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Il Tevere Arianna Tripicchi

Progetto città ideale 2014-15 - Liceo Joyce AricciaIl tevere

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Il Tevere

Arianna TripicchioAnnamaria Lauteri

Iamque rubescebat radiis mare et aethere ab alto Aurora in roseis fulgebat lutea bigis, cum venti posuere omnisque repente resedit flatus et in lento luctantur marmorae tonsae.

Atque hic Aeneas ingentem ex aequore lucum prospicit.

Hinc inter fluvio Tiberinus amoeno, verticibus rapidis et multa flavos harena, in mare prorumpit. Variae circum supraque adsuetae ripis volucres et fluminis alveo aethera mulcebat cantu lucoquae volabant.

Virgilio, Eneide, VII, 25-36

Ormai il mare cominciava ad arrossare sotto i raggi, e dall’altro del cielo l’Aurora,col suo roseo carro, splendeva dorata, quando i venti posarono e all’improvviso cadde ogni alito e i remi si affaticavano nel piano immobile. E qui Enea avvista dal mare un grande bosco sacro. Nel mezzo, il Tevere, con amena corrente, a rapidi mulinelli, biondo di molta sabbia, prorompe in mare.E sopra e all’intorno,variopinti , gli uccelli abituati alle rive e al greto del fiume,raddolcivano l’aria col loro canto e volavano per il bosco.

"Non senza motivo gli dei e gli uomini scelsero questo luogo per fondare la Città: colli oltremodo salubri, un fiume per l'incremento della città; la stessa grandezza di quest'ultima ne è la prova". Così scriveva Livio.

La presenza del fiume fu talmente importante per la nascita della città che Servio , arrivò a sostenere che il nome arcaico del Tevere, "Rumon diede il nome alla città, sicché Roma avrebbe significato "Città del Fiume".

Ed ecco il dio Tevere manifestarsi ad Enea. A lui proprio il dio del luogo, il Tevere dalla bella corrente, sembrò

emergere dalle fronde dei pioppi, come un vegliardo: e lo velava un leggero mantello con un

Drappo verde-azzurro e delle ombrose canne coprivano i suoi capelli.Allora così parlava e confortava le sue sofferenze con queste parole (…)“(…) Alzati, sbrigati, figlio di dea, e al primo calar delle stelle offri,

secondo il rito,Preghiere a Giunone e la sua ira e le sue minacce superale con i voti

supplichevoli. Vittorioso a me l’onore attribuisci. Io sono, che vedi con piena corrente lambire le rive e raggiungere i fertili campi, il ceruleo Tevere, il fiume più caro al cielo, qui c’è la mia vasta dimora e la mia testa si solleva tra le fiere città.”

Disse, poi il fiume si nascose nel letto profondo, toccando i fondali.

Virgilio, Eneide, VIII 31,67 passim .

Er barcarolo

Quanta pena stasera... C'è sur fiume che fiotta cosìSfortunato chi sogna e chi spera.Tutti ar monno dovemo soffrìSi c'è 'n'anima che cerca la pacePuò trovalla sortanto che qui...

Er barcarolo va contro corenteE quanno canta l'eco s'arisenteSi è vero fiume che tu dai la pace.Fiume affatato fammela trovà... 

Più d'un mese è passatoDa quel giorno ch'io dissi: "A Ninè...Quest'amore è ormai tramontato"Lei rispose: "Lo vedo da me..."Sospirò, poi me disse: "Addio còre...Io però nun me scordo de te!".

Je corsi appresso ma, nun l'arivaiLa cerco ancora e nun la trovo maiSi è vero fiume che tu dai la pace.Me so' pentito fammela trovà... 

Proprio sotto ar battello S'ode un tonfo ed un grido più 'n là.S'ariggira je fa' er mulinelloPoi riaffonna e riassomma più 'n làSoccorete è 'na donna affogataPoveraccia penava chissà!?

La luna da lassù fa' capoccellaRischiara er viso de Ninetta bellaCercava pace ed io nun je l'ho data.Boiaccia fiume je l'hai data tu!

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L’isola Tiberina

L’Isola Tiberina è un’isola a forma di vascello. Contribuì alla nascita di Roma tra i sette colli. Secondo una leggenda riportata dallo storico greco Plutarco , sarebbe nata dal cumulo dei mannelli di grano, saccheggiati nel Campo Marzio e poi gettati nel fiume per evitare il sacrilegio. Quel bottino di covoni costituisce adesso un’isola sacra con tempi e viali.

Il primo edificio importante dell’isola Tiberina è il tempio di Esculapio, figlio di Apollo e Dio della medicina. Nel 293 a.c. una pestilenza affligge Roma. Il senato allora manda un’ambasciata a Epidauro, il Dio risanatore. Al ritorno dall’ambasciata, la nave Romana, reca un serpente sacro al Dio, in prossimità della riva del Campo Marzio. L’animale sbarca senza indugi e nuota tranquillo fino all’isola. Come dire:Vi porto la guarigione, ma qui, voglio un tempio. Il serpente fu accontentato e il tempio venne eretto.

Oggi il tempio non c’è più, ma nel 1548 è stato istituito l’ospedale Fatebenefratelli.

I ponti di RomaI ponti di Roma scavalcarono il Tevere quando

ormai Roma si era impossessata stabilmente della riva sinistra del fiume; infatti fino a quel momento, per ragioni difensive, non si era ritenuto necessario costruire ponti che, potenzialmente, potevano essere utilizzati dal nemico per entrare in città. Anche quando furono costruiti, i primi ponti erano realizzati in legno, proprio per poter essere distrutti in caso di attacco nemico. Solo quando i Romani si sentirono sicuri del loro potere, iniziarono a costruire ponti di pietra.

Gli antichi ponti romani ormai non esistono più, mentre altri ne sono stati creati per le moderne esigenze della città contemporanea.

Nel 2012 è stato inaugurato un nuovo ponte, o per meglio dire un cavalcaferrovia, che è intitolato a Settimia Spizzichino, unica donna sopravvissuta al rastrellamento del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943.

Ponte Milvio

“Con questo segno vincerai” è la frase, in greco, che apparve in cielo a Costantino quando, il 28 ottobre del 312 d.C. proprio in prossimità del ponte, si scontrò con le truppe di Massenzio. La vittoria di Costantino segnò una svolta importantissima nell’Impero romano e portò alla promulgazione dell’Edito di Milano, con il quale si decretava la fine di ogni persecuzione religiosa.

Ponte Milvio , oggi, è noto come il ponte degli innamorati per via dei lucchetti che gli innamorati hanno attaccato ai lampioni come prova di amore eterno. Questa tradizione è resa molto popolare dal romanzo di Federico Moccia, Ho voglia di te”,  in cui, i due protagonisti si giurano amore eterno agganciando un lucchetto al lampione centrale del ponte e poi ne buttano la chiave nel Tevere. Questo rito d'amore si ripete ormai su tutti i lampioni di tutti i ponti italiani e coinvolge anche gli stranieri.

Il ponte dei Fiorentini

Il ponte dei fiorentini, o come lo chiamavano i Romani “er ponte de fero” venne realizzato tra il 1861 e il 1863. Fu il primo ponte sospeso costruito a Roma ed è posto tra Via Giulia e Via della Lungara.Fu soprannominato “Ponte del Soldino”: come compenso per le spese sostenute.Il ponte fu demolito nel 1941 quando si realizzò Ponte Principe Amedeo, posto circa a 100 metri più a monte. Era in perfetto stato e il suo acciaio fu portato nei centri di raccolta per la guerra.