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RACCONTARE L’APPRENDIMENTO. IL METODO AUTOBIOGRAFICO PER ACCOMPAGNARE IL PERCORSO SCOLASTICO DEGLI ALUNNI Istituto Comprensivo Como Lago 20 febbraio 2015

Formazione como 20 febbraio 2015

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RACCONTARE L’APPRENDIMENTO.

IL METODO AUTOBIOGRAFICO PER

ACCOMPAGNARE IL PERCORSO SCOLASTICO

DEGLI ALUNNI

Istituto Comprensivo Como Lago

20 febbraio 2015

Mi presento, oggi, a questo gruppo: sono… una metafora per

rappresentarmi…

“La metafora è la più grande forza che l’uomo possiede. Essa confina con l’incantesimo ed è

come uno strumento della creazione che Dio dimenticò all’interno delle sue creature,

come un chirurgo distratto dimentica uno strumento nel

corpo del paziente” (Josè Ortega y Gasset)

Dove si colloca la nostra proposta…

Un approccio narrativo alla conoscenza nelle scienze umane…

Narrazione e racconto come vie di accesso alla

conoscenza e alla comprensione dell’uomo

-Autobiografia

-Approccio autobiografico

- Genere autobiografico

“Autobiografico”: autos+bios+graphein

Il termine è indicativo di diversi aspetti, focalizzati sull’importanza e la considerazione della storia esistenziale di

ogni soggetto:

- Un genere letterario

- Una declinazione filosofica

- Un genere educativo/formativo

- Un genere di ricerca nelle scienze umane

All’interno di quanto è definito “autobiografico”…

Consideriamo due connotazioni metodologiche che consentono di attuare

processi e interventi con un focus sulla narrazione di sè

La narrazione orale La scrittura

Per narrare…

Si narra QUALCOSA a QUALCUNO

-C’è una condivisione sociale

-Il narratore costruisce una trama, di senso nel racconto e relazionale con

l’ascoltatore

-Chi narra è presente nel racconto, inserisce il suo punto di vista.

-Compresenza di parola e ascolto.

- Narrare di sé: sforzo maieutico per dare significato a quanto vissuto.

Cfr. P. Jedlowski, Storie comuni. La narrazione nella vita quotidiana, Mondadori, Milano, 2000.

…Per un’esperienza di narrazione orale…

Lavoro a coppie: UN RICORDO DELLA SCUOLA ELEMENTARE…“Mi piaceva andare al mattino…comprare i pesciolini

di liquerizia a dieci lire e poi cominciare una bella giornata […]. In classe, della mia maestra ricordo

quasi tutto, una brava insegnante, mi ha dato molto, ma non è stata un vero e proprio modello di

riferimento. Mi piaceva come ci guidava nella lettura, nei pensieri e nelle emozioni”.

(Racconto di un insegnante, raccolto nel testo di C. Gemma, Scrittura e memoria. La parola allo

studente, Erickson, Trento, 2011, p. 88)

La scrittura…-Uno strumento culturale, con una sua fisicità: dà forma e corpo al pensiero.

-Uno strumento formativo: scrivere è un atto fisico, che obbliga il pensiero a rallentare.

La scrittura di sé…-Esiste un autore che intende dare forma scritta a pensieri, emozioni, eventi che

riguardano sé, la propria storia, la propria esperienza .

- Si utilizzano il pensiero narrativo e la memoria.

-Diverse tipologie di scritture di sé.

-Ricerca di senso e tessitura di trama: autobiografia. Scrittura auto-formativa.Cfr. D. Demetrio, La scrittura clinica, Cortina, Milano,

2008.

…Per un’esperienza di scrittura di sé…

…LA PRIMA VOLTA CHE HO SCRITTO…

“Fatevi portare dallo scrivere. Dopo esservi sistemati nel luogo che vi sembra più favorevole alla concentrazione del

vostro spirito in se stesso, ponetevi nello stato più passivo o ricettivo che potrete. Fate astrazione dal vostro genio, dalle

vostre doti e da quelle di tutti gli altri. Scrivete rapidamente e senza un soggetto prestabilito, tanto in fretta da non trattenervi, da non aver la tentazione di rileggervi”.

(D.Demetrio, La Scrittura clinica, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2008, p.283)

Pratiche narrative per educare a scuola

(Cfr. E. Biffi, Narrazione e pratiche educative fra infanzia e adolescenza, in D. Demetrio, Educare è narrare,

Mimesis, Milano, 2012.)Cosa significa educare a narrare/narrarsi nel contesto

socio-culturale odierno?

Esiste una pervasività di narrazione. Ma…

Narrare è un’azione complessa, a cui il nostro pensiero è chiamato (Cfr. Jerome Bruner), ma va

anche educato.

È necessaria un’educazione che orienti nel groviglio di trame e

narrazioni oggi esistente.

Educare a raccontarsi: educare a vedere la narrazione come una

possibilità, per cui occorre scegliere come e cosa raccontare, sulla base

dell’esercizio di un pensiero riflessivo, che nasce anche, ad esempio, da tempi

e spazi di silenzio.

Educare a tenere memoria: con le nuove tecnologie nulla si perde ma tutto si dimentica. La narrazione ha

insita in sé una forte relazione con la dimensione temporale, educa al ricordo e alla considerazione del

tempo.

…sulla base di quanto detto…

Come creare una didattica narrativa?

- Narrazione pensata come potenziale risorsa educativa, declinandola in pratiche capaci di aiutare e

rinforzare il processo di apprendimento.

- Qualsiasi didattica narrativa richiede la costruzione di un clima in aula che renda possibile

e favorisca la narrazione di sé

Mettere ogni singolo alunno al centro del SUO processo di apprendimento, in modo da poter ricondurre anche quanto accade

in aula alla sua storia, alla sua costituzione e formazione esistenziale.

Inoltre…

Le pratiche narrative richiedono un investimento sulla capacità del pensiero di pensare se stesso, per invitare a guardare il mondo con occhi curiosi e

creativi, in modo da comprenderlo, comprendendo se stessi…

Primo passo in questa direzione, ad esempio, è quello che indaga circa il proprio pensiero nel

processo di apprendimento…

Come funziona la nostra mente? Quale idea abbiamo del processo di costruzione della

conoscenza?

Conoscere per me è……Comprendere (H. G. Gadamer)

…spiegare e svelare la verità della realtà (A. Comte)

…co-costruire la realtà nel corso dell’incontro conoscitivo con essa (G. Bateson)

Pensare il conoscere e l’apprendimento come una storia, all’interno di un

approccio e un pensiero narrativo…

Ogni alunno forma e mette in atto un singolare ed unico modello di costruzione del sapere, di percorso

apprenditivo… Questa storia di apprendimento si forma e si scrive in qualsiasi materia scolastica, dentro e fuori

dall’aula, nella relazione con i compagni e i maestri/professori…

Rendere consapevoli e prendere in considerazione questi aspetti attraverso le

pratiche narrative, può sostenere e valorizzare il percorso di studio di ogni

alunno e la costruzione, per ognuno, di una propria strategia di apprendimento…

La proposta…

Formare dei piccoli gruppi di lavoro (quattro persone) e iniziare a pensare un piccolo progetto per

raccontare la storia di apprendimento dei propri alunni.

Entro l’incontro di aprile: formare i gruppi e comunicarli alla formatrice. Creare una bozza di progetto del gruppo e scriverla alla formatrice,

che darà il proprio feed-back ed eventuali suggerimenti…

Indirizzo mail per comunicare con la formatrice:

[email protected]

Iniziamo a lavorare…qualche suggerimento…

Si può lavorare con colleghi che insegnano la stessa materia o con colleghi di discipline

diverse: sarà interessante pensare progetti che vengano attuati in classi diverse nella stessa

disciplina, o nella stessa classe con insegnanti differenti…

Si può porre l’attenzione sugli apprendimenti formali e informali (cosa ho imparato in

classe? Cosa ho imparato in cortile?)

Ci sono tanti modi per imparare a scuola: quali? (lezione frontale, lavoro a gruppi,

nuove tecnologie, laboratorio, lo studio e i compiti a casa…). Qual è il pensiero e quale il

vissuto di ogni alunno su queste diverse situazioni di apprendimento?

Attenzione ai momenti di passaggio (fine anno, fine ciclo scolastico): il metodo autobiografico può rivelarsi utile strumento per ricostruire la storia di apprendimento

dell’anno, del ciclo scolastico per aiutare a traghettarsi verso la novità di un passaggio. “La storia del mio

apprendimento nella scuola primaria: sono arrivato che…sto andando via che….”

Si può lavorare sugli apprendimenti dei singoli, del gruppo classe, del singolo all’interno del gruppo

classe…e ragionare su come raccontare le storie di tutti questi apprendimenti…

Ci sono tanti strumenti per lavorare in maniera autobiografica: la scrittura, il diario, il disegno, il collage, il racconto orale…

…Ma di questi strumenti parleremo e faremo esperienza più approfondita nel prossimo incontro! Per ora si lavora sui progetti e…

Ci salutiamo con un pensiero…

Un’idea che porto a casa dopo questo incontro…

Arrivederci ad aprile e buon

lavoro!!!