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Lab.Brain design Eco- design Forlì, maggio 2013 Valentina Downey Patrizia Scarzella

Lab.Brain Eco Design

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LAB-BRAIN Eco Design, è un laboratorio di innovazione, ideato e guidato da Valentina Downey, product e strategic designer e Patrizia Scarzella, architetto ed esperta in comunicazione. Utilizza metodi e ricerche del mondo del design per generare processi di scambio, apertura e permeabilità agli stimoli e conoscenze, allo scopo di individuare e decodificare scenari di innovazione a breve/medio e lungo periodo con riferimento al settore energetico. Il Book ci racconta gli scenari e traccia linee guida utili alla condivisione di risultati.

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Lab.Brain design

Eco- designForlì, maggio 2013

Valentina Downey Patrizia Scarzella

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Prefazione di Centuria Agenzia per l’Innovazione dellaRomagna.Lab.Brain Eco Design: LA GENESI

Lab.Brain Design è un’iniziativa promossa da Centuria Agenzia per l’Innovazione della Romagna nel quadro del programma della Regione Emilia – Romagna “Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici – 2”.

Con questo programma la Regione ha inteso sperimentare metodologie e strumenti per migliorare l’efficienza dei processi innovativi delle imprese dei distretti produttivi e promuovere una domanda di ricerca più qualificata e organizzata soprattutto da parte delle PMI appartenenti ai distretti stessi.

Per fare ciò, sono stati individuati alcuni distretti tecnologici prioritari sui quali fare convergere risorse da destinare sia ad azioni di divulgazione e di sperimentazione su tematiche e metodologie, quali il Design e il Knowledge Management e l’Open Innovation, sia ad attività di ricerca esplorativa a favore di reti di imprese.Sono quindi stati individuati soggetti del territorio in grado di coordinare e realizzare i programmi dei vari distretti.Centuria è il soggetto che gestisce il programma Distretti 2 sulle Tecnologie per le reti e i servizi energetici.

COSA E’ CENTURIA

E’ un Centro per l’Innovazione accreditato dalla Regione Emilia-Romagna nell’ambito della Rete Alta Tecnologia. E’ un centro che si occupa di favorire processi di innovazione sul territorio

e nelle imprese attraverso un’attività di promozione, sensibilizzazione, approfondimento, assistenza tecnica e supporto a progetti.Opera in diversi settori: agroalimentare, energia/ambiente, meccanica/materiali, ICT/design.

http://www.centuria-agenzia.it

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Lab.Brain design è un laboratorio di innovazione che usa metodi e ricerche del mondo del design per generare all’interno dell’azienda processi di scambio, apertura e permeabilità agli stimoli e conoscenze esterne allo scopo di individuare e decodificare gli scenari di innovazione a breve, medio e lungo periodo con riferimento al settore energetico. Lab.Brain design è un progetto di Valentina Downey e Patrizia Scarzella.

Organizzato da:Centuria Agenzia per l’Innovazione della Romagna RInnova Romagna Innovazione nell’ambito del Bando “Dai Distretti Produttivi ai Distretti Tecnologici - 2”

COS’È

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Il laboratorIo è Ideato e guIdato da:

Patrizia Scarzella

Architetto e giornalista, esperta di comunicazione, consulente di brand

internazionali di design.Ha sviluppato progetti di design strategico e

per il sociale in Asia e Africa.Autore di libri e mostre sperimentali.

Ha insegnato nelle Università La Sapienza Roma, Genova, Estonian Academy of Arts

Tallinn.Fondatore e Vice Presidente della Associazione DComeDesign per la

promozione della creatività femminile. Membro del Giurì del Design di ADI,

Associazione per il Disegno Industriale.

Valentina Downey

Product e strategic designer, coordina e progetta laboratori di design per l’innovazione

per aziende nazionali e multinazionali. Ha sviluppato progetti di design strategico in

Europa e in Asia. Insegna presso Alma Mater Studiorum

Bologna e ha insegnato design management a Bologna, design in Domus Academy

Milano, Università La Sapienza Roma, Istituto Europeo di design a Madrid.

E’ vicepresidente di ADI Delegazione Emilia Romagna – Associazione per il Disegno

Industriale. Associate expert CSIL (Centre for Industrial Studies).

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Prefazione di Valentina Downey e Patrizia Scarzella.Lab.Brain design è un metodo di lavoro di gruppo che nasce da una serie di nostre esperienze professionali maturate in anni di lavoro nel campo del design e delle sua gestione all’interno delle aziende, delle Università e di contesti sociali particolari:

• l’attività didattica di insegnamento nei corsi di Disegno Industriale e Design Management delle Università La Sapienza di Roma, Università di Genova, Accademia di Belle Arti Bologna, Estonian Academy of Arts di Tallinn;

• la conduzione di workshop nelle Scuole di Design (Domus Academy, Istituto Europeo di Design di Madrid, ISIA Faenza);

• gli Intensive Design Lab , laboratori di design, realizzati in Italia e all’estero con team internazionali di giovani designer nelle aziende su brief specifici di prodotto o comunicazione ( tra le altre, per aziende come Bormioli Rocco S.p.A, Pyrex,Saint Gobain Glass, Gruppo Fanti, Coopsette div. Arredamento Methis, Flou ecc.);

• i corsi di design training e product development mirati ad artigiani senza background scolastico provenienti da situazioni di disagio sociale in Tailandia, Kenya e Filippine ;

• l’attività di design strategico per aziende nel sud-est asiatico.

Affinato nel tempo, il metodo che abbiamo messo a punto per i Lab.Brain design è applicabile a gruppi di lavoro che operano in tutti i settori produttivi, in cui il processo creativo e d’innovazione sono i punti cardine.

I suoi output principali sono quelli di:

• introdurre l’uso di strumenti del mondo del design nel processo aziendale che di norma segue metodi di lavoro codificati, basati sulla logica e sulla razionalità;

•facilitare lo scambio e l’interazione tra gli attori di un gruppo di lavoro al fine dicreare uno spazio all’interno del lavoro quotidiano aziendale per l’individuazione di scenari innovativi;

• offrire uno ‘sguardo’ laterale rispetto ai problemi del progetto e una visione più ampia rispetto alle tecniche generalmente utilizzate per progettare soluzioni cosiddette di ‘problem solving’

• introdurre all’interno delle aziende un metodo di approccio al processo di innovazione che può diventare complementare e proattivo per stimolare e generare idee e innovazione.

www.labbraindesign.com

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Centuriainnovazione

1univerSita’

164immagini di prodotti, progetti innova-

tivi, beSt praCtieS, arte, arChitettura, Cinema ...

33 linkS di beSt praCtieS e

progetti internazionali

6 video di SCenari innovativi di progetti internazionali

22parteCipanti 12

aziende

2 proJeCt leader

Lab.Brain design

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nomi parteCipanti

Saele BeltraniRosa BonelliStefania CaputoAndrea FanelliMassimiliano FantiniDavide FortunatoAntonella Iacondini Francesco MatteucciEleonora MencariniGabriele MontiDonatella OnofriIonel PardosGiovanni RingressiAlfonso SiracusaAlberto SpazzoliJose SubinasGianniToniMatteo ZaccarelliDavide ZozziMauricio D. PèrezGraziano PiniIlaria PratiLoretta Amadori

aziende

• ARCA Tecnologie•TRE Tozzi Renewable Energy• ONIT• RInnova - Romagna Innovazione Soc. Cons. a R.L.• CCLG• NERI S.P.A.• NIER Ingegneria S.p.A. • Elsa Solution• Casadei & Pellizzaro srl• Antaridi Energie• Soledan Srl

univerSità di bologna • CIRI ENA

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Cos’è il design thinking 9

Il tema dell’ecodesign 12

Lab.Brain design: metodo in step 14

I gruppi 15

Design research 16

Cosa trovi sugli strumenti di condivisione 22

Wish.Hope.Dream 23

Mappe mentali 28

Il risultato delle mappe mentali 35

Brainstorming 47

Scenari 51

Il risultato degli scenari 54

Conclusioni

INDICE

ECO-DESIGNPROCESSO DI LAVORO

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COS’È IL DESIGN THINKING

As a style of thinking, design thinking is generally considered the ability to combine empathy for the context

of a problem, creativity in the generation of insights and solutions, and rationality to analyze and fit solutions to the context.

Design thinking is a methodology for practical, creative resolution of problems or issues that looks for an improved future result. In this regard it is a form of solution-based, or solution-focused thinking that starts with the goal or what is meant to be achieved instead of starting with a certain problem.

Unlike analytical thinking, design thinking is a creative process based around the “building up” of ideas. There are no judgments early on in design thinking.

This eliminates the fear of failure and encourages maximum input and participation in the ideation and prototype phases. Outside the box thinking is encouraged in these earlier processes since this can often lead to creative solutions.

Il Design Thinking è un metodo di pensiero che si basa sulla abilità di combinare empatia per il contesto di un problema, creatività nel produrre risultati e soluzioni e razionalità nell’analizzare e trovare soluzioni al contesto.E’ una metodologia per trovare soluzioni pratiche e creative a problemi o questioni che mirano a un risultato innovativo futuro. In tal senso è una forma di pensiero focalizzato sulla ricerca di una soluzione che inizia dall’obiettivo o da ciò che si assume come risultato da perseguire,

invece di partire da un certo preciso problema.Diverso dal pensiero analitico, il Design Thinking è un processo creativo basato sul concetto di costruire idee. Non ci sono giudizi critici preliminari nel processo di Design Thinking. Questo elimina la paura di sbagliare e incoraggia la massima partecipazione nelle fasi di ideazione e verifica. Fuori dagli schemi, il pensiero è incoraggiato in queste fasi iniziali di processo poiché spesso porta a individuare soluzioni creative.

Tratto da: Wikipediahttp://en.wikipedia.org/wiki/Design_thinking

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How do you describe design thinking to executive?Designers work to understand

the culture of their organizations and its connections to the customers and other business they serve. The design process is well suited to investigate the emotional and cultural realities of doing business. FG ”Buck” Rogers one of IBM’s most notable salespeople famously said, “Customers buy on emotion and then justify with logic. “ Understanding the emotional aspect of offering appeal and transactions is pivotal to business success, and design is particularly well equipped to help in this arena of business strategy.

Come descrivere il Design Thinking ai managers?I designers lavorano per capire la cultura delle loro organizzazioni, le connessioni con i loro clienti e altri business possibili. Il processo di design è molto adatto per esplorare gli aspetti emozionali e culturali del fare business. F.G.”Buck” Rogers, uno dei più famosi venditori IBM, disse: “ I consumatori comprano seguendo un impulso emotivo e poi cercano una giustificazione con la logica”.

Capire l’aspetto emozionale e attrattivo di ciò che si offre è di capitale importanza per il successo commerciale e il design è particolarmente attrezzato per aiutare in questo campo di strategia commerciale.

Tratto da: Design Thinking- Integrating Innovation, Customer Experience, and Brand Value – Edited by Thomas Lockwood -

Our dictionary distinguish among thinking of, thinking about, and thinking through. They equate

the activity of thinking of with imaging, visualizing, dreaming up. In contrast, to think about something is described to mean an activity during which one considers, reflects, and deliberates. Finally, to think through something is to understand, to grasp, to figure it out. Design thinking seems to encompass all three of these qualities.

Il nostro vocabolario distingue tra ‘pensare a’ (thinking of) , ‘pensare intorno a’ (thinking about), ‘pensare a fondo’ ( ‘thinking

through’). L’attività di ‘pensare a’ viene rappresentata attraverso l’immaginazione, la visualizzazione, la visione. All’opposto, ‘pensare intorno a’ è descritto talvolta come una attività durante la quale si considera, si riflette e si pondera. Infine, ‘ pensare a fondo’ significa capire, afferrare, comprendere un problema. Il metodo del Design Thinking sembra capace di racchiudere tutte e tre queste qualità.

Tratto da: Design thinking and Design Management: A research and Practive Perspective by Rachel Cooper, Sabine Junginger and Thomas Lockwood

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Il tema dell’energia è uno dei temi centrali per lo sviluppo futuro delle comunità. Molti artefatti tecnici, nuovi impianti eco sostenibili sono apparsi negli ultimi anni nel nostro paesaggio e nella nostra vita quotidiana.

lI Lab.Brain design vuole indagare gli sviluppi futuri e futuribili, come questi manufatti si relazionino con le persone (consumatori, installatori, comunità,) come incidano nel paesaggio naturale, casalingo e quotidiano delle persone. Una visione che può dare inaspettate risposte allo sviluppo futuro di un settore sempre in continua e veloce evoluzione.

IL TEMA DELL’ECODESIGN

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Individuare e decodificare attraverso gli strumenti del design possibili scenari futuri di come le nuove fonti energia, le nuove tecnologie e la sostenibilità ambientale potranno cambiare il modo di vivere delle comunità: questo è stato il ‘macro tema ‘a cappello del Lab.Brain design.

La sostenibilità ha fatto da sfondo alle giornate di lavoro, un pre-requisito che ha orientato tutti gli step del percorso del Lab.Brain design.Nuove tecnologie e fonti di energia erano il know-how specifico di base dei partecipanti al Lab.Brain design.

Partendo da queste premesse, il Lab.Brain design ha fornito altri strumenti, quelli del design e del suo approccio creativo al progetto, per individuare percorsi di progetto futuri

e/o futuribiliAttraverso la sua specifica metodologia di ricerca e lavoro, ha indagato come nuovi manufatti e servizi innovativi si possano relazionare con le persone (consumatori, installatori, comunità) e come possano incidere nel paesaggio naturale, casalingo e quotidiano delle persone.

Immaginare il cambiamento con un approccio e metodo creativo può generare visioni in grado di dare inaspettate risposte allo sviluppo futuro di un settore sempre in continua e veloce evoluzione: usciti dal ‘900, definito il ‘secolo della Meccanica,’ in cui le grandi invenzioni che hanno trasformato il nostro modo di vivere si sono manifestate attraverso ‘grandi salti’ e cambiamenti ( dall’invenzione

del motore a scoppio, alla lampadina, dal telefono al fax…) , oggi, citando Zygmun Baumann e la sua teoria della ‘Società Liquida’, l’evoluzione procede in modo fluido, in modo continuo e in tutte le direzioni.

OBBIETTIVI

IL TEMA DELL’ECODESIGN

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Il metodo di lavoro del Lab.Bain design si basa su una serie di step consequenziali:

METODO IN STEP

Design Research condivisa e partecipata

Condivisione di desideri, speranze, sogni

Elaborazione di Mappe Mentali

Brainstorming multidisciplinare

Elaborazione di scenari

Lab.Brain design

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GRUPPIDI LAVORO

Gruppo 2

Matteo Zaccarelli > Ing. energetico, Antaridi Energie Mauricio D. Pèrez > Ing. elettronico, Soledan Srl Ilaria Prati > Ing. energeticoGabriele Monti > OnitGraziano Pini > sociologoDonatella Onofri > ArchitettoDavide Zozzi > ArchitettoRosa Bonelli > Ing. chimico, TRE Tozzi Renewable Energy

Gruppo 1

Francesco Matteucci > R&D manager, TRE Tozzi Renewable Energy Antonella Iacondini > assegnista, CIRI energia ambienteMassimiliano Fantini > Ing. mecca-nico, Rinnova RomagnaGiovanni Ringressi > R&D, Neri S.p.A.Saele Beltrani > ARCA tecnologie

Gruppo 3

Eleonora Mencarini > Ing. elettronicoAlfonso Siracusa > marketing, NIER Ingegneria S.p.A.Andrea Fanelli > Ing. meccanico Alberto Spazzoli > Ing. elettronico e telecomunicazioni, Elsa SolutionLoretta Amadori > Graphic designerJosè Subinas > Ing. , TRE Tozzi Renewable Energy

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La Design Research che abbiamo messo a punto nasce con gli obbiettivi di:

• creare un’ ampia visione di progetti innovativi in molteplici campi che interpretano energia, tecnologia e sostenibilità ambientale e che possono essere di stimolo per definire scenari possibili di vita per il prossimo futuro.

• evidenziare la ricaduta dell’innovazione sulla trasformazione della vita quotidiana delle persone, delle comunità e delle città. Per questo, un particolare focus è stato dato ai progetti di: architettura, arte, moda, design industriale, cinema, arti visive, multimedia, dove il cambiamento visivo è più evidente e attraverso la lettura si percepisce con maggior intensità il cambiamento in atto.

La Design Research è stata organizzata definendo tre macro aree:

• Segni: capire come alcune innovazioni tecnologiche hanno trasformato il mondo degli oggetti e la percezione visiva complessiva del nostro ambiente quotidiano.

• Linguaggi: quale lingue parlano attualmente il mondo della tecnologia, delle innovazioni in campo energetico.

• Scenari: alcuni esempi di scenari futuribili e futuri per le nuove fonti di energia e la sostenibilità ambientale.

L’insieme delle 3 macro aree, spaziando ampiamente in campi multidisciplinari, offre una visione non solo tecnica del tema, ma è attenta all’ascolto e alla raccolta dei bisogni nascosti delle persone e della comunità.

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La ricerca è scaricabile su richiesta sul sito di Centuria Agenzia.

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SEGNI

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LINGUAGGI

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SCENARI

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Come è costruita la Design Research:

La Design Research utilizza gli strumenti digitali e della rete, Delicious e i Cloud Storages come Dropbox. Condivisione, partecipazione collettiva delle informazioni e degli stimoli di progetto sono i suoi punti chiave.

Per preparare il gruppo di lavoro a questa ricerca abbiamo condiviso, prima delle due giornate di lavoro, parte della ricerca su Delicious, social network per la condivisione di link. ( https://delicious.com/labbrain2013 ) Abbiamo chiesto ai partecipanti di fare l’upload delle proprie esperienze, case histories e conoscenze e di condividerle con noi e il resto del gruppo tramite strumenti di condivisione, quali Delicious e Dropbox.

Il metodo di ricerca di Lab.Brain design e gli strumenti digitali utilizzati dovrebbero diventare un elemento costante all’interno delle aziende e dei gruppi di lavoro per realizzare una reale condivisione e partecipazione collettiva, favorire un sistema di informazione e di monitoraggio dei progetti costante e continuo. Trovare tempi, luoghi nelle aziende per fare, alimentare e conservare la ricerca con questi metodi favorisce lo scambio continuo ed è un elemento cardine per chi si occupa di innovazione.

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USERNAME: LABBRAIN2013

PASSWORD: centuriaCOSA TROVISU DELICIOUShttp://delicious.com

Su delicious trovi i link condivisi con oggetto pro-getti innovativi

SU DELICIOUS TROVI I LINK CONDIVISI:

COSA TROVISU DROPBOXhttp://dropbox.com

http://www.dropbox.com/sh/qi-

ycvx4se6x3zpt/biBrlxBC3b

CARTELLA CONDIVISA: LABBRAIN_ecodesign

SU DROPBOX TROVI DOCUMENTI E IMMAGINI CONDIVISI:

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WISH.HOPE.DREAM.

E’ un esercizio in cui chiediamo ai partecipanti di condividere, scrivendo su dei post-it, le loro aspirazioni personali: i propri desideri, speranze, sogni, secondo una scala soggettiva che stabilisce dei confini a grandi linee tra le tre categorie.

In una scala di fattibilità abbiamo definito ‘desideri’ aspirazioni possibili che dipendono in larga misura dalla personale capacità di raggiungere gli obbiettivi prefissati.La realizzazione di ciò che abbiamo posto sotto la voce ‘speranza’ dipende invece largamente da circostanze esterne. A maggior ragione il sogno, che, per antonomasia, quasi sempre appartiene alla sfera dell’impossibile.Segue una discussione partecipata su quanto è stato scritto e successivamente raggruppato in macro aree.

L’esercizio rivela con immediatezza la capacità più o meno spiccata di mettere in gioco in un ambito professionale la propria sfera privata e le attitudini alla ‘disponibilità di condivisione’ dei partecipanti. Per i project leader è uno strumento agile per la formazione dei gruppi e individuare le persone che possono guidare le fasi successive.

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Wish Hope Dream

• Comunità• Tempo/denaro• Comunicare• Natura• Fiducia• Viaggio

• Cose • Persone• “Io”• Dimensione del fare

• Volo• Coscienza• Comunicazione• Comunità / fami-glia• Tempo

Sfer

a pe

rson

ale

Sfer

a pr

ofes

sion

ale • Migliorare pro-

cesso collabora-tivo• Persona• Denaro

• Visione • Aspirazione manageriali del processo aziendale

• Contribuire a migliorare la vita delle persone

• Compensazione• Divertimento• Organizzazione• Realizzazione

• B.A.U• Sviluppo crescente• Logica• Obbiettività

• Si può fare• Difficile ma non impossibile

TEMI E PAROLE GENERALI COMUNI EMERSI DALL’ESERCIZIO

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Mappe Mentali

Cosa sono:

Uno strumento metodologico che permette di rappresentare graficamente spunti, stimoli e idee che emergono da sollecitazioni visive. Le mappe mentali stimolano il processo associativo e quindi la generazione di nuove idee.L’uso di questo metodo è per i creativi un processo abituale che, partendo dall’immagine, fa scattare associazioni mentali e permette una veloce elaborazione di nuove idee.

Come si costruisce una mappa mentale.

Il metodo da noi adottato prevede il seguente percorso:

A) Scelta immagini: vengono messe a disposizione dei gruppi di lavoro le immagini di Segni-Linguaggi-Scenari della Design Research. Ogni gruppo sceglie tre/quattro immagini che trova istintivamente più stimolanti.

B) Analisi delle immagini: viene distribuita una chart (pag. 30 ) come linea guida per l’analisi delle immagini, per focalizzare l’attenzione sulla trasformazione innovativa che quel segno-linguaggio-scenario rappresentato nell’immagine genera nella persona, nella comunità, nella città.

C) Parole chiave: l’analisi conduce alla definizione di ‘key words’ che sintetizzano le qualità innovative del segno-linguaggio-scenario rappresentato nell’immagine

D) Associazioni: quali associazioni mentali, ispirazioni, evoluzioni, nuove possibilità innovative stimola il processo fin qui condotto? Si invitano i partecipanti a scrivere e visualizzare liberamente con grafici, schizzi, disegni nuovi spunti e idee anche fuori dagli schemi, lasciando ampio spazio al pensiero creativo senza preoccuparsi della reale fattibilità.

E) Risultato: è una chart di immagini, schizzi, disegni, parole base di un racconto verbale che illustra il processo mentale e il ventaglio delle idee possibili emerse che saranno la base di discussione del successivo brainstorming.

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MAPPE MENTALI

Cosa (città, oggetti, linguaggio ...) Chi sono le persone/comunità

Quando - in quale momento della vita quotidiana delle persone/comunità

Dove - luoghi della comunità, spazio personale, interpersonale

Perchè - quale obbiettivi

Ispirazioni

Idee

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Organizzare/analizzare il materiale della ricerca

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il risultato delle mappe mentali per gruppo

Processo

La sostenibilità è stato l’elemento principale che ha portato alla scelta delle immagini di oggetti e città , tutti definibili con l’aggettivo ‘smart’.

Step 1: commenti personali alle immagini scelte

Step 2: discussione con il gruppo

Step 3: analisi dei concept comuni e confronto con il contesto realistico e futuribile

L’esperienza

I post-it appesi al centro del cartellone, sono le pa-role chiave condivise. Da una parte il mondo degli oggetti tecnologici d’uso entrati nel nostro panora-ma quotidiano e l’estetica minimalista del bianco puro che ci viene presentato dai media

come elemento simbolico dell’evoluzione tecnologica; dall’altra la visione delle città e delle architetture che immaginano il prossimo futuro con forme curve e squadrate. Il gruppo ha anchediscusso sul fattore suono, nell’ipotesi di inventare un identità sonora da applicare a queste nuove visioni urbane.In basso al centro, il prodotto preso a simbolo del legame tra questi due mondi visivi apparentemente lontani: un oggetto in materiale morbido, bianco che rappresenta con la sua multisensorialità al meglio per il gruppo i canoni estetici contempora-nei e del prossimo futuro realizzabili con le nuove tecnologie.

gruppo 1

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L’immagine al centro rappresenta il legame tra questi due mondi

Le parole sui post itcentrali rappresentano il raggiungimento collettivomentre quelle ai lati sono inerenti alle parole personali

Area degli oggetti di uso quotidiano

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IL RISULTATO DELLE MAPPE MENTALI PER GRUPPO

Processo

Step 1: il gruppo ha discusso a lungo per definire quale fosse l’immagine fotografica più significativa da prendere come simbolo per ragionare sul futuro, optando per l’installazione Weather Project di Olafur Eliasson alla Tate Modern Gallery che rappresenta la sintesi migliore dei concept di Natura e Artificio.Il gruppo si è posto l’obiettivo di evidenziare gli aspetti della relazione uomo-natura non ponendo limiti a possibili sviluppi di questa relazione, cercando di ‘andare oltre’. Per arrivare a immaginare un punto di arrivo, comunque in perpetuo divenire, di una città che non prevarica la persona, soggetto coinvolto e responsabile, ma genera un modello economico e solidale.

Step 2: decodificata l’immagine nelle sue parole chiave ( immersione, sogno ecc),queste sono state la guida per la scelta di altre immagini evocative.

Step 3: ogni immagine ha suggerito altre parole chiave che costituiscono il punto di partenza di progetti per il futuro da costruire insieme

L’esperienza

Definiscono il loro processo: un fluire di riflessioni, ragionamenti, intuizioni del momento.Il confronto li ha portati a generare un linguaggio comune. Si sono sentiti ‘analfabeti’ nella progettazione del futuro. Sono convinti che la multidisciplinarietà sia una risorsa per il progetto e che si debba costruire prima una visione generale per arrivare a progettare a piccola scala.

GRUPPO 2

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Si sono sentiti “analfabeti nella progettazione del futuro” ma con l’idea che la multidisciplinarietà è una risorsa.

Definiscono il loro processo:un fluire di riflessioni, ragionamenti,intuizioni del momento

Il confronto li ha portati a creare un linguaggio comune

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il risultato delle mappe mentali per gruppo

Processo

Il gruppo si è posto a monte un obbiettivo generale, quello di “pensare a progetti di EcoDesign traducibili in benefici per migliorare il mondo”, valutando le idee con il metodo EROEI: energy returned on energy invested, secondo il quale l’energia investita dovrà essere minore di quella ricavata dall’oggetto stesso. Sono partiti quindi da un concept universale, applicabile a più aree di progetto.

Step 1: Commento delle immagini disponibili, con l’intento di formulare uno schema logico per la scelta, da contrapporre alla logica delle semplici sensazioni emotive

Step 2: Scelte le immagini secondo la prima valutazione logica e la rispondenza

al concept generale adottato a monte, ogni componente del gruppo ha descritto le immagini attraverso parole chiave e sensazioni, quindi ‘anche’ stimolato dall’aspetto emotivo.

Step 3: Concept e parole chiave emerse da queste valutazioni filtrate diventano la base di partenza su cui elaborare nelle fasi successive possibili idee di progetto

L’esperienza

E’ stata sinteticamente definita come ‘un’efficace esperienza di gruppo’, largamente condivisa nell’approccio, nel metodo adottato e nei risultati elaborati.

gruppo 3

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Il loro concetto di design è “universale” applicabile a più situazioni

“Eroei” (energy returned on energy invested), a questo acronimo sono state associate immagini

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img 528

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BRAINSTORMING

Cos’è:

Il brainstorming è una tecnica di creatività di gruppo che significa “usare il cervello (brain) per prendere d’assalto (storm) un problema”. Consiste nel proporre ciascuno liberamente soluzioni di ogni tipo, senza censura. La critica e la selezione interverranno solo in un secondo tempo, quando la lista di idee emerse si trasformeranno nella stesura di un programma di lavoro per trovare una soluzione operativa e realisticamente realizzabile. Il brainstorming è uno strumento tipico del pensiero creativo dove ruoli e gerarchie si azzerano: importante è progettare idee insieme in modo sinergico, generando condivisione e discussione per arrivare a delineare

possibili sviluppi, anche insoliti e inaspettati.

Le regole: sono poche e devono essere rispettare in modo ferreo. Per questo è necessario che sia all’interno del gruppo una persona che guida il brainstorming con il compito di controllare il rispetto delle regole. • Evitare la critica dell’idea altrui, cercando di vedere cosa c’è di buono in quell’idea e aggiungere elementi per migliorare, contribuendo a costruire anziché demolire.• Evitare di porsi in atteggiamento di difesa della propria ideaL’efficacia del brainstorming è, infatti, molto maggiore quanto più ci si mette in gioco sull’obbiettivo comune, senza voler far prevalere la propria idea, ma tendendo a elaborare insieme, con

il contributo di tutti, molteplici idee innovative • Evitare di riportare ogni idea sul terreno realistico della fattibilità

Ai partecipanti è stata distribuita una chart (pag.48) con le regole a cui attenersi. Abbiamo sollecitato l’uso di schemi, schizzi e disegni manuali come strumenti di visualizzazione. Punto di partenza del brainstorming di ogni gruppo è stato il risultato del lavoro svolto con le ‘mappe mentali’: attraverso il brainstorming collettivo, sulla base dell’idea di progetto che il gruppo ha scelto di sviluppare, è stato successivamente discusso, definito e visualizzato uno scenario progettuale possibile.

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BRAINSTORMING

LAB.BRAINdesign

Regole

Non criticate •

Non create discussioni su un’idea•

Incoraggiate idee anche fuori dagli schemi•

Mirate alla quantità. Decidete un numero di idee da • raggiungere prima di terminare il brainstorming

Numerate le idee e saltate da una all’altra cercando di •nonperderel’obiettivovisieteprefissati

Incoraggiare il gruppo cercando di cambiare anche di •poco ...un nuovo approccio anche se piccolo.

Disegnate e visualizzate le idee •

Riempite la scrivania degli esempi della ricerca•

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SCENARI

Il metodo di lavoro dei Lab.Brain design prevede che gli scenari siano visualizzati creando degli ‘Storyboard’ o ‘Storytelling’, racconti visivi capaci di descrivere ‘step by step’ l’idea non dal punto di vista tecnico, ma in quanto esperienza innovativa per la persona, la comunità o la città, utilizzando strumenti manuali, sia grafici che di disegno.

Visualizzare le idee facendo dei veloci schizzi e percorsi – i cosiddetti “quick and dirty prototypes”- permette un confronto continuo sul percorso, di vedere rapidamente dove sono i nodi e gli errori e di correggere ripetutamente la rotta, senza disperdere energie e tempo.

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STORYBOARD

LAB.BRAINdesign

Sviluppate l’idea di uno scenario in uno storyboard

Descrivete passo dopo passo gli elementi dell’idea descrivendo l’esperienza e non tecnicamente l’idea

Cosa compone l’esperienza

esco di casa•vado alla fermata del ...•guardo il display della fermata•vedo l’autobus arrivare•

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SCENARI:RISULTATIGRUPPO 1

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Dal lavoro del brainstorming il gruppo sceglie l’idea di lavorare sullo scenario di una città futura.

“MAD Shan-Shui City (“mountain-water”) will be build in Guiyang, China

Protagonista della città futura è la comunità e il suo benessere

comunità + benessere

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Per raggiungere il benessere della comunità si deve ripensare e riprogettare il sistema che regola il LAVORO

lavorosenza stress

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Le POOLS LAVORATIVE:

ogni giorno le persone possono scegliere di compiere un lavoro diverso. Un giorno possono scegliere di soddisfare le loro aspirazioni personali, un altro di compiere un lavoro necessario ed utile alla comunità ma meno soddisfacente. In cambio ricevono dei crediti.Il sistema dei crediti rende sostenibile l’infrastruttura organizzativa.

Sfera lavorativa

Sfera aspirazionalee motivazionale

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L’infrastruttura organizza un sistema dei trasporti che può essere scalabile.Il sistema permette di assemblare e trasformare a seconda delle esigenze della comunità, le strutture e l’organizzazione in luoghi e tempi diversi.

Concepiscono una mobilità sociale, cinetica e delocalizzata.

Un’infrastruttura adibitaper l’organizzazione dei trasporti, scalabile e modulabile.

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Storyboard

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SCENARI:RISULTATIGRUPPO 2

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Partendo dal brainstorming il gruppo decide di concentrarsi su tre settori:• ecosostenibile• tecnico• sociale“elementi per migliorare il mondo”

Il tema viene descritto attraverso la rappresentazione di un cubo: ogni faccia del cubo rappresenta uno degli elementi appartenenti all’ecodesign

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• 3R (energia rinnovabile e principio d’efficienza),• responsabilità sociale,• generazione distribuita.

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Dall’analisi della situazione di fatto e di un mondo che funziona a bassa efficienza, la prima idea del gruppo è di rendere le automobili elettriche e riutilizzare i motori a scoppio dismessi per scaldare le case o per generare corrente

Riuso Nuoviscopi

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Lo scenario ipotizzato per introdurre nelle abitudini quotidiane delle persone il riuso dei motori a scoppio è la creazione di un collettivo di case che generano e scambiano energia in base alle proprie esigenze (e attraverso un collegamento in rete).

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Il risultato più efficace del Lab.Brain design, indipendentemente dal soggetto, deriva dalla sua metodologia e dall’uso di strumenti che di norma non vengono utilizzati né presi in considerazione all’interno delle aziende.La struttura della formazione tecnico scientifica, in particolar modo, per la sua matrice illuminista e razionalista nel suo modo di affrontare il progetto non pone al centro del percorso la persona , come invece avviene sempre nel processo creativo.Dare spazio alla sfera personale, partire dall’analisi dei propri bisogni e da come vorremmo cambiare il mondo, trasformare la nostra vita quotidiana, professionale e sociale, anziché dalle problematiche e dal realismo tecnologico e scientifico consente di affrontare il progetto con un’ottica diversa, di delineare scenari con uno ‘sguardo laterale’ capace di generare quello ‘scarto’ visionario di pensiero forse non realizzabile a breve termine, ma che può contenere in nuce visioni davvero innovative.

Crediamo che questa metodologia e il pensiero creativo debbano trovare spazio e tempo stabile all’interno delle aziende per riuscire a disegnare, insieme alla tecnologia, un futuro migliore per le persone e le comunità.

Conclusioni di Valentina Downey e Patrizia Scarzella

“Sono un ingegnere e ho deciso di NON sognare più!” è lo statement di uno dei partecipanti a questo Lab.Brain design realizzato per CENTURIA Agenzia che ci piace porre, come un sigillo, a conclusione di questo nostro lavoro. Siamo contente di essere riuscite a fornirgli un metodo per riuscire a sognare ancora.Grazie!

Valentina Downey e Patrizia Scarzellawww.labbraindesign.com

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Conclusioni di Centuria innovazioneEmilia RomagnaGrazie al programma Distretti 2, abbiamo sperimentato il ‘design thinking’ attraverso la metodologia dei LAB.BRAINdesign per definire degli scenari futuri su due ambiti di applicazione: il settore delle tecnologie e dei servizi per l’energia e il comparto alimentare.

All’inizio ho cercato di elaborare due riflessioni differenziate (anche per non sembrare una “scansafatiche”..), ma arrivavo sempre alle stesse conclusioni.Allora ecco qualche pensiero in libertà.

Il primo aspetto che mi ha colpito è stato il “mood’ dei partecipanti alle due edizioni, il comune sentire di persone che, pur provenendo da ambiti diversi e portando competenze differenziate, hanno immaginato scenari con uno stesso filo conduttore: vivere nella

sostenibilità, produrre e consumare nella sostenibilità, perché siamo persone d’azienda ma anche padri e madri, produttori e consumatori, responsabili della propria qualità di vita. Vero è che uno dei due laboratori era esplicitamente orientato su questo tema, ma sicuramente il terreno era fertile per far affiorare il desiderio di un cambiamento.

L’altro aspetto comune che ho rilevato è l’anelito ad un benessere nuovo, un benessere “sociale” singolo che si raggiunge con un benessere collettivo, di comunità.

Infine, il terzo aspetto emerso in maniera dirompente in entrambi i laboratori è sicuramente il ruolo della tecnologia, una tecnologia pervasiva e quotidiana, al servizio di un nuovo paradigma di vita: una tecnologia “amica”.

L’intreccio di questi elementi ha tolto le

briglie all’immaginazione, producendo visioni accattivanti: pensare ad “angeli custodi digitali” del proprio benessere (alimentare ma non solo), ipotizzare sistemi collettivi sostenibili per la mobilità e il riscaldamento urbano, immaginare di mettere a valore il patrimonio - culturale prima che tecnologico - dell’Italian food, per integrare culture alimentari diverse con un occhio all’export, sono esempi interessanti di quello che si può ottenere coltivando la creatività con strumenti e metodi adeguati, come il design thinking.

Centuria farà tesoro di questa sperimentazione e dei risultati ottenuti, per continuare a supportare le persone di impresa nei processi creativi necessari per innovare.

Alessandra Folli

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