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Bruciare i Tempi, Riparare i Danni Costruire nuove modalità operative nella definizione dei procedimenti penali minorili Convegno 21 settembre 2016 PROMOTORI: CONVEGNO ‘BRUCIARE I TEMPI’ 21 SETTEMBRE 2016 DI 1 22 Documento redatto da Elena Giudice

Quaderno convegno 21 settembre

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Bruciare i Tempi, Riparare i Danni Costruire nuove modalità operative nella definizione dei

procedimenti penali minorili

Convegno

21 settembre 2016

PROMOTORI:

CONVEGNO ‘BRUCIARE I TEMPI’ 21 SETTEMBRE 2016 � DI �1 22

Documento redatto da Elena Giudice

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Il Progetto Bruciare i Tempi Finalità e obiettivi

Il processo penale minorile è stato strutturato dal legislatore secondo scansioni temporali molto ravvicinate, e ciò in ragione principalmente della personalità dell’imputato minorenne, che dovrebbe restare nel circuito penale per il solo tempo strettamente necessario alla sollecita definizione della sua posizione processuale. Purtroppo tale finalità non è realizzata a fronte dei lunghi tempi giudiziari che riguardano i ragazzi sottoposti a procedimento penale a piede libero, quindi quelli seguiti dagli Enti Locali in Lombardia.

Il fattore TEMPO, infatti, assume un’importanza davvero speciale in questo contesto, in quanto il “tempo” speso o utilizzato (o, purtroppo, a volte “sprecato”) per la celebrazione e conclusione del processo tante volte non tiene in considerazione, e pertanto non intercetta, quel “tempo” che è stato nel frattempo utilizzato dal minorenne che ha commesso il reato per continuare i “suoi” percorsi di crescita, i “suoi” progetti di vita. Sono due “tempi” che corrono a velocità diverse, molto diverse, al punto da rischiare di compromettere la comprensione del significato e la portata dell’intervento penale conseguente alla commissione del reato. Il rischio è inoltre quello di aumentare il carico di lavoro dei servizi che, a distanza di anni dalla segnalazione della Procura della Repubblica per i Minorenni, si trovano spesso a redigere una nuova valutazione per l’udienza poiché il ragazzo che al momento della denuncia aveva 15 anni al momento della celebrazione del processo ne ha già 18. E’ un ragazzo diverso che ha altre necessità e ha fatto in quei tre anni un suo percorso. Anche il tempo che intercorre tra la denuncia/querela e la richiesta di attivazione dei servizi sociali da parte dell’Autorità Giudiziaria rappresenta un elemento di fatica sia per i ragazzi e le famiglie sia per i servizi che devono ricostruire emozioni, fatti, eventi, relazioni a distanza di molti mesi.

L’aspetto che più balza all’evidenza riguarda in particolare l’avvio dell’indagine sulla personalità ex art. 9 DPR 448/88 e il conseguente lavoro del minorenne da parte del competente servizio sociale. La soluzione ideale si avrebbe con un immediato intervento del servizio, parallelamente all’attività di conduzione delle indagini preliminari da parte del Procuratore Minorile (PM), che potrebbe giovarsi, già in questa fase, delle emergenze dell’indagine sulla personalità ai fini delle proprie determinazioni processuali (es., richiesta di sentenza ex art. 27 DPR 448/88, richiesta di applicazione misura cautelare).

Nell’evenienza, poi, che il PM si determini all’esercizio dell’azione penale, logica e buon senso imporrebbero una immediata o comunque sollecita fissazione dell’udienza preliminare, allo scopo da un lato di valutare la fattibilità ed attivare in rapida successione eventuali progetti educativi a favore del minore imputato, e dall’altro di dare e soprattutto far percepire al minore imputato (e non solo a lui) l’immediatezza della risposta giudiziaria, al fine precipuo di attivare e consolidare il processo di responsabilizzazione del minore autore del reato.

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Nell’impossibilità, allo stato, di attuare tale ultima opzione (per ragioni strutturali del Tribunale per i Minorenni, legate all’eccessivo carico di lavoro ed alle ormai croniche scoperture di organico del personale giudiziario ed amministrativo), non resta che tentare di costruire modalità di intervento che consentano al servizio sociale di agire secondo tempi più tempestivi ed agili, nel periodo immediatamente successivo alla commissione del reato, in modo da valutare velocemente eventuali risorse e spazi di intervento nei confronti del minore autore del reato, piuttosto che, ove possibile, della vittima (attivando, magari, percorsi di conciliazione territoriale e/o mediazione).

Il Protocollo Operativo Bruciare i Tempi sottoscritto tra Offertasociale, l’Arma dei Carabinieri e la Procura della Repubblica per i Minorenni di Milano prevede passaggi procedurali che impegnano tutte le organizzazioni coinvolte ad accelerare i tempi del procedimento penale e della valutazione della situazione dei ragazzi a favore di azioni territoriali riparative immediate. Lo stesso Protocollo prevede quindi procedure rivisitate per tutte le istituzioni coinvolte.

La scelta di intervenire sul sistema nel suo complesso è maturata sia a fronte dell’esperienza delle istituzioni coinvolte sia dei risultati delle ricerche internazionali che ben evidenziano due fattori come limitanti le recidive nelle situazioni i reati tenui: da una parte tempistiche di risposta veloci tra la denuncia e l’attuazione di interventi conoscitivi e ripartivi e dall’altra il cosiddetto ‘fattore vittima’ ossia l’incontro tra vittima e imputato che favorisce la possibilità di comprendere il danno arrecato così come dare ‘una faccia’ soprattutto laddove i reati sono contro il patrimonio o il valore economico del danno è limitato. Ascoltare l’altro direttamente, non tramite le rielaborazione di operatori sociali o forze dell’ordine favorisce infatti la presa di coscienza del fatto e del danno anche simbolico arrecato nonché di attivare un confronto che veda realmente attori, pur con un supporto, vittima e ragazzi imputati.

Offertasociale si rende disponibile ad esportare il progetto in altri territori così come già avvenuto per l’Ambito di Pioltello in Provincia di Milano. Il Progetto Bruciare i Tempi finanziato in parte con i fondi di

Regione Lombardia sull’Inclusione Sociale ha interessato gli ambiti di Carate B.za, Desio, Monza, Seregno, Trezzo s/Adda, Vimercate e appunto Pioltello.

I COMUNI O GLI AMBITI INTERESSATI AD ATTIVARE IL PROGETTO BRUCIARE I TEMPI SUL PROPRIO TERRITORIO POSSONO METTERSI IN CONTATTO CON LA RESPONSABILE PROGETTUALE

Dott.ssa Elena Giudice 347.9689528 o [email protected]

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Abbiamo Bruciato i Tempi? Facciamo parlare i dati

I dati del Progetto Bruciare i Tempi sono stati raccolti tra il gennaio 2015 e la fine di giugno 2016. Allo stesso tempo, al fine di poter verificare al meglio il raggiungimento degli obiettivi progettuali, abbiamo raccolto gli stessi dati relativi agli anni 2012-2013-2014 in 5 Ambiti facenti parte del progetto (Carate B.za; Monza; Seregno; Vimercate; Trezzo). Sono stati selezionati questi Ambiti sui 7 coinvolti per la presenza di Equipe specializzate che ha facilitato l’accesso alle cartelle sociali.

Per il Progetto sono stati raccolti i dati delle 109 situazioni segnalate come Bruciare i Tempi tra il gennaio 2015 e fine giugno 2016 mentre sono state analizzate 192 cartelle sociali relative a situazioni segnalate tra gli anni 2012-2014. I dati sono comparabili in quanto a provenienza - stesse zone di sperimentazione progettuale, per segnalante (Procura della Repubblica per i Minorenni di Milano) e Tribunale per i Minorenni di competenza. Sono comparabili anche in termini di tipologie di reato. In entrambi i casi non sono state prese in considerazione le segnalazioni riguardanti ragazzi precedentemente sottoposti a misure cautelari e per tale motivo seguiti dall’USSM.

La variabile indipendente è le procedure del Progetto Bruciare i Tempi.

DATI DI CONTESTO

* il numero dei capi di imputazione potrebbe essere superiore al numero di segnalazioni in quanto ognuna delle prime potrebbe implicare più capi di imputazione

Ambiti Territoriali Bruciare i Tempi Tipologia di imputazione*

Situazioni rilevate 109 Contro la persona: 48 Contro il patrimonio: 50 Altro: 21

Carate Brianza 9 Contro la persona: 7 Contro il patrimonio: 2 Altro: 1

Desio 13 Contro la persona: 2 Contro il patrimonio: 10 Altro: 2

Monza 13 Contro la persona: 5 Contro il patrimonio: 5 Altro: 4

Pioltello 14 Contro la persona: 10 Contro il patrimonio: 2 Altro: 5

Seregno 20 Contro la persona: 10 Contro il patrimonio: 7 Altro: 3

Trezzo s/Adda 8 Contro la persona: 5 Contro il patrimonio: 2 Altro: 1

Vimercate 32 Contro la persona: 9 Contro il patrimonio: 22 Altro: 5

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DATI PRE E POST PROGETTO BRUCIARE I TEMPI

° Per le situazioni pre-progetto Bruciare i Tempi non è stato possibile rilevare il dato del tempo tra la denuncia e la richiesta del Pubblico Ministero al Giudice per le Indagini Preliminari

Categorie Pre-Bruciare i Tempi Bruciare i Tempi

Situazioni rilevate 192 109

Età media dei ragazzi alla denuncia 16 16

Età media dei ragazzi alla segnalazione ai servizi sociali 17 16

Categorie Pre-Bruciare i Tempi Bruciare i Tempi Differenza Pre-Post

Tempo tra denuncia e segnalazione ai servizi sociali

209 giorni (circa 7 mesi)

44 giorni (1 mese e mezzo)

- 165 giorni (-5,5 mesi)

Tempo tra segnalazione ai servizi sociali e primo colloquio

119 (circa 4 mesi)

31 giorni (1 mese)

- 88 giorni (- 3 mesi)

Tempo tra primo e ultimo colloquio di valutazione

198 giorni (6,6 mesi)

55 giorni (1,8 mesi)

- 143 giorni (- 4,7 mesi)

Tempo tra ultimo colloquio e relazione all’Autorità Giudiziaria

116 giorni (3,8 mesi)

16 giorni (0,5 mesi)

-100 giorni (- 3,3 mesi)

Tempo tra denuncia e richiesta PM al GIP

ND° 253 giorni (8,4 mesi)

Tempo tra denuncia e prima udienza

1.276 giorni (42 mesi

3anni e 6 mesi)

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Alla formazione sul tema della conciliazione territoriale hanno partecipato circa 50 persone tra operatori psico-socio-educativi del territorio e carabinieri. La formazione si è conclusa a novembre 2015.

Alla fine di giugno 2016 sono state effettuate 8 conciliazioni che hanno coinvolto 26 imputati e le vittime dei fatti a loro contestati: 6 si sono concluse o si stanno concludendo con esito positivo (non per tutte si sono concluse le attività socialmente utili concordate tra ragazzi e vittime); 1 non si è potuta concludere per mancata risposta della vittima; 1 non è stata possibile concluderla per mancato consenso dei genitori della vittima. Altre 2 conciliazioni sono in fase di attivazione.

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Stato procedimenti al 30.06.2016 Procedimenti 2012-2014

Situazioni rilevate totali di cui… 192

Procedimenti non definiti (con udienza fissata o rinviata) 48

In attesa di fissazione di udienza 68

Stato del procedimento non rilevabile dalle cartelle sociali 8

Procedimenti definiti -di cui…- 68

Irrilevanza/archiviazione pre udienza 17

Irrilevanza/proscioglimento in udienza preliminare 32

Non luogo a procedere per estinzione del reato per esito positivo di messa alla prova

6

Perdono Giudiziale 10

Condanna 3

Stato procedimenti al 30.06.2016 Procedimenti Bruciare i Tempi

Situazioni rilevate totali di cui… 109

Richiesta del PM di archiviazione/irrilevanza 47

di cui a seguito di conciliazione territoriale 16

Richiesta di rinvio a giudizio 33

Indagini aperte: fase 415 bis 7

Indagini aperte: fase analisi servizi sociali 22

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Le storie a più voci I tempi ‘tartaruga’ e Bruciare i Tempi

NON MI ASCOLTANO

Paola (minorenne imputata di reato) e un Assistente Sociale (AS) del progetto ‘Bruciare i tempi’

AS: dai Paola, raccontami cosa è successo

P: non ci posso credere, ho fatto una cosa stupida, assurda

AS: prova a spiegare, non abbiamo fretta

P: ero salita sul Bus senza biglietto

AS: perché senza biglietto?

P: beh a volte succede, ma avevo i soldi e pensavo di farlo sul Bus

AS: e allora?

P: a quell’ora c’era un gran casino, era l’uscita dalla scuola e i controllori verificavano se avevi il biglietto.. io

avevo in mano le mie 5 euro e non pensavo che finisse così

AS: ti ascolto

P: ho detto che c’era un gran casino, molti non avevano né il biglietto né l’abbonamento e urlavano, ridevano,

dicevano parolacce.. allora i controllori hanno chiamato la polizia che è arrivata come un lampo, come se già

sapessero quello che dovevano fare.. Lì sopra tutti spingevano e io sono stata messa in mezzo, scaraventata

nel mucchio, spinta a forza tra quei ragazzi che viaggiavano a sbaffo, ma io i soldi li avevo e volevo fare il

biglietto ..lo dicevo a gran voce ma nessuno mi badava..

AS: e la polizia?

P: loro hanno cominciato a minacciare a chiedere a tutti i documenti e allora ho fatto la mia cazzata..

AS: qui c’è una denuncia dalla Polizia di Stato

P: lo so, li ho insultati

AS: infatti, c’è scritto che hai offeso l’onore e il prestigio della PS, e l’hai fatto davanti ad altre persone..

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P: certo, ho fatto una cavolata..

AS: e poi c’è scritto che ti sei rifiutata di esibire dei documenti di identificazione

P: quella non la porto mica con me.. ce l’ho a casa da qualche parte

AS: comunque sono reati da codice penale

P: e ora cosa succede?

AS: succede che la Procura ha aperto un procedimento contro di te..

P: per il biglietto del bus ?

AS: il biglietto non c’entra più niente, per quello se vogliono al massimo ti fanno una multa, ma li hai insultati, hai fatto una scenata e non hai nemmeno voluto dire nome e cognome..

P: ero incazzata, mi sono comportata in maniera assurda..certe cose nemmeno le penso, figurati se le

dico..non mi capita di alzare la voce e di insultare gli altri, non sono quel tipo di persona.. e adesso?

AS: adesso ci sarà un’indagine, hai diritto a un avvocato d’ufficio e lui – o un avvocato di tua fiducia – dovrà presentare una memoria difensiva..

P: quindi devo solo aspettare? Non devo fare niente?

AS: no, se hai capito davvero la gravità di quello che hai fatto dovrai almeno scrivere una lettera di scuse.

P: devo chiedere scusa a quei due?

AS: quei due sono rappresentanti delle forze dell’ordine, sono pubblici ufficiali..

P: quindi devo scrivere una lettera? La scrivo io o tu me la detti?

AS: no, io non te la detto… concentrati su quello che è successo, cerca le parole giuste e scrivi qualcosa di sensato..

…breve pausa

P: ho scritto e dimmi che ne pensi

“ Io sottoscritta Paola Colombo nata a Carate Brianza e residente a Vimercate in relazione a quanto accaduto il

30/07/2014 ed alla violazione da parte mia dell’art. 341 bis e dell’art. 651 intendo porre le mie più sincere

scuse agli agenti della Polizia di Stato. Ci tengo a fare presente che non ho niente contro di voi né contro la

Polizia in generale, riconosco di aver avuto nei vostri confronti un comportamento scorretto ed offensivo

dettato solo dalla rabbia del momento per non essere stata ascoltata”

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AS: va bene quasi tutto.. non capisco quella conclusione.. tu scrivi: “ riconosco di avere avuto nei vostri confronti un comportamento scorretto ed offensivo dettati solo dalla rabbia del momento per non essere stata ascoltata”

P: e allora? perché non va bene?

AS: fammi capire, Stai giustificando il tuo comportamento? Sostieni di non essere stata ascoltata e dici che questo giustifica la frase ‘poliziotti di merda’..? è così Paola?

P: no, non è così semplice. Quel giorno ero passata al centro di psicologia evolutiva… per ritirare un

certificato medico. Spesso mi prendono in giro perché sono lenta, confusa, non sono brillante come vorrei e

su quel certificato c’è scritto che non è colpa mia. C’è di mezzo una patologia, come dicono loro.. Ecco, io

vorrei che mi prestassero maggiore attenzione, vorrei davvero essere ascoltata e non giudicata, vorrei che gli

altri capissero che quelli che considerano miei difetti in realtà sono problemi seri. Per me essere ascoltata

vuol dire molto, significa non sentirmi sola.. Quell’episodio rappresenta un po’ la mia storia, la storia di una

ragazza forse fragile ma sicuramente una persona a cui non prestano tanta attenzione. Ecco perché ho scritto

quella frase. Non è per giustificarmi, ma perché è vero: chiedo solo di essere ascoltata.

Pausa

AS: Paola ha scritto quella lettera al comando della PS chiedendo scusa e noi abbiamo chiesto un incontro, per un tentativo di conciliazione. E’ importante che la ragazza possa spiegare come si è sentita su quell’autobus ed è importante che il suo comportamento venga letto nella giusta prospettiva. Dopo 2 mesi stiamo ancora aspettando una risposta.

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DIVIETO DI ACCESSO: ESEMPIO DI CONCILIAZIONE TERRITORIALE

4 RAGAZZI (Ragazzo A; Ragazzo B; Ragazza C; Ragazza D)

Sindaco

Maresciallo Carabinieri

Ass. Sociale

(Sirena della volante)

Ragazzi (in successione): merda ci hanno beccati – Lo dicevo che finiva così – oh cazzo – ora mio padre mi

rovina

Maresciallo: cosa fate qui dentro, non sapete che è un reato? Questa è violazione di domicilio…

Ragazzo A: siamo solo entrati per curiosare, la finestra era aperta

Maresciallo CC: questo è un centro del Comune, e non è mica casa vostra .. e non si entra dalle finestre

Ragazza C : si lo giuro era tutto aperto e non abbiamo toccato nulla

Maresciallo: ora lo vedremo, intanto aspettiamo il sindaco, è lei che ci ha telefonato per segnalare questo pasticcio e poi verrete in macchina con noi

Ragazza D.: in macchina? e dove ci portate? è tardi..

Maresciallo: lo so che è tardi, ma voi non dovreste essere qui a quest’ora e soprattutto non avreste dovuto fare quello che avete fatto. Andremo in caserma e ci spiegherete tutto..

Ragazzo B: addirittura in caserma, ma cosa abbiamo fatto?

Maresciallo (legge una sintesi della denuncia del sindaco): in data 24 aprile 2015 la persona in oggetto – sindaco di Caponago - denuncia quanto segue: alle 21.30 circa del giorno 25 aprile 2015 mi hanno riferito per telefono che diverse persone sono entrate all’interno dell’edificio pubblico ex Lazzaretto. A tal punto chiamavo immediatamente i CC i quali inviavano sul posto una pattuglia. Contestualmente mi sono recata in loco per far accedere i CC ed effettuare un sopralluogo. Giunta sul posto, notavo i CC che mi mostravano i 4 ragazzi (2 m e 2 f) i quali erano stati presi all’interno dello stabile. Da un sopralluogo effettuato nei locali dello stabile, constatavo che i ragazzi , identificati dai militari, erano entrati da una finestra rimasta aperta, indisturbati anche perché il sistema di allarme era disattivato.. Si è verificata una violazione di domicilio e mi riservo la costituzione di parte civile nell’instaurando procedimento penale. Per quanto precede sporgo

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dunque formale querela nei confronti dei responsabili dei reati che si possono ravvisare nei fatti esposti e ne chiedo la punizione. Mi riservo inoltre la costituzione di parte civile per il riconoscimento del danno. Riletto, confermato e sottoscritto. Prego, firmi..

Sindaco: io sono il sindaco di questo paese e sono consapevole della mia decisione: proprio perché sono

ragazzi devono imparare a rispettare un bene comune come quel Centro; noi lo mettiamo al servizio della

comunità, soprattutto per gli adolescenti, ma solo di giorno e con la presenza degli educatori. Quel posto non

può essere trattato come un bivacco notturno. Non posso permetterlo. Non sarebbe giusto. E poi conosco il

Progetto Bruciare i Tempi e la denuncia l’ho fatta con la certezza di poter attivare un percorso di conciliazione.

Se non li avessi denunciati sarebbe finito tutto con un niente di fatto: qualche rimprovero e poi via, punto e a

capo. Invece le denunce, come nel nostro caso, possono servire per far riflettere, per responsabilizzare.

Assistente Sociale: Il servizio sociale è pronto per attivare il Progetto Bruciare i tempi. Sia chiaro, Non è una via d’uscita, ma un modo per renderli consapevoli di quello che hanno fatto: è un reato - e su questo non ci piove – e dovranno trovare il modo per riparare i danni. E soprattutto bisogna fare subito perché non vorremmo che passasse troppo tempo tra l’episodio accaduto e il momento del giudizio. A volte bisogna aspettare mesi se non anni prima che si arrivi in udienza e succede che un maggiorenne debba rispondere di un reato anche grave accaduto quando era un adolescente. Questo, se possibile, dobbiamo evitarlo.

Sindaco: va bene, accorciamo dunque i tempi, ma come minimo loro devono ripulire il Centro, che hanno

usato come se fosse una stalla, e non basta: voglio che lo dicano chiaro e tondo che si sono resi responsabili

di un reato…

Ragazzi, a più voci alternate, leggono la lettera di scuse indirizzata al sindaco:

“ Gentile Sindaco,

le scriviamo questa lettera per porgerle le scuse per quanto accaduto il 25.04 c.a.

Per sopperire a questo nostro errore, vorremmo mettere del nostro tempo a disposizione del Comune. Avevamo pensato di pulire e dipingere l’Ospadaletto, oppure di aiutare nell’organizzazione delle prossime feste .

Questa vicenda ci ha fatto riflettere molto, come già anticipatole, noi non eravamo a conoscenza del significato di violazione di domicilio, non immaginavamo neppure lontanamente che accedere in un luogo pubblico benché aperto, senza invito costituisse reato.

Chiedendo ad amici ed altri ragazzi della nostra età, su vicende come questa nessuno ha le idee chiare.

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Sig. Sindaco sarebbe educativo poter realizzare una serata con i ragazzi delle scuole medie e discutere di quelli che sono i piccoli ma grandi reati e relative conseguenze e quanto peccare di ingenuità possa costare caro.

CONOSCERE E COMPRENDERE LEGALMENTE

Nella vita scolastica e familiare ci viene insegnato a grandi linee quello che è giusto e quello che non lo è.

Noi con questo percorso abbiamo imparato che gesti apparentemente non degni di nota, hanno un risvolto CIVILE/PENALE importantissimo.

Sig. Sindaco speriamo fortemente che accetti le nostre scuse, restiamo a sua completa disposizione.

Cordiali saluti”

Sindaco: ho visto che il Centro è stato ripulito a dovere e la lettera ha il tono giusto e sono giuste le parole e i

contenuti. La denuncia è stata una scelta inevitabile, a tutela della comunità che rappresento: è stato un

modo per scoraggiare altri episodi simili. So bene che sono ragazzi ma se noi adulti non li educhiamo al

senso del limite, se non segnaliamo subito e con forza la differenza tra lecito e illecito, se non siamo noi a

metterli in guardia spiegando che certi comportamenti diventano reati, allora qualunque deriva è possibile.

So bene che i tempi della giustizia a volte sono incredibilmente lenti, ma qui abbiamo collaborato per

rimediare un torto, per risarcire un danno non solo a parole ma con fatti concreti. E anche questo è un modo

di fare giustizia.

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DI CERTE COSE NON PARLIAMO

NB: questa storia non solo parla di tempi lenti, segnala anche le conseguenze del non fare rete tra istituzioni e servizi

INSEGNANTE (Ins)

PADRE

RENATO (GIOVANE Tossicodipendente)

ASSISTENTE SOCIALE (AS)

Ins. : avevo questa bimba in classe, e la osservavo da tempo: sempre silenziosa, in disparte, assente.. mi preoccupava e mi intristiva solo a vederla. Più volte ho provato a parlarle, a chiederle cosa aveva, ma lei niente; lei Restava con gli occhi bassi, chiusa come una tomba..

Padre: Noi di certe cose non parliamo

Ins. : poi un giorno mi sono decisa, l’ho presa per mano e le ho detto che sapevo tutto, che avevo capito, e che mi dispiaceva, che mi dispiaceva per lei e per quello che era successo. L’ho abbracciata: ecco, è bastato abbracciarla, è bastato tenerla stretta per ascoltare la sua storia, a pezzetti, un po’ alla volta, in un fiume di lacrime.. ed è stato straziante, davvero faticoso da sopportare..

Padre : noi di certe cose non parliamo

Ins. : ho impiegato un bel po’ a riprendermi, a fare ordine nei miei pensieri, a tenere a bada le mie paure, ma non potevo fare finta di niente: non potevo dire di non averla sentita quella storia e allora ho deciso che andava fatto, che dovevo parlarne con qualcuno, che non potevo star zitta, e non mi pento..

Assistente sociale: il servizio sociale intende segnalare all’Autorità giudiziaria quanto giunto a nostra

conoscenza in seguito a un colloquio richiesto dall’insegnante elementare Emma Riglietta. Si tratta di pesanti

rivelazioni confermate successivamente nel corso di un incontro tra la piccola Cinzia e la dott.ssa Vanna

Depaoli. La storia narrata dalla bambina descrive un uomo nero che viene a prendere i bambini di notte. In

seguito, è stato facile accertare che quella presenza minacciosa era Renato, il fratello della minore, che più

volte l’ha convinta a seguirlo nel proprio letto (in assenza dei genitori) per essere poi toccata nelle parti

intime fino a farle male. Il servizio sociale ha più volte convocato Renato (che è ancora minorenne) e la coppia

genitoriale. Al primo colloquio il ragazzo è apparso molto disorientato, immaturo e con un’organizzazione

della quotidianità irregolare. Per lui la famiglia d’origine non è un punto di riferimento, infatti da mesi non

abita più con loro e oggi è sostanzialmente un senza fissa dimora. Nel corso del colloquio gli è stato inoltre

riferito che verrà segnalata in Procura la storia raccontata dalla sorella e da quel momento lui – dopo aver

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continuato a negare - non si è presentato ai successivi incontri. Con i genitori è stato nel frattempo avviato un

percorso di sostegno (solo 3 colloqui) ma il tentativo di iniziare una terapia familiare non ha avuto buon

esito. Più volte riconvocata, la coppia genitoriale si è sganciata del tutto dal servizio scrivente.

Padre: noi di certe cose non parliamo

Ass. sociale : Sono passati molti anni e non so davvero cosa è successo. In tutto questo tempo, dopo la nostra

segnalazione in Procura, nessuno si è fatto vivo. Da noi – al servizio sociale - non è più arrivato nulla. Quello

che è certo è che casi come questo non sono rari: noi facciamo continuamente segnalazioni e valutazioni

scrupolose sui nuclei familiari compromessi, famiglie dove la povertà culturale e materiale vanno a braccetto,

generando situazioni tremende a discapito dei più fragili, dei più piccoli.. Con la segnalazione in Procura Noi

abbiamo fatto quello che era necessario ma Non posso escludere niente: comunque, qualunque informativa

sull’esito di quella segnalazione si sarà persa per strada.. C’è un difetto nella rete, un modo di comunicare

che non sempre funziona e bisognerà rimediare. Certe cose non devono succedere, non lo dico solo

pensando a quella bambina, ma al fatto che tra CC, Procura e Servizi non sempre le informazioni girano come

dovrebbero; lo ripetiamo spesso: bisogna parlarsi di più e in certi casi con tempestività.. Per tutto questo

tempo Renato è stato lasciato a se stesso ed Ora, dopo anni di vita irregolare e continuamente a rischio, è

stato finalmente convocato in udienza: non sappiamo davvero come pensa di cavarsela ...

Padre: noi di certe cose non parliamo

Renato: oggi mi è arrivata una lettera che dice che mi devo presentare in tribunale. Dicono che è una storia di

tanti anni fa, forse non avevo neppure 18 anni, ma io non me la ricordo. Io sono stato via, mi sono arrangiato

come potevo. Va bene, sono diventato un tossico ma certe cose non le ho fatte, e comunque non me le

ricordo. Lo so, quando sei fatto puoi arrivare a fare delle scemenze, sono cose che capitano, ma questa storia

è così lontana, confusa. Cosa volete che faccia? Io nego, vado lì e nego, dico che mia sorella si è inventata

tutto, magari l’hanno pure costretta a dire una bugia.. così, tanto per farmi del male.. e voglio vedere cosa

possono provare: la mia parola contro la loro. Ecco, io non ho niente da dire.. per me questa storia non esiste.

Padre. Noi di certe cose non parliamo

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MATTEO & AMINE

Matteo (vittima) Sono Matteo, ho quindici anni e sono figlio unico.. mio padre e mia madre mi hanno raccontato che mi hanno cercato e desiderato.. ma quando sono nato ho saputo che mia madre si è ammalata… o meglio gli è uscita la malattia che già aveva (si chiama ‘lupus autoimmune’), una malattia che la fa stare molto male… ha difficoltà respiratorie .. deve prendere molte medicine ed è parecchio irritata… ma lei mi ha sempre detto che sono la sua vita… forse è per questo che sono sempre stato con lei ….ma davvero con lei… con lei ho dormito insieme .. da sempre nel lettone insieme.. fino ad un anno fa.. quando poi sono entrato in comunità… Prima con mia madre facevamo tutto insieme… sempre con lei…mi faceva da mangiare solo le cose sue… non sono mai andato in mensa.. mangiavo solo le cose speciali che solo lei sapeva cucinare (anche i panini con gli gnocchi).. mettevo solo i vestiti che mi diceva di mettere lei… che poi erano i suoi … si, mi vestito un po’ da femmina … anche i capelli lunghi portavo.. perché a mia madre piacevo così… ero la sua vita!!... però anche lei, prima , era la mia vita!... quante volte mi hanno preso in giro…!!! Alla scuola elementare alle medie… per me era normale che lei mi faceva il bagno anche fino a poco tempo fa … quando io ero già … va beh, avete capito no?!.. mi faceva la doccia lei… mi portava lei in bagno… adesso lo so, ma prima per me era normale…. Adesso che da un anno sono in comunità l’ho capito.. ma prima no… ma non è colpa di mia madre… davvero! Credetemi!..

Amine (imputato)

Mi chiamo Amine, ma tutti mi chiamano Mina… ho 17 anni, si lo so il nome è strano .. è che purtroppo i miei

genitori sono del Marocco, ma io sono nato a Monza, sono italiano al 100% ok? E’ che mio padre continua a

dire che lui è marocchino, ma io no, per me i marocchini non valgono niente, anche se mio padre è un

marocchino .. Mia madre e mia sorella sono più italiane, anche se mia madre dice di essere nata in Marocco,

ma non è mussulmana, mio padre sì… ma non capisce un cazzo! Mia madre e mia sorella sono come le

donne italiane… loro mi sanno capire e mi vogliono bene.. mio padre è più vecchio di mia madre, di quasi

vent’anni … lavora come uno schiavo e quando si incazza mi mena, mi ha sempre picchiato perché io ho

sempre fatto casino, anche quando ero più piccolo.. è che non riesco a stare fermo e lui non ha pazienza…

mia madre ha sempre visto le botte che ho preso ma non ha mai potuto fare nulla… . Mi hanno detto che

non so stare alle regole… ho fatto una cavolata e adesso mi hanno dato la messa alla prova, ma io non ero

andato in tribunale dal giudice e non so bene perché mi hanno dato la messa alla prova… io vado al centro

diurno tutti i giorni, dopo la scuola, ma per me quello che più conta è stare con i miei amici, con loro mi sento

bene e sento di poter fare quello che noi decidiamo di fare…

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Matteo Adesso io sono contento della comunità… dormo da solo… davvero dormo da solo!... mi faccio anche il letto… e poi .. e poi mi sono iscritto anche in palestra… anche perché , lo sapete, io sono grasso: non sono sovvrappeso… sono grasso punto e basta. Poi in comunità ho imparato a stare di più con gli altri e mi sento un po’ più come gli altri… mi sono fatto degli amici … anche a casa… io lì ci torno solo per il sabato e la domenica… sono andato dal parrucchiere e mi sono tagliato i capelli come volevo.. va beh.. ho chiesto anche al parrucchiere … ma mi ha consigliato bene… sto bene con i capelli così!... Prima ero stato in un'altra comunità.. ma solo di pomeriggio (si chiama centro diurno )… mi è piaciuto anche quello.. perché poi ad un certo punto abbiamo fatto degli incontri alla sera con gli altri ragazzi e i loro genitori…è stato bello… qualche genitore dei miei compagni del centro mi ha detto delle cose interessanti e anche mia madre ha detto delle cose interessanti ad alcuni miei compagni: non pensavo che mia madre sapesse dire delle cose interessanti anche agli altri .. !!! mio padre non è venuto … ma lui è un po’ così… mi vuole bene,… ma non è che capisce certe cose: quando eravamo a casa litigavamo per la play… cazzo sembrava mio fratello… e questo lo ripeteva mia madre urlandoci dietro…. Adesso è tornato dai nonni .. sono loro che badano a lui, non è più la mamma ad occuparsi di lui.. e ricordargli di lavarsi, di cambiarsi i vestiti,… il papà sa solo guidare i camion… e guida e guida…. per un sacco di tempo….ma non si riesce a parlare con lui… con la mamma invece si… ma adesso parlare con la mamma è diverso.. perché io adesso sono fuori e anche perché lei è cambiata… da un po’ è cambiata… Da quando si sono separati le cose vanno meglio… il papà mi viene a trovare in comunità e giochiamo.. anche alla play.. come prima.. ma a parlare papà non è tanto capace … io ci gioco e va bene così. Poi al centro diurno quando abbiamo fatto la riunione con mia mamma e gli altri operatori.. beh… ho capito…, ma anche la mamma aveva capito, che era necessario e utile andare in comunità… e in effetti adesso sto molto meglio…

Amine

Non so quello che voglio fare e dove voglio stare… per me stare con i miei amici è il massimo… poi se c’è

qualcuno che dice cosa dobbiamo fare per me è ancora meglio… faccio la scuola alberghiera ma sarò

bocciato perché tanto mica mi piace fare il cuoco… in realtà prima volevo fare il parrucchiere ma poi i miei

amici mi hanno fatto capire che è da froci e allora ho pensato che era proprio una cazzata fare quella scuola…

a volte sono incazzato come una bestia, senza motivo e allora devo fare qualcosa mi devo muovere … a volte

fumo… non le sigarette; l’assistente sociale mi dice che non va bene.. ma perché… anche mio padre quando

deve festeggiare fuma erba… … lei mi ha detto anche che mio padre non avrebbe dovuto picchiarmi … io

all’inizio, da bambino mi veniva una paura da cagarmi addosso… adesso sono grande adesso no.. ho

imparato a non avere paura (“.. e se avevo paura facevo la faccia più dura…).. per me è importante stare con i

miei amici…

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Matteo mio padre e mia madre si sono separati un paio di anni fa… ma da tempo non andavano d’accordo …. Sei mesi fa, ero a casa per il week-end, finalmente stavo andando in bicicletta perché dovevo incontrarmi con un amico conosciuto da poco… sono passato di fianco ai parchetti e avevo visto che c’era un gruppo di ragazzi seduti li sulle panchine … ma io dovevo passare proprio di lì per far prima…io non sono mai stato capace di stare in gruppi come quelli, così anche alle medie e ancora prima alle elementari… mi hanno sempre preso in giro, forse a ragione.. perché io, da lontano, sembro proprio uno scemo… me lo hanno sempre detto…comunque … Passo lì di fianco a loro e…. ecco… uno si avvicina … mi ferma.. mi prende la bici e inizia a girarmi intorno CON LA MIA BICI!!...” stavolta ci provo… finalmente !! “… questa volta non mi faccio prendere per il culo…. Adesso no… ora ci riesco finalmente” così riesco ad afferrarlo e gli tiro uno schiaffo … poi… arriva un altro … come una bestia… un animale e …. Non capisco più niente mi colpisce mi colpisce pugni e calci … non si ferma!!! Mi butta a terra… poi finalmente scappo, scappo … ho male da tutte le parti da tutte le parti … mi esce il sangue dalla faccia… scappo corro forte malgrado sia grasso, Scappo e mi sento di nuovo una merda … vado al solito come sempre da mia madre l’unica e la sola che da sempre mi può e sa proteggermi … ancora una volta mi tocca andare da lei… quando lei arriva urla e si spaventa più di me… poi il pronto soccorso … il referto,. il medico e la decisione di fare la denuncia… che mezza persona che sono !!!!

Amine

Quel giorno Matteo ha iniziato lui ad alzare le mani… e così io sono intervenuto e poi non riuscivo più a

smettere… dopo … quando ho parlato con il maresciallo e l’altro operatore ho capito che avevo sbagliato …

che avevo esagerato… ho detto loro che Matteo si è sentito offeso ferito e offeso… e mi hanno detto che

questo avrei potuto dirglielo direttamente a lui, incontrandolo con loro e che insieme avremmo deciso che

cosa avrei potuto fare per riparare a questo errore…erano molto duri quando mi parlavano … ma mi

dicevano anche che io avrei potuto recuperare e riparare all’errore… mi è sembrato interessante poter

riparare le cose negative che ho fatto… nessuno mi aveva mai parlato di riparare e ricominciare… restituire

non denaro ma cose da fare … io ho sempre pensato che le cazzate non si potessero mai recuperare… anche

se è stato Matteo ad iniziare per primo… ma poi io l’ho davvero gonfiato….

Matteo è stato Amine a picchiarmi… mi ha fatto molto male … sono dovuto andare al pronto soccorso…. Ma non è questo che mi ha fatto male… forse neanche le botte che ho preso… dopo un po’ non sentivo più quel tipo di male.. è l’altro male che mi è rimasto dentro per tanto tempo …mi sono sentito offeso, non rispettato come persona.. dopo sono di nuovo dovuto tornare “ferito dentro” da mia madre… non volevo che ciò accadesse… quando mi hanno chiamato l’assistente sociale e poi il Maresciallo e l’altro operatore e mi hanno spiegato cosa avesse riconosciuto Amine e cosa pensavano di fare insieme… incontrarsi e

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riparlare di quello che era successo e sentire quello che aveva da dirmi Amine.. il potergli spiegare, con il loro aiuto come mi sono sentito in questi mesi… allora ho pensato che si poteva fare, che si poteva avere un riscatto, una giustizia anche per me, per cosa è successo a me… e allora ci sono stato, ho incontrato, con loro Amine e ho parlato e tutti mi hanno ascoltato… finalmente! Anche mia madre stava zitta e parlavo io e gli altri ascoltavano.. parlavo piano e lento perché ero emozionato … ma parlavo io. Oggi parlo io.

Amine

Ora vi dico solo qualcosa sulla conciliazione. Lì mi sono sentito in colpa e accusato… ma in effetti io ho

sbagliato a reagire così duramente contro Matteo…. Quando ci siamo incontrati gli ho ripetuto che secondo

me si era sentito offeso… parlava piano ma si faceva capire… mi ha detto che si aspettava che io

nuovamente cercassi di difendermi con la storia che aveva iniziato per primo e così anche l’assistente sociale,

l’altro operatore e poi anche il maresciallo mi hanno ripetuto lo stesso .. ma soprattutto Matteo mi ha detto

che si aspettava questa replica… poi però ha detto di accettare l’idea del volontariato… cioè io dovrò fare

l’addetto al piedi bus per i bambini e mi daranno anche la divisa…. Anche la divisa!!! Va beh, ma si, va bene

così.. è giusto così.. a Matteo sta bene così e mi ha ascoltato quando gli dicevo che l’avevo offeso come

persona… io non potrei sentirmi offeso senza reagire… io ho bisogno di sentirmi accettato dai miei amici …

a qualsiasi costo… Matteo, da solo è riuscito a dire delle cose importanti, da solo, senza avere gli amici con

lui…e per questo non mi è indifferente.

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Glossario Un linguaggio chiaro e condiviso è il primo passo verso la comprensione

IMPUTABILITÀ: è la capacità di intendere e di volere al momento della commissione del fatto di reato. In Italia: non si è imputabili fino ai 14 anni; tra i 14 ed i 18 anni l’imputabilità viene valutata caso per caso dal giudice; mentre, raggiunta la maggiore età, la capacità di intendere e di volere si dà per presunta.

NOTIZIA DI REATO: qualsiasi informazione scritta od orale fatta al Pubblico Ministero o alla polizia giudiziaria, dove si ravvisano elementi costitutivi di reato. Deve contenere: gli elementi essenziali del fatto, le attività compiute, le indicazioni delle fonti di prova e dei soggetti utili alle indagini (persona offesa, indagato, persone informate sui fatti).

PROCEDIMENTO PENALE: complesso di atti e attività che conduce dall'iscrizione della notizia di reato e si conclude con il rinvio a giudizio o la chiusura del procedimento penale. Si compone di fasi:

o ISCRIZIONE DELLA NOTIZIA DI REATO NELL’APPOSITO REGISTRO o INDAGINI PRELIMINARI o RICHIESTA DEL PM AL GIP A CONCLUSIONE DELLE INDAGINI PRELIMINARI

Le richieste del p.m. possono essere di: • Rinvio a giudizio; • Archiviazione; • Non luogo a procedere per non imputabilità (per i minori di 14 anni); • Non luogo a procedere per irrilevanza del fatto (per i minori)

o DECISIONE DEL GIP o RINVIO A GIUDIZIO O CHIUSURA DEL PROCEDIMENTO PENALE

PROCESSO: fase successiva al procedimento penale che inizia con la richiesta di rinvio giudizio effettuata dal P.M. e si conclude con una sentenza. INDAGINI PRELIMINARI: fase del procedimento penale, compresa tra il ricevimento della notizia di reato e la richiesta di rinvio a giudizio (o di archiviazione, durante la quale vengono acquisite le fonti di prova.

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RINVIO A GIUDIZIO: fase del procedimento penale successiva alle indagini preliminari e che precede il processo, si esplicita nella richiesta, da parte del pubblico ministero di mandare al processo l'indagato, formulata ad un giudice terzo (giudice per l'udienza preliminare) che poi decide con decreto.

INDAGATO: persona nei confronti del quale vengono svolte le indagini preliminari.

IMPUTATO: persona accusata di un reato nell'ambito del processo penale (si acquisisce la qualità di imputato con la richiesta di rinvio a giudizio del PM).

ATTORI DELL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA

PM (pubblico ministero): organo dello stato, costituto da magistrati, con funzioni inquirenti, a cui è affidato il compito di esercitare l'azione penale e di sostenere l'accusa nel processo. Assume la direzione delle indagini preliminari, impartendo direttive o delegando il compimento di specifici atti alla P.G.

GIUDICE: magistrato che ha il compito di emettere un giudizio in un processo penale, civile o amministrativo.

GIP (Giudice per le indagini Preliminari): magistrato che interviene durante le indagini preliminari con funzioni di garanzia dei diritti e controllo di legalità; emette, su richiesta di parte, determinati atti (ad esempio, convalida arresto, applicazione di misura cautelare, autorizzazione ad attività di intercettazione telefonica, ecc.).

GUP (Giudice dell'Udienza Preliminare): magistrato che decreta l’eventuale rinvio a giudizio all’esito dell’udienza preliminare.

POSSIBILI CONCLUSIONI PROCEDIMENTO PENALE

ARCHIVIAZIONE: provvedimento emanato dal giudice per le indagini preliminari su richiesta del pubblico ministero qualora a seguito delle indagini preliminari non sono emersi elementi sufficienti per sostenere l'accusa nel processo.

IRRILEVANZA PENALE DEL FATTO: nel procedimento minorile è la decisione del giudice (assunta nel giudizio o anche a conclusione delle indagini preliminari su richiesta del PM) di non luogo a procedere perché il fatto commesso è ritenuto tenue, occasionale e l'ulteriore corso del procedimento potrebbe pregiudicare le esigenze educative minore.

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PERDONO GIUDIZIALE: causa di estinzione del reato, applicabile unicamente ai minori, che si fonda sulla convinzione del giudice, a conclusione del processo per reati per i quali potrebbe essere inflitta una condanna fino a due anni di pena detentiva, che il minore si asterrà dal commettere ulteriori reati.

MESSA ALLA PROVA: sospensione temporanea del processo minorile, disposta dal giudice, durante la quale l’imputato minorenne svolge un progetto personalizzato predisposto insieme ai servizi sociali che può comprendere studio, lavoro, sport, attività socialmente utili, attività di riparazione, il cui esito positivo può comportare l'estinzione del reato. Se dà esito positivo comporta l’estinzione del reato

ALTRO

GIUSTIZIA RETRIBUTIVA: si fonda sulla concezione che le ragioni di garanzia dei diritti dell'individuo trovano la loro la realizzazione nell'applicazione di pene afflittive e proporzionate alla gravità del reato.

GIUSTIZIA RIPARATIVA: possibile risposta al reato che coinvolge il reo, la vittima e direttamente o indirettamente la comunità, nella ricerca di possibili soluzioni agli effetti dell'illecito e nell'impegno fattivo per la riparazione delle sue conseguenze.

CONCILIAZIONE TERRITORIALE ‘BRUCIARE I TEMPI’: procedura di risoluzione delle controversie in base alla quale i conciliatori – un operatore sociale e un carabiniere – accompagnano reo e vittima, adeguatamente preparati, a raccontarsi i reciproci punti di vista e a negoziare attività riparative che soddisfino la vittima e mettano in luce le capacità positive dei rei. La conciliazione può prevedere anche il risarcimento economico qualora presente un danno tale. Attivata per i reati lievi e tenui e all’interno del contesto di vita di vittime e rei. Può essere attivata con comunicazione informale alla Procura Minorile.

MEDIAZIONE PENALE: percorso relazionale tra due o più persone (generalmente reo e vittima) per la risoluzione di un conflitto che si configura come reato. Per la Corte di Appello di Milano è l’Ufficio di Mediazione Penale che si occupa di svolgere azioni di mediazione su mandato dell’Autorità Giudiziaria.

PROGETTO CONSENSUALE: non ha valore giuridico come invece la messa alla prova per cui l’impegno dei ragazzi potrà essere valutato dal Giudice solo al momento dell’udienza e senza alcuna garanzia certa. È un progetto proposto immediatamente dopo la fase di conoscenza e valutazione da parte dei servizi sociali. Ho una durata concordata con i ragazzi e si relazione l’andamento e l’esito del progetto in una relazione precedente la prima Udienza. In genere è un percorso valutato positivamente dai Giudici.

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PER LA REALIZZAZIONE DELL’EVENTO RINGRAZIA:

Club Vimercate

Club Monza Parco

Club Merate

Club Cesano Maderno e Brianza Occidentale

RINGRAZIA TUTTI GLI AMBITI CHE HANNO ADERITO AL PROGETTO:

RINGRAZIA GLI OPERATORI, I CARABINIERI, I RAGAZZI, GLI AMMINISTRATORI CHE HANNO ATTIVAMENTE COLLABORATO ALL’ORGANIZZAZIONE DEL CONVEGNO CON PASSIONE E CREATIVITÀ.

Il materiale progettuale (documenti contenuti in: Dispensa Procedure Operative Bruciare i Tempi, Dispensa Procedure Operative Conciliazione Territoriale, Dispensa Convegno 21 settembre 2016, template modulistica Bruciare i Tempi) è riproducibile solo con

il consenso dell’autore e dell’Azienda Offertasociale asc con indicazione delle fonti nel rispetto della licenza Creative Commons riportata di seguito e nel

rispetto della produzione intellettuale e senza alcuna modifica apportabile.

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