E’ bene però fare una distinzione tra ragazzi sordi, figli di genitori
sordi o figli di genitori udenti.
Genitori udenti
• Solitamente educati principalmente all’oralismo; • Spesso sottoposti all’impianto cocleare. • In rari casi, o solo quando altri metodi educativi
hanno fallito, vengono esposti alla lingua dei segni (il genitore la conosce molto poco; più facilmente viene appresa dalla madre che si dedica maggiormente al figlio ma spesso è estranea al padre e agli altri membri della famiglia).
Da un punto di vista psicologicoRischi:
• Dover sopperire a un suo deficit o a una sua mancanza.
• Non frequenterà altri ragazzi sordi come lui per rincorrere una normalità che gli è stata negata.
• Farsi accettare dai coetanei udenti• L’identificazione nei confronti del genitore dello
stesso sesso, tipica dell’evoluzione dell’adolescenza, sarà più difficile a causa del fatto che il figlio percepisce il genitore udente come diverso da lui e inarrivabile con conseguenze negative sulla costruzione dell’identità.
I ragazzi sordi figli di genitori sordi
• Crescono in un ambiente dove la sordità è una condizione naturale e vengono esposti a una lingua (la lingua dei segni) che viene appresa spontaneamente dal bambino sordo fin dalla nascita;
• La sordità non viene quindi percepita come un deficit ma come una caratteristica che li contraddistingue dalla maggioranza.
Da un punto di vista psicologico• Il rapporto con i genitori sarà più disteso • Per ciò che concerne il mondo degli udenti
permangono difficoltà di integrazione. • L’adolescente sordo sarà da sempre immerso
nella comunità sorda frequentata dai genitori; avrà sviluppato amicizie e relazioni con i pari che non lo faranno sentire isolato. Nella comunità, il ragazzo sordo avrà sempre una sua collocazione e spesso potrà ricoprire anche ruoli di prestigio, all’interno della comunità stessa, che gli permetteranno di sentirsi gratificato.
Questo naturalmente, avrà delle ripercussioni positive sull’immagine di sé.
Sia i ragazzi sordi figli di genitori sordi che figli di genitori udenti avranno comunque difficoltà nella relazione con i pari udenti sia per le difficoltà di comunicazione, sia per la difficoltà di accettazione della diversità e sia per il senso di estraneità che il
sordo vive nei confronti della realtà degli udenti che, non essendo da lui mai sperimentata, fatica a
comprendere.
Criteri elencati dai terapisti per un inserimento nella scuola dell’obbligo:
• Valutazione individuale di ogni caso• Disponibilità dei genitori• Linguaggio• Livello cognitivo• Disponibilità regionale• Protesi• Inserimento nella scuola materna• Grado di sordità• Assenza di disturbi collaterali• Personalità
• Quanto e come sente il bambino?• Cosa implica questa perdita uditiva? Cosa capisce? Come
bisogna parlargli?• A chi posso rivolgermi per ricevere informazioni complete?• Quali sono le cause della sua perdita uditiva?• Di che tipo è questa perdita?• Quando è subentrata la perdita?• Che tipo di rieducazione e scolarizzazione ha già ricevuto il
bambino?• Quali informazioni ho ricevuto? Sono sufficienti?• Come affronto gli scambi verbali?• Quale pedagogia devo usare?• Come posso accettare la sordità e farla accettare ai compagni
senza pietismo?• Cosa devo pretendere da lui e fino a dove devo accettare le
conseguenze della sua diversità?• Quali sono i criteri importanti per decidere l’opportunità di un
inserimento?• Il bambino sordo che ho in classe, o mio figlio, assomigliano
al vecchio sordo che abita al piano di sopra?
• Controllare che il locale sia ben illuminato e che il viso del docente sia sempre in luce
• Evitare il tono della voce troppo alto perché deforma l’articolazione
• Parlare con un ritmo rallentato ma non scandito, prolungando il suono delle vocali
• Esporre il pensiero in maniera chiara ed ordinata,scegliendo il lessico in maniera appropriata
• Evitare l’uso troppo frequente di subordinate• Essere disponibili a riformulare messaggi ambigui• Durante la spiegazione, ricorrere all’uso di uno schema
del discorso,scritto sulla lavagna, facendo riferimento ad esso ogni volta che si introduce un nuovo argomento
• Usare materiale illustrato• Spiegare al ragazzo ciò che avviene in classe anche in
sua assenza
Progettare l’attività didattica
• Tenere in considerazione le conoscenze culturali e la competenza linguistica dell’alunno rispetto all’argomento
• Evidenziare il glossario dei nuovi termini• Anticipare all’insegnante di sostegno gli argomenti che
verranno trattati in classe per consentirle di munirsi preventivamente del materiale che consenta di favorire l’attenzione e la partecipazione dell’alunno in classe
• Adattare il testo alle capacità dell’allievo: ricompattare, integrare con immagini o schemi, evidenziare concetti chiave
• Ove necessario semplificare il testo evidenziando i concetti nuovi o complessi.
• Porsi di fronte e mai in controluce per permettergli di leggere le labbra.
• Muovere le labbra né troppo velocemente, né troppo lentamente, né tenendole chiuse, né tenendole esageratamente aperte.
• Evitare di avere sciarpe, foulard o altro che coprano la bocca.
• Se il ragazzo non riesce a comprendere ciò che viene detto, ripetere provando a cambiare vocaboli simili.
• Non impressionarsi per la voce strana. Si tratta solo di abituarsi alla comprensione.
Il ruolo dell’assistente alla comunicazione.
È una nuova figura professionale che opera
in ambito scolastico accanto al bambino sordo ed
ha “semplicemente“ il compito di facilitare la
comunicazione nel contesto di apprendimento tra
docenti (curricolari e di sostegno), compagni e alunno sordo e di rendere accessibile all’alunno i
contenuti scolastici e le informazioni che lo riguardano, fungendo così da ponte
comunicativo.
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