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Il Bambino E Il Gioco Come Promozione Della SALUTE Giancarlo Izzi Pediatria e Oncoematologia Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma Lesignano de’ Bagni 16 aprile 2014 1

Il Bambino e il Gioco come promozione della Salute

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Presso Comune di Lesignano de’ Bagni e Istituto Comprensivo di Lesignano de’ Bagni il giorno mercoledì 16 Aprile 2014 ho tenuto la conferenza "Il Bambino e il Gioco come promozione della Salute"

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Page 1: Il Bambino e il Gioco come promozione della Salute

Il Bambino E Il Gioco Come Promozione Della SALUTE

Giancarlo Izzi Pediatria e Oncoematologia

Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma

Lesignano de’ Bagni 16 aprile 2014

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“ Ogni bambino/ragazzo ha diritto al riposo e al gioco e

di avere l’opportunità di prendere parte ad un’ampia gamma di attività ”

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CONVENZIONE EUROPEA DEI DIRITTI DEI FANCIULLI ART.31Dei Diritti dei Fanciulli Art.31

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IL GIOCO E IL DIRITTO o Art. 31 Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia relativo al

diritto al gioco, in cui s’è specificato per i minori d’età,

o Art. 24 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo

o Art. 7 par. 2 della Dichiarazione dei diritti del fanciullo del 1959.

Costituzione Italiana:

Art. 1 Il gioco da sempre considerato palestra mentale e di vita (uno dei significati del latino ludus era scuola, elementare o dei gladiatori), lo è certamente per la democrazia e per il lavoro, mediante il rispetto delle regole del gioco e l’impegno che comunque comporta.

Art. 2 Contribuisce alla socialità e socializzazione, allo svolgimento della personalità e alla solidarietà; il primo gioco ingloba tutti gli aspetti e le fasi dello sviluppo della persona, da quello fisico-motorio a quello etico-normativo.

Art. 3 Il gioco fa sperimentare l’uguaglianza, la rimozione degli ostacoli e l’effettiva partecipazione,

Art. 31 Il fanciullo ha il diritto di partecipare liberamente e pienamente alla vita culturale ed artistica, fondamentale per poter divenire cittadino.

(M. Marzario)

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"Il Comune di Milano riconosce il diritto dei bambini al gioco e alle attività ricreative proprie della loro età. Nei cortili, nei giardini e nelle aree scoperte delle abitazioni private deve essere favorito il gioco dei bambini, fatte salve le fasce orarie di tutela della quiete e del riposo stabilite dai regolamenti condominiali" Il consiglio comunale di Milano ha approvato la modifica

dell'art. 83 bis del regolamento di Polizia comunale

SI TORNA A GIOCARE NEI CORTILI

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«Milano, cortili ancora vietati ai bambini:

il Comune li aveva autorizzati a giocare

In molti casi la delibera varata da Palazzo Marino nel 2012 non è stata

accolta: il via libera va recepito con una modifica al regolamento di

ciascun condominio, ma in tanti preferiscono applicare ancora il

divieto.» di LAURA FUGNOLI - La Repubblica 21 giugno 2013

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La salute non è una merce che si vende e si compra, ma un progetto non delegabile cui contribuisce la cooperazione di una grande quantità di soggetti.

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LA SALUTE

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Quale SALUTE: La definizione che propone l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) recita: "uno stato di benessere fisico, mentale e sociale e non solamente assenza di malattia o infermità", nel quale quindi gli individui sono in grado di individuare e realizzare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni, sviluppare strategie di adattamento all'ambiente entro cui vivono. Il problema della salute esce dalla gabbia medico-specialistica e coinvolge dimensioni psicologiche, sociali, economiche, culturali, ecologiche e ambientali.

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CONCETTO DI SALUTE

Nella Carta di Ottawa: “la promozione della salute è il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla” (OMS, 1986).

La salute non è più uno scopo della vita da raggiungere, né è una condizione stabile, ma viene in continuazione collettivamente creata, curata e vissuta.

“La competenza sulla salute rafforza una persona nella sua autodeterminazione e nella propria libertà di organizzazione e decisione rispetto alle questioni inerenti alla salute, migliorandone le capacità di trovare informazioni in proposito, di comprenderle e quindi di assumersi la responsabilità per la propria salute” (Kickbusch, 2006).

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COMMISSIONE SALUTE DELL'OSSERVATORIO EUROPEO (OMS - 1986)

Definizione di benessere:

"lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle

persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società".

tutti gli aspetti sono importanti, ma ancora più importante è che siano tra loro equilibrati per consentire agli individui di migliorare il loro benessere.

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SALUTE

«Ha un carattere segreto, si percepisce come senso di benessere e ci sente intraprendenti, aperti alla conoscenza, dimentichi di noi e quasi non avvertiamo neppure gli strapazzi e gli sforzi: questa è salute.

La salute non è precisamente un sentirsi, ma un esserci, un essere nel mondo, un essere insieme agli altri uomini ed essere occupati attivamente e gioiosamente dai compiti particolari della vita"

(H.G. Gadamer, Dove si nasconde la salute,1994) 9

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Pieter Bruegel: Giochi di fanciulli, Kunsthistorisches Museum, Vienna.

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IL GIOCO: DEFINIZIONE

Qualsiasi attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive.

Nella lingua italiana, la parola "gioco" si riferisce in modo più specifico ad attività ricreative di tipo competitivo e caratterizzate da obiettivi e regole rigorosamente definiti:

1. giochi di società o giochi da tavolo o di sala, giochi all’aperto, quelli della corda, del salto, della palla, ecc.;

2. giochi enigmistici - giochi matematici, di vario tipo;

3. giochi di prestigio, o di bussolotti, di mano: esercizi di destrezza fatti per diletto degli spettatori;

4. Giochi di parole, ecc EnciclopediaTreccani

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CARATTERISTICHE DEL GIOCO

• Giochi di competizione: In genere tutte le competizioni, sia sportive che mentali

• Giochi di azzardo: Tutti i giochi dove il fattore primario è la fortuna

• Giochi di simulacro: I cosiddetti "giochi di ruolo" dove si diventa "altro"

• Giochi di vertigine: Tutti quei giochi in cui si gioca a provocare noi stessi

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• Gioco solitario: tipico dei bambini più piccoli che non si pongono in una condizione di reciprocità con gli altri. Non c'è interazione sociale.

• Gioco parallelo: si verifica tra il 1° e 3° anno di vita: i bambini si aiutano reciprocamente ma si tratta essenzialmente ancora di un gioco individuale.

• Gioco sociale: tipico dei bambini intorno ai 4 -5 anni, età in cui comincia la fase scolastica. C'è l'interazione sociale.

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CARATTERI DEL GIOCO

Per quanto riguarda la prospettiva sociologica, Roger Caillois definisce l'attività del gioco come:

• Libera: il giocatore non può essere obbligato a partecipare;

• Separata: entro limiti di spazio e di tempo;

• Incerta: lo svolgimento e il risultato non possono essere decisi a priori;

• Improduttiva: non crea né beni, né ricchezze, né altri elementi di novità;

• Regolata: con regole che sospendono le leggi ordinarie;

• Fittizia: consapevole della sua irrealtà.

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• Ogni bambino gioca naturalmente, perché prova una sensazione di benessere.

• Per i bambini, che giocano per divertirsi, non c'è nessuna differenza tra il gioco e ciò che un adulto potrebbe considerare come un lavoro.

• Solo se giungono ad associare un'attività alla ricompensa, essi iniziano un comportamento in vista di benefici a lungo termine piuttosto che per la gratificazione immediata.

• Ciò è dovuto allo sviluppo di abilità cognitive che consentono al bambino di vedere il legame tra causa ed effetto.

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• A 18 mesi avviene il passaggio dal gioco esplorativo-funzionale al gioco simbolico, ovvero: la banana diventa un telefono e la penna un astronave.

• A questa età il piccolo inizia ad assumere un ruolo più attivo, quale attore del gioco, che gli consente anche di elaborare angosce e sogni.

• I giochi di regole partono invece dai 7 anni in poi: «Permette di capire com'è l'interazione con i pari, il senso del limite e le competenze cognitivo sociali". (Magda Di Renzo)

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• Il gioco stimola la sua creatività esercitando una funzione adattiva.

• Il bambino gioca «perché gli piace», non esiste nessun proposito esterno e quest'attività diviene una sorta di ponte tra il suo mondo interno e l'ambiente circostante.

• Permette di vedere le sue capacità di coping, di apprendimento e di lettura della realtà.

(Daphne Chessa)

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GIOCO E SOCIETÀ

Il gioco è un linguaggio universale: bambini e ragazzi, che vengono da diverse parti del mondo e parlano lingue diverse, possono comunicare assieme giocando.

Il gioco è una cosa pratica, si fa con gli altri, è uno dei primi modi in cui il bambino si relaziona con chi gli sta attorno.

E’ uno spazio in cui interagire, giungendo alla riscrittura delle regole o alla creazione di un nuovo e diverso modo di giocare.

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Giocando si costruiscono occasioni di interazione in quelle forme inedite di comunità, anche temporanee, che si creano in contesti non formali come sono i luoghi di gioco occasionali.

Bambini di realtà culturali differenti possono dialogare proprio grazie al gioco, stabilire rapporti, superare barriere inconsce di pregiudizio.

In queste comunità spontane ciascuno riesce a sentirsi un po’ a casa, quindi può interagire con gli altri senza essere pre-giudizi. 19

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GIOCO E SIGNIFICATI

• ll gioco riveste un ruolo fondamentale per lo sviluppo intellettivo: esso stimola la memoria, l'attenzione, la concentrazione, favorisce lo sviluppo di schemi percettivi, capacità di confronto, relazioni ecc.

• J. Piaget (1937-1945) mette in correlazione lo sviluppo del gioco con quello mentale, affermando che il gioco è lo strumento primario per lo studio del processo cognitivo del bambino.

• Considera che il gioco è la "più spontanea abitudine del pensiero infantile".

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• E' nel giocare che il bambino sperimenta con successo la possibilità di intervenire attivamente nella realtà che lo circonda e per manipolarla.

• Il gioco è un'attività gratificante poiché non è condizionato da pressioni interne o esterne e tende perciò solo al piacere e alla conferma di sé.

• Il gioco aiuta ad acquisire consapevolezza di sé a elaborare insomma un'identità sociale e personale.

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• Quando si gioca «a fare finta di…» è come se si allenasse a diventare grandi.

• In una stanza è racchiuso il mondo intero: una scatola può trasformarsi in un'automobile, un mantello fa di un bambino un super eroe, ecc.

• I piccoli dispiaceri vengono superati rivivendoli nel gioco: ad esempio le lacrime per il distacco dalla mamma spariscono quando una bambola prende il suo posto.

• Non sono necessari giocattoli costosi o elaborati, bastano oggetti semplici che stuzzichino la naturale fantasia del bambino.

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• Il gioco ha un ruolo importante nello sviluppo cognitivo, sociale, fisico ed emotivo di un bambino e contribuisce al suo benessere.

• Non deve essere sottovalutato dai genitori.

• Essi devono avere un progetto educativo congiunto, che siano uniti o separati.

• Attraverso il gioco, i bambini acquisiscono molte abilità che utilizzano per la futura costruzione del proprio sé: • - Lo sviluppo del linguaggio,

• - Problem solving,

• - Negoziazione,

• - Propedeuticità.

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GIOCO E SVILUPPO FISICO

• Quando il bambino inizia ad interagire con i primi giochi

sviluppa l’attività fisica senza neanche rendersene

conto.

• I giochi permettono al bambino di essere fisicamente in

forma. Le condizioni fisiche sono uno degli elementi

fondamentali di un sano sviluppo nei bambini.

• Con lo sviluppo muscolare a causa di giochi fisici, il

bambino sviluppa capacità motorie complesse. E

quando un bambino è coinvolto in attività come: perline,

pittura, giocare con l’argilla, egli affina le sue capacità

motorie.

• E’ essenziale per i genitori comprendere che il gioco è

molto più di un passatempo ricreativo per bambini. 24

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APPRENDIMENTO

• Il gioco è molto importante per lo sviluppo del bambino e dell’apprendimento.

• E’ attraverso esso che i bambini acquisiscono e perfezionare al meglio le proprie capacità.

• Attraverso il gioco, il bambino sviluppa e rafforza il suo linguaggio.

• Ad esempio, quando leggi una favola al tuo bambino si stanno applicando delle regole per lo sviluppo della comunicazione orale appassionata.

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RISOLUZIONE DEI PROBLEMI

• Molti giochi permettono di acquisire esperienze nella risoluzione dei problemi.

• Attraverso attività come la costruzione di mattoncini, giocare con la sabbia, fare puzzle, o progettare e costruire mondi immaginari, permettere al bambino di migliorare le loro capacità di pensiero.

• Il gioco incoraggia e rafforza la curiosità di un bambino sul suo mondo.

• Questa curiosità aumenta quando il bambino è libero di svolgere le proprie azioni nelle aree che lo interessa, cosa che stimola l’apprendimento.

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ATTRAVERSO IL GIOCO

• Il bambino comprende come funzionano le cose: che cosa si può o non si può fare con determinati oggetti,

• Si rende conto dell'esistenza di leggi del caso e della probabilità e di regole di comportamento, che vanno rispettate.

• L'esperienza del gioco insegna al bambino ad essere perseverante e ad avere fiducia nelle proprie capacità;

• Diventa consapevole del proprio mondo interiore e di quello esteriore,

• Incomincia ad accettare le legittime esigenze di queste sue due realtà.

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SVILUPPO SOCIALE • Il gioco migliora lo sviluppo sociale ed emotivo del

bambino. E’ attraverso esso che i bambini acquisiscono e perfezionano al meglio le proprie capacità di confronto con il mondo che sta attorno (società di pari e non).

• Portarlo al parco, offre al bambino la possibilità di interagire con il suo ambiente, permettendogli di cominciare a dare un senso al suo mondo dal punto di vista sociale.

• Comunicare con gli altri bambini, è fondamentale per capire l’importanza di imparare il linguaggio che è la base del comunicare. Egli impara ad esprimere le proprie idee ed ascoltare le idee espresse da altri.

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• Il gioco coinvolge situazioni che favoriscono la cooperazione.

• Il bambino scopre i vantaggi di lavorare insieme e condividere attrezzature.

• Attraverso il gioco i bambini imparano a risolvere i conflitti e negoziare con gli altri.

• Un bambino che sviluppa abilità sociali, rende più facile il suo ingresso e inserimento scolastico.

• Gli studi hanno dimostrato che un bambino che maggio è in grado di adattarsi meglio, ha più probabilità di ottenere buoni risultati a scuola. 29

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GIOCO E FAMIGLIA La famiglia sta vivendo un periodo epocale di crisi per tanti

motivi: immateriali (sociologici, culturali, demagogici)

ma anche per difficoltà oggettive quali per esempio

quelle legate alla casa, alla abitazione che per

esempio non permette più il ‘’cortile’’, che non

permette più la convivenza ravvicinata con le

generazioni più anziane.

I bambini non hanno un tempo ‘’libero’’ davvero da

passare insieme, in uno spazio naturale SICURO e

PROTETTO, di tradizioni di gioco tramandate e

rinnovate, che fanno parte della storia della propria

famiglia, del proprio quartiere, realizzata in spazi noti e

in contesti di ABITUDINI, in cui il bambino si rende

però autonomo nella creatività e inventiva. 30

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‘’MODELLI’’ EMPIRICI DI FAMIGLIA RISPETTO ALL’APPROCCIO CON IL GIOCO

1. Famiglia attenta e impegnata che valorizza il diritto al gioco e al riposo del bambino e del ragazzo, cogliendone l’importanza fondamentale per lo sviluppo dell’individuo.

E’ un tipo di famiglia che si pone l'obiettivo dello sviluppo dei figli come persone specifiche e che riesce a identificare l’importanza del tempo libero diverso da tempo da perdere.

Partecipazione e rispetto sono le parole chiave.

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2. Famiglia indifferente, neutra che si colloca in una

posizione scarsamente partecipativa, trainata

dalle mode o tendenze del momento e influenzata

dai mass media, usufruendo passivamente. Si

affida alle tecnologie con televisione, computer,

giochi elettronici etc.

3. Famiglia negante, all’opposto, ha una rigidità

educativa che non prevede spazio creativo,

ritenendo superflua ogni forma di tempo non

scandito da regolamenti e orari secondo un

preciso contesto sociale:

“lo lo porto oggi a tennis, domani a danza, dopodomani in

piscina e poi a scherma’’. 32

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L’ATTENZIONE DEGLI ADULTI

• Gli adulti devono mettere i bambini nella condizione di giocare e di esprimere la loro creatività, mentre si regalano giochi che piacciono agli adulti.

• Oggi si presta poca attenzione alla dimensione del gioco, dando a bambini troppo piccoli, strumenti digitali quali gli Pad o tanti giochi contemporaneamente che finiscono solo per iperstimolare i piccoli.

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BAMBINI E ADULTI

• Il compito di valutare il comportamento dei bambini che giocano deve coinvolgere in prima persona sia i genitori che gli educatori.

• Essi devono trovare il tempo da dedicare al gioco dei loro figli, per dare loro l'opportunità di misurare e sviluppare le proprie risorse e le proprie potenzialità. 34

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BAMBINI E ADULTI

• I bambini reagiscono con entusiasmo alla disponibilità dei genitori a giocare con loro: lo scoprire che possano mostrano interesse e che si

fanno coinvolgere in un'attività da loro considerata seria, è motivo di grande felicità

è un modo che consente loro di rafforzare il senso di sicurezza e protezione.

• La capacità dei genitori di giocare con i propri figli è sicuramente un buon indice di armonia familiare, garantisce una sensazione di benessere psichico oltre a costituire la condizione di base per consentire loro di sviluppare una buona capacità ludica. 35

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• In ogni caso è necessario garantire e restituire ai bambini il tempo e lo spazio per dare libero sfogo a tutte le loro pulsioni interne e assicurare loro una certa complicità senza svestirsi del ruolo di guida.

• Oggi tutti i documenti internazionali affermano il diritto al gioco del bambino come bisogno prevalente e vitale dell'infanzia, motivato da esigenze di ordine fisiologico, psichico, spirituale e sociale e basato sul riconoscimento della pienezza umana in ogni fase della vita.

• E’ necessario che si trovi un adeguato e pratico impegno sociale e politico in termini di creazione di spazi e di infrastrutture sempre più consoni alle richieste ludiche dei bambini

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“Il bambino che non gioca non è un bambino.

Ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé”

Pablo Neruda

«I giochi dei bambini non sono dei giochi, bisogna invece valutarli come le loro azioni

più serie.»

Montegne 37

Page 38: Il Bambino e il Gioco come promozione della Salute

Pieter Bruegel: Giochi di fanciulli,

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