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LA MONARCHIA ROMANA
La monarchia romana è un periodo della storia di
Roma che inizia nel VIII secolo a.C. e si conclude
nel 509 a.C. con la cacciata dell'ultimo re di
Roma.
LA MONARCHIA ROMANA:istituzioni
Re. Il sovrano romano è il comandante
dell'esercito (potere giudiziario), il sommo sacerdote (potere religioso) e il giudice supremo del popolo (potere giudiziario). La carica di re non è ereditaria. Alla morte del sovrano il suo successore viene nominato dal senato e dai comizi curiati.
La monarchia romana si regge sulla ripartizione dei poteri in tre distinte istituzioni:
LA MONARCHIA ROMANA:istituzioni
Comizi curiati. I comizi curiati sono i rappresentanti delle 30 ripartizioni
della popolazione ( curie ). Ogni curia è formata da dieci gruppi gentilizi
( gentes ), ognuno dei quali può eleggere un senatore. Le curie si riuniscono nel Foro Romano per eleggere il nuovo re, approvare le proposte di legge e dichiarare guerra.
Senato.Il senato è l'assemblea collegiale composta dai membri dell'aristocrazia romana. Il senato ha il compito di approvare le decisioni del re e dei comizi curiati. Il senato è composto da 300 membri secondo la riforma di Servio Tullio. La sede dell'assemblea è nel Foro Romano.
LA MONARCHIA ROMANASecondo la leggenda di Roma sulla città regnano sette re a partire da
Romolo, fondatore della città e primo re di Roma. A Romolo seguono tre re di origine sabina ( Numa Pompilio, Anco
Marzio, Tullo Ostilio ) che regnano prevalentemente nel VII secolo a.C. In questo momento storico la città conosce un periodo di
rapida crescita demografica, l'espansione etrusca nel Lazio spinge molte popolazioni sabine a trovare rifugio a Roma.
Gli ultimi tre re di Roma hanno, invece, una origine etrusca ( Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo ).. I re etruschi regnano nel VI secolo a.C. (578-510 a.C.) e sono il riflesso di un momento storico della massima espansione e influenza etrusca nel Lazio.
L'ultimo re di Roma è il re etrusco Tarquinio il Superbo. Il regime despotico di Tarquinio il Superbo causa un malcontento popolare tale da causare la sua cacciata (509 a.C.) e la caduta della stessa monarchia romana. Con la cacciata di Tarquinio il Superbo, ultimo
re di Roma, si conclude la monarchia romana. Il potere viene distribuito tra le famiglie aristocratiche. Per evitare la possibilità di
un ritorno alla monarchia gli aristocratici riformano le istituzioni romane tramite un ordinamento repubblicano. Ha così inizio la
Repubblica romana.
I SETTE RE DI ROMA
Romolo (753 a.C). Il primo leggendario re della fondazione di
Roma. Secondo la leggenda Romolo traccia il solco della città e uccide il fratello Remo per averne violato i
confini. Romolo scompare misteriosamente durante un
temporale per ascendere al cielo. Nella religione romana sarà adorato come il dio Quirino. Con la figura di
Romolo la leggenda identifica il periodo arcaico della città. È quindi
probabile che Romolo non sia un singolo personaggio bensì rappresenti
i tratti e le caratteristiche dei primi capi della comunità di pastori romani.
Secondo la leggenda i sette re di Roma sono i seguenti:
I SETTE RE DI ROMA Numa Pompilio (673-642 a.C.). È secondo
re di Roma e il primo re sabino. Numa Pompilio organizza e riforma la religione
romana con la nascita delle prime istituzioni. Unisce religione e potere nelle mani del re.
Sotto il suo regno i romani occupano la fortezza etrusca situata sul colle Gianicolo
sulla sponda opposta del Tevere.
Tullo Ostilio (641-617 a.C.). È il terzo re di Roma e il secondo re sabino.
Possiede grandi abilità di condottiero. Sotto il suo regno i romani conoscono un periodo di espansionismo militare. Tullo Ostilio vince la guerra contro gli albani
( Orazi contro Curiazi ) e conquista Albalonga ( Alba Longa ).
I SETTE RE DI ROMA Tarquinio Prisco (578-535 a.C.). È il quinto re di Roma e il primo re di origine
etrusca. Nel suo regno Roma si trasforma in un luogo di incontro tra la
cultura etrusca e quella latina. La presenza di un re etrusco a capo di
Roma è il riflesso della fase storica della massima influenza etrusca nella valle del Tevere e nel basso Lazio. Tarquinio
Prisco introduce diverse riforme politico-amministrative e realizza molte opere
pubbliche, tra le quali la Cloaca Massima, il Circo Massimo e il Tempio di
Giove Capitolino. Apre le porte del Senato anche ai cittadini non
appartenenti alla classe nobile e amplia il numero dei senatori da 100 a 200.
I SETTE RE DI ROMA Anco Marzio (616-579 a.C.). È il
quarto re di Roma e il terzo e ultimo re sabino. Durante il regno di Anco Marzio ( Anco Marcio ) i romani conquistano uno sbocco
commerciale sul mare con la conquista di Ostia.
Servio Tullio (578-535 a.C.). È il sesto re di Roma e il secondo re di origine
etrusca. È ricordato per le riforme sociali e le conquiste militari. Sotto il suo regno la città espande i confini meridionali sulle
regioni latine. Servio Tullio introduce i comizi centuriati e amplia il numero dei
senatori romani fino a 300.
I SETTE RE DI ROMA Tarquinio il Superbo (534-510
a.C.). È l'ultimo re di Roma e il terzo re
di origine etrusca. Il suo regno segna la fine della monarchia
romana e, probabilmente, anche la cacciata degli etruschi dal governo della città. Viene
ricordato come un despota e un tiranno crudele. Secondo la
tradizione viene cacciato dagli stessi romani. Secondo una ipotesi storica è, invece, il re etrusco di Chiusi, Porsenna, a cacciarlo dal trono romano.
LA REPUBBLICA ROMANA
La repubblica romana nasce nel 509 a.C. con la cacciata del re Tarquinio il Superbo. Secondo la leggenda di Roma il re
viene cacciato dalla rivolta dei romani, ormai stanchi del suo potere dispotico. Secondo una ricostruzione storica è, invece, il re a fuggire dopo la sconfitta dei romani contro Porsenna, re etrusco di Chiusi, che occupa la città di Roma e impone
dure condizioni economiche alle famiglie aristocratiche romane. Qualunque sia il motivo d'origine, nel 509 a.C. le
famiglie patrizie romane colgono l'occasione della cacciata/fuga del re per riprendersi il potere politico a loro
negato da Tarquinio il Superbo. Nell'ordinamento repubblicano viene abolita del tutto la figura del re. Le
principali cariche della repubblica romana diventano elettive, collegiali e a tempo. Per ogni carica pubblica vi sono almeno
due magistrati con pari poteri.
LA REPUBBLICA ROMANALe principali istituzioni della repubblica romana sono le
seguenti:Consoli. Ogni anno sono eletti due consoli a cui è affidato congiuntamente il comando dell'esercito e il potere di giudizio sui reati più gravi. I consoli possono anche convocare il senato e i comizi.
Dittatore. Il dittatore è una figura straordinaria prevista in casi eccezionali di grave pericolo per la città. Il dittatore sostituisce i consoli alla guida dell'esercito per rendere più reattive e immediate le decisioni di governo. Pur avendo un grande potere anche la figura del dittatore è a tempo, la carica di dittatore dura 6 mesi.
LA REPUBBLICA ROMANA Questori. I questori sono magistrati
che si occupano prevalentemente della gestione del potere amministrativo e finanziario.
Pretori. I pretori sono i magistrati a cui è affidato l'esercizio del potere giudiziario.
In origine i pretori sono comandanti delle truppe di alcune tribù romane.
Censori. I censori sono magistrati a cui spetta l'incarico di stilare le liste del censo. La carica di censori viene introdotta nel 446 a.C. e dura in carica 18 mesi.
LA REPUBBLICA ROMANA Senato. Il senato è un organo collegiale, espressione del potere politico dei patrizi,che esercita il potere di approvazione delle leggi. L'organo ha anche il potere di controllo sulla gestione economico-amministrativa, decidere la guerra o le alleanze con altri popoli. Comizi curiati. I comizi curiati sono le assemblee popolari già
presenti durante la monarchia romana. Comizi centuriati. I comizi centuriati sono un altro
organo di rappresentanza popolare mediante il quale i plebei partecipano all'elezione dei magistrati e all'esercizio degli altri poteri di approvazione delle leggi o delle decisioni pubbliche riconosciuti al popolo. La popolazione è suddivisa in 193 centurie, ognuna delle quali è rappresentata con un voto nelle decisioni collegiali.