza elevata a… giusti-zia, e si esaltano nel compito di giustizieri. Lo condannano a morte!
Gesù accetta la morte violenta della croci-fissione con amore e per amore. Scrive l’a-postolo Paolo: “Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto: forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo peccatori, Cristo è morto per noi” (Rom 5,7-8). Rifiutato da noi, muore per noi.
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Le Case delle Minime:
suor MaddalenaCarollo
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Come sempre le incursioni nell’Archivio della Congregazione sono una miniera di notizie storiche e curiosità!Ci descrivono l’opera fondata dalle Suore Minime, e per tanti anni portata avanti con gioia e fedeltà. La copertina sotto riporta-ta è di un opuscolo che racconta, con ric-chezza di particolari e nel linguaggio tipi-co dell’epoca, l’inaugurazione del nuovo Istituto. La borgata di recente formazione si stava trasformando in un popoloso quartie-re con tante persone in situazioni di disagio.Così le Minime, già da tempo là presenti per la catechesi, nella nuova casa di via dei Colombi hanno avuto abbondanti oc-casioni per esercitare il loro carisma “mis-sionario”, anche in terra italiana.
Torre MauraTorre Maura, di cui abbiamo rintracciato la vecchia im-magine di una cartolina d’epoca, si trova nella zona est di Roma, all’interno del Raccordo Anulare e non lonta-no da Cinecittà.Secondo il sito istituzionale di Roma Capitale è una bor-gata costituitasi intorno al 1920, che deve il suo nome ad un antico edificio i cui ruderi absidati si trovano in via di Torre Spaccata. Il toponimo pare derivare dal fundus Mauricius della massa Varvariana citata nel patrimonio Labicano dei pontefici romani dell’alto medioevo.
Ne vogliamo parlare con suor Maria Bordi-gnon, chiamata recentemente dalla Ro-
mania a prendere la direzione dell’istituto, e suor Monica Raimondo che da tanti anni svol-ge la sua missione in quella scuola.
► Suor Maria e Suor Monica, potete rias-sumerci la ormai lunga storia dell’Istituto, e definitivamente chiarirci il piccolo equivoco tra la denominazione di Torre Maura e quella di Torre Spaccata ancora presente sull’opuscolo?Prima di riassumere, in modo conciso il più pos-sibile, la storia del nostro Istituto, desideriamo chiarire la denominazione di Torre Maura. A det-ta di chi ci ha fatto parte dei suoi ricordi, nel 1924 la zona si chiamava Torrespaccata. Prese il nome di Torre Maura soltanto in seguito: infatti, presso i resti della torre che sorgeva in via Sassonegro, c'era una statua in marmo chiamata S. Maura, facente parte di una cappella; di qui il nome.Tornando alla nostra storia, il nostro Fondatore, Francesco Faà di Bruno, anelava a espandere la Congregazione in terra di missione, cosa che poi è avvenuta, in Argentina, Colombia, Roma-nia e Africa; possiamo affermare, senza ombra di dubbio, che Torre Maura fu terra di missione fin dalla sua apertura nel 1936. Nell’introduzione all’opuscolo che commemorava il 50° di presen-za delle suore, l’allora Madre Generale, suor Sil-veria Geremia, scriveva: “In questi 50 anni sono passate molte Suore Minime e penso di non esagerare dicendo che le prime hanno realiz-
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di mandare le suore in «missione»! E terra di missione è stata chiamata la borgata, quando esse fecero il loro ingresso a Tor-re Spaccata. Videro gli orrori della guerra, condivisero le paure e il pane con la gente che cercava nell'istituto un rifugio e trovava nelle suore una parola di conforto e il co-raggio a sperare in una pace serena”.Nel ’39 si iniziò con la scuola materna ma, col passare degli anni, dietro richiesta del-le famiglie e per la continuità didattica, si dette avvio anche alla scuola elementa-re; nel 1962, essendo insufficiente lo spazio nella prima costruzione, si rese necessario un nuovo edificio scolastico a fianco del vec-chio Istituto, per ospitare gli alunni delle ele-mentari in aumento. Oltre ai vari ambienti e alle aule, c’era pure una palestra teatro, con palco ben attrezzato per l’epoca, e vari locali dove operava la Parrocchia N. S. del Suffragio, dietro richiesta del Vicariato di Roma. Innumerevoli le attività svolte: labora-tori di taglio e cucito, maglificio e ricamo e tanto altro. Le suore portavano la Comunio-ne agli ammalati e confortavano gli anziani soli e senza alcun sostegno. Tornando alle attività scolastiche, nel 1985, ebbe inizio la scuola media, a grande richiesta delle fami-glie; la maggioranza degli alunni entravano a tre anni ed uscivano a 14: una vita! Se poi vogliamo vantarci, dalla nostra scuola, alun-no di Suor Renata, è uscito pure un Vescovo, per noi famigliarmente don Paolo Lojudi-ce, ora Vescovo Ausiliare del Settore Sud di Roma, che ha assorbito in pieno il nostro ca-risma in quanto brilla per la sua umiltà e ca-rità instancabile. Non dimentichiamo che, in occasione dell’inaugurazione della Chiesa, è stata inviata all’allora Superiora Generale una Benedizione autografata di Pio XI, che teniamo quasi come una reliquia.
► Quali sono le priorità della vostra at-tuale missione? Ci descrivete la struttura in cui operate e quali sono le principali attività in cui vi trovate impegnati, voi Minime ed i collaboratori esterni?Per spiegare le priorità della nostra attuale missione riportiamo i punti della program-mazione educativa:
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LA SCUOLA è CONOSCERE, CONDIVIDERE, CRESCERE INSIEME PERCHé... ● ACCOGLIE creando un clima di serenità favorevole ad ogni individuo;● EDUCA all’uguaglianza, alla solidarietà e all’accettazione del diverso;● FORMA promuovendo l’armonico sviluppo psico-fisico degli alunni; ● SVILUPPA le potenzialità, le risorse personali, gli interessi degli studenti e gli atteggiamenti positivi nei confronti delle altre culture; ● FAVORISCE l’acquisizione di un metodo di studio e di buone conoscenze di base, anche mediante l’utilizzo delle tecnologie multimediali e di progetti interdisciplinari;● PROPONE le proprie finalità educative per CONDIVIDERLE con le famiglie del territorio in cui si trova ad operare.
L’impegno principale, a cui dedichiamo tempo e forze, è l’attività educativa a 360 gradi. La struttura, salvo mo-difiche interne è quella del 1962, con due edifici distinti, la Casa Vecchia e la Casa Nuova. La prima comprende: Scuola dell'Infanzia, cucina, refettori, salette sonno, por-tineria e, luogo di fondamentale importanza, la Chiesa, appoggio alla nuova Parrocchia “N.S. del Suffragio e S. Agostino di Canterbury” situata in via Walter Tobagi.
La Casa nuova - la chiamiamo così per distinguerla - è strutturata in 4 piani, di cui l’ultimo è abitazione delle suore. Comprende: Scuola Primaria, Scuola Secondaria, laboratori e, al pianterreno, segreteria e palestra/teatro: qui i nostri alunni si esibiscono in fantasiose rappresenta-zioni musicali e coreografiche per la gioia di genitori e parenti. Tanto verde circonda le due case ed un cam-petto polifunzionale è punto di riferimento per varie atti-vità sportive. Un seminterrato ospita la sala danza.
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Mons. Paolo Lojudice
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ATTENZIONE:
LE 28 PAGINE SEGUENTICOSTITUISCONO UN INSERTO STACCABILE
CON IL CALENDARIO 2018
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La nostra è una piccola scuola, ma una grande famiglia, dove si collabora per far funzionare tutto al meglio ed
ogni volta che un'insegnante ottiene una cattedra nel-la scuola pubblica e se ne va, lascia e si porta via un pezzetto di cuore. Le attività che svolgiamo, oltre alla didattica, spaziano nei vari campi: sportivo, teatrale, manipolativo, curriculare e non. La segreteria, nelle persone di Mara (economato) e Anna (amministra-
zione), è un porto di mare, dove affluiscono le richieste per ogni necessità. Esse sono sempre disponibili e spes-
so si prestano anche a far fronte ai bisogni della Comunità religiosa, come avviene in ogni buona famiglia.
Una parola sulla Comunità religiosa: suor Maria Bordignon, oltre al compito di animatrice, presta il suo servizio in Parrocchia come Ministro dell’Eucarestia, portando il suo aiuto a tante persone sole desiderose di conforto; suor Stefanella e suor Monica prestano il loro servizio a tempo pieno nella scuola; suor Marta si occupa della cucina e suor Lia insegna religione in alcune clas-si. Insieme a noi ci sono le quattro studentesse del Congo/Kinshasa: due professe perpetue (suor Chantal e suor Hélène) e due Junio-res (suor Sylvie e suor Marie Thérèse), che frequentano tutte l’Università, chi in Scienze della Formazione Primaria (suor Chantal), chi in Scienze Sociali (suor Hélène) e le altre due frequentano l’”Ecclesia Mater” alla Pon-tificia Università Lateranense. Nel poco tempo libero dallo studio danno una mano in casa e nel-la scuola. Modestamente, ci definiamo una bella Co-munità, dove lo scambio culturale e generazionale è di grande aiuto.
► Quali sono i progetti per il prossimo futuro? Intravvedete qualche nuova possibilità per esercitare in modo ancor più efficace il vostro carisma?Difficile è la risposta, anche per i pochi e lenti aiuti erogati dallo Stato alle Scuole Paritarie e per l’avanzare dell’età. Cerchiamo, comunque, di proporre in modo efficace il nostro carisma a quanti fanno parte della nostra Comunità, scolastica e non.
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“Una Casa non puòandar benematerialmente,moralmente ereligiosamente senza una corporazione religiosa... perciò mi determinai a fondare sull’aiutodi Dio una nuovaCongregazione.Dio voglia farlaprosperare!”
[Memorie delConservatorio, pag.35]
Il COnservatOrIO alla fine degli anni '60 (Miscellanea, pag, 465)
“1868: il Faà è deciso a fondare una Congregazione di Suore”[Miscellanea 1977 - Compendio cronologico, pag. XXVI]
Proprio così: possiamo affermare che nel 2018 le Suore Minime del Suffragio (questa la loro originaria denominazione) compiono 150 anni! E ci conferma nella convinzione la rilettura del saggio di G.Bra-chet Contol “Mentalità religiosa di Francesco Faà di Bruno...” [Miscellanea, pag. 338]Quella del 1868 non fu una pura intuizione frullata per la mente di Francesco, o una vaga dichiarazione di intenti: anche se poi i consueti iter burocratici permisero solo nel 1881 l’approvazione ufficiale del Regolamen-to e le prime regolari vestizioni, si trattò di una iniziativa concreta. Tanto concreta che già in quell’anno furono cercate ed entrarono nel Conservatorio le prime probande (come Giovanna Gonella e Maria Ferrero), rice-
vendo presto un abbozzo di regola ed una primitiva divisa a mantellina nera con cuffia, detta “pellegrina” [A.Berteu, pag. 266 e L.Condio, pag. 290-292].Per festeggiare questa ricorrenza vi offriamo questo calendario che, nel cen-tro di ogni pagina, vi ricorderà con immagini e pensieri la costante attività delle Minime nel mondo, senza dimenticare ogni mese citazioni e immagini del Fondatore e dell’amato papa Francesco.Nella possibile scelta dei santi e beati del calendario, abbiamo privilegiato quelli che hanno un riferimento con il nostro Piemonte. Ma un significato par-ticolare avrà, in apertura di ciascuna pagina, un cenno speciale ad un santo del mese, rivisitato attraverso le reliquie della imponente collezione Faà re-centemente restaurata. Vorremmo che fosse un ulteriore simbolico omaggio del Cuor di Maria al nostro Francesco ed a quel suo Diario Agiografico rima-sto purtroppo incompiuto. Apriamo questo atipico “inserto” con gli anniversari delle professioni religiose, e lo chiuderemo con la proposta di una preghiera “fuori ordinanza” piuttosto cara al Fondatore. Buon 2018 con le Suore Minime!
La Redazione
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"UNA pREGhIERA FUORI ORdINANzA” Capita a tutti noi, ogni tanto, di sentire il bisogno di una grazia particolare. Perché allora non seguire l’esempio del nostro Francesco? Vogliamo proporvi una traccia, per imitarlo in questa sua preghiera semplice semplice: conservate questa pagina e avrete qui sotto il testo da recitare, con a fianco l’immagine della Persona a cui rivolgervi direttamente.
Tranquilli, non c’è un errore di stampa! Testimonia suor Maria Ferrero che
spesso Francesco chiedeva proprio questo aiuto alle sue suore riunite in preghiera: “recitiamo un Pater alla Madonna ed un’Ave a
Nostro Signore, perché ho bisogno di una grazia particolare” [Positio super Virtutibus, ad.25, pag.8]. Mons. Luigi Condio, riferendone a pag. 334 della sua biografia,
propone anche una spiegazione di questa curiosa inversione: “Semplicità di una grande anima santa! Pregava la madre con la preghiera insegnata al mondo dal suo Figliolo divino, e
pregava il Figlio ricordandogli che da Lui tutto attendeva per i meriti e la intercessione della sua vergine Madre”. E pare anche che le sue suppliche non fossero inascoltate...
Padre nostroche sei nei Cieli
sia santificato il tuo nomevenga il tuo Regno
sia fatta la tua volontàcome in cielo così in terra.Dacci oggi il nostro pane quotidiano rimetti a noi i nostri debiticome noi li rimettiamoai nostri debitori
e non ci indurre in tentazionema liberaci dal male.
Amen.
Ave Maria piena di grazia
il Signore è con te.Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il fruttodel tuo seno, Gesù.
Santa Maria, madre di Dio prega per noi peccatori
adesso e nell’oradella nostra morte.
Amen.
39
La pagina del direttore
attualita’ e cultura
Giaocmo BrachetContol
La condizione femminileRiflessioni tra passato e presente - 3
Riflettere sulla condizione femminile in casa del Fondatore è non solo giustifica-
to, ma direi un obbligo, per chi voglia me-glio comprendere i tratti della sua mentalità religiosa e della spiritualità. Confesso che la tematica mi è parsa subito avvincente, per cui ho aderito alla proposta, in verità senza valutare appieno le complessità, che avrei dovuto affrontare; conseguentemente, an-che l'impegno, cui mi volevo dedicare non era ancora ben definito, almeno all'inizio, mentre successivamente si è individuata una linea di sviluppo delle questioni, ovve-ro si è delineato un percorso logico e stori-co-religioso. Di esso in questo numero sia-mo giunti alla terza tappa.
Nella prima puntata avevamo posto la que-stione di come il Beato Faà di Bruno conside-rasse la condizione femminile, volendo cioè verificare quale posto occupasse la donna nello scenario della sua mentalità religiosa e della spiritualità, sottolineando in ciò la sua vi-sione pastorale, concreta e per nulla teorica. Avevamo altresì affermato che nel suo sistema di valori tutto deve rientrare in quello che allora si chiamava il "Piano del divino Consiglio", cioè nella prospettiva del progetto di Dio. Richiamia-mo pure il fatto che il Piano del divino Consiglio era segnato da tre momenti fondamentali: la creazione, la caduta, la redenzione.
Nel successivo numero, o seconda tappa, si è approfondito il momento della creazione e in parte della caduta, tornando ancora a riflette-re sui due testi della Genesi, e sulla visione del-la donna presente nel mondo giudaico fino al tempo di Gesù. In ciò siamo ampiamente de-bitori all'esegesi ed alle riflessioni dedicate al nostro tema da Enzo Bianchi nella sua recente opera (Gesù e le donne, Giulio Einaudi Editore - Torino), opera cui continueremo a fare riferi-mento anche nel presente contributo.
In questa puntata esamineremo il momento della Redenzione, con particolare riferimen-to alla visione della donna, che il Salvatore ci vuole trasmettere nel suo insegnamento.Sicuramente Gesù, come tutti, ebbe relazioni con uomini e con donne, tra le quali alcune entrano nella sua vita. Tuttavia si percepisce subito la scarsità delle fonti al riguardo. Tale scarsità è dovuta al fatto che le donne nel-la cultura antica dominante, come abbia-mo anticipato nello scorso numero, erano soggetti marginali e subalterni, assenti dalla vita pubblica, non protagoniste significative nella storia. Perciò, anche nelle nostre fonti registriamo scarsa presenza di donne che, se ricordate, sono sovente silenziose, e che nella realtà potevano essere ben più nume-
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rose. Considerata la loro irrilevanza sociale e religiosa, le donne non erano ricordate nella tradizione orale né nella scrittura, sempre ri-servata agli uomini, ritenuti gli unici interpreti della storia. Anche per questi motivi si è im-posta sempre più una visione ideale della donna come creatura sottomessa, silenzio-sa, obbediente, nascosta in casa e in fami-glia, mai figura parlante né pubblica.È su questo sfondo religioso e culturale es-senzialmente patriarcale, che si colloca l'insegnamento di Gesù, capace di scardi-nare questa visione pregiudiziale di ingiusti-zia assoluta e perenne. Solo Gesù ha inter-rotto questa catena, per la breve durata della sua vita terrena, ben presto misco-nosciuto dai suoi stessi discepoli. Vedremo brevemente come il Maestro, pur figlio del suo tempo, si sia collocato in rapporto alle donne e alla loro condizione, portando an-che in questo campo la novità del suo an-nuncio. Per la sensibilità del tempo la libertà di Gesù di chiamare delle donne come di-scepole è del tutto eccezionale, in qualche modo rivoluzionario, così come la libertà di queste donne, che lasciano la propria fami-glia per unirsi alla comunità intorno a Gesù. Nei quattro vangeli canonici la presenza di donne, che incontrano Gesù e lo seguono, non è uniforme. Ciascun vangelo ha le sue caratteristiche, ricorda alcune donne e non altre, e le presenta in modo autonomo; tutti i vangeli, però, sono concordi nel riconosce-
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re che le donne sono state le testimoni della passione-morte-risurrezione di Gesù e le pri-me annunciatrici “inviate” dal risorto a por-tare l'annuncio pasquale agli Undici ed agli altri discepoli. Luca, all'inizio del cap. VIII del suo vangelo, presenta l'entourage di Gesù, durante il suo ministero in Galilea: “...egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando il regno di Dio. Erano con lui i Dodici e alcune donne”. Questi uomini e queste donne hanno lasciato la loro casa e la loro famiglia, per seguire ed ascoltare Gesù, vivendo con lui e accompagnandolo fino alla passione, alla croce e alla sua sepol-tura; saranno però le prime e uniche testimo-ni della sua risurrezione dalla tomba.Appare dunque certo che tra i seguaci di Gesù ci fossero “molte donne” (Mt. 27. 35) e che alcune di queste lo seguissero come discepole. Tale fatto segna la rottura di Gesù con la tradizione giudaica, perché a quel tempo era inaudito che delle donne seguis-sero un “rabbi”, un maestro; anzi era consi-derato un fatto negativo e vergognoso che un maestro insegnasse contenuti religiosi a delle donne. Gesù, invece, non fa alcuna di-scriminazione tra uomini e donne: troviamo perciò una grande novità, si dovrebbe dire rivoluzionaria, nell'atteggiamento del “rab-bi” di Nazareth. Esse infatti collaboravano alla vita comune del gruppo e partecipa-vano con il loro aiuto alla missione di Gesù, senza subire da lui alcuna discriminazione.
[continua]
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Mi attengo alle donne
Stefania, Angela, Francesca
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IL BAMBINO CHIAMA LA MAMMA E DOMANDA: “DA DOVE SONO VENUTO? DOVE MI HAI RACCOLTO?” LA MAMMA ASCOLTA, PIANGE E SORRIDE MENTRE STRINGE AL PETTO IL SUO BAMBINO. “ERI UN DESIDE-RIO DENTRO AL CUORE.” (Tagore).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indivi-duato come obiettivo prioritario il miglioramento
della qualità della vita della madre e del bambino. Per le donne che assistiamo non è sempre una scelta avere un bambino; talvolta giungono nel nostro pa-ese dopo un viaggio durato anni, già in stato di gravidanza, frutto di violenze e maltratta-menti. Queste ragazze cresciute velocemente per cultura, ma soprattutto per necessità, non immaginano che dolori al ventre e nausee siano riconducibili ad una creatura che giunge su questa terra. C’è paura e disorientamento, perché nella maggior parte dei casi questo figlio è il ricordo di ciò che si vorrebbe dimenticare. Le sole persone vicine che accolgono lietamente la notizia sono le amiche compagne di viaggio, che divengono le ‘’sorelle’’ di vita; e poi gli operatori, unica via per andare avanti e far arrivare alla luce i nascituri. Chiedono di non essere lasciate sole, e non immaginano cosa significhi educa-re e crescere un figlio in questa parte di mondo.Noi siamo abituati a pensare alla genitorialità come ad una scelta, anche se non suc-cede sempre così. Ma l’opinione dominante è quella che il bambino lo si fa se ci sono le condizioni, e la situazione permette di essere buoni genitori.Anche per le donne già in Italia da un po’ di tempo la gravidanza non è sempre una scel-ta consapevole; alcune donne si presentano al nostro sportello dichiarando che è l’unico modo per ottenere i documenti, trovandosi poi a gestire in solitudine questi nove mesi, e talvolta il dopo parto, con altri bimbi già piccoli. Gli uomini, se presenti, non hanno un ruolo di collaborazione, sono raramente a casa e nell’immaginario delle donne vi è una cultura al femminile in cui solo le donne devono occuparsi del nuovo evento.Molte madri hanno difficoltà ad affrontare gravidanza e nascita, venendo da situazioni in cui le competenze su ciò sono legate alla trasmissione orale, e non alla presenza di esperti. Spesso la gravidanza, il parto e il primo allevamento sono questioni della cer-chia famigliare, e non sono oggetto di sanitarizzazione, che invece è quella che noi conosciamo da anni nel nostro territorio. Molte hanno difficoltà nel rapporto con questi servizi, e contemporaneamente non possono contare sul supporto famigliare che ave-vano nel contesto di origine. Madri che evocano con tristezza l’infanzia e l’adolescen-za, come se quel passato, che ha ancora ripercussioni sul presente, facesse parte di una storia ormai conclusa.Gli stranieri in modo particolare seguono, sia nel territorio di origine sia tra di noi, dei per-corsi legati a tante variabili (l’abitazione o dove si trova il lavoro, la socializzazione ricevu-ta, e così via). Siamo abituati a focalizzare subito l’attenzione sul fatto che vengono da altre culture, e a ragionare sempre in termini di confronto fra la cultura loro e la nostra. Al viaggio esterno, lo spostamento fisico verso un nuovo paese, ne corrisponde inevita-bilmente uno interiore, introspettivo, di mente e di cuore, verso la ricerca e la ri-defini-zione di sé; però la maternità non sempre vi è contemplata. Si riscontra comunque una tensione verso il futuro, e la nostra speranza è data dalla nascita di nuove famiglie multi-culturali, che il Paese deve iniziare ad incontrare ed accogliere come parte della nostra popolazione.
La gravidanza in terra straniera
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centro Studi franceSco faa' di Bruno
CasimiroRasiej
Curiosando per il museo
FRANCESCO FAà DI BRUNO SPESE LA SUA VITA PER IL PROSSIMO, UOMO DI FEDE E SCIENZIATO. ERA ASTRONOMO, OLTRE CHE MATEMATICO DI VALORE (LA FORMULA CHE PORTA IL SUO NOME TROVA APPLICAZIONI IN SVARIATI CAMPI DELLA RICERCA). NEL 1854 LAVORò PER DIVERSI MESI ALL’OSSERVATORIO DI PARIGI ACCANTO A LE VERRIER, SCOPRITORE DEL PIANETA NETTUNO.
Il Telescopio di Foucault
Nel nostro museo ammiriamo molti strumenti di os-servazione, cannocchiali e telescopi, che spesso
egli si caricava a spalla per arrampicarsi fino al mini-os-servatorio allestito in cima al suo campanile...Questi strumenti, in particolare i telescopi, si dividono in due categorie: rifrattori e riflettori. L’osservatore guarda sempre attraverso una lente, l’oculare. Per ingrandire l’immagine di un corpo celeste, la luce viene raccolta da un obbiettivo che può essere di due tipi: o un’altra lente (telescopio rifrattore), oppure uno specchio con-cavo come quelli usati per la toeletta (telescopio riflet-tore). I telescopi sono nati con le lenti (pensiamo a Gali-leo), e così sono stati costruiti per un paio di secoli, facendo lenti sempre più grandi per osservare sempre più lontano. Si è visto però che le grandi lenti causano difetti di osservazione, e si è passati a usare specchi metallici opportunamente curvati, che producono immagini più nitide.
Il fisico francese Léon Foucault, di cui vi abbiamo già descritto il famoso Pendolo (cfr. CdM 2016-1, pag. 22), ideò una tecnica per costruire specchi sferici di qualità, con un vetro ricoperto da un sottile strato di argento; così divenne più facile costruire grandi specchi e quindi telescopi potenti. L’esemplare del nostro museo, un piccolo telescopio riflettore porta-tile montato in una incastellatura di legno, ci risulta
molto raro, uno dei pochissimi noti in Europa. Dal suo schema otti-co possiamo vedere lo specchio, di una decina di cm. di diame-
tro, che è montato al fondo del tubo a sezione quadrata; la luce raccolta viene riflessa su uno specchietto interno che a sua volta la dirige all‘oculare, sporgente sul fianco dello strumento. Strumenti simili si possono trovare nei negozi di ottica o di giochi educativi, per uso ama-toriale. Il loro pregio è la compattezza. All’opposto molti osser-vatori astronomici dispongono ormai di telescopi riflettori con specchi enormi, di diversi metri di diametro. Riflettore è anche il telescopio spaziale Hubble, in orbita attorno alla Terra, che ci invia stupende immagini del cosmo.
Illustri matematici nello studio del Fondatore
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L'eredità matematica e civile diFrancesco Faà di BrunoSotto questo titolo si è tenuto il 22 settembre scorso presso il Politecnico di Torino un importante convegno con l'intervento di eminenti matematici italiani, in par-ticolare i professori Claudio Procesi dell’Università La Sapienza di Roma, Andrea Mennucci della Scuola Nor-male di Pisa, Alessandra Frabetti dell’Università di Lio-ne, Luigi Rodino dell’Università di Torino.
Prendendo spunto dalla nota formula ela-borata dal Beato, ampiamente illustrata e discussa nell’occasione, essi hanno trattato, specie in mattinata, più generali tematiche ri-guardanti le scienze matematiche poi ampia-mente sviluppate dagli studiosi del ‘900. Il pomeriggio è stato invece dedicato preva-lentemente all’opera sociale e civile di Fran-cesco, illustrata in dettaglio dalla prof. Livia Giacardi, e alla descrizione della Chiesa di N.S. del Suffragio e del campanile. Interessanti in proposito le relazioni del prof. Paolo Napoli del Politecnico di Torino e degli “amici” archi-
tetti Cecilia Andriolo e Sandro Audagna, già allievi del nostro Istituto. Qui abbiamo tra l’altro appreso di inaspettate correlazioni stilistiche con una precedente opera dell’architetto Edoardo Arborio Mella, eretta a Bergen in Nor-vegia. Ha concluso il notissimo scrittore Vittorio Messori con alcuni curiosi e inediti aneddoti ed osservazioni sulla figura e l'opera di Francesco. Ampia la cornice di attento pubblico, con una nutrita rappresentanza degli ufficiali della Scuola di Applicazione in quanto il Faà è patrono del Corpo degli Ingegneri dell'Esercito Italiano. Ci ha molto rallegrato il fatto che la cono-scenza dell’opera del Fondatore stia avendo diffusione anche in sedi ed ambiti prestigiosi
come quelli rappresentati dal Politecnico della nostra città di Torino: si è trattato inoltre di uno dei primi convegni in loco a carattere interdi-sciplinare, con studiosi di varia provenienza e specializzazione.La pubblicazione degli atti del convegno sarà occasione per gli interessati di conoscere in dettaglio le tematiche trattate. L’interesse degli organizzatori e dei relatori alla figura del Faà è stata confermata il giorno successivo dalla visi-ta effettuata al nostro Museo, alla Chiesa e al Campanile, con ampia attenzione per i volumi di matematica della biblioteca.
AlessandroFaà di Bruno
Illustri matematici nello studio del Fondatore
Membri del Centro Studi e dell'organizzazione
La sala del Convegno
Alcuni studiosi con la Superiora Generale
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Il ricavato di quest’anno sarà devolutoall’acquisto di sei incubatrici e di vari
strumenti chirurgici per il nuovoOspedale Materno Infantile in
costruzione a Mayanga(Congo-Brazzaville).
Nel locale del Mercatino saràpresente la documentazionesullo stato di avanzamento
dei lavori.
ASSOCIAZIONEMISSIONIFAà DI BRUNOONLUSMERCATINODI NATALEcon manufatti del“Laboratorio Mamme”presso il SaloneFaà di Bruno
Il giornodell’inaugurazione,11 dicembre,ApERTURASERALESTRAORDINARIAdalle 20 alle 23,con possibilitàdi salitanotturnasul campanilepiù altodi Torino.
dall’11 al 15 dicembre 2017
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Redazione
Preghiamoper i nostri cari defunti Emilio, fratello di suor Gregoria
Giacomo, fratello di suor Gisella
Antonio, fratello di suor Gaudenzia e di suor Maria Pia
Luigi, fratello di suor Assunta
Lidia, sorella di suor Evelina
Gelmina, zia di suor Teresita
Maria Teresa, zia di suor Maria Brigida
Francesca, zia di suor Maddalena
Angelo Lolò, cugino di suor Lidia e di suor Domenica
Assunta, cugina di suor Assunta
Antonietta, cugina di suor Costanza
Richetta, cugina di suor Rosetta
Orfeo, cognato di suor Cecilia
“Il Cuor di Maria, oltrecchè in terra,
ha pur gravissimi interessi nel Purgatorio,
ove si raccolgono tante anime a Lei care.
Quindi uniremo questo scopo al giornaletto,
col trattar la causa di quelle anime,
credendo far cosa assai gradita
alla Vergine il cercar ogni mezzo
per liberarle al più presto”
(Il Cuor di Maria, 1874, X-1, pagg. 2,3)
VerSo il cielo
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Suor Evelina Franco* Quinto Vicentino VI, 20 ottobre 1920 † Torino - Casa Madre, 30 maggio 2017
Suor Evelina Franco che oggi salutiamo affidandola alla Mise-ricordia di Dio, era nata a Quinto Vicentino, il 20 ottobre 1920, quindi ben 97 anni fa, dedicati, secondo le direttive dell’ob-bedienza, alle opere di Marta. Il suo curriculum vitae, non re-gistra diplomi di sorta, ma scorrendo l’elenco delle comunità in cui è passata, è chiaro che una qualifica doveva averla inserita nel suo cuore di consacrata Minima, quella dell’amo-re e del servizio. Nel 1938, vestiva l’abito religioso, nel 1940 emetteva i primi Voti religiosi, e da subito incominciò il suo servizio in cucina, partendo dalla Casa Madre per passare fino al 1968 in ben altre 5 comunità, fra cui Cavolano. Quindi o in cucina o addetta a lavori domestici, con tempi più o meno lunghi, arrivò al 1998 quando fu destinata alla comuni-tà di Cabianca, dopo aver operato nel Pensionato di Casa Madre, a Stoner, a Mussotto d’Alba. Nel 2010 è stata accolta nell’infermeria di Casa Madre dove trascorse il tempo dell’at-tesa pregando, offrendo e testimoniando serenità anche nel soffrire. Aveva sempre fra le mani la corona del Rosario, quasi un’arma per difendersi dal male e vincere l’ultima battaglia, conclusa appunto il 30 maggio scorso. Di lei ci resta così il ricordo di una consorella di poche parole, ma serena come frutto di una coscienza tranquilla alla fine di una lunga ed operosa vita, Ora con fede noi l’affidiamo al nostro buon Padre del Cielo, perché accolga la sua anima e la ricompensi per tutto il bene compiuto ed ammet-tendola nella comunità dei Santi, possa là incontrare le sue persone care. A lei chiediamo di pregare per noi, per la nostra Congregazione: la sua anima possa unirsi alla comunità celeste delle Minime, perché con il Padre Fondatore cantino in eterno la Sua gloria.
Suor Costanza Salbego
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Il 15 agosto 1979 Sandri Francesca faceva il suo ingresso nella nostra Famiglia.Il 14 agosto 2017 entrava nella casa del Padre. La Vergine Maria fa da tramite, ieri come oggi al suo pellegrinaggio e Francesca nel corso della sua vita era legata alla preghiera del S.Rosario.All’inzio della permanenza in Casa Madre, France-sca prestava il suo aiuto in cucina, svolgendo vari servizi fino a una decina di anni fa quando si ritirò ad aiutare nel reparto delle Clarine per motivi di salute. Era ineguagliabile nello sbucciare le verdu-re, ma vivo è il ricordo del suo interessamento sulla salute di chi le viveva accanto e la promesa della sua preghiera. Il discorso principale, la sua preoccupazione, era la sua famiglia e chiedeva continuamente preghiere per loro. Duran-te gli ultimi 4 anni la sua salute è andata peggiorando e soleva chiamare “mammina” per avere aiuto e compagnia. Impagabili le sue compagne, che in vari modi l’hanno aiutata, consolata, giocato insieme e bisticciato...Francesca tu che ora sei nella gloria del Padre e Maria SS. ti è vicina, prega e intercedi per i tuoi cari e per noi tutti. Amen. Suor Margherita Messa
Francesca Sandri* Moncalieri TO, 20 settembre 1941 † Torino - Casa Madre, 14 agosto 2017
Il 24 settembre suor Gregoria Squarise, è tornata alla casa del Padre...
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Questo spazio è riservato a voi lettori! Inviateci lettere, racconti, poesie, testimonianze, pensieri, domande
e anche grazie ricevute per intercessione del Beato Francesco Faà di Bruno: faremo tutto il possibile per pubblicarli
nei prossimi numeri!
Redazione
la VoStra paGina
Quella che segue non è una poesia, ma il testo di un canto. E la musica? Non è necessario scriverla perché è la stes-sa di “O mia bela Madunina”. Tutti la conoscono. Naturalmente anche qui la protagonista è la Madonna, quella rap-presentata dalla statua che sovrasta la cupola della nostra Chiesa: la Madon-na del Suffragio. 1 - 2 - 3 Si canta!
O mia bella Madonninache non sei molto lontan
sei dorata e piccolinae non abiti a Milan
sei nel borgo San Donatoa Torino abiti tu
tu raccogli le preghiere di quaggiùe le porti su a Gesù
O Madonna del Suffragionoi preghiamo insieme a Teche addolcisci ogni disagio
di chi spera presto chesia finito il purgatorioe lo accolgano lassù.
La speranza in ogni cuore infondi Tudolce Mamma di Gesù.
Tiziana Benedetti
… in questi giorni con gioiosa sorpresa ho ricevuto la vostra bellissima rivista notiziario, e
vi ringrazio infinitamente di cuore,specialmente per le meravigliose immaginette
della Madonna, e per il vostro speciale, raro e unico prezioso e meraviglioso campa-nile, alto e robusto, grande opera del gran-
de e speciale vostro Santo BeatoFrancesco Faà di Bruno…
13/07/2017 Caterina Contin
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PUOI INVIARE IL TUO CONTRIBUTO:
Francesco Faà di Bruno aveva dotato la sua chiesa di un organo il cui suono era stato elogiato da Vincenzo Petrali, famoso compositore e organista (vedi CdM 1 marzo 2016, pag.21). L’organo ora è …muto! Come ben sapete, sono stati annullati tutti i concerti programmati per il 2016 - 2017 e le solennità religiose si svolgono tutte sotto tono. Per farlo ancora “cantare” sono necessari interventi tecnici urgenti e molto costosi.
Bello ma... muto!
■ versamento con bollettino postaleC/C n. 25134107 intestato a: CONSERVATORIO DEL SUFFRAGIO VIA SAN DONATO, 31 - 10144 TORINO
■ bonifico bancario IBAN IT67 F076 0101 0000 0002 5134 107 intestato a: ISTITUTO SUORE MINIME DI N.S. DEL SUFFRAGIO
CAUSALE: Restauro organo Chiesa di Nostra Signora del Suffragio