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Alessandra Lo Piccolo Ester Cauzzo Alice Bogni &

Signorie italiane1

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Analisi del territorio italiano fra il Trecento e il Cinquecento e dei suoi rapporti con l'estero.

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Alessandra Lo Piccolo

Ester Cauzzo Alice Bogni&

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Tra il XIII e il XIV secolo, le città dell’Italia centro-settentrionale furono protagoniste di un processo di concentrazione del potere nelle mani di una sola persona chiamata a governare le fazioni cittadine e riportare pace, giustizia e ordine.

Tali governi autoritari non avevano limite di tempo e divenivano tendenzialmente ereditari.

Questo passaggio dai Comuni alle Signorie portò: alla riunificazione territoriale di vaste zone della penisola italiana a una riduzione dei poteri locali presenti nella penisola.

Si trattò di un fenomeno paragonabile a quello che nello stesso periodo stava avvenendo alle grandi monarchie europee ossia quel processo che prevedeva l’egemonia totale di uno su tutti.

PERÒ a differenza delle grandi potenze straniere, quali Francia, Spagna e Inghilterra, i diversi stati italiani non riuscirono ad impossessarsi di vaste aree e per questo divennero il bersaglio delle grandi potenze straniere.

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Rapporti esteri

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Ferrara

Stemma degli estensi

Le origini del Ducato di Ferrara risalgono al Re longobardo Desiderio. Infatti tale territorio faceva parte dell’esarcato di Ravenna divenuto Dominio della Chiesa con la Donazione di Sutri del 728. Successivamente divenne parte dei possedimenti dei Canossa; dopo la morte della gran Contessa Matilde di Canossa Ferrara pose fine al’antico Ducato consolidando l’istituzione comunale.

Il Comune di Ferrara durò circa 150 anni. Nel 1208 infatti la famiglia degli Estensi raccolse il potere nelle proprie mani con Azzo VI d’Este e istaurò la Signoria. Ferrara, che faceva formalmente parte dello Stato Pontificio, estese il suo dominio a Modena e Reggio, che appartenevano all’Impero. Pertanto gli Estensi divennero feudatari del Papa e dell’Imperatore.

Il titolo Ducale fu ottenuto nel 1471. Alla guida del Ducato si avvicendarono quattro esponenti della famiglia fino al 1598, anno in cui il Ducato per mancanza di eredi tornò ad appartenere ai possedimenti Papali.

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Regno di Napoli o Regno di Sicilia

Roberto D’Angiò detto il saggio

Fu istituito nel 1130 da Ruggero II d’Altavilla che ricevette il titolo di Rex Siciliae dal Papa. Al potere si succedettero poi gli Hohestaufen e nel 1263 Carlo I d’Angiò. Tale avvenimento determinò una guerra tra gli Aragona, imparentati con gli Hohenstaufen, e gli Angiò, conclusasi nel 1302 con la Pace di Caltabellotta, cui seguì la divisione del regno in due: Regno di Napoli (sotto gli Angioini) e Regno di Sicilia (sotto gli Aragonesi). Tra i sovrani angioini del XIV secolo il più importante

fu Roberto d’Angiò che era molto stimato dagli intellettuali italiani suoi contemporanei come il Villani, il Petrarca e Boccaccio. Decise di raccogliere a Napoli un importante gruppo di teologi scolastici. Barlaamo di Seminara, maestro di greco di Petrarca e amico di Boccaccio, fu uno dei più celebri teologi alla corte di questo sovrano.

Alla morte di Giovanna II d’Angiò nel 1435, l’eredità del Regno di Napoli fu contesa tra Renato d’Angiò e Alfonso V re di Sicila e Aragona. Nel 1441 Alfonso conquistò Napoli e riunificò il regno; nel 1447 fu designato erede al Ducato di Milano. Le rivendicazioni del Ducato alla morte di Filippo Maria Visconti da parte degli aragonesi furono contrastate dai francesi che sostenevano Francesco Sforza. L’espansionismo ottomano che minacciava il Regno di Napoli costrinse Alfonso a rinunciare a Milano. Papa Niccolò V riconobbe Francesco Sforza come Duca di Milano, e coinvolse Alfonso d'Aragona nella Lega italica, un'alleanza volta consolidare il nuovo assetto territoriale della penisola.

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Mantova

Stemma dei Gonzaga

Mantova fu un libero comune tra il XII e il XIII secolo e si difese strenuamente contro l’Imperatore germanico. Nel 1273 approfittando delle lotte per le investiture, Pinamonte Bonacolsi prese il potere e la sua famiglia governò la città per tutto il secolo successivo.

Nel 1328 l’ultimo Bonacolsi fu detronizzato dai Gonzaga. Luigi Gonzaga era infatti stato nominato Podestà nel 1318 e in seguito divenne Capitano del Popolo. I Gonzaga ottennero il titolo di Marchesi di Mantova nel 1433 dall’Imperatore e Mantova divenne ufficialmente una Signoria.

Il primo Duca di Mantova fu Federico II, che ottenne il titolo da Carlo V nel 1530. L'anno successivo, la famiglia ottenne il Marchesato di Monferrato per matrimonio. Il Ducato resistette circa un secolo quando, a causa dell’indebolimento della linea diretta di eredità della famiglia Gonzaga, il territorio divenne preda di importanti famiglie straniere, francesi e tedesche.

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GenovaNell’XI secolo la rivalità con Venezia e Pisa e la rivincita musulmana sugli stati crociati avevano posto fine alla potenza marittima di Genova e alle sue ricche colonie mediorientali. I Genovesi decisero dunque di espandersi nell’entroterra e presero controllo di quasi tutta la Liguria. In questo periodo di relativa tranquillità, però, a Genova scoppiò una guerra civile. A causa di rivalità tra due famiglie feudatarie , alle quali si allearono gran parte di quelle presenti nelle campagne genovesi, la città divenne teatro di continue lotte tra le due fazioni e la guerra civile proseguì fino al Trecento, nonostante il potere politico della città passò prima nelle mani di un Podestà esterno e poi di un Doge.Durante il Quattrocento però la Repubblica genovese fu soggetta a domini stranieri. Per tre volte i francesi tentarono di istaurare una loro egemonia sul territorio genovese; anche i milanesi che cercavano uno sbocco sul mare governarono alcuni decenni su Genova. Nel 1528, però, grazie all’alleanza con gli Asburgo, Genova respinse la Signoria e ritornò ad essere una Repubblica.

Genova nel XVI secolo

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IL Comune di Milano compì già nella seconda metà del Duecento alcuni passi nella direzione della Signoria. In particolare alcuni membri della famiglia Della Torre imposero nel controllo popolare del comune la carica di "anziano del popolo", presieduta da un esponente dei Torriani.Dopo la definitiva vittoria in battaglia dei Visconti su Napo Torriani, i Visconti imposero la propria signoria su Milano per quasi due secoli. I Visconti ottennero il titolo di vicario imperiale , cioè rappresentante dell'imperatore, il titolo di principe e duca, che portò dunque Milano ad essere un principato ereditario, l'affidamento al Signore della nomina dei membri del consiglio cittadino.

Ducato di Milano

La città aveva da sempre un contado vasto e rapporti con i comuni vicini, in un'area che si estendeva fino al Piemonte occidentale, alla Marca Trevigiana e all'Emilia. Gian Galeazzo Visconti portò il Ducato alla sua massima estensione ponendo sotto il suo dominio anche aree della Toscana e dell’Umbria. Sottomise le piccole cittàpromettendo la presenza di un signore che imponeva un potere esterno non coinvolto nelle fazioni locali che dunque poteva porre fine ai disordini interni.

Il biscione visconteo è uno degli emblemi più significativi dell'antico Ducato

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Morto Filippo Maria Visconti, Francesco Sforza nel 1450 acquisì il titolo ducale grazie al suo matrimonio con Bianca Maria Visconti.Gli Sforza avevano fatto uso di una politica matrimoniale che permise di avere legami con i Savoia (Galeazzo Maria sposò Bona di Savoia), con gli Aragona (Gian Galeazzo sposò Isabella d’Aragona) e con gli Asburgo (Bianca Maria fu data in moglie all’imperatore Massimiliano I d’Asburgo). Sotto la reggenza di Ludovico il Moro Milano conobbe un periodo d’oro, con la presenza alla corte ducale di artisti come Leonardo e il Bramante, e di molti altri pittori, musicisti e poeti. Un'amante di Ludovico, Cecilia Gallerani, venne ritratta da Leonardo nel famosissimo dipinto della Dama con l'ermellino, mentre la chiesa delle Grazie venne ricostruita dal Bramante, e nel suo refettorio Leonardo realizzò il celeberrimo Cenacolo.I figli di Ludovico il Moro, coinvolti nelle guerre tra Francia ed Impero, regnarono sotto la protezione degli Asburgo, ai quali, dopo la morte di Francesco II senza eredi, passò il ducato.

Casato degli Sforza

Cenacolo_ Leonardo Da Vinci _

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SavoiaIl Ducato di Savoia nasce nel 1416 a seguito dell’assegnazione del titolo ducale da parte dell’imperatore Sigismondo al conte Amedeo VIII di Savoia. Prima di Amedeo VIII detto il Pacifico, i Savoia avevano il titolo di Conti e i loro possedimenti si estendevano per lo più verso il territorio francese. Con l’estinzione del ramo di Acaia, Amedeo VIII unì gran parte del Piemonte ai domini sabaudi.Il Governo era nelle mani del Duca, nonostante fossero presenti anche gli Stati Generali che avevano funzioni amministrative e il Senato che si occupava della giustizia.Unificando gran parte del Piemonte sotto il potere sabaudo si impose la Signoria in molti Comuni. Ad esempio Cuneo, Chieri, Ivrea e Vercelli tra il XIV e il XV secolo divennero sabaude.La prima Arma utilizzata dalla casa ducale fino al

XVII secolo era divisa in quattro parti: in alto a sinistra le pretese territoriali della dinastia (Cipro, Armenia, Gerusalemme); in alto a destra la provenienza della casa (Vitichindo, ovvero la Sassonia). In basso le conquiste di Aosta Nizza Saluzzo e il Monferrato. La croce bianca su campo rosso era l’emblema della precedente contea. 

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Stato della ChiesaLa nascita dello Stato Pontificio risale all’epoca della dissoluzione del potere bizantino in Italia centrale e alla costituzione del ducato romano nel VI secolo. Le donazioni carolinge, come la Donazione di Sutri (728), la Promissio carisiaca (754) e la Constitutio romana (824) furono basi fondanti nella genesi dello Stato Pontificio.Dopo un lungo periodo di ascesa, lo Stato della Chiesa entrò in crisi con Bonifacio VIII. Con il celebre «oltraggio di Anagni» il Papa ricevette un'umiliazione che ebbe ampia risonanza. Dopo Benedetto XI la Santa Sede iniziò a subire l'influenza politica della componente francese, che fece trasferire la sede pontificia ad Avignone e monopolizzarono per lungo tempo i conclavi, facendo eleggere pontefici francesi. Lo Stato Pontificio, a causa della lontananza della sede papale, fu dilaniato dalle lotte interne delle famiglie nobiliari romane. Al ritorno a Roma della Sede Papale, fu affidato al cardinale Albornoz il compito di riconquistare i territori perduti e di rimettere ordine nella capitale. Furono riconquistati in varie fasi il Lazio, Spoleto, Urbino, Rimini, Forlì (piegata solo grazie ad una crociata proclamata da Innocenzo VI tra il 1355 e il 1359), le Marche e alcune zone della Pianura Padana necessarie ad alimentare il reddito dello stato. Solo Bologna rimase indipendente. Lo Stato Pontificio venne dunque diviso in sei provincie rette da Legati e da un Rettore.

Stemma delloStato della Chiesa

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SienaLa città di Siena divenne comune consolare nel XII e iniziò in questo periodo ad espandersi e stringere alleanze principalmente con i comuni vicini contro la potenza crescente di Firenze.Alla fine del XII secolo Siena, sostenendo la causa ghibellina, si ritrovò contro la guelfa Firenze: celebre è la battaglia di Montaperti combattuta nel 1260, nella quale i senesi distrussero l'esercito fiorentino.Nel 1289 fu istituito il Governo dei Nove. Sotto questo nuovo governo Siena raggiunge il suo massimo splendore, sia economico che culturale, divenendo una tra le città più importanti della Toscana e d’Italia. Dopo la peste del 1348 cominciò la decadenza della

Repubblica senese, che raggiunse l'epilogo nel 1555, anno in cui la città dovette arrendersi alla supremazia fiorentina.Filippo II di Spagna cedette ai Medici le sue conquiste senesi, i quali lasciarono una forte autonomia a Siena, lasciando il potere in mano al governo dei Monti senesi e ad un governatore e un auditore generale, entrambi di nomina granducale. I vecchi territori della Repubblica assunsero il nome di "Stato Nuovo" e divennero parte del Granducato di Toscana.

Giulio di Cosimo I con veduta della città di Siena

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VeneziaLa Repubblica Veneta fu la più duratura della storia e fu per secoli una delle maggiori potenze europee. Nel XIII secolo fu istituito il Maggior Consiglio, una classe di governo ristretta a pochi soggetti. Dalla fine del Duecento alla seconda metà del Trecento il potere dell’oligarchia fu rafforzato ulteriormente a discapito della ricca borghesia: infatti fu bloccata ogni possibilità di ascesa sociale e l’oligarchia divenne una classe ereditaria. L'accesso a questo collegio fu limitato ufficialmente nel 1297 a coloro che ne avevano fatto parte negli ultimi quattro anni . Nel 1323 il consiglio era diventato una struttura completamente chiusa, a cui si accedeva per diritto di nascita.Il capo del governo era il Doge, eletto a vita, ma costretto a rimettere il proprio mandato a seguito di risultati del proprio governo ritenuti insoddisfacenti.

Doge in processione nel centro di Venezia ( XVI secolo)

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Nel XIV secolo Venezia si trovò però a fronteggiare gli scontri marittimi con Genova per il domino del Mediterraneo e le lotte con Verona per l’espansione nel Veneto. Inoltre Milano e l’espansione di Gian Galeazzo Visconti verso il Veneto minacciavano la repubblica e le sue vie commerciali con la Pianura Padana e le zone transalpine. Anche la conquista di Costantinopoli da parte dei turchi confermò l’esigenza di Venezia di espandersi nell’entroterra per avere risorse agricole dalle campagne venete. Le conquiste di Venezia ( Dal lago di Garda al fiume Adda e la città di Ravenna) le consentirono quindi e la sicurezza dell’approvvigionamento per la popolazione.

Tali avvenimenti consentirono alla Repubblica di Venezia di raggiungere nel Cinquecento il suo massimo splendore sia per i traffici commerciali che erano molto sviluppati, sia per la buona amministrazione della città.L’Italia in quel periodo, però, divenne preda della Francia e Venezia fu coinvolta in numerose guerre,  partecipò ad esempio alla Lega Santa, promossa dal papa Giulio II, con Inghilterra, Spagna ed Impero per scacciare i Francesi dalla Penisola. Inoltre le scoperte geografiche che spostarono sull’Atlantico il centro del commercio e il pericolo costante che la presenza dei turchi nel Mediterraneo provocava ai traffici marittimi, portarono ad un lungo periodo di continue guerre dalle quali la città uscì stremata.

Bandiera della Repubblica di Venezia

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Firenze

Città di Firenze nel XVI secolo

Firenze divenne Comune autonomo all’inizio del XII secolo e rimase tale per più di due secoli. Ci fu una prima fase consolare; poi, in seguito alle rivolte di mercanti e artigiani, fu nominato un podestà. Il governo della città era in mano ad un consiglio oligarchico e ad uno collegiale del quale facevano parte i rappresentanti delle Arti. Dopo la rivolta dei Ciompi, però, il potere fu limitato a poche famiglie aristocratiche.

A seguito di una profonda crisi economica, Firenze si trovò in una situazione di instabilità politica. Si decise dunque di affidare il governo a un nobile francese, Gualtieri VI di Brienne, duca nominale di Atene. La sua politica fece ben presto pentire i fiorentini: le numerose rivolte popolari e una congiura del “popolo grasso”, portarono nel giorno di Sant’Anna alla “cacciata del Duca d’Atene”.

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La celebre Arma Dei Medici

Il popolo, escluso dal governo, tentò varie volte di abbattere l'oligarchia, finché si alleò alla famiglia Medici. Nel 1433 Cosimo de’ Medici fu esiliato; l'anno seguente i suoi sostenitori ottennero il priorato e Cosimo fu richiamato a Firenze. Il suo ritorno segnò l'inizio della Signoria dei Medici.I Medici ottennero dal popolo il potere di decidere i candidati agli uffici del Comune. In toal modo, di fatto mantennero il govern della città. Stipulando alcune alleanze, evitarono che Milano o Venezia assumessero il predominio nell'Italia settentrionale ed consolidarono il dominio di Firenze in Toscana.

La Signoria dei Medici a Firenze si può dividere in tre fasi:

Un primo periodo conclusosi con il ritorno di un governo repubblicano, influenzato dagli insegnamenti del priore domenicano Girolamo Savonarola (che fu giustiziato nel 1498 ).

Una seconda fase dal 1512, quando i Medici tornarono al potere con l’aiuto degli spagnoli, fino al 1527, anno nel quale i fiorentini ristabilirono una Repubblica, estromettendo nuovamente i Medici.

Sostenuti da Impero e Papato i Medici tornarono al potere nel 1530 e divennero Duchi di Firenze, e nel 1569 granduchi di Toscana, regnando per due secoli.

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Ma la divisione li fece divenire bersaglio di

tutti...Il 1494 va considerata come data cardine per la fine del periodo di equilibrio e di relativa pace all’interno del territorio italiano ( che si era stabilito attraverso la Pace di Lodi) e come inizio per un lungo periodo di conflitti che prende il nome di “ Guerre d’Italia” che porteranno alla fine della libertà italiana ( che sarà riconquistata soltanto nel 1866 con la III guerra di indipendenza).

Le guerre d’Italia sono une serie di otto conflitti combattuti principalmente sul territorio italiano che hanno avuto luogo nella prima metà del XVI secolo (dal 1494 al 1559) e come obbiettivo avevano la supremazia europea da parte di uno dei maggiori stati nazionali a danno degli altri.

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Inizialmente erano state avviate da alcuni sovrani francesi, discesi in Italia con lo scopo di rivendicare i loro diritti ereditari sul Regno di Napoli e sul Ducato di Milano.

Ben presto si estesero in tutta Europa coinvolgendo, oltre alla Francia la Spagna e il sacro romano impero.

Portando così alla

I guerra italiana

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Prima guerraCarlo VIII, re di Francia, rivendicando il diritto al trono siciliano per la parentela con Maria d'Angiò e incoraggiato da Ludovico Sforza, che vedeva in lui l’uomo adatto per fronteggiare Ferdinando I, re di Napoli, nel 1494 entrò in Italia. Prima di avviare l'impresa, Carlo VIII si assicurò la neutralità delle maggiori potenze europee con una serie di concessioni territoriali e finanziarie: con il trattato di Senlis del 1493 lasciò le regioni dell'Artois e della Franca Contea a Massimiliano I d'Asburgo; con il trattato di Barcellona cedette alla Spagna di Ferdinando d'Aragona la Cerdagnae il Rossiglione lungo il versante francese dei Pirenei, mentre a Enrico VIII Tudor promise ingenti elargizioni finanziarie in cambio di un non-intervento inglese. In Italia le signorie si schierarono o a favore o contro Carlo VII, in base alle loro aspirazioni economiche e finanziarie.Carlo VIII puntava, inoltre, ad estendere i suoi domini verso l’oriente

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In cinque mesi …Carlo VIII raggiunge il regno di Napoli senza incontrare resistenze. Questa sua rapida avanzata si ripercuote sulla politica italiana:

→ A Milano Ludovico il Moro eredita il Ducato dal nipote Gian Galeazzo, vincendo le pretese dinastiche avanzate dagli aragonesi.

→ A Firenze i Medici vengono cacciati dalla città che viene proclamata repubblica.

→ A Napoli il ceto baronale accoglie trionfalmente il sovrano, mentre Venezia si impadronisce di alcuni porti pugliesi.

MA LA VELOCE DISCESA DI CARLO VIII SPAVENTA ANCHE LE SIGNORIE CHE LO HANNO AIUTATO!!!

→ lo Stato pontificio, Milano e Venezia si coalizzano, formando una lega antifrancese che ottiene l'appoggio dell'imperatore Massimiliano e della Spagna.

COSÌ Carlo VIII è costretto a risalire la penisola per non essere isolato nel sud Italia, ma giunto a Fornovo, sul Taro (località vicino a Parma) il suo esercito si scontra con la lega dell’esercito antifrancese nel luglio 1495.

Carlo VIII, seppure non sconfitto, è costretto a riparare in Francia, dove muore il 7 luglio 1498, mentre medita una seconda spedizione italica.

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Viene definitivamente dimostrata la crisi politica e la debolezza militare degli stati italiani, peggiorata in seguito alla formazione della lega antifrancese.

Viene stipulata la Pace di Noyon con la quale si stabilisce che ,alla Spagna venne confermata l'attribuzione del Regno di Napoli e di Sicilia ed ai francesi il Ducato di Milano. Questo pose fine ad un periodo di controversie fra francesi e spagnoli che durava dal tempo di Carlo VIII di Francia e Ferdinando II di Aragona, che dopo aver conquistato il regno di Napoli e non aver pensato ad una divisione equa del sud Italia aveva deciso di combattere per il possesso di Napoli.La Repubblica di Venezia perse l'alta valle del fiume Isonzo (Gastaldia di Tolmino con Plezzo ed Idria) a favore della Contea di Gorizia e Gradisca che era ormai sottoposta alla sovranità della monarchia asburgica, nonché l'Ampezzano sempre a favore della monarchia asburgica.Ma anche questa fu una pace illusioria…

Questa guerra portò le seguenti conseguenze:

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SECONDA GUERRAA Carlo VIII succede Luigi XII che rifacendosi ai diritti ereditati dalla nonna Valentina Visconti intraprese una nuova campagna espansionistica in Italia conquistando il Ducato di Milano, dopo aver attuato un’azione diplomatica.

Infatti nel 1499 Luigi XII attraverso il trattato di Blois: Ottiene l’appoggio di

Venezia che mira ad estendere i propri domini di Terraferma

Agli svizzeri, le cui truppe costituiscono la parte principale dell’esercito francese, promette la Contea di Bellinzona

Al Papa promette che avrebbe appoggiato il figlio Cesare Borgia nel suo progetto di conquista della Romagna

Così Milano viene espugnata il 2 settembre 1499 e Ludovico il Moro è costretto a riparare in Germania presso Massimiliano D’Asburgo ( marito di Bianca Maria Sforza, nipote del Moro)

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MA aiutato da quest’ultimo e dalle sue forze armate riesce a riprendere il controllo di Milano, per un breve periodo.

Fino al 1500 quando viene fatto prigioniero e cacciato in Francia dove morirà nel 1508.

Successivamente, in seguito al fallimento di Carlo VII nella conquista del meridione italiano decide di stipulare il Trattato di Granada con Ferdinando il Cattolico.

Attraverso questo trattato la Spagna prende il controllo di Napoli Sicilia Calabria PugliaMentre alla Francia tocca quello di: Campania Abruzzo

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TERZA GUERRALa repubblica di Venezia inseguito alla morte di Luigi XII e all’instabilità delle signorie italiane e dai loro nuovi assesti si trova ad essere l’unico stato forte, indipendente e solido nelle antichissime strutture istituzionali in grado di fronteggiare le grandi potenze estere e addirittura di sconfiggere l’imperatore ottenendo così Fiume e Trieste.

In seguito a ciò il nuovo Papa, Giulio II promuove la lega di Cambrai alla quale prendono parte, oltre al Papa, il sovrano Asburgico, la Spagna e Luigi XII.

Tale lega ha lo scopo di limitare il potere di Venezia, alla quale dichiara guerra e il 14 maggio 1509 la sconfigge presso Agnadello.

Ciò portò a: Venezia mantiene la sua integrità politica e rinuncia alle sue conquiste territoriali successive al 1494 Giulio II diventa il nuovo protagonista delle politica europea che si dispiega in territorio italiano e resosi conto che quest’ultima lega potrebbe aumentare il potere francese si fa promotore di una nuova lega, LA LEGA SANTA.

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Per attenuare il potere sempre crescente del Papa Luigi XII promuove uno scisma convocando a Pisa un concilio con lo scopo di deporre il Papa.

Alla Lega Santa aderiscono: Inghilterra Venezia Gli svizzeri la Spagna

I due eserciti si scontrano a Ravenna nell’aprile del 1512; l’esito di questa battaglia è favorevole per i francesi ma la morte del generale Gastone Di Foix non gli consente di approfittare di questo successo. Cosicché la Francia è costretta a rinunciare a Milano che viene occupato dagli svizzeri che pongono al governo Massimiliano Sforza. Successivamente anche Firenze viene occupata, questa volta da truppe spagnole che ristabiliscono il potere dei Medici, Papa Giulio II riesce ad estendere i suoi domini ecclesiastici annettendo Parma, Modena e Reggio.

Si riesce, così, ad escludere i Francesi dalla penisola italiana.

Ma nel 1513, con la morte di Giulio II, il suo disegno espansionistico viene interrotto dal suo successore, Leone X il quale conduce una politica di conciliazione tra i vari stati regionali con l’obbiettivo di ristabilire ordine ed equilibrio tra i vari ducati, signorie e repubbliche italiane.

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Ma nonostante i nuovi trattati ci furono altri 5 conflitti

Che spesso non vengono ricordati essendo di minore importanza rispetto ai primi tre:

1) QUARTA GUERRA (1521-1526) nella quale si contendono la Francia e la Spagna per ottenere il dominio sulla penisola italiana e l’egemonia europea

2) QUINTA GUERRA (1526-1530) chiamata anche guerra della lega di Cognac3) SESTA GUERRA (1535-1538)

4) SETTIMA GUERRA (1542-1546)5) OTTAVA GUERRA (1551-1559)

Successivamente con la pace di Cateau-Cambrésis si conclusero, quindi, le cosiddette Guerre d'Italia e con questi accordi vennero regolati gli equilibri europei fino alla pace di Westfalia, del 1648, con la Spagna quale principale arbitro della politica continentale.La pace è in particolare importante nella storia d'Italia, poiché segna la vera conclusione di quei conflitti che in poco meno di settant'anni avevano frantumato l'antica politica dell'equilibrio e fatto diventare la penisola, da soggetto della politica europea, a un oggetto di essa, un mero campo di battaglia aperto alle potenze straniere. Al tempo stesso l'accordo rappresenta il definitivo consolidamento del dominio spagnolo in Italia, che determinò per più di centocinquant'anni, nel bene e nel male, la storia italiana.

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