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Alassio,5maggio’07 Incontro nazionale responsabili educativi PGS

giovanni campagnoli (2007) Adolescenti, giovani, adulti in relazione, Polisportive Giovanili Salesiane, Alassio

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Alassio,5 maggio’07 Incontro nazionale responsabili educativi Polisportive Giovanili Salesiane Adolescenti, giovani, adulti in relazione giovanni campagnoli

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Alassio,5maggio’07Incontro nazionale responsabili educativi PGS

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ADOLESCENTI, GIOVANI ED ADULTI IN RELAZIONE di Giovanni Campagnoli

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INDICE- giovani ed adulti: qualche dato; - il contesto educativo oggi; - l’adulto oggi; - la famiglia di oggi; - la relazione educativa; - come costruire relazioni educative

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GIOVANI ed ADULTI: QUALCHE DATO – 1/7

9 LUGLIO 2006 : MILIONI DI GIOVANI SI RIVERSANO NELLE PIAZZE D’ITALIA PER FESTEGGIARE IL MONDIALE

35% F e D15% UK

Per il 70% dei ventenni italiani, la “paghetta” è la principale fonte di reddito

10%Inglesi

20%Francesi e Tedeschi

In Italia, il 70%% dei maschi tra i 25 e i trent'anni che vive con i genitori

Non tutti ricordano che, dopo, ben 2,2 milioni di loro sono tornati a dormire nella casa dei loro genitori…

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GIOVANI ed ADULTI: QUALCHE DATO – 2/7

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GIOVANI ed ADULTI: QUALCHE DATO – 3/7

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GIOVANI ed ADULTI: QUALCHE DATO – 4/7

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GIOVANI ed ADULTI: QUALCHE DATO – 5/7

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Due “buone domande ”:

1. Come è possibile far in modo che l’impegno, la dedizione, la passione, l’assunzione del rischio, l’amore per il proprio lavoro degli adulti diventino una pedagogia educativa ?

2. Per i giovani, un’esperienza di partecipazione attiva è un “qualcosa di dovuto ”, un opzional , un oggetto su un menù , una perdita di tempo (ad es. rispetto al proprio futuro), o un luogo di autorealizzazione che parte da un “dono ”? Chi, come e quando si “valuta”?

GIOVANI ed ADULTI: QUALCHE DATO – 6/7

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GIOVANI ed ADULTI: QUALCHE DATO – 7/7

Perché:

• nessuno può rinunciare al proprio ruolo di padre, madre, ecc

• è un figlio/a che fa nascere un padre (o madre) e no n viceversa , è un gruppo che fa nascere un animatore, è una squadra che fa nascere un allenatore, ecc…

Nella realtà si registrano tentativi di delegare compiti educativiad altri (mamme, nonni/e, educatori, istituti religiosi, tutor, ecc)

Quale l’unica funzione che l’adulto in generale (es. perché genitore, operatore, animatore, docente, allenatore, ecc.) non puòdelegare ?

Quella educativa !

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IL CONTESTO EDUCATIVO DI OGGI – 1/5

Oggi, per la prima volta dal Dopoguerra , non vale più il paradigma dello “sviluppo senza fine ” dove sembrava che tutto potesse crescere all’infinito, a partire dal benessere personale.

Si è reduci dall’euforia della new economy , ultimo sogno collettivo dove la prospettiva di maggiori guadagni per tutti sembrava ancora possibile.

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IL CONTESTO EDUCATIVO DI OGGI – 2/5

Il futuro non è più una “rassicurante promessa ” di miglioramento delle condizioni per tutti, ma assume i toni di incertezza e di minaccia (ad. es. le nuove paure dei genitori per i figli), con una complessiva carenza di prospettive del contesto politico sociale generale.

Ciò provoca una maggior “insicurezzae ansia sociale ”, oggi percepibile un po’ ovunque.

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IL CONTESTO EDUCATIVO DI OGGI – 3/5

Ciò genera una “sindrome dell’incertezza ”che origina negli adulti e nelle famiglie:• una ricerca di assicurazione per sé e per i propri familiari, che avviene sempre di piùquasi esclusivamente sulle proprie forze , contando sulle capacità di adattamento alle mutevoli esigenze;

• l’uso di strumenti di tutela familiare che sono:

- investimenti privati finalizzati ad accrescere l’occupabilità dei figli (soprattutto per formazione e nuove tecnologie);

- il sostegno ad iniziative di auto-imprenditorialità .

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IL CONTESTO EDUCATIVO DI OGGI – 4/5

Da questa “sindrome” nasce una “ideologia dell’incertezza ” secondo cui:

1. le persone darebbero il meglio nella competizione e nell’agonismo sociale ;

2. i nuovi paradigmi su cui si è misurati sono il rispetto delle procedure ed il raggiungimento degli obiettivi entro un determinato tempo.

In realtà ciò produce: un individualismoesasperato; una intelligenza senza vogliae una serie di “passioni tristi ”.

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IL CONTESTO EDUCATIVO DI OGGI – 5/5La società nel rapporto giovani/adulti:

• è “adultocentrica ”;

• non riconosce più il patto fordista tragenerazioni ma non sa stipularne uno nuovo;

• ritarda sempre più i momenti di ingresso dei giovani nella vita adulta e quelli del prendersi carico delle prime responsabilità (casa, lavoro, investimenti, figli);

• ha abdicato al ruolo educativo o lo fa preoccupandosi dei giovani più in vista di ciò che potranno divenire in futuro, che non rispetto a ciò che già oggi sono;

• guarda ai giovani solo come soggetti vulnerabili e non come risorsa in quanto sensori privilegiati rispetto ai problemi dei vari contesti sociali ed anche possibili “indicatori ” di soluzione degli stessi.

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L’adulto oggi – 1/3 Oggi la generazione a disagio non è quella giovanile (come nei decenni passati), ma la crisi riguarda gli adulti (in particolare il padre, che non è più quello di una volta). Questo principalmente perché:

• la storia (personale) non è più “maestra di vita ”;

• il “principio dell’autorità ” fondato su una “anteriorità” (cioè: “fai così perché lo dico io e basta”) non funziona più: così con i figli non si impone nulla, al massimo li si persuade ;

• “crisi dell’autorità ” (e quindi del padre) significa anche fine della relativa funzione contenitiva e rassicurante (a ciò serve l’autorità), che lascia i figli soli di fronte alle loro pulsioni ed all’ansia che ne deriva.

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L’adulto oggi – 2/3 Di conseguenza:

• i genitori cercano di alleviare ai loro figli le dimensioni più difficili da reggere: le emozioni legate alla ”vergogna ” ed il “fare fatica ”, invece di dare a queste dimensioni un senso (es. educare al disagio);

• i genitori sono la copia culturale ed emotiva dei loro figli .

In questo contesto, nei giovani vi è una ricerca di nuovi limiti (ed emozioni ) per esplorare la propria potenza , per crescereattraverso nuovi “riti di passaggio ”, visto che quelli tradizionali (ed i loro significati) sono saltati (ad. es. Esame di maturità, servizio militare). Questi nuovi riti hanno spesso come obiettivo la trasgressione delle leggi .

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L’adulto oggi – 3/3

La difficoltà dell’adulto a relazionarsi con i figli, ha come conseguenza il fatto che tra loro nascono nuove relazioni piùorizzontali (democrazia degli affetti), amicali , collusive e di complicità .Qualche dato su questa difficoltà:

· il 73% dei genitori afferma che il mestiere di genitore èmolto più difficile che in passato;

· il 40% che la famiglia è sempre meno in grado di trasmettere valori positivi quali rispetto della dignità umana, tolleranza, solidarietà;

· il 50% che c’è un’oggettiva difficoltà a competere con altri e più attraenti “fori educativi ”, quali la tv (che oggi svolge il 70% dell’azione educativa) ed i nuovi strumenti di gioco.

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La famiglia di oggi – 1/9

Le ricerche di Iard e Censis sulle percezioni di adulti e giovani rispetto alla famiglia dicono che:

• è un soggetto che “tiene bene ”, gode di stima e fiducia;

• gli adolescenti la indicano come un valore importantissimodella loro vita (insieme agli amici, con l’80% delle risposte);

• il 60% dei genitori si dichiara “ottimista malgrado tutto ” (contro un 21% di pessimisti), in quanto ritiene che la famiglia è comunque in grado di affrontare autonomamente i rischi cui i figli potrebbero andare in contro in futuro.

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La famiglia di oggi – 2/9MA QUALCOSA E’ CAMBIATO : si tratta infatti di famiglie che sono percepite sempre più come luoghi di protezione e di affetto , ma meno come luoghi di comunicazione reale , legate alle questioni davvero “importanti ”. Qualche esempio:• i figli non comunicano ai genitori come stannorealmente (o questioni importanti per loro, parlandone invece con gli amici) ed i genitori non chiedono loro questo (la domanda è un’altra, cioè“con chi sei stato” e “dove sei stato?” e non “come”);

• i genitori non parlano con i figli di questioni loro personali (ad. es. in caso di separazione –una coppia su 3- i figli sono gli ultimi a saperlo, pur percependo un clima familiare tutt’altro che amorevole…), di possibili difficoltà future e non esplicitano le loro ansie e timori (che però i figli percepiscono, creando un indebolimento del ruolo di genitore , vissuto come non in grado di contenere le emozioni proprie e quindi nemmeno dei figli).

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La famiglia di oggi – 3/9

QUALCOSA E’ CAMBIATO : sul fronte delle paure si registra tutta l’influenza del contesto attuale, amplificata dai media .

Così i genitori, invece di temere rispetto ad un fallimento della loro azione educativa , hanno paura per le cose brutte che potrebbero capitare ai loro figli.

Le paure sul fronte economicoLe paure per il futuro dei figli1. il timore degli incidenti stradali (43,5%);2. l’uso di droga (41,1%);3. la frequentazione di cattive compagnie (32,2%);4. il timore di malattie (32%); 5. diventare vittime di pedofili (27%).

1. non trovare lavoro (65%), 2. difficoltà economiche della famiglia (o in conseguenza della morte di un genitore),3. la scarsa offerta scolastica e formativa (12,8%)

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La famiglia di oggi – 4/9Nascono così nuovi modelli di famiglia ed i due stili più diffusi sono:

1. iperprotettivo : i genitori si sostituiscono continuamente ai figli consideratifragili, impedendo loro di crescere; i comportamenti degli adulti diventano spesso confusivi e dissonanti; ai figli si attribuisce una “libertà senza responsabilità ” (è permesso e concesso di più , ma preteso di meno !)

2. democratico-permissivo : i genitori sono amici dei figli, mancano di autorevolezza, saltano le gerarchie. Vi è quindi una prevalenza di codici materni che paterni, c’è meno severità e più complicità e, come già detto, gli equilibri sono basati sui “non detti”.Consegue che nel rapporto genitori/figli :

· i genitor i hanno un ruolo sempre meno autoritario (come detto crisi del “principio di autorità”, sicuramente più facile e comodo da applicare);

i rapporti genitori/figli sono più orizzontali (una “quasi amicizia ”), così in famiglia non si litiga più con i figli (nessuno scontro, nessun confronto );

da “Questa casa non è un albergo ” a “in questo albergo sei di casa ”;

· non vi è un reale accompagnamento verso l’autonomia e l’indipendenza dei figli, ma si preferisce “gestirne la dipendenza”.

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La famiglia di oggi – 5/9

Di fronte a questa situazione le famiglie hanno un doppio atteggiamento :

• da una parte denunciano la solitudinein cui si trovano a svolgere la loro funzione educativa;

• dall’altra si attrezzano per elaborare una strategia di “costruzione di sicurezze ” per i figli, che consistono: nell’avviare un’attività economica (per il 36,4% dei genitori), nell’investire in fondi di investimento, acquistare una casa ed assicurarsi.

In ogni caso i genitori tendono a “tenere a sé i figli” molto di più che in anni precedenti e di altri Paesi europei.

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La famiglia di oggi – 6/9Situazione attualeScenari

Il rinvioCiò significa per i giovani un rinvio ad assumersi responsabilità definitive, alimentando quella che viene definita la “sindrome di Peter Pan ”, coniando il termine ad hoc di “giovani adulti ”.

Ma è sana una società, ed una famiglia, che non si occupa dell’autonomia dei figli? Che si attrezza per gestire la loro dipendenza , piuttosto che favorirne l’autonomia ?

- 2,2 milioni di giovani con indipendenza lavorativa vivono con i genitori (70% per motivi economici, 30% per scelta); - il 70% dei maschi tra i 25 e i trent'anni vive con i genitori (20% in Francia e Germania e 10% in GB); - nel 2003 le nubili ed i celibi tra i 25 e i 34 anni che ancora abitavano nella famiglia di origine erano rispettivamente il 28,3% e il 41,3% (contro il 18,5% e il 33,1% del 1993). Sono passati in dieci anni dal 28,8 % al 34,9%, sorpassando la percentuale dei coetanei che vivono in coppia con figli (scesa dal 41,9% al 27,9%).

Nuovi equilibri famigliari e giovani-adulti

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La famiglia di oggi – 7/9Situazione attualeTipologieTorino: 105.889 coppie con figli, ma anche 31.112 madri con figli e 6.203 padri con figli (il 26% delle famiglie, una su quattro, è composta da un solo genitore , dati 2003).

Oltre cinque milioni di famiglie, cioè il 23% del totale, non replica il modello tradizionale , quello cioè della coppia sposata con figli.

Diminuzione del numero delle coppie con figli (tra il 1993 e il 2003 si è passati dal 48% al 41,9%).

Negli ultimi dieci anni le separazioni legali sono aumentate del 56,9% ed i divorzi del 59,4% . Non solo: oggi un matrimonio su tre si conclude con una separazione .

Nell’ultimo decennio sono triplicate passando dall’1,3% al 3,8 % del totale delle coppie italiane, arrivando a 500.000 unioni in Italia nel 2005.

In Italia, circa tre milioni

Rinvio della maternità per donne sempre più istruite ed occupate

Famiglie monogenitoriali

Nuovi modelli di famiglia

Aumento delle separazioni

Coppie di fatto

Single

Nuovo ruolo della donna

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La famiglia di oggi: i figli – 8/9

Come si è visto, questa precocità perònon si traduce anche in autonomia, anzi. I giovani sono dei perenni adolescenti per quel che riguarda l’autonomia e le prime assunzioni di piene responsabilità (“sindrome di Peter Pan ”).

I figli oggi tra Mozart e Peter Pan.

Oggi ci si trova di fronte a bambiniche sono dei “precoci adulti ” dal punto di vista dei consumi ed atteggiamenti (“sindrome di Mozart ”).

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La famiglia di oggi: i figli – 9/9Cosa chiedono allora i giovani ai loro genitori ed agli adulti in generale? Essenzialmente di:• essere educati ;

• essere presenti nella loro vita, sapendoli ascoltare . Significa garantire “spazi ” e tempi nella relazione, in cui comunicare in modo autentico , progettando con loro, considerando questo rapporto come il mezzo per poter crescere ed educare.

È quindi una richiesta semplice, autentica, ma fondamentale in quanto derivante da loro bisogni, a partire da quello della condivisione di tempo (una ricerca inglese afferma che il tempo che quotidianamente i padri dedicano ai figli èmeno di 12 minuti ), ma se nella relazione non c’è un minimo di quantità, non c’èneanche qualità!

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LA RELAZIONE EDUCATIVA Allora quali attenzioni educative ? Ecco 8 atteggiamenti “vincenti ”:

1. riconoscerli nelle loro competenze (autostima! );

2. essere coerenti tra i valori dichiarati ed i comportamenti agiti (ogni azione e comportamento del genitore è osservato e valutato dai figli);

3. i figli hanno bisogno di incontrare adulti che siano credibili, autentici, testimoni significativi , modelli da imitare, non eroi irraggiungibili;

4. dimostrare capacità di negoziazione (che vuol dire venirsi incontro e dare loro fiducia, credere in loro, costruire una relazione significativa con loro, a partire dalle opportunità educative della “paghetta ” e del premio per i voti positivi);

5. dimostrare capacità di controllo nei loro confronti (la cui mancanza è percepita come un’indifferenza);

6. usare linguaggi differenti , interessandosi ai loro interessi (amate ciò che amano i giovani, affinché loro vi amino, Don Bosco );

7. cercare di intercettare anche le “domande mute ” dei figli;

8. il mestiere del genitore è quello più difficile ed è quindi possibile farsi aiutare, anche costruendo alleanze con le altre agenzie educative della famiglia, in modo che l’azione educativa sia più efficace .

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COME COSTRUIRE RELAZIONI EDUCATIVE - 1/9

Nel lavoro con i giovani non è detto che tutte le proposte debbano venire dal loro! Gli adulti (gli operatori), i docenti, hanno il dovere di fare proposte, anche forti!Si tratta di percorsi che più difficilmen-te vengono proposti dai giovani, ma non per questo bisogna rinunciare a proporli! Se no vi è il rischio di giovanilismi facili “solo quello che vogliono i giovani”…). Se aggiungiamo poi l’attuale “crisi dei ruoli di autorità” ed il fatto che i media sono responsabili del 70% della trasmissione dei valori ai giovani, si rischia la “fine di proposte educative forti ”. Che invece piacciono ai giovani!

Locri, 19 ottobre 2005

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COME COSTRUIRE RELAZIONI EDUCATIVE - 2/9

Un’esperienza con un gruppo di adolescenti è:

• un lungo percorso di progettualità (un “long life learning project ”) che coinvolge sistemi, valori e tempi ;

• un pro jecus , cioè un qualcosa che va al di là del presente , che ha degli obiettivi di più lungo periodo (scelto oggi, ma i risultati saranno da oggi in poi), da condividere ;

• un ponte che deve reggere all’incertezza dell’oggi e far vedere uno scenario futuro , più bello e vantaggioso (da tutti i punti di vista) per i soggetti in causa;

• l’attualizzazione e l’interiorizzazione di alcuni comportamenti e valori .

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COME COSTRUIRE RELAZIONI EDUCATIVE – 3/9

Si ricordi che con questi adolescenti e giovani:

- si insegna più con l’esempio che con le parole (hanno + bisogno di testimoni e modelli significativi, che di eroi…) ;

- è il tempo la moneta da usare per investire nella relazione

- si tratta di un percorso, in cui sono presenti codici materni e paterni ,aspetti razionali ed emotivi . E proprio questi ultimi sono potenti per bloccare o accettare scelte ed sfide , per farsi coinvolgere o meno .

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Partecipazione giovanile oggi - 4/9

Oggi partecipazione non è più sinonimo di:

Rappresentanza : crisi delle forme tradizionali e poco spazio ai giovani all’interno di queste formeAppartenenza : oggi più di tipo user (e, forse, massmediatiche, es. Nottibianche e Torino 2006)

Militanza : oggi più vicino al protagonismo dei giovani, a forme di espressione giovanile

Progetti con questi adolescenti

Bisogna trovare nuove forme e parole per la parteci pazione giovanile!

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1. riconoscere i giovani nelle loro competenze, infonde ndo coraggio e fiducia ;

2. la relazione deve essere il mezzo per crescere e pr ogettare, “credendoci ”;

3. introdurre le categorie della “contrattualità ” e della “reciprocità ” con un “adulto colorato ”, credibile, autorevole agli occhi dei giovani (come già detto,il “facilitatore ”).

Partecipazione è relazione 5/9:

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Partecipazione è “conoscere altre persone”, motivazione tra le principali dei giovani per prendere parte a questi percorsi…). Si tratta di una costruzione di legami sia tra giovani stessi, che con le istituzioni (il mondo adulto). Quindi per sviluppare partecipazione attiva alla vita della città è necessario:

•promuovere interventi che siano catalizzatori di processi di partecipazione giovanile, partendo anche dagli interessi dei giova ni, proprio grazie ad un soggetto “facilitatore ”;•garantire spazi per ritrovarsi e scambiarsi idee , dove il “clima ” sia buono e con una dimensione di svago e di piacere , in modo che emergano potenzialità, idee e risorsedi chi vi partecipa;•occorrono “spazi” in cui rielaborare vissuti e sperimentare emozioni, luoghi in cui vi sia comunicazione e ascolto , in cui si costruiscano con i giovani orizzonti culturali e prospettive diverse rispetto a quelle che penetrano quotidianamente dai media (luoghiinvece di “non luoghi ”);•sviluppare un più alto grado di relazionalità, di intensità dei legami, di livello di fiducia nella comunità (capitale sociale ).

Partecipazione è relazione: - 6/9

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COME COSTRUIRE RELAZIONI EDUCATIVE – 7/9

Un’esperienza è un lungo percorso che :

1. genera fiducia tra le parti coinvolte e resiliance (sviluppo di capacità di far fronte a difficoltà, anche perché spesso si parte da quelle…)

2. coinvolge più soggetti ;

3. coinvolge più oggetti;

4. prevede un “benessere ” necessario e funzionale al risultato ed una contrattualitàdi tipo “win/win”;

5. richiede tempo e non facili scorciatoie, necessita di riflessioni , ripensamenti, rielaborazioni;

6. è intriso di emozioni potenti , paure, angosce, dipendenze reciproche, possibilitàdi ”fuga” e di scontro, spesso anche pieno di stereotipi, “non detti” e “scontati”;

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COME COSTRUIRE RELAZIONI EDUCATIVE -8/9

Le emozioni legate possono:

1. essere vissute come imbarazzanti o qualcosa di cui vergognarsi (magari perché rivela verità scomode e/o debolezze che è meglio rimuovere o non svelare);

2. originare equivoci , incomprensioni, “non detti ”.

Oppure:

• essere esplicitate, in un clima relazionale positivo, ricordando che ogni “sentito” è legittimo (e non ne esistono di giusti e sbagliati);

• essere considerate una “opportunità educativa ”, imparando a “seguire l’intuito ”, fidandosi di più di ciò che si sente, migliorando sempre di più le capacità di ascolto interiore.

All’interno delle relazioni bisogna essere onesti e sinceri e trattare anche queste parti . Anche perché, se non lo si fa, prima o poi riemergono . E con tutta la loro potenza (e violenza) di anni di carica di energia accumulata .

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COME COSTRUIRE RELAZIONI EDUCATIVE -9/9

Un adulto (educatore e/o genitore) rispetto a questi temi può già conoscerli, o non conoscerli o non sapere di non conoscerli . Spesso, in buona fede, gli adulti di oggi si trovano in quest’ultima situazione. Ma il lavoro educativo significa:

1. aiutare e sostenere a scegliere gli adolescenti, valorizzandone reali potenzialitàed aiutandoli contemporaneamente nella scoperta e nell’accettazione dei limiti ;

2. non improvvisare, ma cominciare dall’infanzia quando si stabiliscono le prime regole e si assegnano i primi compiti ;

3. costruire maggior autorevolezza , funzionale al contenimento delle ansie degli adolescenti, garantendo una funzione normativa e generando senso di sicurezza e protezione ;

4. un “equilibrio dinamico nelle relazioni ”, grazie a legami solidi, caldi, sicuri, accoglienti, in modo che i figli possano contare su una reciprocità in grado di reggere e contenere qualsiasi problema, vicissitudini ed emozioni;

5. considerare un rapporto educativo come un dialogo che dura una vita lungo il quale gli adulti non hanno principi generali da esporre, quanto la realizzazione di un itinerario , condividendo la quotidianità con gli adolescenti.