Entomologia 01

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entomologia agraria (6 cfu), corso di laurea in scienze e tecnologie agrarie (d.m. 270). 1)INTRO 2)MORFOLOGIA

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Francesco Porcelli DiBCA sez. Entomologia e Zoologia, Università degli Studi di Bari Aldo Moro

gorcelli@agr.uniba.it

Entomologia Agraria (6 cfu), Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie (d.m. 270)

Curriculum "Produzione vegetale e Protezione delle colture"

Obiettivi Formativi Scopo del corso è di qualificare lo studente a riconoscere i principali insetti fìtofagi di interesse agrario della regione mediterranea con i loro ausiliari ed antagonisti, valutarne e prevederne il danno, suggerire efficaci interventi di controllo integrato del le loro popolazioni.

Argomenti Introduzione a.l corso. Morfologia e Biologia degli insetti; etologia ed ecologia applicata; controllo integrato delle popolazioni; Sistematica e Tassonomia. Aspetti di entomologia generale ut ili al controllo delle singole specie vengono proposti di volta in volta, secondo opportunità. Fitofagi dell'Olivo: Saissetia oleae, Euphilfura olivina, Zeuzera pyrina, Prays oleae, Bactrocera oleae, Otiorrhynchus spp., Rhynchites cribripennis, Phloeotribus scarabaeoides, Cicadidae. Fitofagi della Vite: Franklinie/la occidentalis, Thrips spp., Asymmetrasca decedens, Scaphoideus titanus, Daktulosphaira vitifo/iae, Lobesia botrana, Vesperus luridus. Fitofagi degli Agrumi: Aleurothrixus noccosus, Toxoptera aurantii,lcerya purchasi, Planococcus citri, Aonidie/la aurantii, Phy/locnistis citre/la, Ceratitis capitata. Fitofagi delle erbacee: Trialeurodes vaporariorum, Myzus persicae, Phtorimaea opercule/la, He/icoverpa armigera, Gortyna xanthenes, Uriomyza huidobrensis, Delia spp., Agriotes spp. Fitofagi degli altri fruttiferi: Monosteira unicostata, Pentatomidae, Miriade, Cimicoidea, Cacopsyl/a pyri, Eriosoma lanigerum, Aphis gossypii, Hyalopterus pruni, Pseudaulacaspis pentagono, Comstockaspis perniciosa, Anarsia lineate/la, Archips rosanus, Cydia molesta, Rhagoletis cerasi, Capnodis tenebrionis, Hoplocampa nova. Insetti dannosi nelle case e nei magazzini: Dermestes undulatus, Lasioderma serricome, Sitophilus granarius, Formicidae, Vespula spp.

Parte generale

Gli insetti e l'uomo L'interesse dell'uomo verso gli

insetti è ant i ch i ss i mo e profondamente radicato nella cultura e nella storia del popoli. Molti insetti sono stati sfruttati dall'uomo a fini commerciai, le api mellifere sono conosciute ed allevate fino dalla civiltà Mlnolca. Le cocciniglie del carminio sono responsabili dell'esportazione di fico d'india in tutto il mondo cd l bachi da seta hanno stimolato l'esplorazione dell'oriente.

Questo corso si occupa, però, degli insetti dannosi alle coltur-e.

Un interessante esempio di "controllo biologico", forse il primo noto, è que.llo che vede un Sacerdote formulare un esorcismo contro de i bruchi c h e, evidentemente, i nfestavano i campi.

Il Danno ..• Durante questo corso ricorreranno espressioni come "danno trascurabile", "danno estetico", "diminuzione della produzione", "riduzione dei prezzi al commercio", "minore commerciabilità", "declassamento del prodotto", "incommerciabilità", "danno importante", "perdita totale del prodotto", "morte di branche e della pianta". Si tratta sempre di danno economico, e sempre le considerazioni che faremo riguardo agli interventi seguono un giudizio di economicità dell'intervento rispetto al danno causato dal fìtofago. In altre parole la domanda che ogni volta dovrete porvi è: dato un danno stimato di "X" (X= a: danno attuale + b: danno futuro) il costo del trattamento "Y" è maggiore del danno futuro "b"?

MANCA CONCETTO DI ZONALITA'

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"'"" ne' c hu ~mprç W r't'i.l'I)U:>IO u u rupidu i nercwcnlv dcl.lc U.~td. Nel 1900 erano p~~nd scull'isola dre11 40 000 caribù: nel 1915, 11 scguho dcU:a pl'eda .. dun~ ddl-.- lind e dcl.lM ~uc:<-bl pnalic:.iiUI d1o!U' u tnuu, ess.i eN!ortù p robabihnenle rldotli • 1000 ~~mpl~l'i o 1ué u o. La p <fpOI.adoné di 'l l'prl Ul'ti('ht! ~ n e Ua • f triSa d~l predatore• : nmlinua u cSiSh~re pé rd•t è ~n,.a t: rum può u~be da t(UC$1M s ituazione. Se t!.ol~ll aurnent11~~ nunu~ricamt:nlc, le lin d i n brew~ te mpo la rid.,rrcbbt·l'~l, n (ln »ppena ll'·t'~C ini?.iU l)l'J le lepri $C81'plll da IICVé l• raSI." declinant e dd c;ido.

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APR1l MAY JUNE JUlY AUG. SEPT. OCT. NOV. OEC. J AN . HB. MAR. APR.

PREOATOR •--•-- • PREY ---

Fig. 1.2 Changes in dcnsity of Tanonemus pallidus ( = prey) in predator-present and predator­inhibited (free) plots a nd Typhlodrom1.lS ( = prcdalOr) freque ncics. One p lot ( l H) with full pre­dator presente; the other ( l A) with the predators largely removed with parathion {P) treat­ments. See Huffaker and Kennett ( 1956) for d etail s and further data .

Fitn ess o/o d el potenziale teorico

LO 20 l 30 l 40 50 60 70 80 170 160 .sq lO 100 ;' -~ ' \ ' l l l l l \ \ ' ' l l l l ...

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Tempe1·a t m ·a oc

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Fi,g. -1 . Optimum sinecolof?ico (SO) di una s pecie fitofa,ga monofaga. ii: dcte rmi · nato dalla sovrapposiz.ione spa:t.iale incompleta della z.ona di diffusion e d c ll·ospite c lki suoi nemici dficaci . KP = z.o na di diffusione climaticamente poten:t.ialc dci fiwfagi . VN = z.ona di diffusione delle piante. KO = 7.on a climaticam<.>nte otti · male. CSO = 7.ona climaticamente subottimalc. EF = diffusione dcii<.> spcci<.> t:ffi ·

c:aci dci n emici naturali (da Franz. 1964b).

14 Aprile 2000

MAASITtS ()(~-+SOli. OONOITIOHOt$ ... ~ ., ..,."".,_, .. ,.. r.,q Boe-1t00,F~ 8«1•011

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Carklsskfo

Acaro ed entomocenosi dell'olivo

Rispetto alla presenza di un orologio interno capace di fissare il numero di generazioni annuali di una certa specie, distinguiamo specie

omodiname (senza diapause)

da specie

eterodiname (con diapause).

Lo sviluppo delle specie omodiname dipende quindi solo dalle condizioni ambientali, mentre quello delle specie eterodiname prima dalla diapausa, determinata geneticamente, poi dalle condizioni ambientali

L . ' ecomuruta

La più semplice definizione di comunità e: "un gruppo di popolazioni di specie differenti che si trovano neUo stesso tempo e neO o stesso luogo".

Questa definizione non indica esplicitamente che vi siano interazioni fra le specie coesistenti. Una definizione più utile per i nostri usi può essere: "un gruppo di popolazioni di specie differenti che..­interagiscono neUo stesso tempo e neUo stesso luogo ".

Preferiamo la seconda definizione anche se sembrerebbe assai strano che popolazioni nello stesso habitat (=ecosistema) non interagiscano in un qualche modo.

Nella pratica si usa il termine "associazione" per riferirsi ad organismi che interagiscono decisamente (simbionti).

Comunque, "popolazioni" ed "associazioni" hanno confini definiti a seconda delle nostre convenienze.

Interazioni Popolazioni/ Comunità

La competizione principale delle agroecosistemi.

per le risorse disponibili è il fluttuazioni di popolazione

fattore negli

Negli agroecosistemi le poche specie presenti possono creare poche interazioni. I fattori dipendenti dalla densità non contribuiscono in modo determinante alla stabilità d eli' ecosistema.

- Viceversa, gli ecosistemi naturali contengono molte specie capaci di creare molte interazioni stabilizzanti.

La competizione per le risorse disponibili è collegata alla struttura trofica delle popolazioni. Maggiore complessità significa maggiore stabilità dell'ecosistema.

Strutture trofiche

Le strutture trofiche sono basate sul cibo. Infatti alcuni organismi sono in grado di trasformare direttamente l'energia solare per crescere e riprodursi, mentre altri, incapaci di tanto, sono costretti ad utilizzare risorse di altri. In questo modo distinguiamo i produttori ed i conswnatori.

Il livello di base costituito da produttori, mentre molti livelli di consumatori sono possibili.

Una generale schematizzazione può essere:

Produttori primari <Autotrofi) - Producono sostanza organica da energia esterna

Consumatori primari (Erbivori.Fitofagi) - Consumano il prodotto primario

Cosnmatori secondari (Predatori, Parassitoidi, Parassiti) -consumano i Consumatori primari

Consumatori terziari- Etc. Etc.

Le Nicchie

Sebbene il concetto di nicchia si sia raffinatonel corso degli anni, ha sempre riguardato organismi nel loro ambiente. La definizione originaria recita che la nicchia consiste: "nel ruolo funzionale e neUa posizione di un organismo neUa sua comunità". Attualmente possiamo ritenere che una nicchia sia: "il complesso totale deUe condizioni sotto /e.-­quali un individuo, una popolazione o una specie vive e si riproduce.--".

Descrivendo la nicchia di un organismo descriviamo tutte le condizioni (biotiche ed abiotiche) di un ambiente che influiscono sulla capacità di un organismo di sopravvivere. Per definizione una nicchia contiene una sola specie, ma nicchie molto vicine possono sovrapporsi originando competizione fra le specie che le occupano. Tale sovrapposizione di nicchie conduce a competizione ed a stabilizzazione degli ecosistemi creando rapporti orizzontali o diagonali nella catena trofica.

Comunque, tutte le situazioni che possiamo osservare abitualmente hanno in comune l'equilibrio.

Questa stato può essere descritto anche come bilancio netto pari a zero fra produzione e consumo

all'interno dell'ecosistema.

D'altronde l'agroecosistema non è un ecosistema innaturale, possiamo invece configurarlo come un

ecosistema naturalmente contenente l'uomo, che consuma sottraendo il prodotto agli altri consumatori.

Questa concezione permette l'uso del razionale ecologico all'agroecosistema.

Interazioni fra livelli trofici

Predatori

·0 Parassitoidi <J:: g ;:l ~ Fitofagi ·-...l

Piante

Stabile Poco stabile

Ecosistema naturale Agroecosistema

Analisi dei fattori chiave con l'uso di "Life table" modificate

Permette di conoscere la tendenza della

popolazione fra una generazione e la seguente

Permette di identificare i principali fattori di

regolazione delle popolazioni

Permette di identificare i fattori principali di

mortalità e di prevedere cambiamenti e la

necessità di controllo artificiale nel controllo

integrato.

Life table Le tavole vitali (Life table) forniscono una visione

sintetica di alcuni aspetti delle popolazioni utili a:

• Prevedere le esplosioni demografiche dei fitofagi;

• Controllare le popolazioni e ritardare il ritorno delle

popolazioni a livelli dannosi;

• Identificare fattori di mortalità naturale (biotici o abiotici) delle

popolazioni;

• Identificare potenziali fattori di controllo biologico;

• Incoraggiare l'uso e la diffusione del controllo biologico.

Costruzione di una tavola vitale

• Si inizia con una Coorte (un gruppo di individui della stessa età);

• chiamiamo "x" l' intervallo di età che, nel nostro caso può essere uno stadio dello

sviluppo;

• "lx" è il numero di individui vivi all' inizio dell' intervallo "x" · ,

• individuiamo "dxf'' , il fattore "f' chiave responsabile della morte di un certo numero di

individui "d" individui in un certo stadio "x" ;

• Individuiamo "dx" ossia il numero di morti in ciascun stadio o intervallo;

• calcoliamo "qx" la mortalità percentuale dello stadio "x" ("dx" come% di "lx");

• calcoliamo la mortalità per ogni stadio: " lOO*dx/N" dove "N" è lo stadio considerato;

x

Uova (N1)

larve

aisalidi

adulti

Uova (N2)

Esempio: lepidottero delle gemme sul melo

lx dxf dx IOO*qx IOO*dx/N

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Predatori

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etc. etc. etc ...

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Calcolo della tendenza delle popolazione "T"

"T" = N2/Nl = l La popolazione è stabile se ''T" = l

La popolazione è in crescita se ''T" > l La popolazione diminuisce se ''T" <l

35

Western Com Rootworm in Europe 2007 RUSSIA

GERMANY UKRAINE

O Range or Ac1ivity 2007

RAN E •

SPAIN

•• J\VGO by C. R. Edwards .u.nd J. Kiss, bascd on d~111 from Bnufcld, Smossa, Boriani, ~. Cobo$. Cot11, Eyrc, Furlan, Grabenwcger.lqn; Bu.rcic, Jvano\·a, Karic, Kubik, Konefal Konsumtinova, Melnik. Palmicri, Poning, Ripka, Schaub, Sivccv, Strcito, Urck, Vahala, Van EcS1cr, and laruba

Assessment ol mottall1y in eaeh me stage

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Con.struetlon of llf«t • table

T ab/t• J. Gmerttli:t·(/ ltg•"'!peti]ir life--wblt of Diabrotica \'. \'irgifcra in {tt/df A tmd B i11 sowlrmt Hun~ary ltttWt>~·n 1000 10 ){)(J} (mtmt of 1hre~· 1/fl'·tab/e$: 11, of /000 as .\ltlflùlg poim J

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Pro·dlapausa fOOrtallty 10 oggs 3.3%

Overwintering monallty In eggs 11 .3%

No hO.tchln.g lrom oggs in ap,lng 3.4%

Mortallly In l l IO l2 48.6%

Mortatily in L2 10 1.3 11 .9%

Mortahty 1n L3 to adutts 8 .5%

Sex ratio o f adults 13.1%

Unroahsed fOCUJld1ty 25.7%

o 10 20 30 40

Poputation rcductlon factor Mottallty k_, as

% Gènerational mortality

Eggs laid

210-476

Pre.·diapaused èggs 164-404

,_ _ _,olapausoo ows, _ _, 61-251

tst lnstor lorvno ,__..., 49 - 207 ...........

2nd instar Jarvaa 2.1! 14

3rd 11\Star larvaa

" 2.2-5.6

Adutts emerged • 2.2 -2.8

Aduli fémalé • 1

300 200 100 o 100 200 300

Age .. spcclflc survlvorshlp pyramld (#)

Fig. 3. Popula fion reduction foNors . 1heir nwrginal dea l h rtaes p(!r age inten,al ( as intensity ofnurrgùwl dea11t rate k .. in pt•r cent, t/w fo la/ generationalnwrtalily, K Tm(l/ and the age·.\peciflc pyramid t~fsun•il•orsltip tifOiahroliC~t v. virgi rcno (m ecm <!f tl1ree l{(e-tahles in southem Hungary . 2000/2001 to 2001{2002: error bars reprcsent sl(mdard errors

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Come istinguere pre otori, porossitoi i e

parassiti uno proposto basato sul comportamento

Si trotto di comporto mento, premesso che:

--[ le simbiosi considerate non sono mutualistiche;

--[ nelle simbiosi considerate alcune specie sono attive altre passive;

--[ non consideriamo canoni come ecto/endo, idiojkoino, i Taxa di appartenenza, l'esistenza di cicli, etc. etc.

Si trotto di comportamento, premesso che:

----{ la specie affiva usa quella passiva come cibo;

- utilizziamo il momento della riproduzione l mo ione della specie affiva rispeffo alla vitalità dell'individuo della specie passiva usato, come primo canone di distinzione;

- utilizziamo il numero di individui della specie passiva usati da ciascun "individuo" della specie affiva come secondo canone di distinzione

Il comporto mento sorò do:

----{ parassita quando lo specie attivo si riproduce/moltiplico prima della morte degli individui della specie passiva utilizzati;

il parassita induce sempre malaHia che sia conclamato o silente;

corollario: il parassita è anche patogeno;

----{

Il comporto mento sorò do:

predatore o parassitoide quando lo specie attivo si riproduce/moltiplico dopo la morte degli individui della specie passiva utilizzati;

predatore quando un individuo della specie attiva utilizza più di un individuo della specie passiva per diventare adulto;

parassitoide quando un individuo della specie attiva utilizza un solo individuo della specie passiva per diventare adulto;

Si trotto di comporto mento:

Lo stesso specie attivo può comportarsi come predatore, porossitoide o porossito o secondo dei momenti dello proprio biologia;

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Harmonia axirides

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Metodi e mezzi di controllo delle popolazioni di insetti fitofagi

Naturale

Biologico

Chimico

Guidato

Integrato

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11<11r liiNrlt ~in<rJ>i r ~~~>onom • kfib.m. 6""·• ....,_ ~QIIIipiAJdid,pol"""oro~ou®-ULVl~•dJ.

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Entomologia Generale Morfologia esterna ed Anatomia

Premessa: animali affini agli insetti

Morfologia ed

Anatomia (il concetto di omologia ... )

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Figure 1..3 (Dru11C:.J und IJm.'w::•. 1990}

Flgur~ 1,4 (D,_.,. a1111 o~ 1990)

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Cuticle Ecclys,ial lino

l ntemal ridgo Arthrodial membrane l:las;ementmembranc

Figure 2.1 Oiagram of integumenlal féaturcs. (ModiliCKI from MstCAI/81 al., 1962. by psrmission o/ McGraw·Hill

Bool< Compsny. )

Figure 2.13 (Daly et al. 1987)

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Figure 25.9 (Gnatzy & Gnmert, 1987)

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ing tdl; l,'"'~ «ll; l,stm:o~ cdi. l; cilia~ tdl: S.1o:mo0m cd]; 6, trichosl'll ctU, 7. ~­gencdl; 8, neuron.

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Ontogenesis of rhe cuticular ducr in class 3 cells: rhe terga! glands of rhc cockroach Blat· te/la. A ciliary process develops from rhe innermost celi of rhe tetrad of each glandular unit (A), the three other cells secrete the conducring canal (B). 1l1cn, rhe innermost cell or ciliary celi develops a muff around rhe basal part of the ciliary process and secretes the receiving canal (C). Afterwards, rbe ciliary ceU resorbs while tbe upper ceU or enveloping celi begins to degeo· erate (0). One day after adulr moulr, rhe secretory unir is composed only of two funcrional ceUs (E). l , enveloping ceU; 2, canal ceU; 3, secrerory cell; 4, ciliary celi; mf, moulting fluid; (modiiìed from Sreng and Quennedey, 1976).

lONGITUDIN A,L FliGHT MUSCtE

THORA.CIC SAUVAU GLANO

FIGURE.S 1.1 1 a nd 1.12. Dingrams showing cer1ain organ systems of an adult re mole bee .. The: o bjcccive is to show as many or the rnnjor organs as possible for any bee, but some o( thC' glands are specifically th o:;e or honeybees or the genus

Figure 19.6 (Michenc:-r, 1974)

OUFOUR' S GLANO OVIOUCT

S'ERMATHECA

Apls. tf.r(Jbic numerals indicate s.lfUctUJ'(S associ:ned witb tho· racic scgments; roman numerals indicale abdom inal segments. (Origioal dtawings by Ba.rry 5ilcr.)

Ftg. 56. The wa.x g!ands.

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~iMI t IO rJ;fllftt!llli!lll fflJlièl.s:.

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c A, stemum of segment VI of worlc:er, ventral, showing polished "mirrors"

beneath wa.x glands. B, lengthwise section through two wax glands with over­lying ma.sse3 of fat cells and oenocytes ( from Ri:isch, 1930). C, stages in the development and regression of a wax gland ( from Ri:iscb, 1927a).

For explanat.ion of abbreviations see pages 168-167.

Figure 19.5 (Snodgrass, 1956)

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Addome

Stn3 A Figure 3.1 (Snodgrass 1935, p.25 1)

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\l PSEUDOZAMPE PRESENn N EL 3° - 6" E 10° URITE (IN ALTO) E NEL 6" E 10" QN BASSO)

vncJn/

t> LaJVa di Lepidottero (regola generale)

l> LaNa d i Lepldottero Geometride

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7{Jmpe tcraclche

\l PSEUOOZAMPE PRESEN TI N EL 2" - a• E 1 o• UAITE

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i l> Larva di Imenottero Sinfito (regola generale) \'--.,---'/

pseudoZamptt

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1fr utite

V REGIONI MORFOLOGICHE, APPENDICI E PROCESSI NEL MASCHIO (SOPRA) E NELLA FEMMINA (SOTTO)

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J• uriUJ tr urlUJ g> urire ffP 4N'I!C

sttçma

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1~ urire

MJprocro

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V PARTE POSTERIORE DELL'ADDOME DEL MASCHIO CON APPARATO COPULATORE (FALLO) ESTROFUESSO

'P urite 9' urite 1(/' (Jrita cercc

e,oiprocto (sc!erJte dorsaJ& ds/!'11° un~eJ

-- p.t.lf3j)r0do (sclerite fa!erovemra,e dello 11 11 urite)

--------tcil;ouerna

spermatozof

apparato coputatcfot (fallo)

valva (gcncrx>tiiYe)

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0.5 mm

V 0\QPOSITORE DI SOSTITUZIONE (ESTROFlESSO)

P Vl'ite

l lf' wite membl&11a

l!ttersegmemlllé

ovopositore ai sostituzione

po urite

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"V OVOPOSITORE MORFOLOGICO (CON LE PARTI ARilACIALMENTE SEPARATEj

f1.i urlte

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sligma~~--1''-'

vaMfero dell'a"

1(J' urite

ano

c-==--------- P8/aPfOC!O

valvl!ero de! g:~ urite ovopos.:tors morfo!Q9ico

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V OAfOMfiO OQlFI() t$PIIXAn Olll~ ~ t..:N rtmGòtiOf-,ltt MSSO A.SN61AA E t~ 1M QAUI)f, IN ~ 14 COlmO)

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~SANOTTEROTEAEBRANTE (SPACX!ATO IJELL'<Mlf'OOITORE)

•talvule de/1° paio

8° urite 9" urite

+--- vafvule del 2• paio

V IMiNOTTeAI SINffil CSPAOCATO 0CU. ~rOM:

PAOPAIA.-.40fl€ DETTO. IN BAI$0-'&.. C(NTAO)

a• vrite

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V TetCredìrtil

Cll/lSie dslr!JOVO

va/vu/6 del ,. paio

"il JJ>I>AAATO PU'fGENTE INPOStZIOI'.E OIAJ'OSO t'o~ E t.emE INlllOCllU l 'loCU.fO Na. CORPO CB1A '-'"lJIA "' CESTRAJ

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The bee has just started the stinglng process. Thls wor ker i s r ather weak, so the sting did not penetr ate per pendicu lar to the skln surface and the stlng i s not deep.

A worker bee trylng to get away after stlnging. The sting has borbs prcvcnting tho stlng to be pullcd out1 parto( hcr digestive systcm ls seen dragglng behind her.

The Jling ls l eft behlnd and che bee ls now free. Thc compte~e left behind (the sting, t:he venom Qllnd, ond mustiC!S eontrolllnglng thc gland) wlll work outonomousty to pump venom lnto d'le vlctlm. Alarm phoromone 11 also relcased to "mark• the vlctim, so t!x~ct more bces to Stln\) you lf you ha ve got onc.

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Torace

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V NOTO"' SNSflW E SlUII\0 ~~ ta TOIW:E AU~SUtetw;aONE INSC1a:m tia::Ot«W\ 1.(4.t.n H. ~N:lflEnO OEUf i'U

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Coleoptera torace

torace

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Adephaga Polyphaga

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Cx Tr FIG. 104.-Middle leg of a grasehopper, anterior view.

Fi ure 5.4 M iddle lego fa grasshopper (Snodgrass, 1935).

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F igure 5.5 GJ'3Sshoppet coxa. di.:.grnrnatic (A) and actuaJ (B) (Snodgrass. 1935).

Figure S. 7 &~•rinsic lcg musdc;s (SnodJfl'$$. 1 9)5).

Fro. 116.-Mu,elet ol t.be hind lea: ()f" gr"esbopper, Di.uoftti.M carolino~ JSI. 131.. levt.to111 of U'Qc.hanter; 1334. ooxa.l brsnch or deprMl!Or of tl'O~IIliU!r; 134, 1M.Ievatoaor tibia: I!JtJ. depre11110r of Lib~: J$1'. ISB. levator snd deprCMOr o! t.am~': 1$11. dcprestOr or prt~W.n\1• (retraetor of <::lJ)w•>·

Fw. 118.-Pretarsus of a grasshopper, Disso!teira carolina.

A

Figure 5.6 Pretarsusofagrasshopper(Snodgrass, I935).

A. t!\fS!lS and prctarsus disjointed, showing tendonlike apodeme (110Ap) of depressor or pretarsus.

B, prctarsus and end of tarsus, dorsal view. C, same, ventral view. Ar, arolium; t'In, pianta; Tar,tarsus; U/, unguifer; Un, ungues; Utr, unguitractor plat~.

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A returning pollen forager in flight. September 2001. Zach's back yard.

(a) (b)

V FASI E MODALITÀ DI ACCUMULO DEL POWNE NELLE CFSTELLE

v Ape che 1"'1 volo lraslerisce il polline dalla spazzola di una zampa alla ceslella di Quella opposla strofinando allernaii­vamente le zampe

~ COtl se!ole e /11;/l"lt tlefllo(O/azioro e/le lmQedlSOOtlo la cadula dfll IXJII•ne nel passayglo doliO stesso dalle spazzole a11e ces/e!le

V distacco del polline dalla spazzola di una zampa con il penine di quella opposla e convogliamenlo del polline nella cestclla ad opera dell'auricola

V aooumulo del oo li­ne medianle il movimento pendo­lare del basitarso che pressa 11 polli­ne con t'auricola nella ceslella

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f.IGS . 2 - 1. Re!puscn ta tivc fOr<l! ""ings, sJ1owinc th e! p~itions o f tlu: media n fledon-Une, etaval flmow 11nd f'-'&31 (C)Id. No t 10 sc-ale. (~) Pt:rt()du mt>rUm.i (P1ecopcer.1): (3) SWII# luf4rla (Mcsalopteta): (4) CIII')' IO(XJ C#mN ( Neuropttra); (S) V~1pul4 ftrmaniu (HymenOpltra); (6) S,·'l''u.u ribtJii (Di piena); (1) Nott)m:ct.ll tlauca (Heceroplc.-.). juz:. Od: jt.l;;3l (C) Id.

Figure 10.4 (Woouon, 1979)

A B

C+Sc •R.1

FIG. 127.-Exarnplés or wing vona.tion. A, lYlo.qicicada 8t:ptt.m.dccim, hind wing, extended. B. s oet ion of s.:.mo n.long lino a--b when foldcd. C. A1U4co dom<1atica, wing and ca.Iypter ea. D , Epicauta pcmnaylvant:ca.

F ig ure 10.5 (Snodg rass. 1935. p.228)

l •

4t5

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A

II III

A

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B Fig. 43. The wings. A, B, fore and hind wing of a drone. C, hook of hind w ing of a worker.

D, hook of hind wing of a c!Tone. E, the interlocked wing margins. f, fold on posterior margin of forewing; h, hooks on anterior margin of hind

wing; l -IV, main veins of wing. For explanation of abbreviations see page 133.

Figure l 0.8 Hamuli --in the Hymenoptera (Snodgrass 1956, p. 116)

wing

A

wing

notum

second axillla ry sclerite

muscle

notum notum

B c Fig. 135 Oi~grammatic sectìcn through the wing base of a fiy ìlluscrating the click mechanism in rhe wing movement. A. Wing stable io the up positìoo. B. Unstable position with the system XYZ in a straight line aod under pre.ssure between the arrows. C. Wing stable

in che down positioo (panly from Priogle, 1957)

Figure 10.10 Click .nechnuism in llte wing base or Sarcophago (from Cbaptnan. 1982)

"

FJG, 131.- Diagrums of sueeeesivc positions of tbe wings in ftigbt and the corrcsponding movements of tbe tergum.

Figure 8.3 (Snodgrass, 1935)

dorsal longitudinal muscle

"ç dorso· ventral muscle­contracted

A

tergum- wmg tergum­raised

depresse d fulcrum

ligament

N--pleural process

o

B

dorso-ventral muscle- relaxed

point of action of basalar muscle

wmg

r-t--- basalar muscle­contracted

Fig. 132 Diagrammatic cross-section of the thorax illustrating the wing movements in an insect, such as a dragonfty, in which the direct wing muscles cause depression of the wings

Figure 8.5 (Chapman, 1982)

lllT •

IT IIT 215

us E

Fig. 30. Thorax and base of abdomen of a worker bee. e, occipital process of prothoracic cpisternum. For explanation of abbreviations

see pagcs 92-93.

Figure 6.8 honey bee thorax (Snodgrass, 1956)

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