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IL CUORE DELLA MAMMA
Questo lavoro è pubblicato so1o licenza Crea5ve Commons “A1ribuzione 3.0 Italia” (CC BY) tranne le par5 ove è indicata una fonte. Per visualizzare una copia della licenza visitare il sito: h1p://crea5ve commons.org/licenses/by/3.0/it/
Per le immagini: aven5 diri1o
di Maria Rosaria Fiorelli
Fin da bambino sapeva che nella sua casa, c’era una porta in cui vedeva le persone entrare, ma in cui non era stato mai. Non perché non potesse, semplicemente non ne era stato interessato. Era nel dietro della casa, era una porta come le altre, ma con un cuore disegnato.
Lui non aveva mai desiderato entrarci, in fondo riceveva tante coccole e baci da quando apriva gli occhi a quando li chiudeva la sera; la mamma lo accudiva e, quando aveva mal di pancia, lo imboccava persino...
Gli venne un dubbio: non erano in troppi lì dentro? E se qualcuno fosse entrato nel cuore della mamma riempendolo tu>o?
Poi, però, avvenne che un giorno iniziò a guardare verso quella porta sempre più spesso: vedeva entrare tante persone, alcune ne conosceva, altre, invece, non sapeva chi fossero.
Già sapeva che c’era il papà, c’era entrato prima di lui. Con lui era una ba>aglia persa, lo baciava anche sulla bocca, lo abbracciava…ogni tanto gli strillava, ma dopo lo ribaciava. Pensava che il papà ci sarebbe rimasto per sempre.
Sapeva anche che c’erano i nonni, vedeva che la mamma li incontrava volenLeri, gli sorrideva, li chiamava al telefono, passavamo un sacco di tempo con loro. Aveva capito anche che dovevano starci le zie, i cugini…lo aveva capito, anche se non ci era mai entrato, perché in chat gli mandava messaggi e a qualcuno anche cuoricini… Ogni tanto nominava le sue amiche, addiri>ura persone che non conosceva dire>amente…
In passato aveva senLto parlare anche dell’arrivo di un fratellino, o forse una sorellina. In vero se ne parlava ancora, ogni tanto. Aveva sorvegliato per un po’ la porta,
ma nessuno si era fa>o vedere e, quindi, non si era preoccupato più di tanto: in fondo per lui non era cambiato nulla.
Certo, aveva notato che da quel momento dei piccoli palloncini rossi avevano iniziato a passare da quella porta.
Ma di palloncini ne passavano via via tanL, di diversi colori e si era già informato: erano persone per cui la mamma diceva una preghiera, persone che incontrava, persone cui voleva bene.
Dopo pochi giorni aveva chiare alcune cose: • innanzitu>o non veniva mai chiusa, • poi, che da lì nessuno usciva mai, • infine, che non era mai piena, non c’era ressa, sembrava infinita!
Non riusciva a capire come fosse possibile… …si decise dunque ad entrare!
Quando fui lì, vide ciò che non si sarebbe mai aspe>ato:
era uno spazio grande, grandissimo, come da fuori non avrebbe mai immaginato!
C’erano tante seggioline, alcune più grandi, altre più piccole. Su ciascuna vedeva posata una immagine: il papà, i nonni, le zie, gli amici…e poi ogni seggiola aveva una targheUna con un nome… Alcune, invece, erano vuote…ben presto capì che erano per coloro che sarebbero arrivaL in futuro…
Tra le tante, anzi, tanLssime, qua>ro erano davvero centrali. In una c’era il papà, in una la mamma stessa, in una c’era il suo viso, ed una era vuota, con sopra dei palloncini rossi! Capì subito: era per il fratellino o la sorellina, e i palloncini rossi, dunque, erano i pensieri che la mamma aveva per lui, mentre il posto sarebbe stato riempito al suo arrivo!
In un aUmo tu>o fu chiaro: il cuore della mamma aveva tanto, tan:ssimo spazio, ed in esso il suo posto non sarebbe mai stato preso
da nessuno!
Ora era contento, ora sapeva che poteva entrare chiunque, ma non si sarebbe mai seduto
sulla sua sedia!
Era come le tessere di un puzzle: ciascuna aveva un disegno diverso e nessuna avrebbe potuto prendere il posto di un’altra tessera, perché nel puzzle ciascuna era unica! Così nella famiglia…c’erano la mamma e il papà e non potevano scambiarsi di posto…vi immaginate che confusione sarebbe stata? E poi c’era lui, unico, non scambiabile né con un fratellino, né con un cugine>o, né con nessun altro!!