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News Art International magazine Arts & Crafts

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11 setteMbre 2001-2011il presidente degli statiuniti barack obama haricordato le vittime del-l'attacco terroristicodell'11 settembre 2001.grande la commozionea ground zero dove si èsvolta la cerimonia dicommemorazione cheha visto accanto l'unoall'altro obama e george W. bush. i due erano vicini, con le ri-spettive mogli, e sotto il palco c'erano migliaia di persone.Con tre minuti di silenzio sono stati ricordati gli schianti degliaerei sulle twin towers e sul pentagono. dopo un minuto di si-lenzio davanti al memoriale obama e bush hanno scambiato al-cune parole con gli ospiti alla cerimonia, tra cui molti parentidelle quasi 3mila vittime dell'attentato. nel suo discorso al Ken-nedy Center, obama ha detto: 'gli americani di domani, traqualche decennio, ricorderanno che abbiamo battuto la schia-vitù, la guerra civile, il fascismo, la recessione e le rivolte, il co-munismo e anche il terrorismo'. aggiungendo: 'Questi ultimianni hanno dimostrato che l'america non cede alla paura: sonocambiate molte cose, ma non il nostro carattere come nazione,la nostra fede in dio e in noi stessi. nessuno spezza la nostra vo-lontà'.

berlino, 12 agosto1961-2011 - un Murotra generazioniCinquant’anni fa haavuto inizio la costru-zione del muro di ber-lino, vent'anni fa è statodemolito. la costru-zione e la caduta delmuro di berlino ven-gono ricordati in conti-nuazione. ne è nato undibattito che spazia dalla violazione dei diritti dei cittadini dellarepubblica democratica tedesca , alla rivoluzione pacifica delpopolo, fino all’unificazione tedesca. Questo racconto collettivonon tiene però conto di un elemento decisivo: la terza e ultimagenerazione della germania est. noi, i giovani tedeschi dell’est, avevamo forse otto o dieci anniquando è caduto il muro e abbiamo trascorso gran parte dellanostra vita nella germania riunificata, con tutte le sue libertà.siamo arrivati alla meta e ci siamo lasciati alle spalle la vecchiatrincea che divideva l’est dall’ovest. o almeno così abbiamoquasi creduto. eppure, il muro fa ancora parte di noi . non solo. il muro è statoabbattuto vent’anni fa, ma nelle nostre famiglie, continuiamoad avvertire la sua presenza.

Mostra-oMaggio a audrey Hepburn a sostegno dell’uniCeFin occasione del 50° anniversariodi Colazione da tiffany e in contem-poranea con il Festival internazio-nale del Film di roma, per la primavolta la capitale celebra audrey Hep-burn, attraverso una mostra-omag-gio. un tributo alla grande star nella"sua" roma che servirà a raccoglierefondi per il progetto di lotta alla mal-nutrizione infantile sostenuto dalClub amici di audrey per uniCeF,a cui la stessa audrey ha dedicatouna parte importantissima della suavita in qualità di ambasciatrice dibuona volontà. l'integrazione nel prezzo del biglietto, infatti,sarà interamente devoluta in beneficenza all'uniCeF.la mo-stra ospitata dal Museo dell’ara pacis racconta attraverso im-magini, video e oggetti personali le tre vite vissute a romadall'attrice: diva del cinema, mamma e ambasciatrice. infatti,in 25 anni, audrey ha condiviso con roma momenti crucialidella sua carriera artistica, daVacanze romane e guerra epace a la storia di una monaca, ma soprattutto nella capitaleha vissuto molti anni di vita familiare, a stretto contatto con lacittà e con i suoi abitanti.una selezione di scatti inediti, quasi"rubati" - provenienti dagli archivi di reporters associati, pho-tomasi, istituto luce e Kobal Collection - colgono audrey Hep-burn in momenti di vita quotidiana nella città. didascalie, testie grafica ripercorreranno il personale ricordo del rapporto traaudrey e roma.

Per chi suona la Campana?la rubrica di Martha King

Colpo di stato per l'artigianato libico in ItaliaNel settembre del 1969 durante l’inaugurazione della33ma Fiera del Levante di Bari, il nostro Fondatore Ro-sanna Guadagnino presenta il padiglione dell’arigianatolibico. Nella foto possiamo vedere Rosanna in compa-gnia del Ministro Rumor, dell’on. Aldo Moro, Presidentedel Consiglio Italiano, ammirare in anteprima la Scritta“Repubblica Araba Unita della Libia”. Una foto impor-tante per la Nuova Repubblica nata appena due giorniprima dell’apertura della fiera. Gheddafi aveva preso ilpotere in Libia e tutti i Ministri e Sottosegretari e tantialtri furono arrestati. In qualità di responsabile Rosannatornò in Libia malgrado i pericoli... si rischiava la galera...tutti fuggivano... «Volevo definire le consegne e chiudereonestamente la mia parabola». Così riuscì, con mille pe-ripezie, ad aver il suo visto di uscita, grazie al rispetto ditanti carissimi amici conosciuti nei suoi dieci anni di at-tività a Tripoli. Dopo più di 40 anni, nel rispetto di tutto,Rosanna Guadagnino, nel ricordare quei momenti terri-bili si domanda: «Perché abbiamo accettato il giovaneColonnelo Gheddafi in soli dieci giorni? Che senso ha,stare tutti zitti per 40 anni e fare la Guerra adesso? Oggila guerra è finita. È finita male per tutti. Si poteva evi-tare?» ...chi ha delle risposte o opinioni ci può scrivere,«ma forse non cisono risposte».Martha [email protected]

datestoriche News Art in questo numero speciale per il

Natale 2011, raddoppia le pagine e si

presenta in Copertina con una immagine

firmata dal famoso, Renè Gruau.

Ringraziamo l’Accademia di Costume e di

Moda per la gentile concessione.

Le nostre Interviste, continuano a coinvolgere,

e le nostre domande si ripetono, e navigando,

arrivano le risposte dalla Russia, dallo Zambia,

dal Brasile e dall’Argentina.

•REALTA’ E SOGNI•USI E CONSUMI•RISTRUTTURAZIONE DELL’INDUSTRIA A MANO•ARTIGIANATO ARTISTICO

… RISPONDONO IN TANTI...

Presidente Mauro Mannocchi

Fiera Roma con la rassegna Arte e Mestieri

Tutti a scuola di Arte e Mestieri con il Comune di Roma

Fiamma Lanzara Presidente Dell’Accademia di Costume e di Moda

Anna Maria Quattrini Presidente Associazione Via Dei Coronari

M° Giovanni Zanon Presenta i suoi incontri con “Arredare con L’arte”

La Nuova Rubrica di Gabriella di Luzio “Un Grido Muto”

Prof. Pietro Alimonti con il Libro “Dove Habbiamo Sbagliato”

Livia Bucci Ambasciatrice dell’Arte Italiana

Arch. Michel Scarantino un Italiano nello Zambia

Speciale “Made in San Lorenzo”

Emanuele Giglio Il Teatro del Centro

English colour supplement for visitors to Rome by Jenni Scotti

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Intervista a Mauro Mannocchi, leader di Confar-tigianato, presidente di Fiera Roma Srl.

In un mercato caratterizzato dall’affermarsidi una nuova geografia economica globaliz-zata nonché da dinamiche competitivemolto intense, come valuta, come presi-dente, il ruolo della Fiera di Roma?Sono profondamente convinto che nel nuovoscenario economico, la Fiera di Roma, nellaquale la camera di commercio è impegnata conrilevanti investimenti, possa giocare un ruoloimportante e strategico per affrontare le sfideglobali e per promuovere il sistema imprendito-riale e del territorio, anche per la sua forte ca-pacità di attrazione del business fieristicointernazionale.In questa prospettiva, ritengo quindi fondamen-tale, nel processo di supporto all’internaziona-lizzazione da parte della CCIIAA, lavalorizzazione della fiera quale soggetto prima-rio per la promozione ed organizzazione dieventi e manifestazioni all’estero, stimolando lapresenza delle imprese italiane, e nel contempoattirando la domanda di potenziali investitoriesteri.

Quale è la significatività della manifesta-zione Arti e Mestieri promossa dalla Fiera diRoma e quali sono le iniziative più impor-tanti svolte ed in corso?Arti e Mestieri è una manifestazione dalle di-verse anime: mostra –mercato, quale tappa irri-nunciabile dello shopping pre-natalizio, maanche evento contraddistinto da rilevanti aspettiprofessionali. È nata con l’obiettivo primario didare spazio, visibilità e contatto diretto ad unpubblico sensibile e culturalmente attento alleproduzioni delle piccole e medie imprese arti-giane. Arti e mestieri è stata la prima manifesta-zione, sin dal 2006, ad essere organizzata egestita dalla nuova Fiera Roma, inaugurando

una serie di eventi auto organizzati, come BigBlue, Motodays, Roma Cavalli, per citare i più im-portanti.Non ultimo, arti e mestieri expo è stata sempre,nelle passate edizioni, una vetrina non solo perle produzioni locali, ma per la visibilità di tuttigli altri artigiani provenienti da tutta Italia, inparticolare il centro sud.Infine, tengo a far presente che la nuova edi-zione sarà caratterizzata dalla presentazione divini, spumanti, e liquori italiani, con aree di ven-dita e di degustazione, ed i distributori, in quellasede, offriranno le migliori “idee in bottiglia” perqualificare un grande regalo natalizio.È da aggiungere la sezione “sapori e gusti di Na-tale” che sarà particolarmente innovativa, so-stanziata dalle preparazioni e specialità piùtipiche delle cucine regionali italiane che aiute-ranno il visitatore ad arricchire il proprio baga-glio di idee.

A Roma esiste una situazione paradossalenell’ambito della cultura artigianale: via Tordi Nona e zone limitrofe, definite dal Presi-dente dell’associazione omonima ClaudioFranchi, “il luogo delle promesse mancate”,attende da oltre un trentennio di divenire ilborgo delle attività artigianali d’eccellenza,come vocazione naturale stabilita da più diuna amministrazione, una sorta di fiore al-l’occhiello per la città di Roma. Quale po-trebbe essere il ruolo della Confartigianatoper la riuscita di un progetto così impor-tante?L’associazione che presiedo si è posta l’obiettivodi far fare una svolta all’artigianato artistico Ro-mano. Fin dal mio insediamento ho credutonella forza e nelle potenzialità di questa partedel nostro artigianato.Il settore a Roma è ricco di pecularietà, è vivace,ma ha bisogno di guida, di economie di scala,di un progetto. Roma è una città che ha preso eprende molto dagli artisti artigiani, storicamentesi sono succedute tante scuole produttive, il tu-rismo, soprattutto internazionale, ha bisogno disouvenir autentici all’altezza della bellezza della

Città eterna. Oggi che le regole sono più com-plesse, competitive, ma gli scenari più ambiziosi,la città deve essere in grado di credere a questarisorsa, investirci, sostenerla non solo affinchénon si disperda ma anzi affinchè cresca, quantopuò, più che può. In questa prospettiva sonoconvinto che necessitino misure con un respirotemporale sia di breve che di più lungo periodo.Per le azioni che possono essere realizzate piùcelermente, mi sto attivando con gli Assessoricompetenti per far si che il territorio di Tor diNona non viva come “luogo dimenticato“, rivi-talizzando le importanti realtà esistenti con de-stinazioni d’uso certe ed indirizzate allavocazione del territorio quale luogo di artigia-nato di eccellenza.Un arricchimento di arredo urbano potrebbe es-sere quello di ravvivare esteticamente, con latecnica pittorica trompe l’oeil il muro di tenutadel lungotevere, “ingannando l’occhio” con unavisione dell’oltre sponda.Con un obiettivo strategico ci stiamo attivandoper dar vita ad una struttura, un polo di aggre-gazione, che offra servizi alle imprese e nuovecompetenze per farle crescere e sviluppare, nellaconvinzione che coniugare tradizione ed inno-vazione sia l’espressione più tangibile della forzadel made in Italy di cui la città di Roma rappre-senta una parte importante con il suo artigia-nato pregiato ricco di cultura e di tradizione.Anche su questa strada stiamo lavorando conl’Amministrazione di Roma Capitale, con tenaciae convinzione, e credo che raggiungeremo que-sto ambizioso traguardo.

Mauro MannocchiNon più sogni, ma lucide realtà per l’artigianato nella Città Eterna

RealtàeSogni

Mauro Mannocchi, presidente di Fiera Roma Srl

Mauro Mannocchi premia Tina Gaglio di Agricoltura Fratelli Navarra

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ARTI & MESTIERI EXPOMostra Mercato dell’Artigianato e dell’EnogastronomiaVI edizione

Fiera di Roma 15-18 dicembre 2011

2 padiglioni

350 espositori e 60.000 visitatori nel 2010

Ingresso gratuito

Settori merceologici presenti:- Arredamento e complementi

d’arredo artigianali- Oggettistica e articoli da regalo artigianali- Abbigliamento e accessori artigianali- Oreficeria e gioielleria- Servizi per la persona, la casa e le imprese- Stampa di settore

INIZIATIVE COLLATERALI 2011:

In questa edizione tanti saranno gli eventi colla-terali:  una intera area sarà dedicata al mondodella pizza.Un ampio spazio sarà riservato ai pani tradizio-nali dal Lazio e ancora la sezione Articiclo, unprogetto volto alla diffusione e valorizzazionedell’Artigianato e dell’Arte che utilizza materialidi riciclo e di riuso.

ArtieMestieri

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RealtàeSogni

Presidente Fiamma Lanzara,nella sua Accademia di Costumee di Moda quanto spazio vieneaffidato alla sperimentazione eal settore artigianale?L’Accademia di Costume e diModa di Roma è effettivamentel’unica realtà italiana a proporreuna formazione triennale nell’am-bito della moda e del costume inun unico iter formativo. Il corsotriennale per il Diploma Accade-mico di primo livello in Costume eModa, da quest’anno riconosciutodal MIUR, si rivolge a ragazzi de-siderosi di imparare a creare par-tendo da un bozzetto per arrivareall’abito. Il continuo contatto conil mondo del lavoro, poi, permetteai nostri diplomati di inserirsi age-volmente nella filiera Moda e Co-stume, rispondendo allemolteplici esigenze delle aziendee dei comparti produttivi. L’artigia-nato che prende forma. Su quali direttive si fonda l’in-segnamento dell’ACM?La metodologia della proposta di-dattica risiede nel saper coniugareespressione, abilità tecnica ed

esperienza diretta in una formuladi insegnamento “scuola-labora-torio”, attraverso la stretta rela-zione fra saperi, sperimentazione,iniziative ed eventi. Questo spiegail motivo per cui i nostri allievisono affermati stilisti e costumistiper grandi produzioni a livello na-zionale ed internazionale.Artigianato significa cono-scenza di ogni passaggio delpercorso creativo, dall’originefino al prodotto concluso. Pre-sidente, cosa ne pensa?Condivido in pieno. Ed è il motivoper cui crediamo che sia fonda-mentale l’aggiornamento dei no-stri programmi, per poterrispondere alle esigenze delleaziende. Senza però dimenticarela formazione tradizionale, carat-teristica che ci differenzia dallealtre scuole dal 1964. La propostadel Diploma Accademico di I Li-vello in Costume e Moda (Trien-nale), per esempio, prevede unampio spettro di preparazione,dalla storia dell’arte alla computergrafica, dal disegno anatomico aicorsi di fashion design e di co-

stume design. La filosofia dell’Ac-cademia prevede la costruzione diun talento professionale che sap-pia muoversi abilmente nei settoridella filiera Moda e Costume, ser-vendosi di competenze e cono-scenze del tutto versatili especialistiche. Per chi ha un diploma ma desi-dera perfezionarsi, l’Accademiaoffre anche corsi di Alta Forma-zione?Certo. Per chi lavora e vuole ap-profondire un particolare ambito,o per chi finito il triennio desideraspecializzarsi, l’Accademia ha una

vasta gamma di corsi di Alta For-mazione, di durata semestrale.Dalla Comunicazione di Moda alCostume per lo Spettacolo Tea-trale, Cinematografico e Televisivo,passando per il corso di Moda eAccessori o di Trucco per lo Spet-tacolo. Nel ventaglio di offerta, cisono anche i Corsi specialistici inDisegno, Modellistica e Prototipa-zione Borse e Disegno, Modelli-stica e Prototipazione Scarpe.Un’offerta chiara, diretta a chi sache la formazione è la base peruna carriera nel mondo dellaModa o del Costume.

La concretezza formativa dell’Accademia di Costume e di Moda di Roma,Presidente Fiamma Lanzara

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NewsArt

L’insegnamento “scuola-laboratorio”dura da quasi cinquant’anni

“abbiamo sempre considerato il Costume comeModa, o viceversa, la Moda come Costume,come civiltà e come umanità”. le parole di ro-sana pistolese (docente di Moda e Costume allaberkeley university, storica del costume, giorna-lista di moda e stilista), fondatrice nel 1964dell’accademia di Costume e di Moda di romaassieme a nello ponente, ottavio spadaro edario Cecchi, riassumono e spiegano cosa inquasi cinquant’anni di storia l’accademia è riu-scita a realizzare. tutto ha inizio nella sede ori-ginaria in Via dell’anima, dove si alternanodocenti del calibro di rosana pistolese (storia delCostume, tessuto e Moda), nello ponente (storiadell’arte), dario Cecchi (tecniche di Costume),achille Fiocco (storia del teatro) ed ercole brini(illustrazione). un connubio di studio, inventiva,creatività, cultura e eleganza. da subito si alter-nano personaggi di spicco e di fama, come nel1965 il Ministro della cultura per l’india indiragandhi, si organizzano seminari di esponenti delmondo dello spettacolo come lele luzzati, paolaborboni, sergio tofano, Massimo serato, ro-berto rossellini, salvo randone e umberto ti-relli. anche le conferenze sono tenute daesponenti di spicco, come il prof. giulio Carloargan, l’allora onorevole giorgio napolitano, ilprof. giovanni bollea e il premio nobel prof. da-niel bovet. giusto qualche nome per dare il sensodella vita e del fermento che da sempre ha of-ferto l’accademia.dice bene la fondatrice, qui: “si crea una coabi-tazione fra dimensione intellettuale e professio-nale. nessuna scissione fra il momento dellacultura e la realtà del lavoro”. Chi forse meglioriassume questa simbiosi è rené gruau, ideatoredel logo dell’accademia. il famoso illustratore dimoda, di origine riminese, collaboratore neglianni trenta a parigi delle riviste “Femina” e“Marie Claire”, si dedica anche al disegno pub-blicitario, ideando cartelloni, locandine e pagineper le riviste e gli spettacoli del Moulin rouge,del lido e della scala di Madrid. indimenticabilel’amicizia tra gruau e Christian dior, rappre-sentata dalle illustrazioni presenti nel libro di ri-cette dello stilista “la cuisine cousu-main”.l’illustratore è stato un grande amico della si-gnora pistolese e ideatore della donna “fiamma”,simbolo e logo dell’accademia. nel 1990 Fiamma lanzara diventa presidente

dell’accademia e nel 1992l’edificio che ospita il Co-stume e la Moda si spostanell’attuale sede di viadella rondinella 2. ed èanche questo il segretodell’ente Morale istituitodalla signora pistolese:rimanere attuali, senzamai trascurare il pas-sato. Cambio di sede,quindi, ma stesso fer-mento e voglia di farconvivere la vita accade-mica con il mondo che sitrasforma ed evolve: sisusseguono i final-workdi moda e di costume,come gli incontri e gliscambi istituzionali tra

l’accademia e le istituzioni. Come nel 2009 lafirma di un protocollo d’intesa con la provin-cia di roma in materia di creatività, con l’isti-tuzione di una task-force: la scelta dellaprovincia è ricaduta anche sull’accademiaproprio perché istituto di eccellenza. Questasottoscrizione ha permesso nel 2010 la par-tecipazione dell’accademia alla secondagiornata della creatività presso Macro Fu-ture: per l’occasione ilaria Vallone ha ideatocinque abiti reinventando il feltro. la pre-senza ad altaroma 2011, poi, è stata fucinadi idee e sperimentazioni. nei Musei Capi-tolini esedra di Marco aurelio i diplomandihanno proposto “i vestiti nuovi delle impe-ratrici”: nove abiti e altrettante acconcia-ture, ispirati dalla mostra “ritratti, le tantefacce del potere”. in sede, inoltre, si è svoltol’appuntamento “accademia Factory: fat-toinaccademia”, tra proiezione del fashionfilm “academy girl” di silvia Morani eangelo Cricchi, la mostra “talents 2011”e “Fiber Couture”, vestiti ideati partendoda fibre vegetali.a conferma della competitività e dell’altolivello di preparazione degli studenti cheescono da Via della rondinella 2, i ricono-scimenti internazionali si susseguono dasempre. nel 2011 il 1° premio Mittelmodaaward nella categoria “premi assoluti” èstato assegnato a gea antonini, mentreFederica Croce ha ricevuto il premio Ca-mera nazionale della Moda italiana perla collezione più creativa. al riccioneModa italia - rMi - ricerca Moda inno-vazione, teresa indiveri vince il premiospeciale società italia, giulia amendolasi aggiudica il premio sezione pellicce-ria, il premio sezione Maglieria è asse-gnato a Chiara ebanista, olimpiatiberia ottiene il premio sezione abbi-gliamento e il premio sezione partico-lari d’autore va a Corrado scollo. el’ambizione di essere attuali e coscientidei tempi che cambiano, ha fatto sì cheil corso triennale 2011/12 sia stato rico-nosciuto dal Miur quale diploma acca-demico di primo livello.un altro segnale della presenza dell’ac-cademia nella contemporaneità.

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Scuolad’ArteedeiMestieri

Arte e MestieriTutti a scuola con il Comune di Roma

Il Comune di Roma riserva un’atten-zione particolare alle attività di edu-cazione, attraverso la gestione delleScuole d’Arte e dei Mestieri.Presenti nel territorio cittadino giàdal 1871, le quattro Scuole rappre-sentano un’importante opportunitàper tutti coloro che, superata l’etàdell’obbligo scolastico, vogliono ac-quisire nuove conoscenze e compe-tenze professionali nei campiartistico – artigianale e tecnico-scientifico.Gli oltre 100 corsi attivati ognianno, articolati in 40 diverse tipo-logie con circa 1300 allievi, per-mettono di sviluppare e acquisiretecniche essenziali di un’arte, diuna tecnica o di un mestiere ed essere accom-pagnati, da docenti altamente qualificati, in unpercorso di costante aggiornamento e perfe-zionamento nei diversi settori: dal fotograficoalla pittura, dall’erboristeria all’informatica,dall’oreficeria al restauro.Le scuole d’arte e dei mestieri sono, così,un’occasione preziosa per l’accrescimentodelle conoscenze e delle competenze culturalie, al contempo, una risposta formativa e pro-fessionale “ concreta” alle richieste semprepiù complesse di un mondo del lavoro incontinuo mutamento.I corsi si rivolgono ad utenti appartenenti adiverse classi sociali e di età e costituisconouna sintesi fondamentale tra tradizione e in-novazione, configurandosi quale strumento

capace di offrire, risposte concrete ai bisogni for-mativi della società contemporanea.Gli oltre 100 corsi delle Scuole d’Arte e dei Mestieri,attivi ogni anno, sono articolati in 40 diverse tipo-logie con circa 1300 allievi. Permettono di svilup-pare e acquisire tecniche essenziali di un’arte, di unatecnica o di un mestiere ed essere accompagnati,da docenti altamente qualificati, in un percorso dicostante aggiornamento e perfezionamento nei di-versi settori: dal fotografico alla pittura, dall’erbori-steria all’informatica, dall’oreficeria al restauro.L’offerta formativa costituisce una felice sintesi tratradizione e innovazione, un efficace strumento ca-pace di offrire risposte concrete ai bisogni formatividella società contemporanea e al mondo del lavoroin costante mutamento.Per iscriversi alle Scuole D’Arte bisogna presentareil modulo d’iscrizione, reperibile sul sito internet delComune di Roma, debitamente compilato insiemealla fotocopia di un documento e del codice fiscalee successivamente pagare una tassa d’iscrizione tra-mite un bollettino postale. Per informazioni rivol-gersi direttamente alle sedi delle scuole dal lunedìal venerdì dalle 16 alle 19: Scuola Scienza e TecnicaViale Glorioso 5, Scuola Ettore Rolli via Macedonia120, Scuola Arti Ornamentali via S.Giacomo 8,Scuola Nicola Zabaglia Piazza San Paolo alla Regola43. Sul sito del Comune di Roma è possibile scari-care tutto il materiale informativo.

il Comune di roma, attraverso lescuole serali d’arte e dei Mestieripresenti sul territorio dal 1871,offre un’ampia gamma di corsi adalto valore artistico e professionale.le quattro scuole, con la loro atti-vità, si sono affermate come luogodi aggiornamento e di condivisione,costituendosi come dei veri labora-tori d’arte. l’amministrazione Comunale, in-sieme ai corsi professionali dei Cen-tri di Formazione e ai corsi delprogetto eda rivolti agli adulti,vuole così dare alla cittadinanza lapiù ampia offerta, venendo incontroalle esigenze di ciascuno e mettendoin contatto le persone con le opportu-nità di educazione e di formazione, of-frendo di migliorare le proprieconoscenze, di recuperare interessi ecompetenze anche professionali.

Assessore

alle Attività Produttive

al Lavoro e al Litorale

Davide Bordoni

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Scuolad’ArteedeiMestieri

Le Scuole sono ubicate nel centro storico e sono infunzione dal 1871:1. Scuola Arti Ornamentali via S. Giacomo, 112. Scuola Scienza e Tecnica Viale Glorioso, 53. Scuola Ettore Rolli via Macedonia, 1204. Scuola Nicola Zabaglia Piazza San Paolo alla Re-gola,43È stata conclusa di recente la ristrutturazione dell’edi-fico della Scuola Arti Ornamentali, di grande valorestorico avendo ospitato maestri come Mario Mafai.I lavori, durati 6 anni, che hanno comportato ancheun consolidamento statico della struttura, sono co-stati circa 5 milioni di euro ed hanno restituito allacittà una prestigiosa sede di confronto culturale non-ché di apprendimento qualificato per la cittadinanzaadulta. Alle 4 Scuole ogni anno si iscrivono più di 1400 al-lievi. Un aspetto peculiare caratterizzante la compo-sizione delle classi è l’eterogeneità dei partecipanti,appartenenti a contesti socio – culturali e generazio-nali sensibilmente differenziati.L’iscrizione comporta una compartecipazione eco-nomica da parte dell’allievo, piuttosto modesta (circa1 euro per ogni ora di corso) che può essere ridottaove l’interessato, ricorrendone i presupposti, si av-valga della dichiarazione ISEE (Indice socio-econo-mico equivalente).I corsi sono circa 150, la maggior parte dei quali sicaratterizza per il contenuto artistico/artigianale edapplicativo, risultando di fatto altamente professio-nalizzanti e meritevoli di sensibile sviluppo.Non vengono rilasciati titoli formali ma si segnala lapossibilità che la partecipazione ad alcuni corsivenga riconosciuta quale credito formativo univer-sitario. E’altresì riconosciuta, nel panorama dell’edu-cazione degli adulti, l’ottima qualità di tutta l’offertadidattica delle Scuole. L’approccio adottato nell’ero-

gazione dell’offerta formativa rappresenta unacoerente espressione del long- life learning, in-dividuato come uno degli elementi della strate-gia del Trattato UE di Lisbona fissata, conriferimento al contesto socio-economico, per af-frontare le sfide del mondo globalizzato. I 24 insegnanti dipendenti comunali a tempoindeterminato prestano 18 ore settimanali diinsegnamento frontale, integrate da un monte-ore destinato a tutte le attività di completa-mento della didattica. 70 insegnanti aprestazione libero- professionale completanoil corpo docente, che risulta complessiva-mente di ottimo livello culturale e didattico. L’Albo permanente per l’attribuzione degli in-carichi libero – professionali costituisce stru-mento dinamico destinato a garantirel’individuazione delle migliori professionalitàdisponibili per le varie discipline. E’ caratte-rizzato da:• Piattaforma informatica on-line per la pre-sentazione delle domande di adesione• Valutazione dei titoli mediante istruttoriadegli Uffici• Valutazione comparativa mediante col-loquio svolto da una commissione diesperti• 35 graduatorie per materia

Gianni Alemanno Realtà educative della Capitale

Dove, come e quandoQuattro sedi nel centro storico di Roma, 150 corsi di specializzazione

Le materied’insegnamento”

affrescoarazzo

arredamento d’interniCeramica

scultura in ceramicadecorazione e stampa su tessuto

disegnoillustrazione

disegno dal vero e anatomiapittura

incisioneMacramè

Mosaicooreficeria

scultura orafaincastonatura

pittura su tessutopittura e sperimentazione

plastica e formaturarestauro del dipinto

restauro dei materiali antichirestauro del mobile

scultura in legnotecniche pittoriche antiche

tessituratrompe l’oeil

Vetrate artistichealfabetizzazione informatica

informaticaFotografia analogica

Fotografia digitalegrafica editoriale

grafica pubblicitariaphotoshop

Web designWeb Mastererboristeria

le scuole d’arte e dei Mestieri delComune di roma costituisconouna delle più antiche ed accredi-tate realtà educative della città.Con i loro laboratori, le bibliote-che, le attrezzature e, soprattutto,la loro storia che si è sedimentatanel corso del tempo, sono un veroe proprio patrimonio da salva-guardare.nel 1871 veniva aperta la primasede intitolata a nicola zabaglia, il

geniale operaio cheinventò numerose macchine perl’edilizia e divenne il capo deglioperai della Fabbrica di san pie-tro.oggi gli edifici che accolgono le no-stre scuole mantengono inalteratoil proprio fascino centenario e, nelcaso della scuola arti ornamentalidi via san giacomo, mostrano unnuovo splendore dopo un accuratorestauro.

Questa pubblica-zione, corredata daun’attenta testimo-nianza fotografica,costituisce unaprova dell’impegnodi tutte quelle per-sone che contribui-scono a mantenereviva la grande ric-chezza culturale chele scuole d’arte edei Mestieri rappre-sentano per la no-stra città.

Il Sindaco di Roma

Gianni Alemanno

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“Un grido muto, il grido più terri-bile, perché invece di esprimersi le-vando alta la sua voce, aveva sceltola strada, più sommessa e dolorosa,dell’autodistruzione. Un urlo silen-zioso, che invece di esplodere im-plode e nell’implodere devasta edestabilizza l’assetto dell’organi-smo”.Mi sembra di avere scritto questeparole in un’altra vita, tanto mi ap-paiono lontane. Eppure fanno partedel mio libro, “La morte ha bussatoalla mia porta. Io mi sono barricatae non ho aperto” (Grauseditore),che ho iniziato a scrivere appenatre anni e mezzo fa e terminato unanno dopo, alla fine di un lungo,

doloroso, interminabile calvario diinterventi e di cure del mio cancro,di cui al momento non c’è traccia.Così oggi io, Gabriella Di Luzio, at-trice e cantante, conduttrice e gior-nalista dal curriculum costellato ditappe dignitose se non di successo,oggi posso raccontarla, la mia di-scesa negli inferi, il mio percorso dipaziente oncologica lastricato di la-crime, amarezza per una parte diumanità che mi ha deluso, speranzetimidamente coltivate nel silenzio enella solitudine della mia camera, ipassi fatti verso la guarigione. Senzamai sciocchi trionfalismi, ma sem-pre monitorando il mio stato con icontrolli ciclici. Ringraziando com-mossa la vita che mi ha offertoun’occasione di rinascita o, per dirlacon Tiziano Terzani, un altro giro digiostra. E che ha dato la possibilità,a me che ho girato parecchio in-torno al mondo, di fare, grazie alcancro, il viaggio più faticoso e ter-ribile, ma anche il più affascinante:quello all’interno di me stessa. Vor-rei insieme a voi, amiche e amiciche mi leggete in questo primo deimiei interventi sulla rivista, gettareun sasso nello stagno, provocando

discussioni che cidiano occasionedi cercare risposteai tanti perché cheaffollano le nostrevite, di aprire di-battiti, di uscire daquesta sorta diconvegno virtualeun po’ arricchiti,con qualcosa inpiù rispetto aprima. Tornandoalle parole delmio libro con cui ho aperto questointervento, confermo che negli anniimmediatamente precedenti la sco-perta del cancro la vita mi avevaprovato duramente, e sono intima-mente convinta che questo abbiafatto “esplodere”, e proliferare inmodo anomalo e anarchico le miecellule. Chi di voi ha vissutoun’esperienza simile e vuole gettare

sul tappeto un argo-mento analogo? Chivuole proporre argo-menti di interesse ge-nerale, che tocchinole nostre vite, dalquotidiano al lavoro,ai figli, all’amore, allepassioni più tempe-stose e inconfessabili,ai giardini segreti col-tivati nei nostri terri-tori più impervi, è ilbenvenuto.

Scrivetemi a [email protected] e cercheremo, insieme, discandagliare con cura i territoridella mente, dell’anima, del corpo,non alla ricerca di verità assolute,ma di qualche passo avanti che il-lumini e faciliti il nostro percorso,faticoso ma affascinante, di esseriumani. Vi aspetto!

un grido MutoLa nuova rubrica di Gabriella Di Luzio

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Prof. Pietro Alimonti«Credete a me, non credete a nulla»

pietro alimonti nascea roma il 1 febbraiodel 1945. primariomedico dell'ospedalesan pietro Fate bene Fratelli di roma. pre-sidente dell'associazione culturale Humani-tas nova, autore e conduttore dellatrasmissione “Medicina con amore” pro-dotta da telestudio.dopo la pubblicazione di “le parole di miaMadre” editoriale roma, “donne con legonne” Franco garassino editore, “polli conle penne” ed. pagine, con quest'ultimo libroconclude la narrazione di cinquanta anni divita italiana.«“dove habbiamo sbagliato” abbraccia un

arco di storia che va dal1975 alla fine degli anni'90 mentre le riflessioni ele vicende della vita co-niugale, narrate attra-verso un dialogo virtualearrivano sino ai giorninostri. dopo quarantaanni di matrimonio doveabbiamo sbagliato?Continuiamo a produrreerrori, di ortografia,come nella vita di tutti igiorni, ci sentiamo sicuridi noi stessi, pronti a giu-dicare la vita degli altri,

ne sono testimonianza i sottotitoli delle storieche compongono questo lavoro e che ho rac-colto in tanti anni di professione. la storiainsegna che dalla storia non impariamonulla, niente può sorprenderci, credete a menon credete a nulla».

Gabriella Di Luzio e il Prof. Pietro Alimonti creano uno spettacolo per News Art

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Sono Milena Angelé, fondatrice dell’associazione cultu-rale Artidee, nata nel 2006, inizialmente come scuola dimusica e poi cresciuta nel corso degli anni fino a diven-tare un centro in cui l’offerta didattica spazia dai corsi distrumento ai corsi di danza passando per i corsi di pitturae illustrazione. Fin dall’inizio il nostro obiettivo è statocreare un centro in cui si potessero realizzare più formedi espressione. Mi interessa che gli allievi delle diversediscipline abbiano uno spazio in cui, oltre a coltivare lapropria passione, possano interagire tra loro e contami-narsi a vicenda. Abbiamo scelto uno staff di docenti gio-vane e preparato per garantire un percorso formativoprofessionale a chi desidera fare della musica il propriolavoro, e un ambiente stimolante per chi si avvicina allamusica per la prima volta. L’offerta didattica si rivolge a tutte le fasce di età, per ipiù piccoli ci sono corsi di propedeutica alla musica ealla danza che attraverso un approccio ludico stimolanoil bambino a scoprire le proprie capacità espressive.Per i ragazzi e gli adulti, oltre ai corsi di gruppo didanza, pilates e yoga, è possibile frequentare lezioni in-dividuali di strumento o canto e strutturare la didatticaa secondo della propria disponibilità in incontri setti-manali o quindicinali. Oltre alle lezioni individuali o digruppo proponiamo ogni anno seminari con artisti difama internazionale, sono stati nostri ospiti Mark Turner,Emanuele Cisi, Antonio Sanchez e Niccolò Fabi, e labo-

ratori tematici jazz, rock, e quest’anno in parti-colare un interessante esperimento di laborato-rio R&B, che si sta trasformando in una vera epropria Big Band, per dare la possibilità a musi-cisti e cantanti di suonare insieme, confrontarsitra di loro e con artisti già affermati, ed usciredalla dimensione individuale dello studio diuno strumento. Ed è sempre in quest’ottica chedurante l’anno organizziamo per gli allievi dellascuola di musica e di alcuni corsi di danza,delle esibizioni nell’ambito di rassegne musi-cali, festival o nei locali della nostra città. I no-stri musicisti hanno avuto l’occasione diesibirsi durante il Festival De André, al RomaVintage e alla Festa della Musica.

Milena AngeléArtidee: non solo scuola di musica

NewsArt

RiCicLodi Raffaella Riccio

riCiclo è costumi di scena,abbigliamento e accessorifuori contesto, fuori misura,sottolineato in una gonna ec-cessiva, in un'acconciaturavistosa.un' interpretazione ludica

ed ironica.una visione straordinariafra parodia e finzione.un messaggio provocatoriofra eccesso e superfluo...tutto segue il filo del riuti-lizzo!!!

riCiclo è sperimenta-zione... il risultato mix di tec-niche tradizionali per iltaglio-cuci e accostamentiinsoliti di vari materiali: pla-stica, ferro, alluminio, carta,materiali altrimenti discarto!riciclo stracci, pizzi e“frizzi”, nastri e “lazzi”, lu-strini e bagliori: l’inconsuetoe l’inusitato, recuperato erimpastato!riciclo nuovo, vecchio,usato, annoiato... largo,stretto, lungo e corto: rinno-vato, reinventato, riCi-Clato!riCiclo è una proposta e uninvito al recupero di tuttoquanto origina e suggerisceidee di rielaborazione.riCiclo come atto del ri-creare!

la scorsa estate artidee hacurato la direzione artistica del

Festival “nonsoloMameli”, chenell’ambito dell’estate romana,

ha proposto una rassegnamusicale jazz in cui si sono

esibiti anche roberto gatto,Maurizio giammarco ed eddiegomez, ed è stata un’ulterioreoccasione di confronto per gli

allievi e per noi insegnanti,inoltre i nostri studenti dei corsi

di arti grafiche e fotografiahanno avuto uno spazio in cui

poter esporre i loro lavori,risultato del percorso di studio di

pittura, illustrazione manuale,graphic design e fotografia.

artidee è una scuola di musica emolto di più, per il tempo libero,

per la propria passione e imomenti di relax, ma soprattutto

la voglia di esprimersi.

Artidee

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Anna Maria QuattriniNostalgie di una Signora dell’arte antica, un po’ fata, un po’ presidente

Delicatamente bionda, sorridente con occhisempre ridenti e attenti Anna Maria ci accoglienel suo mondo avvolta da un miracolo lumi-noso, anticamente dorato di comici, quadri,mobili e ornamenti, Anna Maria è il Presidentedell’associazione di Via dei Coronari. Iniziamoa parlare dell’intervista per News Art, e conocchi sognanti ci apre il suo cuore, ricordandola strada storica con le sue antiche residenze, iPalazzi storici e nobili signori che la popola-vano. Animosamente ricorda, lo splendore di questosalotto Romano, con tutti gli antiquari, via deiCoronari negli anni appena trascorsi, era unpunto d’incontro ammagliantee ambizioso pergli amanti dell’antico oggetto, dell’antiquariatodi alta epoca, del gusto Romano e del belloRomano. Vediamo insieme tutte le foto storiche e bel-lissime nel suo album ci sono tutti politici, at-tori, storici dell’arte, splendidi arredi, dove tuttoparla forse di un epoca passata, ma abbastanzavicina. ancora a chi oggi si affretta nei super-mercati alla ricerca di un componibile astratto,per l’acquisto anonimo e senza colore, abba-gliati dal prezzo convenienza, dalla pubblicitàindustriale che ha diffuso, detennìnato, il dile-guarsi del buon gusto inserendo così un mec-

canismo di usa e getta, un colore, un gustopiatto moltiplicato, uguale per tutti.La crisi economica ha stravolto anche il buongusto, è l’era del risparmio, le conseguenzesono evidenti e Via Dei Coronari sta cam-biando, non è più la favola di Anna Maria nonci sono né fate, né ricordi, esiste solo la crudarealtà dell’oggi e dell’imprevedibile domani. Per Anna Maria, le pubbliche relazioni com-merciali sono rimaste quelle relazioni personaliche erano, reale contatto umano. Il contattoweb·si, forse è importante, ma è evidente chestenta a credere che con un filmato su YouTube si possa esprimere tutto il suo mondo in-cantato, in un piccolo video. È chiaro non è suf-ficiente per nessuno, tanto meno per AnnaMaria, lei racconta una vita. La sua magica sto-ria, di una fata nel mondo, sicuramente bello,meraviglioso, ma tristemente passato. La frase finale che chiude il nostro colloquio, èironica, triste, dispettosa, ma consapevole:«Chiudo e trasformo tutto in una pizzeria, allafaccia della cultura, della storia e di tutti».Speriamo proprio di no. Un nostro personale commento è forse inade-guato, ma certamente, quando chiediamo ri-sposte alle nostre domande, sogni e realtà, usie costumi, ristrutturazione dell’Industria a

mano, esiste tutto un mondo in attesa di rispo-ste, di artigiani, restauratori, doratori, tappez-zieri, falegnami, tornitori, che viveva grazie allerichieste di Anna Maria e di tutti quelli chenell’arredo hanno significato e creato per annil’esclusivo marchio del Bel Paese.

L’augurio di News Art

a tutti i nostri collaboratori e sostenitori

per un buon Natalee felice Anno Nuovo 2012

vi invitiamo a comunicare con noiogni vostra iniziativa inerente

l’Arte, l’Artigianato e la Moda

[email protected]

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NewsArt

alessandro scannella è nato il 18 di-cembre 1967 a roma.Figlio d’arte, sin da adolescente, ispi-rato dalle opere dei grandi Maestri delpassato, si cimenta nel disegno e nellapittura, facendo della sua passione perl’arte un lavoro nonché una ragione divita.

esercita per diversi anni la sua profes-sione presso una galleria sita in traste-vere, nel contempo partecipa a mostre,concorsi in italia e all’estero riscuo-tendo successo.l’artista spazia da una pittura pretta-mente figurativa, iperrealista ad unapiù estemporanea e materica.

le sue tele trattate conimprimitura da eglicreata e brevettata con-feriscono alle sue operequella singolare caratte-ristica che le rende su-bito note e uniche.i suoi dipinti sono la rap-presentazione più crudadel Vero, essi mettono inrisalto i lati più oscuridell’’animo umano.attualmente l’artistaorganizza eventi d’arteed espone nella propriagalleria Coronari111ar-tgallery, sita in via deiCoronari 111 roma epresso altre spazi espo-sitivi.

L' artista dopo aver utilizzato a lungo le tecnichepiù tradizionali, predilige ora l'uso della Creati-vità, unendo  materiali come la ceramica o la re-sina epossidica già colorata (Soft Glass) allapittura.

In questo modo le sue opere forzano per fuoriu-scire dalla tela ed affacciarsi al mondo reale, nericevono un'anima.....«Il mio nome è Sabrina Rizzo, con la passioneper l’Arte ci sono nata e crescendo ho avuto il

coraggio e la determinazione dicoltivarla sino a renderla colonnaportante della mia vita...In principio ho utilizzato e speri-mentato molte delle tecnichetradizionali, (pittura ad olio,acrilico, pittura terzo fuoco, re-stauro di affreschi e moltealtre), ora però prediligo l'usodella creatività attraverso ilsupporto di materiali come lesculture in ceramica e, o le re-sine epossidiche già colorate(Soft Glass).L'unione di tali materiali conla pittura classica, rendonovive le mie opere, i soggettiforzano per fuoriuscire dallatela ed affacciarsi al mondoreale, ricevendone una pro-pia anima...Completo il mio lavoro ge-stendo con il mio socioAlessandro Scannella, e conla Galleria d’Arte CORO-NARI111ARTGALLERY, invia dei Coronari 111 aRoma, luogo che ci per-mette di esporre maanche di far esporre nu-merosi artisti e confron-tarci con gli stessi».

Alessandro Scannella Un pennello dell’animo umano

Sabrina RizzoUn ponte tra arte e professionalità

The LibraryA lume di candela

the library romantic è intimoed elegante, vi si può gustareun’ottima cena con un sottofondodi musica jazz. È il luogo idealeper una cena romantica a lume dicandela, per festeggiare un anni-versario, un compleanno o per di-chiarare il proprio amore. laricercatezza enogastronomica e ideliziosi e raffinati piatti lo rendonoun posto unico da condividere con lapersona amata. the library bistrot, estensione dithe library romantic, è stato creatoper rispondere alle richieste digruppi superiori a 4 persone. bistrot, oltre ai consueti deliziosi eraffinati piatti, offre una scelta dicarni alla brace.

“anima nera”

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DidòIntervista con l’autore Benito Melchionna, magistrato e cultore dell’arte

Rossella Di Donato,in arte Didò, è nata aRoma nel 1955, dovevive e lavora. Diplo-mata in graphic de-sign nella Capitale,da sempre appassio-nata d’arte, fin dal-l’età di quindici anniha iniziato adesporre in mostrecollettive e personaliriscuotendo varipremi nazionali e in-ternazionali.Didò dipinge la se-duzione del voltofemminile asservitaalla poesia dei colorie degli elementi de-corativi, formanti uncaleidoscopio disensazioni - trova insimili ritratti la forza

eloquente per faremergere un’ inte-riorità tutta femmi-nile. Emozionifredde e statid’animo impertur-babili sono risolticon fisionomie pre-cise che indugianosul dettaglio, quasiper catturare afondo l’autenticitàespressiva dei li-neamenti di questedonne, più fruttodell’invenzione chedella realtà. I visi,però, hanno unproprio respiro ico-nico, fervidamenteammaliante. La ca-pacità di entrarenella loro anima, at-traverso gli occhi,

ha poi un aspetto onirico o un’atmosfera sa-crale, appartenente a mondi lontani. Dipingecon stesura certosina opere che paiono av-volte in una sorta di aura mistica.Le sue opere sono conservate in varie colle-zioni private e pubbliche come nel museo diMonreale a Palermo

nata a Milano, romana di adozione. nellasua attività ha avuto un percorso creativointimo ed istintivo, tale da non poter esserecollocata in un settore specifico. nel mondodella moda ha disegnato e prodotto orna-menti per il corpo con il marchio Myriamb. l’originalità del suo lavoro è stato parti-colarmente apprezzato da importanti casedi moda come Valentino, gattinoni, Mauri-zio galante, les Copains, Martine sitbon.per loro ha creato pezzi unici per sfilate,altre volte ha disegnato e prodotto collezionidi accessori più funzionali alla grossa distri-buzione. l’esigenza di non sentirsi vincolata

ad una sola tipologia dimercato l’ha portata ad av-venturarsi in vari campisconfinanti dall’arte al de-signer. di recente al 52° Fe-stival dei 2Mondi dispoleto nell’evento orga-nizzato dall’adi umbriadedicato a dino gavina, inun contesto di prodotti didesigner industriale conoggetti di culto prodotti dasiMon, ha presentato unalinea di collane monocro-matiche denominate “sca-glie di rune”. a luglio 2010è stata presente nel calen-

dario dell’altamoda “alta-roma” con un’installazione diabiti e gioielli scultura “aspeci-fiche paillettes”. l’evento si è te-nuto presso l’ex pastificioCerere cuore dell’arte contem-poranea romana. da qualcheanno nel suo amato quartiere ro-mano di adozione (san lorenzo)ha aperto un punto vendita vi-cino al suo studio, ciò le permettedi comunicare attraverso il suolavoro direttamente con il pub-blico. per questo suo spazio pro-duce oltre ad accessori, fra cuimolti pezzi unici, anche capi diabbigliamento funzionali e av-

volgenti piuttosto che abitipiù complessi e strutturaticome i suoi gioielli. un pic-colo spazio (luogo Myriamb.) trasmette un’atmosferararefatta che circonda le suecreazioni. un contesto dovepuò permettersi di offriresia collezioni stagionali piut-tosto che linee uniche e co-stanti nel tempo. le varietecniche di lavorazione arti-gianale che utilizza le per-mettono di assimilare etrasformare ogni volta ma-terie sempre più diverse.nel suo lavoro trasforma e

rielabora forme e materiali mantenendosempre una particolare espressività e ma-nualità. una raffinata ricercatezza ed unostudio per la qualità della materia primache la identificano. lavora attraverso unostraniamento degli oggetti e di materiali co-muni, naturali, antichi e moderni. utilizzaspesso filati e tessuti uniti a pietre duregrezze, vecchi pizzi bruciati dal tempo rie-laborati e ricollocati, acetato di cellulosa,metalli di recupero. una trasformazione co-stante della materia per realizzare oggettiunici, privi di alcun vincolo, slegati daltempo e dalle mode.attualmente le sue creazioni sono espostenel punto vendita aperto nel novembre del2003

MyriaM bAbiti e gioielli scultura

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Vanessa D’Antonio, in arte D’AV, è una giovanepittrice laureatasi all’Accademia di Belle Arti diRoma e con una precedente formazione arti-stica presso l’ Istituto Statale D’Arte Roma 1. Haesposto in varie mostre collettive e personalitra le quali presso la Torretta Valadier a Roma,presso L’Hotel Domus Florentiae a Firenze loscorso Aprile e l’ultima alla Reggia di Caserta.La sua tecnica “a coriandolo” è frutto di diversianni di ricerca cromatica e stilistica che l’hannoportata ad una rielaborazione di due stili pit-torici quali Neo-impressionismo e Divisioni-smo, con soggetti che prediligono la figurafemminile o parti del suo corpo che si fondonocome tutt’uno nello spazio circostante. Nonesiste più lo sfondo e la figura, dato chequest’ultima è “incastonata” in esso. I colorinon si mischiano mai, ma si sovrappongonopennellate di tonalità luminose che risaltanosulla tela scura e che evocano una sorta disogno dove protagoniste sono figure trascen-denti.La figura femminile, indagata a lungo nelle arti

come fonte continua di ispirazione,rappresenta per Vanessa D’Antonioun’instancabile possibilità di confrontocon le emozioni umane, colte nell’at-timo della loro rivelazione. La pitturatestimonia l’attento studio delle fontiartistiche di riferimento, dall’Art Nou-veau al Divisionismo, reinterpretate allaluce di un’innata capacità personale edi una costante volontà creativa. Il ri-fiuto dello stile naturalista sta a favoredell’utilizzo di elementi simbolici perrappresentare concetti propri dellasfera psicologica e affettiva, pone l’ar-tista in un filone simbolista, dal qualescaturiscono intense suggestioni figu-rative. La forma espressiva mostra deli-cati equilibri tonali ottenuti con sottilisovrapposizioni e giustapposizioni dicolore, che conferiscono alla figurafemminile un fascino senza tempo, col-locandola in una dimensione onirica. Protago-nista della narrazione figurale, la donna si rivela

nella sua essenza poliedrica,comparendo in visioni la cuinatura significativa è piena-mente rivelata dall’uso sa-piente del colore. La stesuradel pigmento testimonia ilcontinuo evolversi di una ri-cerca formale, di una consape-volezza esecutiva che consentealla pittrice di creare nuovispazi dove ambientare le inter-mittenze di una riflessione in-teriore. L’attenzione coloristicadelinea sospensioni anchetemporali, zone di attesa dieventi non precisati, momentiinquieti e inquietanti. Nel rive-larne l’intento comunicativo,l’artista conferisce alle sueopere la sua energia emotiva espirituale, senza perdere l’equi-librio derivante dallo studiometicoloso delle variabili to-nali. La ricercata narratività li-rica, insita nella figurafemminile, trova elementi ap-propriati alla sua valorizza-zione nell’opera di questapittrice, paziente indagatricedelle potenzialità del colore.

D’AvLe Realtà del Nuovo Consorzio FaròArte: Creatività Vitalità Innovazione

NewsArt

Rossella Di Donato- Didò

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Page 16: News Art International magazine Arts & Crafts

Vagner aniceto Janes barwinsMargarete zanettinequitz

rita nereide paula Franklin ieda pessedu oliveira

Wanessa prado sônia Cavalcante eliete barreto

Marcelo silva ana lucia Micosz graça Carvalho

artebrasil

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Page 17: News Art International magazine Arts & Crafts

NewsArtArriva Livia Bucci!con “Arte Brasilis”

21 Artisti Brasiliani a Roma

Castro almeida rwinski

pessoa stellaraujo

Mana Cellani Carlos brandão

Cezarina duvalee Vitória Marques

livia è unavera ro-mana, vivein brasile asan paolo,da trentaanni, maparla an-cora ro-mano, contutta lasimpatia ele sfuma-ture sim-patiche delnostro dia-letto.Con suo figlio ruggero, ha organizzato unagalleria d’arte “spazio surreale” doveogni settimana presenta collettive o perso-nali di artisti brasiliani, italiani e interna-zionali.la nostra associazione Frattina ha semprecollaborato e presentato i suoi artisti in ge-mellaggi artistici italo brasiliani, grazie alsuo continuo e infaticabile lavoro di amba-sciatrice dell’arte nel mondo.il suo viaggiare è cronometrato, i suoi con-tainer, colmi di speranze per tanti artisti,viaggiano con lei, che organizza mostreesclusive, nei libri d’arte che distribuisce, ilfiglio ruggero, fotografo e grafico riesce adesprimere tutto il loro rispetto per chi di-pinge un quadro, per chi invia messaggid’arte con un pennello o con una scultura.insieme abbiamo visitato il modo arabo inKuwait, abbiamo inserito tanti artisti e ilnostro lavoro a volte passa silenzioso esenza veri vantaggi o speculazioni di sorta,ma poi si continua in questo mondo miste-rioso perché ogni volta è sempre la primavolta e una magia.livia, arriva oggi da san paolo, bella, pro-sperosa, comunicativa, sorridente, pronta adistribuire il suo essere una donna, al-l’avanguardia, capace, in questo settore, dicostruire il suo intraprendere determi-nando successi con successi. un ben arri-vata a roma.non ci sono domande specifiche, per liviabucci, lei ha già risposto a tutto con la suaconcretezza e determinazione risponde coni fatti dimostrando che l’arte è anche lavoro e realtà.nei suoi programmi, la biennale di roma,padova art expo e ancora Firenze e poiroma con “arte brasilis” in Via di tor dinona 45 a gennaio ospite nella nostra as-sociazione in “galleria zanon”.per l’occasione musica brasiliana, in gal-leria, e pomeriggi caldi come i colori caldie splendenti della pittura brasiliana, forseanche noi romani ci scalderemo un po’.

R.G.

lis

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Page 18: News Art International magazine Arts & Crafts

Nel piccolo teatro di cui è direttore artistico, EmanueleGiglio autore ed interprete della ricerca nella scenateatrale italiana, ci incanta con un’opera narrata in mu-sica: Achilleide.Potremmo su di essa citare le illustri fonti poetiche la-tine da cui è tratta o il centinaio di diversi brani musicali(ouverture, cori, preludi) dei grandi compositori italiani

che intessono un tappeto musicale attraversando400 anni di melodramma, oppure potremmo van-tare l’ubicazione del teatro che sorge nel “Core dercore de Roma” sito del grande Teatro Apollo chevide il debutto di Un ballo in maschera di Giu-seppe Verdi, ma per quest’opera, scevra di orpelli,nuda ed essenziale nella sua messa in scena checi tuffa nel mito per raggiungere l’attualità, dob-biamo solo citare la maestria di un artigianodell’arte sua, capace attraverso la modulazionevocale di condurci in viaggio sulle note di arie li-riche a spiare la passione, l’amore, l’astuzia, lagioia ed il dolore dell’umanità.Achilleide è un’avventura indimenticabile, unospettacolo che raggiunge l’eternità del mitoper fonderlo con l’epoca contemporanea: cro-nistoria del disperato tentativo di una madreper salvare il figlio da morte certa in guerra,affresco di un giovane Achille, irruento e pas-sionale, speranzoso e sognatore, che per undestino immutabile sarà chiamato alle armi,ma che come qualsiasi soldato di ieri, oggi edomani, prima di essere un eroe è un uomo.Emanuele Giglio solo in scena al leggio, lamimica dipinta dalle luci cangianti, la musicache punteggia, sottolinea e si pone in con-tro canto ai versi interpretati, mutano la sca-tola nera della scena in un susseguirsi dipaesaggi, di luoghi altri, densi di vibranteemozionalità, realtà che prendono vita at-traverso la voce.A coloro i quali avranno il piacere di sederesulle scomode sedie di un piccolo teatroprivo financo del sipario, auguro di cuoreun buon ascolto.

Rebecca Guggenheim

aCHilleide“Irruento passionale speranzoso sognatore”

«tutti i linguaggii artisticinascono da una conoscenza di

un Mestiere artigianale. igiovani pittori andavano a

bottega così come gli scultori, imusicisti con le lezioni di

pianoforte e gli attori a fareesperienza nelle grandi

famiglie, sempre in viaggio incarozzoni improvvisati.

artisti si diventa solo dopo unlungo percorso di conoscenza,

approfondimento e continuasperimentazione.

il talento è un'altra cosa, lapresenza scenica non s’impara da

nessuna parte, quando l’attore èveramente un grande attore ilpubblico se ne accorge subito

appena entra in scena.È per questo che dico spesso chenon faccio l’attore, sono l’attore,non nasco come attore, è l’attore

che nasce con me, per morire tuttele sere in scena. io non mi tolgo la

maschera, mi tolgo la faccia per farvedere la maschera che ho sotto».

Emanuele Giglio

SpecialeSanLorenzo

“Made in San Lorenzo”Amiamo questo quartiere, un po’ Montmartre, un po’ New Orleanssan lorenzo è un quartiere compatto, al peri-colo di essere inglobato, trasformato o snatu-rato, ha risposto con autonomia e vivacitàcreativa che gli hanno permesso in virtù e forzadi un’etica diffusa, non dichiarata ma vissuta,di reinventare il lavoro e la vita, come si è dimo-strato in grado di ospitare nuovi ingressi, senzaproclami sulla tolleranza, ma nella capacità diuna convivenza senza pregiudizi. san lorenzoè multiculturale e multietnico da sempre. È unquartiere che ha le sue scomodità, chiede sacri-ficio, ma chi ci resta è ostinato e lo ama. Moltidicono che è un quartiere ex operaio e proleta-rio, ma chi ci vive e ci lavora, sa che al posto deitanti scomparsi artigiani del marmo, degli ope-rai delle storiche fabbriche della pasta, dellabirra, del ghiaccio e del legno, sorgono semprenuovi artigiani, nuove tendenze aggregative edespressive, dall’arte alla ristorazione, dallamoda al piccolo commercio, dallo sport alladanza, dall’associazionismo alla musica, e lo spi-rito e le modalità di aggredire le difficoltà sonoquelle di sempre: fiducioso, operoso e solidale.non si può non amare san lorenzo e non pro-muovere attività sempre più qualificanti, in que-sto quartiere che è un po’ Montmartre, un po’new orleans, e che è un po’ isola nel mare diroma.per cercare di concretizzare questo spirito delquartiere e di chi ci vive e lavora, nasce “Madein san lorenzo”, una associazione di persone

che intende creare una rete capace di convo-gliare la forza e le idee di tutte quelle personeche hanno lo spirito giusto per permettere a sanlorenzo di vivere e migliorare mantenendo eampliando tutte le sue qualità. affiancandosi allavoro di altre associazioni che già operano sulterritorio, “Made in san lorenzo” si pone comeobiettivo di mettere in comunicazione i diffe-renti ambienti che convivono in questa isola, at-traverso una serie di iniziative che vanno dalsociale al culturale; cercando di proporre ideeche possano da subito arricchire la vita quoti-diana del quartiere, affrontando quindi i fasti-diosi temi della disfunzioni dei servizi al

cittadino, attraverso interventi che hanno cometema di fondo la creatività, e non la protestapassiva che spesso distrugge la fiducia di tutticoloro che vivono il quartiere. ricreare cosecome la banca del tempo, riorganizzare la di-slocazione dei cassonetti della spazzatura,creare percorsi storico culturali o organizzarelaboratori di incontro tra artigiani e bambini,sono solo alcune delle tante iniziative messe inprogramma.inoltre questa associazione intende valorizzarele attività artigianali e il piccolo commercio, cer-cando di creare una sorta di “marchio di qua-lità” che possa rappresentare un nuovo modo difare design al di fuori delle produzione indu-striale, definendo così più chiaramente l’evolu-zione delle tradizioni artigiane, che oggi non siapplicano più alle necessità quotidiane, ma pos-sono prendersi la libertà di diventare veri e pro-pri mezzi d’espressione.Made in san lorenzo non si presenta quindicome una “istituzione” ma come una possibilitàdi collaborazione vera e propria, per far sentiremaggiormente la presenza di una forza e di unavolontà di migliorare lo stato attuale del quar-tiere e per riportare alla luce qualità che si sonoandate opacizzando per causa della specula-zione che ha travolto san lorenzo. Collabo-rando possiamo far parlare del nostro quartierefinalmente nel modo giusto.

Presidente Ass. Angela Torcivia

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lavinia palma apre neldicembre 2004 il pro-prio atelier “lunarte”,nel cuore di san lo-renzo quartiere ricco difermento e iniziative ar-tistiche ed artigianalidove è attiva entrando afare parte dell’associa-zione di artigiani e artisti“Made in s lorenzo”all’interno del laborato-rio si svolgono i corsi diceramica e di tornio orga-

nizzati in gruppo o tramite lezioni individualinel proprio atelier lavinia progetta elabora ed espone le sue crea-zioni. le creazionidi laviniap r e n d o n ospunto da te-matiche chenascono daelaborazionied approfon-dimenti dii n t e r e s s ip e r s o n a l idove l’ele-mento figu-rativo e’spesso prota-gonista.

siamo brasiliani, di rio de Ja-neiro, io andrea Moraes, miofratello antonio e mia madresandra Moraes. Ci siamo tra-sferiti in italia quindici anni fa.un bel giorno mi sono ritro-vata a fare il punto della situa-zione e ho trovato il miocammino trasformando unapassione in "lavoro".Ho iniziato con mio fratello, un giorno sono andata da lui e gli ho detto:"ti ricordi quando da bambino ti chiamavo vela (candela in portoghese),bene credo che tutto abbia un disegno divino o almeno mi piace crederlo...perché noi da oggi faremo candele, ti va?", e lui mi ha detto: "si, ok! Macome si fanno?" e così ci siamo messi a ridere dicendoci "lo impareremo"e da lì non ci siamo più fermati... abbiamo iniziato facendo semplicemente candele, provando e riprovando,e soprattutto imparando dai nostri errori.poi la vita ha portato anche nostra madre a lavorare con noi. È lei a pre-parare le "basi" sulle quali poi noi scateniamo tutta la nostra fantasia. oggi la cera ci scorre nelle vene insieme a tutta la nostra passione... siamoun triangolo di energia pura e questo ci ha permesso di raggiungere un li-vello creativo eccezionale, fluido, che passa anche dalla continua evoluzionedelle nostre tecniche, la ricerca di materie prime che uniamo alla cera. e poi ci sono i profumi ed i colori che provengono dalla nostra passione peri viaggi, i quali miscelandosi creano sfumature e giochi di luce come vite vis-sute attraverso i nostri viaggi! ed è stato proprio durante una delle nostre ricerche che ci siamo imbattutinel ferro, un elemento che abbiamo iniziato a lavorare attraverso un artistanapoletano, antonio lavorgnia, con il quale è nata una sinergia creativamolto interessante. sinergia che trova forma anche nel riciclo di pezzi trovatiper strada. e oggi lavoriamo tutti insieme appassionatamente in questo quar-tiere fatto di tanti artisti come noi, dando vita allanostra passione.

ute dewald nasce ad Hei-delberg, in germania, nel1955, dove consegue il di-ploma di studi artistici. negli anni ’70 si trasferiscea barcellona, dove fre-quenta la scuola di arti ap-plicate “Massana”,specializzandosi in tecni-che di tessitura di arazzimoderni. dal 1980 si stabilisce defi-nitivamente a roma, dedi-candosi alla creazione diabiti ed accessori, utilizzando le tecniche più diverse, come la pittura amano libera su seta, l’aerografo sul cotone, il macramè ed il ricamo.dopo aver sperimentato varie forme di espressione creativa scopre la tec-nica tiffany, e, ispirandosi agli stili liberty e decò, comincia ad applicarlaalla creazione di gioielli, utilizzando gocce di vetro di varie forme e colori,legate fra loro con argento e rame o rifinite in bagni galvanici di oro an-tico.grazie alla particolare lavorazione, realizzata interamente a mano, eall’unicità dei vetri, ute inizia a proporre gioielli originali ed esclusivi,tanto da collaborare con lo stilista Valentino per la collezione prét-à-portér primavera-estate, presentata a parigi nel 1995.attualmente nel suo atelier, nel quartiere san lorenzo a roma, si dedicaalla creazione di forme sempre nuove, sperimentando accostamenti conmateriali differenti come le pietre dure o i materiali di riciclo, spaziandoanche nel design e nella realizzazione di sculture e originali comple-menti d’arredo.e’ tra i soci fondatori dell’associazione Made in san lorenzo

Fra tradizione e sperimentazione, i lavori di at (angela torcivia) colpisconoinizialmente per la scelta del colore totale, pastoso, prepotente che, nella me-scolanza con l’argilla, sfuma a tratti nel grigio fino al nero vulcanico.Come un fuoco che illumina le terre il colore completa le forme in un lin-guaggio di inserti cromatici su superfici materiche, scolpite da contrasti diluci e ombre.la costante ricerca interiore la porterà ad un’implosione del colore ovvero,come in un dialogo contrario sarà ora la terra ad ospitare giochi di affumi-cature naturali che sfumano smalti sovente opachi.ed è proprio attraverso la tecnica raku che riuscirà a sviluppare questopercorso linguistico di ritorno alla materia pura, porosa e mobile che siplasma in volumi scultorei quasi privi di cromatismo.Come un piccolo universo in perenne movimento, angela oscilla semprefra tradizione e sperimentazione, interpretando la prima in maniera in-dividuale ed originale e affrontando la seconda con un imprevedibile spi-rito eclettico.l’approccio di at con la ceramica comincia in sicilia, a santo stefano diCamastra e prosegue a Faenza dove avverrà il primo contatto con il raku.poi nel 2000, l’inaugurazione del suo atelier nel quartiere san lorenzo,nel cuore della vita arti-stica romana, dove si re-spira genialità ecreatività, quindi trovala giusta energia perfarsi apprezzare dacreativi che l’accompa-gnano nel suo percorsoevolutivo.ed è in questo spazioche nascono idee, pro-getti e disegni cheprenderanno formaconcreta nel suo labo-ratorio in campagna.

Candle’s Store Ute Dewald

Le Terre di AT

Lunarte

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Who would be a developer in Rome? More often than not it can be afrustrating business. The fact is that you’ve only got to stick a spadeinto the ground just about anywhere near the centre, only to have it hita chunk of marble and your troubles begin.Back in 2009 CAM, the company preparing the ground to create an un-derground car park in Via Giulia rapidly discovered that the deeper theydug, the worse it began to look for them - especially with the eagle eyeof Rome’s Belli Arti watching their every move. As levels dropped, and the developers faces fell even further, the eyesof the archaeologists lit up in expectation as more and more remarkableroman remains were revealed. Here was a major new find - a vital mis-sing piece of the jigsaw puzzle of life in early Rome. The developers hadinadvertently stumbled across the site of the long-sought for imperialstables after years of research, excavations and disappointments.So important is this find that it will not be covered in. At the time ofwriting the only glimpse you can get of it is through cracks in the fenceand tears in the green barriers running along the side of the site. Thingsmove slowly in Italy on the whole, but one day no doubt the excavationswill be revealed to the world in all their new found glory.These stables date back to the first emperor of Rome - Augustus, bornon 23rd September 63BC and died 19th August 14AD. We’re talkingabout very early Roman indeed. You can see a rabbit warren of walls, atraditional basalt paved road – the same stone used for Rome’s cobbledstreets today - running through the imperial stables with what appearsto be its own thermal baths complete with black and white mosaic floo-ring. Further floors on the site are made of high-status slabs of palemarble down to everyday herring-bone brick. The top of a large publicbuilding with a massive arched openings is believed to be part of theAugustinian stable complex.This is where the dozens of horses used for chariot racing were housed.The venue for the races was about a mile away in the Circus Maximuswith its seating capacity for 250,000. Chariot racing was the earliest andmost beloved of Roman sports, followed avidly by all stratas of society.It was also big business and could be compared with Formula One oftoday with its wealthy financial backers, faithful followers and generalcommercial spin offs. The Reds, Whites, Blues and Greens were the four competing teams,made up largely from slaves who could buy their freedom if they lastedlong enough - causalities were heavy both in terms of men and horses.Successful teams were idolised like movie stars, the most famous cha-rioteer of all was a Gaius Diocle who won 1,462 out of his 4,257 races.He retired at 42 having accumulated a vast fortune equivalent to 15 bil-lion dollars in today’s money, making him the highest paid sportsmanin history. Surely, not even David Beckham can top that.Horses, with names like Compressor, Victor, Germinator and Incitatus,were not short of fans too. Records of the best horses were kept meti-culously - their names, breeds and pedigrees.

You can bet your bottom dollar that the imperial stables were surroun-ded by a large number of craftsmen, catering for one of Rome’s mostflourishing industries. Chariot and helmet makers, cloth dyers, costumemakers, leather and iron workers, armourers, sword smiths, bronze wor-kers and carpenters - the list would have gone on and on. One particu-lar side product was the “wish you bad luck” amulets studded withsharp nails for the race goers to throw under the horse’s hooves ofteams they didn’t support. These were no doubt turned out by the verycraftsmen making the metal wheels of the chariots. Well, it was allmoney, wasn’t it.Making souvenirs for the race goers was a further spin off business. Itseems the fans could not get enough of them. Scenes of chariot raceshave been found on terracotta lamps and glass-ware, pots and pain-tings, signet rings and mosaics. One particularly charming mosaic fromthe period depicts a little boy dressed as a charioteer receiving the vic-tor’s crown of laurel leaves, his chariot pulled not by horses but a teamof birds.So here we are, over two thousand years later. The chariots may be longgone but a variety of craftsmen are still thriving in precisely the samearea, a mere stone’s throw from the ancient stable complex in Via Giuliaand Piazza Navona which, incidentally was built on the site of a firstcentury AD stadium for athletics.Where else but in the very heart of this extraordinary city can you havea book bound, a pair of shoes made, commission a tromp l’oeil muralor get an elaborate 18th century brass handle copied to perfection?A walk down Via Coronari near Piazza Navona, long famous for its an-tique shops that have dwindled somewhat over the years, will take youto Piazza di S. Salvatore in Lauro. Behind the piazza, down an alley andrunning parallel with the Tiber is Via Tor de Nona. Until the walls desi-gned to hold back the ever flooding Tiber were constructed in 1888, itran down to the river bank and would have benefited from deliveriesby boat from earliest times.

CORONARI CRAFTSMENThe Grand Tour of Tor di Nona

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Jenni Scott

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SpecialforVisitorsinRome

The road is named after a mediaevaltower that became a notorious pontificalprison in the sixteenth century. Celebrityoccupants included fashionable gol-dsmith and enfant terrible Benvenuto Cel-lini and free thinking friar GiordanoBruno, burnt at the stake in Campo deiFiori where his hooded statue marks thespot. The prison was transferred to ViaGiulia in the 1600’s where it still standstoday and is the Anti-Mafia Bureau head-quarters.The Tor di Nona tower was revamped andtransformed into a theatre, sadly demoli-shed later to make way for the anti floodwall. However, it can be said that innova-tion and theatricality has lingered on inthe street until today - in bucketfuls. Take Adolfa Gagliardi for example. Shemakes hats. She makes them because shehas a passion for them and owns one ofthe few remaining hat shops in Rome inTrastevere. She generously offered Fran-cesca Ruzza the use of her studio so thatshe could carry on the tradition and ho-pefully persuade Italian women - who arenot really hat inclined at the best of times- that hats really are the best thing sincesliced bread. Francesca, a vivacious ladybubbling with enthusiasm for her craft, she talked to me as her newborn baby Jacobo slept peacefully in his pram.Francesca spent twelve years working as a theatre designer, wardrobemistress, and costume maker for the film industry, Pirates of the Carib-bean, The Gladiator, Coco Before Chanel among recent credits. Longdreaming of harnessing her creativity and practical skills for her ownwork, she’s recently taken the plunge and left a steady job to go it alone,hoping to fulfil her ambition of becoming Rome’s answer to Philip Tracyor Stephen Jones, two British hat makers she admires.A wall of the studio is lined with large maroon boxes containing thetools of their trade, feathers, lace, silks and organzas, buttons and bin-dings. Straws from Florence and felts in soft greens and blues are onthe table ready for transformation into something beautiful by Adolfa.A flamboyant sequinned bishop’s mitre lies on a shelf – commissionedfor a masked ball. The black spidery hat perched a stand with spidersshooting off it on wires was made for a drag queen, an angled miniaturewhite silk top hat on a band framed by tulle and an ostrich feather fora burlesque show are all reminders of Francesca’s theatrical origins. Rome’s favourite milliner Adolfa has been making hats for men, womenand children since the age of 18, her daughter following in her foot-steps. She informed me that the finest felts are made from rabbit orhare fur for maximum warmth and lightness. They are vir-tually impervious to rain and will last a life time. The bestquality men’s hats are still made traditionally, though no-wadays felts are more often than not manufactured fromwool. Deftly sewing a pearl grey silk lining, Adolfa muses “SomeItalian women seem to feel self-conscious in hats. To mymind, though you could accuse me of bias, a hat can trulyenhance your appearance - give you allure, self-confidence,mystery, make you stand out from the crowd. Most of myclients who commission me to make something special forthem are not Italian, and dress perhaps more adventurou-sly. Years ago, fancy hair styles were all the rage but nowwith the marked increase in the importance of accessories,hats will make a come back. They surely will if Adolfa andFrancesca have anything to do with it. Watch this space.Giovanni Zanon is a marble man. Marble has fascinated himfrom his very early days with its myriad colours and pat-terns when he worked as a restorer and had to search outfragments of marble to repair a Louis XV bureau or matcha piece for an inlaid table. Once he had embarked on de-signing and making furniture himself inspired by classiclines and shapes but always incorporating marble, the

sheer weight of the stone posed a pro-blem. He gradually evolved a fail safe sy-stem of making thin marble veneers thatcould be applied to the largest pieces andkeep the weight under control. He experimented with various types ofwood to find the perfect base thatwouldn’t expand or contract, keeping themarble flat. Once he had mastered the te-chnique which he patented in the 80’s, hewent on to create wonderful pieces - ta-bles, table bases, lamps, bed-heads, side-boards, cupboards and fireplaces - allinlaid with intricate patterns and colours,echoing the work of past masters fromroman times and the French Empire pe-riod. This innovative technique allowed Gio-vanni to apply the marble to extravagantshapes. The ceilings of his shop in Via Tordi Nona have the dramatic effect of greatswathes of fabric and yet are constructedout of wood and travertine, the classicstone that comes from nearby Tivoli and isused extensively throughout Rome for allkinds of building work - facades, steps, flo-ors, lintels, columns, statues and fountains.Bernini’s brilliant four rivers fountain in

Piazza Navona is made from natural traver-tine. Polished the stone produces a very different effect.The Zanons have a workshop in Tivoli crammed with at least 50 diffe-rent marbles in every colour under the sun and from all over the world.They possess rare and antique marbles acquired over decades that arealmost impossible to come by nowadays such as Breccio Verde fromEgypt. When archaeologists discovered what appeared to be the re-mains of Cleopatra’s palace under the sea in the port of Alexandria inthe 90’s, Breccio Verde was one of the predominant marbles foundthere. Porphyry is another rarity in their collection, the deep purple stonemuch prized by imperial Rome. It was discovered on an isolated site inEgypt in 18 AD and quarried continuously between AD 29 and 335, withlarge quantities being shipped over to Italy. Somehow the quarry waslost for over 1500 years and only rediscovered by British explorersJames Burton and Sir John Gardner Wilkinson in 1823. Giovanni, along with Rosanna his wife and business partner, who speaksArabic, French and English, have taken their furniture all over the worldfrom New York to Tokyo, London to Paris. A round inlaid table on a cen-tral roman column base was purchased to be given as a gift to GeorgeBush, its twin sold in London for a whopping £50,000. One illustriousItalian client was dress designer Valentino in his early days, who had

The Hats of Adolfa Gagliardi with Francesca Ruzza

Giovanni Zanon Gallery

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marble work for his home and first show room done by Giovanni, ano-ther Paolo Gucci who commissioned a marble floor for his shop in NewYork.The Zanons’ shop is a treasure trove of inlaid marble furniture bothlarge and small, sculpture, paintings, lamps, table tops, early carvingsand inlaid plaques - the flower one in the photo is inspired by Florentinework of the 1600’s. Seated at one of their splendid glass topped diningtables resting on two column bases inlaid with little squares of colouredmarbles, Rosanna, regal in flowing caftan, reminisced about her life asshe poured champagne into three tall crystal goblets. “My father was a test pilot and engineer who worked abroad extensively.I’ve lived in Kuwait, Egypt, Dubai and Libya so I’ve always been intere-sted in other cultures. One of my first jobs was Director of Small ScaleIndustries in Libya under the patronage of the UN. I was there for 10years and loved it. The object was to encourage and promote Libyancraftsmen, who were producing wonderful work - carpets, kilim rugsand fabrics. Tripoli was a great city to live in at the time - lively and re-laxed. I remember bringing a selection of Libyan crafts to Rome for atrade fair, just as Gadaffi deposed King Idris I. The king’s photo had tobe hastily removed – then there was a mad search for a photo of thisunknown guy Gadaffi to replace it. The Gadaffi era marked the end ofthat job needless to say. So back to Rome - onwards and upwards! The Zanons are on the verge of launching a range of jewellery craftedfrom silver and a selection of rare marble. The key to their designs willbe that of simplicity and elegance - allowing the natural colours andbeauty of the stones to speak for themselves.There can’t be more than a handful of jewellers on this earth who canclaim that they’ve made the fisherman’s ring for a pope. Lo and behold,there is such a jeweller in Via Tor di Nona. Claudio Franchi, master silversmith, goldsmith, designer, restorer and arthistorian was given the great honour of making the fisherman’s ring, theanello del pescatore, for Pope Benedict XV1 in April 2005. Claudio wascommissioned to create two rings, one traditional and one modern. Hedelivered models and sketches to the Vatican with explanations of thesymbols he’d used. The Vatican ordered both and requested that they bemade and delivered within five days. They were presented to the popein a gold plated jewel box lined with red velvet. The two rings were placedon the tomb of St Peter until the pope had made his choice. In the end,he opted for the more traditional ring. The alternative modern design re-mains in the Vatican collections.Claudio was there at the inauguration ceremony in St Peter’s to see hisring presented to the pope by the Dean of the College of Cardinals andplaced on the pope’s third finger of his right hand - a moment which, hesays, left him feeling moved, emotional and proud. The gold ring bearsan image of St Peter the fisherman, casting his net from his boat with thePope’s Latin name, Benedictus XVI, engraved round the edge. The signi-ficance of it is that the apostles were said to be “fishers of men” It is stilltraditional for the faithful lucky enough to meet the pope to kiss his ring.Pope Benedict wears his fisherman’s ring nearly all the time, whereas

other popes have chosen to wear them only on important occasions.The first mention of this most important ecclesiastical ring was madein a letter from pope Clement IV to his nephew in 1265. Used as a sealfor official pontifical documents until 1842, one of the first duties to beperformed minutes after the pope’s death was the destruction of thefisherman’s ring to make sure the seal couldn’t be used fraudulently.Nowadays the rings are retained in the Vatican. A new one is designedand made for every pope.Claudio and his brother Roberto have had silver coursing through theirveins since early childhood. Their silversmith father was one of the mostsought after craftsmen of his day working from his base in Via dellaCroce near the Spanish Steps. Claudio’s atelier in Via Tor di Nona is halfshop, half workshop. Stylish showcases display their jewellery - neckla-ces, earrings, bracelets and rings made in unpolished white silver whichhas a unique tone and quality, a soft silky sheen reminiscent of a distantmoon or the interior of a shell which a photograph fails to capture. The-re’s a mysterious subtle depth to it that is utterly seductive. Normal po-lished silver seems almost brash in comparison, which of course, it isanything but.Intricate rings, some chunky, sculptural, that glimmer as their planescatch the light, striking earrings of silver discs and mother of pearl, broadbracelets make a bold statement in their simplicity with their crateredsurfaces, some with a seam of copper running through them. This is mo-

dern jewellery design at its best. Claudio isever inventive ever creative. I coveted one ofhis little shallow bowls, understated in theirsimplicity, some inspired by antique designswith elegant handles. They make larger dee-per bowls with black interiors, a completedinner service, a copy of the sunken boatfountain near the Spanish Steps. This unusual fountain, la Barcaccia, was fi-nished in 1627 by father and son, Pietroand Gian Lorenzo Bernini, who becamethe most famous Italian sculptor of hisage. The sunken boat was a reminder ofthe great Tiber flood of 1598 – mammamia, they sure could have done withthose walls then! When the water even-tually retreated, a beached boat wasfound lying in the middle of the piazza.Claudio Franchi’s replica is mounted on agenerous block of imperial porphyry. Por-phyry…..now….. I wonder where they gotthat from.

JENNI SCOTTPhoto’s by Joe ScottClaudio Franchi’s Jewelry

Claudio Franchi

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IntroductionWe had the pleasure to meet Dr. Michel Scarantino few years ago, a young architect-designer that by traveling the world in a few years has become an international entrepreneur. With nonchalance he touches airports in all continents and in his travels he finds his new real business world. We have chosen Michel from many italians as an example of courage and engagement that brought to him achievements and remarkable results, as an example for those young professionals that are still waiting to follow their dreams.

> The first question comes to me spontaneously Michel, how did you find the courage to open your wings and fly all over the world?Traveling has always fascinated me. Untill 18 I had the chance to visit Europe thanks to my family travels. My father is a General of the Italian Air Force and was often sent to Europe at NATO bases for his missions for very long periods. At that time I used to attend local schools entirely in local languages. At 12 I was already bilingual making French my second mother tongue. At 18 years old I made my first intercontinental trip to the United States of America and Mexico. Even if still in the western world, that was my first time traveling entirely alone where I started to refine my english. I was still a student at the faculty of the Architecture and Design of the Politecnico di Milano.Before finishing my studies I opened my own firm in Rome. A difficult environment for who wants to start a business. I remember the first small investments and my first clients. During the years of the first decade, the economic recession began and it was a challenge to develop and grow, it was not easy. Rome and Milan had been my first two business locations. Milan first, where I completed my studies and did free lance.As you are saying Rosanna, it is the courage within you pushes you towards new borders, but also interest and curiosity, intended as a strong desire to know, learn, meet and embrace different cultures, different realities, different ways of living. At one point, the greatest fulfillment is to feel part of the entire world and not only part of one city, one nation, one continent or culture. I believe you begin to fly with your mind and to be free before leaving, not thinking of when nor how you are going to come back. You leave the doors open to the opportunities.

> Which are the travels that have changed you the most in your private life and in your career?The most adventurous was definitely the one sailing from the port of Pointe a Pitre, Guadeloupe (Caribbean islands) up to the Mediterranean sea. It was in 2002, for 30 days I crossed the Atlantic Ocean sailing with 3 other friends. It had been an unforgettable experience, mostly when you are all alone in the middle of the night talking to the stars. The other travel that also really has changed my life was the one to Africa, Zambia to be precise. This is where I met a lovely lady that after a few months became my wife. Together we are building our company step by step achieving our goals. My wife is Canadian of Indian Origin.

> Talk to me About AfricaAfrica is an amazing place. For her resources, her potential, her contradictions, the different energies, and for her people. I have learnt more things of the europeans in Africa than in Europe itself. All the prejudices, preconceptions on Africa I had learnt at school left me very quickly. Africa is the place where today everybody is investing. It’s the place of the new markets and of the new opportunities with the highest growing growth rate, ranging from 5 to 15% per year. Only the Italians are very few.I see everyday entrepreneurs and investors coming from all over the world: from China, Japan, India, Middle East, USA, Japan to mention some. They come and start successful businesses adapting to the local conditions and respecting each other. Africa is more international that what we normally think.

> Your answers are important for our young readers still awaiting to build their business future. What is your advice to them?My advice is to always go and explore new opportunities without any fear and without thinking that mountains are impossible to climb. One of the things I noticed was the Mini-Bus drivers in Zambia write on their windshield a sentence that defines them. They don’t have a line number like in Europe. Passengers recognize them from these expressions that are sometimes taken from the bible, sometimes are proverbs or sometimes just invented from the driver. One day I read one that I still remember and I made it mine. “Dreams are goals with deadlines.”

> After your international working experience, do you plan to come back to Italy as your working base? Even if I have some clients in the UK, Italy, India and some others all over the world, my projects are at the moment 90% in Africa. The western crisis is in every sector apparently. To answer your question I can say that I never left Italy for business. For now I go where I can find new experiences and new projects to develop. My family is in Italy, my daughter is studying in Oxford, I travel continuously to go and see her. My wife’s family is in Toronto. You can imagine how difficult it is to find a fixed base and to stop in one place would also be closing doors to new experiences and opportunities.

When you travel and one goes around the world how is Italy presented, besides the usual spaghetti and pizza cliché. Is our Made in Italy appreciated, are our prices still too high?The cliché is always there. Often it breaks the ice in the interpersonal relationships. Having said so when it comes to quality products the italian design is second to no one. I would say that our quality and professional approach in terms of design and production is our surplus abroad in the market, everywhere in the world. The world is aware that quality has a price and people are ready to pay for such quality.

Don’t you think that there is a lack of cultural information the we (as Italians) deserve as exporter of the “the great design”, of the “Bel Paese”, ... it’s easy to say it’s expensive. What do you suggest to the italian artisan in competition with the rest of the world? Should we find another job?Italy and its products do not need advertising in the sense that everybody knows

Italian Architecture and Design“Dreams are goals with deadlines”

Michel Design Studio (Some Projects):

1. Stadio Huye - Rwanda, 10,000 Posti.

2. Zicta World - Uffici amm. pubblica - Lusaka

3. Uffici commerciali, 4 piani 1300Mq - Lusaka

4. Freedom Park Shopping Mall - 3d and Animations - Kitwe

6. Logo Turistico per Zambia

Michel Design Studio - www.micheldesign.com

Interview with Dott. Michel Scarantino

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that the design and its quality are unquestionable. I don’t believe the price being the problem. Everywhere in the world people are ready to pay for a product of high quality. We know that handcrafted work comes with a price also because it involves high costs to the artist himself in terms of time and material. I firmly believe there is a marketing and distribution issue. The big supply chain companies are everywhere and the artisans struggle to compete with the globalized markets. Rosanna, if your unique horses, which I love so much, and which I only have one at the moment, were in Zambia or elsewhere in the world, you would be in problem not making enough of them to satisfy the demand.The italian artisan has to find his own niche markets. He has to find clients that don’t have a wallet limit. The demand and the offer are both there, the secret will be to understand how to link this gap between the two. How the artisans can find these new clients in these new markets. Also the embassies could play an important and more active role like it is happening for other european and western countries.

Tell us about your business?I began to travel to Zambia about 4 to 5 times per year. I understood that the economy of the country was growing incredibly fast mainly in the design, the architectural and the construction businesses. I decided to open Michel Design Studio (Zambia). We started from basic visual and graphic design projects for private companies and governmental institutions. Soon we had an increasing demand for architectural projects. We now have running project for residential, commercial and public buildings. We are designing 2 stadiums in Rwanda, we are involved in urban planning projects and so on... We have, as clients, the Rwandan government, the Zambian government through ZICTA (Zambia Information and Communication Technology Authority), ZTB (Zambia Tourism Board) to mention a few.

> l have been told that you designed the new Touristic Logo for Zambia.Yes I did. ZTB (Zambia Tourism Board) published an international competition to redesign the Logo of the country. Zambia has in her goals to triplicate her incomes from the touristic industry. My wife Sharmila pushed me to participate and I managed to send my idea just a few minutes before “midnight” on the expiry date of the competition. The competition counted more than 5,000 logos sent from all over the world. Luckily the one I entered was picked with 4 other logos for the last selection. Later on, judges belonging to the tourism industry (from National Geographic and other international tourism institutions), chose my design as the official logo for Zambia. It has been an incredible experience. The new logo is now already traveling the world promoting Zambia. I wish Zambia all the best for what she has achieved and for her unlimited potential and beauty.

Could you advise our youths that would like to expand their business abroad?Giving advice is always difficult. Everyone follows a path in life. I will try to give one. Try to combine your rationality with your irrationality. Make your dream a reality. To be practical in one formula I can say that the secret of your idea and/or project is to minimize the cost (especially at the beginning). Your dream will come true when the value of your idea is much higher than the value of your product. Ideas can have an astronomical value. If you understand how to place them into the market you have found the secret of your success.

> I would like you to close this interview MichelRosanna, I would like to take this opportunity to thank you for calling me in for this interview. I can’t wait to come back to Rome and buy two of your marvelous handmade Fidia horses. Grazie.

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Page 24: News Art International magazine Arts & Crafts

NewsArt

La Terra degli AltriRacconto musico-teatrale di Raffaele Bartoli e Matteo Cona

sotto il logo skené operano, in roma, due qua-lificate decoratrici, Chiara Cammarata e Mariagrazia di Franco, diplomate all’accademia dibelle arti della stessa città e specializzate attra-verso corsi e stages presso studi artistici.decora-zioni murali, restauri decorativi, trompe l'oeil,stencil, grisaille e finti marmi vengono realizzatidalle artiste con tecniche avanzate e materiali diqualità. in particolare utilizzano una originaletecnica di realizzazione dei lavori su tela aspor-tabile che permette la versatilità dell'operaanche in ambiente diverso da quello originario.la metodologia di esecuzione prevede la consu-lenza al committente per il miglior adattamentopossibile del lavoro all'ambiente in cui andrà col-locato, al fine di realizzarne a pieno la funzionedecorativa. il laboratorio skené è inoltre colle-gato con uno studio tecnico per la progettazioned'interni e con un’impresa di costruzioni per leopere di ristrutturazione che esegue commessecomplete “chiavi in mano”.

SkeneUn laboratorio al femminile

La Terra degli Altri è un rac-conto teatrale ispirato a“Fontamara”. Il valore dellospettacolo sta nella sempli-cità con cui un attore e unmusicista portano la stessastoria: Raffaele Bartoli eMatteo Cona, elaborando eraffinando le suggestioniavute da Ignazio Silone, citrascinano su una distesa diterra arata di cento anni fa.La terra dovrebbe essere ditutti, e tutti dovrebbero

avere la possibilità di viverelavorando la terra. Eppurenon è così nella storia cheascolterete: la storia di Be-rardo Viola. Anche nelpaese più sperduto e po-vero c’è chi riesce a far ta-cere la propria coscienza esfrutta la furbizia e la cono-scenza per alimentare lapropria avidità. Tuttavianecessità fa virtù, e Be-rardo proverà a costruire ilproprio percorso anche

quando tutto sembra vol-gere al peggio. La Terradegli Altri è un viaggionella cultura che ci appar-tiene e che non do-vremmo dimenticare, inquello che ci hanno la-sciato i nostri predeces-sori per permetterci diguardare al futuro conpiù coraggio e consape-volezza.Spettacolo in scena per laprima assoluta al festivalNONSOLOMAMELI, doveha partecipato al contestper gli artisti emergentiqualificandosi primo.

Giovanni Battista Rossanese,

presidente dell’Associazione

“Cibo per la mente” presenta

“La Terra degli Altri”

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Page 25: News Art International magazine Arts & Crafts

ZanonGiovanni

News Art la rivista dell’ Associazione

Frattina, dedica al Maestro

Giovanni Zanon, queste pagine,

con un tocco un po’ storico,

un po’ rivelatore,per festeggiare

tanti anni volati via, colmi d’impegni,

sempre pronto a ricominciare

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Page 26: News Art International magazine Arts & Crafts

Spazio ai giovaniGiovanni Zanon, 50 anni di modestia e semplicità

Cinquant’anni e non sentirli affatto. Di car-riera si intende. Giovanni Zanon viene dal Veneto da una fa-miglia numerosa e come profughi della Libia, i famosi Veneti conquistatori di terre deso-late , i famosi coloni mandati e rimpatriaticome carrozze ,senza ruote , profughi si vivee profughi si rimane come un taglio che nonrimargina mai, fa sempre male .Essere profughi vuol dire essere sconfitti ,persi, soli. Il giovane Zanon si piega la schiena e lavoradove può, studioso attento ,intravede la suamanualità come mezzo di sopravvivenza ,inizia con la lambretta e corre per le vie diRoma colmo di mobili da restaurare entranel restauro ,impara , il mestiere e la suapassione eil Mobile antico , con gusto raffi-nato e personale crea il suo famoso arredosposando cimeli antichi e librerie , le porte

del 500 diventano tavoli da pranzo , scom-pone e compone arredi famosi come quellodel Prof. Frugoni o dell’Atelier di Valentino ,un arredo, firmato Zanon , diventa semprepiù raro ed esclusivo .sia in Italia che al-l’estero.Amante delle pietre antiche , le colleziona ,le taglia, le usa, le propone con il TravertinoRomano come base elegante e raffinata ,co-struendo così collezioni che arrivano a NewYork , a Londra A Parigi a Tokyo un successoenorme . Giovanni Zanon negli anni si sentepoi chiamare Maestro , artista della pietra,ma lui non dà peso a queste filosofie di vita, Zanon , rimane il semplice Giovanni semprealla ricerca di risolvere i problemi degli altri,oggi disegna , insegna , studia nuove formee nuove applicazioni, nel suo studio, impe-gnato e ammirato ,pesa i sassi informi ,li lu-cida con cura e fiero si propone con

modestia e semplicità, forte del suo sapere edelle sue esperienze ,ai giovani che lo se-guono ,increduli e meravigliati di vedere ilM° Giovanni Zanon , ancora così attivo epronto a comunicareil suo patrimonio arti-stico culturale , che lo distingue da sempre .La moglie Rosanna Guadagnino anche leiprofuga della Libya , scopre questo talento ,e dedica le sue esperienze di marketing In-ternazionale alla promozione e all’immagineintramontabile di Giovanni Zanon .Spazio ai giovani , questo è il suo attuale im-pegno , desidera divulgare e facilitare , i dif-ficili percorsi che un giovane artigiano oartista deve affrontare. È così che nasce nel1998 la sua associazione , prima in Via Frat-tina poi a Fonte Nuova ora anche a Roma .

NewsArt

King table

Fidia, 400 a.C. al british Museum di londra la storia dei Marmi imperiali Vernissage in galleria

il travertino leggero di zanon

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Page 27: News Art International magazine Arts & Crafts

SpazioaiGiovani

la nostra rivista news art, non èuna guida turistica e non vuoleessere una testata giornalistica, èsolo un mezzo per conoscersi me-glio e collaborare nell’intento fi-nale di vedere emergere deifuturi talenti. Chiediamo soste-gno e divulgazione, ma rima-niamo fermi nello scopo iniziale,quello di creare una voce uni-sona, in questo momento tragico,una parola forte, bella, vera.siamo italiani, siamo romani enon saremo profughi del nostropaese.speriamo di non avervi annoiato,ma abbiamo riflettuto e scelto dipresentarci, per quello che siamosenza preconcetti, onde evitarelunghe spiegazioni o delucida-zioni, per chi non riesce a capirecome sia semplice poter dare e ot-tenere, se si sa chiedere, con se-rietà.auguriamo a tutti un buon na-tale e Felice anno nuovo, ringra-ziando tutti, per la gentilecollaborazione.Vi aspettiamo in Via di tor dinona 45.

Il Presidente Giovanni Zanon

L’Associazione Frattinapresenta News Art«Non è una guida

turistica, ma una voceunisona forte, vera dinoi artigiani romani»

il taglio delle pietre gaia, giovanni, roberto zanon Fidia e i Marmi imperiali

F.A.C.I.

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Page 28: News Art International magazine Arts & Crafts

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Page 29: News Art International magazine Arts & Crafts

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Page 30: News Art International magazine Arts & Crafts

IntroduzioneAbbiamo avuto il piacere di conoscere il Dr. Michel Scarantino anni fa, un giovane Architetto-Designer che in pochi anni fra un viaggio e l’altro si trasforma in impreditore Internazionale, con disinvoltura tocca Aereporti e viaggia nel suo nuovo mondo d’impresa non più Virtuale ma Reale; lo abbiamo scelto tra tanti giovani Italiani come esempio per il coraggio e l’impegno tutto da scoprire. Per dare un esempio per tanti giovani fermi alle fermate di un tram di desideri improbabili.

> La prima domanda spontanea è quella che ci viene immediata, come hai trovato il coraggio di aprire le ali e volare nel mondo? Viaggiare mi ha sempre affascinato. Fino a 18 anni ho avuto la fortuna di visitare l’europa grazie ai miei viaggi familiari. Mio padre è un generale dell’Aeronautica Militare e veniva spesso inviato in missioni Nato in Europa per lunghi periodi. In quel periodo frequentavo scuole locali totalmente nelle lingua del Luogo. A 12 anni ero già bilingue facendo del francese la mia seconda lingua madre.A 18 anni feci il mio primo viaggio intercontinentale negli Stati Uniti e Messico. Sebbene ancora nel mondo occidentale, quello fu il mio primo viaggio Interamente in solitario dove iniziai ad affinare il mio inglese. Ero ancora studente alla Facoltà di Architettura e Design al Politectnico di Milano.Già da prima che finissi gli studi aprii il mio Studio a Roma. Una realtà difficile per chi inizia da sé. I primi piccoli investimenti, le attrezzature, i primi clienti. Nel pieno della della crisi economica degli anni 2000 sviluppare l’attività non era cosa facile. Roma e Milano sono stati i miei primi due luoghi di Lavoro. Dapprima Milano come formazione accademica e i primi lavori free lance, poi Roma dove aprii la società.Come suggerisci Rosanna è anche il coraggio che all’inizio ti spinge ma soprattutto la curiosità di incontrarsi e scontrarsi con diverse realtà, culture, modi di lavorare e imparare da essi, Dove la soddisfazione più grande è quella di sentirsi ad un certo punto parte del mondo, non solo di una città o di una nazione, di un continente o una cultura. Si comincia a volare con la mente e ad essere liberi quando già da prima di partire non pensi al fatto che comunque tornerai indietro. Lasci la porta aperta alle opportunità.

> Quali sono stati i viaggi che ti hanno piu segnato nella tua vita privata e nella tua carriera?Tra i miei vari viaggi quello più avventuroso fu quello in barca a vela dal porto di Pointe a Pitre, Guadeloupe (isole Caraibiche) fino al mediterraneo. Fu nel 2002, per 30 giorni attraversai l’Oceano Atlantico in barca a vela con tre compagni. Fu una esperienza indimenticabile, soprattutto quando nel pieno della notte ti ritrovi di guardia solo sul ponte a parlare con le stelle.Il secondo viaggio che ha segnato la mia vita è stato quello in Africa, in Zambia per essere precisi. Lì ho conosciuto la donna che poi è diventata mia moglie. Con lei abbiamo costruito la nostra società passo dopo passo e realizzato in nostri obiettivi.Mia Moglie è Canadese di origine indiana.

> Parlami dell’Africa in poche parole.L’Africa è un luogo indescrivibile. Per le sue risorse, per le sue potenzialità, le sue contraddizioni, le diverse energie, e per la gente. Ho imparato più cose degli europei in Africa che in Europa stessa. Sono caduti tutti i tabù sull’Africa che mi hanno insegnato a scuola. È il luogo dove tutte le economie del mondo stanno in questo momento investendo. È il luogo dei nuovi mercati, delle nuove opportunità con indici di crescita dal 5 al 15% annuo. Solo gli italiani sono in pochi da queste parti. Vedo tutti giorni muoversi ed arrivare imprenditori da tutte le parti del mondo, dalla Cina, dall’India, dal medio oriente, dagli USA, dal Giappone e fare fortuna adattandosi alle condizioni locali e rispettandosi l’un ‘altro. L’Africa soprattutto è molto piu internazionale di quanto possa sembrare.

> Le tue risposte sono importanti per chi giovane in attesa di direzione lavorativa ci legge. Il mio sincero consiglio è quello di andare ed esplorare le opportunità senza timori. Senza mai credere che le cose siano più grandi di noi ed impossibili.Gli autisti dei Mini-Bus in Zambia hanno l’usanza di scrivere sui parabrezza una frase che li definisce. Non hanno il numero di linea come da noi. I passeggeri li riconoscono con queste frasi, a volte presa dalla bibbia, a volte un proverbio o a volte puramente inventate. Un giorno lessi questa: “I sogni sono obiettivi con una scadenza”. La feci mia. > Dopo le tue esperienze lavorative hai la tentazione di ritrovare l’Italia come tua base ideale?Sebbene abbia dei clienti in Inghilterra, in Italia, in India e altri un po’ sparsi per il mondo, i miei progetti sono al novanta per cento in Africa. La crisi dell’occidente a quanto pare si fa sentire in tutti i settori. Per rispondere alla tua domanda ti dico che non ho mai lasciato l’Italia come campo per il lavoro. Non ho una base o meta di riferimento. Vado dove ci sono nuove esperienze e lavori da affrontare e dove trovo un interesse oltre che lavorativo anche umano. La mia famiglia di origine e’ in Italia, mia figlia studia a Oxford e viaggio in continuazione per andarla a trovare. La famiglia di mia moglie e’ in Canada. Puoi immaginare come sia difficile trovare una base fissa. Fermarsi in un suolo luogo significherebbe comunque chiudere porte a nuove esperienze ed opportunita’. > Quando si viaggia e si gira nel mondo come si presenta l’Italia sorvolando su i soliti spaghetti e pizza, il nostro Made in Italy è comunque apprezzato o ancora i prezzi non sono accettabili? Il cliché pizza e spaghetti c’è sempre. Spesso rompe il ghiaccio nei rapporti interpersonali. Detto ciò quando si parla di prodotti di qualità italiani non siamo secondi a nessuno. Direi che il nostro approccio qualitivo e professionale, sia nella progettazione pura che nella produzione è il nostro surplus all’estero, in qualsiasi parte del mondo. Il mondo è cosciente che la qualità ha un prezzo ed è disposto a pagare per tale qualità.

> Non trovi che manca l’informazione culturale che meritiamo come esportatori del bello, del Bel Paese, è facile dire è caro ... è semplicemente e culturalmente diverso.

che cosa suggerisci all’artigiano Italiano in concorrenza con tutti ? Dobbiamo cambiare mestiere ?L’Italia come paese e i suoi prodotti non hanno bisogno di pubblicità nel senso che tutti sanno che la qualità è indiscussa. Il prezzo è relativo ma non credo sia quello il problema. Ovunque al mondo c’è gente disposta a pagare per prodotti di alto livello. Lo sappiamo l’artigianato di qualità costa e costa sopratutto agli artigiani produrre nel contesto Italiano. Sicuramente i credo ci sia un problema di marketing e di distribuzione. Le grandi catene di distribuzione sono ovunque a gli artigiani fanno fatica a farsi conoscere. Se i tuoi cavalli, che amo tanto e di cui al momento ne ho solo uno, fossero qui o in altre parti del mondo, credo andrebbero a ruba.L’artigiano italiano deve trovarsi dei mercati e clienti di nicchia. Clienti che non hanno un problema di tasca. La domanda è lì così come l’offerta, il segreto è capire come collegare questo gap tra domanda e offerta. Come gli artigiano possono raggiungere questi clienti nei nuovi mercati. Credo che le ambasciate potrebbero giocare sicuramente un ruolo più attivo come accade per gli altri paesi europei.

> Parlaci della tua attività: Iniziai a viaggiare dalle quattro alle 5 volte l’anno in Zambia. Capii che il paese era in grande crescita economica dal punto di vista del design e l’architettura. Decisi di aprire la Michel Design Studio (Zambia). Iniziammo con lavori di grafica ed immagine per società e istituzioni governative per poi avere sempre una domanda più crescente nel campo dell’architettura. La domanda di progetti era aumentava di giorno in giorno ed ora abbiamo progetti di edifici residenziali, commerciali e strutture pubbliche come due stadi in Ruanda ad esempio, piani regolatori etc... Abbiamo clienti come il governo Ruandese, il Governo Zambiano, L’autorità e il garante delle telecomunicazioni Zambiano, L’Ente del Turismo Zambiano, per citarne alcuni.

> Ho saputo che hai disegnato il LOGO turistico dello Zambia.Sì, ZTB (Zambia Tourism Board) aveva indetto una gara internazionale per ridisegnare il Logo del paese. Per il 2015 lo Zambia ha nei suoi obbiettivi triplicare le entrate dal settore turistico. Mia moglie Sharmila mi spinse a partecipare e riuscii a mandare la mia idea di Logo pochi minuti prima della scadenza del bando. Ci furono più di 5.000 loghi inviati da tutto il mondo e il mio fu selezionato prima tra i primi 5 e poi nella selezione finale fu scelto come il Logo ufficiale dello Zambia tra esperti del settore come il National Geographic ed altri enti internazionali turistici.Fu un’esperienza unica che mi sta aprendo altre strade dando nuovi stimoli. Questo logo sta iniziando a girare il mondo per promuovere lo Zambia ed ha la firma made in Italy. Auguro allo Zambia grande successo e prosperità per gli obiettivi raggiunti e per il suo illimitato potenziale.

> Puoi dare dei consigli ad un giovane che vuole evadere dalle problematiche Italiane e indirizzare la propria attività all’estero ?Dare consigli è difficile. Ognuno segue il proprio percorso formativo e di vita. Il consiglio che do è uno. Unite l’irrazionale al razionale. Fate del vostro sogno una realtà.Il segreto della vostra idea e progetto è minimizzarne il costo. Il vostro sogno si avvererà quando il valore della vostra idea supera di gran lunga il valore del vostro prodotto. Le idee possono avere un valore astronomico. Saperle posizionare sul mercato è il segreto del vostro successo. > Chiudo e passo a te la parola Michel.Rosanna, Vorrei ringraziarti per avermi selezionato per questa intervista e non vedo l’ora di venire a Roma per comprare due dei tuoi meravigliosi cavalli di Fidia.

Architettura e Design Italiano“Dream are goals with deadlines”

Michel Design Studio (Alcuni progetti):

1. Stadio Huye - Rwanda, 10,000 Posti.

2. Zicta World - Uffici amm. pubblica - Lusaka

3. Uffici commerciali, 4 piani 1300Mq - Lusaka

4. Freedom Park Shopping Mall - 3d and Animations - Kitwe

6. Logo Turistico per Zambia

Michel Design Studio - www.micheldesign.com

Intervista al Dott. Michel Scarantino

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Page 31: News Art International magazine Arts & Crafts

Intervista rilasciata dal dott. Marco Man-zoli, consulente aziendale, responsabileitaliano del servizio di promozione deiprodotti italiani sul mercato russo.Come vede il cliente Russo il nostroArredo? Classico? Moderno ?Il prodotto italiano è molto conosciutoed apprezzato in Russia. I clienti russi diceto medio, medio-alto e alto predili-gono l’arredamento Italiano in tutte lesue espressioni, dal classico al modernoall’antiquariato.

Come può arrivare sul mercato russo ilproduttore Italiano di Opere esclusive esu ordinazione ?Le Opere esclusive, il “su misura” e l’archi-tettura d’interni arrivano sul mercato russotramite gli Studi professionali di architetturae gli interior designer russi, oltre che tramiteshowroom specializzati nell’arredo di alto li-vello. Per inserirsi in quel mercato sono ne-cessarie precise azioni d’intervento direttopresso tali strutture, a seguito delle quali ilproduttore andrà a presentarsi personal-mente attivando collaborazioni di vari tipoe livello. Questa è la via.Iniziative sporadiche ed il fai-da-te sono de-stinati all’insuccesso, avendo fatto perderetempo e risorse a tutti. E’ necessario inveceessere introdotti tramite un’organizzazioneconsulenziale  ben conosciuta e presentenel mercato, qualificata per predisporre lapresentazione e gli appuntamenti. Poi, perconcludere trattative in Russia è imprescin-dibile dotarsi di un punto di contatto locale,un ufficio di riferimento a Mosca, per assi-stere sia compratori che venditori. La nostrastruttura in Russia, Consulenti & Partners,consegna questi servizi da 10 anni.

Dott. Manzoli, Le chiedo troppo? I nostrilettori hanno in vendita nei loro negozie magazzini delle autentiche opered’arte, o comunque oggetti esclusivi,spesso ad un prezzo conveniente. Ep-pure, non si vende. Voi siete consulenti,cosa consigliate?La realtà è, ma sono certo di non dirleniente di nuovo, che fra tre – cinque anni,

molti di questi negozi avranno smesso dialzare la saracinesca: o avranno chiuso l’at-tività, o avranno aperto una tabaccheria, unnegozio di telefonini, un McDonald. Dibase, un’attività in cui non sia necessariocercare nuovi mercati, ma ci si possa limi-tare ad aspettare i clienti in negozio, nellasperanza che le cose migliorino. Come intutte le attività commerciali, chi non com-prende che le cose sono cambiate chiudebottega, coi magazzini pieni di merce in-venduta da cedere a prezzi semi-fallimen-tari, perché si stanca di tenere aperto soloper pagare tasse e contributi.

Mi arrendo. Cosa dobbiamo fare?In Russia il mercato esiste, ed è vivo. Su quelmercato si vende, e si incassa. Abbiamocreato un’offerta particolarissima, che con-sente di entrare in contatto con un pub-blico potenziale di circa 100 milioni dipersone (un terzo di coloro che parlano ilrusso nell’area C.S.I., e che hanno le possi-bilità economiche) ad un costo inferiore ai1.000 euro annui, ed anche di essere sup-portati in caso di necessità per motivi valu-tari, linguistici o di consuetudinicommerciali su quel mercato. Questo è ilprimo passo, ci si mette in vetrina. Per ven-dere, bisogna essere visibili. Un’ulteriorepossibilità, per la quale conviene consor-ziarsi con altri artigiani, antiquari, artisti,tappezzieri di livello ecc., è quella di farsi or-ganizzare interventi ad ampio raggio inRussia, contemporaneamente sui miglioriinterior designer, architetti russi ed opera-tori commerciali, per farsi conoscere, via viafino alla vendita.

Prodotti italiani in RussiaIl Dottor Marco Manzoli consiglia

NewsArtInternazionale

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rosella di donato- dido’[email protected]

Vanessa d’antonio- d’[email protected]

gioVanni [email protected]

gabriella di [email protected]

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Anno VI - numero 4 - Dicembre 2011

News Art International MagazineNotiziario Periodico Trimestrale

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Segreteria: Tel. +39 348 7342857Sede: Via di Tor di Nona, 45 - Roma

info@associazionefrattina.itwww.associazionefrattina.itwww.youtube.it/zanonroma

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Rahel Zweig e L’arte per alleviare

il dolore. In Argentina

arte e folklore per i 50 annidell’ospedale “dr. rafael Villa-

gran” di Chichester con l’artista internazionale rahel zweig

che per l’occasione ha realizzatoi murales negli spazi comuni

del centro

Consulenti and Partners show room a Mosca

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Page 32: News Art International magazine Arts & Crafts

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