Chandigarh Venezia, 20 maggio 2009

”Ho accettato con molto favore in India, un grande esperimento che ben conoscete: Chandigarh.

So che è molto discusso: ad alcuni piace ad altri no. E’, in India, il più grande esempio di sperimentazione architettonica, ma ciò è del tutto secondario: l’importante è che vi colpisca, vi faccia pensare e assorbire idee nuove.

Non mi piacciono tutti gli edifici di Chandigarh. Alcuni mi piacciono molto. Mi piace il concetto generale dela città, soprattutto, mi piace l’approccio creativo che non si sottomette a quanto è stato realizzato dai nostri antenati ma pensa in termini innovativi, di luce e di aria, di acqua e di suolo, e di bisogni umani (…)

Le funzioni sociali di oggi pesano sulla nostra architettura tradizionale. Non potremmo mai, anche se ne avessimo la capacità, costruire il Taj Mahal. Sarebbe slegato dalla società contemporanea.

3 dicembre 1950