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Futurismo

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Crisi nel modello sociale e politico ottocentesco

Nazionalismo Crisi del modello scientifico positivistaMarx Nietzsche e Freud: maestri del

sospettoScrive Paul Valery nel 1919: “..Noi,

civiltà, sappiamo di essere mortali…..”

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Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.

Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.

La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità penosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un'automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo...un'automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di Samotracia.

Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.

Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali.

Non v'è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.

Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente.

Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei liberatori, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.

Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.

Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le marce multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che fiutano l'orizzonte, e le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta. È dall'Italia che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologi, di ciceroni e d'antiquari. Già per troppo tempo l'Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri.

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Puntare sulla modernità

DinamismoProvocazioneVitalismo eroico di

matrice decadenteVisione ingenuamente

redentrice dell’arte

Alessandria d'Egitto 1876- Bellagio 1944. Milano è la città in cui Marinetti svolge la sua attività intellettuale, è la città per eccellenza della ricostruzione futurista

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Proposta integrale di rinnovamento dell’Arte

Caratterizzato dall’estremismo

Ritratto di Marinetti, Enrico Prampolini, Sintesi Plastica, 1924-25

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Merito principale: aver riconosciuto l’inadeguatezza dei linguaggi tradizionali

Umberto Boccioni, Reggio Calabria 1882- Sorte 1916

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1. Definire un programma in grado di penetrare profondamente le coscienze di un vasto pubblico

2. Scelta della violenza verbale e sistematica provocazione come mezzi di diffusione del messaggio prestabilito Carlo Carrà, Quargneto 1881- Milano 1966

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Manifesto tecnico – 1909

Manifesto dei pittori futuristi - 1910

La pittura futurista - 1910

Giacomo Balla, Torino 1871- Roma 1958

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Dinamismo Vitalità

modernità

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La breve vita del movimento si concluse verso il 1914, anche se alcuni critici e storici dell’arte parlano di un secondo futurismo manifestatosi negli anni Trenta. L’esperienza italiana esercitò tuttavia una profonda influenza sulla vicenda creativa di molti artisti europei

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La città che sale, Umberto Boccioni, 1910

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Si contrappone alla cultura tradizionale

Tuttavia mantiene non pochi legami con la cultura romantica

Nelle “serate” si ridicolizzano le convenzioni borghesi

Sperimentalismo in vari campi

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La pittura futurista ha molte analogie con il cubismo e qualche notevole differenza. Il cubismo scomponeva l’oggetto in varie immagini e poi le ricomponeva in una nuova rappresentazione

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Il futurismo non intersecava diverse immagini della stessa cosa ma interseca direttamente diverse cose tra loro. Il risultato stilistico a cui si giungeva era, però, molto simile ed affine.

Ciò che invece distingue principalmente i due movimenti fu soprattutto il diverso valore dato al tempo.

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Autoritratto 1909

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La città che sale, 1911

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1914,Stazione d’aeroplani

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1914,inchiostro azzurro, matita nera su carta,28,4x 20,1 cm.(Como, Musei Civici).

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1914,La città nuova

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1912Dinamismo di un Cane al guinzaglio

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Velocità d'automobile (1913)

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Manifesto pubblicato l’11 marzo 1915 da Giacomo BallaE Fortunato Depero:Impulso a ridefinire completamente le forme stesse del mondoEsterno fino a coinvolgere gli oggetti e gli ambienti della vitaQuotidiana.

COMPLESSO PLASTICOCreato con l’accostamento di materiali diversi e delle più Svariate tecniche artistiche

Nasce il principio di SINESTESIA, della fusione totale….

Lo spirito è giocoso e teatrale

Nasce l’AMBIENTAZIONE perché l’arte non sia fine a se stessa.

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Arnaldo Ginna. Così esordiva il “Manifesto del cinema futurista” pubblicato a Milano l’11 settembre 1916 e sottoscritto da F.T.Marinetti, Bruno Corra, Enrico Settimelli, Arnaldo Ginna, Giacomo Balla e Remo Chiti.

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Sulla rivista Lucerba, edita a Firenze, i fratelli Arturo e Carlo Ludovico Bragaglia annunciano nel 1910 la nascita del fotodinamismo futurista che sarà esplicitato nel libro di Anton Giulio Bragaglia.