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Fondazione Trentina Alcide De GasperiAssociazione Culturale “Antonio Rosmini”
Maturità 2015: Parliamo di storia15 dicembre 2014
La Seconda Guerra Mondiale e la Shoah
Simone A. Bellezza
Centralità dell’olocausto ebraico
Il genocidio degli ebrei costituisce senza dubbio uno degli eventi chiave del Novecento
L’olocausto è spesso presentato con caratteristiche mitiche che non giovano alla sua comprensione: per esempio si sostiene che sarebbe un evento unico, la cui portata e violenza non sono comparabili né qualitativamente né quantitativamente con nessun’altra violenza
Esso sarebbe inoltre frutto della “barbarie nazista”: unione fra assoluta cattiveria ideologica e regressione a barbarie medievale
Terminologia
Olocausto: è il termine più utilizzato, di origine greca; rimanda a un significato religioso e per questo motivo è di solito non utilizzato dagli ebrei
Shoah: termine ebraico che significa “desolazione, disastro” è preferito soprattutto in ambito ebraico ed indica solo la persecuzione degli ebrei nella seconda guerra mondiale
Genocidio: termine coniato da Raphael Lemkin, indica un atto effettuato con l’intento di distruggere tutto o in parte un gruppo
Olocausto: è il termine più utilizzato, di origine greca; rimanda a un significato religioso e per questo motivo è di solito non utilizzato dagli ebrei
Shoah: termine ebraico che significa “desolazione, disastro” è preferito soprattutto in ambito ebraico ed indica solo la persecuzione degli ebrei nella seconda guerra mondiale
Genocidio: termine coniato da Raphael Lemkin, indica un atto effettuato con l’intento di distruggere tutto o in parte un gruppo
L’oblio dell’olocausto Nei primi anni dopo la fine della guerra mondiale le
persecuzioni degli ebrei non furono oggetto di particolare attenzione
In occidente: v’era un senso di colpa per le corresponsabilità nel genocidio (l’antisemitismo era diffuso e la shoah fu a lungo tenuta segreta al pubblico)
Nei paesi socialisti: appena finito il conflitto v’è un ritorno dell’antisemitismo e gli ebrei vengono colpiti sia per l’internazionalizzazione della comunità sia per la fondazione di Israele
In Israele: v’era un misto di vergogna e di colpa nei confronti delle vittime dell’olocausto
Altri olocausti: i vari gruppi (rom, sinti, testimoni di Geova, omosessuali etc.) non ebbero la forza di rivendicare una memoria
Il Diario di Anna Frank (1947), pressoché sconosciuto fino al 1956-59
I libri dimenticatiSe questo è un uomo di Primo Levi, pubblicato nel 1947 da De Silva
La svolta del processo ad Otto Adolf Eichmann
Eichmann viene ritrovato nel 1960 in Argentina da un commando del Mossad guidato da Simon Wiesenthal e viene rapito in barba alla legislazione nazionale e internazionale
Eichmann viene processato nel 1961 e fa appello nel 1962, chiede la grazia che viene negata (molti ebrei famosi la richiedono)
Tutto il mondo segue il processo; la rivista «The New Yorker» manda come corrispondente Hannah Ardendt
Eichmann viene impiccato il 31 maggio 1962 e subito cremato
Hannah Arendt, La banalità del male (1963)
«Ma il guaio del caso Eichmann era che di uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensi erano, e sono tuttora, terribilmente normali. Dal punto di vista delle nostre istituzioni giuridiche e dei nostri canoni etici, questa normalità è più spaventosa di tutte le atrocità messe insieme, poiché implica – come già fu detto a Norimberga dagli imputati e dai loro patroni – che questo nuovo tipo di criminale, veramente hostis generis humani, commette i suoi crimini in circostanze che quasi gli impediscono di accorgersi o di sentire che agisce male».
Raul Hilberg, La distruzione degli ebrei d’Europa (1961)
Fu il primo a cercare una spiegazione razionale (allievo di Franz Neumann).
Individua le tappe: creazione di strutture di detenzione, definizione legislativa dell’ebreo, espropriazione dei beni, isolamento dalla società, ghettizzazione, concentramento, deportazione e sterminio in campi specializzati.
Illustra il carattere composito dell’olocausto: espropriazione, progetti di espulsione, invasione di Polonia e URSS, decisione di sterminio, Einsatzgruppen, coinvolgimento degli ebrei occidentali.
Gli intenzionalisti
Mettono l’accento sul ruolo giocato dall’ideologia e da Hitler
Il Terzo Reich e l’olocausto sono un programma politico già delineato negli anni Venti
Andreas Hillgruber, Eberhard Jäckel, Lucy Dawidowicz
Spiegano l’evoluzione del regime nazista come una progressiva radicalizzazione
Riprendono da Neumann l’idea della lotta fra élites naziste
La “tortuosa strada per Auschwitz”
Christpher Browning, Hans Mommsen, Martin Broszat
Fazioni di storici
I funzionalisti
Il funzionalismo moderato Il dibattito fra funzionalisti e intenzionalisti
dura per tutti gli anni ‘60 e ‘70
Negli anni ‘80 si arriva a una mediazione che integri assieme gli elementi ideologici e quelli pratici
Nel 1986 Primo Levi pubblica I sommersi e i salvati, un libro nel quale viene limpidamente espressa la teoria della zona grigia
Nel periodo nazista le semplificazioni della mente umana non valgono più: la dicotomia amico-nemico viene spezzata e il problema è di coloro che collaborarono con i nazisti pur essendone nemici
L’epoché di Levi
Zygmunt Bauman, Modernità e olocausto (1989)
Zygmunt Bauman, Modernità e olocausto (1989) L’olocausto è comprensibile solo all’interno
dello sviluppo intellettuale e tecnologico occidentale
Utilizzo di esperimento di Milgram ed altri
La razionalizzazione e la specializzazione della moderna società europea hanno affermato il principio di razionalità procedurale e di obbedienza alle regole e agli ordini
Nei ghetti i nazisti isolano le comunità ebraiche e investono le élites del compito (presentato come credibile) di salvare quante più vite possibile.
Zygmunt Bauman, Modernità e olocausto (1989)Il successo degli oppressori dipendeva dalla loro capacità di far si che il calcolo razionale delle vittime sopravvivesse alla possibilità di raggiungere l’obiettivo originariamente perseguito; di far si che le persone – almeno un certo numero di esse e per un certo periodo di tempo – agissero razionalmente in un contesto razionale. Cio dipendeva a sua volta dalla capacità di ritagliare porzioni di normalità nel contesto complessivo , e di frazionare un processo la cui meta finale era la distruzione in una serie di fasi che, osservate separatamente, consentissero una scelta guidata da criteri razionali di sopravvivenza.[...] Come i membri dei Sonderkommandos ben sapevano, rivelare alle vittime che la stanza da bagno era una camera a gas costituiva una trasgressione punibile con la morte immediata. La trasgressione non sarebbe stata cosi grave, e la punizione cosi dura, se le vittime fossero state accompagnate alla morte semplicemente dalla paura o dalla rassegnazione suicida. Ma per fondare il proprio ordine soltanto sulla paura le SS avrebbero avuto bisogno di molti più uomini, armi e denaro. La razionalità era molto più efficace, facile da ottenere ed economica. CosiV, per distruggere le vittime, le SS ne coltivarono la razionalità. [...] All'interno del mondo creato dai nazisti la razionalità era nemica della morale. La difesa razionale della propria sopravvivenza richiedeva la non resistenza alla distruzione dell'altro. Questa razionalità spingeva i perseguitati gli uni contro gli altri e distruggeva la loro comune umanità
Christopher Browning, Uomini comuni (1992) Analizza le azioni del battaglione 101 della polizia
tedesca (Ordnungspolizei) e degli eventi che portarono al massacro di Josefow, in Polonia
Un piccolo nucleo di aguzzini fanatici
Un piccolo gruppo di poliziotti che si rifiutavano di eseguire gli ordini
Una maggioranza che eseguiva gli ordini se glielo si ordinava, ma che non cercava occasioni di uccidere e se possibile trasgrediva gli ordini, specie nel caso in cui si potevano risparmiare dei bambini
Importanza dei fattori ambientali
Daniel Goldhagen e I volenterosi carnefici di Hitler (1996)
Gli spettatori dell’Europa dell’est
Raul Hillberg, Vittime, carnefici, spettatori (1992)
Jan Gross, I vicini: storia dello sterminio di una cittadina ebrea (2000): sul massacro di Jedwabne – 10 luglio 1941
Shimon Redlich, Together and Apart in Brzezany (2002)
Patrick Desbois, «Fucilateli tutti!» (2007)
L’olocausto come una tappa della storia interetnica e transnazionale del rapporto fra le diverse nazionalità
Nelle particolari condizioni dell’est europeo non era possibile mantenere la neutralità rispetto alla messain pratica della shoah
Il negazionismo Il revisionismo è una corrente che punta a
ridiscutere interpretazioni storiche consolidate
Il negazionismo punta a negare che l’olocausto sia avvenuto
Il capostipite è Paul Rassinier, già partigiano francese e internato nel campo di Buchenwald: Il dramma degli ebrei europei (1964)
Arthur Butz, David Irving, Robert Faurisson
Il procedimento: isolazione di una fonte, individuazione di un errore, falsificazione dell’intero documento (utilizzo di argomenti tecnici e complicati)
Il procedimento: presentarsi come piccolo gruppo perseguitato di amanti della verità
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