1) Premessa dedicata allo sviluppo della civilt e della cultura
ionica.
2) Talete.
3) Anassimandro.
4) Anassimene.
3. Premessa.La scuola ionica di Mileto.
Nelle principali citt fondate dalla migrazione degli Ioni
Mileto, Efeso, Colofone, Clazomene, Samo e Chio il rapido sviluppo
di una classe di mercanti, che contemper il proprio slancio
economico con la presenza degli interessi tradizionali della classe
dei proprietari terrieri, origin molto velocemente delle
trasformazioni politico-istituzionali e in senso lato culturali,
che puntarono alla creazione di una civilt di natura
tendenzialmente democratica, dove la volont di mantenere una certa
stabilit sociale di contenuto e di orientamento mitico-religioso
arcaico si contemperacon una forte spinta ed impulso ad integrare
in questo stesso orizzonte tutte le influenze ideali,
conoscitive
4.
o pratico-religiose e pragmatiche, provenienti dalle citt della
penisola anatolica o dalle coste del Vicino Oriente Una pluralit di
idee, credenze e modalit di comportamento e dazione invest, con lo
sviluppo economico dato dai commerci con tutte le principali citt
dei paesi mediterranei (nel Mar Nero, in Egitto, Siria, Anatolia,
Sicilia, Magna Grecia, Francia meridionale e Spagna), la vita
civile e culturale della Ionia, determinando con la moltiplicazione
dei rapporti e delle relazioni la composizione di una concezione
mentale e razionale collettiva diapertura , innervata dalla
trasposizione della prassi dello scambio nella concettualizzazione
di unarelazione soggettiva ed oggettiva creativa e di natura
dialettica .
5.
Loriginario creativo manifestato religiosamente attraverso la
tradizione della Grande Dea Madre si esprime nellimmediatezza delle
emozioni e delle volont collettive tramite lassegnazione di un
comune orizzonte razionale, che possa essere capace di trasferire
senza scindere la potenza naturale e creativa immediata dei singoli
soggetti in una oggettivit istituzionalizzata, dove larelazione ed
il rapporto di reciprocit - nel diritto e nei doveri -ponga a
propria volta una costituzione politica a salvaguardia della libera
diversit d'espressione e di opinione. Una costituzione politica che
si oppone alla prevalenza di un principio e di una determinazione
egemonica di tipo e stile univocizzante, come invece avviene nella
trasformazione in senso tirannico (popolare od
aristocratico-oligarchico) delle citt greche pi influenzate dalle
politiche di derivazione
6.
persiana. Nelle citt della Ionia la costituzione politica mista
e/o democratica diede impulso ad un criterio di una doppia
affermazione positiva, sia nella reciproca ed eguale libert
dorientamento, sia nella consapevolezza della presenza e della
necessit di un orizzonte razionale, culturale e civile, non scisso
e separato dai contributi, dagli impulsi e dalle tendenze diverse
dei singoli soggetti e cittadini.
In questa compatta adesione ad un orizzonte comune lo spirito
religioso originario si fuse con laperta razionalit della ricerca e
della libera giustificazione delle opinioni, dei giudizi e delle
azioni, mentre la moltiplicazione interna delle potenzialit
artistiche e tecniche fece
7.
risorgere la natura ad una razionalit complessa e mai
univocamente determinata e/o determinante. Lo spirito della
differenza cos salvaguard leguaglianza, senza contraddizione, perch
senza alcun necessario richiamo dordine ad un Uno, che dovesse
fungere da archetipopsico-sociologico (immaginario e dimmagine) del
potere e della sua avocazione della forza (e/o della violenza,
rivolta allinterno o estesa allesterno). La natura radicale e
creativa fu, quindi, capace di esprimersi in quella libera ed
eguale relazione, che salvaguard la libert stessa dellorizzonte
comune, soggettivo ed oggettivo. Sentito, immaginato e pensato,
esso valse come restrizione alla comune e reciproca estraneazione
ed alla reciprocae comune negazione, allegoismo
8.
ed alla conseguente sofferenza e divisione civile e sociale.
Senza separazione, scissione, distinzione e alienazione della
potenza e dellatto in una separata sede istituzionale, le citt
della Ionia seppero mantenere viva la propria libert reciproca ed
interna, conservando leguaglianza comune nella libert reciproca
delle espressioni (religiose, politiche e di ricerca naturale, o di
applicazione pratica).
In questo modo la stessa ricerca naturale, la costituzione
politica o laffermazione dellorizzonte religioso e razionale, non
potevano essere considerate come scisse e tanto meno venire
reciprocamente contrapposte, secondo una logica interpretativa e di
storiografia filosofica di derivazione positivista. Nello stesso
tempo la pre-
9.
senza del concetto e della prassi dellapertura non pu non
deprivare di senso lapplicazione di uno schema interpretativo
neoplatonico-aristotelico (attualmente hegeliano o
cattolico-esistenzialista), che propenda od imponga ideologicamente
la necessit assoluta per intendere il pensiero e lessere stesso del
concetto (e della relativa prassi) dellUno necessario e dordine,
anche se qui in questo contesto affermato in negativo, tramite una
natura solamente immanente e materiale. In questo caso infatti non
si uscirebbe dalla medesima strutturazione speculativa, come invece
si deve fare per intendere secondo verit e realt le riflessioni dei
pensatori della scuola ionica di filosofia. In caso contrario, si
rischia di cadere in modo sempre inconsapevole nelle trasformazioni
e negli occultamenti o nelle vere e proprie mistificazioni operate
dallinterpretazione aristotelica (cfr.Metafisica , A).
10.
proprio perch lo scopo finale delle controargomentazioni
filosofiche aristoteliche lappropriazione in senso astratto della
originaria e sacrale fonte creativa e dialettica dei cosiddetti
presofisti, in funzione anti-platonica, che questa deve essere
riportata alla sua funzione immaginativa e razionale radicale,
concreta ed universale, materiale e spirituale, se si vogliono
continuare ad utilizzare in forma non contrapposta solo in realt
per carenza di termini due categorie apportate alla storia della
filosofia occidentale proprio da quel connubio (Platone/Aristotele)
e poi sviluppate teoreticamente, praticamente e storicamente dalla
lunga ed inesausta storia del Cristianesimo dogmatico.
11.
Cosnonsi tratta pi di cercare una sostanza prima, sottostante e
materiale, una specie di sostrato elementare e naturale, che sia
poi capace di apparire e manifestarsi come molteplicit fuggevole e
in continuo diradamento o allontanamento, come se si trattasse di
un soggetto sensibile caduco e destinato a scomparire, ad
annullarsi, non prima di essersi sfrangiato nella divisione
infinita delle possibili determinazioni. Qui non pu valere alcuna
precomprensione di natura platonico-aristotelica. E proprio perch
questa precomprensione si impose cancellando appunto lopposta
struttura immaginativa e razionale in precedenza proposta dalle
diverse scuole presofistiche. Al contrariosi deveintendere e
pensare che il principio ( )nonsia elemento,
12.
prima indiviso e poi suddividentesi, come se delle sue
molteplici manifestazioni si potessero tracciare delle rotte
rettilinee e geometriche, che prima si divarichino e che poi
necessariamente debbano ritornare allinizio, per reduplicare senza
soluzione di continuit le specie viventi cos enucleate (dal tutto e
nel tutto). Cos la materia non viva internamente e necessariamente
costretta a separarsi da se stessa, per ritornare a se stessa. Dio
non allinizio ed alla fine del tragitto. Ma, come Uno dorizzonte
aperto, contempla in s la possibilit della diversit/molteplicit
creativa (cfr. lorigine orientale della filosofia di Plotino).
Questa, a propria volta, mentre si propone non distoglie mai da se
stessa lo sguardo della ed alla relazione eguale e libera.
13.
questa duplicit di filiazione divina (paterna e materna), che
stabilisce e stabilizza eternamente e, qui s necessariamente, la
relazione reciprocamente dialettica, che salva e mantiene
loriginario creativo, rammentandone sempre lapertura necessaria
dorizzonte. Senza questa apertura, infatti, non vi sarebbe
possibilit per la creazione. Ecco quindi prendere forma una
dialettica pure verticale, gi attinta dalla precedente e
progressiva trasformazione della struttura razionale dei miti e
riti religiosi greci, pre-arcaici ed arcaici.
Ecco dunque spiegata lapparenza e la comprensione dello spazio
creativo e doppiamente dialettico, che far da sfondo allintera
speculazione della scuola ionica di filosofia, in Talete,
Anassimandro ed Anassimene.
14. Talete
Con Talete lumido ( ) non deve dunque essere inteso come
lelemento naturale e materiale dal quale fuoriescono tutti gli
esseri viventi, quanto piuttosto la rappresentazione s materiale,
ma in movimento aperto e dialettico, di quello spazio immaginativo
e razionale che definisce e determina, accompagna e finalizza i tre
momenti successivi e collegati dello sforzo sintetico,
dellaccompagnamento di orizzonte -- e della necessit e possibilit
di finalizzazione individuale e collettiva. Uno spazio triadico
aperto, con un pieno valore insieme teologico, politico e naturale.
Quindi saremmo di fronte al caso di una rappresentazione
filosofica, che opera una torsione e rivoluzione completa
dellaspetto e della fonte creativa naturale, attraverso la
15.
globalizzazione dellintervento e della finalizzazione
razionale. In questo movimento che ha origini creative e dimensioni
dialettiche sia orizzontali, a comprendere linsieme degli esseri,
che verticali, a comprendere lo slancio infinito ed universale di
un impulso emotivo e razionale fondamentale ed essenziale (cfr. la
figura e la funzione dell erosnella speculazione parmenidea)
possono allora essere reintegrate con un senso, un significato ed
una funzione completamente diversa le testimonianze aristoteliche,
che assegnano allelemento acquoso ed umido quelle capacit di
sostentamento degli esseri vitali, che risultano collegate alle
virt espresse del calore. Secondo la testimonianza aristotelica
dellelemento acquoso partecipavano pure tutte le
16.
potenze generative degli esseri, cosicch lelemento stesso
poteva garantire la potenziale dinamicit di ogni sviluppo e
tendenza. Ma il concetto e la prassi stessa instaurata dalla
potenza dello sviluppo e dalla tendenza richiamano in campo
quellorientamento divergente (quellapertura razionale e religiosa)
e quel termine deguaglianza (il finalizzatore collettivo), che
Aristotele cerca sin da questo momento di nascondere, occultare o
negare, annullando completamente per il primo dei naturalisti ( )
la dimensione creativa e dialettica, il modo attraverso il quale il
quanto si fa quale, grazie ad un particolare concetto di estensione
con variazione e rivoluzione/rovesciamento. Vedremo, quando
tratteremo della riflessione di G.W.F. Hegel, come si
17.
potr tematizzare e problematizzare questo concetto, e quale
prassi esso possa aprire. Del resto questo stesso concetto
presentava per lo stesso Aristotele una ragione problematica, nel
momento in cui il filosofo di Stagira dovr cercare di risolvere la
questione dellinduzione ( ).
TALETE, . Sintesi Orizzonte Scopo 18.
dunque proprio il concetto di sostentamento attraverso il
calore che indica quel movimento verso lapertura di una molteplicit
di potenze cfr. le successive idee della speculazione platonica
grazie al quale si procede e si attinge quel rovesciamento
dorizzonte di tipo razionale, in capo al quale la realizzazione
degli esseri, la loro finalizzazione comune (eguale) pu
consolidarsi e stabilizzarsi, in modo necessario e nello stesso
tempo possibile, eguale, autonomo (non-eteronomo) e libero. Allora,
ancora, qui non compare il concetto di strumento e tanto meno
quello di autostrumentalizzazione: concetti entrambi cari alla
successiva speculazione platonico-aristotelica.
19. Laboratorio di filosofia Flavia Marcacci su Talete
Del resto gli stessi interessi astronomici, matematici, fisici,
politici e quindi - in senso ampio ed articolato - filosofici di
Talete testimoniano in maniera diversa quale fosse e che
strutturazione avesse la propria diversa impostazione concettuale.
In lui, infatti linscindibile era linalienabile: lo stato
federativo con capitale Teo testimoniato dal racconto di Erodoto
verso il quale egli mosse le singole citt della Ionia dimostra
lapplicazione di questo comune orizzonte razionale e la sua forte
valenza liberamente egualitaria. Per questa ragione laspetto e la
caratterizzazione politica della sua speculazione non poteva
separarsi da una concezione religiosa e da una ben precisa
considerazione appunto naturale tutto pieno di di; esseri inanimati
avrebbero
20.
unanima come che sia in base alla calamita e allambra - che
prevedesse che la molteplicit apparentemente superiore delle
potenze divine non solo non si scindesse dalla vita naturale e
razionale di tutti gli esseri liberamente ed egualmente viventi ma
ne costituisse limpulso, il nerbo e lo scopo profondo, alto e
comune. Diverso sar il discorso impostato dalla ricerca di una
comune regolazione, avviato dalla scuola di Pitagora e dai
pitagorici. Ma qui, come per la figura stessa di Eraclito, ci
avviciniamo a quella concezione distintiva e tendenzialmente
separatista, che sarebbe stata fortemente influenzata dalla
diffusione delle concezioni religiose orfiche. Non un mistero per
alcuno che, allora, lesito finale di questa impostazione non
21.
dovesse perfezionarsi altrimenti che nel lavoro speculativo
fortemente univocizzante di Platone (cfr. il concetto
dellUno-in-s).
In conclusione diventa chiaro ed immediatamente evidente come
la distinzione aristotelica fra i teologi i poeti precedenti, come
per esempio Esiodo ed Omero ed i nuovi fisiologi appunto Talete,
Anassimandro ed Anassimene non possa non portare ad una visione
disintegrata ed inintellegibile della probabile speculazione dei
filosofi della Ionia e, quindi, ci costringa ad abbandonare quel
presupposto interpretativo fortemente aristotelizzato che
immedesimava il principio con la sostanza materiale comune ed
originaria ( ), la cui esplosione vitale sa-
22.
-rebbe stata allorigine causa e principio dellunit interna di
tutti i fenomeni comparenti ed in divenire allinternodellorizzonte
comune dellEssere. Lo scopo della controdimostrazione aristotelica
, infatti, inMetafisica A , non tanto la disintegrazione delle
argomentazioni platoniche, quanto piuttosto loccultamento, la
sostituzione e lappropriazione su di un piano astratto il piano
immaginativo di una sensibilit, che si muove internamente secondo
regolazioni e finalit necessarie delle argomentazioni dei
presofisti e della loro visione radicale dellinfinito creativo e
doppiamente dialettico. Insieme a Platone, infatti, Aristotele
trasferir su questo piano diviso tutti i movimenti dellEssere
stesso, distinguendosi dal proprio maestro unicamente per
laccentuazione del senso oggettivo e determinato della finalit
stessa. Lidea platonica dellessere-diverso diventa cos la potenza e
latto di un divenire tendenziale e preorientato, oltre il panorama
aperto delle differenze.
23. Anassimandro
La dimostrazione ulteriore del fatto che la serie delle
argomentazioni filosofiche aristoteliche consapevolmente
indirizzata ad occludere lo spazio vitale del pensiero e dellazione
dei presofisti dato dalla dimenticanza inMetafisica Adella
trattazione della posizione di Anassimandro.
In contrasto con una possibile identificazione del concetto
diinfinito( ) in Anassimandro con il concetto dell illimitenella
concezione pitagorica (vedi lo schema approntato successivamente),
la posizione del successore di Talete alla guida della scuola
ionica di filosofia indica apertamente la valenza creativa e
doppiamente dialettica del principio, finalmente identificata nel
suo motore fondamentale ed essenziale e nella sua
24.
struttura costitutiva. Mentre lillimite pitagorico svolge,
infatti, la parte della categoria astratta dellindeterminato,
linfinito anassimandreo non parte che si combina con una
finalizzazione determinatrice, essendo invece proprio lui causa,
principio ed unit in movimento, di differenziazione reciproca e di
ricomposizione dorizzonte.
Schema pitagorico 25.
Senza questavalenza potenziale superiore(cfr. la sovrabbondanza
dessere dellUno infinito plotiniano) linfinito anassimandreo non
riuscirebbe, infatti, a ricoprire la funzione che, successivamente,
Parmenide e Anassagora attribuiranno rispettivamente aDikeo all
Intelligenza( ), per il tramite delleomeomerie( ): la funzione
intrinsecamente determinatrice, sia in senso dialettico
orizzontale, che in quello verticale, di rammemorazione
dellapertura dellorizzonte razionale e naturale. Se, quindi, la
distinzione reciproca dei corpi (laseparazione ) - ottenuta magari
attraverso la contrapposizione logica deicontrari(come sar in
Aristotele), oppure grazie ad uneventuale proporzione di
varielementi(come far la speculazione atomistica suc-
26.
- cessiva) - la fase mediana del movimento del divenire
universale, la fase iniziale e quella finale non possono non essere
contraddistinte da una posizione nella quale quella distinzione
viene annullata (a favore, quindi, di un indistinto iniziale e di
un indistinto finale). Anticipando limpostazione che sar cara ad
Empedocle, Anassimandro distingue, qui, una ben definita e
delimitata dialettica verticale, che sar utilizzata anche se in
modo diverso - da Eraclito, per la sua dialettica degli opposti.
Nello stesso tempo, come si visto, questa dialettica verticale si
manifesta come dialettica orizzontale, attraverso la reciproca
distinzione e separazione dei corpi.
27.
Se infinito , dunque, il principio, infiniti saranno nello
spazio e nel tempo dellintero movimento universale i mondi che in
esso prenderanno forma, movimento proprio, sensazione, anima e
capacit di autogoverno. Questultima virt e perfezione potr essere
attinta e confermata nel momento in cui ci si ricordi che il mondo
in formazione sta in relazione dialettica con tutti gli altri mondi
in formazione e che levoluzione delluno influenza ed influenzata
dallevoluzione di ciascun altro. Ma il desiderio di s, che anima i
mondi, li contrappone e rompe - disgregandola - lunit dorizzonte
(cfr. lorigine della sofferenza nella concezione buddista). Qual ,
per, leffetto di questaingiustizia ? Che il rovesciamento della
logica originaria si riflette sugli agenti della stessa, che
verranno dissolti dalla loro stessa reciproca
28.
negazione, quando questa avr assunto il posto dellorizzonte
originario, come assoluto della morte. Nella concezione
sotterraneamente politica di Anassimandro prevista la diversit,
anche la reciproca opposizione, ma non pu essere consentita la
disgregazione del comune orizzonte unitario, che vale come fonte di
armonia e di contemperamento reciproco, di codeterminazione e di
reciproco sostentamento e sopravvivenza. Lorizzonte unitario
universale riemerge comunque dalla dissoluzione dei mondi in
reciproca negazione, per salvaguardare o rigenerare gli altri mondi
o i residui di quelli disgregatisi.
29.
La stessa forma della Terra, poi, posta al centro dellUniverso
riepiloga visivamente lo schema di questa doppia versione
dialettica (orizzontale e verticale), con una forma cilindrica. Il
movimento e levoluzione contraddistinguono, infine, la stessa
formazione ed origine della specie umana, che viene fatta procedere
da altre forme viventi (le forme acquatiche).
Laboratorio di filosofia , Livio Rossetti su Anassimandro
30.
Una visione, quella di Anassimandro, quindi totalmente
positiva, capace di oltrepassare ogni tragicit naturale e/o
razionale. Ben diversa e deformata invece linterpretazione dello
stesso pensatore, che si ricava dallimpostazione aristotelica. Se
si conserva la sua versione strettamente necessitarista, la
dialettica ed il motore infinito di questo pensatore vengono
schiacciati ed annullati, in una forma primordiale indifferenziata,
dalla quale il movimento stesso verrebbe considerato e qualificato
comunque come una forma di ingiustizia, che deve a sua volta essere
negata, per ripristinare la condizione iniziale, assolutamente
impedente per quanto riguarda ogni forma di libera creativit. Tolto
il motore creativo, Aristotele ha buon gioco ad annullare anche la
visione della doppia dialettica anassimandrea, in attesa di
occupare lo stesso spazio concettuale, con la sua definizione
astratta ed immaginativa della materia e della forma comesoggetto
medio e mediante .
31. Anassimene
Mentre, quindi, Anassimandro aveva evidenziato il motore
fondamentale ed essenziale dellEssere nella sua interezza (cfr.
invece Schelling e la sua filosofia dellIdentit, di impostazione
piuttosto orfico-eraclitea), svelandone la sua intrinseca struttura
costitutiva di tipo creativo e doppiamente dialettico, lattenzione
di Anassimene si concentra nella definizione e determinazione di
quelsoggetto medio e mediante(cfr. Aristotele ed il suo concetto di
materia logica, astratta ed immaginativa) che da solo capace di
dare spiegazione ed effetto dimostrabile a tale principio ed a tale
struttura. In questo senso Anassimene sviluppa le considerazioni
precedenti di Anassimandro, che aveva voluto indicare nelleterno
movimento rivoluzionatorio dellinfinito (cfr. laffinit con il
nucleo centrale della speculazione di Gior-
32.
-dano Bruno, lo stabilissimo moto metafisico, che dimostra i
moti della Terra e di tutti quanti gli altri astri celesti) la
possibilit e la potenza della genesi e della reciproca
codeterminazione dei corpi celesti. Per fare questo egli procedette
oltre la circolarit del fuoco, successivamente spiraleggiante in
circolarit diverse, suggerita da Anassimandro e indic nell aria( )
e nel suo movimento circolare la potenzialit dinamica capace di
instaurare quella dialettica orizzontale e verticale che, nella sua
visibilit immaginativa e razionale, attraverso la coppia
logicacondensazione / rarefazione , doveva esprimere la volont e la
potenza nel contempo differenziante ed unitaria del principio
stesso. Il movimento aereo avrebbe, quindi, costituito la visibilit
immaginativa sia della reciproca differenziazione degli esseri, sia
la loro ricomposizione unitaria, allinterno dellorizzonte razionale
e religioso comune, gi de-
33.
- lineato dai suoi predecessori. Allora laria avrebbe mosso
attraverso ilsoffio vitalelanima di tutti gli esseri viventi, la
quale a sua volta avrebbe potuto s differenziarsi, ma anche
ricomporsi (cfr. lanima universale nella speculazione di Plotino).
Lanima del tutto-dessere avrebbe cos sollecitato in senso
problematico ed effettivamente tecnico le speculazioni successive
di Eraclito e di Pitagora e dei pitagorici a cercare una possibile
regolazione astratta e separata, prima e divisa, per la
determinazione essenziale di questo movimento (del divenire e
dellessere, nel contempo). A ci avrebbe poi risposto polemicamente,
prima il tentativo ricostitutivo di Parmenide e della scuola
eleate, poi quello dei fisici pluralisti (Empedocle, Anassagora,
Democrito). Il pas-
34. Laboratorio di filosofia Enrico Moscarelli su Anassimene ed
Ecateo
-saggioverso il progressivo dominio ed egemonia della
mediazione astratta si sarebbe, infine, realizzato grazie alle
riflessioni sofistiche, socratiche, platoniche ed
aristoteliche.
Questultima , dunque, una possibile traccia per lo sviluppo di
quellorizzonte formativo di tipo disciplinare, disposto, articolato
e sommariamente organizzato, allinizio della stesura del piano di
questo modulo.