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Art. 37 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. 20/04/15 1 Accordo Stato-Regioni del 21/12/2011 Luogo e data

Rumore e vibrazioni, di Veronica Gallo

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Art. 37 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

20/04/15   1  

Accordo Stato-Regioni del 21/12/2011

Luogo  e  data  

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Il  suono  è  una  vibrazione  di  molecole  dell’aria  che  si  propaga  so<o  forma  di  onda  sonora   (o   acus?ca)   a<raverso   l’aria   stessa.   Lo   spazio   in   cui   si   propaga   l’onda  sonora  è  chiamata  campo  sonoro.  

Onda: disturbo che viaggia lontano dalla sorgente in tutte le direzioni

Vibrazione: movimento rapido avanti e indietro di un oggetto o di una sua

parte

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Frequenza:   che  è   il  numero  delle  variazioni  di  pressione  che  si  verificano   in   un   secondo   (viene   misurata   in   HERTZ).   Le  frequenze  udibili  dall’orecchio  umano  sono  comprese  tra  20  e  20.000  Hz  

Intensità:   che   è   l’ampiezza   delle   variazioni   della   pressione   e  l’unità  di  misura  è  il  decibel  (dB)  la  soglia  dell’udito  è  uguale  a  0  dB    quella  del  dolore  è  superiore  a  130  dB.  

SUONO  

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RUMORE  SUONO  le  cui  cara<eris?che  di  frequenza,  livello  e  variabilità  nel  tempo  intensità,  da  risultare  fas?dioso  o  addiri<ura  dannoso  per  la  salute.  

Rumore IMPULSIVO Livello sonoro con elevati picchi di breve durata

Rumore COSTANTE Livello sonoro con variazioni trascurabili nel tempo

Rumore FLUTTUANTE Livello sonoro estremamente variabili nel tempo

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IL   DATORE   DI   LAVORO   nell’ambito   della   valutazione   dei   rischi   effe<uata   ai  sensi  dell’art.  28,valuta  tuS  i  rischi  derivan?  da  esposizione  ad  agenP  fisici.  

Tale   valutazione   è   programmata   ed  e ff e<u a t a ,   c o n   c a d e n z a   A LMENO  QUADRIENNALE,  da  personale  qualificato  

La  valutazione  dei  rischi  è  aggiornata  ogni  qual  volta  si  verifichino  mutamen?  che  potrebbero  renderla  obsoleta,  ovvero,  quando  i  risulta?  della  sorveglianza  sanitaria  rendano  necessaria  la  sua  revisione.    

Art.  181    

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In  nessun  caso  i  lavoratori  devono  essere  espos?  a  valori  superiori  ai  

valori  limite  di  esposizione.  

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Il  DATORE  DI  LAVORO  nella  valutazione  dei  rischi  precisa  quali  misure  di  prevenzione  e  protezione  intende  a<uare  al  fine  di  eliminare  o  ridurre  al  minimo  i  rischi  derivan?  dall'esposizione  agli  agen?  fisici.  

Art.  181    

Il datore di lavoro nella valutazione dei rischi precisa quali misure di prevenzione e protezione devono essere adottate. La valutazione dei rischi può includere una giustificazione del ddl secondo cui la natura e l’entità di tali rischi non ne rendono necessaria una più dettagliata.

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Il  DATORE  DI  LAVORO  ha  l’obbligo  di  informare  e  formare  i  lavoratori  riguardo:    a) alle  misure  di  prevenzione  e  protezione  ado2ate  b) all'en5tà  e  al   significato  dei   valori   limite  di   esposizione  e  dei   valori  di  azione  defini5,  nonché  ai  potenziali  rischi  associa5  c) ai  risulta5  della  valutazione  d) alle  modalità  per  individuare  e  segnalare  gli  effe>  nega5vi  dell'esposizione  per  la  salute  e) alle   circostanze   nelle   quali   i   lavoratori   hanno   diri2o   a   una   sorveglianza  sanitaria  f) alle   procedure   di   lavoro   sicure   per   ridurre   al   minimo   i   rischi   derivan5  dall'esposizione;  g) all'uso  corre2o  di  adegua5  disposi5vi  di  protezione  individuale  

Art.  184    

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Art.  185    

Nel   caso   in   cui   la   sorveglianza   sanitaria   riveli   in   un   lavoratore  un’alterazione   apprezzabile   dello   stato   di   salute   correlata   ai   rischi  lavora?vi  può  richiedere  al  datore  di  lavoro,  di:  

I   lavoratori   espos?   agli   agen?   fisici   sono   so<opos?   alla   sorveglianza  sanitaria   effe<uata   dal   medico   competente   nelle   modalità   e   nei   casi  previs?  sulla  base  dei  risulta?  della  valutazione  del  rischio.  

Sottoporre a revisione la valutazione dei rischi e/o le misure predisposte per eliminare o ridurre i rischi.  

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Art.  188    

Pressione  acusPca  di  picco  (ppeak):  valore  massimo  della  pressione  acus?ca  istantanea  ponderata  in  frequenza  “C”  

Livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): [dB(A) riferito a 20 µPa]: valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di otto ore

Livello   di   esposizione   seZmanale   al   rumore   (LEX,w):   valore   medio,  ponderato   in   funzione   del   tempo,   dei   livelli   di   esposizione   giornaliera   al  rumore  per  una  seSmana  nominale  di  cinque  giornate  lavora?ve  di  o<o  ore  

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Sono utilizzate nell'ambito dell’inquinamento acustico per misurare il grado di "disturbo" dato da un certo suono.

La  reazione  umana  ad  un  certo  suono  è  funzione:  • della  pressione  sonora  • della  frequenza  del  suono  

Questo significa che non è possibile valutare un suono solo in base ad uno di questi due fattori. Esse sono state ottenute in base a studi statistici condotti su differenti gruppi di popolazione.

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Fonometro  

Lo  strumento  u?lizzato  per  la  misurazione  del  livello  di  pressione  

sonora  e’  il    fonometro  

La pressione sonora viene tradotta in un corrispondente segnale elettrico, a sua volta pesato, quasi sempre, con un particolare filtro di ponderazione; i valori vengono espressi in dB (decibel).

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Valori limite di esposizione LEX,8h Ppeak

riferiti a 20µPa

Valore limite di esposizione 87 dB(A) 140 dB(C) 200 Pa

Valori superiori di azione 85 dB(A) 137 dB(C) 140 Pa

Valori inferiori di azione 80 dB(A) 135 dB(C) 112 Pa

Valori  limite  e  di  azione  

Art.  189  e  196    Il ddl sottopone a sorveglianza sanitaria i lavoratori la cui esposizione al rumore eccede i valori superiori di azione  

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Valori  limite  e  di  azione  

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Uso  dei  DPI  Art.  193  e  art.  194    

RUMORE ≥ Valore limite di esposizione 87 dB(A)

• Adotta misure immediate per riportare l’esposizione al di sotto dei valori; • I n d i v i d u a l e c a u s e dell’esposizione eccessiva; • Modifica le misure di protezione e di prevenzione per evitare che la situazione si ripeta

RUMORE ≥ Valori superiori di azione 85 dB(A)

Il ddl esige che i lavoratori utilizzino i DPI

dell’udito

RUMORE > Valori inferiori di azione 80 dB(A)

Il ddl mette a disposizione dei

lavoratori DPI dell’dito

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Disposi;vi  di  Protezione  Individuale  

Il datore di lavoro, qualora i r ischi derivanti dal rumore non possono essere evitat i con le misure di prevenzione e protezione, fornisce i dispositivi di protezione individuali per l'udito conformi alle normative vigenti.

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Disposi;vi  di  Protezione  Individuale  L’attenuazione dei DPI deve porsi come obiettivo di minimizzare il rischio da rumore, e in ogni caso, garantire che non si superino i limiti di esposizione.

Cuffie  (EN  352-­‐1)  

• abbinate  ad  elme<o  (EN  352-­‐3)  

• aSve,  con  radio  incorporata  (EN  352-­‐4)  

Tappi  auricolari  (EN  352-­‐2)  

• inser?  (filtri)  

• tappi  con  catenella  

ArcheZ  EN  352-­‐2  

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• Abenuazione  sonora  in  o<ave  e  rispeSva  deviazione  standard.  

•  (H),  (M),  (L)  (a<enuazione  alle  alte,  medie  e  basse  frequenze)  

• SNR  (Simplified  Noise  Reduc?on)  

Il  produ<ore  deve  dichiarare:  

Disposi;vi  di  Protezione  Individuale  

Leq  (A)    (dBA)  (orecchio)=  Leq  (C)  (dBC)  –  SNR  (dB)  

Es: SNR = 21 dB Leq(C) = 103 dBC

Leq (A) = 103 -21 = 82 dBA

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Disposi;vi  di  Protezione  Individuale  

Usare correttamente gli otoprotettori

richiede FORMAZIONE

SPECIFICA

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Se>ori  lavora;vi  Tra  i  se<ori  lavora?vi  maggiormente  so<opos?  al  rischio  rumore  ci  sono:    

• Ferrovie;  • Aeropor?;    • Can?eri;  

• Industrie.  

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il rumore è causa di danno e provoca:

Danni  udiPvi  

Danni  extraudiPvi  

Danni  del  rumore  

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ipoacusia lieve: deficit acustico tra 25 e 40 dB ipoacusia media: deficit acustico tra 40 e 60 dB ipoacusia moderata: deficit acustico tra 60 e 70 dB ipoacusia grave: deficit acustico tra 70 e 90 dB ipoacusia profonda: deficit acustico >90 dB.

Danni  che   incidono  nega?vamente  a  carico  dell’organo  dell’udito,  provocando   all’inizio   fischi   e   ronzii   nell’orecchie   con   una   iniziale  transitoria  riduzione  della  capacità  udi?va  e  successiva  sordità.

Danni  udi;vi  

Ipoacusia  si intende una riduzione, più o meno grave, dell’udito

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Ipoacusia  In Italia l'ipoacusia da rumore è la patologia professionale più frequentemente denunciata.

Dai dati INAIL la malattia professionale " Ipoacusia e sordità da rumori" rappresenta circa la metà dei casi di tutte le malattie professionali denunciate nel ramo industria.

L'ipoacusia  da  trauma  acus?co  cronico  è  considerata  "malaSa  professionale"  solo   quando   è   contra<a   nell'esercizio   ed   a   causa   delle   lavorazioni   indicate  D.M.  9  aprile  2008  “Nuove  tabelle  delle  mala>e  professionali  nell'industria  e  nell'agricoltura”  

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Rischio di ipoacusia dopo una esposizione di: Livello di rumorosità 5 anni 10 anni 20 anni 30 anni

80 dBA 0 0 0 0 85 dBA 1% 3% 6% 8% 90 dBA 4% 10% 16% 18% 95 dBA 7% 17% 28% 31% 100 dBA 12% 29% 42% 44%

Tabella  UNI  9432:  effeS  da  esposizioni  a  dosi  crescen?  di  rumore  riferi?  a  seSmana  di  40  h  lavora?ve  

Ipoacusia  

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Danni  extraudi;vi  

Gli  effeS  dannosi  si  manifestano:  

• sul  sistema  cardiocircolatorio  (ipertensione  arteriosa);  

• sul  sistema  digerente  (acidità  di  stomaco);  

• sul  sistema  nervoso  centrale  (fa?ca  nervosa);  

• sull'apparato  respiratorio  (alterazioni  della  frequenza;  

Oltre i 70 dBA il rumore agisce sui sistemi neuroregolatori modificandone le funzioni e provocando svariati disturbi.

Inoltre diminuiscono i livelli di vigilanza mentale e interferiscono con i segnali acustici di pericolo presenti in fabbrica.

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EffeB  del  rumore  

EffeZ  acuP  

EffeZ  cronici  

I   sintomi   sono   il   dolore   acuto   all’orecchio,  stordimento   e   verPgini,   indebolimento   variabile  dell’udito.  

Lesioni provocate da forti rumori impulsivi e/o da rumori continui, entrambi di intensità superiore a 130 dB.

Ø  ronzio o senso di ovattamento al termine del lavoro;

Ø difficoltà nel comprendere una voce sussurrata da 6/8 metri;

Ø  riduzione ulteriore della capacità di comprendere conversazioni;

Ø  condizioni di sordità.

Spostamento permanente della soglia uditiva cioè l’innalzamento del livello sonoro più debole percepibile dall’orecchio.

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Misure  di  prevenzione  e  protezione  del  rumore  

a)  adozione   di   altri   metodi   di   lavoro   che  implicano  una  minore  esposizione  al  rumore;  

b)  scelta   di   a<rezzature   di   lavoro   adeguate,  tenuto   conto   del   lavoro   da   svolgere,   che  eme<ano  il  minor  rumore  possibile  (…);  

c)  progebazione   della   stru<ura   dei   luoghi   e   dei  pos?  di  lavoro;  

d)  adeguata   informazione   e   formazione   sull'uso  corre<o   delle   a<rezzature   di   lavoro   in  modo  da   ridurre   al   minimo   la   loro   esposizione   al  rumore;  

Il datore di lavoro elimina i rischi alla fonte o li riduce al minimo mediante le seguenti misure:

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e)  adozione  di  misure  tecniche  per  il  contenimento:  1)  del   rumore   trasmesso   per   via   aerea,   quali   schermature,   involucri   o  

rivesPmenP  realizza?  con  materiali  fonoassorben?;  2)  del  rumore  stru<urale,  quali  sistemi  di  smorzamento  o  di  isolamento;  f)  opportuni   programmi   di   manutenzione   delle   a<rezzature   di   lavoro,   del  

luogo  di  lavoro  e  dei  sistemi  sul  posto  di  lavoro;  g)  riduzione   del   rumore   mediante   una   migliore   organizzazione   del   lavoro  

a<raverso   la   limitazione   della   durata   e   dell'intensità   dell'esposizione   e  l'adozione  di  orari  di  lavoro  appropria?,  con  sufficien?  periodi  di  riposo.  

Misure  di  prevenzione  e  protezione  del  rumore  

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Rischi  di  esposizioni  a  vibrazioni  

Vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio: le  vibrazioni  meccaniche  che,  se  trasmesse  al  sistema  mano-­‐braccio,  comportano  un  rischio  per  la  salute  e  la  sicurezza  dei   lavoratori,   in   par5colare   disturbi   vascolari,  osteoar5colari,  neurologici  e  muscolari.

Vibrazioni trasmesse al corpo intero: le  vibrazioni   meccaniche   che,   se   trasmesse   al   corpo  intero,   comportano   rischi   per   la   salute   e   la   sicurezza  dei   lavoratori,   in   par5colare   lombalgie   e   traumi   del  rachide.

Art.  200    

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Sorgen;  di  rischio  MANO-­‐BRACCIO  

TIPOLOGIA DI UTENSILE PRINCIPALI LAVORAZIONI RibaStrici   Calzaturifici  

Martelli  Perforatori  ,  Demolitori  picconatori  ele<rici,  idraulici,  pneuma?ci  

Edilizia  -­‐  lavorazioni  lapidei  

Martelli  Sabbiatori   Fonderie  -­‐  metalmeccanica  

Motoseghe   Lavorazioni  agricolo-­‐forestali  

Motocol?vatori   Lavorazioni  agricolo-­‐forestali  

Cube<atrici   Lavorazioni  lapidei  (porfido)  

Decespugliatori   Manutenzione  aree  verdi  

Tagliaerba   Manutenzione  aree  verdi  

Trapani  a  percussione   Metalmeccanica  

Cesoie  e  Roditrici  per    metalli   Metalmeccanica  

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Sorgen;  di  rischio  MANO-­‐BRACCIO  

TIPOLOGIA DI UTENSILE PRINCIPALI LAVORAZIONI Levigatrici  orbitali  e  roto-­‐orbitali   Metalmeccanica  -­‐  Lapidei  -­‐  Legno  

Seghe  circolari  e  segheS  alterna?vi   Metalmeccanica  -­‐  Lapidei  -­‐  Legno  Smerigliatrici  Angolari  e  Assiali   Metalmeccanica  -­‐  Lapidei    -­‐  Legno  

Smerigliatrici  Diri<e  per  lavori  leggeri   Metalmeccanica  -­‐  Lapidei    -­‐  Legno  

Limatrici  rota?ve  ad  asse  flessibile  Metalmeccanica  -­‐  Lapidei:  Sbavatura  -­‐  

finitura  

Avvitatori  ad  impulso   Metalmeccanica,  Autocarrozzerie  Chiodatrici   Palle<s,  legno  

Compa<atori  vibro-­‐cemento   Produzione  vibra?  in  cemento  

Trapani  da  den?sta,  seghe  per  gessi  e    ossa  Sanità:  Odontoiatria,  Chirurgia  toracica  e  

ortopedica,  Anatomia  patologica  

Scalpellatori  e  Scrostatori  -­‐  Martelli  rive<atori    

Scalpellatura  lapidei,  sbavatura  di  fusioni,  rimozioni  di  ruggini  e  vernici.    

Manubri  di    motocicle<e  e  motocicli   Traspor?,  Pubblica  sicurezza  

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Sorgen;  di  rischio  CORPO  INTERO  

MACCHINARIO PRINCIPALI LAVORAZIONI Tra<ori,  Mie?trebbiatrici     Agricoltura  

Carrelli  elevatori     Can?eris?ca,movimentazione    industriale,  portuale  etc.  

Autogru,  gru     Can?eris?ca,movimentazione  industriale,  portuale  etc.  

Tra<ori  a  ralla     Can?eris?ca,movimentazione  industriale,  portuale  etc.  

Ruspe,  pale  meccaniche,  escavatori     Edilizia,  lapidei,  agricoltura,cave,  movimentazione  portuale  etc.  

Perforatori     Lapidei,  can?eris?ca  

Elico<eri     Protez.civile,  Pubblica  sicurezza    

Motocicle<e,  ciclomotori       Pubblica  sicurezza,  servizi  postali,  servizi  spedizioni  e  consegne  etc.  

Autoambulanze   Sanità  

Motoscafi,  gommoni,  imbarcazioni   Traspor?,  mariSmo  

Traspor?  su  rotaia   Traspor?,  movimentazione  industriale  

Camion,  autobus     Traspor?,  servizi  spedizioni  etc.  

Pia<aforme  vibran?       Vibra?  in  cemento,  varie  industriali  

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Valori  limite  e  di  azione  Art.  201    

MANO-BRACCIO CORPO INTERO

V a l o r e l i m i t e d’esposizione per 8 ore 5 1.0

V a l o r e l i m i t e d’esposizione su brevi periodi

20 1.5

Valore d’azione 2.5 0.5 VALORI D AZIONE VALORI ESPRESSI IN m/s2

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Valutazione  del  rischio  

La   valutazione   dei   rischi   è   previsto   che   possa   essere   effe<uata   senza  misurazioni,   qualora   siano   reperibili   da?   di   esposizione   adegua?   presso  banche   da?   dell'ISPESL   e   delle   Regioni   o   dire<amente   presso   i   produ<ori   o  fornitori.  Nel  caso  in  cui    tali  da?  non  siano  reperibili  è  necessario  misurare   i  livelli  di  vibrazione  meccaniche  a  cui  i  lavoratori  sono  espos?.  

Art.  201    

•  il macchinario non è usato in maniera conforme a quanto indicato dal costruttore;

•  il macchinario  non è in buone condizioni di manutenzione;

•  il macchinario  è usato in condizioni operative particolari e differenti da quelle indicate dal costruttore in sede di certificazione;

•  il macchinario non è uguale a quello indicato in banca dati (differente marca – modello)

Non  potranno  essere  uPlizzaP  i  daP  forniP  dal  costrubore  se:  

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Valutazione  del  rischio  Art.  201    

•  Il   livello,   il   ?po   e   la   durata   dell’esposizione,   ivi   inclusa   ogni   esposizione   a  vibrazioni  intermi<en?  o  a  ur?  ripetu?;  

•  gli   eventuali   effeS   sulla   salute   e   sulla   sicurezza   dei   lavoratori  par?colarmente  sensibili  al  rischio;  

•  gli   eventuali   effeS   indireS   sulla   sicurezza   dei   lavoratori   risultan?   da  interazioni   tra   le   vibrazioni   meccaniche   e   l'ambiente   di   lavoro   o   altre  a<rezzature;  

•  le   informazioni   fornite   dal   costru<ore   dell'apparecchiatura   ai   sensi   della  DireSva  Macchine;  

•  l'esistenza   di   a<rezzature   alterna?ve   proge<ate   per   ridurre   i   livelli   di  esposizione  a  vibrazioni  meccaniche;  

•  condizioni   di   lavoro   par?colari   come   le   basse   temperature,   il   bagnato,  l’elevata   umidità   il   sovraccarico   biomeccanico   degli   ar?   superiori   e   del  rachide.  

Ai  fini  della  valutazione  il  ddl  ?ene  conto:  

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EffeB  sulla  salute  CORPO INTER

O Trauma

del rachide

Danni alla colonna

vertebrale

Ernie discali

MANO BRACCI

O

Vascolare Osteoarticolare

Neurologico

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Misure  di  prevenzione  Il   datore   di   lavoro   elabora   e   applica   un   programma   di  misure  tecniche  o  organizza?ve,  volte  a  ridurre  al  minimo  l'esposizione   e   i   rischi   che   ne   conseguono,   considerando  in  par?colare  quanto  segue:  

b)  la   scelta   di   a<rezzature   di   lavoro   adeguate   concepite   nel   rispebo   dei   principi  ergonomici  e  che  producono,  tenuto  conto  del   lavoro  da  svolgere,   il  minor   livello  possibile  di  vibrazioni;  

a)  altri   metodi   di   lavoro   che   richiedono   una   minore  esposizione  a  vibrazioni  meccaniche;  

c)  la  fornitura  di  a<rezzature  accessorie  per  ridurre  i  rischi  di  lesioni  provocate  dalle  vibrazioni,  quali  sedili  che  a<enuano  efficacemente  le  vibrazioni  trasmesse  al  corpo  intero  e  maniglie  o  guan?  che  a<enuano  la  vibrazione  trasmessa  al  sistema  mano-­‐braccio;  

d)  adegua?   programmi   di  manutenzione   delle   a<rezzature   di   lavoro,   del   luogo   di  lavoro  e  dei  DPI;  

e)  La  progebazione  e  l'organizzazione  dei  luoghi  e  dei  pos?  di  lavoro;  

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Misure  di  prevenzione  

h)  l'organizzazione  di  orari  di  lavoro  appropria?,  con  adegua?  periodi  di  riposo;  i)  la  fornitura,  ai  lavoratori  espos?,  di  indumenP  per  la  

protezione  dal  freddo  e  dall'umidità.  

f)  l'adeguata   informazione   e   formazione   dei   lavoratori  sull'uso  corre<o  e  sicuro  delle  a<rezzature  di   lavoro  e  dei   DPI,   in   modo   da   ridurre   al   minimo   la   loro  esposizione  a  vibrazioni  meccaniche;  

g)  la   l imitazione   della   durata   e   dell' intensità  dell'esposizione;  

Se,   nonostante   le   misure   ado<ate,   il   valore   limite   di   esposizione   e’   stato  superato,   il   datore   di   lavoro   prende   misure   immediate   per   riportare  l’esposizione  al  di  so<o  di  tale  valore.  

20/04/15   39