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Dadà 1916 - 1922

Dadaismo

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Dadà

1916 - 1922

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Cabaret Voltaire

La data d'inizio del Dadaismo si considera il 5 febbraio, quando a Zurigo nacque Cabaret Voltaire. L'evento fu opera di un gruppo di intellettuali europei rifugiatisi in Svizzera per sfuggire alla guerra. Del nucleo originario facevano parte Hans Arp, Hugo Ball, Tristan Tzara, Marcel Janco, Richard Huelsenbeck e Hans Richter. La loro attività consisteva nelle cosiddette "serate".

Aspetti tipici delle serate del Cabaret Voltaire erano l'assenza di regole e limiti, il ricorso a provocazioni e dissacrazioni di ogni genere e la combinazione di linguaggi artistici diversi.

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FRANCIS PICABIA

LA PAROLA VENNE TROVATA APRENDO A CASO UN DIZIONARIO E INDICA LA PRIMA FASE CHE DICE UN BAMBINO

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• PAROLA ADOTTATA DAI DADAISTI NEL 1916 AD INDICARE IL LORO MINIMALISMO

JEAN ARP

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NATO DURANTE LA GUERRA DADA è SOPRATTUTTO UN MOVIMENTO DI PITTURA E POESIA:

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Tra sogno provocazione e ironia

Copertina del numero unicoDella rivista dada “Cabaret Voltaire”

Con la fondazione del Cabaret VoltaireA Zurigo nasce, il 5 febbraio del 1916,Il movimento Dada

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L'importanza data al gioco, alla combinazione casuale, di parole e

oggetti, al non senso Il Dadaismo rifiuta ogni

atteggiamento razionale e, per poter continuare a produrre opere d’arte, si affida a un meccanismo ben preciso: la casualità.

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I dadaisti cercano di portare alla luce la contraddizione dell'arte all'interno della società capitalistica

(il processo di mercificazione cui l'arte è sottoposta)

si rompe così definitivamente il concetto che vuole l’opera d'arte risultato di una attività intellettuale e manuale consapevole, coltivata e ben finalizzata, d'ora in poi, varrà il concetto che opera d’arte può essere qualsiasi cosa, ed implicitamente, che nulla è arte, ma soprattutto si capirà che l'arte non può separarsi dalla vita reale, deve confondersi con essa, mentre l'artista non si deve affermare per ciò che realizza manualmente, ma per l'idea che riesce a proporre.

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Dada contro dada

"Anti-artistìco, antiletterario, antipoetico è dunque Dada. La sua volontà di distruzione ha un bersaglio preciso, che è in parte lo stesso bersaglio dell'espressionismo; ma i suoi mezzi sono ben più radicali. Dada è contro la bellezza eterna, contro le leggi della logica, contro l'immobilità del pensiero, contro la purezza dei concetti astratti, contro l'universale in genere. Esso è invece per la sfrenata libertà dell'individuo, per la spontaneità, per ciò che è immediato, attuale, aleatorio, per la cronaca contro l'atemporalità, per ciò che è spurio contro ciò che è puro, per la contraddizione, per il no dove gli altri dicono sì e per il sì dove gli altri dicono no, è per l'anarchia contro l'ordine, per l'imperfezione contro la perfezione. Quindi, nel suo rigore negativo è anche contro il modernismo, contro cioè l'espressionismo, il cubismo, il futurismo, l'astrattismo, reputandoli in ultima analisi dei surrogati di quanto è andato o sta per andare distrutto, cioè dei nuovi punti di cristallizzazione dello spirito, il quale mai deve essere imprigionato nella camicia di forza di una regola, sia pure nuova e diversa, ma sempre deve essere libero, disponibile, sciolto dal continuo movimento di se stesso nella continua invenzione della propria esistenza. Nessuna schiavitù, neppure la schiavitù di Dada su Dada. In ogni momento, per vivere, Dada deve distruggere Dada. Non esiste una libertà fissata per sempre, ma un incessante dinamismo della libertà, in cui essa vive negando continuamente se stessa. Il dadaismo è quindi non tanto una tendenza artistico-letteraria, quanto una particolare disposizione dello spirito, è l'atto estremo dell'antidogmatismo, che si serve di qualsiasi mezzo per condurre la sua battaglia. Il gesto quindi più che l'opera interessa Dada; e il gesto può essere compiuto in qualsiasi direzione del costume, della politica, dell'arte, dei rapporti. Una sola cosa importa: che tale gesto sia sempre una provocazione contro il cosiddetto buon senso, contro la morale, contro le regole, contro la legge; quindi lo scandalo è lo strumento preferito dai dadaisti per esprimersi. Da questo punto di vista il dadaismo va anche oltre il significato o la semplice nozione di movimento per diventare un modo di vita. Il senso della sua aspra polemica contro l'Arte e la Letteratura con la maiuscola dev'essere visto proprio nel fatto che in esse, ipocritamente tese a cogliere "i valori eterni dello spirito" la vita era stata abolita, segregata. Dada era invece il desiderio acuto di trasformare in azione la poesia. Era insomma il tentativo più esasperato di saldare la frattura tra arte e vita, di cui Van Gogh e Rimbaud avevano dato il primo drammatico annuncio. Molti elementi posticci ed esteriori si mescolarono sin da principio, ma non c'è dubbio che tale è il suo significato più vero".

[M. De Micheli, Le avanguardie artistiche del Novecento, Feltrinelli, Milano 1971, pp.156-157]

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Performance ironiche

Con l’arrivo dell’artista franco-catalano Francis

Picabia nel 1918, l’operazione dadaista riceve

un nuovo impulso.

Nel 1922 la tensione dadaista va esaurendosi, ma le idee seminate in tutto il mondo continuano a svilupparsi e

daranno vita al Surrealismo

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Marcel Duchamp (1887 – 1968)

“Nudo che scende le scale n.2”1912

Confutazione del postulato cubista della necessità di una connessione tra staticità e scomposizione geometrica della figura. Duchamp persegue la rappresentazione astratta del movimento a livello puramente concettuale, attraverso le successive posizioni di una figura che scende le scale, collegate in un complesso ritmo sovrapposto, dinamico e simultaneo.

"La pittura non dovrebbe essere soltanto retinica o visiva; dovrebbe avere a che fare con la materia grigia del nostro intelletto, invece di essere puramente visiva". (Marcel Duchamp)

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Duchamp, Marcel 1887-1968Fountain 1917 Tate

Ready made

O delle macchine inutili

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Maurizio Calvesi:“La ruota, in quanto girevole, allude probabilmente, anche al mobile,Cioè al contrario del “fisso”; ma al fisso è qui ricondotta…..Dal proprio fissaggio al panchetto”.

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L.H.O.O.Q., 1919-1964.Non solo pura provocazione, ma segreta, compiaciuta e divertita allusione "ermetica" all'androginia dell'effigiata (l'androgino, come figura dell"'unione dei contrari". è un'immagine-perno dell'alchimia).

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La mariée mise à nu par ses célibataires, même (Grande Vetro), 1915-23 Colore ad olio, fogli di piombo e d'argento tra pannelli di vetro, chiusi in telaio di legno e acciaio, 272,5x173,8 cm Philadelphia Museum of Art

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Sopra vi è la multiforme: Vergine, Sposa, Iside ed Euridice, la «Signora suprema del mondo» -avrebbe detto Goethe- l'eterno elemento femminile che ci trae verso l'alto, cioè l'idea: in questa regione, annota Duchamp, «le forme principali non hanno più una commensurabilità».

Sotto, invece, alberga la chiusa società degli uomini che ha una base in «massoneria».

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“secondo il principio delle doppie letture omofone largamente usato da Raymond Russell, e suona così “La Marie est mise à nue pas ses céli-batteurs”, ovvero “Maria è messa nella nuvola dai propri trebbiatori celesti o celi-trebbiatori”. Dietro l’apparente gratuità della realizzazione, allora, si cela un complesso sistema di simbologie; qualcuno l’ha definita “macchina autopoietica” la quale, esclusivamente in relazione alla propriaautoreferenzialità e sistemi concettuali interni, mantiene una sorta di “autocomportamento”.

M. Calvesi, Arte e alchimia; M. Eliade, Il mito dell'alchimia

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Man Ray (pseudonimo di Emmanuel Radinskij, 1890-1977),

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Il Dadaismo si è diffuso in varie parti d'Europa, soprattutto a Parigi e in Germania.La sua durata è, però, stata breve. Tra il 1922 e il 1924, esaurita la sua funzione di demolizione del modo convenzionale di fare arte, i suoi principali esponenti elaborarono nuove soluzioni artistiche. In Francia dal Dadaismo scaturì il Surrealismo. In Germania derivarono varie correnti della Nuova Oggettività.