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Contrattazione, Pubblico Impiego, Industria, Tele\Comunicazioni & Innovazione digitale UIL Contrattazione Pubblica & Privata Industriale, Tele/ Comunicazioni & Innovazione NEWSLETTER EWSLETTER EWSLETTER UIL UIL UIL SERVIZIO ERVIZIO ERVIZIO P P POLITICHE OLITICHE OLITICHE C C CONTRATTAZIONE ONTRATTAZIONE ONTRATTAZIONE GENNAIO GENNAIO GENNAIO 2013 2013 2013 POLSVILUPPO POLSVILUPPO POLSVILUPPO@UIL UIL UIL.IT IT IT Servizio Politiche Sviluppo UIL Contrattazione Innovazione. Rassegna riservata a iscritti UIL e simpatizzanti . Tel. 064753216 Fax 064753336 Scrivi a [email protected] Visita http://www.uil.it/contrattazione Richiedi la newsletter a [email protected] Ora Agenda crescita Cinecittà quasi salva Per saperne di più Disoccupati all’11,5% Effetti Riforma lavoro Fornero Social network guerra fredda Nuovo CCNL metalmeccanico Redditometro Costi della politica, 50 milioni Enzo Canettieri Rosanna Cribari Debora Del Fiacco Giacinto Fiore Fernando Mariani Maria Maricchio- lo Giuseppe Mele Bisogna ripartire dalla riduzione delle tasse sul lavoro, una ricetta da intro- durre subito. Bisogna farlo per evitare che si dica l'operazione e' riuscita ma il paziente e' morto. Il governo tecnico ha restituito un profilo di autorevolezza al nostro Paese negli scenari internazionali ed ha adottato delle politiche di rigore in parte necessarie. Ma con il rigore si rischia di im- piccarci. Si continuano a dare i numeri su tagli, eccedenze, senza dire nulla sulle prospettive di efficienza. Occorre un'agenda diversa, che metta al cen- tro la questione della crescita e quindi dell'occupazione e non solo del rigo- re. Quanto alla ricandidatura di Monti, auguriamoci di no. L’ accordo sulla produttività guarda al futuro. Lo aveva sollecitato il Governo per restituire un vantaggio fiscale da egli stesso cancellato, ora il Governo lo deve suggellare concedendo un provvedi- mento che sancisca la strutturalità della detassazione del salario di produttività. Se ciò accadrà davvero, tutta la vicenda avrà avuto un suo senso. Ma non è questa l’unica cosa a cui è chiamato l’esecutivo che se- guirà quello guidato da Mario Monti. La produttività, infatti, e più in generale la crescita della nostra econo- mia, hanno una positiva prospettiva realistica se si sciolgono alcuni nodi che non sono nella disponibilità delle parti sociali. Ora l’Esecutivo, quale che sia, deve rendere strutturale, con uno specifico provvedimen- to, la detassazione del salario di produttività. Lo sviluppo fu uno dei punti che fin dal suo insediamento il Governo Monti dichiarò di assumere a cardine della propria azione, insieme con il rigore e l’equità, È sebbe- ne su questi ultimi è meglio sorvolare. Si ricordi come lo stesso Presidente Napolitano (continua p.3) Ora Agenda Crescita Appuntamenti Cinecittà (quasi) Salva 10 dicembre, i lavoratori restano nella loro storica sede, passando a Deluxe e Panalight. per 5 anni. Richiesta la presenza Mibac alle verifiche semestrali previste dall'intesa. Previsti contratti di solidarietà

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Contratt@nnovazione, newsletter UIL gennaio 2013

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Contrattazione, Pubblico Impiego, Industria, Tele\Comunicazioni & Innovazione digitale

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Comunicazioni & Innovazione

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Ora Agenda crescita Cinecittà quasi salva Per saperne di più Disoccupati all’11,5% Effetti Riforma lavoro Fornero Social network guerra fredda Nuovo CCNL metalmeccanico Redditometro Costi della politica, 50 milioni

Enzo Canettieri Rosanna Cribari Debora Del Fiacco Giacinto Fiore Fernando Mariani Maria Maricchio-lo Giuseppe Mele

Bisogna ripartire dalla riduzione delle tasse sul lavoro, una ricetta da intro-durre subito. Bisogna farlo per evitare che si dica l'operazione e' riuscita ma il paziente e' morto. Il governo tecnico ha restituito un profilo di autorevolezza al nostro Paese negli scenari internazionali ed ha adottato delle politiche di rigore in parte necessarie. Ma con il rigore si rischia di im-piccarci. Si continuano a dare i numeri su tagli, eccedenze, senza dire nulla sulle prospettive di efficienza. Occorre un'agenda diversa, che metta al cen-tro la questione della crescita e quindi dell'occupazione e non solo del rigo-re. Quanto alla ricandidatura di Monti, auguriamoci di no. L’ accordo sulla produttività guarda al futuro. Lo aveva sollecitato il Governo per restituire

un vantaggio fiscale da egli stesso cancellato, ora il Governo lo deve suggellare concedendo un provvedi-mento che sancisca la strutturalità della detassazione del salario di produttività. Se ciò accadrà davvero, tutta la vicenda avrà avuto un suo senso. Ma non è questa l’unica cosa a cui è chiamato l’esecutivo che se-guirà quello guidato da Mario Monti. La produttività, infatti, e più in generale la crescita della nostra econo-mia, hanno una positiva prospettiva realistica se si sciolgono alcuni nodi che non sono nella disponibilità delle parti sociali. Ora l’Esecutivo, quale che sia, deve rendere strutturale, con uno specifico provvedimen-to, la detassazione del salario di produttività. Lo sviluppo fu uno dei punti che fin dal suo insediamento il Governo Monti dichiarò di assumere a cardine della propria azione, insieme con il rigore e l’equità, È sebbe-ne su questi ultimi è meglio sorvolare. Si ricordi come lo stesso Presidente Napolitano (continua p.3)

Ora Agenda Crescita

Appuntamenti

Cinecittà (quasi) Salva 10 dicembre, i lavoratori restano nella loro storica sede, passando a Deluxe e Panalight. per 5 anni. Richiesta la presenza Mibac alle verifiche semestrali previste dall'intesa. Previsti contratti di solidarietà

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Per saperne di più

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N el pubblico impiego – come già nel lavoro privato - le donne rivestono un ruolo chiave in quanto rappresentano il vero mo-

tore dell'economia. Se fino a qualche tempo fa si insisteva quasi solamente sui principi di equità e uguaglianza e sul concetto di pari opportunità nel lavoro e nella società, oggi e' sempre più evidente che dobbiamo considerare la presenza femminile il fattore fonda-mentale di una maggiore efficienza economica. Tuttavia le donne ancora oggi incontrano maggiori difficoltà degli uomini a trovare occupazione e a raggiungere ruoli di vertice. I loro salari sono me-diamente pari ai tre quarti di un collega uomo e molte giovani don-ne sono costrette a lasciare il lavoro dopo il primo o secondo figlio perché non riescono a conciliare maternità e impiego. Un divario lavorativo/retributivo che persiste per il colpevole ritardo del nostro Paese su tutta la materia dei servizi. Manca, tutt’oggi un efficiente sistema di welfare in grado di consentire alle lavoratrici ed ai lavora-tori una agevole gestione del tempo di lavoro e del tempo di cura. Se questo è lo scenario, è necessario l’avvio di concrete politiche di welfare territoriale, dove le politiche di conciliazione, condivise real-mente da tutti i soggetti interessati; vengano finalmente messe a sistema e non lasciate alla sperimentazione di azioni che con il tem-po finiscono sempre per ricadere sulle donne.

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Contratti in scadenza

su www.uil.it/contrattazione

Calendario Scioperi

Su http://uil.it/dir_sciopero

R innovato il contratto metalmeccanico firmato senza la Fiom Cgil, per oltre un milione e mezzo di lavoratori metalmeccanici. Federmeccanica-Fim Cisl e Uilm hanno siglato il contratto nazionale

dei metalmeccanici per il periodo 2013-2015. L'aumento salariale è di 130 euro nel triennio. È il se-condo accordo separato, senza la Fiom-Cgil, già non firmataria del contratto nel 2009. Lo scorso 5 dicembre, è stato sottoscritto, tra Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e Alleanza delle Cooperative (Fedagri-Confcooperative, Legacoop- Agroalimentare, Agci-Agrital), l'accordo di rinnovo del CCNL di lavoro per i lavoratori dipendenti da aziende cooperative di trasformazione di prodotti agricoli e zootecnici e lavo-razione prodotti alimentari per il triennio 2012-2015. Sono 17 i contratti di lavoro in attesa di rinnovo con 700mila dipendenti. Poi restano bloccati i 16 contratti della pubblica amministrazione. di relativi 3 milioni nel pubblico impiego. tra novembre 2011 e novembre 2012 i tempi di rinnovo dei contratti col-lettivi si sono considerevolmente allungati, passando da 23,9 mesi a 35,6. Nel novembre scorso, la percentuale di dipendenti in attesa di rinnovo sul totale dell'economia e' pari al 28,5%, il 6,9% del set-tore privato.

%

45 CCNL per 9,3 milioni di la-voratori dipendenti (71,5% de-gli occupati) con il 68% del monte retributivo complessivo.

Gli ultimi 56 ex cuccettisti Servirail hanno firmato i contratti con la Ecoindustria, ditta che si occupa di manutenzione treni per le Ferrovie. La Tmc, altra ditta che si occupa di manutenzione tre-ni, aveva assorbito la prima tranche di ex cuccettisti.

R innovato il contratto Cnr fino a dicembre 2016 dal presidente Cnr ed ex ministro della Funzio-

ne pubblica Luigi Nicolais con le OO.SS.. Rinnovati i CCNL alimentari, olearie e margarinera, carta carto-ne e cartotecnica. Rinnovato il Ccnl Banche Coop Casse Rurali ed artigiane il 21 dicembre 2012.

P iattaforma per il rinnovo dei tre CCNL (2013/2015) del comparto della scuola non stata-

le di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, ConfSal SNALS e SINASCA (limitatamente al contratto delle scuole religiose) inviata alle controparti datoriali Agi-dae Aninsei e Fism.

In un mese i disoccupati dall’11,1% all'11,5%. Quasi 3 milioni

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Quando è stato messo fuori gioco il tentati-vo di ridimensionare quel livello negoziale e sono stati preservati i minimi contrattuali e il potere d’acquisto, si è compiuta un’ope-razione tutta in positivo di tutela dei lavo-ratori. Ma, proprio sul piano delle retribu-zioni, c’è un’opportunità in più, poiché si dà valore a una parte della retribuzione stes-sa, proprio attraverso la detassazione del salario di II° livello. Qualcosa in più, dun-que, e non qualcosa in meno, come chiara-mente è esplicitato dal testo, che va letto per com’è, senza i paraocchi del pregiudizio o del niet a prescindere. Peraltro, se si af-ferma che l’accordo allarga gli spazi di con-trattazione di II° livello, rendendoli, appun-to, più pesanti economicamente, si va in contraddizione con l’altra accusa di non garantire la difesa del potere d’acquisto, e soprattutto, si sottolinea qualcosa che cre-do sia fortemente positivo. E’ indubbio che sulla produttività di ogni processo incidono anche i fattori della qualità, quantità, arti-colazione e flessibilità della prestazione, e solo dove in concreto questa si realizza, appunto il livello d’azienda, sia possibile realizzare pattiziamente modelli efficaci che funzionino e, contemporaneamente, sia anche possibile adeguare coerentemente le crescite salariali al successo di tali modelli. La funzione del sindacato è quella di nego-ziare per tutelare (mi chiedo se lo è per tutti?). Non è forse vero che più spazi, più sedi, più materie di contrattazione vi sono, più il sindacato ha ruolo ed è forte e mag-giori sono le occasioni di tutela negoziale? Purtroppo, ho l’età per ricordare il V° Con-gresso della Cgil, quando, con Agostino Novella, quell’organizzazione scelse la linea della contrattazione articolata che, per tutti gli anni ‘70fu conquistata pezzo per pezzo costruendo un potere contrattuale

E così abbiamo fatto in questo negozia-to, che aveva registrato, su una solu-zione molto analoga a quella conclusiva la condivisione di tutte le sigle sindacali. Per dovere di testimonianza, debbo ri-cordare che la Cgil ha partecipato a tut-ta la fase di costruzione del testo, nella cui versione finale sono state accolte non poche delle idee e delle argomenta-zioni che la Cgil ha sostenuto. Spiace che, poi, quello che appariva come un punto di incontro alto, nel quale tutti sembravano riconoscersi, ha visto la mancata adesione della Cgil. Purtroppo, si è ripetuto un copione non nuovo. Già, ad esempio, la riforma del sistema con-trattuale del 2009 aveva visto un cam-mino di confronto comune, che partiva addirittura da una piattaforma unitaria. Anche in quel caso, alla fine del percor-so è mancata la firma dell’organizzazio-ne di Corso d’Italia. Sul merito dell’inte-sa, ci paiono fuori luogo le critiche rela-tive alla presunta riduzione, nell’ambito del contratto nazionale, della tutela del potere d’acquisto. Giorgio Benvenuto scrisse tanto tempo fa che “le parole sono mattoni”. In questo caso, almeno, sono affermazioni così inequivoche da avere la consistenza. dei mattoni. Il te-sto delle linee programmatiche, infatti, recita che “il CCNL, avendo l’obiettivo mirato di tutelare il potere d’acquisto delle retribuzioni”. Senza polemiche, va ricordato come proprio così sia stato respinto esplicitamente il disegno di al-cuni dei soggetti datoriali di derubricare il contratto collettivo nazionale a mero zoccolo di garanzie minime comuni non più collegate alla difesa del potere d’ac-quisto di salari e stipendi. Quindi, è vero il contrario.

(continua dalla prima)abbia affermato più volte la necessità che al risana-mento dei conti si affiancassero il ri-lancio e lo sviluppo. Ed è innegabile che la produttività è pietra fondante dell’uno e dell’altro, sia che la si inten-da come produttività complessiva del sistema-paese, che come produttività di ogni singola azienda, a partire da quel tessuto di imprese piccole che ha sempre costituito la peculiarità del no-stro sistema produttivo. Le parti sociali hanno fatto il loro. Un testo che ha il fine, concretamente realizzabile, di sostenere con misure significative la produzione e di mettere qualche euro in più nella disponibilità dei lavoratori e delle loro famiglie va decisamente in controtendenza rispetto agli effetti questi sì, recessivi della crisi e anche di qualcuno dei provvedimenti che do-vevano (o forse meglio, avrebbero do-vuto) contrastarla. Ora, in questo sen-so, al di là delle croniche carenze infra-strutturali, di una burocrazia pervasiva e di una legislazione che non favorisce lo sviluppo delle imprese, il tema che deve essere affrontato è quello dell’ec-cessivo carico fiscale sul lavoro. Se non si risolve questo problema , la fun-zione dello stesso accordo sulla pro-duttività rischia di essere pannicello caldo. Occorre invertire una tendenza palesemente recessiva, con una forte riduzione dell’imposizione fiscale, di-retta e indiretta, su cittadini e famiglie e, lavoratori dipendenti e imprese. Bi-sogna proseguire nel confronto, e sa-rebbe importante ricevere segnali in tal senso già durante la campagna e-lettorale, per ottenere un cambiamen-to della politica economica che rischia di essere essa stessa fattore di reces-sione. l’accordo rischia di accentua-re e alimentare la recessione, co-me affermato dalla Cgil? Accordo immorale”, “vittoria del marchionni-smo”, “accordo scellerato”, “patto ille-gittimo”. Così, e peggio, alcuni hanno commentato l’intesa sulle linee pro-grammatiche per la crescita della pro-duttività e della competitività in Italia. Noi abbiamo sempre lavorato per co-

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Pirani: ora agenda Crescita

L’accordo sulla Produt-tività, unico elemento antirecessivo del 2012

21 novembre 2012, firmato da Abi, Ania, Confindustria, Lega Coope-rative, Rete impresa Italia, Cisl, Uil e Ugl, ma non Cgil. l’accordo sulle linee programmatiche per la crescita della produttività e della com-petitività in Italia

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Ruolo della Uil nell’accor-do produttività I nostri temi portanti sono stati tre. 1) un accordo che potesse essere il primo passo per un’inversione di tendenza rispetto alla tassazione crescente sul lavoro. 2)la sconfitta dei tentativi vete-ro-padronali di inserire antistorici passi indietro in materia di diritti. Garanzia del potere d’acquisto, demansionamen-ti, gestione degli orari e rapporto tra nuove tecnologie e diritti debbono ag-giungersi alla lista delle questioni su cui proprio perché soggette alla contratta-zione che noi facciamo, non abbiamo motivo di temere. Anche le previsioni positive che l’intesa compie in materia di formazione, occupazione e partecipa-zione dei lavoratori all’impresa, difficil-mente possono essere spacciate per riduzione delle garanzie e delle tutele. 3) un accordo che desse ai lavoratori più contrattazione e più sindacato per accrescere l’area dei lavoratori tutelati. Si ricordi come uno dei problemi sia rappresentato dalla scarsa estensione dell’istituto della contrattazione di II° livello rispetto al tessuto delle PMI. Un aumento dello spazio di II° livello do-vrebbe aiutare le organizzazioni sinda-cali a penetrare nel difficile mondo delle piccole imprese, ricevendo da queste, un riconoscimento al valore dell’interlo-cuzione e del confronto sindacale. Ri-cordo il Libro Bianco dell’ottobre 2001 di Marco Biagi (e altri), che affermava il “reciproco riconoscimento”. Alcuni han-no timore a fare il nostro mestiere sen-za reti di protezione, stando fino in fon-do in mezzo ai lavoratori e, se necessa-rio, “sporcandosi le mani” con i neces-sari accordi. E’ tanto più comoda la via dell’oltranzismo e della lotta di classe praticata e non dichiarata. E, purtrop-po, è tanto più comoda la tendenza di fare sindacato nelle aule di giustizia, piuttosto che nei tavoli di trattative, nelle assemblee nel confronto demo-cratico a partire dall’accettazione degli esiti referendari. Non sta a me dire se il ruolo della Uil nell’accordo sia stato fondamentale o meno. Noi abbiamo messo con sincerità le nostre compe-tenze a disposizione di tutti in una trat-tativa che si è svolta per la gran parte proprio presso la nostra sede. Abbiamo laicamente discusso di tutto, cercando una sintesi alta, che alla fine è venuta. Una sintesi di cui voglio ribadire la va-lutazione di positività. Per i lavoratori, per il Paese e per le aziende.

Effetti della riforma Fornero sul lavoro

L’intesa contiene la richiesta co-mune delle parti firmatarie di aprire un confronto sul mercato del lavoro e, sugli effetti dell’ap-plicazione della recente riforma Fornero, sulla quale mi si con-senta una valutazione preoccu-pata. La riforma non ha dato al-cun visibile effetto positivo. Forse non a caso, se si vuole pensar male, Fornero non ha attivato gli strumenti di monitoraggio previ-sti dall’articolo 1 della riforma stessa. Al pari di non pochi dei provvedimenti del Governo Mon-ti, pare una riforma costruita in laboratorio, per un mondo visto attraverso la lente deformante dell’astrattezza. Ancora una vol-ta, mancano “pezzi”: si pensi, ad

esempio, all’impossibilità della riforma di applicarsi al lavoro pubblico, che rappresenta il 15% dell’intero mondo del lavoro. Ancora una volta, l’attua-

zione delle decisioni sedicenti tecni-che del Governo – e il dover far fronte alle loro conseguenze - sarà scaricato sulla prossima legislatura e sul prossimo Governo. Non mi pare che sia un buon servizio al Paese. Contratti nazionali ‘solidi’ La solidità dei contratti e degli accordi, è garantita dalla capacità che ciascuna delle parti ha di fare bene il proprio mestiere. Un contratto è solido se sot-toscritto da sindacati che sappiano confrontarsi con la realtà delle cose. Un contratto è solido se sottoscritto da una parte datoriale che sappia come la conduzione d’azienda sia cosa ben di-versa dal “prendi i soldi e scappa”, malnutrita nel tempo dagli aiuti di sta-to. Se si contratta in azienda è più dif-ficile scantonare dai problemi.In una contrattazione decentrata efficace bi-sogna sapere che si parte da dove si sta e bisogna dimostrarlo alla gente che si ha intorno”.

che si espresse poi nel 1969-1970 con autunno caldo, contratti nazionali e quello Statuto dei Lavoratori che una certa sinistra, peraltro, non volle vota-re. Oggi, quella stessa organizzazione sembra affezionata ad altre tesi, secondo cui sarebbe sbagliato puntare sulla con-trattazione decentrata per-ché a quel livello si è più ricattabili Invece nel nego-ziato nazionale si sarebbe più al sicuro. Ma si è mai visto un sindacato debole nelle aziende e forte, inve-ce, ai tavoli nazionali? E da cosa deriverebbe questa forza, dalla abilità dialettica dei negoziatori e dalle loro frequentazioni televisive? La forza è sempre derivata da un sindacato che è

stato capace di difendere i lavoratori e al tempo stesso proporre soluzioni “interessanti” per i datori di lavoro e le loro rappresentanze associative”.

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Pirani Comodi l’oltranzismo della lotta di classe praticata e non dichiarata

ed il fare sindacato nelle aule di giustizia invece

che al tavolo delle trattative.

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One Nation, one Station, one Social.

Come nella guerra fredda No Russia, no China, no Persia

I social network, anno dopo anno, riflettono il crescente monopolismo

del web, e con esso delle tecnologie IT, della comunicazione ed in ultimo, dell’-economia mondiale. A dicembre 2012 (sopra) resta un solo grande social network mondiale, l’Usa Facebook. Li-mitato solo da 3 realtà nazionali: Vkon-takte e Odnoklassniki in Russia, Qzone in Cina e Cloob in Iran. Proprio i paesi che avrebbero voluto alla riunione Itu di Dubai regolare per legge Internet. A giugno 2012 (di lato) resistevano anco-ra Zing in Vietnam e Draugiem in Let-tonia. Nel 2009 i social erano 17 e FB non dominava in Brasile, India, Mexico, Peru. Adesso FB ha preso il sopravven-to in 127 paesi ed ha più di un miliardo di aderenti inclusi quelli di Armenia, Kyrgyzstan, Lettonia e Vietnam.

dicembre ‘12

giugno ‘12

Social network

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Redditometro. Per evitare l’evasione fiscale verranno monitorare 100 voci di spesa sostenute da una delle 55 famiglie tipo. Una persona fisica non ha però necessariamente né partita doppia né bilancio autenticato. La sua esposizione debitoria, come l’insieme dei presti-ti accesi sono monitorati e controllati dal siste-ma bancario. Poiché non si è trovato ancora il modo di vietare del tutto il danaro contante, sa-rà difficile verificare come e da chi effettiva-mente verranno pagati gli acquisti. Anche porre limiti all’uso del danaro contante difficilmente darà risultati, per la facilità di frazionamento degli importi spesi. Per funzionare il sistema do-vrebbe pretendere di trasformare ogni punto vendita, dai privati alle bancarelle alla grande GDO, in altrettanti controllori e rivelatori di co-dice fiscale. E’ improbabile che il commercio as-solvi fiscalmente erga omnes al ruolo fiscale e previdenziale già esercitato dalle imprese verso il lavoro dipendente. Anche fosse, il redditome-tro per essere efficace, non dovrebbe guardare alle famiglie tipo ma alla big family allargata, quella dove a pagare possono essere i risparmi accumulati da nonni, zie, fratelli e o dei figli e genitori. L’onere della prova, comunque, a cari-co del contribuente, condurrà a qualche decina di migliaia di processi fiscali ed a qualche milio-ne di maggiore incasso, anche a carico del già vessato lavoro dipendente. Tanto basta per le Entrate e per il partito delle tasse.

UIL: contratto metalmeccanico, riconquista di so-vranità nazionale nello sbando dei poteri

Il nuovo CCNL metalmeccanico (senza Fiat e Fiom) del 5 dicembre

La firma sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici è un fatto preciso e misurabile, un punto fermo in

tempo della crisi, un preciso riferimento identitario di corresponsabilità tra sindacati ed imprenditori metal mec-canici. Un segno in controtendenza rispetto al vuoto di potere esistente in Italia, dove la politica è debole La for-za del nuovo CCNL dei metalmeccanici è di aver spezzato un'eccessiva tensione delegittimante e di dare valore a tanti soggetti e interessi che fanno da asse portante all'e-conomia del Paese. Un contratto che è oltre il buon salario fresco che entrerà nelle tasche dei lavoratori significa an-che un pizzico di sovranità nazionale.

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L’ultima scala mobile Il personale di altre amministrazioni, ex enti, quali forze di polizia, vigili del fuoco, impiegati di banca e delle Poste, che forniscono servizi in Senato, hanno diritto a indennità aggiuntive, fino ad un massimo di €2.500 mensili, che ammontano in tutto a €3.570.000. Il personale parlamentare riceve ancora l’in-tegrazione scala mobile. Autonomie Il Titolo V della Costituzione im-pedisce di tagliare i costi della politica di Re-gioni ed enti locali. Il decreto "anti Fiorito" ha abolito i vitalizi per i consiglieri regionali un-der 66 anni. I vitalizi però ora si chiamano trattamenti pensionistici integrativi che le Re-gioni potranno erogare senza più vincoli. La Regione Sicilia ha assunto nuovi 30 "camminatori", o commessi di piano, per portare documenti, plichi e altro all'interno del palazzo d'Orleans e nuovi 55 sorveglianti per i musei palermitani, che si aggiungono ai 1.600 dipendenti. La Sicilia ha 17mila di-pendenti pubblici, quasi 6 volte la Lombar- dia. Costa 12mila mensili l'addetto stampa Sici- lia a Bruxelles. Un sottosegretario invalido ri-ceve dalla Regione un'indennità come sot-tosegretario di 7.000 più un vitalizio di in-validità di 7.490,33 al mese, dieci volte più alto di ogni portatore di handicap. Carta Il Parlamento stampa, con 200 macchine digitali, 20 milioni di pagine in

bianco e nero l'anno e 1 milione a colori. Il noleggio delle fotocopiatrici costa €700 mi-la l'anno. La Camera paga 1 milione l'anno per 32.800 agende dal 2013 al 2015. Un altro milione l'anno per carta intestata e colla. Uffici dedicati Gli ex Presidenti della Camera non avranno più vita natu-ral durante uffici, auto e segreterie; ma solo per dieci anni dalla fine dell'in-carico. Contando dal 2012. Perdono il benefit solo Ingrao e Pivetti. Assi-stenza sanitaria integrativa per deputati e famiglie €10 milioni l'anno Trasporti La Camera spende €11.605.000 euro: in aereo, 8.180.000; in treno 1.650.000 euro. Il Senato 5.800.000. Totale 17 milioni. €5.656.000 stanzia-ti euro onorevoli per i parcheggi dei parlamentari nei prossimi tre anni ("I deputati devono pur essere messi in condizione di andare a lavorare" e, naturalmente, "dopotutto i mezzi pubblici a Roma non funzionano"). Sem-pre 60mila le auto blu

Spizzicando qui e là nei costi della politica, è fa-cile trovare subito, a margine

50 milioni 3 milioni di carta 3 di extrastipendio, 30 di viag-gi, 10 di uffici, 10 di sanità. Senza contare le spese degli (enti) Autonomi